Il Calderone di Severus

Lady Memory - La Scommessa, long-fic; umoristico, con un tocco di romanticismo e una vena di follia; AU; Severus/Hermione; Hermione e i professori di Hogwarts; post 7° anno

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view post Posted on 4/4/2014, 07:02
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Buca-calderoni

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Ecco un'altra aggiuntina, anche perchè temo che i prossimi giorni non avrò tempo di scrivere nulla. Grazie sempre e comunque a chi mi legge, e grazie ancora a Chiara per il supporto e i consigli.

7. L’amaro sapore della vittoria

Il mattino seguente, Hermione apparve in sala professori sprizzando letteralmente felicità. Tutti notarono immediatamente il cambiamento, e si scambiarono occhiatine incredule ma soddisfatte. La loro bambina prodigio non aveva tradito le aspettative. Come diavolo ci fosse riuscita riguardava solo lei, ma ormai erano anni che sapevano che “chi dice Granger dice straordinario!” ed erano più che felici di inchinarsi al detto.

Severus in compenso sembrava molto meno felice. Aveva un’aria tesa e un aspetto sciupato, dimagrito. Hermione gli passò davanti naso all’aria, con una faccia altera che non prometteva nulla di buono.

Poi arrivò l’annuncio in sala professori.

Hermione fece un ingresso da diva. La folla festante, in ansiosa attesa, non vedeva l’ora di godersi la sfida. “Il problema di non avere la televisione,” pensò per un attimo la ragazza. Indubbiamente, la mancanza di tecnologia nel mondo magico rendeva la vita meno variata ma offriva divertimenti ben più pericolosi.

Con arte consumata – non per nulla erano anni che si esibiva in classe –centellinò brandelli di notizia fino a veder quasi salivare di curiosità gli astanti, bramosi del sangue dei contendenti. Ma non disse effettivamente nulla finchè non arrivò Snape, pallido nel suo abito nero.

“Penso di aver trovato qualcosa,” allora buttò lì con nonchalance, e tutti trattennero il respiro. “Sarei felice se voleste accettare il mio invito e partecipare come testimoni al momento dell’assaggio della pozione da parte del professor Snape.”

La folla esultò; Severus no. Lentamente, molto lentamente, incrociò le braccia. I colleghi si erano aperti a ventaglio intorno a lui per lasciare spazio ai due protagonisti della sfida.

“Dunque, Granger,” disse Severus col morbido tono serico che utilizzava magistralmente in queste occasioni, “vorresti farci credere che sei riuscita a distillare la pozione Oppositus?”

Improvvisamente, la ridicolaggine della sola supposizione lo colpì con tale intensità da farlo raddrizzare di colpo mentre gli splendevano gli occhi. Andiamo! La pozione Oppositus! Una delle pozioni più difficili al mondo! Il sogno di ogni pozionista emerito! Come poteva esserci riuscita quella ragazzetta? Ogni residuo timore venne spazzato via da un sollievo così potente che quasi scoppiò a ridere.

Hermione era impallidita a sua volta, ma di rabbia. “Allora sei d’accordo per provarla, Snape, o preferisci ritirarti?”

“Sarò felice di partecipare al divertimento, Granger. Ma ricordati che ti avevo avvisato.”

Perché diamine voleva cacciarsi in quel vespaio, la dannata ragazza? Perché non aveva accettato una onorevole ritirata quando le era stata offerta? Sinceramente, era dispiaciuto per lei, ma una lezioncina sull’umiltà le avrebbe fatto solo bene.

“Benissimo, Snape,” replicò invece quietamente lei, “allora vi aspetto tutti oggi pomeriggio nella sala pozioni piccola, per il tè… e l’assaggio,” concluse, guardandolo con occhi così stranamente ambigui che di colpo, l’ansia riassalì Severus e cancellò la gioia segreta che aveva provato ad immergersi in quello sguardo.

****************

Il pomeriggio sembrò non arrivare mai. C’era una grande eccitazione in giro, e per la prima volta, persino i professori erano distratti e con la testa da tutt’altra parte durante le lezioni. Molti studenti la fecero franca, e molti altri riuscirono invece a prendere voti spropositatamente alti con affermazioni ridicole del tipo “per effettuare correttamente un incantesimo, si deve avere una bacchetta”.

La tensione salì inarrestabile fino all’ora del tè, quando una piccola folla si riversò nella stanza appositamente preparata per la prova. Hermione l’aveva addobbata come per un buffet, e gli elfi avevano superato sé stessi per riempirla di piccole ghiottonerie. In mezzo alla saletta, troneggiava un ampio tavolo colmo di dolci, e al centro del tavolo, spiccava un piccolo calderone fumante, con un mestolo delicatamente poggiato al suo fianco sulla tovaglia ricamata.

Con un coro di esclamazioni stupite e deliziate, i professori si avvicinarono per osservare meglio. Hermione fece la sua apparizione sotto l’arco della porta, accolta da un applauso spontaneo, e sorridendo esitante invitò i colleghi a servirsi. Non chiedevano di meglio; la curiosità e l’eccitazione avevano grandemente stimolato l’appetito di quegli adulti compassati ritornati bambini, i cui occhi scintillavano pregustando un ottimo dessert e un divertimento inaspettato.

Hermione invece stava cominciando a pentirsi di tutta quella sceneggiata. Avrebbe voluto essere sola con Snape come nelle loro solite lezioni, per le quali ormai provava una nostalgia irresistibile, e avrebbe voluto che lui potesse osservare, assaggiare e criticare in completa pace dello spirito. Ma la cosa le era sfuggita di mano. Eh, l’orgoglio era una gran brutta cosa. E lei purtroppo, orgogliosa lo era da sempre…

“Allora, cara,” bofonchiò Pomona, sgranocchiando una fetta di crostata, “dicci qualcosa di più su questa pozione. Come hai fatto a ricostruirla? E soprattutto, quali sono i suoi effetti?”

Hermione sospirò dentro di sé e si sentì improvvisamente molto insicura. Aveva seguito meticolosamente tutte le istruzioni che le aveva rivelato l’antico volume in cambio di coccole e di un restauro accurato. Ma poteva davvero essere sicura del risultato? Per un attimo, immaginò il disastro e le si piegarono le ginocchia per il panico. Ma già Minerva le era accanto, sorridente e tranquillizzante.

“Siamo tutti molto curiosi, Hermione,” le disse con affetto. “Ma non c’è bisogno di rivelarci i tuoi segreti professionali. Ci basta vedere quanto tempo hai dedicato a questa pozione per capire l’impegno che ti ha richiesto. Comunque vada, sei stata bravissima.”

Anche se le aveva parlato come avrebbe parlato ad una delle ragazzine del primo anno, Hermione si sentì immensamente confortata. Si rivolse alla cerchia che la guardava con grande aspettativa.

“La pozione Oppositus,” spiegò con voce tornata chiara e cristallina, “è, come forse sapete, una pozione rigenerante.”

Una rapida occhiata alle facce dei circostanti le fece immediatamente capire che invece non ne sapeva niente nessuno, neanche, incredibilmente, Minerva e Filius. Il pensiero che avessero spudoratamente mentito col loro atteggiamento supponente per tutto quel tempo le diede una gioia profonda. Avevano parteggiato per lei fin dall’inizio, e il suo cuore si riempì di affetto.

“Questa pozione venne creata nei primi anni del milleseicento da Elfric Ranulf, pozionista che desiderava fare una sorpresa a sua moglie. La pozione Oppositus infatti migliora, esalta o se preferite… corregge i difetti fisici. In parole povere, è una pozione di bellezza.”

Ci fu un coro di esclamazioni soffocate. Tutti erano stati presi di sorpresa. Avevano immaginato chissà quali effetti letali, e invece…

Hermione deglutì e continuò abbassando la voce, “All’epoca, ebbe un successo incredibile, come potete immaginare. Ranulf ne mise in commercio un certo numero di dosi che presto raggiunsero prezzi esorbitanti. Ma infine la pozione venne ritirata dal mercato perché, in alcuni rari casi, poteva avere effetti secondari non troppo piacevoli.”

L’interesse si ravvivò di colpo a questo dettaglio inaspettato, e tutti rialzarono gli occhi verso la ragazza al centro della stanza.

“Alcuni aspetti fisici venivano fin troppo accentuati, e ne risultavano quindi caratteristiche grottesche. Ma Ranulf rinunciò a modificare la pozione e presto esaurì le scorte disponibili in quanto ben pochi dei suoi acquirenti abituali – e soddisfatti - erano disposti a rinunciare ai suoi benefici. Benefici, voglio ricordare, a lunga durata ma tuttavia non permanenti. Poi la moglie di Ranulf morì, e questo segnò definitivamente la fine della produzione."

Silenzio di nuovo. Hermione si schiarì la voce.

“Ecco,” disse timidamente, “da allora molti pozionisti emeriti hanno provato a ricreare la Pozione Oppositus, senza mai riuscire a produrre altro che distillati scadenti, dai risultati molto… opinabili.”

Con la solita brusca franchezza, Hooch la interruppe, “Tutto questo è molto bello, cara, ma cosa ti ha fatto credere di aver trovato una soluzione?”

Hermione fece per rispondere, ma Minerva tagliò corto al posto suo. “Questo lavoro è di Hermione e i suoi metodi sono ovviamente riservati. L’importante è che qui c’è la pozione, e presto ci sarà una cav… qualcuno che si è detto disponibile a provarla.”

Poi l’anziana strega si girò verso la ragazza. “Suppongo tu abbia preparato un antidoto per ogni evenienza.”

“Oh, certo!” esclamò immediatamente Hermione.

“Benissimo,” replicò Minerva e si guardò intorno con la sua solita aria efficiente. “Allora, dov’è il nostro collaudatore?”

Il buonumore ormai aleggiava in sala, e alcune delle donne presenti riempirono la tazzina del tè con la mistura fumante, dicendo allegramente a Hermione, “Se la cosa funziona, ne voglio un poco anch’io, cara. Spero che me la lascerai provare.”

Unendosi al gruppo festante, dopo aver riempito la sua tazzina con una determinazione che confermava ulteriormente la fiducia dei colleghi in Hermione, Poppy dichiarò con un gran sorriso, “Direi che una pozione di bellezza non può che far bene al nostro Severus!”

Tutti scoppiarono a ridere, e in quel momento la figura nera di Snape si stagliò sotto la porta.

“Ci stiamo divertendo, vedo,” disse col suo tono sarcastico. “Ma penso che il divertimento migliore debba ancora arrivare… non è vero, Granger?”

La scrutò con occhi sardonici e lei impallidì per la tensione. Per la millesima volta in quel giorno rimpianse amaramente di aver dato l’avvio a tutta quella faccenda. Ma ormai era impossibile ritirarsi.

Tutti fecero largo al nuovo arrivato, che si avvicinò guardingo al calderoncino bollente.

“Molto ben studiato, Granger. L’effetto è davvero scenografico,” disse Snape con un ghigno beffardo che sottintendeva che oltre all’aspetto, non ci sarebbe stato nient’altro. “Vediamo adesso se funziona come sostieni.”

Per una frazione di secondo, la mano gli tremò impercettibilmente. Poi Severus prese il piccolo mestolo, lo immerse nel liquido fumante e se lo portò alle labbra.

Un’esplosione ed un lampo abbagliante riempirono la sala, e un grido collettivo si alzò al soffitto mentre tutti si strofinavano gli occhi, stupiti e allarmati, temporaneamente accecati da quella luminosità estrema e storditi dal botto inaspettato.

Quando le grida e la confusione cessarono, Minerva esclamò sbalordita, “Ma… ma dov’è Severus?”

Del nero professore di pozioni sembrava non essere rimasto più niente. Hermione spalancò occhi e bocca in preda al panico, mentre l’anziana donna le chiedeva ansiosamente, “Ti risulta che questo possa essere uno degli effetti collaterali indesiderati della tua pozione, Hermione?”

“N-no, no. NO!” balbettò la ragazza, atterrita. “Il massimo che può accadere è… è appunto un effetto indesiderato come capelli troppo lunghi o un naso troppo grande.”

E allora arrivò il commento rassicurante di Filius, “Nessuna pozione che io conosca fa scomparire le persone. Per me, è stato solo un abile trucco di Severus per squagliarsela.”

Gli astanti si guardarono in faccia, sollevati all’ipotesi. Tuttavia, le donne che avevano riempito le tazzine di pozione si affrettarono a svuotarla nelle piante in vaso che ornavano la sala, provocando gioiose crescite multicolori e uno sbocciare tripudiante di fiori.

“Basterebbe solo questo a dimostrare che la pozione è innocua,” borbottò ancora Filius. Ma Minerva incrociò la braccia e disse severamente, “Non possiamo sapere cosa è accaduto. Quindi, proibisco a tutti di utilizzare questa pozione finchè non sapremo che fine ha fatto Severus.”

Si girò verso Hermione, che pareva sull’orlo delle lacrime.

“Mi spiace tantissimo, cara. Non mi sarei mai aspettata una fine simile per la tua dimostrazione. Però, pur con tutta la mia fiducia, tu capisci che non posso permettere che questo esperimento vada avanti. Aspetteremo qualche ora per capire cosa sia accaduto e vedere se Severus ricompare. Ma se non lo vedremo riapparire, allora…”

L’anziana donna deglutì. “Non voglio neanche pensare a quel che potrebbe essere successo.”

Edited by Lady Memory - 5/4/2014, 00:55
 
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view post Posted on 4/4/2014, 23:08
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La Scommessa - cap. 1/7



Ma quanto scrivi bene, Mep, riesci a usare le parole con una facilità incredibile! Non avendo potuto leggermela nei giorni scorsi, a causa della mancanza cronica di tempo, me la sono bevuta tutta d'un fiato stasera, dal primo capitolo fino a quest'ultimo, imprevedibile colpo di scena che ci lascia tutti in ansia per la fine del povero Severus :P E' una storia deliziosa, veramente godibile, frizzante, appassionante e, come ho già detto, scritta in modo impeccabile: carinissima l'idea di far interagire i libri con Hermione e perfetta la caratterizzazione dei personaggi, una vera chicchina! Ma adesso, mia cara, devi aggiornare veloce perchè non puoi lasciarci in sospeso senza che si sappia dove diavolo è andato a finire il prof! ;) :lol:

Edited by Ida59 - 4/10/2016, 15:30
 
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view post Posted on 4/4/2014, 23:29
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Buca-calderoni

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Grazie! Stavo per andarmene a dormire quando è arrivato il tuo messaggio, una sorpresa inaspettata e quindi tanto più gradita. Sono davvero contenta che la storia vi stia piacendo! Sinceramente, ogni volta che aggiungo un pezzo ho sempre paura di star facendo un grosso errore... perciò, grazie ancora.

Domani mattina posterò senz'altro l'ultimo capitolo che sono riuscita a scrivere in questi giorni, dopo di che dovrò riuscire a trovare un po' di tempo libero, se vogliamo vedere la fine di questo intreccio. In effetti, ora che ci penso, non so mica come andrà a finire il tutto... lo scoprirò con voi ;)
 
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view post Posted on 5/4/2014, 08:35
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Buca-calderoni

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Allora, intanto vorrei ringraziare di nuovo tantissimo e veramente di cuore tutti coloro che mi stanno leggendo e in particolare chi mi ha lasciato un messaggio, ovvero Fink, Chiara53, Ellyson e Ele Snapey.

Siete state davvero gentili, mentre io credo di non aver saputo esprimere in maniera decente la mia gratitudine per il vostro incoraggiamento. Ho riletto le mie risposte e ho pensato che, al vostro posto, mi sarei mandata al diavolo, anzi, a bere la pozione Oppositus.
Quindi GRAZIE di nuovo :) :wub:
Come scrivo sempre nei miei racconti inglesi, "your support is greatly appreciated!"

Poi, aggiungo l'ultimo capitolo che sono riuscita a scrivere, così forse qualche curiosità ce la togliamo ;)
Un abbraccio, e "see you later", cercherò di trovare un po' di tempo.

8. Raccogliere i cocci può far male alle mani

La serata arrancò verso la fine. Una fine molto cupa.

All’ora di cena, un paio d’ore dopo la sparizione, non c’era ancora alcuna traccia di Severus. I suoi colleghi si sedettero a tavola pensierosi. Hermione mandò a dire che preferiva non partecipare e che avrebbe spilluzzicato un toast in camera sua, ma venne snidata da Minerva che la trascinò in Sala Grande quasi di forza. Gli studenti mangiavano facendo il solito chiasso, e questo smorzò le conversazioni, a parte brevi commenti volanti che si intrecciavano da un lato all’altro della tavolata.

La sparizione del professore di Pozioni aveva dato il via ad una specie di lotteria dei pronostici, in cui ognuno dava una sua interpretazione dell’accaduto... a seconda di come vedeva la cosa, ovviamente. C’era chi pensava che Severus se l’era squagliata e sarebbe tornato dopo aver architettato una spiegazione plausibile per la sua fuga vergognosa; chi invece riteneva che fosse corso a documentarsi meglio prima di affrontare la prova; altri commentarono francamente che non sapevano cosa pensare, ma nessuno mise in dubbio le capacità di Hermione. La cosa la rinfrancò molto, perché era arrivata a cena terrorizzata all’idea di venir sottoposta ad una specie di processo fatto di occhiate ostili.

Minerva, che a tavola se l’era tenuta vicino, aveva fatto il possibile per rincuorarla e alla fine, era arrivata a dirle,”Devi pensare che Severus ha il doppio della tua età e una grandissima esperienza in materia di pozioni. Se ha accettato di provare la tua creazione, aveva evidentemente capito che non c’erano pericoli… sai, i pozionisti hanno i loro metodi… credo ci sia una specie di sesto senso per queste cose…”

E le aveva stretto la mano come una vecchia zia affettuosa.

Tutto molto bello, aveva considerato Hermione dentro di sé, ma nella sua ansia protettiva, Minerva non si era resa conto di star parlando proprio con una futura pozionista. Tutte quelle sciocchezze sul sesto senso non avevano appunto “senso”.

Nel suo anno di studio precedente, Hermione aveva letto varie storie su pozionisti audaci che avevano finito per avvelenarsi da sé stessi. Addirittura, aveva scoperto un libretto in biblioteca che, ricalcando le storie poliziesche babbane, presentava ben dieci casi particolari ancora irrisolti sotto il titolo “Scomparse misteriose: fatalità, delitto o suicidio?” e ne elencava i nomi attribuitigli dalla fantasia popolare: “Il caso del dente di drago marcio” oppure “Il caso dell’osso disossato”. All’epoca l’aveva trovato divertente, ma adesso non avrebbe voluto rientrare a far parte di quella casistica, magari sotto il titolo de “Il caso del professore scomparso”.

Un ulteriore avvenimento giunse poi a scompigliarle definitivamente i nervi.

Nonostante l’antipatia che provava per Hermione, Sibilla ne aveva una grande stima. O meglio, aveva una grande stima per le sue doti di “sgobbona”, come soleva dipingerla ai colleghi quando Hermione non era presente.

A tavola aveva cominciato a lanciare messaggi criptati del tipo, “il mio Occhio Interiore mi assicura che Severus sta benissimo.” Da quando si era saputa la verità sulla vicenda Potter, ovvero che la prima profezia era stata rivelata appunto da Sibilla, e che a quella se ne era poi aggiunta un’altra al momento della reincarnazione di Voldemort, la veggente si era sentita ammantare di gloria imperitura. Nessuno avrebbe più potuto criticarla, e anche il “ronzino”, come continuava a definirlo lei, aveva dovuto ammettere che gli umani, nella loro follia, sono a volte guidati da forze incomprensibili persino ai centauri.

Avvolta quindi da questa aura di splendore, Sibilla si sentiva autorizzata a lanciare oscuri avvertimenti e profezie che, data la loro nebulosità, potevano essere interpretati in tantissimi modi… dopo che gli eventi si erano verificati.

Ma quella sera, Sibilla era mossa da ben altre forze. Aveva preso coraggio bevendo più del dovuto, e i vicini si accorsero che le sue predizioni si stavano facendo sempre più concrete quando cominciò a borbottare ripetutamente la stessa frase, “Come una farfalla, esco dalla crisalide! Come una farfalla, apro le mie ali!”

A fine cena, uscì dalla sala barcollando, con un sorriso vacuo stampato sul viso. Hermione ebbe un impulso premonitore e si precipitò sulle sue orme in tempo per vederla entrare nella saletta di Pozioni ed afferrare il mestolo. Minerva, arrivata subito dietro di lei, ebbe un grido d’avvertimento.

“Non farlo!”

Ma la veggente era determinata e, con una rauca risata, ribattè sprezzante, “Non puoi impedirmelo, Minerva! Come una farfalla, mi librerò nell’aria!” E inghiottì voracemente la pozione.

Non accadde nulla, e per un momento, i visi delle tre donne rifletterono intensamente solo i loro sentimenti predominanti: sollievo per Minerva ed Hermione, delusione per Sibilla.

Poi, l’espressione della veggente cambiò di colpo, e con un singhiozzo, la donna si posò le mani sulla testa. Hermione fece un passo indietro e Minerva ansimò d’orrore. Le orecchie di Sibilla si stavano ingrandendo spropositatamente e diventavano via via larghe come quelle di un elefante e ancora di più, sempre di più, in un crescendo che pareva destinato a non finire mai.

“Come… ali di farfalla…” balbettò Minerva, incapace di distogliere lo sguardo dalla sfortunata collega, e Hermione guardò con lei, in una sorta di fascinazione morbosa.

Per un lunghissimo attimo, Sibilla stette di fronte a loro come un lepidottero mostruoso, le orecchie enormi che ormai toccavano terra palpitanti. Poi il peso di quelle appendici smisurate vinse la sua resistenza, e la veggente cadde sul pavimento, piangendo e gridando.

“Presto, l’antidoto!” comandò Minerva, ed Hermione, riscossasi dalla trance, si precipitò verso un flacone nascosto in un angolo. Come Merlino volle, fecero inghiottire alcuni sorsi alla sfortunata strega che, ormai atterrita, si rifiutava di collaborare e accusava Hermione dell’accaduto.

“Ora basta, Sibilla!” le ordinò fermamente Minerva. “Eri stata avvisata di non toccare la pozione, eravate stati avvisati tutti!”

L’ansia e l’agitazione che le stringevano le viscere furono felici dell’occasione di sfogarsi che le veniva presentata, e la povera Sibilla si prese una lavata di capo come mai le era capitata dai tempi in cui, bimba di sei anni, aveva pasticciato con la bacchetta di sua madre, trasformandola per alcune ore in un rospo. Come avesse fatto suo padre a capire che quell’anfibio gorgogliante era sua moglie restava per Sibilla tuttora un mistero, anche se aveva sentito alcune frasi decisamente illuminanti sul rapporto che legava i suoi genitori.

Le orecchie le si sgonfiarono leggermente, ma restarono tuttavia di proporzioni allarmanti, e a quel punto, Sibilla cominciò a singhiozzare disperatamente, dicendo che aveva mal interpretato le premonizioni del suo Occhio Interiore che aveva voluto avvisarla, non certo tradirla come invece aveva fatto quella detestabile ragazza di fronte a lei, che l’aveva sempre odiata sin dai tempi di scuola e non le aveva mai creduto e aveva sparlato di lei e si era rifiutata di… seguire… le… sue… lezioni…

Distrutta dallo shock emotivo e dall’alcol sbevazzato, Sibilla si addormentò di colpo sull’ultima frase, lasciando Minerva e Hermione interdette. Poi, l’anziana strega si rivolse alla giovane pozionista fallita – così ormai si vedeva Hermione – e le chiese quietamente, “Signorina Granger, tu sai che non ho mai dubitato di te e delle tue capacità. Ma a questo punto mi domando: cosa accidenti hai mescolato in quel calderone?”

Apostrofata con quel “signorina” così formale che non sentiva da secoli, Hermione scoppiò a piangere anche lei, e per un quarto d’ora, Minerva dovette esercitare tutta la sua pazienza ed esperienza per calmare i singhiozzi della ragazza che giurava che avrebbe lasciato Hogwarts e il mondo magico per ritirarsi per sempre in qualche monastero in Tibet.

Infine, Minerva creò una barella con un tocco delicato della sua bacchetta, vi issarono la svenuta Sibilla e la seguirono fino all’infermeria, dove trovarono una Poppy silenziosa, perplessa e delusa.

“Peccato,” disse la Guaritrice in un sussurro a Hermione. “Ero sicura che ce l’avresti fatta.”

Poi aveva guardato gli occhi arrossati della ragazza e aveva rettificato, in un tentativo illogico di sollevarle il morale, “In effetti, ne sono ancora sicura. Dobbiamo solo capire cosa non ha funzionato…”

***************

Tornando tristemente verso le sue stanze, Hermione rimuginò sul problema. Era possibile che l’antico volume l’avesse ingannata? In fin dei conti, veniva dalla sezione proibita. Libri oscuri e malvagi, traditori per essenza. Un cupo rossore le invase le guance. Se davvero era così, l’avrebbe fatto a pezzi. Avrebbe lacerato le sue pagine striscia per striscia, le avrebbe radunate in mezzo alla sala di pozioni, avrebbe ballato su di loro riducendole in poltiglia, poi le avrebbe bollite nel calderone e infine bruciate sulla fiamma del…

Di colpo, si fermò e si guardò attorno. Le sue gambe e il suo inconscio l’avevano tradita, e Hermione, come vuole la tradizione, involontariamente era tornata sul luogo del delitto: la saletta di pozioni.

Era molto tardi, il castello era immerso in una quiete sonnolenta, e in quella pace sovrannaturale, la ragazza si diresse verso il calderone e guardò il liquido ormai freddo e immobile.

Che cosa diavolo aveva sbagliato? Perché non aveva funzionato? Perché, perché, perché? C’era di che ammattire per la rabbia, la delusione, la frustrazione… e diciamolo pure, il rimorso. Dove era finito il Professor Snape? Cosa gli era successo? Con una stretta al cuore, dovette riconoscere che le mancava tantissimo, e avrebbe dato qualunque cosa per poterlo rivedere sano e salvo.

Sospirò di pena, sentendo di nuovo le lacrime salirle agli occhi. Perché aveva iniziato tutta quella storia? Cosa le aveva fatto credere che ci sarebbe riuscita? Perché era stata così stupidamente orgogliosa e testarda?

“Perché?” mormorò sentendo una gran pena per sé stessa oltre che per le sfortunate vittime di quella scommessa, e sospirò profondamente, un gran sospiro tremulo di pianto.

Poi si bloccò. Le sembrava di aver udito un altro sospiro simile al suo. In quella stanza c’era forse l’eco? Non ci aveva mai fatto caso. Tese l’orecchio in ansiosa attesa ed ecco, il sospiro puntualmente si ripetè, triste come il suo, accorato come il suo. Ma da dove veniva?

Un’idea pazzesca le attraversò il cervello folgorandola sul posto. La ragazza si chinò di scatto, accovacciandosi sul pavimento, e con mano tremante alzò la tovaglia che strisciava terra.

E lì, rannicchiato contro una zampa del tavolo, seduto a terra con le braccia avvolte attorno alle gambe, c’era il professor Snape.

Che Hermione rimanesse di sale per la sorpresa è dire poco. Ma quello che l'aveva fatta letteralmente ammutolire era ben altro. Il Professor Snape era diventato la miniatura di sè stesso: non era più alto di una ventina di centimetri!
 
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view post Posted on 5/4/2014, 09:06
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La Scommessa (capitolo 8)



Mi sono affrettata a leggere. Questa per me è la parte "nuova".
Deliziosa e leggera la storia si dipana con un'impressionante logica.
Hermione mi è sempre più simpatica, Sibilla... bhè Sibilla è Sibilla. Certo la scena in cui le orecchie crescono è irresistibile. Altrettanto irresistibile Minerva che un po' consola, un po' si preoccupa, un po' si arrabbia - come una zia!
Questo racconto in cui Severus si "riduce" ( ti dirò un po' l'avevo immaginato) è veramente gradevole. Una pennellata di umorismo sottile ed elegante che solleva il cuore quando lo si legge.
Complimenti Mep.

Edited by Ida59 - 4/10/2016, 15:31
 
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view post Posted on 5/4/2014, 18:27
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Buca-calderoni

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Grazie! Ma non farmi tanti complimenti, altrimenti mi gonfio come la zia Marge e poi chi viene a tirarmi giù? ;)
Scherzi a parte, sono contenta che anche la parte nuova ti sia piaciuta. Te l'avevo mandata in anteprima, ma penso che tu abbia avuto troppo da fare in questi giorni per accorgertene (sono molto contenta anche per Claudio :)
Il Severus in miniatura è una delle mie fisse da tanti anni. Ho scritto due storie in inglese su di lui, mai pubblicate, quindi dovevo pareggiare con almeno una in italiano. Spero che ti piacerà anche il seguito. Un abbraccio.
 
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view post Posted on 6/4/2014, 22:24
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La Scommessa (capitolo 8)


Oh, l'aggiornamento! Ti confesso che l'idea del Severus tascabile mi ha fatto impazzire al pensiero di come sarebbe davvero bello poterlo avere di quel formato per portarselo sempre appresso, piccolo lui!!! :wub: Scherzi a parte, l'evoluzione degli eventi è intrigante e mi hai fatto morire con le conseguenze dell'incantesimo su Sibilla :lol: Leggere questa storia è un vero piacere, Mep, soprattutto ora che sto già pregustando quello che succederà al povero mini-Severus, adesso che ci sono ottime premesse perchè possa accadere di tutto e di più ^_^

Edited by Ida59 - 4/10/2016, 15:32
 
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view post Posted on 7/4/2014, 06:58
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Buca-calderoni

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Sono contenta che ti sia piaciuta anche questa parte :)

Grazie per avermi letto e recensito. Come immagino saprai benissimo, le informazioni dei lettori sono la bussola migliore quando si scrive senza sapere dove si va a finire ;)

Cioè, in realtà una vaga idea fino ad un certo punto ce l'ho... Intanto godiamoci il mini-Severus. Spero di riuscire a trovare un po' di tempo per andare avanti col racconto. Grazie ancora e ciao!
 
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view post Posted on 7/4/2014, 09:54
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La Scommessa (capitolo 8)


Devo assolutamente avere un Piton tascabile! :woot:
Sai che bello averlo in ufficio, seduto vicino al pc, che ti squadra dalla mattina alla sera?
L'unico problema é che mia figlia potrebbe scambiarlo per la statuina che ho in cucina e vuole farlo ballare con le principesse! :P

Tralasciando questo scorcio di vita quitidina della sottoscritta, il capitolo mi è piaciuto molto. Sibilla é stata esilarante, anche Minerva mi é piaciuta parecchio.

Solo mi chiedo perché la pozione abbia fatto rimpicciolire Severus, insomma se enfatizza i "problemi fisici" perché non é cresciuto il naso o i capelli? Perché é più piccolo?
Questa cosa mi incuriuosisce parecchio.

Aspetto il prossimo capitolo!

Edited by Ida59 - 4/10/2016, 15:33
 
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view post Posted on 7/4/2014, 10:47
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Mamma mia, Elly! Rabbrividisco all'idea di un Piton minuscolo nelle mani di Rebecca! Quanto potrebbe durare? Ho ricordi molto vividi delle mie figlie a quell'età... Orrore e raccapriccio ;)

Per il resto, eh! Temo che dovrai aspettare un po' per soddisfare la tua curiosità. Sfortunatamente, al momento ho troppo da fare e posso solo rispondere ai vostri messaggi e ringraziarvi tutte tantissimo per il supporto.

Non c'è niente di più bello che raccontare una storia a chi ti sta a sentire. Lo sanno - purtroppo per loro - tutti i miei famigliari e amici. Stavolta è toccato a voi. Grazie ancora per la partecipazione all'impresa :)
 
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view post Posted on 9/4/2014, 08:31
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Buca-calderoni

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Allora, spinta dalla mia coercizione a raccontare e dalla benedizione di Chiara, la mia previewer e cavia adorata a cui mando un grande grazie per la pazienza con cui ascolta le mie telefonate caotiche, aggiungo un nuovo capitolo e aspetto di sentire se vi è piaciuto.

(Ma se preferite, potete anche solo mandarmi i vostri nomi come risposta. Non c'è bisogno di fare commenti. Sapere che siete lì mi fa capire che vi state divertendo.
Grazie in ogni caso.)

9. Perché dovrei crederti?

La ragazza e il professore si guardarono negli occhi per un lungo momento, entrambi troppo sbigottiti per parlare. Poi Hermione scivolò lentamente in ginocchio, appoggiò una mano sul pavimento e aprì la bocca come se volesse dire qualcosa… ma rinunciò all’ultimo minuto.

Severus invece, dopo un primo attimo di confusione e di imbarazzo, si erse lentamente in tutta la sua nuova minuscola altezza; poi, sempre con deliberata lentezza, incrociò le braccia e fissò Hermione con uno sguardo in cui rabbia e disperazione combattevano una dura lotta per il predominio.

“Sei venuta a farti quattro risate, Granger?” chiese freddamente. Stranamente, nonostante le piccole dimensioni, la sua voce non era cambiata. Sembrava solo che venisse da molto lontano.

Hermione si chinò ancor più verso di lui, fissandolo affascinata. Così ridotto, era veramente incredibile da guardare. La perfezione dei lineamenti, le pieghe dei suoi abiti, tutto contribuiva a far di Snape la bambola di più squisita fattura che lei avesse mai visto. Ma subito dopo, lo sgomento le attanagliò nuovamente il cuore. Cosa era successo? E lui, come stava?

“Come si sente, Professore?” domandò ansiosa, tornando istintivamente al vecchio rapporto alunna-insegnante.

“Oh, magnificamente!” ribattè febbrilmente Severus, facendo un passo avanti mentre le guance gli si imporporavano di sdegno. La rabbia aveva preso il sopravvento. “Sono stato ridotto alle dimensioni di un pupazzo dalla pozione che TU, Granger, hai preparato e di cui TU, Granger, ti sei vantata con tanta sicumera. Allora, non ti sembra che abbia funzionato egregiamente? Che ne dici, chi ha vinto la scommessa? Tu che hai distillato questo obbrobrio o io che sono stato così stupido da assaggiarlo?”

Hermione era di nuovo sull’orlo delle lacrime. “Mi dispiace!” gemette, felice tuttavia di poter esternare finalmente l’angoscia repressa così a lungo e il sollievo di sentirlo usare i toni caustici a cui lei era ormai abituata. E come faceva sempre in questi casi, si scusò accusandosi, una tattica dal successo infallibile. Almeno, con gli altri professori. “Ero sicura che avrebbe funzionato, non capisco cosa sia successo! Sono stata sciocca e presuntuosa, Severus, non avrei mai dovuto dar retta al mio orgoglio.”

Snape sospirò. Quell’accenno all’orgoglio e quell’autoaccusa sembravano aver spento di colpo la sua ira, trasformandola in cupa rassegnazione. Per un fugace attimo, Hermione si sentì meglio. Scusarsi faceva bene al cuore e chissà, magari, miracolosamente, avrebbe anche risolto la situazione tra loro due.

“Dimmi la verità, Granger,” disse invece lui, avvicinandosi cautamente a lei e guardandola da sotto in su come si guarderebbe una montagna. “Che cosa hai utilizzato per quella pozione?”

Lei ebbe una fitta di gelosia professionale. “Suppongo che tu conosca la ricetta base”, rispose freddamente.

“Hai usato la ricetta base?” ululò lui alzando le braccia al cielo.

“Calma, aspetta!” si affrettò a replicare Hermione. “Ho seguito nuove indicazioni che ho trovato…”

Era sul punto di lasciarsi sfuggire la storia del turpe baratto avuto con l’antico volume e di chiedere magari il suo parere a proposito dell’affidabilità dei libri nella sezione proibita; ma poi, ancora una volta, la gelosia professionale le tappò la bocca.

“Indicazioni che ho trovato consultando altre fonti confidenziali”, concluse con alterigia.

Snape strinse i minuscoli pugni e atteggiò le labbra ad una smorfia espressiva. “Non prendiamoci in giro, Granger! Ti conosco fin troppo bene! Che accidenti di libro hai consultato?”

“Non so se posso dirtelo”, rispose lei, girandosi e incrociando le braccia con quell’aria irritante di superiorità che, appunto, la rendeva così irritante in questi casi.

“GRANGER! Sei impazzita?” gridò Severus, facendo un ulteriore passo avanti. “Come credi che possa risolvere il disastro che hai combinato se non mi dici quello hai fatto?”

“Giusto!” disse Hermione, illuminandosi come per una subitanea intuizione. “Però tu non devi preoccuparti. La soluzione ce l’ho già io!”

“Quale soluzione?” chiese diffidente Severus.

“Ma l’antidoto, naturalmente!” Poi Hermione aveva intrecciato le mani ed aveva esclamato, apparentemente rivolta al soffitto, “Ecco, vedi? Invece di perdere tempo a fare domande inutili buone solo a confondermi le idee, dovresti bere l’antidoto! Ora te lo prendo, e così risolveremo tutto.”

“COSA???” gridò di nuovo Severus dal pavimento. “Non intendo bere nient’altro di tua produzione! Chi mi assicura che funzioni? Anzi, perché dovrebbe funzionare?”

“D’accordo”, rispose gelidamente Hermione. “Allora non mi resta che chiamare Minerva e Poppy e lasciare a loro l’incombenza di curarti. Di loro, suppongo, ti fiderai.”

Di colpo, Severus parve sgonfiarsi e ridursi a proporzioni ancora più minuscole.

“M-Minerva?” balbettò sgomento. “P-P-Poppy?”

Nonostante la distanza che li separava, Hermione riusciva perfettamente a seguire il filo dei suoi pensieri e vedeva il panico invadergli gli occhi all’idea di essere visto in quelle condizioni da quelle due donne così materne e impiccione. Avrebbe mai potuto riprendersi da quella terribile stoccata alla sua dignità? Con che faccia avrebbe discusso con Minerva in futuro? Sarebbe più riuscito a sfuggire agli sciroppi di Poppy in inverno? E… E cosa avrebbero detto di lui gli altri colleghi?

Schiacciato da quella prospettiva agghiacciante, Snape barcollò, fece un passo indietro e ansimò, “Granger… tu… tu non oserai…”

Hermione seppe di aver vinto. “Senti”, disse con calma, “io non so cosa sia successo, ma il mio antidoto non può peggiorare la situazione. Proviamolo, perché se non funziona sarò costretta davvero a chiamare qualcun altro per farmi aiutare.”

Severus sembrava essersi pietrificato, ed Hermione lo sollecitò di nuovo.

“Deduco che preferisci l’assistenza del professor Slughorn?” insinuò perfidamente.

Severus ebbe un lungo brivido e si prese la testa tra le mani.

“D’accordo,” mormorò, ma il suono delle sue parole non arrivò fino ad Hermione, che fece l’atto di alzarsi.

“D’accordo!” gridò allora lui, diventando nuovamente paonazzo per la collera. “Ma sappi, Granger, che questa me la pagherai! E molto cara!”

“Perché mi minacci, Severus?” disse allora lei con finta innocenza. “Io voglio solo aiutarti.”

Poi tese una mano verso di lui. “Sali,” lo invitò.

Snape si irrigidì immediatamente. “Come sarebbe?”

“Ti do un passaggio”, scherzò lei. “Così ti sarà più facile raggiungere il tavolo e l’antidoto.”

“Non ci penso nemmeno!” esplose lui. “Riduci quel mestolo e porta l’antidoto qui!”

“Andiamo, Severus,” obiettò lei, avvicinandosi inesorabilmente. “Non complicare sempre tutto.”

Severus aveva perfettamente ragione: ridurre il mestolo sarebbe stata una magia facile e sicura, ma Hermione non osava confessare nemmeno a sé stessa quanto desiderasse tenere quel perfetto minuscolo esemplare di essere umano tra le mani. E sempre senza riflettere, si curvò verso di lui.

“Non mi toccare!” Atterrito, Severus indietreggiò freneticamente in cerca di scampo, ma si ritrovò bloccato dalla zampa del tavolo. Nonostante le sue proteste, le dita di Hermione lo snidarono gentilmente, e con estrema delicatezza, si chiusero su di lui.

Serrando con infinita precauzione il piccolo corpo che tentava vanamente di liberarsi, e temendo che potesse sfuggirle e di conseguenza cadere, la ragazza si alzò velocemente da terra. Subito echeggiò un grido di angoscia.

“Aspetta, aspetta, ASPETTA!”

Sollevato così rapidamente ad altezze per lui vertiginose, il povero Severus stava sperimentando una nausea terribile. In preda al capogiro, si aggrappò disperatamente alla mano di Hermione, nascondendo il viso contro le sue dita morbide.

“Scusa, scusa, SCUSA!” implorò allora lei, spaventatissima, chiudendo le mani a coppa per proteggerlo e poi avvicinandole a sé per vederlo meglio.

Il mondo si fermò per un delizioso istante mentre Severus, reso momentaneamente muto dagli allarmanti sintomi che salivano irrefrenabili, si rannicchiava nel cavo della mano di Hermione. La ragazza sentì i capelli di lui sfiorarle le dita facendole delicatamente il solletico, e una stranissima sensazione le strinse improvvisamente - ma molto piacevolmente - la bocca dello stomaco mentre il viso le si arrossava per un’altra sconosciuta emozione, anche questa molto piacevole.

Poi Severus si riprese.

“GRANGER!” strepitò, e lei si decise a deporlo cautamente sul tavolo, dove lui quasi cadde in ginocchio, ancora stravolto per lo shock subito.

“Non… non ti azzardare mai più!” la minacciò, e per un attimo, in ginocchio com’era, sembrò che invece la pregasse.

Prevedendo una nuova esplosione di collera, Hermione si affrettò a prendere il mestolo e rimpicciolirlo con un abile tocco della bacchetta.

“A proposito, Severus,” chiese poi disinvoltamente per distrarlo, “ma dov’è la tua bacchetta?”

Lui si stava stropicciando selvaggiamente il viso, probabilmente per riprendersi dalla tragica esperienza appena subita, ma a quella domanda rialzò il capo e una luce di sgomento si accese nei suoi occhi.

“E’ qui con me, ma non funziona! Ho provato per ore mentre ero solo, ma non funziona…” ripetè desolato, estraendola dalla cintura.

“Va bene, va bene”, disse Hermione con finta allegria, presentandogli il mestolo microscopico colmo di una goccia di antidoto che minacciava di traboccare da un momento all’altro. “Sono sicura che questo sistemerà tutto.”

E a questo punto, la ragazza ebbe una nuova sorpresa. Con un’espressione improvvisamente calma, come di chi si prepari ad una rivelazione che sa che farà male ma deve essere comunque detta, Severus alzò la testa e rispose, “No. So già che non può funzionare.”

“Ma sei davvero cocciuto!” si arrabbiò lei. “Non hai proprio nessuna fiducia nelle mie capacità! Almeno gli antidoti li ho sempre saputi preparare. Questa è una contro-pozione, DEVE funzionare!” finì quasi con un grido.

Le sue parole l’avevano spaventata terribilmente. Sembrava così sicuro del fatto suo! Ed era indubbiamente un pozionista ben più bravo e con una esperienza infinitamente superiore a quella di lei. Per un attimo, Hermione si sentì gelare. Cosa sarebbe successo se Severus non fosse più ritornato alle sue dimensioni normali? Ma non poteva essere così. Sicuramente era lui che si ostinava, testardo come al solito…

Poi lo guardò e capì che non era ostinazione. Sapeva effettivamente qualcosa che lei non sapeva. Quasi a risponderle, Severus scosse lentamente la testa.

“E’ inutile, Granger,” disse piano. “Non può funzionare.”

La ragazza ricambiò il suo sguardo. Il mestolo tremava nelle sue dita enormi. Incapace di contenere l’agitazione che ormai l’agitava tutta, Hermione lo alzò e, determinatamente, lasciò cadere la goccia sulla tovaglia chiara, dove si allargò come un’affermazione.

“D’accordo,” replicò poi con altrettanta calma. “Allora adesso dimmi perché.”
 
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view post Posted on 10/4/2014, 19:09
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Buca-calderoni

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Eccomi di nuovo qua con un altro capitoletto. Grazie a Chiara per la sua revisione e a tutti quelli che mi stanno leggendo.

10. Anche dire la verità può far male

Severus Snape alzò la testa verso la creatura immensa che torreggiava sopra di lui. Adesso capiva come doveva essersi sentito piccolo e vulnerabile Gulliver nel paese dei giganti. Solo che lui non temeva per la sua incolumità fisica; sapeva benissimo che, nonostante la svista di poco prima, Hermione Granger aveva un cuore tenero ed un forte istinto di protezione.

No, non erano la sua sicurezza e forse neanche la sua dignità ad essere in pericolo, ma qualcosa di più profondo e importante. Qualcosa che non riusciva a definire bene, ma che gli procurava un dolore sordo. Severus sospirò.

“Rispondi alle mie domande, Granger, e cerca di essere sincera, almeno per una volta,” disse poi, senza più nessuna combattività nella voce nonostante le parole pungenti.

Perplessa, ma avendo ormai capito che c’era in gioco qualcosa di grosso, Hermione intrecciò le mani e si mise istintivamente in posa come per un’interrogazione in classe.

“Cosa vuoi sapere?” chiese sommessamente.

“Per caso, solamente per caso, hai cercato quelle informazioni confidenziali nella sezione proibita?”

“Ecco… ecco, sì, direi di sì,” rispose lei arrossendo.

“E sempre per caso, hai trovato un libro di pozioni molto antico, magari datato 1650?”

“Forse… ne ho letti tanti…” Hermione faceva la vaga, ma si vedeva che era in tensione.

Severus incrociò le braccia e sospirò di nuovo. “Tanto per essere sicuri, su quel libro c’era una nota in inchiostro scritta a mano?”

Hermione sgranò gli occhi. “Come fai a saperlo?”

Poi arrossì di colpo, rendendosi conto di essersi tradita. Ma Severus non approfittò del vantaggio. Semplicemente, aprì le braccia e rispose con tristezza, “Perché l’ho scritta io.”

“TU?!” A questo punto, Hermione era troppo sbalordita per continuare a fingere. “Ma come… ma quando…”

“Non ti agitare, ragazza,” rispose amaramente Severus. “Non penserai di essere stata l’unica ad aver avuto l’idea di elaborare quella pozione!”

Si erse nuovamente in tutta la sua micro-statura.

“Anche altri hanno avuto sogni di gloria alla tua età!” dichiarò inaspettatamente, ed Hermione sentì un caldo fiotto di simpatia riempirle il cuore.

“Quindi, anche tu hai provato a ricreare la pozione Oppositus?” chiese con un gran sorriso. Dal tono della conversazione, sembrava evidente che Snape aveva fallito nel suo tentativo, e questo rendeva il fallimento di lei meno penoso da sopportare.

“Non è stata una mia idea,” rispose lui imbronciato. “Mi è stato ordinato.”

“Ordinato???” si meravigliò Hermione. “E chi sarebbe stato il pazzo che te l’ha chiesta?”

“Ecco… l’Oscuro Signore,” replicò Snape profondamente a disagio.

Poi, di fronte agli occhi stupiti di Hermione, improvvisamente sbottò, “Quando ci si reincarna senza naso e con gli occhi rossi, si desidera assumere un aspetto più gradevole! Che tu ci creda o no, l’Oscuro Signore voleva essere bello! Era stato un gran bel ragazzo da giovane e voleva continuare ad esserlo anche da redivivo…”

Hermione scoppiò a ridere. “Scusa,” singultò, asciugandosi gli occhi e cercando inutilmente di frenare la sua ilarità.

“Non c’è niente da ridere!” scattò Snape. “Tutti vorrebbero essere più belli di quel che sono! E’ umano! E’ naturale! Anche io avrei voluto…”

Si rese conto di quel che aveva detto e tacque di colpo, arrossendo imbarazzato.

Hermione pure arrossì a sua volta.

“Scusami,” mormorò. “Non volevo offenderti.”

Ci fu un lungo istante di silenzio, poi Hermione pensò bene di riavviare la conversazione su un altro binario.

“Allora, hai trovato lo stesso libro che ho letto io?”

“Esattamente,” rispose lui, sollevato da quel cambiamento di soggetto. “Ho studiato bene le cose ed ho inserito una nota per le mie consultazioni future.”

“Ma la pozione non ha funzionato?” chiese ansiosamente Hermione.

“Ovviamente no. Altrimenti l’Oscuro Signore avrebbe riavuto il suo naso.”

A quel punto, anche Severus sembrava aver un accenno di sorriso sulle labbra.

“Ma l’ha provata lui direttamente?” insistette allora Hermione, ormai curiosissima.

“Andiamo, ragazza! L’Oscuro Signore sottoporsi ad un simile azzardo! Conosceva bene il rischio, io stesso glielo avevo fatto presente. Naturalmente, l’ha fatta provare ad un altro…” e Severus sogghignò al ricordo, facendo immediatamente domandare a Hermione, “E quindi?”

“E quindi, Macnair ha passato otto giorni con la proboscide,” rispose Severus.

Ci fu un attimo di silenzio, poi i due si guardarono, ammiccarono come due ragazzini e spontaneamente, senza più alcun freno o timore, cominciarono a ridere, e risero fino alle lacrime.

Severus stava ancora ridendo quando notò che Hermione si era ammutolita. Aveva incrociato entrambe le braccia sul tavolo, vi aveva poggiato la testa in modo da essere al suo stesso livello, e adesso lo stava guardando con un’espressione assorta che le donava parecchio.

“Che c’è, Granger?” chiese lui imbarazzato.

“Sai, Snape,” disse lei, fissandolo sempre con quell’aria assorta. “E’ la prima volta che ti sento ridere davvero.”

Lui arrossì violentemente, ma Hermione continuò sognante, “E sai un’altra cosa? Quando ridi sei diverso. Sembri molto più giovane… e anche più bello.”

Cadde di nuovo il silenzio mentre Severus restava sbalordito, cercava le parole per rispondere, non le trovava e di conseguenza, arrossiva nuovamente in una splendida sfumatura scarlatta. Avrebbe voluto arrabbiarsi, ma non ci riusciva. Lo sguardo con cui lei lo fissava gli stava facendo sciogliere qualcosa dentro, e la sensazione era troppo dolce per poter essere respinta.

“Dunque!” disse poi Hermione nel suo solito tono pratico, risvegliandosi da quella strana trance e confondendolo di nuovo con quel cambio d’umore repentino. “Ho capito che la pozione non funziona. Ma perché non funziona l’antidoto?”

Severus sospirò. Ormai, lui e i sospiri parevano essere diventati una cosa sola.

“Cosa c’era scritto in quella nota, Granger?”

“Quella che hai scritto tu?” gli sorrise con candore, e lui la fissò ammaliato, dimenticandosi per un momento la sua situazione. “Me lo ricordo benissimo. C’era scritto ‘aggiungi quattro semi di Elleboro alla polvere di mummia e mescola in senso antiorario'.”

Qui Hermione si rabbuiò. “Senti, Snape, io ci ho creduto!” disse risentita. “Se era un trucco per rovinare la pozione, perché l’hai lasciato scritto sul libro? A parte il fatto che, se lo dico a Madama Pince, ti caverà la pelle per aver osato rovinarle un volume, ma quanti altri potrebbero-“

“Silenzio!” la sgridò lui, risentito. “Non era un trucco. Se tu avessi seguito quelle informazioni senza la mia correzione, avresti preparato una Pozione Incendiaria all’ennesima potenza. Quella era la mia paura. Invece, con quell’aggiunta, la pozione si trasforma in una nuova formula più innocua, che io ho chiamato Oppostus per via dei suoi effetti.”

“Oppostus?” chiese Hermione, interessata. “Ma in fondo, Oppositus e Oppostus vogliono dire la stessa cosa… Oppure no?”

“La pozione Oppostus…” Severus deglutì. Non poteva spiegarle tutto. No, anche se lei gli aveva sorriso e gli aveva detto quelle cose carine, non poteva spiegarle proprio tutto. Perciò, squadrò le spalle e proseguì imperterrito.

“La pozione Oppostus ha effetti simili a quelli secondari e sgradevoli della pozione Oppositus, perché nasce dalla stessa miscela di ingredienti. Purtroppo, la formula della vera pozione Oppositus non si è mai trovata, e temo che mai si troverà. La pozione proposta in quel libro era una formula pericolosa che voleva imitarla, facendo fuori gli imitatori nel tentativo.”

“Capisco,” disse Hermione in tono giudizioso. “Ma tu non hai pensato di farmi sapere tutte queste cose, vero?”

Severus si guardò intorno nervosamente, poi si guardò le mani, poi guardò di nuovo Hermione, che continuò a parlare con molta calma.

“Hai lasciato che continuassi a sperimentare la mia pozione, sapendo benissimo quel che poteva accadere.”

Lo squadrò con evidente disprezzo, e lui si sentì un verme e balbettò confuso, “Non è vero, pensavo che forse ce l’avresti fatta… mi sono persino offerto di provarla per primo…”

Silenzio. Poi Hermione riprese, sempre con molta calma, “D’accordo. Accetto le tue scuse, anche se non me le hai ancora fatte. Ma lo farai.”

“Un momento!” protestò Severus, ma già lei continuava freddamente, “Però continuo a non capire perché l’antidoto non dovrebbe funzionare.”

“La pozione Oppostus non ha antidoto,” replicò lui con voce piatta, ed ebbe la triste soddisfazione di vedere un lampo di orrore negli occhi di Hermione. “Il solo modo di veder svanire gli effetti è di aspettare che, appunto, svaniscano. E’ la pozione stessa che decide quanto tempo sarà necessario. Può essere un giorno, potrebbero essere otto come per Macnair, potrebbe essere un anno, potrebbe essere un secolo…”

“Potrebbe essere mai…” mormorò Hermione sconvolta, e si portò le mani alle tempie. “Santo cielo, Severus, e Sibilla? Sibilla e le sue orecchie?”

Si girò verso di lui. “Forse Poppy può far qualcosa!” esclamò atterrita.

“Ne dubito,” disse Severus, alzando le spalle. “Ma potete provare. Quel che importa, è che non voglio che faccia qualcosa per me.”

Lei lo guardò, stupita e seccata.

“Sei veramente assurdo, Snape!” lo rimproverò. “Ti sei messo in questa situazione per puro orgoglio! Spero che almeno la lezione ti serva… se mai ritornerai alla tua solita statura.”

Il silenzio tornò ad aleggiare cupo tra loro mentre ognuno dei due rimuginava sulle parole dette e ascoltate, e Severus ringraziava mentalmente il cielo che Hermione non avesse approfondito la sua indagine. Purtroppo, la sciagurata ragazza aveva ragione. Era stato l’orgoglio a creare il disastro, e l’orgoglio aveva colpito a fondo. Aspettò con ansia che lei si decidesse a parlare, temendo che continuasse con la sua analisi.

Ma per fortuna, Hermione interruppe le sue meditazioni e lo guardò di nuovo.

“Allora, adesso che facciamo?”
 
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view post Posted on 10/4/2014, 20:05
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La Scommessa (capitolo 9-10)



Ti prego, ti prego, ti prego dimmi che il mini-Severus e Hermione passeranno i prossimi giorni nella stessa stanza! :lol:

Edited by Ida59 - 4/10/2016, 15:34
 
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Se vuoi faccio di meglio, pubblico anche l'altro capitolo pronto ;)
 
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CITAZIONE (Lady Memory @ 10/4/2014, 21:14) 
Se vuoi faccio di meglio, pubblico anche l'altro capitolo pronto ;)

TI AMO! :wub:
 
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