Il Calderone di Severus

Alaide - Liquido rosso sangue, Tipologia: One Shot ( 500) - Genere: Introspettivo - Altro Genere: Nessuno - Avvertimenti: Nessuno - Epoca: HP 7^ anno - Pairing: Nessuno - Personaggi: Altro - Altri Personaggi: Nessuno

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view post Posted on 29/3/2017, 07:46
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Titolo: Liquido rosso sangue
Autore/data: Alaide - 30 novembre/1 dicembre 2010
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: Per tutti
Genere: Introspettivo
Personaggi: Severus
Pairing: nessuno
Epoca: HP 7° anno
Avvertimenti: nessuno
Parole: 649
Riassunto: il liquido rosso sangue continuava a rilucere nel calice sbeccato, così come il sangue avrebbe continuato ad impregnarli le mani, non importava quanta acqua sarebbe caduta sul mondo.
Nota: Storia scritta per il settimo turno del concorso “Lotta all’ultimo inchiostro” sul tema “Un calice di vino elfico”.

***

Liquido rosso sangue


Che mani sono queste qui? Ah! esse mi strappano gli occhi! Tutto l'oceano del grande Nettuno potrà lavar via, interamente, questo sangue dalla mia mano? No, piuttosto, questa mia mano tingerà d'incarnato i mari innumerevoli, facendo del verde un unico rosso!
(William Shakespeare, Macbeth, Atto II, Scena II)


Il calice sbeccato riluceva leggermente alla luce di una candela mezza consumata. La bottiglia impolverata era posata sullo stesso tavolo traballante su cui era stata posta una sua simile, poco più di un anno prima.
Al di fuori pioveva. Lentamente. Una goccia alla volta andava a posarsi su tutto quello che incontrava.
Il gocciolio dell’acqua fu accompagnato, per qualche breve istante, dal gocciolio del liquido rosso sangue, versato lentamente nel calice.
L’uomo fissò per diversi istanti gli occhi neri sul rosso intenso, cupo e torbido del vino elfico, un rosso che pareva essere un tutt’uno con il sangue che gli scorreva nelle vene.
Con il sangue che scorreva nelle vene di Silente, quel sangue che ora gli macchiava le mani.
In un moto istintivo le osservò.
Il vino riflesse il suo rosso sulle mani dell’uomo, quasi a voler mostrare in maniera evidente ciò che aveva fatto. Ed egli ebbe l’impressione che anche lavando quelle mani ogni ora, ogni minuto, ogni istante della giornata, mai sarebbero tornate pulite, perché erano completamente lorde.
Erano già lordate, ma, dopo quella notte sulla Torre di Astronomia, il lordume e la sporcizia, il sangue raggrumato si era fatto vivo, intenso ed eterno, proprio come il vino elfico sarebbe stato, finché il mondo avesse avuto vita, di quel rosso così cupo.
L’uomo distolse gli occhi dalle mani, senza che i pensieri abbandonassero il loro corso.
Quello che incontrò fu ancora il rosso del sangue, incastonato in quel calice di vetro sbeccato, che forse aveva visto tempi migliori.
Non distolse lo sguardo, ma rimase semplicemente ad osservare il liquido giocare con la luce della candela. Era come guardare in faccia le proprie colpe, e quelle che sarebbero venute nei mesi subito successivi, in cui avrebbe indegnamente ricoperto la carica di Preside di Hogwarts; ed egli non avrebbe di certo rifiutato di fissare il suo passato, il suo presente ed il suo futuro.
Prendendo una decisione improvvisa, afferrò il calice per il gambo, che appariva fin troppo fragile, e bevve un sorso del vino elfico.
Quel sapore che molti nel Mondo Magico apprezzavano, che alcuni trovavano, a seconda delle annate e della provenienza, fruttato o colmo di un sentore di sottobosco, gli parve aver lo stesso sapore del fiele.
Amaro come la colpa.
Ed il sangue che gli lordava le mani.
Lo inghiottì deciso, quasi che, con quel gesto volesse inghiottire e rendere ancora più palesi ed evidenti le sue colpe, perfino a se stesso che le conosceva alla perfezione.
Posò nuovamente il calice sul ripiano di legno e, nel far questo, la gamba più corta del tavolo traballante ondeggiò troppo, facendo cadere la bottiglia.
Il liquido si rovesciò abbondante sul pavimento della casa di Spinner’s End e bagnò le vesti nere del mago.
V’era qualcosa in quel vino elfico che pareva voler richiamare sempre il sangue versato.
Sulle mani, nella bocca, sulle vesti.
E forse non era un caso che proprio quel giorno, il giorno subito antecedente al suo ingresso ad Hogwarts come preside, si fosse ritrovato a sorseggiare quella bevanda, nello stesso luogo in cui l’aveva bevuta l’ultima volta, quando Narcissa e Bellatrix erano giunte al suo uscio.
Allora il vino elfico era stato testimone del Voto Infrangibile.
In quel momento era testimone delle colpe che laceravano il suo animo e di quella colpa che, più di tutte ,gravava sulle sue spalle.
V’era qualcosa di sconvolgente nel modo in cui tutto sembrava tornare su se stesso, tutto pareva collegarsi.
O forse non v’era nulla di strano e quella era l’essenza stessa della vita.
O, per lo meno, della sua.
Si alzò in piedi e si avvicinò alla finestra.
Fuori la pioggia, nella calura di fine agosto, continuava a scendere lenta, candida e trasparente.
Ma all’interno della casa, il liquido rosso sangue continuava a rilucere nel calice sbeccato, così come il sangue avrebbe continuato ad impregnarli le mani, non importava quanta acqua sarebbe caduta sul mondo.
 
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view post Posted on 30/9/2017, 18:06
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