Des Mädchens Klagen
Questo è un esempio di Lied strofico, in cui la musica viene ripetuta identica – qui sta alla bravura del cantante variare l’interpretazione di ogni singola parola – per ogni strofa.
Le ragioni che possono spingere a scegliere di musicare la poesia in questo modo sono tra i più vari: la musicalità della poesia, il fatto che si concentra sempre su un unico tema, girando su se stessa.
Quella che vi presento è una poesia di Schiller nella versione musicata da Franz Schubert (che userò come compositore guida, considerando il numero elevato di Lieder da lui composti).
Il testo si incentra sul dolore di una fanciulla e sul suo lamento (il titolo è Il Lamento della fanciulla) e ruota su se stesso proponendo, all’interno delle quattro strofe che lo compongono, una vicinanza di tema.
Anche se è presente una sorta di dialogo narrativo, dopo una prima strofa descrittiva, tra la fanciulla ed una divinità non meglio identificata (forse la natura stessa), il cuore del racconto non possiede alcuna reale evoluzione. La protagonista è bloccata nel suo dolore e non vede nient’altro.
A livello musicale, Schubert opta per una struttura puramente strofica, quasi a voler sottolineare il dolore della fanciulla che avvolge ciclicamente ogni suo pensiero. Alla fine di ogni strofa la musica sembra quindi riavvolgersi su se stessa, come se il lamento non avesse mai fine.
Riporto ora il testo in tedesco ed in traduzione italiana.
Der Eichwald braust, die Wolken ziehn,
Das Mägdlein sitzt an Ufers Grün,
Es bricht sich die Welle mit Macht, mit Macht,
Und sie seufzt hinaus in die finstre Nacht,
Das Auge von Weinen getrübet.
"Das Herz ist gestorben, die Welt ist leer,
Und weiter gibt sie dem Wunsche nichts mehr,
Du Heilige, rufe dein Kind zurück,
Ich habe genossen das irdische Glück,
Ich habe gelebt und geliebet!"
Es rinnet der Tränen vergeblicher Lauf,
Die Klage, sie wecket die Toten nicht auf;
Doch nenne, was tröstet und heilet die Brust
Nach der süßen Liebe verschwundener Lust,
Ich, die Himmlische, will's nicht versagen.
"Laß rinnen der Tränen vergeblichen Lauf,
Es wecke die Klage den Toten nicht auf!
Das süßeste Glück für die traurende Brust,
Nach der schönen Liebe verschwund'ner Lust,
Sind der Liebe Schmerzen und Klagen."
I boschi di querce gemono, le nuvole passano,
la fanciulla è seduta sulla verde riva,
le onde si infrangono con forza, con forza,
ed ella sospira nella notte oscura,
gli occhi colmi di lacrime.
“Il mio cuore è morto, il mondo è vuoto
non v’è alcuna speranza per i miei voti
oh, dei riprendetevi vostra figlia,
ho gustato la felicità terrestre,
ho vissuto e ho amato!”
Un torrente di lacrime cola invano,
i lamenti non risvegliano i morti;
dimmi cosa consola e guarisce il cuore
dopo la voluttà scomparsa di un dolce amore,
io, divina, non te lo negherò.
“Lascia colare invano il torrente di lacrime,
i lamenti non risvegliano i morti!
La felicità più dolce per un cuore in lutto,
dopo la voluttà scomparsa di un dolce amore,
sono i dolori ed i pianti dell’amore.”
Ascolto: Christa Ludwig
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