Il Calderone di Severus

Arringa 109 (Bianca), Accusa

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view post Posted on 10/2/2007, 19:34
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I ♥ Severus


Potion Master

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"L'incantesimo per respingere un Molliccio" continuò Lupin, "è semplice, ma richiede una grande forza mentale. Sapete, ciò che sconfigge un Molliccio sono le risate. Quello che dovete fare è costringerlo ad assumere una forma che trovate divertente. Ora proveremo l'incantesimo senza le bacchette magiche. Dopo di me, prego... Riddikulus!"
"Riddikulus!" ripeterono tutti in coro.
"Bene" disse il professor Lupin. "Molto bene. Questo però era il meno, temo. Vedete, la parola da sola non basta. Ed è qui che entri in campo tu, Neville".
L'armadio tremò di nuovo, anche se non tanto quanto Neville, che avanzò con l'aria di un condannato a morte.
"Bene, Neville" disse il professor Lupin. "Innanzitutto: qual è la cosa che ti fa `più paura al mondo?"
Le labbra di Neville si mossero, ma non ne uscì nulla.
"Scusa, Neville, non ho capito" disse il professor Lupin incoraggiante.
Neville si guardò intorno terrorizzato, come per chiedere aiuto, poi mormorò, poco più che in un sussurro:
"Il professor Piton".

Libro III

Questa prova, da sola, potrebbe bastare a dimostrare quanto nefasta possa risultare l’attitudine di Severus Piton verso i propri studenti. Nel caso specifico, verso Neville Paciock.
È mia intenzione dimostrare, con l’ausilio dell’esempio del signor Paciock, come l’imputato sia capace di mettere in atto, con studiata metodica e reiterata persecuzione, una serie di atteggiamenti che non hanno nessun scopo pratico se non l’afflizione di un alunno.
La difesa potrebbe controbattere che l’esempio, basato sulla figura di Paciock, si presta ad essere falsato dalla natura estremamente sensibile del soggetto: facilmente impressionabile ed influenzabile. Io, però, dissento: Neville Paciock, pur se timido, non è più debole o sensibile della media dei ragazzi della usa età (infatti nei libri, è più volte riportato il fatto che bastasse la sola presenza di Piton per zittire un’intera classe). Semmai, Neville è schivo ed impacciato, ma questi non possono essere considerati indici di particolare debolezza. Analizziamo la sua situazione familiare: i genitori, famosi Auror, sono reclusi al San Mungo per le gravi turbe mentali riportate nella lotta contro i mangiamorte; il ragazzo è stato allevato da un gruppo di anziani parenti, tra cui spicca una nonna severa ed antiquata. Non è, quindi, esagerato affermare che Neville ha affrontato direttamente le conseguenze della guerra magica. È un ragazzo che, in tenera età, già conosce gli scherzi beffardi della vita. Non sarebbe strano supporre che le paure di un ragazzo, abituato a sopportare la sofferenza e la tristezza, siano legate alla causa della sua miseria ( i mangiamorte, Vodemort). Invece, la paura più grande di Neville Paciock è rappresentata da un solo uomo: Severus Piton. Cosa può aver spinto un alunno a mettere un insegnante in cima alla lista di cose terrificanti se non la convinzione che quest’uomo sia pericoloso e capace di danneggiarlo? E cosa può aver istillato tale convinzione se non il comportamento del maestro di Pozioni?

(Aveva appena cominciato a dire agli altri di osservare il modo perfetto in cui Malfoy aveva stufato le sue lumache cornute, quando il sotterraneo fu invaso da una nube di fumo verde e acido e da un sibilo potente. Non si sa come, Neville era riuscito a fondere il calderone di Seamus trasformandolo in un ammasso di metallo contorto, e la loro pozione, colando sul pavimento di pietra, bruciava le scarpe degli astanti facendoci dei buchi. In pochi secondi, tutti i ragazzi erano saltati sugli sgabelli, salvo Neville, che si era bagnato con la pozione quando il calderone si era bucato e adesso piangeva di dolore, mentre sulle braccia e sulle gambe gli spuntavano bolle infiammate.
"Ma che razza di idiota!" sbottò Piton mentre con un sol tocco della sua bacchetta magica ripuliva il pavimento dalla pozione versata. "Suppongo che tu abbia aggiunto gli aculei di porcospino prima di togliere il calderone dal fuoco. Non è così?"
Neville frignava perché le bolle avevano cominciato a spuntargli anche sul naso.
"Portalo in infermeria!" intimò Piton a Seamus in tono sprezzante.
Libro I)

Fin dalla prima lezione di Pozioni, quando Neville subisce le conseguenze di un errore nell’esecuzione del miscuglio, Piton lo insulta e degrada pubblicamente. Si potrebbe controbattere che l’uomo è normalmente aspro e rude, ma possiamo constatare con i fati quanto egli sia capace do parzialità e di usare, volendo, modi più contenuti. (Intanto,avvolto nel suo lungo mantello nero, si aggirava di qua e di là per la classe, osservandoli pesare ortiche secche e schiacciare zanne di serpente, muovendo critiche praticamente a tutti tranne che a Malfoy, che sembrava stargli simpatico. Libro I)

Cosa ancora più grave, egli antepone la riuscita di un esperimento al benessere di uno studente. Perché dilungarsi nel puntualizzare gli errori nella reazione di un ingrediente? Perché non prestare immediato soccorso ad un allievo che, evidentemente sta patendo una dolorosa reazione nociva?
Potrebbe sembrare un comportamento isolato dettato solo dalla rabbia causata dall’incidente. Eppure l’imputato ha continuato, per anni, una mirata azione denigratoria nei confronti di Neville.
("Penso sarà meglio che vi insegni a bloccare gli incantesimi ostili" disse agitato, in mezzo alla sala. Gettò un'occhiata a Piton, che lo stava fulminando con gli occhi, e subito distolse lo sguardo.
"Proviamo con una coppia di volontari... Paciock e Finch-Fletchley, vi va?"
"Pessima idea, professor Allock" disse Piton muovendosi silenzioso come un grosso e sinistro pipistrello. "Paciock fa guai anche con gli incantesimi più semplici. Vogliamo mandare dritti in infermeria i resti di Finch-Fletchley dentro una scatola di fiammiferi?"
Il faccione di Neville diventò ancor più paonazzo.

Libro II.


Mentre il professor Lupin entrava e chiudeva la porta alle sue spalle, Piton disse:
"Lasciala aperta, Lupin. Preferisco non assistere".
Si alzò e si allontanò, con il manto nero che fluttuava alle sue spalle. Giunto sulla soglia, si voltò e disse: "Forse nessuno ti ha avvertito, Lupin, ma in questa classe c'è Neville Paciock. Ti consiglio di non affidargli compiti troppo difficili. A meno che la signorina Granger non gli borbotti suggerimenti nell'orecchio".
Neville si fece paonazzo. Harry fissò Piton: era già abbastanza spiacevole che maltrattasse Neville durante le sue ore, figuriamoci davanti agli altri insegnanti.
Libro III

"Per quanto alcuni alunni di questa classe siano senza dubbio deficienti, mi aspetto che strappiate un Accettabile al vostro G.U.F.O. o incorrerete nel mio …disappunto". Il suo sguardo questa volta indugiò su Neville, che deglutì. – Libro V, pag.227 )

Gli esempi riportati possono sembrare innocenti impertinenze da parte di un professore verso un allievo, ma non si può fare ameno di notare l’accurata scelta di termini volta a minare la sicurezza e l’autostima del ragazzo. Sono, simili appunti, corretti o veritieri? Sicuramente no. Se è vero che il signor Paciock non brilla per ingegno, è anche vero che le sue capacità non vanno considerate al di sotto della media: riesce ad ottenere diversi G.U.F.O tra cui almeno tre ( Erbologia, Difesa contro le arti oscure ed Incantesimi) con voti tali da consentire l’accesso ai corsi M.A.G.O. Non per correggere, quindi, ma per offendere sono le, sono le parole di Severus Piton.
Si potrebbe controbattere dicendo che delle battute velenose, per quanto sapientemente studiate, possono rientrare nel limite di normale tollerabilità di maltrattamenti da parte di uno studente.
Eppure l’imputato ha ignorato, di proposito, ogni rispetto per tali limiti.

I due giorni successivi trascorsero senza gravi incidenti, a parte il fatto che Neville fuse il suo sesto calderone a Pozioni. Il professor Piton, che nel corso dell’estate sembrava aver raggiunto nuove vette di perfidia, lo punì costringendolo a sventrare un intero barile di rospi cornuti, e Neville tornò in uno stato di collasso nervoso –
Libro IV, pag.182

È possibile che una punizione, per quanto giustificata, debba portare una persona ad un tale stato di prostrazione? Non è presumibile che il ragazzo, nel corso del castigo, abbia mostrato segni di cedimento? Certamente si, ma tali segni sono stati volutamente ignorati, come ulteriore afflizione.
Qual è i giusto limite tra la severità e l’abuso? Difficile stabilirlo quando i danni, invece che sul fisico, si manifestano nella psiche di un soggetto.
Cosa ha provocato, dunque, in un ragazzo provato ma perfettamente sano, la continuata persecuzione del professore? Il terrore. Un panico irrazionale e paralizzante che attanagliava Neville ogni volta che era in presenza di Severus Snape. Un terrore che l’imputato non ha mai cercato di attenuare, ma anzi incentivava, godendo evidentemente del malessere altrui.

Qualche paiolo più in là, Neville era nei guai. Le lezioni di Pozioni gettavano sempre Neville nel panico; era la materia in cui andava peggio, e il terrore che gli incuteva il professor Piton non faceva che peggiorare le cose. La sua pozione, che sarebbe dovuta essere di uno splendente verde acido, era diventata...
"Arancione, Paciock" disse Piton, pescandone un po' con il mestolo e facendola colare di nuovo nel calderone, in modo che tutti vedessero. "Arancione. Dimmi, ragazzo, non ti entra proprio niente in quel testone? Non mi hai sentito quando ho detto che bastava una sola milza di gatto? Non ho detto che bastava una spruzzata di succo di sanguisuga? Che cosa devo fare perché tu capisca, Paciock?"
Neville era rosso e tremava tutto. Sembrava sul punto di piangere.
"La prego, professore" disse Hermione, "per favore, mi permetta di aiutare Neville a sistemare le cose..."
"Non ricordo di averti chiesto di esibirti, signorina Granger" disse Piton gelido, e Hermione diventò rossa come Neville. "Paciock, alla fine della lezione daremo un po' della pozione al tuo rospo e staremo a vedere che cosa succede. Forse così imparerai a fare le cose per bene".
Piton si allontanò, lasciando Neville senza fiato per la paura.
"Aiutami!" gemette il ragazzo, rivolto a Hermione.
CUT
"Tutti qui" ordinò Piton, con gli occhi neri che scintillavano, "e guardate che cosa succede al rospo di Paciock. Se è riuscito a preparare una Pozione Restringente, diventerà un girino. Se ha sbagliato, e non ho alcun dubbio in proposito, è probabile che il suo rospo finisca avvelenato".
I Grifondoro osservarono la scena intimoriti. I Serpeverde avevano l'aria eccitata. Piton prese il rospo e lo sistemò nella mano sinistra, immerse un cucchiaino nella pozione di Neville, che ora era verde, e ne fece colare alcune gocce nella gola di Trevor.
Ci fu un attimo di silenzio, e Trevor deglutì. Poi si udì un piccolo pop, e Trevor il girino si contorse nella mano di Piton.
I Grifondoro applaudirono. Piton, irritato, prese una bottiglietta dalla tasca del mantello e versò qualche goccia sul rospo, che ritornò della sua taglia adulta.
"Cinque punti in meno per i Grifondoro" disse Piton, cancellando in un attimo i sorrisi dalle facce dei ragazzi. "Ti avevo detto di non aiutarlo, signorina Granger... La lezione è finita".

-Libro III, pag. 107-109

Voglio far notare come, nell’esempio sopra riportato, si confermi quanto finora affermato dall’accusa. Il ragazzo è già in un forte stato di tensione emotiva ed il professore, lungi dal calmarlo od aiutarlo, gli offre uno stimolo che ha il sapore di una punizione anticipata. Punizione che va a toccare i sentimenti di Neville: il suo animale domestico, un rospo di nome Oscar, a cui è molto affezionato e che corre il rischio di essere avvelenato per la sua imperizia.
La difesa potrebbe obiettare che l’animale in questione non correva alcun reale rischio perché Piton, abile pozionista, aveva già capito che la pozione non era velenosa e, anche in caso di errore, avrebbe potuto benissimo somministrare un antidoto all’animale. Naturalmente, però, questa sarebbe una visione ottimistica della realtà. Quello che è reale è la struggente consapevolezza di Neville di poter essere la causa della fine di Oscar. Convinzione abilmente pilotata dal professore che non ha materialmente fatto nulla che potesse contribuire alla buona riuscita dell’esperimento o anche solo a mettere il ragazzo in uno stato d’animo più produttivo.
Anche se già in un’altra occasione il rospo era stato usato come cavia da un altro professore (usato per una dimostrazione di levitazione nella classe di Vitious ), non è pensabile paragonare i due atteggiamenti.
La levitazione effettuata da un mago esperto e dall’indole notoriamente gentile, non può neanche essere accostata alla minaccia di sperimentare una pozione di un allievo altamente incompetente. Anche se la seconda costituisce un pericolo solo in potenza, la pressione psicologica esercitata è massicciamente molto maggiore e deleteria: sia per l’aggravante del personale senso di colpa di Neville, sia per la convinzione radicata che la minaccia proveniva da una persona ben capace di metterla in atto e di compiere azioni detestabili. Convinzione, quest’ultima, condivisa da un buon numero di studenti ("Piton non può dimostrare che sei stato tu" Ron rassicurò Harry.
"Che cosa può fare?"
"Conoscendo Piton, qualche tiro mancino" rispose Harry, mentre la pozione continuava a schiumare e bollire.

- Libro II).

Prima di esprimere un giudizio definitivo sull’imputato, penso sia opportuno sondare l’ambiente e le circostanze in cui opera. In particolare, penso che si debba analizzare la pratica delle punizioni nel regno unito e nella scuola di Hogwarts. Sembra incredibile che al giorno d’oggi, in paesi civili, sopravvivano la pratica del castigo e delle punizioni corporali, eppure in Gran Bretagna, paese ben saldo alle proprie tradizioni, tali atteggiamenti non sono rari (solo di recente gli insegnanti sono stati interdetti dall’uso dello scudiscio) .
Peter Newel, promotore di iniziativa globale per porre fine alle punizioni corporali, scriveva nel 2002: - Numerosi studi dimostrano che il fenomeno è molto diffuso. Nel mio paese, la Gran Bretagna, un sondaggio effettuato dal governo ha rivelato che più di un terzo dei bambini è vittima di punizioni “severe”. Un quarto di questi subisce percosse inflitte con bastoni o altri oggetti. Tre quarti delle madri intervistate hanno ammesso di aver dato schiaffi ai propri figli prima del compimento del primo anno di età. Questo genere di violenze è diventato un importante oggetto di dibattito nel mio paese, ma credo che in molti altri paesi europei il fenomeno non sia ancora di dominio pubblico. –

Possiamo quindi porre in evidenza come la punizione, anche applicata con una certa veemenza, sia del tutto tollerata in Gran Bretagna altresì in ambito scolastico. Hogwarts non sembra fare eccezione, e, difatti, perfino un’insegnante apprezzata come Minerva McGranitt non sfugge a questa discutibile pratica (è ben impressa nella nostra memoria la punizione di Harry Potter nella Foresta Proibita durante il primo anno).
Antiquati e discutibili, quindi, i mezzi correttivi nella scuola dei maghi. Come antiquate sono le regole pedagogiche che fanno affidamento su siffatte pratiche: un insieme di prescrizioni attinenti la gestione dell’errore e della colpa, e più in generale una forma di moralismo che porta per finire alle punizioni, specialmente corporali. Queste sono, di fatto, pratiche che creano profonde ferite agendo a livello coercitivo sulla psiche. Oggi questi metodi devono ritenersi largamente superati, l’errore diventa parte del processo di crescita e di apprendimento e non viene più demonizzato, mentre la punizione viene sostituita con la comunicazione (da questi punto di vista, solo Albus Silente sembra essere incline a metodi educativi più moderni).
L’imputato sembra, quindi, avere l’alibi di essere inserito in un sistema tradizionale già avviato e consolidato in cui i suoi metodi, apparentemente, non discordano da quelli abitualmente approvati. E si tratta veramente di un sistema abominevole, visto che permette azioni persecutorie come quella di Dolores Umbridge verso Harry Potter. A paragone della suddetta insegnante, l’imputato sembra addirittura un docente coscienzioso ed equilibrato. È bene, però, non farsi ingannare dalle apparenze. Se Dolores Umbridge mette in pratica una punizione certamente censurabile, facendo incidere agli studenti la propria pelle e utilizzare il proprio sangue, quelle di Piton non sono meno criticabili. Semplicemente l’imputato è molto più subdolo e astuto della donna presa ad esempio: mai metterebbe in pratica un atto che lo ponesse apertamente in contrasto con il sentimento comune di ciò che è lecito e ciò che non lo è. Sa benissimo di avere una dubbia fama e non si arrischierebbe mai ad agire con “manifesta” crudeltà. Riesce quindi a manipolare i mezzi a sua disposizione per ottenere i risultati desiderati. Le punizioni, di norma, dovrebbero essere disposte seguendo un canone di proporzionalità con la malefatta ed, invero, le punizioni di Piton non sembrano mai troppo pesanti. Semmai umilianti e sottilmente insensibili. Che lezione demagogica può apprendere Ron dal pulire tutte le padelle dell’infermeria? Che senso ha prolungare una disgustosa punizione di Neville fino a portarlo al limite del collasso nervoso? Qual è lo scopo pratico della punizione di Harry, in cui deve riordinare le vecchie schede di Gazza, se non l’afflizione dello studente. Ancora più severamente va giudicato il suo atteggiamento, perché avrebbe dovuto tutelare gli alunni che ha perseguitato e perché aveva l’intelligenza per valutare i danni che faceva
Ecco perché l’accusa sostiene la colpevolezza dell’imputato. Perché aveva i mezzi ed il ruolo per compiere una violenza, e lo ha fatto. Una violenza che non lascia segni evidenti, ma li lascia in maniera permanente. E lo ha fatto con deliberata risoluzione ed intimo piacere.
 
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