Prima di iniziare questa lezione, una piccola precisazione: avevo promesso un approfondimento su Monfort, ma purtroppo non ho trovato ascolti all'altezza. Ovviamente senza ascolti, mi sembra un po' inutile intortarvi con i soli pezzi del libretto.
Ho deciso quindi di gettare, per il momento la spugna, e di dedicarmi ad un altro titolo.
So che in ordine cronologico ci sarebbe altro intramezzato, ma preferisco rimanere nel genere del grand opéra e dedicarmi al Don Carlos (se si parla di versione francese) o Don Carlo (se si parla di versione italiana).
Quella che troverete sotto è unicamente una lezione introduttiva, dedicata alle varie versioni che esistono dell'opera, di cui parlerò atto per atto dalla prossima lezione.
Don Carlo
Libretto: Joseph Méry e Camille du Locle
Personaggi (pongo i nomi in francese, come nell'originale, con l'eccezione del coro, tradotto direttamente in italiano):
Philippe II, roi d’Espagne (basso)
Don Carlos, infant d’Espagne (tenore)
Rodrigue, marquis de Posa (baritono)
Le Grand Inquisiteur (basso)
Un moine (basso)
Élisabeth de Valois, future reine d'Espagne (soprano)
La princesse Eboli, sa dame d’honneur (mezzo-soprano)
Thibault, page d’Élisabeth (soprano)
La comtesse d’Aremberg (ruolo muto)
Le comte de Lerme (tenore)
Un héraut royal (ténore)
Une voix céleste (soprano)
Deputati fiamminghi, inquisitori, signori e dame delle corti di Francia e Spagna, popolo, paggi, guardie di Enrico II e di Filippo II, monaci, seguito del Sant'Uffizio, soldati (coro)
La prima rappresentazione del Don Carlos avvenne all'Opéra di Parigi l'11 marzo 1867 in cinque atti, comprensivi di balletto, com'era usuale per il grand-opéra.
Esiste una versione precedente a quella del 1867, la cosiddetta versione 1866. Ovviamente si tratta di una proposta dell'opera mai andata in scena. Sono presenti scene tagliate successivamente per problemi di durata o per ragioni "tecniche". A Parigi le opere dovevano finire entro un orario che permettesse agli spettatori di prendere i mezzi pubblici per tornare a casa (accade tuttora così). All'epoca si parla ovviamente di omnibus.
Di questa versione è stato riproposto, in maniera non molto filologica perché aggiunto in qualsiasi versione venga fatta se sono presenti un grande basso ed un grande tenore o se il direttore d'orchestra vuole dar sfoggio della sua abilità, il cosidetto compianto su Posa. Questo brano fu eliminato prima della prima del 1867 perché il baritono si riufiutava tassativamente di giacere in terra "morto" per il tempo del compianto (15 minuti circa). Di qui il taglio.
Segue una nuova versione, con alcuni rimaneggiamenti musicali nel 1872, sempre in francese.
A dire il vero, Verdi lavorò sempre per tutte le rimaneggiatue sul libretto francese, anche per quel che riguarda le due versioni in lingua italiana.
Passeranno più di dieci anni prima della prossima versione, la cosiddetta versione Milano, del 1884.
Si tratta di quella che, fino a qualche tempo fa, era la versione più rappresentata, forse perché è la più corta (d'altronde un tempo si lavorava molto di forbici e si rappresentavano delle sorti di riassunti. Mia mamma mi racconta sempre di come la prima volta che vide
Anna Bolena di Donizetti, aveva creduto che il tenore quasi non cantasse, quando in realtà ha ben due arie).
Va anche detto che Don Carlo era vista, nell'immaginario (testimonianze loggionistiche), come un'opera per un grande basso (Filippo II), un grande baritono (Posa) o un grande soprano (Elisabetta), ma non per un grande tenore (Carlo). Questo perché il rôle-titre non ha un vero e proprio momento di gloria personale, ovvero Carlo non possiede un'aria, come tutti gli altri personaggi. Canta tantissimo (ha duetti, scene d'assieme), ma mai da solo, se non per un brevissimo momento. Invece Filippo ha una grande aria, Elisabetta ed Eboli due, Rodrigo una romanza (anche se non viene percepita come tale) e un'aria doppia. Quindi diciamo che il tenore per brillare nel Don Carlo deve faticare il doppio degli altri, considerando anche il personaggio che interpreta, che ha psicologia piuttosto difficile, come si vedrà in seguito. Togliendogli poi il primo atto, lo si priva di momenti bellissimi - l'incontro con Elisabetta - e di ulteriore possibilità di scavo psicologico.
Due anni dopo si assiste ad una nuova revisione: ovvero la versione di Modena del 1886. Si tratta dell'opera in cinque atti, in italiano, ma priva del balletto. L'opera mantiene i cambiamenti musicali apportati per la versione Milano.
Attualmente è la versione - e direi giustamente - più eseguita, forse perché ci sono in giro più tenori adatti al ruolo di Carlo o per un cambiamento nel gusto del pubblico.
Io ne sono ovviamente felice perché l'atto di Fontainebleu è veramente splendido!
Poi, alle volte, arrivano anche i direttori d'orchestra che ci mettono le mani e mischiano tutte le versioni, creando una non-versione. Quindi mettono chessò un pezzo della duetto Posa-Carlo del secondo atto preso dalla versione francese, incollandolo su quella di Milano... se lo trovo, vi farò un esempio in proposito.
Sarà proprio alla versione di Modena che farò riferimento nel proporvi trama e ascolti: quindi avrete l'opera in cinque atti, in italiano, senza balletti, ma, se lo trovo, inserirò anche lo splendido compianto su Posa.
Spero che sia tutto chiaro e che non vi siate persi tra le date, che riassumo brevemente qui sotto:
1866: versione "primordiale", con parti tagliate prima della prima rappresentazione
1867: prima rappresentazione a Parigi
1872: nuova versione, sempre in francese, con alcuni rimaneggiamenti musicali e qualche taglio
1884: versione di Milano, in 4 atti, in italiano, priva di balletto. Sono stati apportati cambiamenti musicali.
1886: versione di Modena, in 5 atti, in italiano, priva di balletto. Per gli atti dal 2 al 5 segue la versione di Milano