Il Calderone di Severus

4.2. Liederistica. Erlkönig (Il re degli Elfi)

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view post Posted on 4/3/2014, 15:22
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Erlkönig


Come primo esempio di Lied, vi propongo un lavoro di Franz Schubert che è uno dei più fecondi liederisti, forse perché, più di qualsiasi altra forma, il Lied rispondeva alla poetica del compositore, una poetica fortemente ripiegata su se stessa, priva degli slanci teleologici presenti nella musica del contemporaneo Beethoven.

Come già accennato la liederistica è strettamente legata alla poesia e alla grande poesia. Non è un caso se tra i poeti più musicati troviamo Goethe o Heine.
Erlkönig è su testo di Goethe, il quale predilesse la messa in musica di Johann Karl Gottfried Löwe, che rispettava la struttura strofica della ballata.

Erlkönig è quindi una ballata che racconta una breve e drammatica storia, non una storia d’amore, questa volta, ma una storia colma di disperazione, che si conclude con la tragica morte di un bambino ad opera del Re degli Elfi del titolo.

La ballata di Goethe è strofica, formata da strofe di quattro versi l’uno con rima:
AABB – CCDD – EEFF – GGAA – HHII – LLMM – NNOO – PPQQ – AARR
Una struttura assolutamente regolare, quindi, che però Schubert ha scelto di trattare liberamente. Non ci troviamo di fronte ad un Lied strofico, ma bensì ad un Lied Durchkomponiert che segue, quindi l’andamento della storia, giungendo ad un climax, per giungere alla drammatica conclusione.


Si potrebbe definire, quindi, Erlkönig un Lied narrativo, ben diverso da quei Lieder che si soffermano unicamente sullo stato d’animo dell’io narrante.
Non è un caso se, in questo Lied, non v’è alcun vero io narrante, quanto piuttosto un narratore e tre voci dialoganti: il padre, il figlio e il re degli Elfi.
Schubert decide di caratterizzare ogni personaggio vocalmente, rendendolo immediatamente riconoscibile e mostrando il percorso che compiono il padre e il figlio, mentre il perfido re degli Elfi rimane fisso nel suo obiettivo: avere il bambino o, meglio, avere la vita del bambino.

Il Lied può essere così strutturato:

1. (fino a 00:24 circa in entrambi gli esempi). Introduzione strumentale: riproduce l’idea della cavalcata rapida, pericolosa, in mezzo al vento. Permette anche di creare nell’ascoltatore il senso di attesa. Chi sta cavalcando, si chiederà l’ascoltatore, prima ancora che lo dica il narratore.

2. (fino a 00:50 nel primo esempio, fino a 00:53 nel secondo). Primo intervento del Narratore. Il Narratore si pone la domanda che si è già posto l’ascoltatore e spiega la situazione: un padre ed un figlio stanno cavalcando nel vento.Appare chiaro dalle parole – ma la musica è, per certi versi quasi impersonale, in questo momento, per lo meno per quel che concerne la voce del Narratore – che qualcosa non va. Il padre tiene al caldo il figlio e lo rassicura. Perché siano in viaggio non è importante. Il dato fondamentale è che il padre lo rassicura.

Wer reitet so spät durch Nacht und Wind?
Es ist der Vater mit seinem Kind;
Er hat den Knaben wohl in dem Arm,
Er faßt ihn sicher, er hält ihn warm.

Chi galoppa così tardi nel vento e nella notte?
Un padre con suo figlio.
Egli tiene il fanciullo tra le braccia
E lo tiene al caldo e lo rassicura.


3. (fino a 1:02 nel primo esempio, fino a 1:05 nel secondo). Domanda del padre. Al Padre spettano le note più gravi, delle note “rassicuranti” ed un tono di voce calmo, per quando nel momento in cui pone la domanda la salita verso l’acuto non dia il senso di assoluta sicurezza che il padre vorrebbe dare.

«Mein Sohn, was birgst du so bang dein Gesicht?»

«Mio figlio, perché nascondi il tuo viso spaventato?»


4. (fino a 1:18 nel primo esempio, fino a 1:21 nel secondo). Risposta del figlio. Al figlio spettano note più acute rispetto al padre. La voce è più “instabile” (instabilità che è data dalle modulazioni armoniche) per dare l’idea della paura che ha il bambino. Ha visto il re degli Elfi con la sua corona. Nelle leggende nordiche il re degli Elfi era colui che andava a rapire i bambini, per portarli nel suo regno magico, un essere quindi crudele. Per questo il bambino ha paura.

«Siehst, Vater, du den Erlkönig nicht?
Den Erlenkönig mit Kron' und Schweif?»

«Padre, non vedi il re degli Elfi?
Il re degli Elfi con la sua corona e la sua corte?»



5. (fino a 1:25 nel primo esempio, fino a 1:29 nel secondo). Prima rassicurazione del padre. Il padre appare calmissimo, mentre rassicura il figlio. Non c’è nessun re degli elfi, ma solo un banco di nebbia. Le note gravi toccate dalla voce del cantante, l’accompagnamento pianistico che ribatte sempre la stessa nota, serve a rendere palese questo senso di sicurezza che dovrebbero sortire le parole del padre.

«Mein Sohn, es ist ein Nebelstreif.»

«Mio figlio, è un banco di nebbia che ti spaventa.»



6. (fino a 1:51 nel primo esempio, fino a 1:56 nel secondo). Primo intervento del Re degli Elfi. La musica che accompagna l’intervento del re degli Elfi è falsamente seducente, cullante quasi. È l’unico ad avere degli abbellimenti. Eppure la melodia ha un qualcosa di inquietante, generato da alcune lievi dissonanze, che rendono il discorso “instabile”. Le parole appaiono seducenti… i fiori, il divertirsi, le vesti d’oro. Ciononostante permane il senso di inquietudine.

"Du liebes Kind, komm, geh mit mir!
Gar schöne Spiele spiel ich mit dir;
Manch bunte Blumen sind an dem Strand,
Meine Mutter hat manch gülden Gewand."

“Mio caro bambino, vieni con me!
Ci divertiremo insieme.
I fiori lungo il fiume sono così colorati…
E mia madre ti vestirò d’oro.”


7. (fino a 2:03 nel primo esempio, fino a 2:08 nel secondo). Prima richiesta d’aiuto del figlio. La voce del figlio va più verso l’acuto. È decisamente spaventato (sono le note acute stesse a sottolinearne lo spavento e, più sarà, in seguito spaventato il figlio, più la voce andrà verso l’acuto).

«Mein Vater, mein Vater, und hörest du nicht,
Was Erlenkönig mir leise verspricht?»

«Padre mio, padre mio, non senti
Le promesse che il re degli Elfi mi sussurra all’orecchio?»


8. (fino a 2:12 nel primo esempio, fino a 2:17 nel secondo). Seconda rassicurazione del padre. La voce del padre non appare sicura e rassicurante come nella prima rassicurazione. V’è un inizio esitante quasi (la voce non rimane nel grave, come in precedenza), per poi diventare più tranquilla, ma quell’esitazione la dice lunga su quali siano i sentimenti del padre, un padre che sta vedendo il figlio lottare contro un potere che egli non riesce a vedere.

«Sei ruhig, bleibe ruhig, mein Kind:
In dürren Blättern säuselt der Wind.»

«Calmati, calmati, mio figlio amato
È solamente il dolce sussurrio delle foglie al vento.»



9. (fino a 2:30 nel primo esempio, fino a 2:35 nel secondo). Secondo intervento del re degli Elfi. Ancora una volta una musica cullante, una musica di danza, quasi fosse un breve minuetto. Ma è una danza che ha un retrogusto inquietante, sottolineato dalle lievi dissonanze che punteggiano l’intervento del re degli Elfi. È questo anche l’unico momento, in tutto il Lied, in cui Schubert decide di ripetere due volte lo stesso verso e lo fa con l’ultimo della strofa, sottolineando l’invito inquietante alla danza e ai giochi che il perfino re degli Elfi porge al bambino.

"Willst, feiner Knabe, du mit mir gehn?
Meine Töchter sollen dich warten schön;
Meine Töchter führen den nächtlichen Reihn
Und wiegen und tanzen und singen dich ein."

“Bel ragazzino, vuoi venire con me?
Le mie figlie si prenderanno cura di te;
Sono loro che conducono il ballo tutte le sere
E tu sarai sedotto dai loro canti e dalle loro risate.”


10. (fino a 2:43 nel primo esempio, 2:48 nel secondo). Seconda richiesta d’aiuto del figlio. La voce del figlio si fa ancora più acuta. È terrorizzato e cerca rassicurazione nel padre, rassicurazione nella quale non riesce del tutto a credere. La domanda finale arriva su una scala cromatica ascendente (Do – Do diesis – Re – Re Diesis – Mi), fattore che di solito non lascia presagire nulla di buono. All’ascolto ci risulta una domanda spaventata, ma esitante, disillusa forse, allo stesso tempo.

«Mein Vater, mein Vater, und siehst du nicht dort
Erlkönigs Töchter am düstern Ort?»

«Padre mio, padre mio, non vedi
Le figlie del re degli Elfi, là nell’ombra?»


11. (fino a 2:54 nel primo esempio, 3:00 nel secondo). Terza rassicurazione del padre. La voce del padre tenta di tornare alla sicurezza iniziale, ma è in realtà tutt’altro che sicura. Ripete per due volte “Figlio mio”, con una pausa in mezzo. Il padre non sa cosa sta accadendo, non sa cosa fare. Non può far altro che dire parole che sa che non rassicureranno affatto il bambino che gli sta morendo tra le braccia.

«Mein Sohn, mein Sohn, ich seh es genau:
Es scheinen die alten Weiden so grau.»

«Mio figlio, vedo assai bene, credimi,
È l’ombra del vecchio tiglio che ti spaventa.»


12. (fino a 3:12 nel primo esempio, 3:17 nel secondo). Terzo intervento del Re degli Elfi. L’andamento cullante del malvagio elfo si fa più inquietante. Spariscono gli abbellimenti, sparisce il ritmo di danza. Rimangono le dissonanze, rimane una figura rapace che vuole a tutti i costi il bambino.

"Ich liebe dich, mich reizt deine schöne Gestalt;
Und bist du nicht willig, so brauch ich Gewalt."

“T’amo, la tua bellezza mi ha sedotto
E che tu voglia o no vieni con me.”


13. (fino a 3:24 nel primo esempio, 3:30 nel secondo). Terza richiesta d’aiuto del figlio. La voce si fa acuta ed insiste – tranne che sull’ultima sillaba – sulle note acute. Il figlio è terrorizzato. Non chiede più nulla al padre. Il suo è un grido d’aiuto.

«Mein Vater, mein Vater, jetzt faßt er mich an!
Erlkönig hat mir ein Leids getan!»

«Padre mio, padre mio, mi prende il braccio,
Il re degli Elfi mi rapisce e mi tortura.»


14. Conclusione del narratore. Dove ci aspetteremmo una frase del padre, troviamo invece la voce del narratore, un narratore meno compassato rispetto a quello che introduce. La sua voce accelera con l’accelerare della disperata cavalcata del padre, che ora non può far altro che tentare di portare a casa il bambino, sperando di giungere in tempo. È il narratore, in una parte in recitativo a darci il verdetto: il re degli Elfi ha vinto ed il bambino è morto.

Dem Vater grauset's, er reitet geschwind,
Er hält in Armen das ächzende Kind,
Erreicht den Hof mit Müh' und Not:
In seinen Armen das Kind war tot.

Il padre freme di terrore, galoppa velocemente,
Proteggendo con la sua stretta il figlio che geme.
Appena arrivato al palazzo con fatica e sforzo,
Nelle sue braccia, il figlio era morto.



Esempio 1: Thomas Quasthoff (baritono)