Il Calderone di Severus

L'angolo del Re dell'Horror: Stephen King!

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view post Posted on 24/7/2012, 13:49
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Donnine, avete fatto splendide recensioni che mi convinceranno a ripigliare in mano uno dei libri di King che all'epoca mi piacque tantissimo (Cose Preziose) e Uscita per l'Inferno, che ho letto tanto tempo fa e non ricordo bene come trama: ricordo solo che era bello, (vale la pena di leggerlo Ale, attendo la tua recensione) Ho deciso naturalmente di lasciar perdere Ossessione, che non ho mai letto, e sul quale a questo punto ho già messo la croce sopra ;) :P perchè facente parte di quei libri pieni di lacune che fanno venire il sospetto, non siano stati scritti nemmeno da lui.
Cose Preziose lo consiglio anch'io, è veramente intrippante e ha nel protagonista un personaggio che avevo già adorato ne La Metà Oscura, altro capolavoro del Re. Ragazze, mi avete davvero fatto venire voglia di rileggere queste pietre migliari della letteratura! :D
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 24/7/2012, 16:46




CITAZIONE (halfbloodprincess78 @ 24/7/2012, 13:43) 
Lo stesso King ha ammesso a posteriori che è un libro che non ama e che è un bene che sia fuori catalogo... purtroppo a qualche mente malata può ispirare brutte idee, infatti gira gira sono successi dei fattacci che hanno convinto King a bloccarne la stampa.
Il libro voleva essere probabilmente una metafora come La lunga Marcia (metafora della vita) ma la metafora è stata purtroppo presa alla lettera, con le metafore bisogna sempre stare attenti.

Esatto, Cla. Cioè, se fosse stato scritto in un altro modo non avrei pensato che fosse un pericolo, ma il punto di vista è proprio di un malato di mente che reputa giusto e corretto il suo comportamento e nessuno, a parte gli adulti che hanno però un ruolo veramente marginale nel racconto, dice al lettore che tutto ciò è profondamente sbagliato.
L'unico messaggio credibile che ho trovato, sfoltendo la storia da tantissime cose, è che la persona apparentemente più anormale può in realtà essere circondata da individui simili, anche se apparentemente normalissimi. In sostanza tutti nascondiamo delle stranezze, verissimo, ma, secondo me, King avrebbe potuto usare uno stile narrativo diverso (sì, ammetto anche che mi sono piuttosto annoiata a stare tutto il tempo nella testa di un ragazzino) e sicuramente altre situazioni che non fossero la presa in ostaggio di una classe e il modo di tutti di NON reagire.

CITAZIONE (Ele Snapey @ 24/7/2012, 14:49) 
Donnine, avete fatto splendide recensioni che mi convinceranno a ripigliare in mano uno dei libri di King che all'epoca mi piacque tantissimo (Cose Preziose) e Uscita per l'Inferno, che ho letto tanto tempo fa e non ricordo bene come trama: ricordo solo che era bello, (vale la pena di leggerlo Ale, attendo la tua recensione) Ho deciso naturalmente di lasciar perdere Ossessione, che non ho mai letto, e sul quale a questo punto ho già messo la croce sopra ;) :P perchè facente parte di quei libri pieni di lacune che fanno venire il sospetto, non siano stati scritti nemmeno da lui.
Cose Preziose lo consiglio anch'io, è veramente intrippante e ha nel protagonista un personaggio che avevo già adorato ne La Metà Oscura, altro capolavoro del Re. Ragazze, mi avete davvero fatto venire voglia di rileggere queste pietre migliari della letteratura! :D

Sì, Ele, grazie alla recensione di Cla è tornata la voglia di rileggere Cose Preziose pure a me! :woot:

Sì, come dicevo a Cla, Osessione è stata una delusione e non consiglio a nessuno di leggerselo o rileggerselo.

Uscita per l'Inferno, sì, mi piace, sono quasi alla fine ormai e sono curiosa di vedere come va a finire. La storia, se vogliamo, non è horror ma è interessante seguirla, c'è uno stile narrativo che non annoia, i bellissimi personaggi secondari di King e una trama tortuosa. Vi farò sapere.
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 30/7/2012, 09:13




Ho finito di leggere Uscita per l'Inferno.

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In un’anonima cittadina del Midwest, Barton George Dawis, direttore di una lavanderia appartenente a un’importante catena, si vede strappare casa e lavoro dall’inutile prolungamento della Statale 784, che passerà precisamente sulla strada in cui sorgono sia l’abitazione condivisa con la moglie che la lavanderia. Il romanzo è incentrato sull'avanzare della follia e, di fatto, Bart, lentamente, impazzisce; secondo una modalità narrativa ampiamente sfruttata da King (direi un marchio di fabbrica) sviluppa due personalità che dialogano tra loro: la propria, George, e un’altra, Fred (il secondo nome del figlio morto di tumore cerebrale) che lo spinge a compiere azioni folli.
Bart stesso, ad esempio, non ha idea del motivo per cui ha buttato all’aria la sua vita: perde il lavoro perché si rifiuta di trovare una nuova sede per la lavanderia, rifiutandosi di concludere un affare che l'avrebbe sistemato per bene e perde la moglie perché non tenta nemmeno di cercare una nuova casa, nonostante il termine concessogli dal municipio per sgombrare stia per scadere. Il tutto condito da bugie su bugie che, a lungo andare, vengono a galla.
L'alienazione di Bart peggiora sempre più, fino a spingerlo all'atto estremo in uno scontato epilogo.

Un consiglio: NON leggete il riassunto del libro, altrimenti vi rovinerete tutta la lettura. In pratica, chi ha fatto il riassunto ha raccontato il finale della storia e non la storia a caratteri generali!

Cito dal riassunto dietro al libro: "[...] George decide che è arrivato il momento di ribellarsi e di dire no a una vita che ora per lui non ha più senso. Così si barrica in casa e munito di armi ed esplosivi porta a termine il suo disperato progetto."

Cacchio, si barrica in casa nel FINALE! Durante tutto il libro succede ben altro! Io purtroppo ho letto il riassunto e, leggendo, ho passato il tempo a chiedermi "ma quando si barricherà in casa?". Quando ho capito che probabilmente sarebbe successo mooolto più in là, per poi scoprire che quello era il finale, mi sono leggermente irritata...


Questo romanzo, che è di nuovo un Thriller e non un horror come Ossessione, è decisamente meglio di quest'ultimo. Probabilmente perchè, ok, l'introspezione è di una mente che sta diventando folle, ma è comunque di un adulto che ha delle precise motivazioni per cui impazzire, condivisibili o meno, partendo dal non superamento di un bruttissimo trauma.
La storia l'ho trovata molto godibile, pur mancando quella vena horror che caratterizza i migliori libri di King e certi personaggi secondari sono molto ben delineati (ad esempio, un contrabbandiere della malavita, Magliore, o anche la ragazza che Dawis incontra in autostop o anche il negoziante che all'inizio del romanzo gli vende un fucile e una pistola -che Dawis compra senza nemmeno sapere il perchè!-.) e il tutto rende la lettura scorrevole e tutt'altro che noiosa.

Questo romanzo mi sento di consigliarlo, a differenza di Ossessione, anche se il finale, personalmente, mi ha lasciato dell'amaro in bocca. Ok, a un certo punto l'avevo previsto, però, se fossi stata King, avrei speso due paroline in più per raccontare l'epilogo.
La storia in sè non è nulla di speciale, ma leggerlo non è tempo perso, anche per le descrizioni accurate di quell'epoca e per i dialoghi così ben realizzati da King. Ha scritto di meglio, ma questa discesa all'Inferno è comunque un buon libro.
 
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halfbloodprincess78
view post Posted on 30/7/2012, 10:25




Mi hai fatto venire voglia di leggerlo anche se non mi piacciono moltissimo i libri che ha scritto con lo pseudonimo.
Hai notato che del tumore cerebrale ne parla ovunque? ogni tanto spunta questo spettro del tumore al cervello.
Mi sono sempre chiesta se è una sua paura o altro, qualcuno lo sa?
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 30/7/2012, 11:28




CITAZIONE (halfbloodprincess78 @ 30/7/2012, 11:25) 
Mi hai fatto venire voglia di leggerlo anche se non mi piacciono moltissimo i libri che ha scritto con lo pseudonimo.
Hai notato che del tumore cerebrale ne parla ovunque? ogni tanto spunta questo spettro del tumore al cervello.
Mi sono sempre chiesta se è una sua paura o altro, qualcuno lo sa?

Se non ce l'hai, se vuoi, te lo presto la prima volta che ci becchiamo ;)
Per come leggi tu secondo me in meno di una settimana l'hai letto tutto :D

Hai ragione. Se non ricordo male, il tumore al cervello c'era anche nella Zona Morta, e nella Metà Oscura all'inizio credevano che il protagonista avesse un tumore e poi scoprono che si trattava del gemello "assorbito" nel cervello dell'altro. Più Uscita per l'Inferno e siamo a tre, se non ce ne sono altri.

In effetti è un po' una fissa, ma non so se c'è una motivazione di fondo. Proverò a spulciare se trovo qualcosa al riguardo!

Ho trovato ancora questo discorso ricorrente del tumore al cervello in un libro inedito di King "Sword in the Darkness". Qui l'articolo completo.

CITAZIONE
Nel romanzo una banda di criminali sta pianificando una rivolta razziale nella parte occidentale della città di Harding, gli abitanti sono ignari del caos imminente. La morte di Rita per un tumore al cervello e il conseguente suicidio di sua figlia Miriam, nubile e incinta, frantuma la famiglia Kalowski. Arnie, il figlio, cerca di superare queste perdite e di organizzarre la propria vita sentimentale con la fidanzata, Janet Cross, e con l'amante, Kit Longtin. Nel frattempo, Kit Longtin e un amico appartenente a una banda ricattano il preside della Harding High School, suo zio Henry Coolidge, una sorta di maniaco sessuale.

Altra nota: nelle spiegazioni sul perchè si era creato lo pseudonimo di Richard Bachman, King menziona ancora il tumore al cervello. Sì, dev'essere proprio o una sua grande paura o non so che altro.
Qui trovate l'articolo completo.

CITAZIONE
Credo di averlo fatto per raffreddare un po' l'atmosfera, per fare qualcosa nelle vesti di qualcuno che non fosse Stephen King. Credo che tutti i romanzieri siano incorreggibili mistificatori ed è stato divertente essere qualcun altro per un po', nel mio caso Richard Bachman. Il quale non ha mancato di crearsi una personalità e una storia con cui sorreggere la falsa foto dell'autore sulla quarta di copertina di L'occhio del male e la falsa moglie (Claudia Inez Bachman) al quale il libro è dedicato. Bachman era un personaggio discretamente sgradevole, che era nato a New York e aveva trascorso una decina d'anni nella marina mercantile dopo quattro anni nella guardia costiera. Si era infine stabilito in una zona rurale del New Hampshire, dove scriveva di notte dopo essersi occupato durante il giorno della sua fattoria di medie dimensioni. I Bachman avevano un solo figlio maschio, morto in un disgraziato incidente a sei anni (annegato in un pozzo). Tre anni prima vicino alla base del cervello di Bachman era stato trovato un tumore, rimosso con un delicato intervento chirurgico. Nel febbraio del 1985 è morto all'improvviso, cioè il giorno in cui il Daily News di Bangor, il quotidiano della mia città, ha resa pubblica la vera identità di Bachman, circostanza da me confermata. E stato anche divertente essere Bachman, uno scostante asceta alla J.D. Salinger, che non rilasciava mai interviste e che, nel questionario della New English Library di Londra, ha scritto «falcheggiamento» nello spazio riservato al credo religioso.

 
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halfbloodprincess78
view post Posted on 30/7/2012, 12:09




Sì, ricorre spesso, anche in The Dome c'è un personaggio con il tumore al cervello.
Credo sia una sua paura e lo scrive forse come per esorcizzarlo, non so se ha perso qualche famigliare per questo tipo di tumore. Altra cosa che mi viene da pensare è che il tumore cerebrale sia una specie di via d'uscita, cioè ha un tumore alla testa ch comprime il cervello quindi questo ti autorizza a fare cose folli... non so, non me lo spiego e lui non lo spiega il perchè di questa fissa.
Comunque ha tutte delle strane peculiarità, anche crearsi un alter ego scrittore è una di queste se ci pensi crearsi un altra identità è una cosa affascinante.
Credo che tutti almeno una volta nella vita abbiamo desiderato essere qualcun'altro.
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 30/7/2012, 13:15




CITAZIONE (halfbloodprincess78 @ 30/7/2012, 13:09) 
Sì, ricorre spesso, anche in The Dome c'è un personaggio con il tumore al cervello.
Credo sia una sua paura e lo scrive forse come per esorcizzarlo, non so se ha perso qualche famigliare per questo tipo di tumore. Altra cosa che mi viene da pensare è che il tumore cerebrale sia una specie di via d'uscita, cioè ha un tumore alla testa ch comprime il cervello quindi questo ti autorizza a fare cose folli... non so, non me lo spiego e lui non lo spiega il perchè di questa fissa.
Comunque ha tutte delle strane peculiarità, anche crearsi un alter ego scrittore è una di queste se ci pensi crearsi un altra identità è una cosa affascinante.
Credo che tutti almeno una volta nella vita abbiamo desiderato essere qualcun'altro.

Non so, alla fine io ci trovo comunque qualcosa di strano e King tanto normale non dev'essere alla fine...

Sì, poi crearsi un alter ego è intrippante, per il solo fatto di non essere più se stessi e migrare in un altro "Io" (mi viene in mente un film con Jodie Foster giovanissima, credo, dove lei e sua madre, a un certo punto, si scambiavano d'identità. Da lì mi è sempre piaciuto pensare che cosa farei se mi trovassi improvvisamente nei panni di una persona completamente diversa da me. Lo so, sono poco normale pure io XD)
 
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halfbloodprincess78
view post Posted on 30/7/2012, 16:37




CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 30/7/2012, 14:15) 
Non so, alla fine io ci trovo comunque qualcosa di strano e King tanto normale non dev'essere alla fine...

Sì, poi crearsi un alter ego è intrippante, per il solo fatto di non essere più se stessi e migrare in un altro "Io" (mi viene in mente un film con Jodie Foster giovanissima, credo, dove lei e sua madre, a un certo punto, si scambiavano d'identità. Da lì mi è sempre piaciuto pensare che cosa farei se mi trovassi improvvisamente nei panni di una persona completamente diversa da me. Lo so, sono poco normale pure io XD)

Sì, sono d'accordo, credo che se non avesse avuto questo talento per la scrittura avrebbe fatto lo psicopatico! :woot:
Fighissimo quel film, si intitolava ''Tutto accadde un venerdì''
 
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view post Posted on 3/8/2012, 23:17
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Visto che molti libri li ho letti secoli fa e me li ricordo poco e male, ho iniziato la rilettura di King, oggi ho trovato a casa di mia sorella L'Occhio del Male (Thinner), che non mi aveva entusiasmato la prima volta così ho deciso di rileggermelo oggi.

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Un po' di trama spicciola.
William Halleck, più Billy che William, è un grosso, in senso fisico del termine, grasso avvocato che vive una vita piuttosto grigia con la moglie Heidi e la figlia Linda, fino a quando una mattina investe e uccide una vecchia zingara per colpa della moglie che gli stava facendo un servizietto, ma la passa liscia grazie alla copertura di amici come il giudice e il capo della polizia.
Per questo motivo gli zingari si infuriano e il capo gli lancia una bella maledizione: dimagrire, dimagrire e dimagrire, fino a morire con un po' di ossetti.
Lui non ci sta e parte alla ricerca di questi zingari e di quello che lo aveva maledetto, per convincerlo a toglierli la maledizione.
Il resto, per chi non lo avesse letto, non lo dico così non si rovina nulla, per chi ha letto lo sa già :D

La prima cosa che mi viene in mente da dire è che ho fatto bene a rileggermelo perché, come ho accennato, la prima volta non mi aveva entusiasmato, letto di fretta e con la stupidità della giovane età :woot:, invece mi è davvero piaciuto parecchio, trovandolo scorrevole come sempre (si legge con pochissimo tempo) e trovando il vero Stephen King pur essendo pubblicato con lo pseudonimo di Richard Bachman, e secondo me, tra quelli che ho letto di Bachman, è forse il migliore.

Il libro scorre via velocemente e altrettanto velocemente si entra nella testa e nel tormento di Billy che si fa sempre più pesante e opprimente pagina dopo pagina: la maledizione, il senso di colpa, la rabbia, la paura, ma nonostante ciò non si dà mai per vinto, trova dentro di se una forza che non aveva avuto, o del tutto soffocata da una vita piatta e vuota che non lo soddisfaceva veramente, e inizia questo viaggio on the road alla ricerca di questa carovana di zingari e Taduz Lemke, il vecchio dal naso marcio che gli ha lanciato la sua maledizione. E non si arrende fino alla fine.
La fine che è un pugno alla stomaco, una rasoiata ben assestata che nemmeno senti, ti accorgi solo del sangue che ti scende, ma d’altronde parliamo di King, mica di Sveva Casati Modigliani :woot:

La prima volta non mi era piaciuto, non l’avevo trovato nulla di che, come trama e personaggi, come Ginelli, il solito gangster mafioso italoamericano (che noia! XD), scritto sempre molto bene come è inconfondibilmente King, infatti qui si capisce alla grande che è lui, mi sembra che proprio con questo libro un editore o libraio (o non mi ricordo chi) lo abbiano sgamato, comunque sia c’è il suo marchio – ok, io lo so a priori, ma si capisce veramente che lo stile è suo XD – poi si fa sgamare che come Bachman ci mette dei gran bei riferimenti a King e ai suoi libri. Su, si capisce.

Tornando al libro, no, non mi era piaciuto, e in fatto di trama e personaggi, non è che ho cambiato più di tanto opinione, l’ho apprezzati di più, perché ho apprezzato di più il senso del libro, quello che King voleva mostrare, o almeno quello che io ho recepito leggendolo (alla seconda lettura!).
Pagina dopo pagina ti chiedi, chi è il Male e chi il Bene?
È difficile rispondere, anche se sarebbe piuttosto semplice, Taduz maledice Billy, il giudice e il capo della polizia, due si suicidano, uno manca poco ci lascia le penne (manca poco?! :shifty:), ma se andiamo a fondo, nessuno è innocente, pagano per i loro peccati, hanno ucciso una vecchia e lasciato che il colpevole fosse impunito.
Poi?
La contro-maledizione (se così la si può definire)? Alla fine è una strage diciamo, nessuno è al di sopra di nessuno, tutti colpevoli, tutti innocenti, tutti maledetti.
Tutti reietti della società.
E tutto gira intorno all’ingiustizia della vita, ma non “banalmente” di un assassino che non viene condannato, ma di una società che vede l’estraneo come un mostro, un reietto appunto, rifiuti della società che sono tutti ladri, assassini, stupratori, venditori di droghe o strani intrugli, incantatori di fessi, portatori di malattie, pu…ne e stupratori.
Questo sono per la gente “normale” gli zingari, cacciati ogni volta e costretti a vagare da una città all’altra che non solo non li accetta, ma li caccia come si caccia un insetto sporco e schifoso.
È per questo che il simpatico (:woot:) Taduz si arrabbia e lancia maledizioni qua e là, non è solo perché hanno ucciso sua figlia, un incidente, ok, può capitare (se la moglie non avesse deciso di fare "un servizio in macchina"), ma il resto no, insabbiare tutto come se nulla fosse, come se la vita di una zingara non fosse niente, perché tanto loro non sono niente per la società che discrimina il diverso.
E non lo fa solo con gli zingari.
Basta guardare come viene trattato Billy non appena perde peso e comincia a rendersi conto della maledizione che gli è stata lanciata.
Pazzo da internare da coloro che dovrebbero sostenerlo dopo aver parlato della maledizione dello zingaro (oh, certo, non dico che dovevano credergli immediatamente, non è facile credere a cose del genere, ma una domandina almeno farsela, soprattutto dopo che la medicina non aveva saputo dare spiegazioni), malato e da scansare come un mostro da chiunque gli passasse vicino.
La discriminazione è ovunque, e non c’è giustizia in questo e non c’è né bene né male.

Billy finisce per allontanarsi da tutto e tutti, soprattutto dalla famiglia, la paranoia prende il sopravvento, comincia ad odiare la moglie perché la ritiene la vera responsabile che non ha pagato minimamente per tutto quello, cosa che invece sta facendo lui, giorno dopo giorno a fare i conti con il corpo che perde peso, simbolo quasi della sua vita che si svuota.
Ma cerca di cambiare lo stato delle cose, solo contro tutti, poi trova un aiuto inaspettato che praticamente diventerà la sua maledizione contro gli zingari.
Alla fine che rimane?
“No, noi ci fermiamo, perché altrimenti siamo matti anche noi come l’amico dell’uomo della città. Se non ci fermiamo, dovremmo pensare che quel che dice lui è vero – Dio non perdona.”, dice alla nipote Taduz, come per dire non voglio abbassarmi al loro livello, ma pagheranno lo stesso per quello che hanno fatto, in un modo o nell’altro qualcuno pagherà.
C’è una frase che dice Taduz a Billy sulla panchina: “Ma tutti pagano, anche per quello che non hanno fatto”, e alla fine pagano davvero.

Dove finisce il Bene e dove inizia il Male?
Dov’è il giusto a questo mondo?
Cos’è che ci porta a discriminare qualcuno diverso da noi? Che poi, cos’è normale o diverso?
Questo libro ti spinge a pensare a questo e a cercare di dare risposte a queste domande alle quali non è semplice rispondere e ognuno potrebbe farlo in maniera diversa, ma ti porta a ragionarci su, e la prima volta non ho notato tutto questo, troppo presa dalla trama che non ho trovato mai entusiasmante - ma nemmeno proprio male, ho letto di peggio, anche di King – e dallo sbrigarmi per vedere come si districava la matassa.

Insomma, diciamo che di King ho letto molto molto di meglio, ma anche di peggio, lo ammetto, e rileggerlo mi è piaciuto perché questi aspetti, lo ammetto, mi erano del tutto scivolati di dosso, e mi piace ragionarci su :D



Sul fatto del cancro, non era morta la madre di King di cancro al cervello? :unsure:

 
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view post Posted on 4/8/2012, 11:01




CITAZIONE (Severus Ikari @ 4/8/2012, 00:17) 
Questo sono per la gente “normale” gli zingari, cacciati ogni volta e costretti a vagare da una città all’altra che non solo non li accetta, ma li caccia come si caccia un insetto sporco e schifoso.
È per questo che il simpatico (:woot:) Taduz si arrabbia e lancia maledizioni qua e là, non è solo perché hanno ucciso sua figlia, un incidente, ok, può capitare (se la moglie non avesse deciso di fare "un servizio in macchina"), ma il resto no, insabbiare tutto come se nulla fosse, come se la vita di una zingara non fosse niente, perché tanto loro non sono niente per la società che discrimina il diverso.
E non lo fa solo con gli zingari.
Basta guardare come viene trattato Billy non appena perde peso e comincia a rendersi conto della maledizione che gli è stata lanciata.
Pazzo da internare da coloro che dovrebbero sostenerlo dopo aver parlato della maledizione dello zingaro (oh, certo, non dico che dovevano credergli immediatamente, non è facile credere a cose del genere, ma una domandina almeno farsela, soprattutto dopo che la medicina non aveva saputo dare spiegazioni), malato e da scansare come un mostro da chiunque gli passasse vicino.
La discriminazione è ovunque, e non c’è giustizia in questo e non c’è né bene né male.

Billy finisce per allontanarsi da tutto e tutti, soprattutto dalla famiglia, la paranoia prende il sopravvento, comincia ad odiare la moglie perché la ritiene la vera responsabile che non ha pagato minimamente per tutto quello, cosa che invece sta facendo lui, giorno dopo giorno a fare i conti con il corpo che perde peso, simbolo quasi della sua vita che si svuota.


Dove finisce il Bene e dove inizia il Male?
Dov’è il giusto a questo mondo?
Cos’è che ci porta a discriminare qualcuno diverso da noi? Che poi, cos’è normale o diverso?
Questo libro ti spinge a pensare a questo e a cercare di dare risposte a queste domande alle quali non è semplice rispondere e ognuno potrebbe farlo in maniera diversa, ma ti porta a ragionarci su, e la prima volta non ho notato tutto questo, troppo presa dalla trama che non ho trovato mai entusiasmante - ma nemmeno proprio male, ho letto di peggio, anche di King – e dallo sbrigarmi per vedere come si districava la matassa.

Insomma, diciamo che di King ho letto molto molto di meglio, ma anche di peggio, lo ammetto, e rileggerlo mi è piaciuto perché questi aspetti, lo ammetto, mi erano del tutto scivolati di dosso, e mi piace ragionarci su :D

Alla fine tutti prima o poi nella vita anche una sola volta ci troviamo ad essere ''il diverso'' questo ci dovrebbe portare a non discriminare, a non puntare il dito, ma non fa molto parte della natura umana, in quanto siamo anche altrettanto propensi a sentirci un gradino sopra a qualcun'altro.
E' una delle meschinità della nostra condizione umana e alla fine King è proprio questa umanità che racconta così bene.
E' interessante la tua chiave di lettura di questo libro, fermarsi alla trama è un sbaglio, bisogna leggere tra le righe.


CITAZIONE
Sul fatto del cancro, non era morta la madre di King di cancro al cervello? :unsure: [/color]

Sua madre è morta di cancro ma non al cervello mi pare.
 
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view post Posted on 4/8/2012, 16:55
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CITAZIONE (halfbloodprincess78 @ 4/8/2012, 12:01) 
Alla fine tutti prima o poi nella vita anche una sola volta ci troviamo ad essere ''il diverso'' questo ci dovrebbe portare a non discriminare, a non puntare il dito, ma non fa molto parte della natura umana, in quanto siamo anche altrettanto propensi a sentirci un gradino sopra a qualcun'altro.
E' una delle meschinità della nostra condizione umana e alla fine King è proprio questa umanità che racconta così bene.
E' interessante la tua chiave di lettura di questo libro, fermarsi alla trama è un sbaglio, bisogna leggere tra le righe.

Sì, verissimo, siamo esseri umani e in quanto tali soggetti a debolezze, ciò include discriminare e porci al di sopra di altri, fa parte di noi, quello che non avevo trovato prima in questo libro e l'ho trovato ora - e mi è piaciuto - è stato il fatto che King non ha "banalmente" messo il punto su questo aspetto, come non è la prima volta che lo fa, ma ha tratteggiato una società in cui è difficile tracciare il confine tra Bene e Male, nel senso, con chi te la vuoi prendere se questi tizi sono costantemente incazzati perchè tutti li schifano, li scansano e li cacciano da secoli e secoli e sono trattati da complete nullità? Se quando ne hanno l'occasione, si vendicano?
Alla fine è tutto un circolo vizioso che non si chiuderà mai: noi cacciamo loro, loro si vendicano, noi vendichiamo la loro vendetta e così via all'infinito, e alla fine cosa otteniamo? Che il male e il bene stanno sia di qua che di là e non si può scindere.
La fine di questo libro racconta proprio questo, non c'è lieto fine, c'è solo quello che siamo e quello che creiamo.
Come dire: chi semina vento raccoglie tempesta e non importa quanto ci vuole ma i peccati prima o poi si scontano.

Non credere, anche io la prima volta mi ero fermata alla trama non proprio entusiasmante, poi però mi sono messa a ragionare e ho tirato fuori questo, magari poi solo io le vedo certe cose, o magari no, chissà :D

CITAZIONE
Sua madre è morta di cancro ma non al cervello mi pare.

Boh, non mi ricordo se l'ho letto da qualche parte o l'ho immaginato, comunque è una cosa curiosa che faccia parecchio rimando non solo ai tumori in generale, ma proprio a quello al cervello.
Pensando sempre a L'occhio del Male, mi viene in mente il giudice Rossington che ad un certo punto dice - o meglio, lo racconta la moglie - di avere un cancro alla pelle e cerca di convincersene sempre più e di convincere gli altri, perchè sarebbe del tutto meglio di una maledizione di uno zingaro e soprattutto curabile dai medici.
E mi ha fatto pensare a quello che dicevi tu, ovvero rendere reale l'irreale, cioè che è un modo per giustificare ed esorcizzare fenomeni che non capiamo relativi alla mente umana. Meglio un cancro reale che essere pazzi per chissà cosa.
Ed è come aggrapparsi alla realtà in un mondo costellato da irrealtà.
Non so, ogni tanto mi viene da vagheggiare XD
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 6/8/2012, 14:41




Che bella recensione, Amicozza! Fa venire voglia di rileggere l'Occhio del male.

Io l'ho letto tanto tempo fa, ma mi ricordo che alla fine (mettici anche il finale scritto bene) l'impressione era stata positiva.

In pratica Billy, a mano a mano che la maledizione fa effetto su di lui, si ritrova sempre di più nelle condizioni di emarginato, un come un zingaro, insomma. Il messaggio, come avete detto tu e Cla, è proprio questo e trapela, non tanto dalla trama piuttosto semplice del romanzo, ma da quello che nasconde tra le righe.

Sì, è nella natura umana giudicare e puntare il dito contro a ciò che è diverso, ma più che diverso ignoto e che, quindi, ci fa paura perchè non sappiamo programmarlo e non possiamo controllarlo.

 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 31/8/2012, 17:23




Nel primo messaggio, nell'elenco dei romanzi di King, ho inserito, nei romanzi letti e recensiti da qualcuna di noi, il link di rimando al messaggio con la recensione.

Se leggete un romanzo di King e volete lasciare il vostro parere su quanto avete letto, sentitevi liberi di farlo ;)
 
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halfbloodprincess78
view post Posted on 21/9/2012, 07:58




Non è una recensione ma ho visto il link a questo articolo su FB e non ho resistito, dovevo dirlo a qualcuno!!!

Lo scrittore Stephen King annuncia
"Tra 1 anno esce il sequel di Shining"

"Doctor sleep" sarà pubblicato negli Usa il 24 settembre 2013. L'autore ha incominciato a scriverlo 3 anni fa per raccontare che cosa è successo al piccolo Danny Torrance dopo gli eventi dell'Overlook Hotel

NEW YORK - Il seguito di Shining uscirà tra un anno. Stephen King ha annunciato, con un post sul suo sito internet, che la casa editrice americana Scribner and Hodder and Stoughton ha deciso la data ufficiale della prima pubblicazione di Doctor Sleep: 24 settembre 2013. Il sequel di "Shining " - uno dei romanzi horror più celebri di King, portato sul grande schermo dal regista Stanley Kubrick con l'interpretazione di Jack Nicholson - fu annunciato dallo scrittore statunitense nel novembre del 2009 nel corso di una conversazione/intervista con un pubblico di lettori canadesi di Toronto, moderata dal regista David Cronenberg. Nello scorso mese di luglio, dopo estenuanti ripensamenti e correzioni, il nuovo romanzo del re dell'horror all'americana è arrivato a conclusione e sarà dato alle stampe 36 anni dopo Shining che vide la luce nel 1977.
Shining è la storia di uno scrittore che, insieme alla famiglia, si trasferisce in un hotel isolato e circondato dalla neve per fare il guardiano d'inverno. In quel luogo infestato da oscure presenze lo scrittore sprofonderà progressivamente nella follia.
King ha iniziato a scrivere Doctor Sleep nell'estate di tre anni fa quando, in una notte insonne, si è chiesto cosa sarebbe potuto succedere al piccolo Danny Torrance dopo gli eventi dell'Overlook Hotel, luogo nel quale ha trascorso l'inferno della sua infanzia. Nonostante Shining veda per Danny un finale positivo, quegli accadimenti sono destinati a lasciare nel giovane profonde cicatrici emotive. Le conseguenze di quelle esperienze traumatiche ed i poteri psichici che hanno salvato Danny dal padre Jack hanno spinto King a scrivere il sequel.
Doctor Sleep mostrerà Danny ormai maturo, un uomo di 40 anni che vive nello stato di New York, dove lavora in un ospizio per malati terminali. Il suo lavoro consiste nel visitare i pazienti che stanno per morire e aiutarli a compiere il viaggio nell'aldilà con i suoi misteriosi poteri. Danny si mantiene anche grazie alle scommesse sulle corse dei cavalli, un trucchetto che gli ha insegnato il suo vecchio amico Dick Halloran, il cuoco di Shining.
Un paio di mesi fa era uscita la notizia che la Warner Bros., starebbe pensando di rinverdire la stanza 237 con un prequel da proiettare al cinema non prima del 2015 3. La major avrebbe già assoldato Laeta Kalogridis, Bradley Fischer e James Vanderbilt per sceneggiare il film.
(19 settembre 2012)

www.repubblica.it
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 21/9/2012, 09:26




Com'è che questa notizia da un lato mi esalta e dall'altro mi terrorizza?

Ok, si parla del Re dell'Horror, ma un sequel di Shining può voler dire che ha esaurito le idee?
Fare i sequel è sempre un rischio, perchè si rischia di incappare nel solito "l'originale è sempre meglio".

Comunque, spero che non esca con un romanzo tipo The Dome, o Buick 8 o schifezze simili. Insomma, speriamo sia in vena scrittoria!
 
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95 replies since 6/6/2012, 11:05   1189 views
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