Il Calderone di Severus

Misslegolas86 - Angel's Eyes, Genere: Drammatico/Introspettivo Personaggi: Piton, Malfoy, Narcissa, Silente Pairing: Severus/Lily Epoca: Post Malandrini Avvertimenti; nessuno

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view post Posted on 7/8/2017, 09:38

Buca-calderoni

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Titolo: Angel’s Eyes
Autore: Misslegolas86
Data: 19/11/2011
Beta-reader: Ida59
Tipologia: one-shot
Rating: Per tutti
Genere: Drammatico/Introspettivo
Personaggi: Piton, Malfoy, Narcissa, Silente
Pairing: Severus/Lily
Epoca: Post Malandrini
Avvertimenti; nessuno
Riassunto: Un imperdonabile errore, il dolore inconsolabile e uno sguardo d’angelo che ha accompagnato la sua vita fino alla fine.

Note: Scritta per il 7° turno del concorso “La poesia ispira la prosa” del Magie Sinister Forum (http://magiesinister.forumcommunity.net/)

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


ANGEL’S EYES


“Padron Malfoy non è in casa.”
L’elfo domestico ripeteva ossessivamente la frase con aria colpevole. Era palese anche per chi non era un Occlumante che mentiva. Una porta nell’ingresso si spalancò.
“Dobby! Stupido elfo! Possibile che tu non capisca mai gli ordini?” Narcissa era entrata urlando “Questo vale per Moody e quelli come lui! Perfino un’idiota come te dovrebbe riconoscere degli Auror!” Continuò colpendo l’elfo che nella sua sudicia federa appariva veramente mortificato.
“Mi dispiace padrona…Dobby va a punirsi immediatamente” Biascicò l’elfo a capo chino.
“Sparisci” chiosò la donna guardandolo con sguardo sprezzante.
“Severus” disse agitata rivolgendosi all’ospite. “Mi aspettavo che saresti venuto.”
Seguì la donna verso una porta che conduceva al salotto.
Lucius era seduto in una poltrona di fronte al focolare acceso. Ai suoi piedi un bambino pallido e biondissimo giocava. Il piccolo Draco, pensò mentre si avvicinava, esattamente come tutti i Malfoy.
Narcissa prese in braccio il bambino che lo salutò con la mano mentre la madre lo conduceva fuori.
Lucius si voltò e il suo volto era cinereo.
“Hai saputo quello che è accaduto, Severus? Siamo tutti perduti.”
“Sono venuto da te per saperne di più, Lucius.”Rispose osservandolo con sguardo penetrante. “Cosa è accaduto?”
“L’Oscuro Signore è caduto!” disse con voce isterica.
Sentì il cuore accelerare nel petto.
“Stanotte è andato a Godric’s Hallow . Era lì per uccidere il figlio dei Potter ma è accaduto qualcosa.”
Sentì il sangue raggelarsi nelle sue vene
“La casa dei Potter è un cumulo di macerie. Li ha sterminati tutti ma anche lui non è sopravvissuto.” Lucius si era alzato troppo agitato per stare seduto.
No non era possibile…Lily…morta. Le gambe non reggevano più il suo corpo. Si abbandonò nella poltrona da cui si era appena alzato Lucius. Sentì il calore abbandonare il suo corpo. Le fiamme del camino non avevano il potere di riscaldare il suo animo piombato in un gelo di morte. A stento riuscì a controllare il tremito delle sue mani. Una paura innaturale per il suo animo l’aveva assalito. Non era possibile. Non lei. Non Lily. Aveva fatto tutto per nulla. Lei era perduta.
“Il Ministero sta dando la caccia a tutti i seguaci dell’Oscuro” la voce di Lucius gli arrivava da lontanissimo . Le sue parole non lasciavano in lui nessuna traccia.
L’aveva raccomandata ad entrambi. Dell’Oscuro non poteva fidarsi
“Le celle di Azkaban saranno piene.”
Ma di Silente…aveva promesso di salvarla. Lui lo aveva servito per tutti quei mesi. Si era esposto a pericoli inimmaginabili.
Lucius lo aveva scosso per una spalla.
“Severus?”
I suoi occhi lo guardavano preoccupati. Capì di essere più pallido di un cadavere.
“Lo so è stato un duro colpo” continuò Malfoy.
Annuì. Lucius doveva aver attribuito la sua reazione alla notizia della caduta dell’Oscuro ma a lui non importava nulla di tutto ciò. Non gli importava più di combattere, non gli importava di quello che sarebbe stato di lui. Se Lily era morta, nulla aveva più importanza. Una bolla di orrore era cresciuta nel suo petto soffocandolo, bruciando ogni pensiero. Non poteva restare lì. Doveva fare qualcosa.

A Godric’s Hollow la casa dei Potter era ancora in piedi ma al primo piano una voragine nel tetto segnava il punto in cui qualcosa di spaventoso era accaduto. Si affrettò verso la porta spalancata mentre la pioggia cominciava a cadere fitta bagnandogli la veste e i capelli. Voleva arrivare il prima possibile eppure temeva in cuor suo quello che avrebbe trovato.
Il corpo di James giaceva disteso sul pavimento
Sentì una fitta allo stomaco ma non era di piacere. Che cosa aveva fatto? Era un codardo; Silente aveva ragione: non era riuscito ad affrontare James di persona ma aveva lasciato che lo uccidesse il suo Signore per lui. E che cosa sperava di ottenere? Come avrebbe mai potuto Lily amarlo dopo che le aveva fatto così del male uccidendo il padre di suo figlio?
Lo oltrepassò, lo sguardo fisso sulla stanza in fondo al corridoio. Ogni passo pesante come il piombo. La porta della camera era a pezzi e il pianto di un bambino echeggiava. Sentiva il cuore sprofondare man mano che la distanza diminuiva, sapeva che Lily non avrebbe mai permesso che suo figlio si disperasse così senza calmarlo. Eppure un filo di speranza brillava ancora nell’animo, in fondo l’aveva raccomandata all’Oscuro e forse questi aveva esaudito la sua richiesta.
Ancora un passo poi varcò la soglia della stanza. Tutto in quel momento precipitò.
Le gambe gli vennero meno mentre orripilato osservava Lily lì a terra, gli occhi verdi come smeraldi sbarrati e vuoti, i capelli sparsi sulle spalle non più mosse dal respiro. Il mondo crollò in quell’istante per Severus Piton. Lacrime amare sgorgarono dai suoi occhi bagnando le guance, un urlo disumano fuoriuscì dalle labbra senza consapevolezza mentre carponi la raggiungeva. Le sfiorava con delicatezza la guancia quasi nel timore di farle del male. Ma come avrebbe potuto farle più male di così? L’aveva uccisa! Lei era morta e lui era l’unico responsabile. Le calò le palpebre nascondendo per sempre il tesoro di quegli occhi d’angelo e la strinse a sé in un abbraccio ormai vano. La cullò dolcemente sul petto, ignaro di tutto quello che lo circondava, consapevole solo del dolore che scaturiva dal suo cuore ormai in frantumi. Qualcosa si era spezzato per sempre in lui. Lily aveva lasciato questa terra portando qualcosa di lui per sempre con sé, la sua parte migliore.
Non ragionò né pensò, un vuoto nulla lo aveva circondato. Non poteva credere di averla perduta, ma quel corpo che stringeva freddo e privo di vita al suo petto rendeva la realtà intollerabile.
Così lo trovò Silente quando giunse a Godric’s Hollow.
“Severus” lo chiamò sfiorandogli la testa.
Solo in quel momento Piton si accorse della presenza del Preside. Gli occhi ottenebrati dalle lacrime, le spalle scosse dai singhiozzi. Non cercò di controllarsi, non gli importava, niente ormai aveva più significato.
“Severus, dobbiamo andare. Non c’è più niente che puoi fare qui. Ora dobbiamo pensare al bambino.”
Con riluttanza aveva lasciato Lily mentre Silente lo faceva rialzare prendendolo per un braccio. Solo in quel momento posò gli occhi sul bimbo nella culla. Una fitta allo stomaco lo colpì: aveva gli stessi occhi della madre, dello stesso stupendo verde. Erano bagnati di lacrime per la perdita della mamma e il responsabile, anche per quel dolore, era solo lui. Silente parlava di occuparsi del bambino ma in quel momento, mentre fissava il suo sguardo in quello del piccolo Harry, promise a se stesso che se Silente lo avesse condannato a continuare a vivere, in quegli occhi avrebbe voluto vedere solo odio e disprezzo per sé. Non avrebbe consentito a quegli occhi di riservargli un sorriso che non meritava. Avrebbero rappresentato per lui la punizione quotidiana: gli occhi di Lily, pieni di un odio che lui meritava tutto, per il dolore e il male che aveva procurato.

Il sangue lo stava abbandonando, così come la vita.
“Look at me” riuscì a rantolare.
Gli occhi di Harry si fissarono nei suoi. Era la sguardo del ragazzo, eppure era quello della madre. Questa volta fu felice di non trovarvi ira o disprezzo. Non avrebbe avuto la forza di abbandonare il mondo accompagnato dall’odio, anche se era quello che meritava. Erano gli occhi di Harry, eppure, mentre l’ultimo respiro della vita lasciava le sue labbra, era il volto di Lily che lo contemplava, vivo a pochi centimetri da lui. Gli sorrideva dolcemente accompagnando la sua dipartita. La morte che aveva desiderato da sempre finalmente era giunta, ma non era avvolta in nere vesti: aveva le sembianze di un angelo

Sulle sue labbra si dischiuse
un mirabile sorriso
Come per lacrime di nostalgia
brillavano i suoi occhi
Anche dalle mie guance
scorsero le lacrime


Sì, era proprio un angelo, il suo angelo.






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