Il Calderone di Severus

Primo Levi., Il poeta della resistenza.

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view post Posted on 18/12/2014, 21:15

Pozionista con esperienza

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Volevo dedicare una discussione a questo grande scrittore e poeta Torinese partigiano, chimico e poeta, autore di racconti, memorie, poesie e romanzi. Non so se sia il luogo giusto in cui postare la discussione; mi pare di si. Quindi procedo.

Ho letto tutte le opere di Primo levi, ma di certo quelle che mi sono rimaste più impresse sono state “Se questo è un un uomo” e “La tregua”. Di certo sono opere che fanno venire i brividi dato il doloroso tema che trattano. Non vanno lette con leggerezza e superficialità, ma con un minimo di consapevolezza e coscienza in onore degli ebrei uccisi in quei luoghi di morte che erano i campi di stermino, e che qualche pazzo si ostina ancora a dire che è tutta una bufala inventata.

“Se questo è un uomo” non è di facile lettura, anche perché gli argomenti che sono trattati coinvolgono molto la sensibilità del lettore. La vicenda si svolge verso la fine della seconda guerra mondiale, dalla deportazione ad Auschwitz nel 1944 e la liberazione da parte dei russi alcuni mesi dopo. Il romanzo presenta la descrizione di molti episodi e momenti drammatici della vita dell’autore nel Lager. La parte iniziale, il primo capitolo, è il racconto del viaggio in treno verso la Polonia. Da lì in poi tutto il romanzo è ambientato nel campo di lavoro di Auschwitz. I prigionieri lavorano nel campo, e stanno in baracche: l’autore racconta e descrive con molta attenzione e particolari i vari ambienti per dare una immagine della tragedia della vita nel campo. Mi ha colpito moltissimo la poesia che Levi riporta nel libro e che da il titolo al romanzo, che fa da prologo al libro. E' una poesia densa di accenti drammatici e che mi ha toccato profondamente; da essa non traspare alcuna forma d'odio, come del resto da tutto il libro, assai misurato nei toni, ma l'invito a non dimenticare ciò che è stato "Meditate che questo è stato", dice infatti Levi, e di far tesoro delle tristi esperienze; un invito quasi disperato.

“La tregua” narra invece del lungo viaggio affrontato da Levi dopo la liberazione da parte dei Russi. il protagonista passa per più o meno tempo in molti campi per italiani o ex-prigionieri. Per molti mesi è rimasto in campi sempre gestiti dai russi, con i quali aveva seri problemi di comunicazione e dall’apparente disorganizzazione più completa. Il romanzo è stato scritto per ricordare a tutti gli orrori della seconda guerra mondiale e anche quando la Germania nazista è stata sconfitta, per le popolazioni locali la miseria e la povertà è rimasta.

Io credo che non deve essere stato facile per Levi parlare di ciò che gli è accaduto, ma dobbiamo ringraziarlo per avercelo trasmesso. Certe cose non vanno dimenticate, ma ricordate, per evitare che si ripetano.
 
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