Introduzione
Naturalmente il multiforme mondo operistico contiene un certo numero di Pozioni ed Intrugli di varia natura ed effetto.
Non è detto che vengano date tutte le informazioni in proposito alla Pozione presente nel melodramma. Possiamo avere l’elenco degli ingredienti, ma non la procedura (la procedura, a dire il vero, manca sempre), possiamo avere unicamente l’effetto finale, possiamo anche unicamente sapere come e dove bisogna raccogliere un solo ingrediente.
A produrre la pozione in questione possono essere delle Streghe, ma anche delle suore, dei nobili… un po’ chiunque, ma mai – che io sappia – un pozionista. L’importante è avere un contesto fantastico (ma esistono, almeno, due grandi eccezioni) e una motivazione drammaturgica per avere una pozione, un intruglio, un veleno (che poi esistano esclamazioni come “Sei di nuovo avvelenato!” è secondario). Vi possono essere anche casi in cui quella che tutti credono essere una pozione non sia affatto una pozione (e qui si va nell’opera buffa), o suggestioni che portano a credere che un semplice bicchiere d’acqua sia un filtro d’amore (Francesca da Rimini di Zandonai, per creare un richiamo alla leggenda di Tristano ed Isotta, ma anche al Tristan und Isolde wagneriano, in cui il filtro d’amore assume un significato decisamente diverso rispetto alla leggenda medievale, ma su questo tornerò in una suggestiva “lezione”).
Per ogni pozione presentata, oltre all’ascolto del brano musicale in cui se ne parla, proporrò una sorta di scheda della pozione con tutte le informazioni che si possono dedurre dal libretto, molte o poche che esse siano.
Prima Pozione
Macbeth
Essendo oggi il “compleanno” di Verdi, inizio con la Pozione (una delle più precise, grazie anche al testo shakespeariano da cui trae ispirazione) delle Streghe dell’Atto III del Macbeth.
Personaggio “pozionista”:
Streghe suddivise in tre gruppi.
Ingredienti:
Acqua
Rospo velenoso che si è nutrito di aconito
Vepre (cespuglio spinoso)
Radica sbarbata al crepuscolo (radice delle piante, in particolar modo dei tuberi)
Lingua di vipera
Pelo di nottola (un tipo di pipistrello)
Sangue di scimmia
Dente di bottolo (piccolo cane tozzo e ringhioso)
Dito d’un bambino strozzato nel nascere
Labbro di un tartaro
Cuore di un eretico
Scopo della pozione:
Invocare Ecate.
Altre particolarità:
A quanto pare la pozione va effettuata quando una gatta in calore miagola tre volte, quando un’upupa emette tra volte il suo verso, quando fa altrettanto un istrice.
A quanto pare, per mescere la pozione dopo l’aggiunta di tutti gli ingredienti, occorre invocare degli spiriti, per aiutare a rimestare l’intruglio.
A rigor di logica (ma io non l’ho mai visto in cena, ma proprio mai, e di Macbeth ne ho visti tanti), le Streghe dovrebbero avere davanti a sé un calderone e dovrebbero gettarvi dentro gli ingredienti (anche questi – e direi fortunatamente – mai messi in scena).
La pozione delle streghe apre il terzo atto di Macbeth e precede una nuova scena di profezia (come nel testo si Shakespeare. In questo l’opera è decisamente fedele alla fonte originale).
La musica crea la giusta atmosfera, considerando anche il tipo di ingredienti usati, che forse potrebbero esaltare Voldemort (anche solo per il gusto di procurarsi gli ultimi tre ingredienti), e così le voci delle Streghe, affidate a tre gruppi ben distinti sul piano timbrico, permetto all’ascoltatore di immergersi in un’atmosfera che è tutto tranne che serena. D’altronde, considerando l’elenco degli ingredienti non poteva essere diversamente.
Riporto ora il libretto e, a seguire, l’ascolto.
Un’oscura caverna. Nel mezzo una caldaia che bolle. Tuoni e lampi. Coro di StregheSTREGHE (I)
Tre volte miagola la gatta in fregola.
STREGHE (II)
Tre volte l’upupa lamenta ed ulula.
STREGHE (III)
Tre volte l’istrice guaisce al vento.
Questo è il momento.
TUTTE
Su via! Sollecite giriam la pentola,
mesciamvi in circolo possenti intingoli;
sirocchie all’opra! L’acqua già fuma,
crepita e spuma.
STREGHE (I)
Tu rospo venefico
Che suggi l’aconito,
tu vepre, tu radica
sbarbata al crepuscolo,
va’, cuoci e gorgoglia
nel vaso infernal.
STREGHE (II)
Tu lingua di vipera,
tu pelo di nottola,
tu sangue di scimmia,
tu dente di bottolo,
va’ bolli e t’avvoltola
nel brodo infernal.
STREGHE (III)
Tu dito d’un pargolo
Strozzato nel nascere,
tu labbro d’un tartato,
tu cor d’un eretico,
va’ dentro e cosolida
la polta infernal.
TUTTE
(danzando intorno)E voi spiriti
Negri e candidi,
rossi e ceruli,
rimescete!
Voi che mescere
Ben sapete
Rimescete!
Rimescete!
Ascolto: direttore (Riccardo Muti). Ho volutamente scelto una versione non scenica, così da permettere di immaginare la scena come si preferisce.