| "Start a family" dei Texas è un’opera assolutamente godibile ed oserei aggiungere matura.
Propone un testo basato sulla scelta ossimorica tra due termini fondamentali: famiglia (intesa come volontà di costruzione) e guerra (vista, invece, come azione di distruzione). "Famiglia" e "guerra" possono essere ricondotti ai due concetti fondamentali di vita e morte, gli ossimori per antonomasia, per eccellenza.
Ci si trova, quindi, di fronte alla scelta tra due percorsi potenziali di esistenza profondamente differenti, opposti.
Potrebbe sembrare che tale scelta sia netta, definitiva, invece i due campi si intersecano, fino quasi ad intrecciarsi, perché come dice il testo della canzone ("began with good intentions. Now you don't know what you're fighting for") da una parte opera il mondo delle intenzioni, quello che si vorrebbe realizzare e dall'altro quello del reale, del concreto.
L'esistenza di ogni persona è soggetta al peso della precarietà di un futuro incerto e fluttua continuamente tra opposti che sembrano, ma solo all'apparenza, inconciliabili.
Il desiderio di lentezza, simboleggiato dal consiglio di stendersi e di rimanere a terra, vuole, forse, essere una spinta a riflettere senza l'ansia e l'impazienza di arrivare subito ad una comoda soluzione, evitando così la fretta di voler possedere subito tutte le risposte.
Le domande non devono essere considerate come un ostacolo da superare. Esse sono preziose, fungono da stimolo, fanno mettere in moto il pensiero, sono "euristiche".
La posizione orizzontale, distesa, è quella che si assume quando si vuole riflettere con calma, con tranquillità.
Può essere la dimensione del pensiero, del ri-cordo ("mettere dentro al cuore" ) e del pro-getto ("gettare in avanti", porre le basi per qualcosa di nuovo).
Quando si pensa, si ricorda e si progetta è essenziale fare silenzio. È il momento di lasciar parlare l'interiorità, i toni si fanno flebili e si comunica sottovoce.
La figura rappresentata da Alan può essere riconducibile alla coscienza che sussurra intensamente, ma anche all'inconscio che parla una lingua che spesso da vigili e da svegli gli uomini non comprendono.
Se si preferisce, può forse essere intesa persino come un principio metafisico: il fato, il destino che tutto sovrasta e regola.
I cani presenti nel video possono rimandare alla fedeltà ad un progetto, fedeltà nei confronti di ideali esistenziali.
Possono però essere anche interpretati come la rappresentazione della ricerca stessa e del cammino da intraprendere.
Non possono che essere due, a simboleggiare il gruppo, perché la vera ricerca viene fatta insieme, confrontandosi e sostenendosi a vicenda.
Ecco allora che anche l'outfit semplice della cantante o anche le piccole imperfezioni della sua pelle rappresentano la quotidianità, la "normalità", l'essere "in fieri" dell'esistenza, che non è perfetta, ma va comunque e nonostante tutto mostrata senza timore.
L'esistenza non può e non deve essere perfetta.
Il termine perfetto deriva dal latino, è il participio passato del verbo "perficere", che significa "compiere".
Ciò che è perfetto è finito, compiuto, concluso. Non vi sarebbe alcuna ricerca nella perfezione.
Il cammino della vita, invece, esprime cambiamento, mutamento.
Nel testo del brano si percepisce una tensione emotiva in grado di coinvolgere il pubblico ed il risultato non è per nulla banale.
Il tutto è accompagnato e supportato da una melodia orecchiabile, con un ritornello di semplice memorizzazione.
Parafrasando e modificando Proust si potrebbe quasi affermare che "Start a family" sia un tentativo di ricerca del tempo ritrovato o da ritrovare.
Se non erro, ciò che ha spinto Alan a partecipare alla realizzazione del video, interpretando con la sua meravigliosa voce anche una strofa del brano, è stata la richiesta della front girl del gruppo, alla quale il Nostro era legato da un rapporto di amicizia.
Questo è un meraviglioso esempio della proverbiale generosità di Alan: non lasciare inevasa nessuna richiesta di aiuto. Lui sapeva darsi e spendersi per il prossimo.
Credo che le sue scelte non fossero dettate tanto da esigenza di visibilità o di gloria personale.
Lui era un grande artista ed era capace di "utilizzare" se stesso per regalare una chance a chi pensava avesse talento ma non fosse supportato da adeguati mezzi, anche economici.
Lo ha fatto finché le forze glielo hanno permesso ed è sempre stato un preziosissimo punto di riferimento per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di frequentarlo.
Aveva inoltre un occhio di riguardo per i giovani artisti e per coloro che si sentivano “diversi", perché anche lui da giovane si era sentito alla stessa maniera, differente dagli altri ragazzi che non avevano perso il padre in tenera età.
La precoce morte del genitore aveva infatti lasciato sua madre vedova, con quattro figli piccoli da crescere.
Alan ha potuto proseguire la carriera scolastica grazie a borse di studio vinte con la propria bravura e con il proprio talento, un talento così grande da strabordare ovunque e così eccelso da non poter essere ignorato o soffocato.
Lui, che detestava così tanto dover parlare di sé, operazione che considerava terribilmente noiosa, era un uomo di cuore, di animo nobile e sincero. Ha sposato cause importantissime e ha messo tutto il suo impegno in progetti nei quali credeva e all’interno dei quali ha dedicato l'intera vita.
Ha sempre difeso con orgoglio e riconoscenza le proprie origini, era in tutto e per tutto un laburista, con una fisicità imponente ma aggraziata ed un portamento da nobile aristocratico.
Si considerava un femminista. Lo era davvero, nella misura in cui essere femminista significa avere un rispetto puro ed autentico per le donne, era un gentleman di nome e di fatto.
La sua vita e le sue scelte sono state una meravigliosa dimostrazione di coerenza verso se stesso, verso le proprie idee.
In lui non vi era distonia tra ciò che affermava a parole e quello che faceva, ciò che realizzava.
Era guidato da profonda onestà, rettitudine e limpidezza.
Le opere di Alan, come sanno bene i suoi ammiratori, non sono tutte facili da reperire, molte non sono nemmeno passate nelle sale cinematografiche in Italia. Alcuni progetti erano, sono rimasti e sono definiti "particolari" , di nicchia. Ma in fondo non poteva essere diversamente. Sì, perché il frutto del lavoro di Mr Rickman va cercato e ricercato, va desiderato e non può essere semplicemente dato, consegnato in modo passivo.
Richiede una fruizione attiva e consapevole.
Alan ha sempre avuto una profonda stima per il pubblico, che invitava implicitamente ad essere attivo, intelligente nel senso etimologico del termine.
È come se avesse sempre stimolato il pubblico ad essere e a divenire intelligente, (ad "intelligere": "leggere tra le righe") ad interrogarsi, a scoprire connessioni, a comprendere e a non stancarsi mai di farlo.
Ha insegnato a tutti che la bellezza, la professionalità, la magia, l'arte sono presenti ovunque vi sia una scintilla di rivelazione, anche dove sembra in apparenza regnare solo la banalità ordinaria.
Questa, sia per quanto riguarda Alan, che per il brano dei Texas, rimane comunque la mia personale opinione, soggettiva, parziale e dunque “lascia il tempo che trova”.
Sono quasi certa che se parlassi con Sharleen Spiteri mi direbbe che quello che ho ipotizzato per “Start a family" è molto lontano dal vero. Dichiarerebbe con candore che sono lontanissima persino da una parziale comprensione ed aggiungerebbe, sorridendo, che la verità è un'altra.
La verità più profonda su cosa significhi il testo ed il video la custodisce lei, nel segreto del suo cuore, condividendola per sempre con un'altra persona che in lei e nella sua arte ha creduto: Alan Rickman.
Ovviamente.
Edited by Xe83 - 30/4/2020, 22:34
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