| Le seguenti deduzioni sono state tratte dal processo a Piton tenuto sul sito "Il Sotterraneo di Piton"
Deduzione 66 – Tiziana – Difesa
Vorrei far notare come la l'accusa di vigliaccheria da parte di Harry verso Piton scatena in quest'ultimo una inaspettata reazione di sofferenza che risulta più che evidente nella descrizione che viene fatta del suo volto, una reazione che può avere solo chi ha compiuto un atto così efferato, come l'omicidio, contro la propria volontà, e solo per adempiere al volere di chi lo ha "supplicato" affinchè lo facesse; la reazione di chi, in ultima analisi, dovrà vivere con la consapevolezza di essere considerato un "vigliacco traditore" pur avendo dimostrato estremo coraggio ed enorme lealtà verso Silente.
Deduzione #388 fornita da Niky - Difesa
E' innegabile che Piton abbia ucciso Silente. Ma tale gesto gli costa un grandissimo sforzo, dal momento che non vorrebbe assolutamente compierlo (ho solo sentito Piton che diceva che Silente dà tutto per scontato e che forse lui – Piton – non voleva farlo più… “ (HP 6; pag. 373). Piton sarebbe pronto ad infrangere il Voto Infranginbile a costo della propria vita, ma Silente non gli lascia scampo richiamandolo al compimento di ciò che gli aveva ordinato di fare ( comunque Silente ci ha detto chiaro e tondo che aveva accettato di farlo e basta. E’ stato molto deciso (HP 6; pag. 373) ). Ecco perché sul viso di Piton, quando comprende di non avere scelta e dover essere leale a Silente sino al punto di ucciderlo, si disegnano disgusto ed odio. Disgusto ed odio, rivolti non verso Silente, ma verso ciò che Piton è chiamato a compiere ed anche verso se stesso. In ciò, del resto, la reazione di Severus Piton è identica a quella di Harry Potter, quando, poco prima, era stato costretto ad obbedire all’ordine del Preside somministrandogli, fino all’ultima goccia, la pozione di Voldemort, posta a difesa dell’horcrux ( Odiandosi per quanto stava facendo, Harry spinse ancora il calice verso le labbra di Silente e lo inclinò per vuotarglielo in gola (HP 6; pag. 518) ). Anche durante la fuga, cui è costretto perché ormai tutti lo credono un mangiamorte e un assassino, Piton mostra i suoi veri sentimenti riguardo a ciò che è stato costretto a compiere: “Mi uccida allora” ansimò Harry [CUT] “Mi uccida come ha ucciso lui, vigliacco… “ “NON… “ urlò Piton, e il suo viso si fece all’improvviso folle, disumano, come se provasse tanto dolore quanto il cane che guaiva e ululava rinchiuso nella casa incendiata alle loro spalle, “CHIAMARMI VIGLIACCO!” E sferzò l’aria: Harry sentì come una frusta incandescente colpirlo in volto e fu scaraventato di nuovo al suolo. (HP 6; pag. 546) Piton è sconvolto per aver dovuto uccidere il Preside e per farlo ha dovuto richiamare a sé ogni briciolo del proprio coraggio. Perciò sentire Harry rinfacciargli di avere vigliaccamente assassinato Silente provoca in lui una reazione di immenso dolore, non a caso paragonato a quello che in quel momento prova Thor nel vedersi intrappolato tra le fiamme, senza scampo. Anche Piton non ha avuto scampo, costretto com’era ad obbedire a Silente fino alle estreme conseguenze. A riprova di quanto dolore Piton provi per l’ingiusta accusa di Harry, si deve rimarcare che solo in questo frangente il professore perde l’usuale ferreo autocontrollo al punto tale da fare del male ad Harry. Precedentemente, per tutto il tempo dell’inseguimento, sebbene Potter lo insulti e bersagli con incantesimi di vario tipo, comprese alcune maledizioni senza perdono, Piton si limita a respingere ogni attacco senza mai far del male ad Harry ed anzi impedendo, persino, ai mangiamorte di torturarlo (si veda HP 6; pagine da 544 a 546) E’, inoltre certo, che non è la sola accusa di vigliaccheria a ferire così profondamente Piton, bensì il fatto che tale accusa venga messa in relazione con la morte di Silente. Infatti, poco prima, Harry aveva già utilizzato lo stesso epiteto senza scatenare una reazione altrettanto forte e drammatica ( “Reagisci!” gli urlò Harry. “Reagisci, vigliacco…“ “Mi hai chiamato vigliacco, Potter?” gridò Piton di rimando. “Tuo padre non mi attaccava mai se non erano quattro contro uno: mi chiedo come lo definiresti…” (HP 6; pag. 545) ). L’accusa di vigliaccheria, slegata dal riferimento alla morte di Silente, provoca in Piton solo il consueto sarcasmo. Piton soffre profondamente per aver ucciso Silente, unica persona che credeva veramente in lui e con cui il professore non era costretto a fingere.
Deduzione #504 fornita da Rasputin – Accusa
Le deduzioni della difesa verso una prova simile sono l'ennesimo esempio di come si debba arrampicare sugli specchi per trovare fatti a favore dell'imputato. Come si può dedurre che l'imputato, furibondo per l'insulto che ripetutamente gli viene gridato alle spalle, dimostri con la sua reazione rabbiosa una prova a difesa per l'accusa di omicidio?! Piton, semplicemente, reagisce in modo vendicativo e violento verso un pesante insulto che Harry Potter gli urla più volte durante la fuga. Questo dimostra che l'imputato ha un carattere permaloso e violento, al punto di perdere secondi preziosi per la fuga pur di vendicarsi colpendo l'avversario. Addirittura, poco prima, ha trovato forza e sarcasmo per insultare il padre assassinato (anche per colpa sua) del suo inseguitore, alla faccia del rimorso per l'omicidio appena commesso.
Deduzione 452 Alessio di Firenze - Difesa
Piton, nella scena del duello con Harry, è descritto come invaso dalla rabbia. Ma c'è altro:"Harry si era tuffato per recuperare la bacchetta; Piton la colpì con una fattura e quella volò a parecchi metri di distanza e sparì nel buio. "Mi uccida, allora" ansimò Harry. Non provava paura, ma solo rabbia e disprezzo. "Mi uccida come ha ucciso lui, vigliacco..." "NON..." urlò Piton, e il suo viso si fece all'improvviso folle, disumano, come se provasse tanto dolore quanto il cane che guaiva e ululava rinchiuso nella casa incendiata alle loro spalle, "CHIAMARMI VIGLIACCO!" Harry Potter e il Principe Mezzosangue, cap.28, pag.546 In questo passo Piton è descritto sotto un'altra, insolita luce: si evidenzia infatti non tanto la sua rabbia, ma il suo DOLORE. Questo è un elemento fondamentale per comprendere i suoi veri sentimenti: è possibile che il ricordo dei torti subiti in gioventù dal padre di Harry, o che qualsiasi altro che riguardasse direttamente o no la sua codardia, portassero Piton a provare un sentimento così diverso dalla rabbia e, in quel contesto, così particolare? Il dolore non potrebbe addicersi più a un dispiacere, a un momento di grande paura e al tempo stesso di amara consapevolezza per l'accaduto che a un ricordo spiacevole? E se questa consapevolezza fosse la terribile perdita di Silente proprio a causa sua ma su volontà dello stesso Silente? E se a questi sentimenti aggiungiamo l'ulteriore consapevolezza che ora tutti i suoi VERI alleati, i membri dell'Ordine della Fenice, lo ritengono un loro nemico, non si può allora parlare di dolore? Piton si rende conto di aver lasciato trasparire, anche se per poco, i propri sentimenti, quindi cerca di mascherarli ferendo Harry e mostrando il suo disprezzo nei suoi confronti, ritornando cioè ad esprimere rabbia: "E sferzò l'aria: Harry sentì come una frusta incandescente colpirlo in volto e fu scaraventato di nuovo al suolo." In questo modo Piton tenta di evitare che Harry si accorga del suo comportamento, e probabilmente vi riesce. Inoltre c'è un altro spunto di riflessione: quando Piton urla ad Harry "NON...[cut]CHIAMARMI VIGLIACCO!" i punti di sospensione (nella versione inglese le lineette) spezzano il discorso, come se Piton stesse per dire qualcosa ( per la verità qualcosa di così importante per lui da tramutargli il volto in una maschera di dolore) e poi si trattenesse dl dirlo deviando abilmente il discorso... Che intendesse in realtà dire "non l'ho ucciso senza una ragione", o addirittura "non l'ho ucciso", cioè non è morto?
Deduzione 553 Elena di Milano – Difesa
(risposta a Rasputin)
Vorrei rispondere alla deduzione #504 fornita da Rasputin che dice "Addirittura, poco prima, ha trovato forza e sarcasmo per insultare il padre assassinato (anche per colpa sua) del suo inseguitore, alla faccia del rimorso per l'omicidio appena commesso". Vorrei far presente che qui si discute sull'innocenza o sulla colpevolezza dell'imputato e non sul suo tatto e sulla sua sensibilità. Tutti sappiamo che il prof. Piton non è una persona troppo tenera, ma ciò non toglie che sia fedele a Silente. Il fatto di essere vendicativo e offensivo non deve essere interpretato necessariamente come infedeltà all'Ordine e al Preside; questi aspetti fanno parte del carattere del prof. Piton che lo stesso Silente conosce e tollera. Perchè allora ce l'ha tanto con Lupin e Black? Escludendo che si trattasse di vendicare la morte di James che odiava altrettanto profondamente, bisogna concludere che è stato per lo scherzo che gli fecero quando erano ragazzi o per altre vicende risalenti a quell'epoca. L'odio e il rancore fanno parte del personaggio, e Silente lo sa: nell'Ordine della Fenice quest'ultimo dice che pensava che il prof. Piton avesse superato l'odio per James, ma constatare che non l'ha fatto non ha intaccato minimamente la fiducia che il Preside aveva il lui. Concludendo, il carattere duro dell'imputato non ha alcuna relazione con il fatto che Silente si fidi di lui o se l'imputato è colpevole o meno.
Edited by Ida59 - 26/4/2007, 10:30
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