Il Calderone di Severus

Sfida n. 3 FF Una festa in Sala Comune

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Nykyo
view post Posted on 24/1/2007, 00:31




L'indice delle storie (con relativo link) è alla fine di questo messaggio


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Sfida n. 3. Una festa in Sala Comune.

Il racconto deve partire dal seguente presupposto: nella Sala Comune di una delle quattro Case di Hogwarts si sta tenendo una festicciola notturna, naturalmente non autorizzata.
Gli studenti si stanno divertendo allegramente, quando il Capocasa entra nella Sala e li scopre.

A voi dire cosa accadrà.

Scegliete pure la Casa che volete, tra le quattro di Hogwarts.
Non ci sono limiti riguardanti il periodo in cui svolgere il racconto. Può essere una festa dei tempi dei Malandrini, così come una ambientata nel momento odierno con le nuove leve di studenti (Harry, Ron, Hermione, Draco, Cho, Luna, ecc.).
I personaggi li scegliette voi, ma la festa di cui parlate deve riguardare una sola Casa e il suo Capocasa.

Tanto per complicarvi le cose, devono essere presenti le parole: vaniglia, scarabeo, girasole e Ricordella.

Il racconto deve essere una one shot.

Può anche contenere uno o più pairing, ma non è obbligatorio.

Dal 2017 le storie di questa iniziativa sono liberamente pubblicabili sul forum in questa discussione.
Se volete potete pubblicarle anche nella macro-sezione del forum dedicata alle storie, scegliendo la sezione più adatta e seguendo le istruzioni.



Non ci sono limiti di tempo.

Buon divertimento.

Nykyo

Indice delle storie pervenute per la sfida


Una festa in sala comune di Beatrice G.
Festa di fine anno di occhioMalocchio





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CODICE
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Edited by Ida59 - 2/7/2017, 23:21
 
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Beatrice G.
view post Posted on 9/2/2007, 21:48




Titolo: Festa in sala comune

Autore: Beatrice

Tipologia:One shot

Rating: per tutti

Personaggi: I Grifondoro, McGranitt, Percy Weasley, Lyt Hellison.

Pairing:Nessuno

Epoca: Primo o Secondo anno di Harry Potter a Hogwarts

UNA FESTA IN SALA COMUNE

Chi bussava a mezzanotte passata alla porta dell’ufficio di Lyt era Percy.
Lyt si alzò dalla scrivania e andò ad aprire. Infatti era Percy, non si era sbagliata. Si trovò davanti la sua faccia lentigginosa e raggrinzita.
Sorrise lievemente massaggiandosi il naso sotto l’appoggio degli occhiali. “Dimmi Percy, c’è qualche problema?”
Percy arricciò il naso. “Infatti c’è un problema professoressa.” Sembrava seccato e insieme vergognato.
“Sono subito da te.” Rispose Lyt dolcemente. “Sistemo l’ufficio.”.
Si avvicinò alla scrivania e spense le candele soffiandoci sopra, quindi chiuse i quaderni che aveva davanti e infine chiuse la porta con un giro di chiave. Percy la guardava con un’aria di disapprovazione.
Percorsero in silenzio il corridoio e la scala, quindi Percy sembrò trovare il coraggio di fare la domanda che da tempo gli bruciava sulle labbra. Lyt sorrise, aspettando, mentre la stessa domanda la sentiva formularsi nella sua testa. Quindi Percy si decise: “Perché fa tutto a mano?”
“A mano?” chiese Lyt con dolcezza.
“Senza la magia. Perché anche prima non ha usato la magia?”
Lyt sentiva anche un “Non ne è capace?” che non arrivò mai. “Oh!” disse lei sorridendo “Si trattava solo di spegnere due candele. Piuttosto dimmi, Percy, come mai sei venuto da me? Qual è il problema?”
Il suo accento straniero suonava sempre spiacevole alle orecchie di Percy che mal sopportava quella voce. Restò un attimo in silenzio, poi drizzando le spalle assunse un’aria pomposa: “Credo che nella sala comune della mia casa c’è qualcosa che dovrebbe vedere.”
Lyt sentì di nuovo la risposta formarsi nella sua testa. “Una festa?” chiese divertita.
Percy la guardò di scatto, con aria quasi offesa. “Come fa a saperlo? Chi ha fatto la spia stavolta?”
Lyt lo rassicurò con un sorriso, che tuttavia, lo sapeva, non avrebbe sortito l’effetto nemmeno troppo voluto. “Nessuna spia, Percy, semplicemente, di solito gli studenti a scuola qualche volta organizzano feste non autorizzate di notte. Se fosse stato qualcosa di grave saresti stato più preoccupato che arrabbiato.”
“È oltraggioso.” Rispose Percy dopo una pausa ricomponendosi. “Domani questa storiella avrà fatto il giro della scuola.”
“Capisco.” Rispose Lyt che man mano si era portata lievemente dietro di Percy e lo seguiva facendosi guidare docilmente verso la torre del Grifondoro.
Arrivarono davanti al ritratto della Signora Grassa che questa volta vestiva interamente di bianco, strati su strati di veli, e stava leggendo qualcosa con aria assai assonnata.
“Sei tornato Percy?” Gli chiese.
“Ovviamente.” Rispose lui dando la parola d’ordine. Il ritratto si aprì scoprendo il buco rotondo. Percy e Lyt vi scivolarono dentro senza far rumore come chiesto da Percy.
Nella sala comune i Grifondoro erano tutti svegli, allegramente chiassosi, e sui tavoli campeggiavano dolci, panini e succo di zucca che i gemelli avevano rubato dalle cucine.
D’un tratto piombò il silenzio e più di una cinquantina di visi si voltarono verso i due nuovi arrivati che ora stazionavano davanti all’entrata.
George Weasley si trovava giusto a fianco dei nuovi indesiderati ospiti. Li guardò un attimo perplesso, poi guardò Lyt dal sopra in giù per via che la superava di una spanna abbondante in altezza e ne indicò i capelli lisci e malamente rossi: “Ehi prof, ha la ricrescita scura”.
Lyt lo guardò seriosa. “Ah, sì, lo so. Non voglio più rifare il colore.” Gli confidò poi con voce fintamente bassa.
Fu la risata generale. E fu anche la goccia che fece traboccare il vaso già stracolmo di Percy.
Indignato se ne uscì dal buco rotondo.
“Dove va?” Chiese Seamus.
“A chiamare la McGranitt. - Credo.” Aggiunse in fretta Lyt dopo che tutti la guardarono stupiti chiedendosi come faceva a saperlo.
“Allora sarà un guaio per tutti.” Disse Ron. “Senza contare quello che dirà Percy a mamma.” Si sedette su una poltrona.
Per tutti proprio tutti no, pensò Lyt guardandosi attorno e vedendo che mancava qualcuno all’appello, per esempio Hermione. Non avrebbe mai partecipato ad una festa di quel genere, anche se Lyt sapeva che in quel momento era seduta in cima alle scale del dormitorio femminile con le orecchie tese.
Non passarono che pochi minuti che Percy rientrò con la McGranitt al seguito la cui espressione fu assai diversa da quella di Lyt. Le labbra si strinsero in una riga sottile, quindi si guardò attorno soppesando ognuno. Infine guardò i tavoli e il rialzo del caminetto. “Non voglio sapere chi è stato in cucina a rubare.” Disse rigida facendo intendere di avere comunque le idee molto chiare.
Quindi il suo sguardo indagatore raggiunse Lyt che si trovava ancora nell’angolino vicino all’entrata e che rimanendo piuttosto dietro la McGranitt era adesso l’ultima della sua ispezione a trecentosessanta gradi. In piedi sorrideva con il viso appoggiato al palmo di una mano leggermente reclinato in avanti. La McGranitt non disse nulla. Tuttavia comprese perfettamente l’espressione degli occhi scuri di Lyt, divertiti dietro le lenti degli occhiali, che la guardavano da sopra la montatura, semicoperti dalla lunga frangia.
La McGranitt pensò che la collega era proprio brutta, quindi si irrigidì nella posizione più severa che poté trovare. Infine però riuscì solo a dire: “Mi aspetto ora che torniate immediatamente ai vostri letti. Mi vedo costretta a togliere cinque punti al Grifondoro. E spero che non succeda più. Anche se non siete nei corridoi ma nella vostra sala comune è comunque un’infrazione alle regole organizzare una festa non autorizzata perché, come potete ben capire, se non fosse contro le regole si chiamerebbe festa autorizzata.”
“Beh, non fa una grinza.” Sussurrò George alle orecchie di Lyt.
La McGranitt lanciò un’ultima occhiata indagatoria alla sala, quindi si fermò su Harry che in piedi accanto al muro teneva le mani dietro la schiena.
“Che cosa ha lì signor Potter?” gli chiese.
Harry scosse la testa. “Ah, niente, io, torno di sopra…”
”Le mani signor Potter.”
Harry guardò Ron sconsolato, quindi facendo qualche passo avanti rovesciò sul tavolo davanti alla McGranitt una grossa quantità di dolcetti alla vaniglia.
“Molto bene, ora puoi tornare a letto signor Potter.”
Uno ad uno i Grifondoro si dileguarono dal salone e tornarono ai dormitori. Restò un penetrante profumo di dolci e zucchero fruttato.
Quindi la McGranitt si voltò e sparì in uno svolazzamento di mantello; Lyt la seguì fuori dalla porta tonda. Senza parlare si diressero verso la Sala Grande.
“Credo che tu possa tornare a letto Lyt, non c’è nulla da fare qui per te.” Disse la McGranitt.
Lyt sorrise e la salutò, prendendo la direzione opposta.
“Non è stata una risposta molto educata devo dire.” Affermò una voce tranquilla alle sue spalle e Lyt si rallegrò nel riconoscerla. “Ehi Remus. Che fai in giro a quest’ora?”
“Oh, perlustro. Praticamente sto cacciando gente fuori nei corridoi. Anche se” sorrise “quelli del Grifondoro saranno tutti alla festa.”
Lyt era assai divertita. “Le buone nuove volano anche di notte. È passata qualche spia o cosa?”
“È passato Percy infuriato. È la terza volta che succede quest’anno. Tu non eri ancora arrivata.”
“Fantastico. Quindi non è nuova la McGranitt a tutto questo.”
“Non è nuova ma non ci riesce a fare l’abitudine. Tuttavia non è mai troppo severa. È Percy che non vorrei avere mai come professore.”
”Ah, sì, capisco.”
Lupin fece una pausa e la guardò di traverso. “A te non piace Percy vero?”
“No.” Confessò Lyt. “E nemmeno a te si direbbe.”
Lupin scrollò le spalle. “Non mi fa una bella impressione. Ma è un ragazzo molto serio. The?”
Presero la strada che portava all’ufficio di Lupin. “Un the volentieri, grazie. Serio? Forse. Seria è una persona che ha una sola parola, che parla e dice cose vere e oneste, che fa ciò che dice… e non sempre dice ciò che fa.” Aggiunse con un sorrisetto da gatta che Lupin colse divertito. “Non è serio solo chi non ride mai.”
“Beh, è indubbiamente un ragazzo molto preparato. Comunque, non hai ancora risposto alla domanda che ti ho fatto: perché non hai risposto a Minerva quando ti ha trattata male?”
“Non me l’hai fatta la domanda.” Lyt arricciò il naso. “Niente domanda niente risposta.”
“D’accodo. Perché?”
“È stanca e preoccupata, ha molto da fare. E sono anche le due di notte.”
“È la una e un quarto. E sai benissimo che quello che hai detto non è vero.”
Lupin si chiuse alle spalle la porta. L’aula di Arti Oscure era calmissima a quell’ora di notte, con un poco di chiarore lunare che entrava dalle alte finestre; non faceva per nulla paura. Lyt prese un profondo respiro pregno di odore caldo di vecchi e caldi libri.
“Beh, è la vicepreside; dopo Silente è lei che fa tutto. E poi ha la responsabilità dei Grifondoro, deve mantenere la disciplina nella sua casa.”
“Come gli altri tre capicasa devono mantenere la disciplina nella loro.” Disse Lupin sorpassandola e salendo la breve scala che portava all’ufficio, dietro la cattedra. “E visto che Silente si occupa di tutto, direi che come vicepreside ha ben poco da fare. Oltre preoccuparsi per le partite di Quidditch intendo.” Terminò ammiccante. Con un colpo di bacchetta accese il fuoco e cominciò a farvi scaldare l’acqua mentre Lyt si sedeva dall’altro lato della scrivania spostando un plico di fogli e due libri sulla copertina di uno dei quali lampeggiava un gigantesco girasole.
“Anche tu sei stata allieva qui. Lo sai come funzionano le cose. E sai anche che l’insegnante di babbanologia non è tenuta in grande considerazione.” Lupin si fermò, ma Lyt poté sentire tutto il resto del ragionamento.
“Sì, lo so. Figlia di babbani, insengnate di babbanologia, beh, sono figlia d’arte, che pretendi di più?” Sollevò divertita la tazzina blu opaco e sorseggiò il the bollente.
Lupin sorrise e non disse nulla.
“Lo sai che gira voce che hai scarse capacità pratiche? In fatto di magia intendo. Ma io non ci credo, sono stupide superstizioni verso i figli di babbani e…”
“No no, ci devi credere invece perché è perfettamente vero. Ho scarsissime capacità pratiche io.”
Lupin la guardava stupefatto, ma Lyt sorrideva e beveva il the perfettamente tranquilla come se avesse detto che intendeva solo andare a dormire. “Sì, infine la uso abbastanza poco la magia.”
Lupin fissava pensieroso il suo the senza sapere cosa dire e cercando nella sua testa un’idea per cambiare discorso.
“Guarda che non mi offendo. Non c’è bisogno che tenti di cambiare argomento. Dico davvero, non mi offendo!” Lyt sorrideva divertita dall’imbarazzo del collega.
Era uno dei pochi che riusciva a considerare collega e a cui riusciva a rivolgersi chiamandolo per nome. Non essendo mai stata sua allieva, come era invece stato per la maggior parte degli altri insegnanti, riusciva a considerarlo suo pari. A tutti gli altri si rivolgeva ancora chiamandoli ‘professore’. E sapeva anche che questo poteva creare un certo disorientamento in loro.
E ciò la divertiva molto.
Lupin sembrò sollevato.
“Cos’hai dimenticato oggi?” Chiese Lyt quando la sua attenzione fu attirata da una ricordella spenta che giaceva sulla scrivania insieme ad altre mille cianfrusaglie.
“Ah, non è mia. È di un ragazzo di Serpeverde. Ci stava giocando oggi in classe.”
“A volte a me servirebbero, ma non c’è mai nessuno che me le spedisce, e io non ho tempo di andarle a comprare. Ora vado a dormire Remus, o domani non riuscirò a reggere quelli del quarto anno per due ore intere, poi quelli del sesto per altri due, e poi un consiglio di classe, e poi, ah sì. Grazie del the allora, di tutto.”
“Ti accompagno.”
“Non ti preoccupare, so la strada, anche se come è sempre stato continuo a sbagliare piano.”
Lupin sorrise. “A domani allora.”
“Ci conto.” Gli fece un accenno di saluto militare e si avviò per i corridoi.
Dietro l’angolo vide un ombra che riconobbe essere quella di Piton, e la evitò. Quindi voltò per tornare nel suo ufficio.
Fu quando giunse all’altezza dell’aula di storia della magia che udì un vociare sonoro e si fermò per vedere cosa stesse accadendo. Era Percy che litigava con i gemelli. Nessuno dei tre aveva una bella espressione. Percy era più arrabbiato che mai, e i due gemelli sembravano tanto stupiti da non riuscire quasi a parlare.
“Ah! Giusto lei professoressa.” Disse Percy quando la vide entrare dalla porta. Sul tavolo a cui era appoggiato Fred c’era un bellissimo scarabeo azzurro egizio che Lyt non aveva mai visto.
Lyt si riscosse un attimo e riportò l’attenzione al litigio. Ormai le pareva davvero eccessivo. “Ora basta.” Disse dolcemente. “Tutti quanti. Non è caduto il mondo. Questa volta siete fuori dalla torre del Grifondoro, ed è notte, ciò non è permesso a nessuno. Tornate immediatamente al dormitorio, mancano solo cinque ore alla mattina. Coraggio. Marciare. Un! Due!”
I due gemelli si avviarono ma Percy rimase indietro.
“Mi aspettavo che la McGranitt prendesse provvedimenti più severi.” Disse dopo una pausa. “Certo ha tolto solo cinque punti per salvare l’orgoglio; è vergognoso. Se ne avesse tolti di più la notizia sarebbe circolata subito, sarebbe stata una vera vergogna.”
Percy prese il passo e si avviò verso il dormitorio seguito da Lyt che non parlava.
“Non avrei voluto scomodarla!” Esclamò infine secco.
“E perché lo hai fatto?” Chiese Lyt.
Percy si fermò di botto e la guardò disgustato. “Credevo che Lei meritasse più fiducia. Credevo fosse in grado di far rispettare una certa disciplina.”
Lyt sorrise lievemente.
“Anche se poi ne sono stato costretto, non ho chiamato subito la McGranitt perché mi vergognavo troppo a dirle che nella sua casa stava succedendo… quello che è successo. Quindi! Ho chiamato Lei.”
Percy si fermò in attesa di una risposta o di una difesa che non arrivò. Allora raddrizzò le spalle e raccolse la veste. “Credo che la prossima volta chiamerò qualcuno di più competente. Anche il professor Piton per esempio.”
Lyt sorrise e alzò un sopracciglio. “Io te lo sconsiglio Percy.” Disse.
E lo sorpassò.

Riletta, corretta e stampata il 9 febbraio 2007

Edited by Beatrice G. - 6/3/2007, 15:11
 
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Astry
view post Posted on 9/2/2007, 22:09




Sì, io lo avrei chiamato Piton :D
Allora questa e la famosa Lyt? Effettivamente della festa hai parlato un po' poco, ma d'altra parte per far conoscere un nuovo personaggio in una storia così breve era più che naturale. Aspetterò di esprimere un giudizio su Lyt quando potrò vederla in azione in una ff più lunga, per ora mi incuriosisce il fatto che abbia pochi poteri, come se la caverà?

Astry
 
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Beatrice G.
view post Posted on 9/2/2007, 22:14




EHEHEHEEEEEEEEEEEEEEH.... eh, sì, questa è la famosa Lyt; suppongo che ti aspettassi molto di più.
Vedo che ha centrato perfettamente il segno. Sì, infatti è curioso che abbia pochi poteri.
ps: come mai avresti chiamato Piton? punisci i ragazzi per una festicciola a base di dolci?
 
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Astry
view post Posted on 9/2/2007, 22:18




Cosa fa Piton ai ragazzi in effetti mi interessa poco, ma cosa ci faccio io con Piton per cercare di fargli passare la rabbiatura, questo è il punto. :P
Lyt è simpatica e originale, perchè dici che mi sarei dovuta aspettare di più? Io invece preferisco una che abbia meno poteri ad una super maga. Se vedi quello che combina la mia Iris quando cerca di cucinare... ops fare delle Pozioni (ma per lei è lo stesso)

Astry
 
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Beatrice G.
view post Posted on 9/2/2007, 22:29




Sì, di Lyt ho un quadro molto preciso per un motivo molto particolare che ancora non vi dico (aaaaahh, come mi diverto!). C'è un grave problema però: io so chiaramente cosa pensano tutti di Lyt tranne cosa pensa Piton di Lyt. Proprio non so cosa ne pensa e questo è un grave problema considerato l'entità del forum e delle ff. Proprio non lo so. Probabilmente mi baserò su quello che mi direte voi per cercare di capire cosa ne pensa lui.
 
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Nykyo
view post Posted on 10/2/2007, 02:15




Ciao Beatrice.

E' carino il tuo racconto. Lascia parecchie cose in sospeso e per questo è un pò spiazzante, in tutta sincerità, ma mi piace come scrivi e il tuo personaggio originale promette bene.
Per rientrare esattamente nella sfida, Minerva avrebbe dovuto avere molto più spazio, e così la festa, ma non importa, è stata una lettura piacevole, e sei anche riuscita ad inserire tutte le parole chiave.

Però, per correttezza, dovresti inserire una piccola scheda di presentazione del racconto (segui l'esempio dei racconti per lo "Spuntino di mezzanotte" e darle un titolo.

C'è anche qualche lieve errorino grammaticale, ma nulla di che. Rileggendola ancora li scoverai. Succede che scappino.

Grazie e complimenti.

Ny
 
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occhioMalocchio
view post Posted on 28/2/2007, 19:47




Ok, ecco la mia piccola festa....

Titolo: Festa di fine anno

Autore: occhioMalocchio

Tipologia:One shot

Rating: per tutti

Personaggi: I Grifondoro, McGranitt, Gazza, Silente.

Pairing:Nessuno, solo un accenno tra Alice e Frank Paciock

Epoca: Primi anni '70, 3° anno dei Malandrini ad Hogwarts ( non ho trovato l'età precisa dei Paciock, li ho immaginati di 3 anni più grandi dei Potter..)



FESTA DI FINE ANNO



C’era uno strano silenzio nella Sala Comune dei Grifondoro, non per il fatto che fosse tardi, in realtà il silenzio sarebbe stato normale vista l’ora, ma per il fatto che la Sala era colma di gente in attesa. Era notte inoltrata, tuttavia nessuno dormiva nei propri letti, praticamente tutta la Casa era in piedi nella Sala Comune, in un silenzio quasi religioso. Un ragazzetto piccolo, coi capelli color stoppa e il naso appuntito ruppe l’incantesimo, parlando ad un altro, in piedi vicino a lui < Credi che ce la faranno, Remus, oppure Gazza li avrà beccati? Ci stanno mettendo un po’ troppo...>
< Non ti preoccupare Peter,> rispose quello < non è la prima volta che lo fanno, e di certo non sarà l’ultima >
Come per confermare le sue parole, il ritratto che fungeva da porta del dormitorio si aprì ruotando su se stesso e quattro ragazzi entrarono.
< Finalmente James!> disse Remus, rivolto al primo della fila, un ragazzo dagli occhi nocciola e i capelli arruffati, < ci avete messo un’eternità, pensavamo che Gazza vi avesse scovati! >
< Ci è andato vicino > rispose quello dietro di lui < per fortuna ho visto Pix e gli ho detto di andare a far casino nella Sala dei Trofei, così da avere campo libero fino a qui >
< Hai ragione Sirius > rispose James <credo proprio che dovremmo trovare un modo per seguire i movimenti di Gazza, Pix non potrà coprirci dovunque...>
< Avete preso la roba? > chiese Peter, < sei cieco? > disse Sirius sollevando i cesti di vimini che aveva in mano e indicando quelli, identici, che reggevano gli altri ragazzi, < Direi proprio che il giro nelle cucine abbia dato i suoi frutti, no? > aggiunse James, mostrando a tutti il contenuto dei cesti. In breve deposero sui tavoli montagne di pasticcini, cioccolatini, torte a gusti vari, coppe di gelato, bottiglie di succo di zucca e perfino una piccola botticella di legno.
< Che c’è li dentro Sirius?> chiese un ragazzo, <burrobirra, naturalmente! Non penserai che ad una festa ci debba essere solo succo di zucca, spero! Forza ragazzi,> disse < fatevi sotto! Che la festa cominci! > Da un nascondiglio un ragazzo trasse fuori una radio e l’accese, in tutta la Sala c’erano ragazzi intenti a bere e mangiare, alcuni avevano acceso qualche Fantastico Fuoco del dottor Filibuster, altri improvvisavano cori strampalati sulle note delle Sorelle Stravagarie.
Seduti ad un tavolo Remus e Sirius, con in mano un boccale di Burrobirra, scimmiottavano le parole della canzone, e quando la radio cantò “...Nel mio cuor ci sei solo tu...” loro due allungarono la “u” finale, fino a trasformarla in un ululato così realistico, che due ragazzini del primo anno lì vicino, li fissarono terrorizzati.
Da un altra parte due ragazzi avevano ingigantito con la magia i loro insetti, e li aizzavano al combattimento l’uno contro l’altro: uno scarabeo delle dimensioni di un gatto, lottava contro un cervo volante delle medesime dimensioni, nel tentativo di girarlo sottosopra. Quando lo “schienamento” riuscì, ci fu uno scoppio di grida di gioia da una parte, e uno di disappunto dall’altra, evidentemente c’erano in ballo delle scommesse sull’esito dell’incontro.
James, che aveva assistito al match, si allontanò ridendo e intascando alcune Falci ricevute da compagni decisamente imbronciati; mormorando un incantesimo fece sollevare alcuni stendardi di Grifondoro e li fissò al soffitto, poi saltò su un tavolo e cominciò ad arringare la folla < Forza amici, non deve dormire nessuno stanotte! Festeggiamo la vittoria della Coppa delle Case, fino a domattina!! > dopodichè sparò una fontana di scintille rosse dalla sua bacchetta.
Quando scese dal tavolo un ragazzo gli si parò davanti, portava una spilla con la”P” appuntata sul petto, < Non ti sembra di esagerare con l’entusiasmo, Potter? Mi sembri troppo vivace per essere solo al terzo anno...>
< e tu invece mi sembri fin troppo rompiscatole, per essere al sesto anno, Paciock...> lo schernì lui,
< sono un Prefetto, IO!!> urlò Paciock, additando il suo distintivo
< e nessuno si è ancora spiegato come sia successo...> lo sfotté di nuovo James, prima che Paciock potesse rispondere, fu interrotto da Sirius < lascia perdere Frank, lo sai che non la spunti con lui... festeggia anche tu! Prendi un cioccolatino > disse, porgendogli un vassoio carico di dolci. Paciock abbandonò la questione e prese un cremino, allontanandosi, uno strano brillio negli occhi di Sirius, però, indusse James a fissare il ragazzo che se ne andava... quando ebbe finito il suo cioccolatino, i capelli di Paciock cominciarono a crescere a una velocità impressionante, e in pochi secondi fu ricoperto da capo a piedi. James e Sirius scoppiarono a ridere, mentre Paciock cercava invano di togliersi i capelli dal volto per vedere dove andava, < dannato Black! Si può sapere che sapere che cavolo ci hai messo in quel cioccolatino? >
< Nulla! > rispose Sirius tra una risata e l’altra < solo un po’ di pozione Folta Chioma leggermente potenziata...> nel tavolo lì vicino, alcune ragazze additavano Paciock e ridevano a crepapelle, < mi ricorda il personaggio di un telefilm> disse una ragazza dai capelli rossi, <come hai detto Lily? telecosa?> gli chiese una sua amica,
< Telefilm > rispose Lily < è una cosa che i babbani guardano in una specie di scatola chiamata televisione, la guardo sempre a casa mia. >
< Ehi Frank, sai che sembri mio cugino? > disse un ragazzo del settimo anno, seduto dietro a Lily,
< Vuoi dire che hai un cugino così? > gli chiese lei,
< Beh la mia famiglia è un po’ strana, persino per i maghi. Mio cugino Pit, da piccolo, si è trangugiato una bottiglia intera di Tricopozione Crescita Rigogliosa, e da allora i suoi capelli sono lunghi fino ai piedi. Pensa che mio nonno aveva un amico, un babbano, che faceva il “”registratore” o roba così >
<vuoi dire “regista”? > precisò Lily,
< Sì quella roba babbana, tu dovresti saperlo, insomma, diceva sempre che la nostra famiglia era interessante e che voleva raccontare la nostra storia...>
< Addams >lo chiamò un amico, < lascia in pace quelle ragazze e vieni qui a giocare a Sparaschiocco con noi >
< E perchè dovrei mollare le ragazze per una partita di Schiocco? > chiese Addams di rimando, < perchè chi vince si becca questa! > disse l’amico sollevando una bottiglia di Whisky Incendiario e posandola sul tavolo, <urca, allora arrivo! Ragazze, scusatemi... > disse lui, allontanandosi.
< Ti sei incantata, Lily? >chiese una ragazza all’amica, che fissava a bocca aperta Addams che se ne andava, questi passando vicino a Paciock lo apostrofò < Bella mossa Frank! Ora sei tale quale a mio zio Lester! > Paciock infatti aveva cercato di liberarsi della sua ingombrante chioma con la bacchetta, in realtà ci era anche riuscito, ma in testa non gli era rimasto neppure un capello. I ragazzi vicino a lui rotolarono sotto i tavoli dalle risate, una ragazza, dai lunghi capelli biondi e il viso rotondo, si avvicinò con uno sguardo affettuoso e con un colpo di bacchetta risistemò i capelli di Frank. <non capisco davvero che ci trova Alice in quello lì, tu che ne pensi Lily?> < E’ simpatico> rispose lei, tornando a fissare Paciock, <sì, ma non è paragonabile a Sirius, no?> rispose l’amica guardando Sirius con occhi adoranti < e anche James è carino > <quello?? E’ solo un pallone gonfiato> disse Lily, guardando con disprezzo il ragazzo.
James intanto era seduto a chiacchierare con Remus, alzando gli occhi verso il tavolo delle ragazze vide Lily che lo fissava e le fece un cenno, lei, per tutta risposta, voltò il viso dall’altra parte.
James fece finta di nulla e tornò a parlare con l’amico, dall’altre parte della Sala, intanto, Peter stava inseguendo una pallina che svolazzava a mezz’aria fuori dalla sua portata < Ti prego, Smith, la mia Ricordella! Mi serve, altrimenti quando farò i bagagli mi scorderò qualcosa, come al solito! > Smith stava guidando la pallina pilotandola con la bacchetta, un ragazzo vicino a lui saltò su e disse < Aspetta, Minus! Ti aiuto io!> sfoderò la bacchetta e la puntò verso Peter, quello cominciò a sollevarsi da terra, e in tre secondi si ritrovò a testa in giù nel vuoto, a due metri d’altezza, < OOOPPS!! > disse il ragazzo, facendo finta di essere dispiaciuto, Smith scoppiò a ridere tenendosi la pancia.
James intanto si era infilato un cappello da strega, avendo avuto cura di farlo diventare rosa shocking, e si era messo alla testa di un trenino di persone che seguiva il ritmo della musica trasmessa dalla radio; stava girando tra un tavolo e l’altro, quando si accorse che alcuni dei suoi compagni sembravano pietrificati, seguendo i loro sguardi vide che il buco del ritratto era aperto e una figura era sulla soglia.
< Professoressa McGranitt!! > disse lui, andandogli incontro a braccia aperte,< vuole partecipare alla nostra festicciola? >
< Avrei dovuto immaginarlo che era opera tua, Potter! > disse lei con voce gelida < e scommetto che c’entra anche il tuo compare...> < Hem...> fece James voltando leggermente la testa, Sirius stava volteggiando appeso al lampadario con una corda. Aveva avvolta attorno alla testa una sciarpa dei Grifondoro, dalla bacchetta che aveva in mano sprizzavano scintille rosse ed oro, e urlava a squarciagola < Avanti miei prodi!! La notte è ancora giovane!! >
< Appunto > disse la McGranitt, scuotendo la testa,< si può sapere che avevate in mente? State facendo un fracasso infernale, per non parlare del fatto che le feste sono proibite, la notte si dorme!> < Ma nessuno ha voglia di dormire, qui! Stiamo festeggiando la vittoria della Coppa, si unisca a noi! Vuole del succo di zucca? Un po’ di torta alla vaniglia? Un cremino? No, quelli è meglio di no...> disse James, con un’enorme faccia di bronzo.
< Nessuno ha voglia di dormire?> disse lei alzando un sopracciglio, James seguì il suo sguardo e vide, in un angolo, alcuni alunni del primo anno che lottavano per tenere gli occhi aperti, un paio di loro si erano arresi e russavano nelle poltrone.
< Qui ci vuole una bella punizione! > disse una voce roca alle spalle della McGranitt, < Non c’è bisogno che me lo ricordi, Argus, grazie! Sta sicuro che questi malandrini non la passeranno liscia...> rispose la McGranitt, vagò con lo sguardo per tutta la sala, per fortuna la pericolosa bottiglia di whisky era “diventata” un’innocua caraffa di succo di zucca, altrimenti sarebbe stata la goccia che avrebbe scatenato il maremoto...
< Andiamo Professoressa, è solo una piccola festa, gli esami sono finiti, abbiamo vinto la Coppa, bisogna festeggiare no? > disse Sirius avvicinandosi a James e posando una mano sulle sue spalle,
< Non peggiorare ulteriormente la tua situazione Black, siete già abbastanza nei guai...> rispose lei, guardandoli torva.
< Che succede qui? > Disse una voce alle spalle della McGranitt, facendo sobbalzare Gazza, < splendido! Una festa, posso unirmi a voi? >
< Ma certo Signor Preside! > dissero James e Sirius ad una voce, voltandosi Gazza e la McGranitt videro avvicinarsi Albus Silente che sorrideva sotto i baffi, < Via, via Argus, getta quello strumento così poco delicato > disse il Preside, indicando con un cenno del capo la piccola frusta che Gazza stringeva gelosamente in mano, smanioso di usarla. Silente impugnò la sua bacchetta e fece un gesto verso il custode, subito la frusta si mutò in un bel girasole dai petali di un giallo sgargiante: si intonava perfettamente col verde della faccia di Gazza, che se ne andò sconfitto...
Poi fece un altro gesto e il suo cappello e quello della McGranitt divennero di un rosa identico a quello di James, < Forza, allora! Diamoci dentro! > disse invitando la McGranitt ad entrare prima di lui e conducendola al centro della Sala, tutti li guardarono sgranando gli occhi, < avanti, tutti dietro di me! > disse Silente mettendosi alla testa del trenino-umano e tirandosi dietro la McGranitt, subito James e Sirius si accodarono, via via seguiti dagli altri studenti, la radio a tutto volume diffondeva la sua musica, dal nulla erano comparse coccarde rosso-oro che cantavano l’inno della scuola, il succo di zucca e i dolci sembravano non finire mai, e tutti gli studenti fecero baldoria fino all’alba: mai i dipinti di quella Sala avevano assistito ad una simile festa e, ciliegina sulla torta, nessuno fu punito....per quella volta....

Edited by occhioMalocchio - 6/3/2007, 21:03
 
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Nykyo
view post Posted on 28/2/2007, 20:18




Non sono ancora riuscita a leggere il racconto e credo che non potrò fino a domani, ma sono lieta che vi cimentiate con questa specifica sfida.

E' un'idea che mi intrigava parecchio.
 
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Nykyo
view post Posted on 6/3/2007, 14:20




Allora, Malocchio, finalmente ho letto la tua storia.
Ci sono un paio di errorini e mi spiace doverti rompere l'anima al riguardo. Te li segnalo via PM.
Ma volevo levarmi subito l'unico incombente spiacevole, per poi dirti che mi è piaciuta molto.
Sei riuscito a rendere la confusione compagnona e un pò sguaiata che nei libri caratterizza spesso i Grifondoro, hai tenuto tutti i personaggi principali sulla scena, compresi Franck e Alice, che spesso vengono scordati nelle ff ambientate ai tempi dei Malandrini.
Te la sei cavata egregiamente.
Specialmente nell'inserire le parole chiave. Davvero, tanto di cappello per come le hai usate, specie lo scarabeo e il girasole, che erano le più difficili.
Tu hai avuto una trovata originalissima per lo scarabeo e una proprio IC e simpatica per il Girasole.
Ma noto che Albus era lievemente di parte già allora... :D

Infine, non posso che dirti che ho adorato la citazione dei miei amatissimi Adams. Il cugino Pit e lo zio Lester mi hanno messa di ottimo umore e non stonano affatto.

Bravo davvero.
 
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occhioMalocchio
view post Posted on 6/3/2007, 21:16




Grazie per i complimenti Nykyo, grazie davvero!! :lol: :lol:
Mi fa piacere che tu abbia trovato la mia storiella divertente!
In quanto a Silente, più che di parte, io direi che è uno che troverebbe ogni scusa per imbucarsi ad una festa! :D :D
Grazie per aver scovato i miei strafalcioni, non si direbbe che l'ho riletta più di una volta vero :wacko: !? ( ho provveduto a correggerli... )
In realtà erano più che altro errori di distrazione...ma la H che non ho messo due volte, era decisamente da MATITA BLU!!! :P :P
 
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Nykyo
view post Posted on 7/3/2007, 00:16




Mah, succede a tutti di distrarsi e perdersi qualche errorino perfino rileggendo mille volte.
Ne sanno qualcosa gli apostrofi e Ida che mi beta con estrema cura ;)

Silente ce lo vedo proprio come festaiolo... vecchiaccio gaudente che non era altro... :lol:
 
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view post Posted on 1/9/2015, 09:52
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I ♥ Severus


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Nuova veste grafica per la sfida.



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Edited by Ida59 - 2/7/2017, 21:31
 
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view post Posted on 2/7/2017, 20:34
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