Il Calderone di Severus

Stella - Un sorriso inaspettato, Tipologia: Oneshot - Genere:Introspettivo - Avvertimenti: AU - Epoca: Post 7 anno - Pairing: Nessuno - Personaggi: Severus, Madama Chips, Harry Potter

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view post Posted on 3/5/2017, 02:23

Buca-calderoni

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Titolo: Un sorriso inaspettato
Autore: Stella
Tipologia: One shot
Rating: Per tutti
Genere: Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Madama Chips, Harry Potter
Pairing: Nessuno
Epoca: Post 7° libro
Avvertimenti: AU
Parole: 939
Riassunto: Dopo la battaglia finale, Severus si sveglia nell’infermeria di Hogwarts. Le sue emozioni sono contrastanti, fino a quando non riceve un inaspettato sorriso.
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


Un sorriso inaspettato



La luce iniziò a farsi strada nella sua mente, accompagnata da un barlume di coscienza. Il buio e il silenzio profondi vennero a poco a poco interrotti da rumori, luci e suoni. Severus si trovò improvvisamente sveglio, sentendosi confuso, con la testa che pulsava e gli faceva male. Ancora stordito, riconobbe quella che era l’infermeria di Hogwarts. Doveva essere notte, perché l’oscurità era interrotta qua e là dalla flebile luce delle candele. Non era solo: un rapido sguardo alla sua sinistra rivelò un candido paravento, uno di quelli che venivano usati per creare un po’ di privacy per i pazienti, quando erano in diversi ad occupare l’infermeria. Iniziò a ricordare qualcosa: solo degli sprazzi, grazie ai quali riuscì piano piano a ricostruire quanto accaduto. Il Signore Oscuro. Hogwarts. Lui che fuggiva lanciandosi da una finestra, mentre Minerva gli gridava dietro. Perché si trovava di nuovo nel castello? Sete. In automatico, si voltò verso destra, tendendo un braccio per prendere la caraffa d’acqua che sapeva trovarsi accanto a ogni letto dell’infermeria. Una fitta dolorosa al collo lo bloccò, mozzandogli il respiro, e facendogli ricordare ciò che ancora gli mancava. Nagini. L’ordine del Signore Oscuro, seguito dal morso del serpente. Severus abbassò il braccio, toccandosi con attenzione il collo, e scoprendo di averlo fasciato. Era vivo. Non avrebbe dovuto esserlo, ma in qualche modo era riuscito a salvarsi, e non sapeva come e perché. E perché si trovava a Hogwarts?
Sospirò e strinse gli occhi, cercando di fare chiarezza fra i suoi pensieri.
“Severus… sei sveglio”.
Severus alzò gli occhi, trovandosi di fronte Madama Chips. “Sì…” Quell’unica sillaba si rivelò difficilissima da pronunciare, e dalla sua gola uscì solo una sorta di suono gutturale.
“Ecco, aspetta, bevi un po’ d’acqua”. L’infermiera versò un bicchiere d’acqua e lo aiutò a bere a piccoli sorsi.
“Che cos’è successo?” chiese il professore, riuscendo adesso a parlare senza troppi problemi.
Madama Chips agitò la bacchetta, pronunciando l’incantesimo necessario per poter parlare senza il rischio di svegliare gli altri pazienti.
“Sono successe tante cose, Severus… Ora sarebbe molto lungo da spiegare. Ma abbiamo vinto, e tu sei salvo. Devi riposare, ma fra qualche giorno starai bene”.
“Abbiamo vinto?” Questo significava che adesso l’Ordine sapeva la verità su di lui, o non si sarebbero presi il disturbo di salvarlo.
“Sì”. Ma l’espressione della maga era triste e provata, e Severus notò quanto fosse pallida e stanca. “Purtroppo… non è stato facile. Abbiamo perso molti dei nostri. Alunni della scuola, genitori… Fred Weasley, Colin Canon, Tonks, Lupin… anche il professor Vitious”.
Severus annuì, sentendo la testa pesante. Aveva bisogno di dormire, anche se avrebbe voluto sentire un resoconto dettagliato. L’infermiera si asciugò rapidamente una lacrima e gli porse una fiala di vetro. Severus riconobbe la pozione antidolorifica, e la bevve in un sorso. Il mal di testa svanì, e anche il dolore al collo. “Adesso devi riposarti. Fra qualche ora starai meglio, e ti racconteremo tutto”.
Senza dargli tempo di replicare, Madama Chips si allontanò, sparendo dalla sua vista. Rimasto solo, Severus non sapeva più cosa provare. Avrebbe dovuto essere sollevato per la buona notizia, ma non riusciva a non provare solo un grande senso di vuoto. Adesso ricordava tutto; e anche se si era perso quella che doveva essere stata una parte significativa della battaglia finale, doveva essere stata molto sanguinosa. Avevano vinto, sì, ma a che prezzo? I nomi che Madama Chips avevano pronunciato erano senza dubbio solo alcuni, e le vittime dovevano essere molte di più. E fra queste doveva esserci Potter. Sì, adesso ricordava tutto, e sapeva che per vincere, il ragazzo doveva morire. Era stato lui a spiegarglielo, quando gli aveva fatto avere i suoi ricordi. Potter doveva aver capito il messaggio. Questo era il modo in cui aveva protetto il figlio di Lily?
Severus sospirò di nuovo. Ci aveva provato. Quando aveva saputo la verità da Silente, aveva cercato un modo alternativo per poter sconfiggere il Signore Oscuro senza che il ragazzo dovesse sacrificarsi. Non lo aveva trovato. Tutto era così ingiusto, ma non c’erano state altre possibilità, e Potter doveva aver capito. Nonostante i pensieri torvi che gli agitavano la mente, la stanchezza fisica ebbe il sopravvento, e Severus scivolò nuovamente nel sonno.
Venne svegliato da rumori e voci. Aprì gli occhi lentamente, sentendosi decisamente meglio. Era giorno, e la luce del sole penetrava dalle grandi vetrate. Si guardò intorno, muovendo la testa con attenzione, memore della ferita al collo. Alcuni pazienti erano stati dimessi: c’era più spazio, e accanto a lui non c’era più il paravento. Tese l’orecchio per capire chi stava parlando. Una voce era chiaramente quella di Madama Chips. L’altra… L’altra era una voce che avrebbe riconosciuto anche fra mille. Si alzò a sedere sul letto, osservando la piccola stanza con la porta socchiusa, dall’interno della quale provenivano le voci. Una mano si appoggiò sulla porta, pronta a spalancarla: e dopo qualche attimo, ne uscì Potter. Severus sgranò gli occhi, cercando di capire se fosse sveglio o se stesse ancora sognando. No, era sveglio, e quel ragazzo era decisamente Harry. Potter non lo aveva ancora visto, in quanto si era subito voltato indietro per continuare a parlare con l’infermiera. Potter si voltò di nuovo, e riprese a camminare. Questo bastò a Severus per dissipare ogni dubbio residuo: a quanto sembrava, il Ragazzo Sopravvissuto aveva trovato il modo di sopravvivere di nuovo. Harry alzò lo sguardo, e lo vide: erano a pochi metri di distanza, e Potter cambiò direzione per avvicinarsi a lui, mentre sul suo volto si formava un largo, ma timido, sorriso. Severus non riuscì a trattenersi, mentre avvertiva il suo volto che assumeva la stessa identica espressione.
 
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