Il Calderone di Severus

Rileggiamo e commentiamo insieme HP 5, I brani relativi a Piton in italiano e inglese

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Minervina
view post Posted on 13/6/2015, 19:58




CITAZIONE
«Seduti» disse Piton con voce fredda, chiudendosi la porta alle spalle. Non ci fu bisogno di richiamare nessuno all'ordine: nel momento in cui la classe aveva sentito la porta chiudersi, ogni irrequietezza si era placata. La sola presenza di Piton bastava ad assicurare il silenzio in una classe.

Non posso che cominciare fermandomi qui e riallacciandomi allo spunto offerto da te, Chiara, e dalla discussione a cui fai riferimento, perché questo confronto fra le traduzioni dei termini riferiti a Severus è una cosa che sto osservando anch’io, con grande curiosità, procedendo gradualmente nella lettura dei libri in inglese.
È verissimo ciò che avete a suo tempo rilevato.
I softly e i cold, riferiti a Severus hanno delle sfumature, in lingua italiana, che l’inglese non contempla ed è vero anche, come diceva molto bene Federica (se non erro), che i nostri traduttori si sono orientati nella scelta degli aggettivi meno lusinghieri per il personaggio, forse proprio in linea con le dichiarazioni volutamente fuorvianti della Rowling, aggiungo io.
Severus doveva conservare, all’interno della Potter-visione, dei tratti specifici, neppure lontanamente affascinanti ma neanche del tutto neutrali: dovevano essere selezionati, in altre parole, degli aggettivi adatti a fare da coadiuvante dello sguardo carico di disprezzo di Harry e delle intenzioni (apparentemente) nient’affatto generose che l’autrice mostrava fino a quel momento nei suoi confronti.
Non dimentichiamo, poi, che le traduzioni arrivavano per gradi, man mano che i libri uscivano, e quindi i traduttori non potevano prevedere che la figura di Severus avrebbe compiuto una vera e propria capriola agli occhi i lettori, dimostrando di rappresentare infine l’esatto opposto di ciò che, fino a quel momento, era stato essenziale trasmettere.
Da quanto ho capito, perfino Rickman, che doveva interpretare il personaggio, ha avuto il beneficio di conoscere appena appena qualche indizio dalla Rowling sull’evoluzione di Severus… figuriamoci i traduttori.

CITAZIONE (chiara53 @ 3/3/2015, 16:07) 
Questo è quanto emerge dalle definizioni della voce avvalorate dal silenzio che Severus ottiene con la sua sola presenza.
E' un’entrata ad effetto indimenticabile, molto simile a quella del primo libro.

La sua è un’entrata in scena incisiva, indimenticabile, sì Chiara, come in tutti i libri, oserei dire, ma lo è ancor più nel suo territorio, a lezione di Pozioni, forse anche proprio per questa caratteristica particolare: Severus non ha bisogno di richiamare gli alunni. Come Minerva, li mette in riga con uno sguardo, ma a differenza di Minerva (almeno così fa sembrare) con quello sguardo non lascia loro alcun margine di dialogo o di confronto.
La mia impressione, come hai già sottolineato benissimo tu, Chiara, è stata sempre questa: una componente tra le più affascinanti della corazza che Severus indossa, è proprio nei modi carezzevoli con cui il professore usa la voce, quasi più spaventosi (per gli studenti) di una sonora lavata di capo o un tono troppo alto.
Sono poche le volte in cui perde il controllo o grida e, in genere, queste occasioni sono legate ad Harry o comunque a fatti che riguardano il Prescelto, ma questo è un discorso che va trattato a parte, perché il rapporto con Harry rappresenta un’anomalia ai fini della valutazione del Severus insegnante, anche se gran parte dei lettori lo capisce solo alla fine della storia. Quella tra Harry e Severus, difatti, non può essere considerata come una relazione allievo-docente, o meglio, lo è dal punto di vista pratico, ovvio, ma non dal punto di vista emotivo, per Severus in particolar modo.
Come le capacità professionali di un chirurgo che si trova suo figlio sotto i ferri possono risultare gravemente compromesse dai sentimenti, così anche Severus deve sforzarsi di compiere il suo mandato di professore (e anche molti altri compiti) con un ragazzo che ha un legame talmente intenso e doloroso con le proprie emozioni e con le proprie ferite, da fargli sembrare talvolta impossibile perfino guardarlo in faccia e dovrebbe essere chiaro a tutti (almeno al termine della storia) che, dal punto di vista umano, non potrebbe essere altrimenti. Harry è la prova vivente dei suoi rimorsi, degli errori, del senso di colpa e della vergogna che Severus si porterà dentro per la vita e questo, anche se il lettore comune, ripeto, ci arriva solo dopo il capitolo 33, va considerato fattore di decadenza, tra Severus ed Harry, di un mero rapporto insegnante-studente. Ma con ciò siamo già fuori tema.
Torno alla voce. La voce, che è uno strumento immensamente potente in Severus, una voce che racconta molto di lui.
Lo scudo che divide Severus dal mondo è allo stesso tempo presente e assente in quelle parole sussurrate, nel “dammi solo una scusa” sibilato a Sirius nella Stamberga e così in molte altre occasioni, che sono la prova tangibile di un lungo esercizio di controllo a cui l’Occlumanzia poi fornisce l’ultimo, preciso indizio al lettore.
Un controllo che indubbiamente gli riesce congeniale per carattere e che Severus deve aver raggiunto, nonostante il suo nucleo più profondo trabocchi di sentimento, anche per via dell’esigenza di mortificare del tutto gli impulsi nocivi della rabbia, dell’orgoglio e dell’ambizione sfrenati, che lo hanno trascinato in un baratro in cui lui stesso si è reso conto che non sarebbe mai e poi mai dovuto cadere.
Lo stesso discorso del “cuore sul bavero” ne è la prova: Severus non crede, ovviamente, a parer mio, nella necessità di annullare le emozioni, anche perché, se pensasse una cosa del genere, non sarebbe l’uomo che è e che dimostra di essere… altro che un qualsiasi seguace di Voldemort!
Ha ben compreso, però, con il tempo, che disciplinarle, queste emozioni, non è tanto una questione di forza, quanto di saggezza e prudenza, perché è solo così che può conservarle e preservarle, solo così può proteggere il suo nucleo più intimo, la sua promessa, il suo amore e Harry dalla minaccia di Voldemort e dalla minaccia di sé stesso, del suo passato e delle sofferenze che potrebbero intaccare la sua lucidità e il suo dovere.
Certo, alle volte lo perde comunque il controllo, perché è un essere umano e non una macchina, ma ormai è anche un uomo maturo.
A differenza di Sirius, per esempio, la cui focosa impulsività, lungi dal renderlo più empatico, in realtà gli impedisce di entrare in contatto profondo con i suoi sentimenti e con quelli altrui, in Severus, al contrario, il controllo apparentemente freddo e distante diventa una vera e propria esaltazione del suo cuore sul bavero, del suo sacrificio e dei suoi sentimenti, nonché del suo costante “accorgersi” degli altri, che salva o che non riesce a salvare ma che, comunque, lui non manca mai di considerare prioritari, anche quando gli basterebbe una ragione appena per consegnarli ai Dissennatori, o quando avrebbe corso il mortale rischio di farsi sospettare dai suoi “alleati” per aver inavvertitamente “sbagliato” mira, colpendo la mano di un Mangiamorte al posto della schiena di Lupin.

La voce e il controllo di Severus in aula con gli studenti, secondo me, fatte salve le ovvie inclinazioni caratteriali, sono anche un altro dei tristi e terribili sintomi dell’eredità di quel ragazzo maltrattato, emarginato e deriso da mezza scuola ai tempi in cui frequentava Hogwarts.
Severus non alzava mai la voce in generale, neppure contro i suoi aguzzini.
Se escludiamo il desiderio di capire quale mistero nascondesse Remus, Severus non ha neppure mai tentato (a quel che ne sappiamo) di punire a sua volta quei compagni irrispettosi. Si accompagnava ai Serpeverde e Lily gli rimproverava la frequentazione di Avery e Mulciber, ma non una volta Severus si è fatto spalleggiare da loro contro i Malandrini e questo lo sappiamo praticamente per certo perché nessuno degli amici di James ha mai accusato Severus di averlo fatto e nessuno di loro aveva motivo di tacere (per ragioni personali) come non aveva motivo la Rowling di risparmiarsi questa stoccata ai danni di Severus (per ragioni narrative).
Severus ha cercato di scoprire, a sue spese, il segreto di Remus, come dicevo, e non siamo neppure così sicuri che volesse far espellere per davvero James & Co., come sostiene Sirius: da cosa si deduce? A me pare sia solo Sirius a dirlo e Severus, quella notte nella Stamberga, nel terzo libro, avalla la teoria dell’odio imperituro tra ex-compagni di scuola solo perché, come sappiamo, sta celando il vero motivo per cui è lì, convinto com’è che Sirius sia il traditore dei Potter.
Insomma, Severus non alza mai la voce, simbolicamente e neppure materialmente parlando, non si vendica e non organizza spedizioni punitive di malvagi Serpeverde, neppure quando potrebbe farlo o quando dovrebbe averne “l’indole”, visto che poi diventerà un Mangiamorte. E no, non alza mai la voce neanche con gli alunni; forse perché fin da subito, complice la sua cattiva fama, il terrore degli studenti non aveva neppure bisogno di essere suscitato.
Severus era già più che tormentato da una brutta reputazione ed era uscito indenne da un terribile processo unicamente grazie all’apporto di Silente; un fatto, questo, che non può essere passato del tutto inosservato presso la comunità magica. Severus, non si presenta certo con una bella faccia “(ri)pulita”, come quella di un Lucius Malfoy, per esempio, quando il Preside di Hogwarts, per proteggerlo e per dargli una copertura plausibile con Voldemort, gli affida la cattedra di Pozioni (settembre 1980?): all’epoca, infatti, il neo-professore è poco più grande dei suoi allievi all’ultimo anno.
Questo ragazzo di ventun anni, appena diventato professore, è un ragazzo che, come se non bastasse, torna ad Hogwarts circondato da una fama poco lusinghiera e solo appena qualche anno dopo aver concluso il proprio ciclo di studi. Logica vuole che gran parte dei suoi allievi attuali (almeno i più grandi, stando alla matematica) siano entrati ad Hogwarts quando Severus era ancora studente, ed abbiano assistito personalmente alle umiliazioni che i Malandrini solevano infliggere a Severus anche dopo la rottura di quest’ultimo con Lily, come rivelano ad Harry gli stessi Remus e Sirius. I ragazzi più piccoli, invece, devono aver sentito comunque parlare di questi fatti, da fratelli o amici più grandi. Ora, vogliamo mettere che gran parte dell’antipatia e del disprezzo per l’insegnante siano stati provocati da queste voci, unite al ricordo diretto (degli studenti più grandi) che quel Severus Snape, professore di Pozioni, era proprio il ragazzo umiliato pubblicamente dal gruppetto di Grifondoro di cui faceva parte anche il rinomato James Potter, che è morto in gloria contro Voldemort e il cui figlio è nientemeno che il “Bambino Sopravvissuto”?
Insomma, l’ex-ragazzo “sfigato” e impopolare, è passato dall’altra parte della cattedra e ciò non credo abbia giovato all’amabilità di carattere di un Severus ben consapevole che quegli episodi spiacevoli della propria gioventù avrebbero potuto chiaramente minare la sua autorità.

CITAZIONE
«Prima di cominciare la lezione di oggi» disse Piton, raggiungendo la cattedra e facendo scorrere lo sguardo su tutti gli studenti, «ritengo opportuno ricordarvi che il prossimo giugno affronterete un esame importante, durante il quale dimostrerete quanto avete imparato sulla composizione e l'uso delle pozioni magiche. Per quanto alcuni alunni di questa classe siano senza dubbio deficienti, mi aspetto che strappiate un 'Accettabile' al vostro G.U.F.O., o incorrerete nel mio... disappunto».
Il suo sguardo questa volta indugiò su Neville, che deglutì.
«Dopo quest'anno, naturalmente, molti di voi smetteranno di studiare con me» continuò Piton. «Io ammetto solo i migliori nella mia classe di Pozioni per il M.A.G.O., il che significa che ad alcuni dovrò dire addio».
I suoi occhi si soffermarono su Harry e le sue labbra si arricciarono. Harry rispose allo sguardo torvo, provando un fiero piacere all'idea che dopo il quinto anno avrebbe potuto piantarla con Pozioni.
«Ma abbiamo un altro anno davanti prima di quel lieto congedo» continuò Piton piano, «così, che intendiate o no cercare di affrontare il M.A.G.O., consiglio a tutti voi di concentrare i vostri sforzi sul mantenimento dell'alta media che mi aspetto dai miei studenti.
Oggi prepareremo una pozione che viene richiesta spesso al G.U.F.O.: la Bevanda della Pace, una pozione che calma l'ansia e placa l'agitazione. Attenti: se esagerate con gli ingredienti infliggerete al bevitore un sonno pesante e qualche volta irreversibile, quindi dovete prestare molta attenzione». Alla sinistra di Harry, Hermione si mise un po' più diritta, ostentando la massima concentrazione. «Gli ingredienti e il metodo» disse Piton, agitando appena la bacchetta, «sono sulla lavagna» (e vi apparvero). «Troverete tutto quello che occorre» e agitò di nuovo la bacchetta, «nell'armadio» (la porta dell'armadio si spalancò). «Avete un'ora e mezza... cominciate».

Come notai già nel caso de La Pietra Filosofale, la prima lezione di Pozioni di Severus era stata omaggiata dall’autrice con un capitolo (più titolo) a parte, tutto dedicato al professore.
È una merce davvero rara quella dettagliata descrizione della lezione che ci viene fatta, a partire praticamente dall’appello degli alunni; ancor più rara, direi, se si pensa che, in quel capitolo specifico (a parte l’essenziale riferimento al bezoar) non accade niente di particolare ai fini della trama. Tutto ciò che ci viene descritto (in Potter-visione) riguarda il professore, i suoi gesti, le sue movenze, la sua interazione con gli allievi, il tono della sua voce, la passione con cui parla della sua materia, quando a Binns, Flitwick e McGonagall erano state appena dedicate poche righe. Sulla lezione di Severus, invece, sappiamo praticamente tutto; ogni movimento, ogni parola. Sappiamo, per esempio, che rimprovera Harry di non aver aiutato Neville, mentre più avanti nella storia, come scopriremo, capiterà l’esatto contrario: Severus rimprovererà Hermione per aver aiutato Neville, ed io ho una precisa convinzione in merito. Ma è un discorso che forse farò meglio altrove, perché qui si va fuori tema.
Tutto questo per dire che, fin dall’inizio, come anche qui nel quinto volume, sappiamo più delle lezioni di Severus che di qualsiasi altro professore e che esse ci forniscono più indizi (Potter-visione permettendo) di quanto possiamo aspettarci; ancora in questo libro, in effetti, nonostante l’intricato sviluppo della trama, la lezione di Pozioni di Severus ha l’indiscusso privilegio di essere messa in rilievo senza che accada niente di particolare.
Ma allora cos’è che interessa all’autrice?
Da queste lezioni apprendiamo moltissimo del carattere di Severus professore e anche di Severus in generale: sono le situazioni in cui, volente o nolente, deve essere più loquace, perché deve insegnare, le situazioni in cui agisce, reagisce e interviene, le situazioni in cui la sua passione viene fuori senza che vi sia un intollerabile dolore o una terribile tragedia a provocarne lo scoppio.
Solo quando parla della Magia, di pozioni, di calderoni o di Arti Oscure, Severus lascia trapelare le scintille di un trasporto che si sforza di trattenere, forse la sola cosa rimasta intatta e perfetta della sete di conoscenza che in gioventù lo aveva portato troppo oltre e inaspettatamente tradito. Lo si percepisce con chiarezza: la sua è la passione dello studioso puro, che può diventare furia trattenuta senza distinzioni, sia davanti al rischio mortale che le Arti Oscure implicano e da cui esorta i suoi allievi a guardarsi nei modi più astuti e mutevoli, sia, più semplicemente, di fronte all’errore di uno studente impacciato nel mescolare i preziosi ingredienti di una pozione.
Solo a sprazzi, a causa di Harry, come dicevo prima, emerge quello che ha dentro e solo nel chiuso dei suoi ricordi offerti al protagonista, che sarebbero rimasti altrimenti impenetrabili, lo vediamo arguire con Silente, lo vediamo soffrire, restare deluso, piangere, ribellarsi disperato e agire spesso, insomma, tirando fuori i sentimenti.
In Severus la passione è giocata sempre, di volta in volta, secondo etimologia: a metà tra la felicità e la disperazione, tra la bellezza e l’orrore e, ovviamente, sempre sotto stretto controllo.
Nello studio e nella pratica della Magia, soprattutto, che padroneggia fin nei suoi spazi più proibiti e sconosciuti (ma intuibili) per il lettore, Severus ha sentito fin nel profondo la pressione di queste forze opposte e ne ha sondato i recessi in un tempo in cui ha lasciato che la peggiore di queste energie, lo seducesse e lo corrompesse. Una passione che si è tradotta, nella sua vita, con il cuore sempre diviso tra il bavero e il bunker interiore.
In questo contrasto, quindi, da una parte tra il mago straordinario, lo studioso eccellente e talentuoso e, dall’altra, l’insegnante che spiega, assegna compiti e mette voti, sta proprio un’altra delle componenti più affascinanti di Severus, secondo me; la convivenza di questi aspetti che sembrano opporsi e che, invece, rappresentano l’uno per l’altro un reciproco completamento. L’insegnamento imposto come saggia contenzione, come il confine ragionevole e prudente alla furia cieca della passione senza limiti per una conoscenza inebriante e pericolosa come quella magica, che sappiamo bene dove lo ha condotto.
Ad ogni modo, comunque, austerità ed intransigenza a parte, come ho detto prima, Severus è un uomo appassionato del sapere magico. Magari perfino troppo, per gli standard dell’insegnamento scolastico e qui bisognerebbe passare alle “dolenti note” del rapporto controverso tra Severus e i suoi studenti, ma la sede forse non è molto adatta.

CITAZIONE
Proprio come Harry, Ron e Hermione avevano predetto, Piton non avrebbe potuto assegnare una pozione più complicata e insidiosa. Gli ingredienti dovevano essere aggiunti nel calderone nell'ordine e nella quantità esatti; l'intruglio doveva essere mescolato per un preciso numero di volte, prima in senso orario, poi antiorario; il calore della fiamma sul quale sobbolliva doveva essere abbassato esattamente al livello giusto per un determinato numero di minuti prima di aggiungere l'ingrediente finale. «Un lieve vapore d'argento dovrebbe ora sprigionarsi dalle vostre pozioni» annunciò Piton, a dieci minuti dalla fine. Harry, che sudava copiosamente, si guardò intorno disperato. Il suo calderone emanava un'abbondante quantità di fumo grigio scuro; quello di Ron sprizzava scintille verdi. Seamus attizzava in modo febbrile le fiamme alla base del suo con la punta della bacchetta, perché erano lì lì per spegnersi. La superficie della pozione di Hermione, tuttavia, era una nebbiolina fosforescente di vapore argenteo, e passando Piton la guardò senza fare commenti, il che voleva dire che non trovava nulla da criticare. Ma davanti al calderone di Harry si fermò, e lo scrutò con un orribile sorriso mellifluo.

C'è da notare che la difficilissima pozione assegnata, nonostante tutte le congetture sulla malvagità del professore che attraversano la testa di Harry, è stata scelta da Severus perché richiesta molto di frequente agli esami e dunque, ancora una volta, l’insegnante cattivo e senza alcuna vocazione per il suo lavoro, si comporta stranamente come un docente particolarmente coscienzioso.
E che dire del silenzio di Severus che passa accanto ad Hermione senza fare commenti? Un silenzio, da parte sua, è ciò che più si avvicina ad un complimento, e non tanto perché risparmia al soggetto le sue solite battute al vetriolo, quanto perché un bravo insegnante non passa sotto silenzio neppure il minimo errore. Il suo silenzio significa approvazione, significa: “hai eseguito tutto come dovevi. Non ho niente da aggiungere”. E anche se, dato il carattere, la lode gli appare un fronzolo inutile per i suoi standard educativi, il risultato non cambia.
È un bravo insegnante, sì, checché se ne dica.

CITAZIONE
«Dimmi un po', Potter» disse Piton dolcemente, «sai leggere?»
Draco Malfoy rise. «Sì» rispose Harry, le dita serrate attorno alla bacchetta.
«Leggimi la terza riga delle istruzioni, Potter».
Harry guardò la lavagna strizzando gli occhi; non era facile decifrare le istruzioni nella bruma di vapore multicolore che riempiva il sotterraneo. «'Aggiungere la pietra di luna in polvere, mescolare tre volte in senso antioriario, lasciar bollire per sette minuti, poi aggiungere due gocce di sciroppo di elleboro'».
Il suo cuore ebbe un tuffo. Non aveva aggiunto lo sciroppo di elleboro, ma era passato alla quarta riga delle istruzioni dopo aver lasciato bollire la sua pozione per sette minuti. «Hai fatto tutto quello che c'era scritto alla terza riga, Potter?»
«No» rispose Harry molto piano.
«Prego?»
«No» disse Harry più forte. «Ho dimenticato l'elleboro».
«Lo so, Potter, il che vuol dire che questa porcheria è del tutto inutile. Evanesco».
La pozione di Harry svanì; lui rimase come un idiota accanto al calderone vuoto.
«Quelli di voi che sono riusciti a leggere le istruzioni riempiano una fiaschetta con un campione della loro pozione, scrivano chiaramente sull'etichetta il loro nome e la portino alla mia scrivania per la verifica» disse Piton. «Compito: trenta centimetri di pergamena sulle proprietà della pietra di luna e i suoi usi nella preparazione di pozioni, da consegnare giovedì».
Mentre tutti attorno a lui riempivano le loro fiaschette, Harry ripose le sue cose, fremente. La sua pozione non era peggiore di quella di Ron, che al momento emanava un odoraccio di uova marce; né di quella di Neville, che aveva raggiunto la consistenza di cemento fresco e che Neville era intento a spalare dal calderone; eppure era lui, Harry, che avrebbe preso zero punti quel giorno.

Confesso di avere avuto sempre l’impressione che la Rowling delle interviste, quando parla sogghignando di quanto è divertente scrivere di quell’essere detestabile che è Severus, si riferisca spesso proprio a queste scenette e, forse, al brivido che le ha dato il divertente paradosso di impegnarsi a tratteggiare l’immagine di un’emerita carogna, al posto dell’uomo che lei sa bene celarsi dietro quella facciata. Io credo che l’autrice abbia provato un entusiasmo incredibile nel descrivere questi battibecchi di Severus con il protagonista, ben sapendo quanto in realtà fossero fatui e inconsistenti nella sostanza.
Lei conosceva l’animo di Severus, anche se ha finto con tutti, fino alla fine (e oltre), facendolo credere un uomo crudele e senza cuore, e nelle scene in cui il povero e maltrattato Harry catturava le simpatie del pubblico con le sue sofferenze adolescenziali di studente vessato dal cinico insegnante, la Rowling deve aver toccato l’apice della soddisfazione personale.
Niente da aggiungere, tranne che i metodi didattici di Severus sono sempre impeccabili.
Ad Harry, che ha dimenticato un ingrediente, non rivela subito di quale ingrediente si tratta; chiede invece al ragazzino di rileggere le istruzioni e lo mette da solo nelle condizioni di rendersi conto in che cosa ha sbagliato e perché. Ovviamente, la Potter-visione pone l’accento sull’ingiustizia che, secondo Harry, è stata riservata a lui solo, mentre gli altri hanno prodotto pozioni anche peggiori della sua: il problema è che, al posto di enumerarci i pessimi voti che il resto della classe sicuramente prenderà, o al posto di mostrarci un’occhiataccia rivolta ad un altro anonimo studente, che però non occorre conoscere per motivi di trama, la Rowling non resiste e deve raccontarci, guarda caso, di un Severus sempre intento a pizzicare Harry Potter. E un Harry sempre pronto a ricambiare il favore, ovviamente. No, non può farne a meno la Rowling, specialmente sapendo che razza di uomo è Severus e quanto vi sia di immensamente più bello, profondo e intenso, dentro di lui, al di là di quegli sguardi obliqui e di quelle parole melliflue.
Qui, come in molti altri casi che riguardano il rapporto di Severus con Silente e con Harry stesso, la “malafede” narrativa della Rowling, che tenta, divertendosi, di confonderci le idee e demolire il personaggio che sta esaltando, beh, secondo me si sente sghignazzare ad un chilometro di distanza.
 
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view post Posted on 22/6/2015, 12:15
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Severus come insegnate, nonostante i suoi modi poco carini con i grifondoro :P , mi piace molto. E da notare come in quasi tutti i libri si fa riferimento al fatto che la sua sola presenza fa stare gli studenti zitti in classe.
Se non sbaglio, in questo libro, si dice anche che il rospo rosa nota che il livello della classe è molto alto.
Mi piacerebbe sapere quanto ci sia di John Nettleship, ex insegnante della Rowling, in Severus...perchè avere un insegnate come Snape dev'essere..."particolare" :P

Concordo con te Minervina, ho sempre avuto la sensazione che la Rowling si divertisse un mondo a scrivere scene di questo tipo!
 
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view post Posted on 24/6/2015, 11:50
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CITAZIONE (Minervina @ 13/6/2015, 20:58) 
CITAZIONE
«Seduti» disse Piton con voce fredda, chiudendosi la porta alle spalle. Non ci fu bisogno di richiamare nessuno all'ordine: nel momento in cui la classe aveva sentito la porta chiudersi, ogni irrequietezza si era placata. La sola presenza di Piton bastava ad assicurare il silenzio in una classe.

Sto leggendo e risponderò al tuo stupendo intervento... abbi fede :) :wub:
 
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Minervina
view post Posted on 24/6/2015, 19:22




CITAZIONE (Nami @ 22/6/2015, 13:15) 
Severus come insegnate, nonostante i suoi modi poco carini con i grifondoro :P , mi piace molto. E da notare come in quasi tutti i libri si fa riferimento al fatto che la sua sola presenza fa stare gli studenti zitti in classe.
Se non sbaglio, in questo libro, si dice anche che il rospo rosa nota che il livello della classe è molto alto.
Mi piacerebbe sapere quanto ci sia di John Nettleship, ex insegnante della Rowling, in Severus...perchè avere un insegnate come Snape dev'essere..."particolare" :P

Concordo con te Minervina, ho sempre avuto la sensazione che la Rowling si divertisse un mondo a scrivere scene di questo tipo!

Eh sì, non ho mai potuto fare a meno di pensarlo anch'io che la Rowling si sia divertita notevolmente a scrivere queste scenette.

Su John Nettleship, invece, io credo che resteremmo delusi. Penso che il suo vecchio insegnante le sia servito soltanto per costruire l'involucro del Severus burbero e acido contro tutto il genere umano e dunque sarebbe complicato, se non proprio impossibile, trovare in lui quello che ci ha affascinato del Severus dei libri. Ovviamente intendo il vero Severus.
Ritengo molto probabile che Nettleship (pace all'anima sua!) sia stato un normalissimo, antipaticissimo, insegnante di chimica!

CITAZIONE (chiara53 @ 24/6/2015, 12:50) 
CITAZIONE (Minervina @ 13/6/2015, 20:58) 

Sto leggendo e risponderò al tuo stupendo intervento... abbi fede :) :wub:

Tranquilla Chiaretta, non ci corre dietro nessuno! :wub:
 
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view post Posted on 27/6/2015, 22:27
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Probabilmente hai ragione Minervina, però è una domanda (tra le 1000) che farei volentieri alla Row ^_^

Ah, vorrei aggiungere una cosa su Hermione...

CITAZIONE
E che dire del silenzio di Severus che passa accanto ad Hermione senza fare commenti? Un silenzio, da parte sua, è ciò che più si avvicina ad un complimento, e non tanto perché risparmia al soggetto le sue solite battute al vetriolo, quanto perché un bravo insegnante non passa sotto silenzio neppure il minimo errore. Il suo silenzio significa approvazione, significa: “hai eseguito tutto come dovevi. Non ho niente da aggiungere”. E anche se, dato il carattere, la lode gli appare un fronzolo inutile per i suoi standard educativi, il risultato non cambia.
È un bravo insegnante, sì, checché se ne dica.

In effetti, rispetto a Harry e Ron, Hermione viene trattata molto meglio da Severus.
E' vero che le dice che è un'insopportabile so-tutto-io, ma per me stima la sua intelligenza, anche se non tollera il suo sempre voler mettere in mostra le sue conoscenze, il suo sapere tutto...lui che è sempre stato riservato e schivo, credo provi una sorta di antipatia per i saputelli XD
Però riconosce che è una ragazza brillante, infatti parlando con Bellatrix e Narcissa nel sesto libro, dice che Harry è sempre riuscito a cavarsela grazie ad amici più brillanti di lui (e non penso si riferisse a Ron :P ).
Per me sarebbe stato entusiasta di averla a Serpeverde :rolleyes:
 
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Minervina
view post Posted on 1/7/2015, 19:12




CITAZIONE (Nami @ 27/6/2015, 23:27) 
Ah, vorrei aggiungere una cosa su Hermione...

CITAZIONE
E che dire del silenzio di Severus che passa accanto ad Hermione senza fare commenti? Un silenzio, da parte sua, è ciò che più si avvicina ad un complimento, e non tanto perché risparmia al soggetto le sue solite battute al vetriolo, quanto perché un bravo insegnante non passa sotto silenzio neppure il minimo errore. Il suo silenzio significa approvazione, significa: “hai eseguito tutto come dovevi. Non ho niente da aggiungere”. E anche se, dato il carattere, la lode gli appare un fronzolo inutile per i suoi standard educativi, il risultato non cambia.
È un bravo insegnante, sì, checché se ne dica.

In effetti, rispetto a Harry e Ron, Hermione viene trattata molto meglio da Severus.
E' vero che le dice che è un'insopportabile so-tutto-io, ma per me stima la sua intelligenza, anche se non tollera il suo sempre voler mettere in mostra le sue conoscenze, il suo sapere tutto...lui che è sempre stato riservato e schivo, credo provi una sorta di antipatia per i saputelli XD
Però riconosce che è una ragazza brillante, infatti parlando con Bellatrix e Narcissa nel sesto libro, dice che Harry è sempre riuscito a cavarsela grazie ad amici più brillanti di lui (e non penso si riferisse a Ron :P ).
Per me sarebbe stato entusiasta di averla a Serpeverde :rolleyes:

Io penso tu abbia ragione, Nami, riguardo all’opinione che ha Severus di Hermione.
Nonostante il presunto disdegno del professore per l’apparente saccenza della piccola “so-tutto”, Severus riconosce spesso il valore della sua studentessa, pur senza celebrarlo (come suo solito) e offrendole invece spesso un silenzio di incondizionata approvazione.
Apro qui una piccola parentesi.
Severus non può che giudicare indisponente Hermione basandosi solo sulla sua mano sempre alzata in aula, perché, secondo me, come accade per Sirius, Severus non conosce alcuni fatti che il lettore invece sa; il lettore, ad esempio, fin dall’episodio del Troll nei bagni delle ragazze nel primo volume, ha capito che Hermione non è un’antipatica “secchiona”, ma un’amica sincera, una ragazzina davvero appassionata dello studio, generosa con i compagni e rispettosa con gli insegnanti. Non è la classica “saputella” che (e qui sono d’accordo con te) Severus non ama particolarmente, dato il carattere austero e rigoroso che ha, e che bada sempre ai fatti crudi più che alle entusiastiche parole.
Tutto quello che conosce Severus, non dimentichiamolo, è invece per lo più sbilanciato: le sue relazioni con gli altri sono sempre state difficili intrecci di diffidenza e disprezzo, e anche da professore non si aspetta altro che questo dagli allievi, comportandosi, come fanno molti di noi e come lui stesso ha fatto in passato, diventando Mangiamorte, in modo tale da confermare negli altri la brutta opinione che lui stesso ha di sé e alimentandola più ancor di più con una maschera di scostante cinismo.
Ma Hermione lo stima, invece, al di là del caratteraccio, e lo rispetta molto, se noti bene, mostrandolo in diversi momenti della storia. La considerazione di una come Hermione, infatti, pur essendo rivolta di base a tutti i professori, non si consolida mai a caso: prendi l’esempio della Cooman, verso la quale la ragazza, pur senza mancarle di rispetto, non nutre alcuna stima sul piano professionale.
Fin dal primo volume, dunque, Hermione cerca davvero di imparare e si rapporta con i suoi insegnanti (tutti) in modo serio e corretto, partendo dal tributare loro gli stessi standard di comportamento senza distinzioni di simpatia o antipatia e mettendosi nella condizione di ascoltare, apprendere ed eseguire ciò che deve.
Nel caso di Severus, è lo stesso: Hermione cerca un rapporto allievo/insegnante costruttivo ed efficace, mentre lui, che non la conosce e che si tiene a scorbutica distanza dagli allievi, non può vedere altro, di lei, che l’apparente volontà di primeggiare sulla classe con la sua mano alzata. Lo stesso accade nell’episodio della Stamberga, nel terzo libro, quando Severus si metterà contro Sirius, convinto (erroneamente) che sia lui il traditore dei Potter e noi siamo indotti a giudicare male questo intervento a causa del fatto che il professore agisce, in quel caso come in altri, usando un intento falso (fa credere a tutti di volersi vendicare per le vessazioni subite in gioventù: motivazione futile) per mascherare l’intento vero (assicurare alla giustizia il traditore di Lily), ma lo fa, com’è ovvio, in base agli elementi che possiede e questi elementi sono spesso sbagliati o insufficienti per volontà dell’autrice stessa, che, per motivi di trama, tenta di metterne in cattiva luce anche i gesti che poi dovranno per forza di cose rivelarsi sani e nobili, perché lui è dalla parte giusta, quella di Harry e di Silente.
Ma torno al nostro discorso e alla stima di Hermione per Severus.
A partire da questo quinto libro, quando la ragazza viene a sapere che il professore fa parte dell’Ordine della Fenice, le cose si modificano in senso ancor più positivo.
Dal momento in cui Hermione ha la certezza che Severus fa parte dell’Ordine della Fenice voluto da Silente per combattere contro Voldemort, infatti, la sua posizione nei confronti del proprio insegnante di Pozioni si assesta definitivamente su un atteggiamento di fiducia. Una fiducia mediata sempre da quella che tutti ripongono in Silente, è vero, ma il suo fiuto sagace le suggerisce che quell’ottimo biglietto da visita (cioè l’appartenenza comprovata all’Ordine) non può essere falsificato facilmente, se mi passi questa metafora: se Severus ne fa parte, in altre parole, un motivo ben valido ci deve essere.
La veemenza con cui Hermione difende Severus a brutto muso anche davanti agli amici, inasprendo i toni, tradisce una convinzione molto più profonda, se vogliamo, rispetto ad una ottenuta presumibilmente solo di riflesso per essersi affidata come tutti al giudizio del Preside Silente, tanto più che sappiamo bene quanto Hermione è critica e capacissima di pensare da sé: avremo la riconferma più e più volte di questo fatto, anche, tanto per dire, con la sua secca e perfetta valutazione del criptico discorso d’apertura della Umbridge.

Tra quelli proposti in precedenza da Chiara, cito qui il brano che non avevo ancora commentato, proprio perché la questione della fiducia di Hermione in Severus andrebbe trattata a parte, tanto è significativa:

CITAZIONE
«È stato davvero ingiusto» disse Hermione per consolarlo; prese posto vicino a Harry e si servì di carne e purè. «La tua pozione non era nemmeno lontanamente orrida come quella di Goyle; quando l'ha versata, la fiaschetta è andata in frantumi e gli si è incendiato il vestito».
«Già» mormorò Harry, guardando minaccioso il piatto, «quando mai Piton è stato giusto con me?» Nessuno dei due rispose; tutti e tre sapevano che l'ostilità reciproca tra Piton e Harry era totale dal momento in cui Harry aveva messo piede a Hogwarts.
«Ero convinta che sarebbe andata un po' meglio quest'anno» disse Hermione in tono deluso. «Voglio dire... insomma...» Si guardò intorno, cauta; c'erano una mezza dozzina di posti vuoti da entrambi i lati e nessuno stava passando «...adesso che fa parte dell’Ordine».
«Il lupo perde il pelo...» disse Ron saggiamente. «Comunque, io ho sempre pensato che Silente fosse pazzo a fidarsi di Piton. Dove sono le prove che ha davvero smesso di lavorare per Voi-Sapete-Chi?»
«Io credo che Silente abbia un sacco di prove, anche se non le racconta a te, Ron» ribatté Hermione.

Nelle frasi che ho sottolineato in grassetto, c’è secondo me l’essenza di quello che la logica e razionale Hermione, tra gli scettici amici, continuerà sempre a ribadire con una certa, seppur prudente, sicurezza: Severus è dalla loro parte e delle prove fondate devono per forza esistere, anche se nessuno le conosce, o le conosce soltanto chi deve.
Si noti anche quel “disse Ron saggiamente” attribuito dall’autrice al proverbio citato dal ragazzo: “il lupo perde il pelo…”, come a dire al lettore che Ron ha ovviamente ragione su ciò che sta dicendo, che una persona che è in un certo modo non cambia mai; il problema è che questa persona non è ciò che sembra e lì ecco spuntare l’asso nella manica delle parole di Hermione.
Hermione, a differenza dei compagni Grifondoro e anche a differenza di quei Serpeverde che circuiscono il loro Capocasa per pura piaggeria, è l’unica studentessa che non adula Severus dentro l’aula, ma lo difende fuori, è l’unica che parla bene di lui dietro le sue spalle, instillando il tarlo del dubbio, se non nei personaggi, almeno nel lettore più accorto.
In Hermione, in altre parole, io vedo con chiarezza la Rowling delle interviste quando dice “tenete gli occhi aperti su di lui” o qualcosa del genere, e vedo la Rowling che ride e che mente sapendo di mentire per confondere le acque.
Nella giovane strega, infatti, a parer mio, c’è uno studiatissimo controcanto della Pottervisione, e dico “studiatissimo” perché si tratta di una voce che potremmo considerare, con le dovute cautele, di autorità pari a quella del protagonista, a livello di influenza sul lettore. È la voce di una coetanea e dell’amica più importante di Harry, insieme a Ron; per giunta bravissima, studiosa, brillante e intelligente, che non sbaglia quasi mai quando sostiene qualcosa. Ebbene, questa ragazzina si dichiara esplicitamente dalla parte di Severus e rimbecca i due terzi del magico Trio, facendo fare loro la figura degli scolaretti lamentosi contro il professore ingiusto e severo che dà troppi compiti e mette brutti voti. In altre parole, sembra dire Hermione, le “prove” che voi altri portate a carico del professore sono bazzecole: parlate di occhiatacce, di sarcasmo, di severità e antipatia? Ma Severus fa parte dell’Ordine della Fenice, partecipa alle riunioni e porta informazioni vitali e il brutto carattere è una sciocchezza trascurabile rispetto a questo elemento molto più consistente a favore della sua vera indole e del suo vero schieramento.
Si potrà obiettare che le strategie dei “piani alti” sono ignote a tutti e tre i ragazzi e anche al lettore, motivo per cui l’ignoranza di Hermione (il controcanto) potrebbe essere facilmente neutralizzata da quella di Harry (Pottervisione): entrambi, per dirla in altro modo, non possono avere cognizione precisa dei fatti che si stanno svolgendo e quindi la parola di diffidenza di uno (Harry) equilibra la parola di fiducia dell’altra (Hermione), senza far prevalere nessuno dei due piatti della bilancia in cui il lettore, a livello ipotetico, può provare a metterli per poter giudicare la situazione e farsi un’idea propria. Ma la posizione di Hermione, se non altro, secondo l’intento che io attribuisco alla Rowling, deve avere lo scopo di alimentare e tenere bella viva una fiammella di dubbio sull’effettiva validità e tenuta della Pottervisione.
Fintanto che il lettore intelligente continua a chiedersi perché Hermione persiste nel suo atteggiamento di fiducia e a punzecchiarsi con Ron ed Harry, che mantengono una ostinata brutta opinione del professore, si realizza appieno l’intento dell’autrice, che ha lasciato che tutti odiassero Severus, insieme ad Harry, ma che ha anche dato sempre a Severus quel che era di Severus, fornendo, nei limiti del possibile e per chi era disposto a coglierli, elementi in grado di svelare l’infondatezza del pregiudizio.

Edited by Minervina - 1/7/2015, 21:22
 
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view post Posted on 2/7/2015, 08:55
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CITAZIONE (Minervina @ 1/7/2015, 20:12) 
Tra quelli proposti in precedenza da Chiara, cito qui il brano che non avevo ancora commentato, proprio perché la questione della fiducia di Hermione in Severus andrebbe trattata a parte, tanto è significativa:

Ho letto tutto d'un fiato il tuo intervento, come sempre molto interessante e sempre del tutto condiviso.
In particolare, è interessante l'argomento che hai introdotto, di cui alla citazione, che davvero meriterebbe di essere meglio sviluppato anche nel suo concetto fondamentale di "controcanto" della Pottervisione, cosa che - sì, anche questa - ho sempre pensato.
Del resto, credo proprio che non ci sia alcuna discussione che relazioni i due personaggi e direi che è proprio l'ora di aprirla. Vuoi farlo tu, per favore?
 
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view post Posted on 2/7/2015, 14:05
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Minervina sono magnifici i tuoi post *inchino* (concordo ovviamente)
Ottima idea Ida, in HP si legge quasi tutto dal punto di vista del protagonista (pottervisione appunto), sarebbe interessante mettere a confronto anche le altre campane.
 
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view post Posted on 3/7/2015, 18:29




CITAZIONE (Ida59 @ 2/7/2015, 09:55) 
CITAZIONE (Minervina @ 1/7/2015, 20:12) 
Tra quelli proposti in precedenza da Chiara, cito qui il brano che non avevo ancora commentato, proprio perché la questione della fiducia di Hermione in Severus andrebbe trattata a parte, tanto è significativa:

Ho letto tutto d'un fiato il tuo intervento, come sempre molto interessante e sempre del tutto condiviso.
In particolare, è interessante l'argomento che hai introdotto, di cui alla citazione, che davvero meriterebbe di essere meglio sviluppato anche nel suo concetto fondamentale di "controcanto" della Pottervisione, cosa che - sì, anche questa - ho sempre pensato.
Del resto, credo proprio che non ci sia alcuna discussione che relazioni i due personaggi e direi che è proprio l'ora di aprirla. Vuoi farlo tu, per favore?

Grazie Ida: d'altra parte non avevo dubbi che fossimo d'accordo sull'argomento.
Se ritieni che possa essere interessante, apro volentieri la discussione inserendo il mio intervento qui come incipit. La sezione giusta in cui farlo è questa: Severus e i personaggi di HP, dico bene?

CITAZIONE (Nami @ 2/7/2015, 15:05) 
Minervina sono magnifici i tuoi post *inchino* (concordo ovviamente)
Ottima idea Ida, in HP si legge quasi tutto dal punto di vista del protagonista (pottervisione appunto), sarebbe interessante mettere a confronto anche le altre campane.

Sei molto carina Nami, ti ringrazio tanto.
Ora vado ad aprire la discussione nel posto giusto, così possiamo continuare a chiacchierare lì. ;)
 
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view post Posted on 3/7/2015, 21:45
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Sì, Nadia, è quella la sezione giusta. Prova a controllare, ma non mi pare proprio che ci sia una discussione già esistente cui attaccarsi.
In ogni caso, introducendo il controcanto alla pottervisione si trattedebbe comunque di un discorso diverso.
 
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view post Posted on 4/7/2015, 16:24
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CITAZIONE (Minervina @ 30/1/2015, 20:06) 
All’inizio del nuovo anno, non ritroviamo dunque Severus nell’ambiente neutrale della scuola, ma proprio ben collocato nello schieramento di Silente e con un ruolo di spicco, come confermano le parole di George. Una cosa notevole, direi: lo scorbutico professore, sgradito e sospettato, viene introdotto, in questo caso, direttamente nel covo dei “buoni”, come il personaggio di punta della riunione segretissima dell’Ordine che lotta contro Voldemort. Per chi non lo avesse capito…

Io avevo capito, io avevo capito tutto tuttissimo!!! :esulto:

CITAZIONE (Minervina @ 30/1/2015, 20:06) 
Harry, dal canto suo, si mostra stupito con gli amici nell’apprendere la notizia che l’insegnante di Pozioni si trova sotto il suo stesso tetto ed è buffo che il ragazzo non immagini neppure quanto si trovino per davvero sotto lo stesso tetto, ad un livello ben più profondo di quello si possa pensare. È significativo che la prima menzione di Severus venga sottolineata proprio così, attraverso l’incredulità di Harry e, poco più avanti, stemperata dall’ostilità e dalla confusione del colloquio che intavolano i ragazzi, utile a mischiare le carte della lealtà del mago che, in questo esordio di volume, l’autrice ha quasi imperdonabilmente messo dalla parte “giusta”.

Eh certo, l'autrice aveva detto troppo, quindi deve per forza fare retromarcia con la Pottervisione, vuoi mica che anche i lettori disattenti capiscano…

CITAZIONE (Minervina @ 30/1/2015, 20:06) 
Un lettore attento lo capisce con chiarezza già dal quarto libro che Severus sta facendo la spia esponendosi ad un gravissimo rischio, fin dalla scena del Marchio nel volume precedente, ma l’autorità della Potter-visione non può essere disconosciuta ed ecco qui le parole dei fratelli Weasley. La Rowling, attenta come sempre ai termini e alle descrizioni, non manca di ricondurre l’attenzione su Severus nel più becero dei modi: un secco “idiota”, per bocca di Fred, spalleggiato dal fratello Ron, ci restituisce subito alle antiche certezze sul personaggio e Ginny chiude il cerchio, limitandosi ad affidarsi all’autorità di Bill, che non sopporta nemmeno lui il professore.
[…]
Ti spiego: io noto che Harry, a parte la domanda iniziale, non dice nulla. La Potter-visione in questa fase, è affidata agli amici.

Vero, non ci avevo fatto caso. Qui Harry fa solo domande ma non esprime il suo pensiero. In compenso ci pensano abbondantemente gli altri a distruggere l'immagine di Severus e la Rowling ci va giù pesantuccia: usa un'intera orchestra invece del solo primo violino…
Però, è vero: è una modifica rispetto al solito.
E perché avrebbe modificato la procedura solita, secondo te? Per raggiungere quale diverso e recondito scopo? Rafforzare ancor di più la Pottervisione allargandone il raggio?

CITAZIONE (Minervina @ 30/1/2015, 20:06) 
Harry si limita ad ascoltare gli altri e, più avanti, a desiderare di saperne qualcosa di più. […]
A me, però, sembra quasi che in questo desiderio di sapere e in questo tacere ogni insulto nei confronti di Severus da parte del protagonista in prima persona, sia rimasto qualcosa di importante e di significativo dell’ultimo sguardo che Harry si è scambiato con Severus, alla fine del quarto libro; le domande e i dubbi, per esempio, sempre più assillanti e sono proposti in modo neutro, senza infierire da parte del ragazzo. Lo fanno solo i fratelli Weasley, al suo posto; lui no.
Non è un caso, io credo, che il volume precedente si chiuda con un Harry che si pone dei precisi interrogativi sul suo professore e che si riapra il sipario, nel quinto, con quella domanda sbalordita del protagonista, seguita poco dopo dalla successiva attestazione della volontà del ragazzo di sapere cosa faccia Severus per l’Ordine. Esattamente gli stessi contenuti, le stesse domande, la stessa incredulità. No, per me non è un caso; c’è come un rimando, un’assonanza piuttosto evidente tra i due momenti. A livello cronologico, tra l’altro, è passato anche poco tempo a dire il vero.
La diffidenza, certo, c’è sempre, e pure nessuna voglia di incrociare il professore fosse pure per caso, nei giorni successivi, quando i ragazzi lo sentono andare e venire furtivamente, in silenzio, come se fingesse di non esistere, conscio del disagio che causa la sua presenza, ma in Harry si fa anche strada una voglia di sapere che è più forte di ogni altra remora ed è, per di più, reiterata dalla sua autrice, in chiusura e in riapertura di due volumi centrali della saga per quel che riguarda la conoscenza del personaggio di Severus.

Prima di tutto un bel "povero amore mio" relativo alla frase in grassetto.
Ora passiamo ad Harry e al suo desiderio di sapere. Forse qui la Rowling sta suggerendo ai lettori di non fermarsi davanti alle apparenze quando si tratta di Piton? Cosa che tra l'altro ripete nelle interviste fin dall'uscita del primo libro…
Io c'ero, nel fandom, dopo l'uscita del 5° libro, ed erano davvero tanti i lettori che, invece, non si sono posti alcuna domanda e sono rimasti fermi sulle loro posizioni, continuando a considerare Piton "cattivo" solo perché trattava male Harry e a non credere, ostinatamente, che stesse dalla parte dei buoni…

CITAZIONE
Al centro del gruppo Harry vide la testa scura e unticcia e il naso prominente dell'insegnante di Hogwarts che meno amava, il professor Piton. Si sporse un po' di più. Voleva proprio sapere che cosa faceva Piton per l'Ordine della Fenice…

Be', di sicuro quello era il maggior interrogativo di tutti i lettori!!! E se qualcuno per caso non se lo era posto, la Rowling gli ha dato una spintarella. Ma, come dicevo sopra, non è che le risposte che i lettori si sono date siano poi state molto intelligenti…

CITAZIONE (Minervina @ 30/1/2015, 20:06) 
Che Severus sia l’insegnante meno amato di Harry è ormai come una certezza, un dato quasi scontato, un ritornello noto, eppure il protagonista è incerto e, più che incerto, curioso. Si sporge per sentire meglio, evita di parlare a vanvera e si pone in ascolto, cerca risposte, proprio come aveva fatto poco tempo prima, a fine anno scolastico. Si fa strada in Harry, come dicevo, quel dubbio che è rimasto insoluto alla fine del volume precedente. Dubbio supportato, non a caso, dall’unica voce davvero discordante, tra quelle dei coetanei: Hermione.
La ragazza, come continuerà a fare poi nel corso di tutto il romanzo, non smetterà mai di ricordare ai suoi compagni di scuola che Severus ora è dalla loro parte e che ci sarà pur sempre un motivo se Silente si fida di lui. E si consideri, come ben sappiamo, che Hermione, Potter-visione permettendo, è una voce molto autorevole e degna di stima nell’ottica del lettore comune e non è un caso che, fin da subito, intervenga con tono di rimprovero nei confronti degli amici in difesa di Severus. Del resto, Hermione è un personaggio chiave della storia, non solo per il ruolo di co-protagonista, ma anche perché è posta dall’autrice sul difficile crinale che sta tra la Potter-visione e l’oggettività, ed è per questo che, secondo me, il suo contributo su Severus diventa mille volte più prezioso di quanto appaia.

Vero, verissimo il discorso su Hermione come "controcanto" essenziale alla Pottervisione. Canto che, però, la Rowling stessa cerca poi ogni tanto di offuscare con l'epiteto "so-tutto-io" che può rendere il personaggio poco simpatico e, di conseguenza, non del tutto affidabile.

CITAZIONE (Minervina @ 30/1/2015, 20:06) 
CITAZIONE
Sentirono la porta d'ingresso aprirsi e richiudersi.
«Piton non cena mai qui» disse Ron a Harry, piano. «Grazie al cielo. Andiamo».

Qui, Ida e Chiara, inutile dire che io sono pienamente, assolutamente d’accordo con voi.
Si potrebbero scrivere interi racconti a tema missing moments, su queste due tragiche righe.
Da notare, inoltre, che l’originale inglese, in modo ancor più preciso, si riferisce a tutti i pasti in generale e non solo alla cena.
E certo non è difficile immaginare con che animo Severus arrivi e faccia rapporto in quella casa (che in più è la casa di Sirius), dove entra da alleato eppure anche da nemico, che vive le ore che passa lì come in un non-luogo, in un posto che non è mai davvero accogliente come lo è per gli altri, mai caldo e sicuro come lo è per chi è confortato dalla presenza degli amici, un posto di cui la sua sola presenza incupisce l’affiatato gruppo di persone che siede intorno allo stesso tavolo, una casa della quale Severus conosce solo gli angoli tetri e i silenzi ostili, ma non lo scoppio di una risata, i profumi della cucina di Molly, due chiacchiere innocue. Certo che farebbe fatica a partecipare, ed è certo anche che non vivrebbe niente con la leggerezza con cui, anche se temporaneamente, gli altri sarebbero forse in grado di distrarsi. Ma non c’è niente, nemmeno un’ora, o un minuto, che possa offrirgli un brandello di pace, che possa farlo respirare per un momento fuori dall’apnea in cui la sua esistenza si svolge; fra nemici che disprezza e amici che lo odiano.

Sniff sniff sniff… cos'altro posso aggiungere alle evidenziature se non "povero adorato amore mio" e che di fic su quei dolorosi missing moment in effetti ne sono state scritte?

CITAZIONE (Minervina @ 30/1/2015, 20:06) 
In queste righe, la solitudine dell’anima trova eco nella solitudine di luoghi; luoghi di transito, dove non ci si ferma mai né col corpo, né col cuore. La metafora più azzeccata di un uomo che, in effetti, non ha una casa affettiva, tranne che ad Hogwarts, almeno prima della morte di Silente. Che vive la sua isolata non-appartenenza nel silenzio che si spegne fuori dall’uscio di un quartier generale dove gli alleati non si fidano di lui e non vedono l’ora che vada via; che prosegue nel buio atroce di un luogo imprecisato (forse Casa Riddle?) in cui incontra Voldemort e i Mangiamorte; che finisce nell’oscurità desolante di Spinner’s End.
La casa, quel luogo magico, reso ancor più magico da chi lo abita e lo rende amorevole, Severus non la conosce.
È vero, forse Molly, unica fra tutti, deve averlo talvolta pregato di restare, con cortesia, ma con la speranza di sentirlo declinare, perché la sua presenza, in fin dei conti, è una presenza estranea alla “famiglia” e a quell’insieme armonioso di persone che non si ritroverebbe insieme con la stessa allegria e spensieratezza avendo lui come commensale.
Lui che non conoscono davvero; lui che è capitato lì fra loro e lavora con loro senza essere con loro, come un intruso impacciato e distante fra cose che invece si somigliano; lui, con il quale si fa fatica a parlare; lui, che mette soggezione con la sua austerità e terrore per le ombre che gravitano sul suo passato. Lui, che sembra non c’entri niente, che non abbia niente in comune con il loro amore, solo perché la fiamma che gli brucia dentro è così nascosta che la sua luce e il suo calore non riescono, né vogliono, mai venire in superficie, rischiando di restare agghiacciate da quel gelido vento di disprezzo che lui, per primo, soffia senza pietà su sé stesso.
Ecco, questo è ciò che ferisce di più: Severus ha la sensibilità giusta per farlo, per rifiutare l’invito. Fa male immaginare il suo rifiuto garbato, il suo sguardo scintillante di fierezza e di dolore che, come quando dice “lo sono”, si rende pronto anche a questa prova, a sopportare la pena umiliante della sfiducia di coloro che sta proteggendo. La sua capacità di compiere tutto quello che un normale essere umano esiterebbe a compiere, brilla di silenziosa abnegazione: andare da Voldemort quando sa che deve è come lasciare i suoi alleati quando sa che non non è più gradito, per esempio. Più che con Voldemort e i suoi interrogatori o le sue torture, probabilmente Severus sente il peso di questi momenti lacerargli l’animo con maggior crudeltà e rammentargli senza tregua l’incessante solitudine di una vita che non ha mai trovato il suo “luogo” e che forse, paradossalmente, il materno sguardo incerto di Molly scatena in tutta la sua devastante potenza. E chissà se Molly, come Silente, avrà mai notato quello scintillìo… o avrà mai guardato per un attimo, dalla finestra, quella figura solitaria attraversare la strada ed avviarsi cauta lungo il marciapiede opposto, cercando il momento giusto per smaterializzarsi lontano da sguardi indiscreti. Nessuno a guardarlo andar via, nessuno ad alzare una mano in segno di saluto, nessuno a chiedersi che ne sarà di lui, come quella volta in infermeria.
Chissà se, almeno Molly, anche una volta soltanto, avrà provato a chiedersi perché Silente si fidasse così tanto di quell’uomo così enigmatico e solo, con quello sguardo strano e immenso negli occhi.

Posso dirlo? A parte il fatto che è una bellissima dichiarazione d'amore nei confronti del personaggio, e che non ha senso evidenziare qualcosa, perché TUTTO è splendido, ecco, è quasi come leggere una fiction, ha lo stesso apporto di intensità emotiva e di coinvolgimento che potrebbe avere la descrizione di questo missing moment in una fic, anzi, ti assicuro che ha una forza di impatto anche più elevata di tante storie che ho letto. Perché sono parole davvero sentite, dentro nell'anima e nel cuore; sono parole sofferte, come se fosse Severus stesso a pensarle, cose se qualcuno gliele strappasse dal cuore, lui così silenzioso e solitario, lui così chiuso e schivo. Lui che quella sofferenza da te così vividamente descritta la vive davvero…
Bravissima, Nadia, brava.

CITAZIONE (Minervina @ 30/1/2015, 20:06) 
Che razza di valore offensivo avranno mai quelle sciocche allusioni alle pulizie casalinghe che Sirius lamenta con Harry di doversi sorbire da Severus, come se fosse un ragazzino di quindici anni lui stesso, infastidito, come il figlioccio, da un’estate passata chiuso in casa e lontano dalle “grandi imprese”? Cosa sono quelle parole di blanda provocazione, per bocca di Severus, se paragonate alla sostanza? E la sostanza è che non c’è mai un insulto per Sirius, mai una mancanza di rispetto, nonostante tutto. Quasi un tentativo di dialogo, invece, freddo e urticante, certo, ma anche intriso di vita, di una sottile ansia di sfida, del barlume di un Severus inedito, un Severus che “osa” scherzare, che osa indossare un’altra maschera, solo per un istante, un Severus che sperimenta una vitalità inconsueta, stuzzicando senza cattiveria il suo ex-compagno di scuola che, per quanto responsabile di tante cose, Severus non considera mai colpevole tanto quanto sé stesso. Severus lo sa: è Sirius che non lo capisce, che non capirà mai quanto poco, per davvero, Severus lo accusi di stare con le mani in mano e quanto valore invece, proprio il ragazzo che lui e James prendevano tanto in giro, sia pronto, nonostante tutte le sofferenze patite, a riconoscergli per il bene di Harry e della causa per cui combattono.
Ma questo mai nessuno potrà saperlo, nessuno potrà mai udire le parole non dette dietro quei dispetti sciocchi, mai con nessuno Severus potrà condividere alcuna complicità; non è accaduto a quindici anni e non accadrà mai più. Men che meno con persone che non possono capire chi lui sia e che, tutto sommato, non vogliono sforzarsi di farlo. Perché dovrebbero, in fondo?
Eppure sono i suoi alleati, sulla carta. Sono i suoi alleati e non possono comprendere, vengono allontanati perfino deliberatamente dalla comprensione; nessuno deve sapere, Silente. “Vuoi la mia parola, Severus, che non rivelerò mai la parte migliore di te?” Proprio questo, sì. E quanto immenso dolore, quanta feroce sofferenza e sacrificio sono racchiusi nel supplizio di questa atroce richiesta a cui Severus, come con la sua promessa, non viene meno per tutta la vita? Quante lacrime mai versate scorrono nel pensiero di aver deciso di credere nell’amore e nell’aver deciso di amare fino alla fine, senza permettersi di riceverne mai?
Ecco allora quel pungolo così ingenuo, perfino tenero oserei dire, gettato lì quasi a smuovere di nuovo e sempre le antiche ostilità perché l’ostilità è il solo rapporto umano che Severus può permettersi di vivere con chi lo circonda, l’unico strumento, sebbene improprio, che possa rompere, come per incanto, quel clima di sospettosa, se non disgustata, indifferenza che lo avvolge e che, altrimenti, provocherebbe solo un imbarazzato silenzio.

Nulla da aggiungere, anche in questo caso, solo il desiderio di rileggere parole che esprimono i miei pensieri ed il mio amore per il personaggio. Parole che mi commuovono tanto le sento profondamente mie.
E per quando riguarda le "parole non dette"… non so se ridere o piangere, ma di certo mi hanno scosso nel profondo e mi hanno dato i brividi. Perché quello è proprio il titolo dell'unico lungo brano che io abbia mai scritto su Severus e Sirius… (capitolo 13 di "Luci e ombre del cristallo") che termina così:
CITAZIONE
Piton abbassò lentamente il capo, come in segno di resa, e sospirò:
- Mi dispiace, è stata solo colpa mia.
Black non disse nulla, ma, lentamente e penosamente, gli girò le spalle e se ne andò.
La bacchetta di Piton era ancora a terra, inutile e terribile strumento di morte.
Avrei preferito che tu mi ammazzassi, Black.
Solo poche parole non dette.

 
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view post Posted on 6/7/2015, 19:15




CITAZIONE (Ida59 @ 3/7/2015, 22:45) 
Sì, Nadia, è quella la sezione giusta. Prova a controllare, ma non mi pare proprio che ci sia una discussione già esistente cui attaccarsi.
In ogni caso, introducendo il controcanto alla pottervisione si trattedebbe comunque di un discorso diverso.

Ho appena controllato e non ci sono discussioni su Severus ed Hermione, quindi appena riesco a concentrarmi e a farmi venire in mente un buon titolo e un altrettanto buon sottotitolo, la apro.

CITAZIONE (Ida59 @ 4/7/2015, 17:24) 

(...)
Nulla da aggiungere, anche in questo caso, solo il desiderio di rileggere parole che esprimono i miei pensieri ed il mio amore per il personaggio. Parole che mi commuovono tanto le sento profondamente mie.
E per quando riguarda le "parole non dette"… non so se ridere o piangere, ma di certo mi hanno scosso nel profondo e mi hanno dato i brividi. Perché quello è proprio il titolo dell'unico lungo brano che io abbia mai scritto su Severus e Sirius… (capitolo 13 di "Luci e ombre del cristallo") che termina così:
CITAZIONE
Piton abbassò lentamente il capo, come in segno di resa, e sospirò:
- Mi dispiace, è stata solo colpa mia.
Black non disse nulla, ma, lentamente e penosamente, gli girò le spalle e se ne andò.
La bacchetta di Piton era ancora a terra, inutile e terribile strumento di morte.
Avrei preferito che tu mi ammazzassi, Black.
Solo poche parole non dette.


Ho letto tutta la tua risposta e sono felice di aver trasmesso anche a te le stesse emozioni che ho provato io nello scrivere e nel "raccontarmi" quelle scene.
Ho citato un piccolo brano del tuo post solo per comodità, in attesa di rispondere meglio a tutto, comprese le domande, ma volevo dirti almeno un grazie per ciò che mi hai detto, Ida, e per aver compreso quanto le mie fossero "parole davvero sentite, dentro nell'anima e nel cuore; sono parole sofferte, come se fosse Severus stesso a pensarle, cose se qualcuno gliele strappasse dal cuore, lui così silenzioso e solitario, lui così chiuso e schivo".
Credo di non avere niente da aggiungere, stavolta per davvero.
È un periodo un po' convulso, ma proverò a rispondere al resto con più calma, appena possibile.
 
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Minervina
view post Posted on 12/7/2015, 19:28




CITAZIONE (Ida59 @ 4/7/2015, 17:24) 

CITAZIONE (Minervina @ 30/1/2015, 20:06) 
Un lettore attento lo capisce con chiarezza già dal quarto libro che Severus sta facendo la spia esponendosi ad un gravissimo rischio, fin dalla scena del Marchio nel volume precedente, ma l’autorità della Potter-visione non può essere disconosciuta ed ecco qui le parole dei fratelli Weasley. La Rowling, attenta come sempre ai termini e alle descrizioni, non manca di ricondurre l’attenzione su Severus nel più becero dei modi: un secco “idiota”, per bocca di Fred, spalleggiato dal fratello Ron, ci restituisce subito alle antiche certezze sul personaggio e Ginny chiude il cerchio, limitandosi ad affidarsi all’autorità di Bill, che non sopporta nemmeno lui il professore.
[…]
Ti spiego: io noto che Harry, a parte la domanda iniziale, non dice nulla. La Potter-visione in questa fase, è affidata agli amici.

Vero, non ci avevo fatto caso. Qui Harry fa solo domande ma non esprime il suo pensiero. In compenso ci pensano abbondantemente gli altri a distruggere l'immagine di Severus e la Rowling ci va giù pesantuccia: usa un'intera orchestra invece del solo primo violino…
Però, è vero: è una modifica rispetto al solito.
E perché avrebbe modificato la procedura solita, secondo te? Per raggiungere quale diverso e recondito scopo? Rafforzare ancor di più la Pottervisione allargandone il raggio?

Dunque, no, io non penso che affidando a tutto il resto dell’orchestra (tranne Harry) gli incarichi denigratori, la Rowling abbia voluto rafforzare la Potter-visione e quindi l’antipatia del lettore per Severus, perché è già noto al pubblico, fin dall’esordio, che tutti gli studenti (e non solo) non lo sopportano, e questa ennesima apertura inclemente nei confronti del professore può sembrare a prima vista più che consueta e non generare alcun sospetto.
Il vero fulcro in cui consiste la modifica della procedura, secondo me, non è il solito parlar male del gruppo, benché l’autrice lo abbia incentivato, ma lo strano silenzio di Harry, unito alla sua voglia di sapere priva di sarcasmo, che si sviluppa già a partire dal banchetto finale del libro precedente, come avevo notato nella discussione apposita. Questa è la vera anomalia, secondo me.
In altre parole, io credo che la questione chiave sia non tanto l’aumento esponenziale delle voci “contro”, che stavolta parlano tutte insieme e sostituiscono in qualche modo quella mancante del protagonista, ma il tacere della voce principale, l’unica che avrebbe la motivazione più forte nel lamentarsi dell’uomo che lo tratta con (presunto) esclusivo disprezzo e ostilità da più di quattro anni rispetto al resto della classe e questo, sì, dovrebbe destare l’attenzione.
Io credo che la scrittrice inauguri con il quinto volume un “nuovo corso” nei confronti di Severus, forse un po’ breve e bizzarro (ma poi neppure tanto, considerando la storia a posteriori), eppure un vero e proprio nuovo corso già annunciato, come dicevo, a partire dalla fine del quarto libro. Il cambiamento è sottile, quasi impalpabile, certo, e forse colpisce solo la percezione di chi era concentrato, come me, in modo particolare su Severus e teneva d’occhio le mosse del narratore nella sua direzione, nel bene o nel male. Del resto la Potter-visione non poteva essere tradita né messa in discussione dall’autrice, che l’ha voluta apposta, eppure… eppure, l’atteggiamento nei confronti di Severus di qualcuno dei suoi personaggi si trasforma molto; e non stiamo parlando di personaggi qualsiasi, ma nello specifico di Hermione e di Harry, come notavo sia in questi ultimi post sia in quello più vecchio, che hai citato adesso tu, Ida.
Alla fine de Il Calice di Fuoco, avevamo visto Harry interrogarsi per la prima volta su Severus durante il banchetto e io avevo detto, se non erro, che questa è forse la prima delle uniche due volte (l’altra sarà in punto di morte) in cui il ragazzo guarda a lungo il suo professore e lo fa con occhi privi di disprezzo, forse con l’effettiva intenzione di decodificare un uomo misterioso per davvero, al di là delle scaramucce scolastiche, un uomo che si rende conto di non conoscere e anche se ancora non sa quanto di più profondo e di più grande ci sia in questa fugace intuizione, il ragazzo si abbandona comunque ad una riflessione e si apre a delle domande che (forse) mai avrebbe pensato di potersi porre sull’insegnante che ha collocato sopra l’ultimo gradino della sua personale classifica di gradimento.

Come dicevo, dunque, non è tanto la voce del gruppo quanto il silenzio di Harry a dover colpire il lettore in questo frangente, secondo me, e non allo scopo di rafforzare la Potter-visione, bensì, proprio mentre la posizione di Severus è troppo forte, in senso positivo, per essere messa in dubbio (è uno che sta a contatto stretto con Voldemort ma porta informazioni di vitale importanza e partecipa alla riunione con L’Ordine della Fenice al completo nel luogo segreto in cui si nasconde: qualcosa vorrà pur dire), quello di mettere in luce un evidente cliché, in special modo lasciando a Ginny quella significativa chiusura, che la ragazzina affida addirittura alle parole di un assente, cioè il fratello Bill.
Un bravo lettore, qui capisce che quella del “professore antipatico”, pur avendo le sue buone basi, è anche diventata un po’ una vecchia filastrocca che si ripete senza variazioni da generazioni di studenti e che la frase di Ginny: “neanche a Bill (o chicchessia) piace”, ne è il ritornello. Non che non ci sia del vero, ripeto, ed è certo che Severus, come insegnante, non si adopera affatto per farsi amare, ma il lettore è comunque invitato a ripensare bene alla filastrocca che la Rowling ripropone, come tutti siamo invitati a ripensare agli stereotipi, alle etichette e alle “voci di popolo” e a considerare altri elementi spesso più importanti e più sostanziosi, pro o contro qualcuno, a prescindere dall’acidità di carattere.
Tutta la saga, in un certo senso, è costruita in modo tale da richiedere un profondo impegno critico ed è percorsa (tra gli altri) dai concetti fondamentali secondo cui “noi siamo le nostre scelte” e “non tutto è come sembra”: Severus ne è l’esempio supremo.
Severus non piace a nessuno, lo abbiamo capito da tempo, e lui stesso non cerca di essere simpatico, ma va riconosciuto che contro di lui gioca molto anche una rodata consuetudine, l’abitudine del “non piace a nessuno da sempre, quindi non c’è altro da dire”. 

Hermione, invece, sfugge a questo sistema e Harry, che è già parecchio infuriato con gli amici per le mancate lettere dell’estate e spaventato dopo l’incontro col Dissennatore avvenuto in compagnia del cugino Dudley, ora vive una condizione di particolare maturazione, è più disposto a porsi delle domande e a guardare le cose sotto un profilo più obiettivo, perché si è reso conto che la posta in gioco si sta alzando. In seguito lo dimostrerà insegnando in segreto, durante l’anno scolastico, le tecniche di Difesa contro le Arti Oscure all’Esercito di Silente, con parole che Hermione stessa, guardacaso, paragona a quelle di Severus. Se vogliamo, poi, il giovane mago ha visto già compiersi un gran bel balzo, in termini di innalzamento della posta in gioco, alla fine del libro precedente, quando ha assistito alla rinascita di Voldemort e quando ha saputo che Malocchio era in realtà un Mangiamorte sotto effetto della Polisucco: un gran bel colpo, direi.
Non tutto è come sembra.
Non dimentichiamo, inoltre, che questo silenzio di Harry, in apertura, silenzio intriso di dubbio e di riflessione, introduce il lettore ad un libro chiave, nel corso del quale accadranno molti fatti importanti per quel che concerne la figura di Severus, fatti che metteranno da una parte il ragazzo nella condizione di entrare in inaspettata empatia con l’insegnante (come accadrà con la scena del “peggior ricordo”) e dall’altra il lettore (quello ben sintonizzato) nella posizione di conoscere ed elaborare eventualmente in modo corretto degli elementi a dir poco fondamentali per definire la personalità, il vissuto e la vera lealtà del professore.
Tre sono, in particolare, gli elementi offerti dalla Rowling, tre tasselli enormi sulla strada della comprensione e dell’individuazione del personaggio: l’Occlumanzia, la scena del “peggior ricordo” e l’essenziale apporto di Severus (come spiegherà Silente) al salvataggio dei ragazzi al Ministero.
Ma magari su questi punti tornerò più avanti, quando i brani proposti da Chiara toccheranno gli argomenti specifici.

Lo scopo recondito di questa manovra, per chiudere, potrebbe essere proprio quello che l’autrice ha spiattellato più volte nelle interviste, restando spesso inascoltata (stando alla gran quantità di persone che hanno veramente provato antipatia per Severus), cioè invitare il lettore a tenere gli occhi aperti sul professore al di là della sua sgradevolezza, che è poi un concetto legato in modo strettissimo ai dubbi, alle domande e al desiderio di Harry di sapere. Il silenzio del ragazzo in quella scena di Grimmauld Place, ne è la prova: chi meglio di Harry stesso può mettere simbolicamente "a tacere" la Potter-visione per qualche tempo, per indurre il lettore a prendere con più cautela la voce narrante senza per questo snaturarla o privarla di autorità?

CITAZIONE (Ida59 @ 4/7/2015, 17:24) 

(…)
Io c'ero, nel fandom, dopo l'uscita del 5° libro, ed erano davvero tanti i lettori che, invece, non si sono posti alcuna domanda e sono rimasti fermi sulle loro posizioni, continuando a considerare Piton "cattivo" solo perché trattava male Harry e a non credere, ostinatamente, che stesse dalla parte dei buoni…

CITAZIONE
Al centro del gruppo Harry vide la testa scura e unticcia e il naso prominente dell'insegnante di Hogwarts che meno amava, il professor Piton. Si sporse un po' di più. Voleva proprio sapere che cosa faceva Piton per l'Ordine della Fenice…

Be', di sicuro quello era il maggior interrogativo di tutti i lettori!!! E se qualcuno per caso non se lo era posto, la Rowling gli ha dato una spintarella. Ma, come dicevo sopra, non è che le risposte che i lettori si sono date siano poi state molto intelligenti…

Senza dubbio le risposte dei lettori possono essere state varie e discutibili, in relazione a Severus, anche perché è il personaggio stesso, all’interno della storia, che lo richiede, ma va anche detto, ad onor del vero, che non tutti avevano un marcato interesse per il professore; non tale comunque da spingere a ragionarci sopra e ad approfondire così tanto su di lui. Molti devono aver scelto di guardare le cose secondo prospettive (e personaggi) diversi, oppure, ancora più semplicemente, hanno preferito farsi raccontare la storia dall’autrice così come lei l’ha pensata, senza anticiparla o svelarla, e lasciandola libera di tessere tutte le sue trame, tranelli compresi. Legittimo anche questo.
Ma per rispondere alla tua domanda:

CITAZIONE (Ida59 @ 4/7/2015, 17:24) 

Ora passiamo ad Harry e al suo desiderio di sapere. Forse qui la Rowling sta suggerendo ai lettori di non fermarsi davanti alle apparenze quando si tratta di Piton? Cosa che tra l'altro ripete nelle interviste fin dall'uscita del primo libro…

Io direi proprio di sì, anche perché, come hai già detto tu, la Rowling lo ribadisce in tutte le salse e di questo le va dato atto.
Il desiderio di sapere di Harry, del resto, come dicevo prima, è da mettere direttamente in relazione con l’esortazione (al lettore) di tenere gli occhi aperti su Severus, con il “controcanto” della Potter-visione e col bisogno di riflessione che da tempo si sta imponendo nel ragazzo, anche nella forma del suo inconsueto silenzio, che segue all’aver appreso della presenza di Severus, lì a Grimmauld Place: quel silenzio, infatti, è ciò che più si avvicina al rispetto e ad un non so che di prudenza, nel giudicare, che il ragazzino non ha quasi mai mostrato nei confronti del professore, limitandosi spesso a ridurre il suo rapporto con lui ad una fastidiosa incombenza e sfogandosi con gli amici delle ingiustizie subite, condannandolo in maniera netta e senza appello.
Ma adesso le cose sono cambiate, come dicevo prima, e anche Harry è cresciuto; così tanto che la sua lenta maturazione personale (anche se la strada è ancora lunga), raggiungerà in questo libro un bel traguardo con il riconoscimento che suo padre James non era proprio lo stinco di santo che credeva e con l’ammissione, davanti a Sirius e Remus, di essersi sentito dispiaciuto per Severus, in occasione della scena del “peggior ricordo”. Ed è tutto dire.

CITAZIONE (Ida59 @ 4/7/2015, 17:24) 

CITAZIONE (Minervina @ 30/1/2015, 20:06) 
Che Severus sia l’insegnante meno amato di Harry è ormai come una certezza, un dato quasi scontato, un ritornello noto, eppure il protagonista è incerto e, più che incerto, curioso. Si sporge per sentire meglio, evita di parlare a vanvera e si pone in ascolto, cerca risposte, proprio come aveva fatto poco tempo prima, a fine anno scolastico. Si fa strada in Harry, come dicevo, quel dubbio che è rimasto insoluto alla fine del volume precedente. Dubbio supportato, non a caso, dall’unica voce davvero discordante, tra quelle dei coetanei: Hermione.
La ragazza, come continuerà a fare poi nel corso di tutto il romanzo, non smetterà mai di ricordare ai suoi compagni di scuola che Severus ora è dalla loro parte e che ci sarà pur sempre un motivo se Silente si fida di lui. E si consideri, come ben sappiamo, che Hermione, Potter-visione permettendo, è una voce molto autorevole e degna di stima nell’ottica del lettore comune e non è un caso che, fin da subito, intervenga con tono di rimprovero nei confronti degli amici in difesa di Severus. Del resto, Hermione è un personaggio chiave della storia, non solo per il ruolo di co-protagonista, ma anche perché è posta dall’autrice sul difficile crinale che sta tra la Potter-visione e l’oggettività, ed è per questo che, secondo me, il suo contributo su Severus diventa mille volte più prezioso di quanto appaia.

Vero, verissimo il discorso su Hermione come "controcanto" essenziale alla Pottervisione. Canto che, però, la Rowling stessa cerca poi ogni tanto di offuscare con l'epiteto "so-tutto-io" che può rendere il personaggio poco simpatico e, di conseguenza, non del tutto affidabile.

Piccola parentesi: non ricordo bene se l’epiteto di “so-tutto” è stato effettivamente scritto dalla Rowling o se si è trattato di un’invenzione dei film. Lo dico perché io ricordo con chiarezza Severus rivolgersi così a Hermione in uno dei film (non rammento quale), ma controllando velocemente sui libri, perché purtroppo ora non ho molto tempo per farlo, a me pare che questa locuzione non ci sia. Voi che mi dite?
Il concetto comunque non cambia, è naturale, perché, che questo soprannome sia stato coniato tale e quale dall’autrice stessa oppure no, Severus lascia intendere di pensare questo di Hermione. Le cose assumerebbero tuttavia una sfumatura un pochino diversa, perché se il nomignolo fosse davvero uscito proprio dalla bocca di Severus, il lettore avrebbe un motivo in più per prenderlo con le pinze (nelle intenzioni dell'autrice), vista la cattiva fama del professore e la sua abitudine a trattare con cinismo gli studenti.
Ad ogni modo, sì, concordo nel dire che l’epiteto in questione non è di certo lusinghiero per il personaggio di Hermione, ma riguardo al fatto che questa spiacevole ”etichetta” comprometterebbe, per ipotesi, la credibilità della ragazza agli occhi del lettore, va fatta un’osservazione.
Il lettore, conoscendo Hermione molto meglio di quanto la conosca Severus (anche per un fatto di trama e di diverso atteggiamento della Potter-visione nei suoi confronti), ed avendo visto la ragazza in azione senza maschere (a differenza di Severus) con insegnanti e amici, può benissimo giudicare quell’epiteto (sempre che la Rowling l’abbia usato) di scarsa rilevanza e conferirgli molto meno peso di quanto ne possieda invece per Severus stesso, perché lui ha della studentessa una visione molto più limitata e avara.
In altre parole, con Hermione, il lettore capisce che la presunta piccola “secchiona” antipatica, in realtà non merita quella nomea e non per chissà quale intuizione infondata, ma per semplice deduzione pratica, sulla base dei fatti della storia, che mostrano come Hermione sia in verità una bella persona, capace per davvero nello studio, per niente gelosa della sua preparazione, in grado di condividere con gli altri quello che sa e sempre leale con le persone che ama. Una storia, ovviamente, narrata in Potter-visione.
Con Hermione la Potter-visione, a differenza di quanto capita con Severus, si trasforma in positivo seguendo la metamorfosi del diretto interessato (Harry) il quale modifica e migliora il suo giudizio sulla compagna di scuola (dopo la cattiva impressione iniziale). Ciò accade in special modo con l’episodio del Troll nei bagni, avvenuto durante il primo anno, quando la “fastidiosa” bimbetta che pare abbia sempre da insegnare a tutti, conquista invece i suoi migliori amici con un generoso gesto di sacrificio. Da lì in poi, la Potter-visione assume di lei una versione più corretta e onesta, cosa che non avverrà con Severus.
Harry vorrà molto bene ad Hermione, come a Ron, e nonostante le intransigenze dell’amica, così ligia e puntigliosa, proverà sempre rispetto e ammirazione per le sue qualità.
Per Severus, invece, il rispetto e l’ammirazione vengono solo quando si presenterà sotto le mentite spoglie del Principe Mezzosangue, l’unico a cui la Potter-visione concede un’autentica stima. Una Potter-visione che, agendo in tal modo, assicura al contempo una legittimità ad Hermione, rendendo di gran lunga superabile lo sciocco epiteto affibbiatole, mentre resterà (quasi) sempre un’invalicabile muraglia di pregiudizio per Severus e distruggerà la stima del Principe dopo i fatti della Torre di Astronomia.
Detto questo, Hermione, secondo me, nonostante tutto, viene sempre a trovarsi, agli occhi del lettore, in una posizione molto più stabile, più sicura e a suo modo più autorevole di quanto possa sembrare.
 
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view post Posted on 12/7/2015, 20:34
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Harry, che è già parecchio infuriato con gli amici per le mancate lettere dell’estate e spaventato dopo l’incontro col Dissennatore avvenuto in compagnia del cugino Dudley, ora vive una condizione di particolare maturazione, è più disposto a porsi delle domande e a guardare le cose sotto un profilo più obiettivo, perché si è reso conto che la posta in gioco si sta alzando.

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Ma adesso le cose sono cambiate, come dicevo prima, e anche Harry è cresciuto; così tanto che la sua lenta maturazione personale (anche se la strada è ancora lunga), raggiungerà in questo libro un bel traguardo con il riconoscimento che suo padre James non era proprio lo stinco di santo che credeva e con l’ammissione, davanti a Sirius e Remus, di essersi sentito dispiaciuto per Severus, in occasione della scena del “peggior ricordo”. Ed è tutto dire.

Quanto mi trovo d'accordo con queste parole!
Harry ha avuto, nel caso del "peggior ricordo", la lucidità e l'obiettività per capire quanto sia stato spregevole e odioso James in quel momento.
Una reazione più umana e normale sarebbe stata di felicità nel vedere il padre farla pagare all'odioso professore che lo tormenta da 4 anni senza nessun motivo apparente. Se poi aggiungiamo l'adorazione che Harry ha sempre avuto per i suoi...
Invece dimostra di essere maturo e obiettivo, di vedere la realtà per quella che è, biasimando il padre per il suo comportamento, dispiacendosi pure per Severus.

CITAZIONE
Detto questo, Hermione, secondo me, nonostante tutto, viene sempre a trovarsi, agli occhi del lettore, in una posizione molto più stabile, più sicura e a suo modo più autorevole di quanto possa sembrare.

Hermione secondo me è la Rowling all'interno del romanzo, l'ho sempre pensata così ^_^
 
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view post Posted on 18/7/2015, 16:23
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