| Letteralmente "i giochi della fame". Ne sento parlare da quando è uscito il film qualche mese fa e devo ammettere che la sua risonanza mi ha subito incuriosita. Così ho cercato notiziole qua e là, spoiler compresi, fino a che questo primo libro di una trilogia ieri non mi ha occhieggiato dallo scaffale del supermercato. Offertona. Comprato ore 12:30. Finito di leggere, tutte le 370 pagine, alle 23:30 con tanto di trasloco nel mentre durante il pomeriggio.
Qui il riassunto da Wikipedia, sotto la mia recensione:
In questo libro viene introdotto il personaggio della sedicenne Katniss Everdeen, che vive in un mondo post-apocalittico nella terra di Panem, sorto là dove un tempo c'era il Nord America. In questo territorio un potente governo, con sede in una città centrale chiamata Capitol City, mantiene saldamente il controllo. Nel libro, gli Hunger Games sono un evento televisivo annuale nel corso del quale il governo di Capitol City sceglie un ragazzo e una ragazza da ognuno dei 12 distretti limitrofi per combattere fino alla morte. Gli Hunger Games sono stati creati per dimostrare che nemmeno un bambino può considerarsi al di sopra del potere del governo.
Come punizione per un precedente tentativo di ribellione in contrasto al potere di Capitol City, ogni anno un ragazzo e una ragazza di età compresa fra i 12 e i 18 anni vengono prelevati in maniera casuale da ogni distretto e costretti a partecipare agli Hunger Games, un evento televisivo nel corso del quale i partecipanti, o "tributi", devono combattere sino alla morte in un luogo prestabilito, l'Arena, una vasta arena all'aria aperta, sino a quando solo uno sopravvive.
*** Narrazione semplice e fluida, molto scorrevole. Via via che si entra nel vivo dei giochi il lo stile diventa sempre più serrato e riesce a coinvolgere il lettore, fino alla fine dei giochi ed anche oltre. La narrazione in prima persona non mi è sempre piaciuta: cerca di far avvicinare il lettore emotivamente, ma secondo me non sempre ci riesce. La trama è futuristica ma non troppo: i mille reality con cui siamo bombardati ne sono la prova. Dal momento in cui i Tributi entrano nell'arena - lo ammetto - si fa fatica a staccarsi dal libro, perchè il ritmo si fa davvero intenso, con parecchi colpi di scena. La crudezza del gioco cui i ragazzi sono sottoposti (uccidi o sei ucciso) non scivola mai nel banale o nello spargimento inutile di dettagli cruenti: ne viene fuori un buon equilibrio. I flashback sono ampiamente utilizzati ai fini della narrazione: a mio avviso ogni tanto la rallentano pur essendo in certi momenti necessari per comprendere alcuni avvenimenti che la ragazza sta vivendo nel presente.
Cosa ne penso? A me è piaciuto molto, mi riprometto, quando avrò un po' di euri in più, di comprare anche gli altri due libri che compongono la trilogia e nei quali la storia della protagonista continua. Ho trovato però strano che categorie di potteriani su fb abbiano paragonato questa saga a quella di HP, lanciandosi chi a difesa dell'uno, chi dell'altra: non ci trovo assolutamente nulla di simile, ma proprio nulla. Il mio consiglio: leggetelo. Per me, ne vale la pena comunque.
Edited by pingui79 - 16/1/2013, 19:26
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