Le Fronde. Conclusione.
La Fronda dei Principi
Come detto, parlando della fronda parlamentare, alcuni principi si erano uniti ai frondisti della prima ora a partire dal gennaio del 1649, ma si tratta, al momento, di principi di secondo piano. Nei ranghi infatti non si contavano ancora Louis II di Borbone, detto il Grand Condé – ricordo che è stato “l’eroe” della causa reale durante la Fronda parlamentare – né Gaston d’Orléans (lo zio del re).
La Fronda dei Principi viene generalmente fatta incominciare il 18 gennaio 1650, quando Mazzarino fa arrestare il Condé, il principe di Conti e Longueville. Il motivo dell’arresto è da ricercare nel fatto che il cardinale non riesce più a “gestire” le pretese e l’autoritarismo del Condé, che è comunque cugino del re. Questo arresto provoca dei tumulti nelle province (Condé è popolare, perché è un comandante vittorioso). Il 13 dicembre 1650 le truppe reali vincono a Rethel, ma il 4 febbraio dell’anno successivo il Parlamento di Parigi reclama le dimissioni di Mazzarino e la liberazione dei principi.
La liberazione dei principi avviene il 13 febbraio, cosa che fa spegnere la Fronda dei Principi.
La Fronda dei Gentiluomini
Nel frattempo scoppia anche una nuova fronda, quella dei Gentiluomini, che si situa tra il 6 febbraio e il 25 marzo 1651. Si tratta di una fronda che si situa maggiormente sul lato politico: quattrocento nobili esigono a loro volta la liberazione dei principi e la convocazione degli Stati Generali. Quest’ultimi, convocati per l’ultima volta nel 1615, hanno un ruolo consultivo, ma possono trasformarsi in un contropotere di fronte alla monarchia.
La riunione degli Stati Generali del 1614-1615
Spinto quindi da queste duplici pressioni, Mazzarino si esilia in Germania il 13 febbraio, dopo aver liberato i principi prigionieri (quindi Condé, Conti e Longueville). I quattrocento nobili richiedono sempre gli Stati Generali. Il 25 marzo Condé e Gaston d’Orléans si recano all’assemblea di nobili. Il Parlamento di Parigi esige la dissoluzione di quest’assemblea. Al Parlamento delle pretese dei nobili interessava poco e si schiera quindi dalla parte del re.
I nobili, che vogliono evitare ulteriori tensioni armate, accettano, anche perché la mancanza d’appoggio da parte del Parlamento di Parigi non giova di certo alla loro causa. Volge quindi al termine la terza Fronda che ha però ottenuto da Anna d’Austria la promessa di una futura riunione degli Stati Generali.
In tutta questa confusione, il nostro Luigi XIV diventa maggiorenne il 7 settembre 1651. Egli non è legato alle promesse della reggenza. Quindi gli Stati Generali non vengono convocati.
La Fronda di Condé (o condéenne)
Scopia nell’ottobre del 1651. Condé e la sua famiglia macchinano ancora per riuscire a prendere una maggiore influenza a corte. Ci sono diverse operazioni militari tra i frondisti e le truppe reali comandate da Henri de la Tour d’Auvergne, visconte di Turenne (1611-1675).
Charles Le Brun, Henri de la Tour d'Auvergne, visconte di Turenne
Nel luglio del 1652 le cose sembrano precipitare. A Parigi, la figlia di Gastone d’Orléans, detta la Grande Mademoiselle (in poche parole la cugina di primo grado del re) salva Condé e gli apre le porte della capitale. La donna dà in seguito ordine di bombardare le truppe di Turenne con i cannoni della Bastiglia. Dopo due giorni di disordini, i principi governano a Parigi, ma, da quel che si intuisce dalle cronache dell’epoca in maniera disorganica, tanto che il 14 ottobre la città è di nuovo nelle mani delle truppe di Turenne.
Luigi XIV entra trionfalmente nella capitale il 21 ottobre.
Mazzarino ritorna in Francia il 3 febbraio 1653.
Il grande sconfitto, ovvero il Condé, andrà a prestare manforte al re di Spagna, che è in guerra con la Francia. Ma, come vi spiegherò nelle lezioni dedicate alle guerre di Luigi XIV, questo non sarà il suo ultimo voltafaccia.
Come credo si sia capito la Fronda non è un movimento politico come lo intendiamo noi e, senza considerare leggende nere o interpretazioni ardite di stampo liberale o comunista, si tratta di un esempio tipico del gioco politico del XVII secolo: una politica basata sulle relazioni affettive (ci fu chi partecipò per amicizia), sugli interessi, ma non su un’ideologia.
Questo può spiegare il suo fallimento, di fronte ad un fronte reale che non si dimostra particolarmente forte e compatto.