Con le parole stupende che avete scritto, come faccio a lasciar cadere l’ispirazione?
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Macchie che non vengono mai via, capisci quello che voglio dire?
Arrivata alla fine del quarto volume, non ho potuto fare a meno, allora come oggi, di ricordare le parole pungenti che il falso Moody rivolge a Severus quella notte di qualche mese avanti, prima del ritorno di Voldemort. E non posso dimenticare il gesto di Severus che si stringe il braccio, come se gli facesse male. E gli fa male. Fa male non solo perché il Marchio brucia sulla pelle, ma perché gli brucia dentro, perché lo sta logorando il pensiero della minaccia tornata ad oscurare il mondo e quello, ancor più grave, dell’efficacia che avrà la sua preparazione messa di fronte al momento fatale che sta per giungere, da cui dipende tutto e che potrebbe compromettere tutto, i piani di Silente e il futuro di Harry e del mondo magico. È il momento a cui Severus si sta preparando da tredici, lunghi anni: il momento di tornare da Voldemort, di professarsi suo fedele servitore e giurargli la lealtà di sempre, ingannando il più grande mago oscuro di tutti i tempi per difendere i giusti che non credono in lui, per proteggere la causa, per tenere ancora al sicuro Harry. Un momento che infine arriva, come avete detto, in una delle pagine più belle e più intense di questo romanzo.
L’infermeria gremita, la folla sconcertata, il ministro incredulo, la tensione alle stelle. Tutti perdono il controllo della situazione e nonostante le professioni di Harry e di Silente, Caramell continua ad ostinarsi e a negare. Il ministro ha perfino ordinato alla sua scorta di Dissennatori di occuparsi di Barty Crouch jr. vanificando ogni possibilità che questi rendesse testimonianza, come aveva appena fatto con Silente, Severus e Minerva, sotto l’effetto del
Veritaserum: un comportamento persino più criminale di quello dello stesso Mangiamorte; ed è proprio Severus a sottolineare il fatto, a bassa voce, mettendo bene in luce la portata criminosa di quella bassezza del ministro. Poi il professore tace di nuovo, mentre Harry urla ciò che ha visto e Silente cerca di riportare Caramell alla ragione. Ma quando arrivano all’inevitabile punto morto, quando Caramell ripete le parole “non è possibile” in faccia al Preside, Severus si fa avanti e solleva la manica; è la prima volta che vediamo la sua pelle sotto abiti e mantello, da quando lo conosciamo. Si scopre, come non si è mai scoperto e come non farà mai neppure in futuro.
In quel gesto di profonda umiltà, che colpisce come una frustata, c’è racchiuso tutto l’uomo che è, l’uomo che è tornato ad essere, riappropriandosi di sé; in quel lembo sfigurato di pelle c’è la sua fragilità, ci sono i suoi errori, c’è il suo passato. Ma ci sono anche il suo presente e il suo futuro. C’è il lasciapassare per tornare dall’Oscuro Signore e sottoporsi a qualsiasi prova pur di essere creduto e continuare ad agire per Silente, per Harry e per il mondo magico.
Quel segno è la sua condanna, ma può essere anche, d’ora in avanti, la salvezza per tutti.
Non è netto come un’ora fa.
Dunque è già passata la prima delle due ore cruciali, quelle di cui Severus dovrà rendere conto a Voldemort a rischio della propria vita e lui è ancora lì ad Hogwarts (“Io, comunque, rimango a Hogwarts”, dice a Karkaroff, p.386) a spiegare, a tentare di convincere, con l’avambraccio scoperto e steso, lì a mostrare quel segno che non va più via, come se fosse nudo e indifeso davanti ad una platea che è quasi un tribunale, come la sua coscienza. Un segno indelebile che provoca il disgusto e fa ritrarre inorriditi, perché è vero, verissimo, quel che diceva Ida: lui è ancora, per tutti, segnato a vita da quella condanna, dal suo passato di Mangiamorte per il quale lui stesso continua a tormentarsi e a soffrire in silenzio.
Tutti vedono
solo quel Marchio in lui, lo vedevano prima che accettasse di farselo imprimere e lo vedono ancor più adesso, che lui lo offre alla vista.
A nessuno importa osservare l’espressione del suo volto né riferirla (la
pottervisione è appositamente avara, in questo, grazie alla grande abilità narrativa della Rowling), né importa quel turbamento che accompagna le sue parole sofferte, quella voce roca, appunto, quell’emozione che sfugge nell’accostare sé stesso, volontariamente e dolorosamente, ai suoi nemici, quando spiega a Caramell che il Marchio ce l’ha “ogni Mangiamorte”. Nessuno percepisce quel disagio e insieme quella potenza sovrumana che ha Severus di donare così tanto e con così tremendo strazio, proprio lui, un uomo che non ha mai accettato in vita sua di aprirsi tanto a fondo e che ora lo fa per difendere la verità, anche se con il solo risultato di suscitare ancor più disgusto per sé stesso. Invece lui sorprende ancora, come sorprese Silente sulla collina il giorno in cui gli disse di essere disposto a dare in cambio “qualunque cosa”.
Quell’
anything, ecco cosa ci vedo nel braccio teso di Severus.
Vedo rinnovarsi quella promessa di un tempo, nell’estremo coraggio di compiere ogni tipo di sacrificio che gli verrà richiesto, anche quello di essere guardato come un insetto, anche quello di essere ferito e mortificato profondamente da quel disprezzo che legge nei volti accanto a sé e che lo giudicano in silenzio. Ma soprattutto, al di là di tutto questo, ci vedo l’accettazione assoluta e convinta del sacrificio più pericoloso, il sacrificio supremo di sottoporsi di nuovo a Voldemort, costi quel che costi, senza scappatoie, senza sottrarsi, giocando finalmente quel Marchio orrendo per la partita giusta.
Lui
deve farlo, come dice Chiara. Deve farlo perché solo lui può, solo lui sa, solo lui è nella posizione più delicata e insieme più preziosa per agire; lui, il più potente Occlumante, probabilmente il mago più talentuoso della sua generazione, l’uomo più completo, nella forza e nella debolezza che lo contraddistinguono. Lui non si risparmia e
usa perfino sé stesso, usa quei segni impressi sulla sua pelle perché possano servire a convincere, perché sono veri, sono palpitanti e sono in grado di testimoniare più di mille parole la verità difesa dal Preside e da Harry. Ed è infatti solo a quel punto che Caramell, infuriato e a disagio, prende la sua bombetta e se ne va dalla stanza. Di fronte a quella risoluzione e a quel braccio pallido solcato da quegli sfregi neri, nessuno fiata. Nemmeno Silente. E anche Severus tace di nuovo: sa quello che lo aspetta ora, ma lo ha scelto, lo ha accettato e continua a farlo ogni giorno della sua vita da tredici anni.
CITAZIONE (Ida59 @ 17/6/2014, 22:17)
Lui, Severus, non è importante; non ha alcuna importanza se dopo sarà disprezzato ancor più di prima, se avranno paura di lui o lo odieranno e disprezzeranno. No, nulla di questo gli importa: lui sa bene qual é il suo dovere, e lo compie, indifferente al prezzo che dovrà pagare.
Del resto, questa é una sua personale prerogativa, lo sappiamo fin troppo bene: prima il dovere e poi se stesso. E il suo dolore. E la solitudine portata dell'altrui disprezzo.
É il prezzo.
Il prezzo che deve pagare per le sue colpe, per la redenzione sempre perseguita dal momento della Scelta (prendo in prestito la maiuscola di Nadia), per il perdono che non ritiene di meritare ma per cui continua a combattere. E nessun prezzo, mai, gli sembra troppo alto.
(...)
Una scena stupenda, che sublima l'essenza vera di Severus: é il momento in cui la sua maschera di impassibilità si infrange all’improvviso e le emozioni lo soverchiano, cosicché la voce diventa roca, sofferta, eppure parla, Severus, parla come mai ha parlato prima, nei libri. A testa alta, fiero di sé nonostante le sue colpe.
Che altro posso aggiungere a cotanta perfetta sintesi?
Posso solo sottoscrivere con enorme commozione.
Idem per queste altre parole, assolutamente meravigliose:
CITAZIONE (Severus Ikari @ 18/6/2014, 18:37)
E questo gesto che all’apparenza può sembrare niente, in realtà è un dono prezioso, è toccare un pezzo dell’anima di Severus, sfiorarla, stringerla, vederla, vederla chiaramente, osservare l’oscurità e la luce.
Osservare l'Uomo dietro l'attore, perché Severus non è nient'altro che un attore costretto ad interpretare ruoli diversi, oscuri, odiati, mal visti, disgustati.
Ma anche i migliori attori non possono uccidere l'uomo che c'è dentro di loro, e Severus lo mostra interamente in queste brevi carezze che ti sfiorano il viso.
CITAZIONE (chiara53 @ 18/6/2014, 08:17)
Un brano
unico ed inestimabile, Severus per sempre e per sempre così, umano, fragile e coraggioso, altruista e vero amico di Silente:
luce allo stato puro.
Sì Chiara, decisamente sì: "luce allo stato puro", proprio come hai detto.
Edited by Ida59 - 16/9/2018, 17:58