Il Calderone di Severus

Rileggiamo e commentiamo insieme HP 5, I brani relativi a Piton in italiano e inglese

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view post Posted on 2/4/2018, 16:19
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I ♥ Severus


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Ho cercato, e trovato, il brano della mia fic di cui dicevo sopra, ma considerato che comprende anche il pezzo qui sotto, primo lo commento e poi inserirò il brano con l'Ida-visione alternativa .

CITAZIONE (chiara53 @ 11/3/2018, 19:19) 
«Giusto, Potter. E per quanto tu possa essere tardo...» Harry tornò a guardare Piton con odio, «pensavo che dopo oltre due mesi di lezioni saresti riuscito a fare qualche progresso. Quanti altri sogni hai fatto sull'Oscuro Signore?»
«Solo quello» mentì Harry.
«Forse» mormorò Piton socchiudendo gli occhi neri e freddi, «forse a te in realtà piace fare questi sogni e avere queste visioni, Potter. Forse ti fanno sentire speciale... importante?»
«No» rispose Harry serrando le mascelle, e stringendo più forte la bacchetta.
«Tanto meglio, Potter» disse Piton gelido, «perché tu non sei né speciale né importante, e non sta a te scoprire che cosa l'Oscuro Signore dice ai suoi Mangiamorte».
«No... quello è compito suo, non è vero?» sbottò Harry. Non intendeva dirlo; si era solo abbandonato alla collera. Per un lungo momento rimasero a fissarsi, e Harry fu sicuro di essersi spinto troppo in là. Ma quando Piton rispose, sul suo volto c'era un'espressione curiosa, quasi soddisfatta.
«Sì, Potter» sibilò, con un luccichio negli occhi. «È compito mio. Ora, se sei pronto, ricominciamo».

Allora, qui non è questione di essere offensivi con Harry ma di essere oggettivi.
Ti dicono che Voldemort potrebbe/sta cercando di penetrarti nella mente per cercare di controllare la tua volontà, tu continui a fare stranissimi sogni... e, niente, ti va bene così, sei contento e, anzi, cerchi di mentire per non farti scoprire.
Ecco, tardo è quasi un complimento, considerato che sono passati 2 mesi!!! :angry:

A discolpa di Harry, devo dire che non credo affatto che sia felice di fare quei sogni perchè lo fanno sentire importante. Su questo credo che Piton si sbagli a causa del comportamento arrogante di James che suo figlio, però, non replica. Ad ogni modo, è altrettanto vero che Harry vuole farli eccome quei sogni: ha la mania Grifondoro di salvare il mondo dimostrando tutto il suo (muscoloso) coraggio privo di qualsiasi intelligenza (perchè il cervello resta di esclusiva pertinenza di Hermione). Inoltre, è evidente che al ragazzo piaccia la reazione adrenalinica al pericolo... perchè non ci vuole molto a capire che quei sogni sono strani, molto strani, e che sicuramente hanno a che fare con Voldemort. Ma, niente, l'eroe non riesce a resistere all'attrattiva del pericolo (infatti quel coglione di Sirius si fa ammazzare, per lo stesso motivo, e anche ridendo, il cretino!) e ci si deve buttare a pesce... sperando che Hermione (o PIton) siano vigili nelle vicinanze per levarlo dai guai (che si è cercato lui, altro che sono i guai a rincorrelo!). :angry:

Poi... ecco, c'è quello scambio di battuta stupende, meravigliose, sublimi che si concludono con il mio meraviglioso amore che, con tutto il suo orgoglioso e intelligente coraggio, afferma che, sì, è compito suo scoprire i piani dell'Oscuro Signore. Perchè solo lui, Severus Piton :lovelove: , è in grado di farlo. Perchè solo lui, Severus Piton :lovelove: , è in grado di mentire al Signore Oscuro senza essere scoperto. Proprio grazie all'Occlumanzia, arte difficile e potente che da due mesi sta cercando di ficcare in quella testaccia dura di Harry.






Edited by Ida59 - 29/6/2018, 22:33
 
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view post Posted on 3/4/2018, 01:02
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Dopo il sesto memo che mi appiccico in giro fra camera e post it del pc, riesco ad abbozzare il commento a questo capitolo.
Essendo ancora più contorto del solito, in alcune parti ci si capirà meno del solito, verosimilmente, oltre che lungo in maniera assurda.
Capitolo che per me è difficile, onestamente, essendo divisa in due parti.
Da una parte capisco lo snervamento di Severus e come sia tragica la situazione, dall’altra capisco Harry.
Aiut-
Inizio non ufficialmente con un gigantesco Shame On Me:
CITAZIONE
La settimana non migliorò. Harry prese due 'D' in Pozioni; era ancora
sulle spine all'idea che Hagrid potesse essere licenziato; e non poteva fare a meno di ripensare al sogno in cui lui era stato Voldemort, anche se non ne parlò più con i suoi amici: non voleva un'altra sgridata da Hermione.
Avrebbe tanto desiderato poterne parlare con Sirius, ma era fuori discussione, perciò cercò di respingere il pensiero in fondo alla mente.
Purtroppo quello non era più il posto sicuro di una volta.”

In questo pezzo mi ci rispecchio molto, purtroppo.
Capisco cosa possa provare, avere mille pensieri in testa, essere preoccupati e non poterne parlare con nessuno, non avere nessuno con cui parlare di ciò che si sente, sapere che in cambio della confessione si avrà solo una ramanzina – anche se meritata – e non anche supporto o conforto, non potersi sentire “a casa” nel posto che dovrebbe esserlo.
Sentirsi soli a combattere qualcosa più grande di te.
Ed Harry è pur sempre un ragazzo, cresciuto solo, senza affetto vero e si sente “sballottato” ovunque e da chiunque.
Silente, che fin da subito l’ha preso sotto la sua ala, ora lo respinge e nemmeno lo guarda in faccia; lo lascia solo in ogni situazione senza nemmeno un cenno – come all’udienza, quando in gioco c’era “solo” qualcosa di “piccolo” come l’espulsione. Arthur Weasley viene aggredito e ad Harry non viene fornita nessuna spiegazione, dopo aver avuto le informazioni volute Silente lo ignora di nuovo - immagino quanto possa essere destabilizzante ciò per Harry.
Malgrado la paura cocente che ha di essere posseduto ancora, di star diventando come Voldemort, non viene informato di nulla, è all’oscuro di tutto e può solo ipotizzare e congetturare, creando mille scenari diversi e tentando di raggruppare indizi come può – si, anche tramite quei sogni.
Qui si rafforza la mia teoria che Silente sia solo un abilissimo burattinaio che fa leva sui punti deboli delle persone per portarle dalla sua parte, facendole agire per i suoi scopi, e muovendole ad uso e consumo.
Fine Shame on Me.

Si inizia col botto, Hermione che fa ciò che noi tutte vorremmo fare: rampognare Harry perché è uno zuccone egotista che non si impegna per infantilismo.
Harry vorrebbe parlare di ciò che prova ma non lo fa perché sa che verrebbe sgridato per le sue mancanze e allora tace.
Così facendo però, non condividendo, peggiora solo le cose.
Tuttavia il comportamento di Harry lo trovo comprensibile, ma non giustificabile.
Aldilà delle preoccupazioni e del senso di solitudine e abbandono, è solo l’odio verso Piton a minare il suo impegno in qualcosa che, su stessa ammissione del Professore, è in grado di fare.

°§°§°§°§°§°§



CITAZIONE
Gli occhi scuri di Piton perforarono quelli di Harry. Ricordando che Piton aveva detto che il contatto visivo era essenziale per la Legilimanzia, Harry sbatté le palpebre e distolse lo sguardo. «Come mai quell'uomo e quella stanza si trovano nella tua testa, Potter?»
«È...» disse Harry, guardando ovunque tranne che verso Piton «è... solo un sogno che ho fatto»,
«Tu sai perché siamo qui, vero, Potter?» chiese Piton con voce bassa e minacciosa. «Tu sai perché sto sprecando le mie serate in questo lavoro tedioso?»
«Sì» rispose rigido Harry.
«Ricordamelo, Potter».
«Perché io impari l'Occlumanzia» disse Harry, osservando un'anguilla morta.
«Giusto, Potter. E per quanto tu possa essere tardo...» Harry tornò a guardare Piton con odio, «pensavo che dopo oltre due mesi di lezioni saresti riuscito a fare qualche progresso. Quanti altri sogni hai fatto sull'Oscuro Signore?»
«Solo quello» mentì Harry.
«Forse» mormorò Piton socchiudendo gli occhi neri e freddi, «forse a te in realtà piace fare questi sogni e avere queste visioni, Potter. Forse ti fanno sentire speciale... importante?»
«No» rispose Harry serrando le mascelle, e stringendo più forte la bacchetta

Harry, di fronte ad una possibile, non manifesta Legilmanzia, nemmeno prova a chiudere la mente come da istruzioni reiterate per ben due mesi, ma semplicemente, codardemente (ma esiste l’avverbio?) e colpevolmente distoglie lo sguardo.
Uno dei segni base per capire se qualcuno mente, l’indizio più semplice da cogliere, è osservare se l’interlocutore sostiene il nostro sguardo.
Nel tempo necessario per confermare e/o ideare una menzogna, il cervello e l’interlocutore hanno la necessità “d’inventare” e per questo lo sguardo si sposta altrove – ovviamente i bravi bugiardi o i bari professionisti non lo fanno. È tipo una cosa da bambini…
Harry Sa di essere nel torto, non doveva fare quel genere di sogni, non doveva ignorare le istruzioni e gli ordini di Piton, non doveva comportarsi come si è comportato.

( Capisco che in date situazioni si vorrebbe una sorta di scappatoia, o anche un approccio diverso, ma non è sempre possibile e tocca arrangiarsi con ciò che tocca in sorte, anche se il “metodo” ci “nuoce”.
Discorso più per me, che per le dinamiche Harry/Severus HP5, forse.)

Severus ribadisce il suo ruolo e lo scopo delle lezioni; e per come vanno le cose quelle serate sono davvero tempo sprecato; due mesi in cui Harry non ha imparato niente di niente, anzi, visto che nella prima(?) lezione riesce a bloccare l’attacco.
Peggiora pure.
Tediose non penso, potrebbero, ma sicuramente frustranti.
Qui lo svicolare lo sguardo di Harry, assume per me un altro significato.
Non è più “costruzione di una bugia” o un segno di colpa.
Diventa una mancanza di rispetto.
Una persona, suo superiore, lo ammonisce o comunque gli parla, ed il minimo che potrebbe fare è dimostrargli rispetto osservandolo negli occhi.
(O così mi hanno sempre insegnato; e mettiamoci pure che io ho una fissa per i gesti, li analizzo, li studio, ci ragiono sopra e li codifico. Sia dal vivo che nei racconti.
Non fateci caso…)
Invece lui, infantile ed immaturo, costretto a stare col suo odiato professore che sacrifica il suo tempo, osserva un’anguilla morta. (rip anguilla)
Nemmeno lo degna d’attenzione.
Ci credo che Severus abbia oramai la “miccia corta e non poi tanto”.
Si ritrova davanti ad un ragazzino che lo sminuisce nel ruolo che ha, non gli riconosce il dovuto rispetto, fa orecchie da mercante alle sue istruzioni ed indicazioni, non dà la giusta importanza a ciò che per lui è vitale, non fa un singolo miglioramento ma nemmeno prova a farlo
Perché non è che Harry ci prova con tutta l’anima e niente, più di tot non riesce a fare però ci prova e riprova (tipo Neville, che poi trova la valvola di sblocco, la motivazione per superarsi), Harry nemmeno quello.
Anzi, addirittura si rammarica di non aver scoperto di più sui sogni – grazie russare di Ron.
Continuo però a pensare che se avesse avuto informazioni in più da Silente le cose sarebbero andate diversamente, forse, ma vabbè, è un altro discorso.

°§°§°§°§°§°§



CITAZIONE
«Tanto meglio, Potter» disse Piton gelido, «perché tu non sei né speciale né importante, e non sta a te scoprire che cosa l'Oscuro Signore dice ai suoi Mangiamorte».
«No... quello è compito suo, non è vero?» sbottò Harry. Non intendeva dirlo; si era solo abbandonato alla collera. Per un lungo momento rimasero a fissarsi, e Harry fu sicuro di essersi spinto troppo in là. Ma quando Piton rispose, sul suo volto c'era un'espressione curiosa, quasi soddisfatta.
«Sì, Potter» sibilò, con un luccichio negli occhi. «È compito mio. Ora, se sei pronto, ricominciamo».
Levò la bacchetta: «Uno... due... tre... Legilimens!»
Un centinaio di Dissennatori si avvicinavano a Harry attraverso il lago... contrasse il viso per concentrarsi... si avvicinavano... vedeva i buchi neri sotto i loro cappucci.... eppure vedeva ancora Piton in piedi davanti a lui, gli occhi fissi sul suo viso, che mormorava a mezza voce... e in qualche modo l'immagine di Piton si faceva più chiara, e quella dei Dissennatori sfumava... Harry alzò la bacchetta.
«Protego!»
Piton barcollò, la sua bacchetta volò verso l'alto, lontano, e all'improvviso la mente di Harry si riempì di ricordi non suoi: un uomo dal naso adunco che urlava contro una donna che cercava di difendersi, mentre un bambino piccolo coi capelli neri piangeva in un angolo... un adolescente dai capelli unti sedeva solo in una camera buia, puntando la bacchetta al soffitto per ammazzare le mosche... una ragazza rideva mentre un ragazzo ossuto tentava di cavalcare una scopa imbizzarrita...
«BASTA COSÌ!»
Harry sentì una forte spinta sul petto; indietreggiò di vari passi, urtò contro gli scaffali che rivestivano le pareti e sentì qualcosa infrangersi. Piton tremava leggermente ed era molto pallido.
La veste di Harry era bagnata sulla schiena. Uno dei contenitori alle sue spalle si era rotto; la cosa viscida che c'era dentro si agitava in quel che restava della pozione.
«Reparo» disse Piton e il recipiente si sigillò all'istante. «Bene, Potter... questo è stato un vero miglioramento...» Con il respiro un po' affannoso,
Piton sistemò meglio il Pensatolo in cui aveva riposto alcuni pensieri prima della lezione, come per assicurarsi che ci fossero ancora. «Non ricordo di averti insegnato a usare un Sortilegio Scudo... ma senza dubbio è stato efficace...»
Harry non disse nulla; sentiva che parlare poteva essere pericoloso. Era sicuro di essersi intromesso nei ricordi di Piton, di aver appena visto immagini della sua infanzia. Era fastidioso pensare che il bambino che poco prima aveva visto piangere mentre i suoi genitori urlavano ora si trovava di fronte a lui con tanto disprezzo nello sguardo.
«Riproviamo?» disse Piton.

Severus ribadisce il concetto, ad Harry si chiede – apparentemente – solo una cosa, imparare Occlumanzia, mentre gli adulti, gente esperta e competente, scoprono ciò che macchina Voldemort.
Nello specifico, Severus deve scoprire ciò.
Severus, la spia, il doppiogiochista, l’equilibrista sul filo dell’Avada, l’uomo che per via del suo ruolo non è amato da nessuno, condannato ed auto esiliato nella solitudine.
E quella soddisfazione, l’orgoglio per ciò che è e fa, trapelano dai suoi occhi solitamente insondabili, benchè profondi.
Da essi traspaiono solo le emozioni più vivide e potenti, ciò che Severus ha a cuore, quel cuore accuratamente celato e protetto…
Sì, Severus Piton è stato un Mangiamorte.
Sì, Severus Piton è un (ex) Mangiamorte redento.
Sì, Severus Piton è una spia.
Sì, Severus Piton eccelle in Occlumanzia.
Sì, Severus Piton riesce a mentire al Signore Oscuro grazie ad essa.
<i>Tutto ciò che rappresentano, significano per lui l’Occlumanzia ed il ruolo da spia, Harry lo calpesta senza pietà, nemmeno arriva a concepire o pensare che per altri ci sia qualcosa di grosso in ballo.
Gli altri forse non rischiano, spiando e facendo propaganda? Non possono perire in un duello? A quanto pare no – o almeno finchè Harry non ci sbatte il muso contro perdendo Sirius per colpa della finta visione dovuta al mancato apprendimento.
Harry però non capisce e non vuole capire.

Non penso però che sia la motivazione asserita da Severus, ciò che frena Harry dal bloccare i sogni.
In base all’idea che mi sono fatta, Harry cerca di capire cosa accade attraverso i sogni, cerca un quadro della situazione, non perché si creda importante o speciale.
Sono sogni così raccapriccianti ed inquietanti che dietro il bisogno di sognarli e capirli ci dev’essere per forza una motivazione forte – ben più della fama.
Harry vuole sapere ciò che accade per dimostrare che è in grado di combattere, che non va messo da parte, che si può rendere utile – fin da piccolo i Dursley lo hanno cresciuto con lo scopo di essere utile a qualcosa – che è il Salvatore del Mondo Magico e tutto il pacchetto.
C’è anche una componente da “sindrome dell’eroe” ma non penso sia solo quello a muoverlo.

Harry trova un modo, una leva. La rabbia.
Non sarà corretto politicamente, ma è qualcosa che lo spinge a muoversi, qualcosa che supera l’insofferenza verso il suo Professore.
Per una volta, finalmente ci riesce.
È così forte da riuscire persino a disarmare Severus.
Ed ha accesso ai suoi ricordi.
Ricordi dolorosi, di un’infanzia non vissuta, negata, infelice e misera, un bambino indifeso e non voluto che non ha una casa o una famiglia. (Harry, noti qualche affinità, per caso?)
Severus si ritrova senza maschera, non è più austero ed inviolabile come al solito, ma è pallido e trema leggermente.
Come chiunque si ritrovi violato nella più privata e dolorosa intimità, visto che la Legilmanzia è rivivere i ricordi, rivederli ex novo.
Severus rivive e rivede ogni singolo ricordo, le stesse sensazioni, il “pericolo” di saperli in mano a quello schiacciasassi di Potter.
In queste frasi Severus è vivo, umano, tridimensionale, ha reazioni fisiche lampanti e ben visibili
C’è. Si vede tutto di lui.
Trema, è pallido, ha la voce affannosa.

Controlla i suoi ricordi come per timore di averli perduti o danneggiati, li vuole al sicuro.
Senza ricordi una persona non è una persona, senza il suo vissuto che l’ha reso ciò che è.
Atteggiamenti che, durante le sue descrizioni, non sono assai frequenti, non in tale misura.

Reagisce anche piuttosto pacatamente, vista la situazione, avrebbe potuto tranquillamente Schiantarlo e con giusta causa. Assoluzione.
Invece spinge via Harry e cerca di recuperare il contegno, di dominarsi, sistemando il contenitore (rip cosa viscida all’interno) ed il Pensatoio.
In questo caso il compiere altri gesti, concentrarsi altrove ha un valore difensivo e non oltraggioso, il tempo necessario per ricostruire almeno superficialmente la maschera.

Harry prova fastidio.
E perché, Harry, testa di carciofo? Pungola il sapere, il capire, il comprendere, avere l’epifania del fatto che il tuo odiato professore è umano? Ha ricordi, emozioni, sentimenti, un passato?
Un passato non felice?
Che non è solo la figura odiosa e untuosa che vuole vedere?

Disprezzo. Ci può stare benissimo.
Un passato del genere, difficile da confessare e narrare in condizioni normali a persone amanti e amate, spiattellato in faccia ad un ragazzino del genere, uno schiacciasassi che nemmeno gli mostra il dovuto rispetto in quanto insegnante.
Severus non ha mai usato i ricordi infelici di Harry contro di lui.
Severus non può però essere certo del fatto che Harry, irriverente e sfrontato e maleducato come James, faccia lo stesso, tutelandolo, rispettandolo e passando oltre.
Si aspetta di essere umiliato e deriso in qualche modo, una replica crudele del passato.


°§°§°§


CITAZIONE
Harry fu percorso da un brivido di terrore; era certo che stava per pagare caro quanto era appena successo. Tornarono in posizione, con la scrivania a separarli, e Harry era convinto che stavolta sarebbe stato molto più difficile svuotare la mente.
«Al mio tre, allora» disse Piton, levando ancora la bacchetta. «Uno... due...» Harry non ebbe nemmeno il tempo di provare a concentrarsi e liberare la mente prima che Piton esclamasse «Legilimens!»
Stava correndo lungo il corridoio dell'Ufficio Misteri, davanti alle pareti di pietra, alle torce accese... la porta nera si faceva sempre più grande; lui correva così forte che ci avrebbe sbattuto contro, era a pochi metri e vedeva la striscia di debole luce azzurra... La porta si era aperta! Era entrato, finalmente, in una stanza circolare con pareti e pavimento neri, illuminata da candele con la fiamma azzurra, e c'erano molte altre porte intorno... ma qual era quella giusta...?
«POTTER!»
Harry aprì gli occhi. Era di nuovo disteso sulla schiena, senza alcun ricordo di come ci era finito; stava ansimando, come se avesse davvero corso lungo il corridoio dell'Ufficio Misteri, avesse davvero oltrepassato la porta nera e trovato la stanza circolare.
«Spiegati!» esclamò Piton, torreggiando su di lui, furioso.
«Io... non so che cos'è successo» disse sinceramente Harry, alzandosi. Aveva un bozzo sulla nuca, dove aveva sbattuto, e si sentiva febbricitante. «Non l'avevo mai visto prima. Gliel'ho detto, ho sognato la porta... ma non si era mai aperta...»
«Non ti impegni abbastanza!»
Per qualche motivo Piton sembrava più arrabbiato adesso che due minuti prima, quando Harry aveva visto i suoi ricordi.
«Sei pigro e sciatto, Potter, e non mi meraviglia che l'Oscuro Signore...»
«Mi dice una cosa, signore?» domandò Harry, accalorandosi di nuovo. «Perché chiama Voldemort l'Oscuro Signore? Ho sempre sentito solo i Mangiamorte chiamarlo così». Piton aprì la bocca in un ringhio... e una donna gridò da qualche parte, fuori dalla stanza.
Piton levò la testa di scatto e guardò il soffitto.
«Che cosa dia...?» mormorò.
Harry sentì dei rumori soffocati provenire, gli sembrava, dalla Sala d'Ingresso. Piton si voltò verso di lui, accigliato.

Severus contrattacca, magari un po’ pure per vendetta, ma anche perché Harry ha alzato l’asticella respingendo l’attacco.
Si capisce come quanto precedentemente fatto da Harry sia qualcosa di fortuito, ora che il terrore si è sostituito alla collera non riesce a fare niente.
Gli serve del tempo per concentrarsi, svuotare la mente, qualcosa che oramai dovrebbe essere abituato a fare visto che lo dovrebbe imparare da due mesi.
Progredisce con la visione, si aggiunge un tassello.
Anche se Harry ignora la gravità dell’accaduto – che novità – non lo fa Severus.
È consapevole di quanto accaduto, del passo indietro fatto da loro e del passo avanti fatto da Voldemort, che ha acquisito un nuovo particolare.
Ed è comprensibilmente furioso.
Spiattella in faccia ad Harry i suoi difetti e le sue mancanze, l’insuccesso che non può permettersi.
Harry è la solita testa di carciofo egocentrica e non riesce a capire come mai Piton non abbia reagito a quel modo una volta rivelati parte dei suoi ricordi – e sarebbe stato comprensibile – reazione messa da parte di fronte a quel probabile miglioramento.
Un altro sacrificio per la causa.
Harry si ferma su una minuzia, in quel frangente.
Un epiteto.
Si concentra più sul cercare indizi e contraddizioni in Severus che sul comprendere la gravità di quanto accaduto, di quanto sia necessario il suo impegno.

Un possibile pericolo – qualcuno che urla non è mai un buon segno – e Severus è subito nei panni dell’uomo pronto all’azione ed alla battaglia, bacchetta in pugno e sensi all’erta.


Mi fermo qui, per vostra gioia, chè scrivo da due ore ed è un commento lungo sei pagine di Word. Mammamia…


EDIT: sostituite le (pesanti) sottolineature con delle citazioni (visibili ma non disturbanti)


Edited by Ida59 - 3/4/2018, 17:42
 
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view post Posted on 3/4/2018, 17:27
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CITAZIONE (PandaNemo @ 3/4/2018, 02:02) 
Capisco cosa possa provare, avere mille pensieri in testa, essere preoccupati e non poterne parlare con nessuno, non avere nessuno con cui parlare di ciò che si sente, sapere che in cambio della confessione si avrà solo una ramanzina – anche se meritata – e non anche supporto o conforto, non potersi sentire “a casa” nel posto che dovrebbe esserlo.
Sentirsi soli a combattere qualcosa più grande di te.

:consola:
 
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view post Posted on 3/4/2018, 17:41
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CITAZIONE (PandaNemo @ 3/4/2018, 02:02) 
Qui si rafforza la mia teoria che Silente sia solo un abilissimo burattinaio che fa leva sui punti deboli delle persone per portarle dalla sua parte, facendole agire per i suoi scopi, e muovendole ad uso e consumo.

Per me qui sfondi una porta aperta!

CITAZIONE
Severus ribadisce il suo ruolo e lo scopo delle lezioni; e per come vanno le cose quelle serate sono davvero tempo sprecato; due mesi in cui Harry non ha imparato niente di niente, anzi, visto che nella prima(?) lezione riesce a bloccare l’attacco.
Peggiora pure.
Tediose non penso, potrebbero, ma sicuramente frustranti.
Qui lo svicolare lo sguardo di Harry, assume per me un altro significato.
Non è più “costruzione di una bugia” o un segno di colpa.
Diventa una mancanza di rispetto.
Una persona, suo superiore, lo ammonisce o comunque gli parla, ed il minimo che potrebbe fare è dimostrargli rispetto osservandolo negli occhi.
(O così mi hanno sempre insegnato; e mettiamoci pure che io ho una fissa per i gesti, li analizzo, li studio, ci ragiono sopra e li codifico. Sia dal vivo che nei racconti.
Non fateci caso…)
Invece lui, infantile ed immaturo, costretto a stare col suo odiato professore che sacrifica il suo tempo, osserva un’anguilla morta. (rip anguilla)
Nemmeno lo degna d’attenzione.
Ci credo che Severus abbia oramai la “miccia corta e non poi tanto”.
Si ritrova davanti ad un ragazzino che lo sminuisce nel ruolo che ha, non gli riconosce il dovuto rispetto, fa orecchie da mercante alle sue istruzioni ed indicazioni, non dà la giusta importanza a ciò che per lui è vitale, non fa un singolo miglioramento ma nemmeno prova a farlo
Perché non è che Harry ci prova con tutta l’anima e niente, più di tot non riesce a fare però ci prova e riprova (tipo Neville, che poi trova la valvola di sblocco, la motivazione per superarsi), Harry nemmeno quello.
Anzi, addirittura si rammarica di non aver scoperto di più sui sogni – grazie russare di Ron.

:applauso:


Il resto del tuo messaggio lo commento in un altro momento, con calma e quando ho più tempo... perchè ho già gli occhi a cuoricino per le parole (le prime poche righe) che ho letto di volata. :lovelove: :lovelove: :lovelove:


CITAZIONE
l’equilibrista sul filo dell’Avada

Qui, però, non posso esimermi da un altro applauso a scena aperta. Stupendo quel "sul filo dell'Avada". Ho usato molte volte espressioni simili per esplicitare il rischio gravissimo che Severus correva in ogni istante, ma quel "sul filo dell'Avada". è semplicemente geniale.
:applauso:

CITAZIONE
Mi fermo qui, per vostra gioia, chè scrivo da due ore ed è un commento lungo sei pagine di Word. Mammamia…

Una micro nota anche sulla tua conclusione: ti prego, fallo più spesso, scrivi i tuoi pensieri su Severus. Io adoro leggerli (i tuoi e anche quelli degli altri, sia chiaro) e sei pagine mi sembrano sempre troppo corte quando parlano di lui... :lovelove:


Edited by Ida59 - 29/6/2018, 22:34
 
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view post Posted on 3/4/2018, 17:53
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Giorgia ho letto tutto ed è veramente un esame molto approfondito, fatto con il cuore.
Presto voglio commentare alcuni brani che mi hanno toccato nel profondo.
 
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view post Posted on 4/4/2018, 01:33
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Commento, con un ritardo clamoroso, i precedenti capitoli.
Purtroppo in alcuni punti mi sembra di ripetere, ribadire gli stessi concetti, spero non sia così.
Sul primo c’è davvero tanto da dire, un mondo sommerso, forse perché adoro il personaggio di Neville.

CITAZIONE
521-522 I soliti dubbi di Harry e Ron su Piton, tacitati dalla splendida Hermione.

Harry avrebbe dato molto per riuscire a fare in Occlumanzia i progressi di Neville in Difesa contro le Arti Oscure. Gli incontri con Piton, che già erano cominciati male, non miglioravano. Al contrario, Harry avvertiva di peggiorare a ogni lezione.
Prima di cominciare a studiare Occlumanzia, la sua cicatrice pizzicava ogni tanto, di solito di notte, o durante uno di quegli strani picchi dell'umore di Voldemort. Invece ora non smetteva mai di bruciare, e spesso Harry avvertiva un senso improvviso di fastidio o allegria che non aveva alcun legame con ciò che gli stava succedendo, accompagnato da una fitta particolarmente dolorosa alla fronte. Aveva l'orribile sensazione di essersi trasformato in una sorta di antenna sintonizzata sulle minime fluttuazioni d'umore di Voldemort, ed era certo di poter fare risalire l'inizio di questa sensibilità esasperata alla prima lezione di Occlumanzia con Piton. In più, sognava quasi ogni notte di camminare lungo il corridoio che portava all'Ufficio Misteri, e finiva sempre con lui che si fermava a guardare con desiderio la semplice porta nera.
«Forse è un po' come una malattia» disse Hermione preoccupata, quando Harry si confidò con lei e Ron. «Un'influenza, qualcosa del genere. Deve peggiorare prima di poter migliorare».
«Sono le lezioni di Piton che la fanno peggiorare» rispose Harry. «Non ne posso più di questo dolore alla cicatrice, e mi sono stufato di camminare lungo quel corridoio tutte le notti». Si strofinò la fronte con rabbia. «Vorrei solo che quella porta si aprisse, mi sono stufato di stare lì a guardarla...»
«Non scherzare» lo interruppe Hermione brusca. «Silente non vuole che tu sogni quel corridoio, o non avrebbe chiesto a Piton di insegnarti Occlumanzia. Devi solo impegnarti un po' di più».
«Io mi sto impegnando!» protestò Harry, punto sul vivo. «Provaci tu qualche volta... Piton che cerca di entrarti nella testa... non è proprio uno spasso, sai!»
«Forse...» cominciò Ron.
«Forse cosa?» sbottò Hermione.
«Forse non è colpa di Harry se non riesce a chiudere la mente» disse cupo Ron.
«In che senso?» chiese Hermione.
«Be', forse Piton non sta proprio cercando di aiutarlo...»
Harry e Hermione lo fissarono. Ron li ricambiò con uno sguardo gravido di significati.
«Forse» ripeté a voce ancora più bassa, «invece, cerca di aprire la mente di Harry un po' di più... per facilitare Voi-Sapete...»
«Taci, Ron» intervenne Hermione infuriata. «Quante volte hai sospettato di Piton, e quando mai hai avuto ragione? Silente si fida di lui, lavora per l'Ordine, e questo ci deve bastare».
«Era un Mangiamorte» insisté Ron. «E non abbiamo mai avuto la prova che abbia davvero cambiato bandiera».
«Silente si fida di lui» ripeté Hermione. «E se noi non possiamo fidarci di Silente, non possiamo fidarci di nessuno».

Il pezzo inizia con un interessante, quanto rapida, contrapposizione fra coloro che erano entrambi un pericolo per Voldemort.
Harry e Neville.
Entrambi potevano essere il bambino della profezia.
Entrambi potevano essere la sua caduta.
E si sa com’è andata.
Harry è diventato l’eroe che salva il mondo – con gran “smazzamento” (voce del verbo “Farsi un mazzo tanto” dal PanDizionario) di chi gli sta attorno tutelandolo e rimediando ai suoi guai – famoso già da neonato, la sublime arma-pedina di Silente.
Neville, almeno fino al settimo libro-film, è solo apparentemente una sorta di sotto trama comica: i modi impacciati, la rincorsa del suo rospo, la sala percorsa a balzelloni perché Impastoiato nel primo libro, quello che sviene perché non sistema bene il paraorecchie nella lezione con le Mandragole nel secondo, il personaggio che ispira tenerezza ed ilarità.
Almeno apparentemente. Ma non è la sezione giusta e non voglio fare troppo OffTopic.
Harry “invidia” Neville per i suoi progressi.
Neville.
Il ragazzo che, pochi capitoli prima, ha visto al San Mungo scoprendo così la condizione terribile dei suoi genitori.
Il ragazzo che, giorni prima (? Immagino siano passati giorni o settimane, non so) ha letto sul Profeta che la donna che ha torturato sino alla follia i suoi genitori, Bellatrix Lestrange, è di nuovo libera.
Evasa da Azkaban.
Ricongiunta a Lord Voldemort.
Neville ha trovato la chiave per superarsi, andare oltre i suoi limiti.
Neville ha l’ancora.
Neville ha uno scopo, una motivazione.
Rabbia.
Vendetta.
Paura.
Sete di giustizia.
Determinazione.
Neville si applica. Si sforza. Si impegna.
Migliora.

Harry resta fermo al primo stadio.
Mezzo piede sul primo gradino, l’aver fortunosamente bloccato Piton nella prima lezione, e non sale oltre.
Non vuole.
Nemmeno coglie gli strumenti che gli sono stadi dati per salire.
Neville invece sfrutta persino l’ES, lezioni fatte da un gruppo di ragazzi, per migliorare ed esercitarsi.
In questo caso Neville sarebbe un Eroe molto più giusto e positivo di Harry, che si “piange addosso” e scarica la colpa sulle lezioni e su Piton, che tirano sempre in ballo.
È plausibile e verosimile che, sottoposta a continue sollecitazioni come gli attacchi di Severus, la mente di Harry sia per certi versi più fragile ed esposta.
Dopotutto è questo lo scopo della Legilmanzia, forzare la mente ed aprirla, ed è altresì plausibile che Harry, già sensibile al contatto con Voldemort, ora sia ancor più sensibile ad esso.
L’Occlumanzia, che egli non apprende, ha appunto il fine di impedirlo, di far cessare questa condizione di sensibilità.
Harry dice parzialmente il vero, ogni tanto gli capita, quando asserisce che ciò accade dalla prima lezione.
Erra però nel dire che la colpa è di Piton, delle lezioni.
Le lezioni possono forse aver aggravato la situazione, ma ciò è colpa del non voluto apprendimento.
E' come se noi avessimo un taglio e ci rifiutassimo di medicarlo, lamentandoci però delle macchie di sangue e del bruciore della ferita. (che esempio bleah...)
Ergo, la colpa alla fine è sua.
Non vuole usare gli strumenti a lui destinati dal Professore, non si impegna e non prova.
Nel brano successivo, leggiamo come dedichi solo un paio di minuti al tentativo di chiusura della mente, prima di dormire.
Ha proprio letto il manuale del (Non) Bravo Studente…

Harry, esasperato, dice di sperare quasi che la porta si apra per non doverla più sognare – e noi vorremo prenderlo a botte e patele pari sino a tramutarle in dispari.
Hermione lo redarguisce e gli rammenta il fine di Silente e l’importanza delle lezioni, nonché la validità di Piton come insegnante, e lo sprona ad impegnarsi.
Harry, mentendo spudoratamente, dice di impegnarsi.
Seh, proprio. Mi manca l’anima per ribadire che non lo fa, e pure sinonimi.
Ron interviene a sostegno dell’amico, appoggiando la campagna La Colpa è Sempre di Piton.
Mi chiedo quanti dell’Ordine la pensino segretamente come lui: una spia, qualcuno nero, grigio, non viene mai visto di buon occhio.
Severus sa di questa sfiducia nei suoi confronti, eppure consapevole della gravità della situazione, insegna ad Harry.
A suo modo, ma lo fa.
Essendo la mente qualcosa di molto personale, ho sempre immaginato che l'apprendimento di queste due materie non può essere univoco ed uguale per tutti.
Per questo Piton non fornisce indicazioni puntigliose che non sono nemmeno nel suo stile, con lui si deve pensare e ragionare, ma fornisce una “linea guida” paragonandolo all’Imperius ed all'attitudine del ragazzo a sconfiggerla affinchè Harry trovi il modo più affine a lui per chiudere la mente.
Una sorta di crocevia con molti percorsi diversi che portano alla stessa destinazione.
Se solo Harry ci provasse…
Fortunatamente Hermione zittisce entrambi.
Non ammette di fidarsi di Piton, ma dal momento che Silente si fida di lui, non è un nemico.
Atteggiamento smentito dal sesto/settimo libro, ma è off topic…

CITAZIONE

Pagina 542 ancora sull'Occlumanzia...


Harry si infilò nel letto, ripensando alla partita. Era stato immensamente frustrante vederla dagli spalti. La prestazione di Ginny l'aveva abbastanza colpito, ma sapeva che, se avesse giocato lui, avrebbe potuto prendere il Boccino prima... c'era stato un momento in cui aveva svolazzato attorno alla caviglia di Kirke; se Ginny non avesse esitato, avrebbe potuto strappare la vittoria per Grifondoro.
La Umbridge era seduta poche file sotto Harry e Hermione. Una volta o due si era voltata a guardarlo, con la schiena rigida e con la larga bocca da rospo tirata in quello che a lui era parso un sorriso gongolante. Il ricordo lo fece avvampare di rabbia.
Dopo qualche minuto gli venne in mente che avrebbe dovuto svuotare la mente da ogni emozione prima di dormire, come Piton non mancava di ripetergli alla fine di ogni lezione di Occlumanzia.
Ci provò per un paio di istanti, ma il pensiero di Piton sommato al ricordo della Umbridge non fece che aumentare il suo astio ribollente, e si ritrovò invece a concentrarsi su quanto odiava quei due. Pian piano il russare di Ron sfumò, sostituito da un profondo respiro regolare. Harry impiegò di più a addormentarsi; il corpo era stanco, ma al cervello ci volle molto tempo per chiudersi.
Sognò che Neville e la professoressa Sprite ballavano il valzer nella Stanza delle Necessità, mentre la professoressa McGranitt suonava la cornamusa. Lui rimase a guardarli soddisfatto per un po', poi decise di andare a cercare gli altri membri dell'ES.
Però quando uscì dalla stanza si ritrovò davanti non l'arazzo di Barnaba il Babbeo, ma una torcia che bruciava nel suo sostegno sulla parete di pietra. Si voltò lentamente verso sinistra. Lì, alla fine del corridoio privo di finestre, c'era una semplice porta nera.
Si avvicinò con crescente eccitazione. Aveva la strana sensazione che stavolta avrebbe avuto fortuna, e avrebbe trovato il modo di aprirla... era a pochi centimetri, e con il cuore in gola vide una striscia di luce in basso a destra... la porta era socchiusa... tese la mano per spingerla e...
Ron russò in modo genuino e fragoroso, e Harry si svegliò di colpo, la mano destra tesa nel buio, pronta ad aprire una porta che era a centinaia di chilometri da lì. La lasciò ricadere con un misto di disappunto e senso di colpa. Sapeva che non avrebbe dovuto vedere quella porta, ma allo stesso tempo era così divorato dalla curiosità che non poteva fare a meno di arrabbiarsi con Ron... se solo avesse aspettato un altro minuto per mettersi a russare!

Persino nel Quidditch Harry ha uno slancio di presunzione, pensando che se fosse stato al posto di Ginny la partita sarebbe andata diversamente.
Per carità, atteggiamento umanissimo, ma oh, e abbassa la cresta e sii contento della la tua amica.
Si, sappiamo che sei un talento sulla scopa e tutto, ma pure pesante come i carciofi.
Il continuo memento di Piton, svuotare la mente prima di dormire, gli viene in mente quasi per caso.
Però ci prova.
Per due secondi.
Di nuovo, patele pari fino alla disparità. Dà la colpa a Piton, eh…
Ci credo che non migliora per niente…
Harry qui dimostra una grande infantilità; non riesce a scindere due figure assai diverse accomunandole sotto un generico odio.
Severus Piton non sarà la persona più socievole e gestibile del mondo, l’insegnante più corretto sulla faccia della terra, bonaccione come Hagrid o altro.
Severus Piton è il professore che deride e punzecchia, ha modi politicamente scorretti nella pedagogia, è cupo, sarcastico, terrorizza chi è più fragile come Neville, ma è un bravo insegnante di pozioni, non a caso la Umbridge nota come la classe sia ad un livello più avanzato rispetto al canone.
Non ha mai alzato le mani su uno studente, non ha mai usato i ricordi dolorosi di Harry contro di lui.
La Umbridge è una pazza sadica, infligge punizioni corporali, usa metodi scorretti, è crudele, razzista nel suo odio per i semi umani (mi ricorda le ideologie nazifasciste).
È lampante a chiunque abbia delle minime capacità di discernimento che le due figure non possano essere accomunate o messe a paragone.
Ok, Piton è com’è, ma l’altra è una che per punire gli allievi squarcia la loro mano con una penna e li fa scrivere col loro stesso sangue!
Harry no, fa di tutta l’erba un fascio e odia tutti e due.
E tale pensiero è così potente da fargli dimenticare il suo dovere.
Ancora il sogno, che dovrebbe rendere ancora più lampanti i deficit di Harry e le sue colpe, dopo quella mancata chiusura della mente.
Fortunatamente Ron russa, e salva il mondo dalla catastrofe.
Non sarò mai abbastanza sollevata leggendo questo pezzo.
Harry, curioso, spera che la porta si apra.
Ora, in parte ciò è quasi capibile: è come se noi fossimo sempre davanti ad un pacco per noi e non sapessimo che c’è dentro. Vorremmo sbirciare.
Quasi come i bambini con i regali di Natale o con l’uovo di Pasqua lasciati in bella mostra.
Harry però non è un bambino, non è alle prese con doni o uova, ma con qualcosa di molto più pericoloso.
A grandi linee sa, sa che la porta non deve aprirsi, sa che non deve più avere queste condivisioni, sa che c’è qualcosa di grosso e pericoloso in ballo.
Eppure è incapace di accantonare ciò che vorrebbe anche solo per esasperazione, da egli stesso provocata, ed indugia nel pensarci.
Ancora una volta sono però convinta che questo sia colpa anche della condizione di “Non Detto” in cui si trova; in possesso solo di informazioni centellinate e messo da parte da Silente e dai piani dell’Ordine – però Silente vuole che combatta lo stesso, lo tiene accantonato, ma pronto all’uso –
Forse, enorme What If, se Harry avesse saputo di più, magari le cose sarebbero andate diversamente.
L’ignoranza non è mai una buona cosa.
Sia chiaro, non è una giustifica per il suo scorretto comportamento.


Ida, stavolta sono stata brava col bbcode, niente sottolineature, ma solo quote.
Sto migliorando.

CITAZIONE (Ida59 @ 3/4/2018, 18:27) 
CITAZIONE (PandaNemo @ 3/4/2018, 02:02) 
Capisco cosa possa provare, avere mille pensieri in testa, essere preoccupati e non poterne parlare con nessuno, non avere nessuno con cui parlare di ciò che si sente, sapere che in cambio della confessione si avrà solo una ramanzina – anche se meritata – e non anche supporto o conforto, non potersi sentire “a casa” nel posto che dovrebbe esserlo.
Sentirsi soli a combattere qualcosa più grande di te.

:consola:

<3 grazie :primavera:
 
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CITAZIONE (PandaNemo @ 3/4/2018, 02:02) 
Severus, la spia, il doppiogiochista, l’equilibrista sul filo dell’Avada, l’uomo che per via del suo ruolo non è amato da nessuno, condannato ed auto esiliato nella solitudine.
E quella soddisfazione, l’orgoglio per ciò che è e fa, trapelano dai suoi occhi solitamente insondabili, benchè profondi.
Da essi traspaiono solo le emozioni più vivide e potenti, ciò che Severus ha a cuore, quel cuore accuratamente celato e protetto…
Sì, Severus Piton è stato un Mangiamorte.
Sì, Severus Piton è un (ex) Mangiamorte redento.
Sì, Severus Piton è una spia.
Sì, Severus Piton eccelle in Occlumanzia.
Sì, Severus Piton riesce a mentire al Signore Oscuro grazie ad essa.
Tutto ciò che rappresentano, significano per lui l’Occlumanzia ed il ruolo da spia, Harry lo calpesta senza pietà, nemmeno arriva a concepire o pensare che per altri ci sia qualcosa di grosso in ballo.
Gli altri forse non rischiano, spiando e facendo propaganda? Non possono perire in un duello? A quanto pare no – o almeno finché Harry non ci sbatte il muso contro perdendo Sirius per colpa della finta visione dovuta al mancato apprendimento.
Harry però non capisce e non vuole capire.

Sublime, non trovo altro da dirti che sublime!
Severus.
I suoi occhi che brillano di intima e nascosta soddisfazione e Harry che non capisce, non intuisce che per Severus quella è l’arma più potente; quella che gli permette di incanalare l’odio e la sete di vendetta per Voldemort e trasformarli in un’arma potente e invincibile: tutto con la forza della volontà e della mente.

CITAZIONE (PandaNemo @ 3/4/2018, 02:02) 
Harry trova un modo, una leva. La rabbia.
Non sarà corretto politicamente, ma è qualcosa che lo spinge a muoversi, qualcosa che supera l’insofferenza verso il suo Professore.
Per una volta, finalmente ci riesce.
È così forte da riuscire persino a disarmare Severus.
Ed ha accesso ai suoi ricordi.
Ricordi dolorosi, di un’infanzia non vissuta, negata, infelice e misera, un bambino indifeso e non voluto che non ha una casa o una famiglia. (Harry, noti qualche affinità, per caso?)
Severus si ritrova senza maschera, non è più austero ed inviolabile come al solito, ma è pallido e trema leggermente.
Come chiunque si ritrovi violato nella più privata e dolorosa intimità, visto che la Legilmanzia è rivivere i ricordi, rivederli ex novo.
Severus rivive e rivede ogni singolo ricordo, le stesse sensazioni, il “pericolo” di saperli in mano a quello schiacciasassi di Potter.
In queste frasi Severus è vivo, umano, tridimensionale, ha reazioni fisiche lampanti e ben visibili
C’è. Si vede tutto di lui.
Trema, è pallido, ha la voce affannosa.
Controlla i suoi ricordi come per timore di averli perduti o danneggiati, li vuole al sicuro.
Senza ricordi una persona non è una persona, senza il suo vissuto che l’ha reso ciò che è.
Atteggiamenti che, durante le sue descrizioni, non sono assai frequenti, non in tale misura.

Davvero potente e significativa questa chiosa al testo.
Severus passa sopra alla violazione di sé (e quanto deve essere straniante e doloroso che ciò avvenga sotto lo sguardo di Potter) pur di vedere un miglioramento. Lo sforzo di occludere la mente e addirittura scavalcare le sue difese.
Ma Piton è Kattivo, vero Harry???

No, non lo è e Giorgia aggiunge altro e qui mi commuovo: Severus è un uomo, solo un uomo senza la maschera di pietra che indossa. Niente di più dolorosamente vero. Persino Potter può capirlo. Forse...

CITAZIONE (PandaNemo @ 3/4/2018, 02:02) 
Harry prova fastidio.
E perché, Harry, testa di carciofo? Pungola il sapere, il capire, il comprendere, avere l’epifania del fatto che il tuo odiato professore è umano? Ha ricordi, emozioni, sentimenti, un passato?
Un passato non felice?
Che non è solo la figura odiosa e untuosa che vuole vedere?

Il seguito domani.
Leggerti è bellissimo, Giorgia :wub: :lovelove:

Edited by Ida59 - 29/6/2018, 22:34
 
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CITAZIONE (PandaNemo @ 4/4/2018, 02:33) 
Neville ha trovato la chiave per superarsi, andare oltre i suoi limiti.
Neville ha l’ancora.
Neville ha uno scopo, una motivazione.
Rabbia.
Vendetta.
Paura.
Sete di giustizia.
Determinazione.
Neville si applica. Si sforza. Si impegna.
Migliora.

Harry resta fermo al primo stadio.
Mezzo piede sul primo gradino, l’aver fortunosamente bloccato Piton nella prima lezione, e non sale oltre.
Non vuole.
Nemmeno coglie gli strumenti che gli sono stadi dati per salire.

Che meraviglia questo stupendo parallelo. Calzante. Perfetto.
Ogni punto enumerato riconduce al confronto che favorisce Neville: il personaggio che nella saga sembra la brutta copia di Harry. Sembra, ma non è.
Ora mi domando che cosa avrebbe fatto Neville se qualcuno si fosse sforzato di andare oltre l’aspetto bamboccione, se lui avesse potuto imparare dal migliore, da Piton?
Piton comunque è colui che lo sprona, durante tutti i sette libri della saga: lo punge, lo stimola, lo fa piangere, ma ne fa un uomo.
Neville soffre una condizione tragica, ma non si piange addosso, Harry invece…



CITAZIONE (PandaNemo @ 4/4/2018, 02:33) 
Harry dice parzialmente il vero, ogni tanto gli capita, quando asserisce che ciò accade dalla prima lezione.
Erra però nel dire che la colpa è di Piton, delle lezioni.
Le lezioni possono forse aver aggravato la situazione, ma ciò è colpa del non voluto apprendimento.
E' come se noi avessimo un taglio e ci rifiutassimo di medicarlo, lamentandoci però delle macchie di sangue e del bruciore della ferita. (che esempio bleah...)
Ergo, la colpa alla fine è sua.
Non vuole usare gli strumenti a lui destinati dal Professore, non si impegna e non prova.
Nel brano successivo, leggiamo come dedichi solo un paio di minuti al tentativo di chiusura della mente, prima di dormire.
Ha proprio letto il manuale del (Non) Bravo Studente…

Perché Piton è Kattivo, quello che fa è solo per fargli del male, per sfotterlo, per metterlo in difficoltà.
No, niente di più falso!
E qui mi collego al seguito del tuo ragionamento dove la sola Hermione capisce l’importanza di quelle lezioni e stimola Harry; Harry bugiardo, supportato da Ron, Harry che giustifica se stesso sempre e comunque; tanto un colpevole c’è sempre: è Piton.
Mi trovi d’accordo sugli schiaffoni (bocatoni, Ancona – Patele, Fano= colpo dato con il dorso della mano aperta)


CITAZIONE (PandaNemo @ 4/4/2018, 02:33) 
A grandi linee sa, sa che la porta non deve aprirsi, sa che non deve più avere queste condivisioni, sa che c’è qualcosa di grosso e pericoloso in ballo.
Eppure è incapace di accantonare ciò che vorrebbe anche solo per esasperazione, da egli stesso provocata, ed indugia nel pensarci.
Ancora una volta sono però convinta che questo sia colpa anche della condizione di “Non Detto” in cui si trova; in possesso solo di informazioni centellinate e messo da parte da Silente e dai piani dell’Ordine – però Silente vuole che combatta lo stesso, lo tiene accantonato, ma pronto all’uso –
Forse, enorme What If, se Harry avesse saputo di più, magari le cose sarebbero andate diversamente.
L’ignoranza non è mai una buona cosa.
Sia chiaro, non è una giustifica per il suo scorretto comportamento.

Silente è il burattinaio, in senso buono, ma usa le persone facendo leva sui sensi di colpa (Severus) o sul bisogno di sicurezza e di una figura paterna (Harry).
In questo Severus lo segue e non rivela nulla, ma lui cammina sempre su un filo sottile e tagliente…


CITAZIONE (PandaNemo @ 4/4/2018, 02:33) 
Severus Piton non sarà la persona più socievole e gestibile del mondo, l’insegnante più corretto sulla faccia della terra, bonaccione come Hagrid o altro.
Severus Piton è il professore che deride e punzecchia, ha modi politicamente scorretti nella pedagogia, è cupo, sarcastico, terrorizza chi è più fragile come Neville, ma è un bravo insegnante di pozioni, non a caso la Umbridge nota come la classe sia ad un livello più avanzato rispetto al canone.
Non ha mai alzato le mani su uno studente, non ha mai usato i ricordi dolorosi di Harry contro di lui.
La Umbridge è una pazza sadica, infligge punizioni corporali, usa metodi scorretti, è crudele, razzista nel suo odio per i semi umani (mi ricorda le ideologie nazifasciste).

Ancora una volta questo parallelo mi colpisce per la nitidezza delle considerazioni .
Severus il Kattivo non usa mai contro Harry ciò che veramente potrebbe fargli male: i suoi pensieri e ricordi intimi di umiliazioni subite.
 
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QUOTE (chiara53 @ 4/12/2016, 17:37) 
«Ha visto tutto quello che vedevo io?» chiese Harry, anche se non era sicuro di voler sentire la risposta. «Delle immagini» rispose Piton, stringendo le labbra. «Di chi era il cane?» «Di mia zia Marge» mormorò Harry, odiandolo.

Come mai, secondo voi, Piton chiede a Harry "Di chi era il cane?" E' un modo per dimostrare di aver visto quello che vedeva Harry, come lui gli ha chiesto, o curiosità, o altro ancora?
Non so come mai, ma quella frase mi ha sempre colpito.
 
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view post Posted on 11/4/2018, 18:41
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CITAZIONE (PandaNemo @ 3/4/2018, 02:02) 
E quella soddisfazione, l’orgoglio per ciò che è e fa, trapelano dai suoi occhi solitamente insondabili, benchè profondi.
Da essi traspaiono solo le emozioni più vivide e potenti, ciò che Severus ha a cuore, quel cuore accuratamente celato e protetto…
Sì, Severus Piton è stato un Mangiamorte.
Sì, Severus Piton è un (ex) Mangiamorte redento.
Sì, Severus Piton è una spia.
Sì, Severus Piton eccelle in Occlumanzia.
Sì, Severus Piton riesce a mentire al Signore Oscuro grazie ad essa.
Tutto ciò che rappresentano, significano per lui l’Occlumanzia ed il ruolo da spia, Harry lo calpesta senza pietà, nemmeno arriva a concepire o pensare che per altri ci sia qualcosa di grosso in ballo.

:lovelove: :lovelove: :lovelove:
Che altro dire? Orgoglio e dovere, coraggio e amore. Tutto in quei meravigliosi occhi neri che scintillano nel pallore del suo volto.
E Harry... no, Harry non capisce, non può capire. Questa volta lo ritengo incolpevole.


Edited by Ida59 - 29/6/2018, 22:34
 
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view post Posted on 13/4/2018, 15:00
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CITAZIONE (chiara53 @ 11/3/2018, 19:19) 
«BASTA COSÌ!»
Harry sentì una forte spinta sul petto; indietreggiò di vari passi, urtò contro gli scaffali che rivestivano le pareti e sentì qualcosa infrangersi. Piton tremava leggermente ed era molto pallido.
La veste di Harry era bagnata sulla schiena. Uno dei contenitori alle sue spalle si era rotto; la cosa viscida che c'era dentro si agitava in quel che restava della pozione.
«Reparo» disse Piton e il recipiente si sigillò all'istante. «Bene, Potter... questo è stato un vero miglioramento...» Con il respiro un po' affannoso, Piton sistemò meglio il Pensatoio in cui aveva riposto alcuni pensieri prima della lezione, come per assicurarsi che ci fossero ancora. «Non ricordo di averti insegnato a usare un Sortilegio Scudo... ma senza dubbio è stato efficace...»
Harry non disse nulla; sentiva che parlare poteva essere pericoloso. Era sicuro di essersi intromesso nei ricordi di Piton, di aver appena visto immagini della sua infanzia. Era fastidioso pensare che il bambino che poco prima aveva visto piangere mentre i suoi genitori urlavano ora si trovava di fronte a lui con tanto disprezzo nello sguardo.
«Riproviamo?» disse Piton.

A differenza di Harry, Severus non usa la magia per respingere Harry (e quindi non lo ferisce) ma solo la propria forza di volontà che, per altro, risulta molto potente, viste le conseguenze.

Quando Severus guarda nel Pensatoio, secondo me si congratula con se stesso per essere stato così prudente da aver messo lì il suo "peggior ricordo" al riparo da eventuali e del tutto casuali intrusioni di Potter nella sua mente. Credo lo abbia fatto perchè quando si esercita la Legilimanzia ci si mette in contatto con la mente dell'altro e quindi è teoricamente possibile un "travaso" di ricordi. Per altro, il sortilegio Scudo evocato da Harry non ha fatto altro che rimbalzare su Piton l'incantesimo di Legilimanzia operato da Severus stesso, da qui la possibilità di Harry di introdursi nella mente di Piton in modo del tutto casuale e senza alcun suo merito particolare.

Ovviamente Piton è piuttosto scosso dall'inatteso accaduto (lieve tremito, pallore, rspiro affannoso) ed è ben conscio che il ragazo è penetrato nella sua mente vedendo alcuni sprazzi dei suoi ricordi.
Per altro, non si arrabbia col ragazzo, come ci si sarebbe potuto aspettare, per l'invasione nel suo privato. Anzi, riconosce in modo oggettivo il miglioramento nella reazione di difesa di Potter e ne è perfino soddisfatto. Da qui deriva la valutazione di obiettività di Piton in ciò che sta facendo. :lovelove:
Harry... bè, in fondo è ancora solo un ragazzo: ha compreso di aver invaso la sfera privata di Piton e, per questo, ne ha paura. Senza neppure rendersi conto del proprio miglioramneto, cosa che è il professore che, invece, sottolinea.


CITAZIONE
Stava correndo lungo il corridoio dell'Ufficio Misteri, davanti alle pareti di pietra, alle torce accese... la porta nera si faceva sempre più grande; lui correva così forte che ci avrebbe sbattuto contro, era a pochi metri e vedeva la striscia di debole luce azzurra... La porta si era aperta! Era entrato, finalmente, in una stanza circolare con pareti e pavimento neri, illuminata da candele con la fiamma azzurra, e c'erano molte altre porte intorno... ma qual era quella giusta...?
«POTTER!»
Harry aprì gli occhi. Era di nuovo disteso sulla schiena, senza alcun ricordo di come ci era finito; stava ansimando, come se avesse davvero corso lungo il corridoio dell'Ufficio Misteri, avesse davvero oltrepassato la porta nera e trovato la stanza circolare.
«Spiegati!» esclamò Piton, torreggiando su di lui, furioso.
«Io... non so che cos'è successo» disse sinceramente Harry, alzandosi. Aveva un bozzo sulla nuca, dove aveva sbattuto, e si sentiva febbricitante. «Non l'avevo mai visto prima. Gliel'ho detto, ho sognato la porta... ma non si era mai aperta...»
«Non ti impegni abbastanza!»
Per qualche motivo Piton sembrava più arrabbiato adesso che due minuti prima, quando Harry aveva visto i suoi ricordi.
«Sei pigro e sciatto, Potter, e non mi meraviglia che l'Oscuro Signore...»

Questa è, secondo me, la scena che più dimostra l'impegno di Severus nel cercare di aiutare/proteggere Harry. :lovelove:
Il ragazzo l'ha ferito al polso, ha invaso i suoi ricordi: eppure Piton non si è arrabiato, non ha reagito facendo del male a Potter. Ha semplicemente difeso la riservatezza del proprio passato respingendo con decisione Harry.
Qui, invece, Piton è furioso, come mai lo era stato nei due casi precedenti che lo riguardavano personalmente. E se questo non rivela chi davvero è Severus, e da che parte sta, non so proprio cos'altro dovrebbe fare, pover'uomo! :lovelove: Piton si rende conto del pericolo che Harry sta correndo (infatti interrompe immediatamente il ricordo per non fornire utili informazioni a Voldemort, dato che ha ormai compreso che la mente di Harry è un colabrodo in cui il Signore Oscuro va liberamente a nozze...).
Piton è arrabiato perchè capisce che Voldemort sta ottenendo da Harry le informazioni che vuole, perchè il ragazzo non si impegna e non segue le sue chiare istruzioni (liberare la mente prima di dormire) ma, al contrario, è ben felice di fare quei sogni, pensando di poter scoprire chissà che cosa. Invece, corre verso la propria e altrui (di Sirius) rovina.


Edited by Ida59 - 1/5/2018, 17:49
 
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Ora che ho concluso l'esame del brano inserito da Chiara (grazie! :wub: ) inseirsco il brano di Implacabile desiderio in cui ho inserito la scena del libro, mantenendo invariati gli accadimenti e i dialoghi (in corsivo) e aggiungendo solo i pensieri di Piton (in verde).

- In piedi, Potter.[1]
Il ragazzo si trovava ancora una volta in ginocchio sul pavimento del suo ufficio, cercando di schiarirsi la mente.
- Quell’ultimo ricordo. - disse Piton. - Che cos’era?
- Non lo so. - rispose Harry, alzandosi esausto. - Vuol dire quello in cui mio cugino cercava di farmi entrare in piedi nel water?
- No - mormorò Piton. - Voglio dire quello con l’uomo inginocchiato nella stanza buia...
Il mago aveva immediatamente riconosciuto Rookwood nel groviglio di immagini e suoni che aveva riportato a galla nella mente di Potter e sapeva con assoluta certezza che quel ricordo non poteva appartenere al ragazzo.
- Non è... niente - balbettò Harry.
Gli occhi scuri di Piton perforarono quelli del ragazzo che, ricordando che Piton aveva detto che il contatto visivo era essenziale per la Legilimanzia, sbatté le palpebre e distolse lo sguardo.
- Come mai quell’uomo e quella stanza si trovano nella tua testa, Potter?
- È... - disse Harry, guardando ovunque tranne che verso di lui, - è... solo un sogno che ho fatto.
- Un sogno? - ripeté Piton controllando con attenzione il proprio tono di voce affinché la preoccupazione non potesse esservi percepita.
Era Potter ad essersi insinuato ancora nella mente di Voldemort, o questa volta era stato il contrario? Era più che evidente che il ragazzo non si era mai allenato con l’Occlumanzia, come più volte lo aveva invece esortato a fare, svuotando la mente da ogni emozione prima di andare a dormire: il periodo del sonno era, infatti, quello in cui Voldemort poteva più facilmente penetrare nella sua mente indifesa.

Ci fu una pausa, durante la quale Harry fissò intensamente una grossa rana sospesa in un vasetto di liquido viola.
-Tu sai perché siamo qui, vero, Potter? - chiese Piton con voce bassa e minacciosa. -Tu sai perché sto sprecando le mie serate in questo lavoro tedioso?
- Sì. - rispose rigido Harry.
No, il ragazzo certo non poteva immaginare che lui avrebbe avuto sicuramente molto di meglio da fare che passare le sue serate a insegnare Occlumanzia a chi non aveva per niente intenzione di imparare. Certo, nessuno poteva immaginarlo, salvo Silente, ovviamente, che era proprio colui che lo aveva incastrato in quell’inutile dovere. S’impose di distogliere i pensieri da Vivian e tornò ad osservarlo, torvo.
- Ricordamelo, Potter.
- Perché io impari l’Occlumanzia - disse Harry, osservando un’anguilla morta.
Il mago era ormai convinto che quella fosse un’impresa senza speranza. Anche Potter doveva pensarla allo stesso modo, visto con quanta attenzione evitava di guardarlo negli occhi per impedirgli di leggere i suoi pensieri. Gli stava mentendo, come sempre: ne era certo, anche senza verificare la sua tesi nella mente del ragazzo.
- Giusto, Potter. E per quanto tu possa essere tardo… - Harry tornò a guardarlo con odio e il mago si compiacque d’aver raggiunto l’obiettivo di poterlo di nuovo fissare negli occhi, - pensavo che dopo oltre due mesi di lezioni saresti riuscito a fare qualche progresso. Quanti altri sogni hai fatto sull’Oscuro Signore?
- Solo quello - mentì Harry e il mago ebbe subito la piena conferma della menzogna.
- Forse - mormorò Piton socchiudendo gli occhi neri e freddi mentre gli scandagliava la mente alla ricerca di conferme ai suoi dubbi, - forse a te in realtà piace fare questi sogni e avere queste visioni, Potter. Forse ti fanno sentire speciale... importante?
- No - rispose Harry serrando le mascelle, e stringendo più forte la bacchetta.
- Tanto meglio, Potter - disse Piton gelido, - perché tu non sei né speciale né importante, e non sta a te scoprire che cosa l’Oscuro Signore dice ai suoi Mangiamorte.
- No... quello è compito suo, non è vero? - sbottò Harry.
Per un lungo momento rimasero a fissarsi: il mago percepì con chiarezza il timore del ragazzo d’essersi spinto troppo in là. Del resto, Potter non avrebbe mai immaginato quanto le parole che gli aveva quasi sputato addosso con odio corrispondessero invece alla più totale verità. Una verità di cui il mago era profondamente orgoglioso e per la quale rischiava la vita da molto tempo. Così, quando gli rispose, lasciò in parte che l’orgoglio filtrasse dalla sua solita maschera di gelida imperturbabilità, così che sul suo volto Harry vide un’espressione curiosa, quasi soddisfatta.
- Sì, Potter - sibilò, con un luccichio negli occhi. - È compito mio. Ora, se sei pronto, ricominciamo.



[1] Questo è il brano parziale della lezione di Occlumanzia (Harry Potter e l’Ordine della Fenice, pagg. 553 e segg.) in cui Piton si rende conto che Voldemort entra nella mente di Potter tramite sogni e lo spinge a cercare di scoprire l’Ufficio dei Misteri. Allo stesso modo, a fine 5° libro, Voldemort indurrà il falso sogno di Sirius prigioniero che porterà Harry a recarsi al Ministero e a cadere nella trappola tesagli. La parte in corsivo è tratta dal libro apportando solo le modifiche necessarie per spostare la visione soggettiva da Harry a Piton, mentre il resto sono mie aggiunte.

Edited by Ida59 - 15/4/2018, 15:12
 
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view post Posted on 19/4/2018, 20:49
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I ♥ Severus


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CITAZIONE (chiara53 @ 6/4/2018, 17:30) 
Piton comunque è colui che lo sprona, durante tutti i sette libri della saga: lo punge, lo stimola, lo fa piangere, ma ne fa un uomo.
Neville soffre una condizione tragica, ma non si piange addosso, Harry invece…

:applauso:
CITAZIONE
Ancora una volta questo parallelo mi colpisce per la nitidezza delle considerazioni .
Severus il Kattivo non usa mai contro Harry ciò che veramente potrebbe fargli male: i suoi pensieri e ricordi intimi di umiliazioni subite.

:applauso:

Edited by Ida59 - 1/5/2018, 17:48
 
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view post Posted on 8/5/2018, 16:46
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Ho letto il tuo estratto Ida.
Non ti resta altro che confessare: sei zia Row in incognito e recluti Fam di Severus per un golpe verso i suoi haters.
 
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view post Posted on 9/5/2018, 17:38
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