Il Calderone di Severus

Le donne di Roma

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 27/7/2013, 18:25

Fondi-calderoni

Group:
Member
Posts:
266
Location:
dal pianeta Synnian e da altri luoghi dove ho lasciato un po' del mio cuore

Status:


Malizzzzziose!!! :P :lol:
Effettivamente verrebbe da pensare che l'asino sia compagno più adatto a Priapo che alla pudica Vesta, ma anche il mito ha le sue curiosità.
Comunque, documentarmi è stata una scoperta anche per me, neanch'io conoscevo questa leggenda sull'asino e mi sono fatta due risate!
 
Top
view post Posted on 2/10/2013, 22:35

Fondi-calderoni

Group:
Member
Posts:
266
Location:
dal pianeta Synnian e da altri luoghi dove ho lasciato un po' del mio cuore

Status:


Vestali - 3




Forse le vestali, sacerdotesse del fuoco, sono ancora più antiche della loro dea. Le fonti sono incerte, ma sembra che, come ho accennato nella seconda parte, una divinità del fuoco esistesse ancora prima di Vesta. Prendeva il nome di Caca ed un gruppo di donne era addetto alla cura del focolare pubblico, che si trovava sul Palatino. Probabilmente nemmeno Caca aveva un simulacro, un’immagine, ma era il fuoco, come presumibilmente lo è stata Vesta sino all’età imperiale.
Di certo il fuoco ha avuto però sempre delle custodi: donne, naturalmente, perché era la mater familias ad occuparsi di quello domestico. All’epoca dei re, la regina era custode del focolare privato delle loro maestà, che era anche il focolare dello Stato. Ma le vestali dovevano dedicarsi totalmente al culto della dea, libere da impegni sociali, quali il matrimonio e la nascita dei figli.


Come si diventa Vestale



Il Pontifex Maximus, capo della religione di Stato, estraeva a sorte, fra venti bambine di sua scelta, quella che sarebbe diventata sacerdotessa. I requisiti erano un’età fra i sei e i dieci anni, non avere difetti fisici ed avere entrambi i genitori viventi. Nei primi secoli della repubblica venivano ammesse solo bambine di nobile nascita, poi, forse dal IV secolo a.C.,vennero accettate anche quelle di condizione plebea. Il termine “plebea” non deve ingannare: non si trattava di bambine povere, ma semplicemente di “non nobili”, quindi figlie di commercianti o imprenditori.Il sorteggio avveniva probabilmente in Senato, così come in Senato si controllavano i requisiti delle bambine offerte spontaneamente dai genitori, cosa che sembra accadesse piuttosto frequentemente.
Perché le bambine venissero offerte alla dea spontaneamente, non è dato sapere ma, più che un atto di profonda religiosità dei genitori, sembra un buon modo di liberarsi di una femmina di troppo, che avrebbe impoverito il patrimonio di famiglia, con la dote da versare al marito al momento delle nozze.
La piccola vergine prescelta, veniva accolta dal Pontefice con una sorta di cerimonia detta captio, con la formula rituale: “Sacerdotem Vestalem, quae sacra faciat, quae ius siet sacerdotem Vestalem facere pro populo Romano Quiritibus, uti quae optima lege fuit, ita te, amata, capio.”
("Così io ti prendo o amata, come sacerdotessa Vestale, per i riti che una sacerdotessa Vestale è giusto che celebri nell'interesse del popolo Romano e dei Quiriti, essendo compiutamente idonea secondo legge.")

A.Marchesini_Dedication_of_a_New_Vestal_Virgin


A. Marchesini - Consacrazione di una nuova Vestale


Con questa formula, la novizia passava ufficialmente dalla potestà paterna a quella del Pontefice, esattamente come la sposa passava alla potestà del marito. Come a dire: le donne, libere di decidere della propria vita, mai.
Veniva poi la vestizione della nuova sacerdotessa, che si svolgeva nell’Atrium Vestae (Casa delle Vestali), presso il tempio di Vesta nel Foro, dove riceveva anche le insegne della sua carica.
Possiamo ancora vedere l’abbigliamento della Vestale nelle statue-ritratto che ci sono pervenute: indossava una tunica, stretta dal cosiddetto "nodo d'Ercole", una cintura , come le novelle spose, ma la parte più interessante è l’acconciatura del capo.Nel corso della captio alla novizia venivano tagliati i capelli (appesi poi ai rami di un giuggiolo) e le veniva posto sulla testa una specie di diadema di lana, diviso in sei cordoni, chiamato seni crines (proprio delle matrone e vietato alle ragazze ed alle prostitute), parzialmente coperto dal velo bianco o suffibulum, che arrivava a coprire anche le spalle, simile a quello rosso (flammeum), indossato dalle ragazze nel giorno del matrimonio.

5214959362_e42123815d



Nei primi dieci anni di servizio la piccola vestale veniva istruita, da una consorella più anziana, sulle mansioni inerenti al sacerdozio, i riti quotidiani, i giorni di festa e le cerimonie pubbliche annuali. Per altri dieci anni effettuava il servizio propriamente detto e negli ultimi dieci istruiva a sua volta una novizia.
Sembra che, passati i trent’anni canonici, ben poche lasciassero la Casa delle Vestali per rientrare nel mondo, e si può anche capire perché. Entrate bambine in un ambiente molto diverso da quello delle donne comuni, sarebbe stato arduo, a quasi quarant’anni, inventarsi una nuova vita.
Difficilmente un uomo le avrebbe chieste in moglie, quando c’erano tante ragazzine disponibili. Nella casa paterna, morti verosimilmente i genitori, avrebbero trovato il fratello maggiore con la sua famiglia. Sarebbero diventate figure di scarsissimo rilievo , sempre soggiogate, in questo caso, alla potestà fraterna, mentre restando vestali, avrebbero conservato per sempre onori e privilegi propri delle sacerdotesse anziane: tutto un altro vivere!

Le vestali e il Pontifex Maximus



Nella religione romana, le donne rappresentavano un’anomalia.
I riti religiosi erano cose da uomini a Roma, come del resto lo sono ancora ai nostri giorni, nella religione cristiana e non solo, ma le vestali avevano un loro posto ben preciso e non è da escludere che fossero un relitto, mascherato e svilito, dell’antichissima cultura matriarcale. Avevano uno stretto legame con le matrone, custodi del focolare domestico, e le matrone rappresentano l’antica regina ed il suo fuoco privato, di cui il re non poteva fare a meno.
Un’altra figura femminile della religione romana era la Flaminica,moglie del Flàmine, sacerdote addetto al culto di un solo dio. Una persona importante il Flamine, soprattutto quello preposto al culto di Giove. Eppure, se sua moglie moriva, era costretto a lasciare il sacerdozio.
Evidentemente c’era bisogno di una coppia, perché i riti andassero a buon fine, l’uomo da solo non bastava, perciò anche il Pontifex Maximus, capo di tutti i sacerdoti, aveva bisogno di una figura femminile al suo fianco, rappresentata in questo caso dalla Virgo Vestalis Maxima che, pur essendo sottoposta al Pontefice come una moglie al marito, era in realtà piuttosto autonoma, tanto è vero che agli uomini era proibito l’accesso al tempio di Vesta, ed anche il Pontefice vi entrava soltanto in occasioni particolari.
Le sacerdotesse sembrano essere escluse dai sacrifici cruenti, ma era un loro diritto il coltello sacrificale (secespita), ed erano sempre loro a cospargere di mola salsa (di loro esclusiva preparazione) le teste degli animali ed ogni offerta per gli dei.
C’è qualcosa di molto, molto più antico di Roma, in questa presenza “necessaria” delle donne nella religione, relegate in secondo piano ma indispensabili.

VESTA_TITLE



Se le donne in generale sono la Terra, dispensatrice di vita, le Vestali sono il Fuoco, luce, calore, benessere e quindi dispensatore di vita anch’esso. Concetti molto antichi, molto più degli dei “maschi”, creati dagli uomini per rispecchiarsi nella loro forza e nel loro potere. Per quanto la cultura matriarcale sia stata cancellata, la Terra e il Fuoco sono indispensabili alla sopravvivenza. Così, in una religione tutta mascolina, obtorto collo bisognava ammettere anche le donne, perché non era possibile cancellare la Grande Madre da cui tutto ha inizio, né la dea del Fuoco.Venivano ammesse come “mogli”, vere o virtuali, sottoposte ad una potestà maschile, ma la verità sembra essere che la presenza femminile nei riti religiosi, fosse irrinunciabile e vincolante, affinché gli dei accettassero le offerte e le preghiere degli officianti.

(Continua)

Bibliografia:
Enciclopedia Treccani, Giulio Giannelli, voce "Vestale", 1937
John Scheid, Indispensabili "straniere". I ruoli religiosi delle donne a Roma. in "Storia delle donne", a cura di Georges Duby e Michelle Perrot, volume I, L'Antichità, a cura di Pauline Schmitt Pantel

Foto:
http://upload.wikimedia.org
http://farm6.static.flickr.com
http://dev.oneballmedia.com

Edited by chiara53 - 21/1/2023, 19:54
 
Top
view post Posted on 3/10/2013, 16:56
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,406
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


Waoo! Interessantissimo. Me lo sono letto tutto d'un fiato, ma a casa rileggo con calma.

Edited by chiara53 - 22/6/2015, 16:22
 
Web  Top
view post Posted on 3/10/2013, 17:06

Pozionista provetto

Group:
Bannati
Posts:
11,226
Location:
Sapphire Planet

Status:


Non sapevo nulla della dea originaria... e originale, a dire il vero!

Sapevo della giovane età in cui venivano scelte le vestali, ma non gli anni ed il percorso che facevano. Ad una prima lettura mi è venuto da compatirle, ad una seconda lettura ho pensato che in fin dei conti la vita da Vestale offriva loro una maggiore autonomia rispetto alla vita di qualsiasi donna sposata e con famiglia.

Una gran bella lezione interessante, wow!
 
Web  Top
view post Posted on 3/10/2013, 19:08

Fondi-calderoni

Group:
Member
Posts:
266
Location:
dal pianeta Synnian e da altri luoghi dove ho lasciato un po' del mio cuore

Status:


Grazie donnine, comunque si tratta di una "storia di donne" molto più interessante di quanto pensassi quando ho cominciato a documentarmi. Nelle prossime lezioni scopriremo ancora molte cose della vita di queste particolarissime sacerdotesse!
Un grazie speciale a Chiara e Kià per la traduzione al volo!
 
Top
view post Posted on 3/10/2013, 20:08
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,406
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


A dire il vero, io delle Vestali non sapevo proprio nulla, quindi mi sono "bevuta" tutto con grande interesse.
E ho molto apprezzato la visione "femminista" di Annamaria. Mi sono tornati alla mente ricordi di... lasciamo perdere il numero di anni fa, che è meglio. Le ragazze di oggi non sanno quante lotte sono state portate avanti, e con quali difficoltà, affinché loro possano oggi rivendicare una pari.. no, non riesco a scrivere la parola parità, perchè ancora non c'è, tra donne e uomini. Ma le ragazze di oggi non sanno di quanti diritti in più possono oggi godere, anche se la parità no, proprio ancora non è stata raggiunta, rispetto a quarant'anni fa!


Edited by chiara53 - 22/6/2015, 16:23
 
Web  Top
view post Posted on 25/10/2013, 20:30

Pozionista provetto

Group:
Bannati
Posts:
11,226
Location:
Sapphire Planet

Status:


Locusta l’avvelenatrice



cJ7ImAJ
Lucusta (o Locusta), nata nella Gallia romana, passò alla storia come famosa avvelenatrice seriale, tanto che alcuni non esitano a definirla, erroneamente, la prima serial killer: in realtà forse il termine più adatto per lei è killer su commissione.

Di lei ci parlano gli storici Svetonio e Tacito, però c’è un “ma” che pesa: scrissero la sua biografia quando era già morta e non furono testimoni diretti dei fatti che narrano, ma semplici raccoglitori di notizie e talvolta… pettegolezzi, i quali – come si sa – passando di bocca in bocca spesso mutano la versione originaria dei fatti.

Il “si diceva”, quindi, è d’obbligo in alcuni episodi qui raccontati.

Locusta pare fosse originaria della Gallia, più precisamente delle campagne e dalla natura avrebbe appreso le molteplici proprietà di piante e fiori, tanto da imparare anche a confezionare, già da giovanissima, dei filtri mortali.

Di lei si narra che giunse schiava a Roma, ma che per la sua particolare dote di conoscere piante ed erbe – allora qualità molto apprezzata – saprà costruire la propria fortuna ed al tempo stesso la propria condanna. Non ci è dato sapere se poi essa fosse stata liberata o meno, ma siamo a conoscenza del fatto che possedesse un emporio sul Colle Palatino, quindi doveva sicuramente godere di una certa autonomia, cosa che fa ritenere che non avesse più su di sé il giogo della schiavitù.
Ma il velo che divide botanica, medicina e “stregoneria” è molto sottile. Pensare che fosse solo un’avvelenatrice significa sminuire l’indubbia enorme conoscenza che doveva possedere delle piante, giacché esse, specie se ridotte in polvere e mescolate ad altre sostanze, potevano facilmente divenire unguenti, profumi, filtri d’amore, oppure rimedi contro dolori vari. Non è difficile pensare, quindi, che la clientela della dama fosse non solo variegata, ma soprattutto molteplice.

0eORPc6l



Del “prima” siamo poco a conoscenza.
È invece il “dopo” che ci dà maggiori notizie.
Quale “dopo”?
Ma l’incontro con la famiglia imperiale, ovviamente!

Tenetevi bene a mente questo nome: Agrippina.
A quanto pare si rivolse a Locusta per ottenere servigi e… veleni.

La storia non ufficiale ci narra che Locusta era stata imprigionata e aspettava di essere condannata a morte per uno dei suoi assassinii, quando Agrippina la salvò e le diede l'incarico che avrebbe cambiato la sua vita: uccidere l’imperatore Claudio.

Sul perché Agrippina, nipote ed al tempo stesso moglie di Claudio, volesse avvelenare il marito, rimando alla futura sezione di Storia che ben presto troverete su questi schermi. Però qualche anticipazione ve la possiamo fornire.
Agrippina era una donna colta, intelligente e molto, molto ambiziosa. Sposa di Gneo Domizio Enobarbo, ebbe da lui un figlio: Domizio. Si sposò una seconda volta, ma rimase vedova presto – ed assai ricca – ed il terzo marito fu proprio l’imperatore Claudio, il quale era stato convinto ad adottare il figlio di Agrippina e quindi a farlo entrare di diritto nella famiglia imperiale.
A questo mirava, infatti, la donna: far salire sul trono il ragazzo, a scapito di Britannico, figlio di Claudio e Messalina, la sua terza moglie. E non esitò a trattare il figlio come una pedina, pur di raggiungere i suoi scopi: convinse il marito a dare la figlia Ottavia in sposa a Domizio, consapevole d’infrangere una legge severissima, dal momento che Domizio ed Ottavia erano di fatto fratellastri. Così una prima parentela con la famiglia imperiale era stata combinata.

Tutto chiaro?
Se per qualche ragione vi gira la testa, la mia solidarietà nei vostri confronti è totale: la storia di Roma pullula d’intrighi di corte, di matrimoni, di guerre e di conquiste.

Dunque, Agrippina voleva uccidere il marito prima che questi si dichiarasse pubblicamente a favore di Britannico.
Da brava moglie, Agrippina conosceva il punto debole del marito: i funghi. Claudio infatti ne era ghiotto ed era cosa risaputa da tutti.
Qui Locusta entrò in scena, preparando un “condimento” speciale – e soprattutto letale – per quel piatto così appetitoso e si narra che fu Agrippina stessa ad invitare il marito a mandiare.
Claudio morì dopo sei ore dall’assunzione del veleno, a 64 anni, dopo aver regnato per quattordici anni.
Era il 13 ottobre del 54 d.C. e per tutte le ore dell’agonia Agrippina finse di disperarsi pubblicamente per la sorte del marito.

Il lavoro di Locusta, però, non era ancora terminato.
C’è ancora un trono da conquistare ed un ostacolo da rimuovere: Britannico, di nemmeno quattordici anni. Il suo fratellastro ne aveva tre in più ed aspirava all’Impero proprio come sua madre ed a quanto pare acconsentì all’eliminazione del rivale senza battere ciglio.
Sì, perché Lucio Domizio Enobarbo, una volta entrato nella famiglia imperiale dopo l’adozione, cambiò nome e divenne Nerone Claudio Germanico. Ai più è noto solo come Nerone e se ben calcolo questo primo nome basta ed avanza, vero?

q2kF9Asl
(Nerone ed Agrippina, bassorilievo)



Un omicidio esplicito sarebbe stato troppo difficile da mettere in atto, così si cercò una modalità per far apparire che il decesso avvenisse per cause naturali. Fu Agrippina a commissionarlo?
No, a quanto pare fu proprio Nerone, allora all’incirca diciassettenne.

E qui parte la dovizia di particolari nella narrazione della vicenda da parte di Svetonio: il primo tentativo di avvelenamento del ragazzino fallì e proprio Nerone, adirato, arrivò a schiaffeggiare Locusta rimproverandola dell'accaduto. La donna si discolpò adducendo che la dose leggera somministrata era dovuta all'intenzione di far sembrare la morte del fanciullo come un decesso naturale: Britannico era affetto da epilessia. Sembra che Nerone volle assicurarsi che il veleno fosse veramente efficace e agisse in brevissimo tempo. Locusta ne preparò allora uno in polvere, che sperimentò prima su una capra, poi su un maiale ed infine su uno schiavo la cui morte dopo poche ore diede finalmente soddisfazione alle aspettative del futuro imperatore.
Accanto a Svetonio interviene Tacito, che nei suoi Annales così afferma:

[…] poiché un servo appositamente addetto assaggiava i suoi (di Britannico n.d.r.) cibi e le sue bevande […] si ricorse a questo trucco. Si serve a Britannico una bevanda ancora innocua ma caldissima, che subì l’assaggio di verifica. Quando Britannico la respinse, perché troppo calda, gli fu versato in acqua fredda il veleno, che si diffuse in tutte le membra.

Ovviamente l’acqua fredda serviva per stemperare la bevanda caldissima ed in quel caso servì anche per avvelenare il giovane, dato che a nessuno venne in mente di assaggiare dell’acqua o di assaggiare nuovamente una bevanda stemperata già considerata sicura.

Riuscita nel suo obiettivo, Locusta ebbe da Nerone denaro e possedimenti terrieri. L’Imperatore la ricoprì di onori e parole grandiose, le donò una preziosa terra e le permise di aprire una scuola per insegnare i segreti delle piante. I veleni, da allora, vennero testati sugli animali, e talvolta sui criminali condannati a morte, nella nuova dimora dell’assassina, in un bel quartiere vicino al Palatino, dove vivevano molti cittadini potenti che iniziarono a frequentare la sua abitazione in cerca di un rimedio. Le loro richieste erano abbastanza di routine.
Tacito dirà che “l'imperatore era così affezionato a lei, che per paura di perderla, metterà vicino alla sua casa degli uomini che la sorveglieranno affinché non le succeda niente”.

Ma quando venne a mancare l’appoggio all’Imperatore da parte del popolo, anche la fortuna di Locusta svanì in pochissimo tempo. Sette mesi dopo il suicidio di Nerone, Locusta fu catturata, mostrata in catene per tutta Roma e condannata a morte dall'imperatore Galba, nel gennaio 69; l'esecuzione avvenne il giorno 9 gennaio, in occasione degli Agonalia, festa del dio Giano.

E qui si torna nuovamente alla leggenda, poiché non vi sono testimonianze se non un racconto del filosofi Apuleio, ma fosse anche un’invenzione il modo in cui essa finì la sua vita lascia comunque inorriditi, nonostante i crimini da lei commessi su ordine altrui.
Si sa, i Romani in quanto a supplizi non sembravano essere secondi a nessuno e molteplici – queste sì – sono le testimonianze antiche circa gli assurdi metodi di tortura che essi utilizzavano.
Apuleio narra che prima di venire uccisa la donna fu stuprata da una giraffa appositamente ammaestrata e venne poi dilaniata viva dai leoni. Quasi sicuramente fu veramente torturata e poi lasciata data in pasto alle bestie feroci; il particolare della giraffa, invece, è talmente fantasioso che oggi si ritiene essere fasullo.





Bibliografia e link:
Tacito, Annales.
Svetonio, Vite dei Cesari.
Colette Arnould, La stregoneria. Storia di una follia profondamente umana.
Piero Angela,Alessandro Barbero, Dietro le quinte della storia: La vita quotidiana attraverso il tempo.
Adam Ziólkowski, Storia di Roma (google.books)
www.totalita.it/articolo.asp?artico...zione=&rubrica=
www.isabelgiustiniani.com/2013/08/l...roma-del-i.html
www.romanoimpero.com/2009/06/claudio-41-54.html

Edited by chiara53 - 12/11/2013, 18:10
 
Web  Top
view post Posted on 12/11/2013, 18:42
Avatar

Pozionista abile

Group:
Moderator
Posts:
9,273

Status:


Certo che Nerone non si è mai smentito: un gran carognone, fin da ragazzo! ^_^
Di Locusta avevo sentito parlare ma non ho mai saputo esattamente quali fossero le vicende legate a lei: notando come la data della sua morte sia legata a quella della nascita di Severus, e siccome questa brava donna si potrebbe considerare anche un po' come una specie di pozionista in gonnella, mi è venuto da pensare ad un certo punto a come, magari, JKR possa aver deciso di attingere elementi anche dalla storia romana.

Tutto interessantissimo, comunque: vorrei avere molto più tempo per recuperare le lezioni precedenti! La storia mi appassiona da sempre e la storia romana è così ricca di vicende legate al nostro lontanissimo, italico passato che mi affascina sempre un sacco.
 
Top
view post Posted on 12/11/2013, 18:50
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
14,444

Status:


Sì è una gran bella lezione e anche a me è venuto in mente Severus. Siamo monomaniache :lol:
 
Top
view post Posted on 12/11/2013, 19:02
Avatar

Pozionista abile

Group:
Moderator
Posts:
9,273

Status:


CITAZIONE (chiara53 @ 12/11/2013, 18:50) 
... Siamo monomaniache :lol:

Già, è quello che ho pensato anch'io mentre scrivevo il post :lol: Sarà grave? :unsure:
 
Top
view post Posted on 14/11/2013, 08:32
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,406
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


CITAZIONE (chiara53 @ 12/11/2013, 18:50) 
Sì è una gran bella lezione e anche a me è venuto in mente Severus. Siamo monomaniache :lol:

Concordo in pieno con Ele e Chiara:lezione interessante e affascinante, bella carogna già da ragazzino Nerone e, soprattutto, quella è la data di nascita di Severus! Una coincidenza davvero interessante, tenuto conto che, in fin dei conti, Locusta era una pozioni sta come lui! Siamo monomaniache? Forse sì, forse no: talvolta la Rowling fa stranissime associazioni...

Edited by chiara53 - 22/6/2015, 16:23
 
Web  Top
view post Posted on 17/11/2013, 16:04
Avatar

Pozionista provetto

Group:
Member
Posts:
10,160
Location:
Dalle nebbie della Valacchia

Status:


Rileggendo la storia di Locusta a me non è venuto in mente Severus, ma Lucrezia Borgia, donna straordinaria e intelligente anch'essa, per mito e leggenda, tramuta in "avvelenatrice".
Erano entrambe colte, amavano la conoscenza e si dilettavano in parecchie cose, Lucrezia soprattutto, essendo figlia di un Papa aveva molto tempo da dedicare a tutto ciò.

Mi fa quasi sorridere che grandi donne come Locusta e Lucrezia - e di certo non le sole perché la storia è costellata da leggende su fanciulle tanto intelligenti quanto letali (mi viene in mente la Contessa Dracula, tale Elizabeth Bathory) - rimangono alla storia come avvelenatrici, un po' come se della loro intelligenza si avesse timore e allora bisognava "giustificare" quella mente come quasi opera del demonio o come "spirito malvagio" che, per una causa sovrannaturale o meno, uccidevano e ne godevano pure.

In fondo il veleno è un'arma che è sempre stata accostata alle donne, basti pensare alle statistiche che se si ha a che fare con una morte da avvelenamento, nella maggior parte dei casi l'assassino sarà di sesso femminile; un po' come la percentuale di suicidi femminili in cui le donne scelgono un avvelenamento piuttosto che altro.
Lo so, sono cose inquietanti, ma è la storia stessa che ci dimostra quanto questo binomio sia antico.
Alla fine il veleno è silenzioso, letale, magico, affascinante, e se questi aggettivi non si accostano alla donna, beh...
Ok, molte donne non sono affatto silenziose, e di sicuro nemmeno letali nel senso mortale del termine XD ma in un senso ampio, la donna è sempre stata il mistero, il fascino, la leggerezza e l'intelligenza rendeva il tutto letale, e molte di queste donne hanno messo al guinzaglio schiere di uomini (e non solo nel senso di BDSM XD).

Adoro l'Antica Roma (per me è amore allo stato puro, forse solo l'Antico Egitto, nel mio cuore, sta un gradino sopra) potrei parlarne per ore, giorni, mesi e anni :woot: :wub:
 
Contacts  Top
view post Posted on 17/11/2013, 16:47
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
14,444

Status:


CITAZIONE
Ok, molte donne non sono affatto silenziose, e di sicuro nemmeno letali nel senso mortale del termine XD ma in un senso ampio, la donna è sempre stata il mistero, il fascino, la leggerezza e l'intelligenza rendeva il tutto letale, e molte di queste donne hanno messo al guinzaglio schiere di uomini (e non solo nel senso di BDSM XD).

Adoro l'Antica Roma (per me è amore allo stato puro, forse solo l'Antico Egitto, nel mio cuore, sta un gradino sopra) potrei parlarne per ore, giorni, mesi e anni :woot: :wub:

Forse andrò un po' fuori epoca, ma le donne che conoscevano bene l'arte della guarigione e le erbe furono bruciate sul rogo: le chiamavano STREGHE :D ;)

Allora Anastasia vuoi farti ancora pregare? Forza, buttati e raccontaci qualcosa! :wub: :D
 
Top
view post Posted on 17/11/2013, 17:26
Avatar

Pozionista provetto

Group:
Member
Posts:
10,160
Location:
Dalle nebbie della Valacchia

Status:


CITAZIONE (chiara53 @ 17/11/2013, 16:47) 
Forse andrò un po' fuori epoca, ma le donne che conoscevano bene l'arte della guarigione e le erbe furono bruciate sul rogo: le chiamavano STREGHE :D ;)

Sarà anche fuori epoca, ma il filo conduttore è sempre lo stesso, secondo me.
Col tempo siamo andati peggiorando perché la religione ha peggiorato un sacco di cose, la condizione della donna in primis.
Io sono del parere che la paura abbia generato molti mostri, gli antichi romani erano intelligenti, furbi e pratici e cercavano di attingere in qualsiasi cosa che avesse dato loro prestigio, che serviva ai loro scopi, che serviva ad accrescere la loro cultura, sapienza, forza e intelletto nelle varie arti, e spesso non disdegnavano le donne a questi scopi.
Le donne tramavano, nell'ombra e non hanno fatto la fortuna di molti uomini potenti, generali, senatori e imperatori stessi.
Nell'Antica Roma quelle qualità erano apprezzate da chiunque le avesse e le esercitasse, le streghe sono nate quando invece, causa religione cristiana, queste qualità erano apprezzate soprattutto negli uomini... di Chiesa, che erano gli unici possibili detentori di tali arti.
D'altronde per la Chiesa la donna era un contenitore di maschile sperma per la procreazione di uomini di Dio, nel matrimonio, perché al di fuori, le donne erano, in qualsiasi caso, strumento del Demonio.
Fondamentalmente credo che avessero paura della loro intelligenza che avrebbe potuto metterli al guinzaglio in ogni momento.
Alla fine Locusta è stata uccisa per crimini reali, intelligente, esperta di tali arti, ma pur sempre un'assassina.
Le streghe venivano uccise solamente per ipotesi di reato, nulla più, perchè tali cose erano sufficienti.

CITAZIONE
Allora Anastasia vuoi farti ancora pregare? Forza, buttati e raccontaci qualcosa! :wub: :D

Guarda, lo giuro, faccio una solenne promessa (d'altronde mi sembra di averla già fatta a qualcun'altro :P), che appena ho un po' di tempo mi butto in qualcosa (sperando di farla al meglio senza deludere XD). Lo prometto ;)
Adesso sono incasinatissima con storie da finire, un capitolo da iniziare proprio, altre commissioni scrittorie per altre cose/persone e impegni personali e una nipote da coccolare, ma appena mi libero, prometto che faccio qualcosa ;D :totheboss:
 
Contacts  Top
view post Posted on 17/11/2013, 17:34
Avatar

Pozionista abile

Group:
Moderator
Posts:
9,273

Status:


CITAZIONE (Severus Ikari @ 17/11/2013, 16:04) 


...Adoro l'Antica Roma (per me è amore allo stato puro, forse solo l'Antico Egitto, nel mio cuore, sta un gradino sopra) potrei parlarne per ore, giorni, mesi e anni :woot: :wub:

E allora parlacene, Aniuccia, come ha detto giustamente Chiara! Sarà un vero piacere avvalersi della tua cultura sull'Antica Roma :)

CITAZIONE (Severus Ikari @ 17/11/2013, 17:26) 

Fondamentalmente credo che avessero paura della loro intelligenza che avrebbe potuto metterli al guinzaglio in ogni momento.


Condivido, e ci tocca prendere atto di come ancora adesso, ai giorni nostri, la stessa paura tormenti le coscienze dei maschi più ignoranti -_-
 
Top
100 replies since 3/10/2012, 10:31   6635 views
  Share