| Ecco le deduzioni a suo tempo inviate al Processo a Piton tenutosi sul Sotterraneo di Piton (di Forla)
Deduzione #22 fornita da Salvatore – Difesa
LETTERA A Questo dialogo fra Harry e Silente ci dimostra chiaramente, in tempi relativamente non sospetti, come quest'ultimo intenda la morte. Se la morte di un intimo amico (erano entrambi colleghi alchimisti) non è nient'altro che una nuova, grande avventura vista normalmente, figuriamoci come intenda la sua, di morte, soprattutto se può servire a corroborare la copertura di una spia dell'Ordine della Fenice all'interno dei Mangiamorte e contribuire a salvare la vita di Harry Potter, l'unico che può uccidere Lord Voldemort in base alla ben nota profezia di Sibilla Cooman (Harry Potter e l'ordine della fenice, cap. 37, pag. 777: “Colui che ha il potere di sconfiggere il Signore Oscuro si avvicina… nato da coloro che per tre volte gli hanno resistito, nato al morire del settimo mese… ed il Signore Oscuro lo marchierà come suo pari, ma egli avrà un potere che il Signore Oscuro non concepisce… e se entrambi potranno morire uno per mano dell’altro, per nessuno di loro sarà possibile vivere se l’altro sopravvive… colui che ha il potere di sconfiggere il Signore Oscuro nascerà al morire del settimo mese…”).
Deduzione #285 fornita da Laura Difesa
Questi due brevi dialoghi ci mostrano come Silente si pone di fronte alla morte. Il preside di Hogwarts non mostra alcuna paura nei confronti di questo evento, anzi pare persino incuriosito ("la morte non è che una nuova, grande avventura"). Ciò dimostra che Silente non avrebbe avuto particolari problemi ad immolarsi per salvare la vita di Piton e quella di Harry. Non intendo qui dimostrare che le cose siano effettivamente andate così, tuttavia converrete con me che una simile ipotesi è rafforzata dal fatto che Silente - a differenza di Voldemort - non teme affatto la morte. Anzi, Silente afferma che ci sono cose peggiori della morte... come ad esempio - aggiungo io - spingere un uomo (Severus Piton) a fare la spia e poi lasciare che muoia per colpa del compito che gli si è affidato. Oppure lasciare Harry senza la "protezione" di Piton. C'è anche da notare che i due dialoghi sono avvenuti a distanza di anni: uno al termine del primo anno di scuola di Harry, l'altro alla fine del quinto anno. La convinzione di Silente risulta quindi ben radicata. Infine, scommetto che l'accusa dirà che se la morte non è niente allora perché non lasciare che muoiano Harry e Piton? Qualcosa del genere l'ha detto persino Voldemort ("Se la morte non è nulla, Silente, uccidi il ragazzo..." - "Harry Potter e l'ordine della fenice" p. 756). Harry e Piton (soprattutto Harry) però non hanno certo la veneranda età del preside!
Deduzione #554 fornita da Salvatore Difesa
LETTERA D Vorrei innanzitutto ricordirvi che, come si evince da questa prova, il prof. Silente non ha paura della morte, ed è disposto a morire per un bene superiore, per qualcosa in cui crede. A questo proposito si collega la frase che il Preside rivolge al prof. Piton poco prima che egli scagli la Maledizione: “Severus, ti prego ..” . Non sono disposto a credere che Silente stia “implorando” di essere risparmiato. Sembra quasi una preghiera che sottintende “Severus, ti prego, ne abbiamo già parlato, sai che lo devi fare, che è la cosa giusta”; sembra, insomma, che lo stia pregando di non desistere, di non vacillare. Il prof. Silente, infatti, sarebbe morto in ogni caso di lì a poco, per effetto del veleno bevuto nella caverna.
Deduzione #584 fornita da Niky – Difesa
In relazione alla lettera D:
Si noti che Silente, nella grotta, beve volontariamente e consapevolmente un intero bacile di veleno mortale.Lui stesso ammetto che il contenuto del bacile è un veleno mortale, anche se, quasi certamente, a effetto ritardato. Ciò, ancora una volta dimostra che Silente non temeva affatto la morte. E' vero che il veleno non uccide subito chi lo beve e che con un intervento tempestivo, magari Silente sperava di salvarsi, ma è altrettanto vero che il Preside non poteva esser certo al 100% che sarebbe riuscito a farsi curare in tempo. Silente accetta tranquillamente il rischio proprio perchè non teme la morte. Il suo comportamento, per altro dimostra anche che Silente farebbe qualunque cosa pur di raggiungere l'Horcrux, cioè per la causa, ovvero per un bene superiore (si veda la prova 19, specialmente lettera C di questa stessa imputazione). Il che rende del tutto evidente che, al contrario di quanto sostiene spesso l'accusa, Silente non ha mai ritenuto che la propria vita e il proprio ruolo di guida dell'Ordine, fossero talmente importanti per la causa da non potervi rinunciare. Al contrario, Silente ha dimostrato con i fatti, quando il sacrificio della propria vita si è reso necessario, di potersi sacrificare perchè gli insegnamenti e le direttive da lui impartite ai propri collaboratori, in special modo a Harry e a Piton, non rimanessero infruttuose.
Deduzione #364 fornita da Maria – Accusa
Lettera A Signori della Giuria, la prova #18 non è per niente una prova. Tutto quello che ci comunica è l'attitudine coraggiosa e saggia di Silente di fronte alla morte, cosa che può al massimo rendere ancora più orribile il gesto di Piton. Il fatto che egli sia pronto a morire per proteggere Harry non significa affatto che Piton sia innocente, anzi. Nulla fa poi supporre che sapesse quello che stava per accadere: Silente è saggio, ma non onnisciente. Nel corso della sua lunga vita è stato testimone di molti lutti:la morte dei genitori di Harry, di Cedric e di Sirius, solo per citarne alcuni tra i più dolorosi. Li ha affrontati con coraggio, ma non ha saputo impedirli. Con lo stesso coraggio affronta la propria morte, al quale era preparato, ben sapendo di essere sempre più debole e anziano. Ma queste considerazioni non scagionano Piton da quello che ha fatto.
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