Il Calderone di Severus

Alaide - Carole natalizie, Tipologia: One Shot ( 500) - Genere: Introspettivo - Altro Genere: Nessuno - Avvertimenti: Nessuno - Epoca: Piu' di un'epoca - Pairing: Nessuno - Personaggi: Altro - Altri Personaggi: Nessuno

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view post Posted on 30/3/2017, 07:44
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Titolo: Carole natalizie
Autore/data: Alaide, 13/17 dicembre 2010
Beta-reader: /
Tipologia: One-shot (744 parole)
Rating: Per tutti
Genere: Introspettivo
Personaggi: Severus
Pairing: nessuno
Epoca: Più di un’epoca
Avvertimenti: nessuno
Riassunto: I ricordi di un Natale lontano, si riverberano nel Natale del 1981: un dono gettato da parte nel 1966, un dono ricevuto, una scelta ed il rimorso, nel Natale del 1981.
Nota: Storia scritta per l’ottavo turno del concorso “Lotta all’ultimo inchiostro” sul tema “Un regalo di Natale fatto o ricevuto da Severus”.
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

***
Carole natalizie



Da qualche parte dei bambini cantavano delle carole natalizie, mentre la neve cadeva lenta. Eppure a Severus quei canti non trasmettevano nessuno dei sentimenti che normalmente avrebbero dovuto comunicare.
Al contrario, gli sembravano, com’era sempre avvenuto, assolutamente stridenti.

Il bambino siede silenzioso nella classe, mentre la maestra spiega il regalo che avrebbero fatto per Natale, così i loro genitori sarebbero stati contenti dei loro amati figli.
Qualche sguardo, spietatamente incredulo, cade sul bambino.
Da una classe accanto si sente una canzone natalizia, ma al bambino non provoca alcun sentimento, mentre tenta di trovare qualcosa da scrivere nel biglietto che accompagnerà il regalo.
È certo che a suo padre non sarebbe piaciuto e di sicuro è quanto mai assurdo scrivere frasi come quelle che l’insegnante ha suggerito, colme di “vi voglio bene”.
Fesserie belle e buone.
E la canzone, dalla classe accanto, gli sembra assolutamente stridente.


Severus si riscosse dai ricordi.
A dire il vero non comprese nemmeno perché, tra tutti quelli, ben più dolorosi e colmi di rimorso, che gli investivano la mente, gliene fosse venuto in mente proprio uno così lontano e quasi obliato.

I bambini sciamano lentamente fuori dalla scuola, ognuno con il suo regalo di Natale in mano. L’insegnante li saluta, augurando a tutti di passare buone feste.
I bambini vanno verso le loro famiglie.
Tutti, tranne uno, che si avvia a piedi sotto la neve.
I fiocchi cadono sui capelli neri, sul pacchettino con relativo scarno biglietto, bagnandolo leggermente.
Ma non se ne preoccupa.
Forse non vuole nemmeno giungere rapidamente a casa e consegnare il regalo.
Ricorda che la maestra gli ha detto che avrebbe potuto scrivere qualcosa di meglio di “È Natale. Questo è per voi.” Ma che mai avrebbe potuto aggiungere? La verità che era sotto gli occhi di tutti?


Al di fuori nevicava lentamente, proprio come in quel ricordo lontano, ma in quel momento c’era silenzio, un silenzio di morte.

La casa è avvolta nel silenzio, quando il bambino finalmente arriva. Il regalo che tiene in mano è in parte rovinato dalla neve, che continua a cadere lenta, senza però riuscire a coprire il grigiume di Spinner’s End.
La porta si apre con un lieve cigolio e poco dopo il bambino è dentro. Nulla lascia pensare che sia Natale, anche se da qualche parte, nella casa vicina, forse, qualcuno intona una carola.
Ma di questo il bambino non si cura.
Suo padre è seduto al tavolo della cucina, un bicchiere per metà pieno davanti. Sua madre è lì vicino con la schiena curva ed il capo chino.
Il bambino non dice una parola.
Posa il regalo sul tavolo.
Tobias Piton lo osserva per un istante, lo prende in mano e lo poggia sgraziatamente sul mobile della cucina economica dietro di lui, facendolo cadere, per poi prendere in mano il bicchiere e vuotarlo in un sorso.
Il bambino tace.
Non si aspettava nulla di diverso. Anzi gli è andata bene. In fondo l’uomo che deve chiamare padre ha soltanto messo da una parte il regalo, ammesso che quel dono, impostogli dalla maestra, lo si possa veramente definire tale.


Il ricordo si sfaldò lentamente.
Severus si alzò in piedi. Credeva di aver compreso per quale motivo gli fosse sopravvenuto proprio quel ricordo e non gli altri. Era come se la sua mente avesse voluto rendere più definitiva la verità.
In quel ricordo Lily non era ancora entrata nella sua vita.
Lily non avrebbe festeggiato quel Natale del 1981.
Da qualche parte dei bambini ripresero ad intonare delle carole. Non ricordava quando, ma Severus aveva sentito dire che quei canti rappresentavano il perdono offerto dall’innocenza.
Una sciocchezza bella e buona.
Per lui, sicuramente, e per la sua anima straziata.
Quel giorno di Natale del 1966 Tobias Piton aveva gettato in un angolo il suo regalo.
Quel giorno di Natale del 1981 gli portava in dono il rimorso.
D’altronde era quello il regalo giusto per chi aveva compiuto le sue scelte.
Ed ora, a distanza di poco meno di due mesi dalla morte di Lily, non gli restava altro che il rimorso e la certezza che, in futuro, avrebbe fatto il suo dovere, proteggendo il figlio di Lily, così come aveva promesso a Silente.
Forse era quello il dono di quel Natale.
La scelta compiuta ed il rimorso per le azioni passate.
Un regalo che alcuni avrebbero definito stridente con quello che in genere si definiva come clima natalizio, così come lui riteneva stridenti quelle carole che continuavano a risuonare nell’aria.
 
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