Il Calderone di Severus

Arringa 79 (Salvatore), Difesa

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view post Posted on 24/12/2006, 14:57
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I ♥ Severus


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L'interessante e complessa arringa di Salvatore che, con me, Niky ed altri, ha fatto parte del gruppo di persone che ha gestito il Processo a Piton sul "Sotterraneo di Piton".

Troverete una interessante tesi su "PIton insegnante".


EDIT - Poichè non è più scaricabile il documento al link sotto indicato, nel messaggio successivo ho inserito in chiaro la lunga e complessa arringa di Salvatore.

Edited by Ida59 - 17/9/2015, 11:50

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view post Posted on 17/9/2015, 09:49
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Nel difendere il professor Piton dall’accusa più infamante per un professore, l’accusa, cioè di aver abusato della sua autorità, di aver aggredito e percosso,nella sua veste di insegnante presso la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, in diverse occasioni e sotto l’apparenza di legittime punizioni scolastiche, con l’utilizzo di vari mezzi magici e/o materiali e/o psicologici, minori, verso i quali egli era, in loco parentis, responsabile della loro incolumità fisica e psicologica, provocando rilevanti danni fisici e/o psicologici ai suddetti minori, vorrei iniziare da alcune domande, che all’apparenza potrebbero apparire retoriche.
 
Di cosa si occupa un educatore?
Di pedagogia, ovviamente. Ma cos’è la pedagogia? Può essere definita, in senso lato, come la ricerca che mira a stabilire i fini e i metodi del processo educativo, attraverso il quale, in una società, avviene la trasmissione delle conoscenze e dei valori da una generazione all’altra; questo processo generalmente avviene all’interno di una relazione tra un membro più competente (l’educatore) e uno meno competente (l’allievo) all’interno dello stesso contesto socio-culturale (in un paese, in una comunità religiosa, in una comunità di maghi, etc.).
Fra i compiti di un educatore rientra, senza ombra di dubbio, una volta stabiliti i fini che si propone di raggiungere – cioè quali conoscenze intende trasmettere e sviluppare nell’allievo –, quello di decidere i mezzi più adatti allo scopo, individuando i modi per intervenire concretamente nella relazione con l’allievo. Una volta, cioè, stabilito cosa ritiene prioritario insegnare nell’ambito della materia di sua competenza, deve trovare il modo più idoneo di farlo affinché lo studente, correttamente stimolato, impari qualcosa in maniera critica, affinché lo recepisca concretamente e correttamente. Appurato ciò, sorge un’altra domanda
 
 
Quali sono le competenze dell’educatore?
Nel corso della storia, dall’antichità sino al Medioevo, all’educatore veniva sostanzialmente richiesto solo ed esclusivamente di conoscere le materie che insegna. Già in questa ampia fase storica però, alcuni pensatori manifestano la consapevolezza che le competenze di chi educa non dovrebbero fermarsi qui: ad esempio Socrate, paragonando l’insegnamento alla maieutica (nell’antichità, l’arte dell’ostetricia), afferma che il vero maestro non trasmette acriticamente le sue conoscenze all’allievo, ma deve aiutarlo, piuttosto, a trovare da sé e in sé le conoscenze di cui necessita.
In pratica, si è iniziato a pensare che un buon educatore deve essere non solo preparato nella materia che insegna, ma deve avere anche altre competenze specifiche.
Alcuni dei più importanti educatori del XIX secolo (Rousseau e Pestalozzi), che hanno maggiormente influenzato la didattica del nostro secolo, avevano le  idee ben chiare sulle metodologie da utilizzare. Secondo il loro pensiero, era necessario adattare i metodi didattici alla naturale crescita del bambino, attraverso lo sviluppo armonioso di tutte le sue facoltà (mente, cuore e mano).  Pestalozzi sosteneva infatti la necessità per l’educatore di conoscere non solo l’allievo e le materie che gli si insegnano, ma anche i metodi più efficaci per trasmettere la conoscenza..
Un buon educatore deve avere infatti delle competenze anche in quella che viene definita come “metodologia didattica”, intesa come "modo e arte di insegnare", come un agire intenzionale e ordinato per raggiungere risultati educativi prefissati. La metodologia didattica riguarda dunque l’organizzazione dell’insegnamento (strategie, tecniche, strumenti), che ha luogo soprattutto, ma non solo, nella scuola come luogo privilegiato di trasmissione culturale. Per questo motivo non si può considerare la didattica semplicemente come una teoria dell’istruzione ma, più in generale, come il sistema delle tecniche impiegate nel rapporto educativo per promuovere l’acquisizione di specifiche e particolari abilità.
La didattica ha a che fare in particolare con il modo di insegnare (il come), più che con i contenuti o gli obiettivi dell’insegnamento, ma è chiaro che non è possibile distinguere in maniera netta il "come insegnare" dal "che cosa si insegna" e dal "perché lo si insegna". Ad un buon educatore si richiede dunque l’individuazione e l’impiego di strategie, tecniche, strumenti di insegnamento idonei e specifici per raggiungere i suoi scopi. E’ necessario cioè considerare la lezione come modo per comunicare un certo argomento, suscitare negli allievi interesse e motivazione, trasmettere cultura e così via, il tutto in relazione all’allievo, alle sue capacità e alle risorse che egli mette in gioco nell’apprendere.
Per poter fare ciò, un buon educatore deve avere anche una buona conoscenza della psicologia dell’età evolutiva, ovverosia di quella branca della psicologia che studia i processi di cambiamento che si verificano durante la crescita. E’ stato appurato, infatti, soprattutto grazie all’opera di Sigmund Freud e di altri studiosi come John Broadus Watson, che le variabili ambientali incidono in modo determinante sullo sviluppo e sul comportamento dei bambini. Attraverso l’opera di questi studiosi si è capito che gli adolescenti, dai 12 anni in poi, acquisiscono la capacità di formulare ipotesi a partire dall’osservazione della realtà e dedurre nuovi concetti sulla base di concetti già acquisiti. A partire da quest’età infatti, la formazione della personalità è considerata un processo attraverso il quale gli adolescenti imparano a evitare e a gestire i conflitti. In questo senso, è importante la reazione dell’ambiente in cui questi ultimi si trovano abitualmente.
Per poter far ciò, appare dunque necessario avere anche delle buone conoscenze di sociologia. Oggi infatti, nell’ambito della pedagogia, si parla di educazione in riferimento alla maturazione dell’intera personalità, quindi anche degli aspetti affettivi e sociali oltre che intellettuali. Inoltre, la pedagogia ha concentrato la sua attenzione sull’individuo singolo, ha cioè perlopiù riflettuto sulla relazione che può svilupparsi tra un educatore e il singolo allievo, la classe scolastica ed il gruppo sociale a cui appartiene.
Studio principale della sociologia nell’ambito pedagogico è, dunque, la socializzazione intesa come processo con cui si impara la differenza tra comportamenti accettabili e non: ci si aspetta, ad esempio, che i bambini comprendano che l’aggressione fisica, così come il furto e l’inganno, sono comportamenti da biasimare, al contrario della cooperazione e dell’onestà. Alcuni studiosi affermano che la socializzazione si raggiunge attraverso l’imitazione o tramite un processo educativo che implichi lodi e punizioni. I teorici contemporanei, comunque, mettono in luce il ruolo fondamentale dei processi cognitivi, quali la percezione, il pensiero e la conoscenza: una socialità matura, infatti, implica che una persona, consciamente e inconsciamente, riesca a capire le regole del comportamento sociale che governano le varie situazioni.
Il processo di socializzazione include anche, ovviamente, l’acquisizione del concetto di moralità. Lo psicologo americano Lawrence Kohlberg ha dimostrato che il pensiero morale passa attraverso tre livelli: a quello più basso (preconvenzionale), l’individuo obbedisce alla regola per evitare la punizione (è il livello caratteristico dei bambini molto piccoli); a quello intermedio (convenzionale), ci si adegua alle regole per uniformarsi alle norme sociali; al livello più alto (postconvenzionale), la persona comprende i principi morali universali necessari per la sopravvivenza nella società, anche se spesso non si comporta di conseguenza.
Chi, dunque, meglio di un educatore può fare ciò, atteso il suo ruolo di formatore della personalità dei suoi studenti?
A questo punto dunque, analizzata in linee generali la teoria dell’educazione, per riassumere si può dire che all’educatore, per poter svolgere appieno le proprie funzioni, vengono richieste competenze in quattro ambiti principali:
 
  1. nei contenuti che insegna;
  2. nella psicologia;
  3. nella metodologia didattica;
  4. nella sociologia[1].
 
 
Il prof. Piton educatore
Appurato di cosa si occupa, in linea di massima, un educatore e quali devono essere le sue competenze, non ci resta che calarle nel caso pratico, ovverosia metterle in relazione al prof. Piton ed al particolare ambiente in cui opera.
Dunque, il prof. Piton deve analizzare una micro-società, la realtà con cui ha a che fare in qualità di educatore, conoscere approfonditamente i suoi allievi, i loro caratteri e punti deboli, in modo da scegliere, di volta in volta, i metodi più adatti per raggiungere i fini stabiliti, cioè per promuovere nell’allievo i cambiamenti che si ritengono auspicabili ed in modo da fargli apprendere ciò che l’educatore insegna nella maniera migliore ed in base alle sue conoscenze, nonché ai valori ed alle convinzioni a cui il gruppo sociale di appartenenza fa riferimento. Deve far riferimento cioè agli studenti in quanto esseri sociali, interagenti cioè con altri individui, e quindi: le relazioni e le norme che stabiliscono (linguaggi, convenzioni, costumi, riti, leggi ecc.); gli aggregati e le strutture che creano (gruppi, famiglie, classi, istituzioni ecc.); i ruoli e i fenomeni che la relazione tra gli individui produce (status, poteri, conflitti ecc.). Nel caso specifico, appare opportuno sottolineare come la micro-società di riferimento non debba essere intesa latu sensu, ovverosia come tutta la società, ma una porzione di essa, quella con cui un educatore viene a contatto per lo svolgimento del suo compito: gli studenti di Hogwarts. In questo processo formativo, la metodologia didattica si occupa di definire nel dettaglio i contenuti da trasmettere all’allievo, i modi più adatti per comunicarli e anche i modi attraverso cui verificare se e in che misura questa comunicazione è stata efficace, cioè se e in che misura siano stati effettivamente prodotti nell’allievo i cambiamenti e gli apprendimenti che si intendeva promuovere. Ciò richiede il ricorso alle discipline che hanno per oggetto l’uomo: dalla sociologia alla psicologia, per citare solo quelle più evidentemente coinvolte.
 
Ora, non vi è dubbio che il professor Piton abbia una preparazione universalmente riconosciuta e certamente superiore a quella di molti dei suoi colleghi non solo nella materia che insegna, Pozioni, ma di tutta la magia, universalmente intesa, nonché delle capacità che fanno di lui una persona eccezionale, superiore a molti grandi maghi. Vorrei portare a tal proposito alcuni esempi:
 
  1. Il prof. Lupin,che, alla luce dei suoi rapporti passati con il prof. Piton[2] certamente non può essere considerato come una persona molto propensa a fargli dei complimenti senza alcun motivo. Tuttavia, lo stesso Lupin riconosce le abilità del prof. Piton come pozionista ed occlumante[3].
  2. Lo stesso Hagrid ha una buona opinione del prof. Piton. All’accusa di Hermione di aver lanciato il malocchio sulla scopa di Harry durante la sua prima partita di Quiddich, sostiene incondizionatamente la sua innocenza[4]
  3. Sirius(Harry Potter e il calice di fuoco, cap. 27, pag. 452), dice del prof. Piton che “Quando è arrivato a scuola, conosceva più incantesimi di metà degli allievi del settimo anno”. Affermazione che inequivocabilmente ci fa supporre la sua indubbia preparazione già da studente, e non solo in Pozioni.
  4. Nel difendere la pietra filosofale, usa una sciarada. La stessa Hermione, certamente una delle studentesse più brillanti della scuola e che non prova certo una grande simpatia per il prof. Piton[5], dice di lui: "Geniale! Questa non è magia: è logica. Si tratta di una sciarada. Ci sono tanti grandi maghi che non hanno un briciolo di logica: loro sì che restebbero bloccati in eterno".(Harry Potter e la pietra filosofale, pagg. 270-271).
  5. Anche altri studenti sono consci delle capacità del prof. Piton. Percy, ad esempio, (Harry Potter e la pietra filosofale, cap. 7, pag. 122) nel presentare il prof. Piton ad Harry durante il banchetto iniziale del primo anno, dice: “Quello è il professor Piton. Insegna Pozioni, ma non gli piace; tutti sanno che fa la corte alla materia di Raptor. Piton sa un sacco di cose sulle Arti Oscure”.
  6. Infine, permettetemi un’opinione personale:il prof. Piton dev’essere stato un buon direttore, visto che Serpeverde, prima dell’arrivo di Harry Potter, ha vinto per sei anni consecutivi la Coppa delle Case.
 
Dunque, appurata la competenza del prof. Piton nelle arti magiche globalmente intese, dobbiamo necessariamente osservare attentamente l’ambiente in cui si trova ad operare come educatore. Passiamo ad analizzare alcune parti della prova n°5 dell’imputazione n° 3, ovverosia di aver abusato della sua autorità di insegnante. Qui si vede Harry Potter, assieme a molti altri studenti di Grifondoro, mancare di rispetto al prof. Piton, prenderlo in giro in diverse occasione o addirittura accusarlo di azioni molto gravi, nonostante venisse ripetutamente difeso da altri professori. Per quale motivo? A causa di mere sensazioni, per errate supposizioni, per la pretesa di saperne più di lui, sempre e comunque. Analizziamo assieme alcuni brani dei libri:
 
  1. Accadde all’improvviso. L’insegnante dal naso adunco guardò dritto negli occhi di Harry, oltre il turbante di Raptor, ed un dolore acuto attraversò la cicatrice sulla fronte del ragazzo. “Ah!”, esclamò Harry, passandosi una mano sulla fronte. “Che cosa c’è?” chiese Percy. “N-niente”. Il dolore era svanito così come era venuto. Più difficile da scuotersi di dosso fu la sensazione che Harry aveva provato per via dello sguardo dell’insegnante …. la sensazione di non essergli affatto simpatico ( Harry Potter e la Pietra Filosofale, pag. 122 - LETTERA E, prova 5, imputazione 3);
  2. (Harry, ndr) “Sapete che cosa significa questo? Il giorno di Halloween, Piton ha cercato di eludere la sorveglianza del cane a tre teste! Ecco dove sta andando quando lo abbiamo visto … sta cercando di impadronirsi della cosa a cui il cane fa la guardia! E sono pronto a scommettere il mio manico di scopa che è stato lui a far entrare il mostro, per creare un diversivo!”. Hermione lo ascoltava con gli occhi sbarrati” No … non lo farebbe mai” disse. “Lo so, non è molto simpatico, ma non cercherebbe mai di rubare qualcosa che Silente tiene sotto stretta sorveglianza”. “Ma senti un po’, Hermione, credi davvero che tutti gli insegnanti siano dei santi, o roba del genere?” rimbeccò Ron. “Io sono d’accordo con Harry. Penso che Piton sia capace di tutto. Ma che cosa sta cercando? E a che cosa fa la guardia quel cane?”( Harry Potter e la Pietra Filosofale, pag. 175/176 - LETTERA F, prova 5, imputazione 3);
  3. “Lo sapevo!” ansimò Hermione. “Piton …guarda!”. Ron afferrò il binocolo. Piton Stava sulla gradinata dirimpetto alla loro. Teneva gli occhi fissi su Harry e mormorava qualcosa sottovoce. “Sta combinandone qualcuna delle sue … sta facendo il malocchio alla scopa” disse Hermione. “Ed ora che facciamo?”. “Lascia fare a me.”.…..”Dai Hermione, sbrigati” mormorava Ron disperato. Hermione si era fatta largo tra gli spettatori per raggiungere il palco dove si trovava Piton ed ora stava correndo lungo la fila di sedili alle spalle di lui; non si fermò neanche per chiedere scusa al professor Raptor quando lo urtò facendolo cadere a faccia avanti. Una volta raggiunto Piton, si accucciò, tirò fuori la bacchetta magica e bisbigliò alcune parole scelte con cura. Dalla bacchetta sprizzarono delle fiamme blu che andarono a colpire l’orlo dell’abito di Piton. Ci vollero trenta secondi perché Piton si rendesse conto di aver preso fuoco (ammissione cap. 16, pag. 263, ndr).
    …(nella capanna di Hagrid,ndr) “E’ stato Piton” spiegava Ron. “hermione ed io lo abbiamo visto; stava lanciando una maledizione sulla tua scopa, borbottava e non ti levava gli occhi di dosso”. “Stupidate”, disse Hagrid. “E perché mai Piton doveva fare una cosa del genere?”. Harry, Ron ed Hermione si guardarono l’un l’altro, chiedendogli che cosa dovessero dirgli. Harry decise per la verità. “Ho scoperto qualcosa sul suo conto” disse ad Hagrid. “Il giorno di Halloween, ha cercato di eludere la guardia del cane a tre teste. E quello lo ha morso. Crediamo che volesse rubare quello che il cane sorveglia, qualunque cosa sia.…”Ma Piton sta cercando di rubarlo!” “Stupidate” tornò a ripetere Hagrid”. Piton è un insegnante di Hogworts, vuoi che faccia una cosa del genere?” E allora perché poco fa cercava di ammazzare Harry?” gridò Hermione. “Senti un po’ Hagrid, io lo capisco quando qualcuno sta facendo il malocchio; ho letto tutto sull’argomento! Bisogna mantenere il contatto visivo, e Piton non batteva neanche le palpebre. L’ho visto benissimo!”. “Ed io vi dico che prendete un granchio” disse Hagrid accalorandosi. Non so perché la scopa di Harry si è comportata in quella maniera, ma Piton non cercherebbe mai di ammazzare uno studente” Ed ora statemi bene a sentire tutti e tre: vi state immischiando in cose che non vi riguardano. E’ pericoloso”.( Harry Potter e la Pietra Filosofale, pag. 182/183 - LETTERA G, prova 5, imputazione 3);
  4. “Aspetta un po’...” mormorò Harry a Ron. ‘C’è una sedia vuota, al tavolo degli insegnanti... Dov’è Piton?’Il professor Severus Piton era l’insegnante meno simpatico a Harry. E si dava il caso che Harry fosse lo studente meno simpatico a Piton. Crudele, sarcastico e sgradito a tutti, tranne agli studenti della sua Casa (Serpeverde), Piton insegnava Pozioni.‘Forse è malato!’ disse Ron tutto speranzoso.‘Forse se n’è andato’ disse Harry, ‘perché ancora una volta non è stato nominato insegnante di Difesa contro le Arti Oscure.‘O magari è stato licenziato!’ suggerì Ron con entusiasmo. ‘Voglio dire, tutti lo detestano...’‘O forse’ disse una voce glaciale alle loro spalle, ‘sta aspettando di sapere perché voi due non siete arrivati con il treno della scuola. (Harry Potter e la Camera dei Segreti, pag. 72/76 - LETTERA D, prova 5, imputazione 3);
  5. Era vero che da quando Hagrid se l’era fatto sfuggire di bocca, avevano sfogliato i libri in cerca di quel nome, perché in quale altro modo avrebbero potuto scoprire che cosa stava cercando di rubare Piton? ( Harry Potter e la Pietra Filosofale, pag. 188 - LETTERA H, prova 5, imputazione 3);
  6. “Ma volete piantarla di fare confusione?” strillò. “Questo è precisamente il genere di sciocchezza che ci farà perdere la partita! Stavolta, l’arbitro è Piton, che certo non mancherà di trovare tutte le scuse per togliere punti al Grifondoro!”. A quelle parole, George Weasley cadde per davvero dalla scopa. “L’arbitro è Piton?” esclamò con la bocca ancora impastata di fango. “E da quando in qua fa l’arbitro per le partite di Quidditch? Se per caso superiamo il Serpeverde, sarà tutt’altro che imparziale”.(Harry Potter e la Pietra Filosofale, pag. 206 - LETTERA I, prova 5, imputazione 3);
  7. (Ron, ndr) “Rilassati, Harry: Hermione ha ragione, la Pietra è al sicuro fino a che c’è in giro Silente. In ogni caso, non abbiamo mai avuto alcuna prova che Piton abbia scoperto come eludere la sorveglianza di Fuffi. Una volta si è quasi fatto strappare una gamba”.(Harry Potter e la Pietra Filosofale, pagg. 250/251 - LETTERA L, prova 5, imputazione 3).
  8. La vigilia della prima partita di Harry, si trovavano tutti e tre fuori dal cortile gelido, durante la ricreazione, e lei aveva fatto apparire per incanto un fuoco di un azzurro splendente, che si poteva trasportare tenendolo in un barattolo della marmellata. Ci si stavano scaldando tutti e tre la schiena, quando Piton attraversò il cortile. Harry notò immediatamente che zoppicava. I tre ragazzi si strinsero intorno al fuoco per impedirne la vista; erano sicuri che fosse proibito. Purtroppo, l’espressione colpevole che portavano dipinta in faccia attirò l’attenzione di Piton. Il professore venne avanti. Non aveva notato il fuoco, ma sembrava che stesse cercando un pretesto per rimproverarli. “Che cosa nascondi là dietro, Potter?” Era il volume Il Quidditch attraverso i secoli. Harry glielo mostrò. “E’ proibito portare fuori dagli edifici scolastici i libri della biblioteca” disse Piton. “Dammelo. Cinque punti in meno per i Grifondoro.”. Questa regola se l’è inventata” borbottò Harry risentito mentre Piton si allontanava zoppicando. “Mi chiedo cosa si è fatto alla gamba”. “Non lo so, ma spero che gli faccia molto male” commentò Ron amareggiato. (Harry Potter e la Pietra Filosofale, pag. 174 - LETTERA E, prova 11, imputazione 3)
 
Orbene, è eclatante che, basandosi su mere supposizioni e sensazioni, molti Grifondoro, basandosi su un’immotivata antipatia per il prof. Piton, lo accusano di tentato furto, tentativo reiterato nel tempo, della Pietra filosofale, difesa da Albus Silente, nonostante Silente stesso abbia affidato la difesa della Pietra anche al prof. Piton (“Harry Potter e la Pietra Filosofale" – pagg. 270 - 271). E con quale risultato? Questo:
 
  • Dentro c’era già qualcuno …ma non era Piton. E non era neanche Voldemort. Era Raptor.“Lei” esclamò Harry col fiato mozzo.
    Raptor sorrise. Non un solo muscolo gli si mosse sul volto. “Io” disse calmo. “Mi stavo proprio chiedendo se ti avrei incontrato qui, Potter”.
    “Ma io pensavo … Piton…”. “Chi, Severus?” Raptor sorrise, e non fu la sua solita risatina tremula, bensì una risata fredda e tagliente. “Sì, Severus sembra proprio il tipo giusto, non è vero? E’ talmente utile averlo qui a svolazzare dappertutto, come un pipistrello gigante! Con lui in giro, chi sospetterebbe mai del po - povero ba - balbuziente p-professor Ra - Raptor?” Harry non credeva alle proprie orecchie. Non poteva essere vero! “Ma Piton ha tentato di uccidermi!”.
    “No no no! Sono stato io. La tua amica Miss Granger mi ha urtato involontariamente quando è corsa ad appiccare fuoco a Piton, durante la partita di Quidditch. Con quello spintone ha interrotto il mio contatto visivo con te: ancora pochi secondi, e sarei riuscito a disarcionarti dalla scopa. Anzi, ci sarei riuscito anche prima, se Piton non avesse continuato a borbottare contro - incantesimi nel tentativo di salvarti’.‘Piton cercava di salvarmi?’‘Ma certo’ disse Raptor, sempre in tono gelido. ‘Perché credi che volesse arbitrare lui la tua seconda partita? Cercava di evitare che io ci riprovassi. Veramente buffo... Non c’era bisogno che si desse tanta pena. Non avrei potuto fare niente comunque, con Silente che assisteva alla partita. Tutti gli altri insegnanti pensavano che Piton stesse cercando di ostacolare la vittoria del Grifondoro, lui si è reso veramente impopolare... e che gran perdita di tempo, visto che nonostante tutto, stanotte ti ammazzo. Raptor schioccò le dita. Dal nulla apparvero delle funi che si avvolsero strette intorno a Harry. ‘Tu sei troppo ficcanaso per continuare a vivere, Potter. Andartene in giro a quel modo per tutta la scuola, il giorno di Halloween! Per quanto ne sapevo io, mi avevi visto benissimo mentre venivo a sincerarmi di che cosa ci fosse a guardia della Pietra. ‘Allora il mostro l’ha fatto entrare lei?’ ‘Ma certamente. Ho un talento speciale con i mostri, io... Avrai visto senz’altro che cosa ho fatto a quello della stanza qua accanto. Ma purtroppo, mentre tutti correvano dappertutto cercando di stanarlo, Piton, che già sospettava di me, è venuto dritto filato al terzo piano per intercettarmi, e non solo il mio mostro non ti ha fatto a pezzi, ma neanche il cane a tre teste è riuscito a staccare la gamba a morsi a Piton come si deve (Harry Potter e la Pietra Filosofale, pag. 273 – LETTERA M, prova 5, imputazione 3).
 
Credete, forse, che dopo questa dimostrazione dell’innocenza del prof. Piton si siano arresi? Ebbene no! Al contrario, fanno di peggio, si macchiano di azioni ben peggiori, come ad esempio, infrangere le regole o rubare. Analizziamo assieme qualche altro esempio di disobbedienza nei confronti di professori, da parte di Harry e dei Grifondoro, tralasciando, ovviamente, tutte le malefatte poste in essere dai gemelli Weasley, per cui sarebbe necessario ricopiare gran parte dei sei libri sinora scritti da J.K. Rowling. Tale comportamento giustifica certamente il comportamento del prof. Piton, più rigido ed inflessibile nei confronti dei Grifondoro che nei confronti di studenti di altre Case, più ligi al dovere e rispettosi delle regole.
 Sin dall’inizio, infatti, Harry se ne infischia dei divieti: ad esempio[6], utilizzando un regalo di suo padre, consegnatogli dal Preside, si reca di nascosto nel Reparto Proibito, dove sono custoditi libri di magia nera. o in giro per il castello di notte[7], nonostante sia proibito[8]. Accetta un duello con Malfoy di notte[9]. Tale comportamento, è egoista, come gli ricorda Neville e potrebbe far perdere punti alla loro stessa Casa. Harry inoltre, così come i suoi amici Grifondoro, si comporta in maniera a dir poco irrispettosa verso i suoi professori. Ad esempio, disobbedisce a Madama Bumb[10] e, per uno dei primi atti di disobbedienza, invece di essere punito, viene fatto entrare nella squadra di Quidditch, diventando il più giovane cercatore degli ultimi anni [11]. Probabilmente, da quest’avvenimento inizia a farsi l’idea di essere superiore alle regole, come osserva giustamente il prof. Piton[12].
Riflettete, inoltre, sul discorso fra Silente ed Harry[13]. Tale comportamento denota sfiducia negli adulti, incapacità di dire la verità, di chiedere aiuto e di accettarlo dai suoi stessi amici (prima di tutto Hermione[14]), nonché una certa forma di protagonismo. Se Harry avesse parlato prima del diario di Tom Riddle con Silente, che dimostra di aver capito la verità e che cerca di convincerlo a confidarsi con lui, si sarebbero evitati molti guai, fra cui il rapimento di Ginny. Invece, nonostante tutto, continua a non accettare l’aiuto di nessuno.
Come se non bastassero le accuse infondate verso il prof. Piton, il comportamento irrispettoso e denigratorio nei suoi confronti, la disobbedienza verso altri professori e la continua infrazione delle regole, fanno anche di peggio: si recano nel Reparto Proibito, mentono ad un altro professore, Allock[15], rubano nella dispensa del vituperato prof. Piton, ed il tutto per cosa? Creare una pozione illegale.
Si fanno infatti firmare un permesso dal prof. Allock con l’inganno[16] per prendere un libro del Reparto Proibito, in cui è scritto come preparare la Pozione Polisucco in modo da prendere le sembianze di amici di Malfoy. Poiché non possono preparare quel tipo di pozioni[17] e non hanno tutti gli ingredienti, cosa fanno? Li rubano dalla dispensa di Piton. Per poter fare ciò, approfittano di un momento in cui sanno con certezza che Piton non può trovarsi nel suo ufficio in quanto ha lezione, creano caos in aula durante la lezione e causano notevoli danni fisici ai loro compagni per distrarlo e si recano nella sua dispensa per rubare. Ciò denota un notevole disprezzo delle regole ed assoluta mancanza di rispetto verso tutti gli insegnanti, non solo il prof. Piton.
Questo comportamento dimostra chiaramente il disprezzo, da parte di Harry Potter e dei suoi amici (tutti appartenenti al Grifondoro), nei confronti delle più elementari regole della legalità. Rubano nella dispensa privata di un professore per realizzare una pozione che loro non dovrebbero realizzare, disturbano le sue lezioni, etc.
Non c’è da meravigliarsi, dunque, che il prof. Piton sia più rigido nei loro confronti e li punisca più spesso. Infatti, i Grifondoro in generale ed Harry soprattutto mostrano un assoluto disprezzo per le regole ed un comportamento molto spesso denigratorio nei confronti di tutti i professori,  ma soprattutto nei confronti del prof. Piton. Tale comportamento, a mio parere, giustifica il comportamento di quest’ultimo come insegnante, particolarmente ligio al dovere, che, per la particolare funzione che riveste, deve non solo trasmettere conoscenze ai suoi studenti, ma anche determinati valori da una generazione all’altra.
E’ pur vero che molte volte il comportamento del prof. Piton verso Harry è sgradevole; è comprensibile il fatto che Harry non lo sopporti (chi di noi non ha avuto un professore come Severus Piton?). Ma è anche vero che forse, per Piton, fare battutine e cosa simili è solo un modo per stabilire un "contatto" con i suoi studenti. Sicuramente è un modo non molto piacevole, ma è pur sempre un metodo per interagire. Viene spesso ricordato come Piton osservi Harry durante le lezioni (magari in modo acido)[18], come spesso tolga punti, apparentemente senza motivo, soprattutto a Harry o ai Grifondoro. Tuttavia, dobbiamo innanzitutto tenere in considerazione il comportamento di questi ultimi nei confronti del prof. Piton, improntato non certo al rispetto delle regole e del buon senso. Inoltre, considerare che, l’unica volta in cui il prof. Piton è davvero arrabbiato con Harry, cioè quando quest’ultimo ha sbirciato nel suo pensatoio, sappiamo che il suo atteggiamento cambia: lo ignora totalmente[19], evita ogni contatto con lui. Per Harry è un sollievo, perchè non è più tormentato dalle sue battutine, ma se questo modo di fare fosse stato un segno di odio, sarebbe aumentato, e non cessato. Il vero segno dell’odio è infatti l’indifferenza.
Infine, vorrei sottolineare come il prof. Piton, ormai è chiaro, conosce esattamente la profezia che lega Lord Voldemort ad Harry[20]. Sa che Harry è l’unico ad avere la possibilità di sconfiggere l’Oscuro Signore. Ma, per poter fare questo, deve essere pronto, deve imparare ad essere un buon mago. Ciò non significa solamente saper fare buone magie, ma anche rafforzare il proprio carattere, imparare a dominarsi, saper mascherare le proprie emozioni e mantenersi lucido anche nei momenti più difficili. Soprattutto ora, che lo scontro finale con l’Oscuro Signore potrebbe verificarsi ogni momento. Soprattutto dopo il primo "round" con Lord Voldemort risorto al cimitero, in cui si è salvato miracolosamente grazie all’incantesimo "Prior Incantatio" (Harry Potter e il Calice di Fuoco, cap. 34). Questo non si impara sui libri, si impara "sul campo", pian piano, imparando a dominarsi ed a mostrarsi indifferente alle punzecchiature. Piton, da ottimo professore qual’è, gli insegna. Ed i suoi insegnamenti iniziano a sortire gli effetti desiderati. Infatti, leggiamo interamente ed attentamente questo brano tratto da Harry Potter e il Principe Mezzosangue, pagg. 152-153:"Piton non parlò per qualche minuto. Harry sentiva l’odio emanare a ondate dal proprio corpo, ondate così potenti che gli sembrava impossibile che Piton non se ne sentisse avvolto;... ...“Cinquanta punti in meno per Grifondoro grazie al tuo ritardo, direi,” Cominciò Piton. “E, fammi pensare, altri venti per il tuo abbigliamento Babbano. Sai, non credo che nessuna Casa abbia mai avuto un punteggio tanto negativo, in così poco tempo: non siamo ancora arrivati al dolce. Forse hai stabilito un record, Potter.” La furia e l’odio che ribollivano dentro Harry diventarono incandescenti, ma avrebbe preferito restare paralizzato per tutto il viaggio di ritorno a Londra, che dire a Piton come mai era in ritardo.“Avevi in mente un entrata trionfale, suppongo” riprese Piton. “E senza auto volanti a disposizione hai deciso che irrompere nella Sala Grande a metà banchetto sarebbe stato un bell’effetto teatrale”. Harry rimase ancora in silenzio, anche se sentiva il petto scoppiargli. Sapeva che Piton era venuto a prenderlo per questo, per i pochi minuti in cui avrebbe potuto torturarlo e tormentarlo senza che nessun altro lo sentisse. ... ... Harry si voltò e marciò dritto oltre le porte aperta: qualunque cosa pur di allontanarsi da Piton.". Come si può notare dalla sua reazione, Harry ha imparato ad avere maggiore consapevolezza dei suoi poteri, a controllare maggiormente le sue azioni, alla luce delle possibili conseguenze. Siamo ben lontani da quando, ad esempio, "gonfia" la zia Marge nel secondo capitolo de "Harry Potter ed il prigioniero di Azkaban", o, per restare in tema, ha delle reazioni eccessive ed inconsulte nei confronti dello stesso prof. Piton, comportandosi in maniera irrispettosa o prevenuta nei suoi confronti.
Lo stesso discorso deve ritenersi valido per tutte le volte in cui il prof. Piton viene accusato di mettere in difficoltà molti dei suoi studenti, fra cui soprattutto il trio Potter, Granger e Weasley in diverse occasioni (prova 11[21]). Tutti gli studenti si dimostrano sempre e comunque irrispettosi nei suoi confronti. Il prof. Piton reagisce in una maniera più che corretta, punendoli, correggendoli e spronandoli come farebbe ogni professore. A tal proposito e per sottolineare maggiormente questo punto, vorrei sottoporre alla vostra attenzione questo brano che giudico indicativo di quanto sostengo:"Tutti i ragazzi del quarto anno avevano constatato un notevole aumento nella quantità di lavoro richiesta quel trimestre. La professoressa McGranitt spiegò il perché quando la classe reagì con un lamento particolarmente sonoro alla montagna di compiti di Trasfigurazione che aveva assegnato.«State per affrontare una fase fondamentale della vostra istruzione magica!» disse, con gli occhi che scintillavano pericolosamente dietro gli occhiali quadrati. «I vostri G.U.F.O. si avvicinano...»«Non abbiamo nessun G.U.F.O. fino al quinto anno!» esclamò Dean Thomas indignato.«Forse no, Thomas, ma credimi, avrete bisogno di tutta la preparazione che riuscite a mettere insieme! La signorina Granger resta l’unica della classe che sia riuscita a trasformare un porcospino in un puntaspilli soddisfacente. Devo ricordarti che il tuo puntaspilli, Thomas, si appallottola ancora quando qualcuno gli si avvicina con uno spillo!»Hermione, che era arrossita di nuovo, parve sforzarsi di non sembrare troppo compiaciuta. Harry e Ron si divertirono da pazzi quando alla lezione di Divinazione la professoressa Cooman annunciò a tutti e due che si erano meritati il massimo dei voti. L’insegnante lesse ampi passi delle loro predizioni, lodandoli per come accettavano senza batter ciglio gli orrori che li attendevano; ma si divertirono molto meno quando chiese di fare lo stesso per il mese successivo. Entrambi erano ormai a corto di catastrofi. Nel frattempo il professor Rüf, lo spettro che insegnava Storia della Magia, aveva assegnato un tema alla settimana sulle Rivolte dei Goblin del Diciottesimo secolo, mentre Piton li stava costringendo a scoprire antidoti. Era una cosa che tutti prendevano molto sul serio, perché Piton aveva accennato all’ipotesi di avvelenare uno di loro prima di Natale per vedere se i loro antidoti erano efficaci.
Invece, il professor Vitious aveva chiesto di leggere tre libri in più per prepararsi alla lezione sugli Incantesimi di Appello. Anche Hagrid aggiungeva carico a carico. Gli Schiopodi Sparacoda crescevano a ritmo notevole, considerato che nessuno aveva ancora scoperto che cosa mangiavano. Hagrid era estasiato e, come parte della loro ‘ricerca’, suggerì che gli studenti andassero da lui a sere alterne per osservare gli Schiopodi e prendere appunti sul loro straordinario comportamento."
(HP4, cap. 15, pagg. 202-203). Inoltre, vorrei ulteriormente sottolineare il fatto che ogni professore ha il suo carattere, il suo modo di comportarsi e di spronare i propri studenti a fare di più e meglio. Il comportamento del prof. Piton potrebbe sembrare minaccioso ed intimidatorio, ma non ha mai fatto del male a nessuno studente (anzi, è sempre stato uno dei più solerti a prendersi cura di loro, come in Harry Potter ed il prigioniero di Azkaban, in cui è impegnato a pattugliare il Castello di notte, o li salva dal prof. Lupin durante il suo attacco di licantropia) ed è sempre stato considerato un ottimo insegnante, con attestazioni di stima da chiunque.
Lo stesso dicasi per Neville Paciock. L’accusa sostiene che, sin dalla prima lezione di pozioni, quando Neville sbaglia clamorosamente nell’eseguire una pozione, il prof. Piton lo insulta e degrada pubblicamente[22]. Viene accusato inoltre di anteporre la riuscita di un esperimento al benessere di uno studente, di dilungarsi  nel puntualizzare gli errori nella reazione di un ingrediente mentre avrebbe potuto prestare immediato soccorso ad un allievo che, evidentemente sta patendo una dolorosa reazione nociva. Sostiene, inoltre, che tale comportamento si è protratto per anni, ed aveva come scopo una mirata azione denigratoria nei confronti di Neville. Punta di diamante dell’accusa è la prova n° 7[23].Piton ha spiegato perfettamente come si prepara una pozione, non è certo colpa sua se Neville, pur bravo in altre materie come Incantesimi ed Erbologia, è una frana più completa in Pozioni tanto da non riuscire a preparare nessuna Pozione. Vorrei sottolineare, a questo punto, che, nonostante i rospi non siano molto popolari fra gli studenti[24], tutti sappiamo quanto Neville ci tenga al suo rospo (lo cerca quando lo smarrisce ed è felice di ritrovarlo[25]. Sicuramente, anche Piton, Legilimante, lo sa. Per questo motivo, il suo comportamento non è altro che un tentativo di spronare Neville ad impegnarsi di più, motivandolo adeguatamente, come, ad esempio, indurlo ad impegnarsi per salvare qualcosa a cui tiene molto. Infatti, nel prosieguo del capitolo si legge “Tiger e Goyle scoppiarono a ridere alla vista di Neville che sudava mescolando febbrilmente la sua pozione. Hermione gli suggeriva cosa fare a mezza voce, cercando di non farsi vedere né sentire da Piton”. I tentativi di Neville vanno a buon fine senza conseguenze negative per nessuno[26]”). Il prof. Piton, infatti, pozionista abilissimo, prova la pozione di Neville su Oscar, ben conscio che non potrà avere effetti negativi sull’animale. Infatti, nonostante le numerose illazioni dell’accusa, non ci sono assolutamente prove che le minacce di Piton siano mai state poste in atto e/o abbiano avuto conseguenze negative per alcuno dei suoi studenti.
Analizzando, infatti, il comportamento dei Grifondoro, notiamo come il loro comportamento sia caratterizzato da quella componente che in Criminologia e in Psicologia viene definita come “devianza”, ovverosia come “atteggiamento o comportamento di uno o più individui, che differisce dai modelli comunemente accettati da una collettività. La devianza costituisce una violazione più o meno grave di norme sociali e spesso è testimonianza di un disagio o di un conflitto. Manifestazioni di devianza che hanno avuto una particolare risonanza in Occidente sono ad esempio quelle relative ai movimenti di protesta degli anni Sessanta: abbigliamento eccentrico, capelli lunghi, vita comunitaria, uso di sostanze stupefacenti etc. Alla fine del XX secolo la devianza è stata legata soprattutto al fenomeno della criminalità organizzata”[27]. In particolare, la devianza viene considerata come quella condizione opposta alla conformità e ricomprendente quelle condotte che violino le norme sociali che conservano credibilità per buona parte delle persone e che vengono ritenute importanti[28]”.
La devianza si può manifestare anche con azioni molto gravi, fino ad arrivare a veri e propri reati o crimini. Per il suo potenziale "eversivo" nei confronti della propria identità culturale e dell’organizzazione della vita sociale, una comunità si difende dalla devianza ricorrendo a forme di controllo sociale e a sanzioni più o meno severe. Si ricorre, cioè, a quell’insieme di meccanismi messi in atto da una collettività allo scopo di prevenire il manifestarsi e l’estendersi al suo interno di fenomeni devianti che possano rivelarsi nocivi alla convivenza sociale; si tratta in pratica di un complesso molto articolato di norme, valori, sanzioni, istituzioni specifiche (quali ad esempio la famiglia, la scuola, i mezzi di comunicazione di massa, la polizia, la magistratura, le carceri) atto a regolare il comportamento sociale. Il controllo può esercitarsi in due modi: internamente, da parte dello stesso individuo che ha interiorizzato le norme e i valori comuni alla società; esternamente, da parte della società stessa che applica sanzioni più o meno gravi (che possono andare dal rimprovero, all’ostracismo, alla detenzione, etc.).
Nel caso specifico, tutti gli studenti di Grifondoro hanno un comportamento che viene definito  come deviato, nell’accezione sopra specificata. L’unico modo per correggere questo comportamento consiste nel cercare di esercitare una qualche forma di controllo sociale da parte delle autorità, nei limiti delle loro competenze e considerato, soprattutto, il campo in cui operano. Nell’ambito dell’ambiente scolastico, sicuramente possono considerarsi come autorità i professori come Severus Piton. Uno dei modi con cui può cercare di correggere questo comportamento che caratterizza i Grifondoro, contrario ad ogni più elementare norma sociale, è certamente utilizzando quello che viene comunemente chiamato “ius corrigendi”. Altro non è che il diritto che qualunque ordinamento giuridico riconosce ai genitori, insegnanti ed educatori di utilizzare mezzi “correttivi” e di limitare in vario modo la libertà personale dei figli e dei minori a loro affidati, nell’interesse della loro educazione. Secondo l’opinione maggioritaria fra gli educatori, devono considerarsi validi ed applicabili quei mezzi correttivi o disciplinari, che, nel rispetto dell’incolumità fisica e della personalità psichica e morale, risultino necessari al raggiungimento del fine che il rapporto disciplinare si propone. Si ritiene pertanto lecito il castigo inflitto con il rimprovero forte, con la pratica di un energia minima, o che provochi la sensazione della perdita di qualche cosa, a condizione che questi gesti siano compresi come segni di amore e di attenzione, cioè perseguano una vera  propria finalità educativa e non punitiva. E’, ad esempio, considerato uso lecito dei mezzi di correzione lasciare per breve tempo l’alunno che disturba fuori dalla classe. In parole povere,con riguardo ai bambini il termine "correzione" va assunto come sinonimo di educazione, con riferimento ai connotati intrinsecamente conformativi di ogni processo educativo.
Nel caso concreto dunque, si discute se il prof. Piton, alla luce del comportamento della maggior parte dei suoi studenti, abbia ecceduto nell’utilizzo del cosiddetto “ius corrigendi”, se sia, in parole povere, un buon educatore.
 
 
 
Conclusioni
A mio parere, ed alla luce, soprattutto, di quanto sottolineato in precedenza, il prof. Piton si è sempre comportato come un buon educatore, spronando i suoi studenti a migliorarsi sempre di più, e soprattutto preoccupandosi per la loro incolumità[29], nonostante sia sempre stato sottoposto a continue azioni denigratorie non solo da parte dei suoi studenti, analizzate in precedenza, ma anche da parte di alcuni dei suoi stessi colleghi. Guardiamo, ad esempio, la prova n° 7[30]. Ci troviamo di fronte all’ennesimo tentativo di screditare il prof. Piton da parte del prof. Lupin, un membro del quartetto che molestava Piton da giovane [31], che lo scherniva, lo derideva, gli faceva fare figure meschine di fronte a tutta la scuola. Inoltre, è conscio dei pessimi rapporti esistenti fra il prof. Piton e Neville. Infine, Lupin, considerato il carattere di Neville, facilmente impressionabile da tutto e tutti, ha giustamente pensato che fosse terrorizzato da un simile comportamento, avente l’unico scopo di cercare di rafforzarlo, e quindi ha esattamente supposto che il molliccio di Neville si sarebbe tramutato in Piton. Suggerendogli di immaginarlo vestito con gli abiti della nonna, Lupin non voleva far altro che umiliare nuovamente Piton, dinanzi alla sua stessa classe[32].Appare del tutto logico, alla luce di ciò, che il prof. Piton, venuto a sapere di tutto questo, non ne sia propriamente felice e reagisca come un normale essere umano, ferito ed umiliato da tutti senza alcun motivo[33]). Nonostante tutto, però, Piton continua a comportarsi lealmente con tutti, soprattutto con Lupin stesso, causa di ulteriore derisione nei suoi confronti, preparandogli sempre la pozione necessaria a quest’ultimo per non causare danni quando si trasforma in lupo mannaro [34].
Vorrei innanzitutto portare all’attenzione di tutti il pensiero di Hagrid riguardo al prof. Piton (da Harry potter e la Pietra filosofale, cap. 8, pag. 136): “Harry raccontò a Hagrid della lezione di Piton. E Hagrid, al pari di Ron, gli disse di non prendersela, perché a Piton praticamente non andava a genio nessuno degli studenti”.
Spesso, inoltre, il prof. Piton è l’unico ad essere accusato di abusare della propria autorità di insegnante, superando i limiti che la sua posizione gli pone, tranne che nei confronti degli studenti della casa di cui è Direttore, i Serpeverde, nei cui confronti viene accusato di favoritismo. In merito a quest’ultima accusa, vorrei solo brevemente sottolineare che molti Serpeverde sono figli di Mangiamorte. Si discute, in questo processo, se il prof. Piton sia una spia dell’Ordine della Fenice all’interno di quest’organizzazione criminale. Visto che in quest’ambito si discute esclusivamente riguardo all’accusa di abuso di mezzi di correzione e che per l’accusa di spionaggio scriverò un’arringa apposita, alla quale mi riporto integralmente, vorrei solamente sottolineare come appaia più che logico che il prof. Piton si comporti in maniera più "morbida" nei confronti dei Serpeverde, dovendo salvaguardare il suo ruolo di spia. Ora vorrei porvi, per concludere quest’arringa, una sola domanda: Perchè si comporta duramente nei confronti dei suoi studenti? La risposta non può essere che questa: perchè sono indisciplinati, irrispettosi nei confronti dell’autorità scolastica che un professore rappresenta, perché questo comportamento, che in psicologia viene chiamato deviato, può essere combattuto solo con opportuni metodi correttivi. Il comportamento del prof. Piton potrebbe sembrare minaccioso ed intimidatorio, ma non è il solo a "maltrattare", nel senso di spronare, i suoi studenti[35].
E’ bene infine sottolineare come, nonostante all’apparenza sia sempre stato particolarmente rigido e minaccioso nei confronti dei suoi studenti, si è preoccupato sempre e comunque per la loro incolumità, al contrario di altri professori a lui preferiti. Consideriamo la prova 10 dell’imputazione 3[36]. Nonostante i ripetuti atteggiamenti denigratori da parte dei suoi stessi colleghi e le perfide battute nei suoi confronti da parte degli studenti, (cfr., ad esempio,lettera C), il prof. Piton si preoccupa sempre e comunque della loro incolumità (lettera D), oppure Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, cap. 19, pagg. 347 – 348: Piton era tornato in sè. Aveva fatto apparire delle barelle e vi sistemava i corpi inanimati di Harry ,Hermione e Black. Una quarta barella, senza dubbio di Ron, fluttuava già al suo fianco. Poi, con la bacchetta tesa davanti a se, la fece partire a mezz’aria in direzione del castello), al contrario di altri professori a lui preferiti, che, nonostante la loro apparenza di affabilità e simpatia, si dimostrano quantomeno incoscienti, per non dire di peggio. Pensiamo, ad esempio, al prof. Allock, che non esita a rischiare la vita di Ginny Weasley o di tutti i suoi studenti, pur di salvare se stesso[37]. O magari il prof. Raptor (che, in Harry Potter e la Pietra Filosofale si scopre essere il “mezzo di trasporto” e servo di Lord Voldemort?). Inoltre, chi pattuglia tutte le notti i corridoi insieme a Gazza, il custode? Non altri che il professor Piton. Non credo che egli lo faccia per il gusto di pescare qualcuno fuori dalle proprie camere e metterlo in punizione -anche perché, comunque, a farci caso, è sempre e solo il signor Potter a trovarsi fuori dai dormitori oltre gli orari consentiti, quindi si può supporre che prima e dopo di lui, sia piuttosto raro trovare alunni che - oltretutto sapendo della legge scolastica che prevede l’espulsione per questa infrazione - decida deliberatamente e così spesso di contravvenire questa regola. Quindi è il professor Piton a passare le notti in bianco, o certo, probabilmente a fare dei turni, per sorvegliare Hogwarts per la sicurezza di chi nel frattempo dorme, studenti e insegnanti; nessun altro, nemmeno la vicedirettrice professoressa McGranitt di cui tutti conosciamo l’inflessibilità e i giudizi assolutamente imparziali nonché la sua correttezza di comportamento, si assumente questo faticoso compito. Inoltre notiamo come il professor Piton sia sempre e comunque presente in ogni frangente; era presente durante il primo anno per la protezione della pietra filosofale -fu lui a fermare il professor Raptor rimanendo anche ferito; era presente durante il secondo anno al fianco del professor Allock durante il duello evidentemente per tenere a bada la situazione, per prenderne le redini qualora fosse sfuggita di mano, cosa che avvenne quasi subito; era presente sempre durante il secondo anno, quando ci furono gli attacchi del basilisco. Fu presente durante il terzo anno quando Sirius Black -ritenuto un assassino- penetrò a Hogwarts; fu presente durante il terzo anno ancora quando i tre ragazzi (signori Potter, Weasley e Granger) si trovarono nella Stamberga Strillante in balia di Black - o così comunque si credeva fino a quel momento- e successivamente quando il professor Lupin si trasformò in lupo - non riconoscendo quindi più i suoi alunni e mettendoli in pericolo. Fu lui a preparare sempre al professor Lupin la pozione antilupo per proteggere sia Lupin stesso che gli alunni. Fu lui a proteggere in parte dalle angherie della professoressa Umbridge gli alunni, lui ancora a seguire Potter nella Foresta proibita. Possiamo ancora affermare che il professor Piton non si interessi della sicurezza dei suoi studenti? Direi piuttosto che è preoccupato della sicurezza di tutte le persone che si trovano dentro Hogwarts.
Voi, dunque, chi preferireste avere come insegnante?




Le note sono inserite nel messaggio successivo perchè questo era troppo lungo.

Edited by Ida59 - 17/9/2015, 11:48
 
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view post Posted on 17/9/2015, 10:47
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Le note si riferiscono al messaggio precedente.


[1] Microsoft Encarta 2005.
[2]Harry Potter e l’Ordine della Fenice”, cap. 28, pag. 603 ss.: Lupin, Sirius e James utilizzano gli incantesimi “Expelliarmus”, “Impedimenta” e “Gratta e netta” contro di lui, chiamandolo “Mocciosus” ed insultandolo di fronte all’intera scuola.
[3] “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”, cap. 8, pag. 133: “Il professor Piton è stato così gentile da prepararmi una pozione. …Io non sono mai stato un granché a distillare pozioni, e questa è particolarmente complicata….Questa pozione è l’unico rimedio. Sono molto fortunato a lavorare con un collega come Piton; non sono molti i maghi in grado di prepararla”. Harry Potter e l’Ordine della Fenice, pag. 497 Lupin dice ad Harry: “So che non ti piace Piton, ma è un Occlumante straordinario e tutti noi, compreso Sirius, vogliamo che impari a proteggerti, quindi lavora sodo, d’accordo?”. A pag. 556 dello stesso libro aggiunge: “Piton è un occlumante molto abile” osservò Lupin con voce stranamente aspra. “L’abbiamo sempre saputo”.
[4] Harry Potter e la pietra filosofale, cap. 11, pag. 184: “E io vi dico che prendete un granchio” disse Hagrid accalorandosi. “‘Non so perché la scopa di Harry si è comportata in quella maniera, ma Piton non cercherebbe mai di ammazzare uno studente!”
[5] Harry Potter e la Pietra Filosofale,pag. 182: “Sta combinandone qualcuna delle sue … sta facendo il malocchio alla scopa” disse Hermione.
[6] Harry Potter e la Pietra Filosofale, pag. 147 - LETTERA I, prova 22, imputazione 3: Doveva provarlo, e subito scivolò dal letto e vi si avvolse dentro…..Con indosso il mantello, tutta Hogwarts gli si spalancava davanti. Si sentì invadere dall’eccitazione, mentre se ne stava lì, avvolto nel buoi e nel silenzio. Con quella protezione poteva andare dovunque senza che Gazza lo venisse a sapere…..Nella biblioteca era buio pesto e c’era un’atmosfera da brivido. … Il Reparto proibito era proprio in fondo alla biblioteca. Facendo molta attenzione e scavalcando il cordone che separava quei libri dal resto della biblioteca, Harry tenne alta la lampada per leggere i titoli”.
[7] Harry Potter e la Camera dei Segreti,pag 243 - LETTERA F;prova 22, imputazione 3: “In quei giorni, dato che dalle sei di sera in poi gli studenti non potevano andare da nessun’altra parte, la sala comune dei Grifondoro era sempre molto affollata. E poi avevano molto di che parlare, con il risultato che spesso la sala non si svuotava fino a dopo mezzanotte. Harry andò a prendere il Mantello dell’Invisibilità nel suo baule e trascorse la serata seduto sopra, in attesa che tutti se ne andassero. Fred e George sfidarono Harry e Ron a qualche partita di Spara Schiocco e Ginny si sedette a guardarli, molto abbattuta, sulla sedia occupata di solito da Hermione. Harry e Ron cominciarono a perdere di proposito, cercando di finire rapidamente le partite, ma anche così quando Fred, George e Ginny si decisero ad andare a letto, la mezzanotte era passata da un pezzo. Prima di prendere il mantello, gettarselo addosso e passare nel buco del ritratto, Harry e Ron aspettarono di sentire chiudersi in lontananza le porte dei dormitori. Attraversare il castello evitando gli insegnanti di ronda, fu ancora una volta un’impresa ardua. Ma alla fine raggiunsero la Sala d’Ingresso, tirarono il chiavistello del portone di quercia, lo socchiusero e, cercando di evitare il minimo scricchiolio, sgattaiolarono fuori, sui campi illuminati dalla luna”.
[8] Harry Potter e la Camera dei Segreti, pag 233 - LETTERA D, prova 22, imputazione 3: ‘Ma la McGranitt ha detto che quando non siamo in classe dobbiamo restare nelle nostre torri...’‘Io dico’ fece Harry abbassando ancora di più la voce, ‘che è ora di ritirare fuori il vecchio mantello di mio padre. Harry aveva ereditato una cosa sola da suo padre: un lungo e argenteo Mantello dell’Invisibilità. Per loro era l’unica possibilità di sgattaiolare fuori della scuola e andare da Hagrid senza che nessuno se ne accorgesse. Si coricarono alla solita ora, aspettarono che Neville, Dean e Seamus avessero finito di fare congetture sulla Camera dei Segreti e si fossero addormentati, quindi si alzarono, si rivestirono e si gettarono addosso il mantello”.
[9]Harry Potter e la Pietra Filosofale,pag. 147 - LETTERA H, prova 22, imputazione 3: “Con te sono pronto a battermi in qualsiasi momento, da solo” disse Malfoy. “Se vuoi, anche stanotte. Un duello fra maghi. Soltanto bacchette …. niente contatto fisico… (considerate come integralmente riportato tutto il dialogo fra Malfoy, Harry, Ron ed Hermione sino a quanto riportato sotto,ndr)… Hermione lo ignorò e si rivolse ad Harry. Non ho potuto fare a meno di sentire quel che vi stavate dicendo con Malfoy…”. “E ti pareva?” bofonchiò Ron. “…e non dovete assolutamente andare in giro di notte per la scuola. Pensa ai punti che farete perdere ai grifondoro se vi beccano … e vi beccano di sicuro. E’ davvero egoista da parte vostra”. “E davvero non sono fatti tuoi” rimbecco Harry. “Ciao eh!” la salutò Ron”.
[10] Harry Potter e la Pietra Filosofale, pag. 141 - LETTERA G, prova 22, imputazione 3: “Madama Bumb era china sul ragazzo, come lui con il viso sbiancato dalla paura. “Polso rotto”, la udì bofonchiare Harry. “Coraggio, mio caro … non è niente, alzati”. Poi si rivolse al resto della classe. “Nessuno si muova mentre io lo accompagno in infermeria. Lasciate le scope dove si trovano, o verrete espulsi da Hogwarts prima di avere il tempo di dire “a”. Andiamo, caro”.
[11] Harry Potter e la pietra filosofale, cap. 10, pag. 159 “Be’, è proprio vero” disse Harry tutto gongolante quando furono in cima alla scala di marmo, “Se (Malfoy) non avesse rubato la Ricordella di Neville, ora non sarei nella squadra …”. “E magari pensi che questa sia la ricompensa per aver infranto le regole!” Gli arrivò proprio da dietro una voce irata. Hermione stava risalendo rumorosamente le scale lanciando sguardi di disapprovazione al pacco che Harry teneva in mano. “Mica starai dicendo proprio a noi?” fece Harry
[12] Harry Potter e il Calice di Fuoco, pagg. 439 – 441: "Tutta questa attenzione da parte della stampa sembra averti montato quella testa che peraltro avevi già piena di arie, Potter" disse Piton piano”.
[13] Harry Potter e la Camera dei Segreti, pag. 189 - LETTERA B prova 22, imputazione 3: ‘Davvero lei non pensa che sia stato io, professore?’ ripeté Harry col cuore che gli si riapriva alla speranza, mentre Silente toglieva penne di galletto sparse dappertutto sulla scrivania.‘No, Harry, non lo penso’ disse Silente. Ma sul volto gli era riapparsa quell’espressione cupa. ‘Però voglio chiederti qualcosa. Harry attese nervoso, mentre Silente lo squadrava, accostando le punte delle sue lunghe dita.’Devo chiederti, Harry, se c’è qualcosa di cui desideri parlarmi’disse con voce gentile. ‘Di qualsiasi cosa si tratti’. Harry non sapeva cosa dire. Pensò a Malfoy che aveva gridato: La prossima volta toccherà a voi, mezzosangue! e alla Pozione Polisucco che bolliva pian piano nel bagno di Mirtilla Malcontenta. Poi pensò alle due volte che aveva udito la voce disincarnata e ricordò le parole di Ron: "Udire voci che nessun altro sente non è un buon segno, neanche tra i maghi". Pensò anche a tutte le dicerie che giravano su di lui e alla sua crescente paura di avere in qualche modo a che fare con Salazar Serpeverde...‘No, professore disse. ‘Non ho niente da dire’.
[14]Harry Potter e la Camera dei Segreti, pag 229 - LETTERA C,prova 22, imputazione 3: “Harry continuava a scrutare l’affollato tavolo dei Grifondoro, chiedendosi se per caso il nuovo proprietario del diario di Riddle non si trovasse proprio di fronte a lui. Hermione aveva insistito perché denunciasse il furto, ma a lui l’idea non piaceva. Avrebbe dovuto raccontare tutto a un insegnante; ma quanti sapevano il motivo per cui Hagrid era stato espulso, cinquant’anni prima? Non voleva certo essere lui a riportare a galla quella storia”.
[15] Harry Potter e la Camera dei Segreti, pag. 148 - LETTERA A, prova 22, imputazione 3: “Si avvicinò alla cattedra, tenendo stretto in mano un pezzo di carta. Harry e Ron la seguirono.‘Ehm... professor Allock?’ balbettò Hermione. ‘Volevo... prendere questo libro dalla biblioteca. Solo per una lettura propedeutica. Gli porse il pezzo di carta con la mano che le tremava leggermente.‘Ma il fatto è che il libro si trova nel Reparto Proibito della biblioteca e quindi serve che un insegnante mi firmi l’autorizzazione... Sono sicura che mi aiuterà a capire quel che lei dice nel suo A spasso con gli spiriti a proposito dei veleni ad azione ritardata...’.
[16]Harry Potter e la Camera dei Segreti, pag. 169/170 –LETTERA C prova 5, imputazione 3: Purtroppo la pozione era pronta solo per metà. Mancavano ancora il corno di Bicorno e la pelle di Girilacco, e l’unico posto dove reperirli era la dispensa privata di Piton. Personalmente, Harry avrebbe preferito affrontare il leggendario mostro di Serpeverde piuttosto che essere scoperto da Piton a rubare nel suo ufficio.‘Quel che ci serve’ disse Hermione animatamente mentre si avvicinava la doppia lezione di Pozioni del giovedì pomeriggio, ‘è distrarlo. A quel punto, uno di noi sgattaiola nel suo ufficio e prende gli ingredienti’.Harry scomparve rapidamente dietro al suo calderone, tirò fuori dalla tasca uno dei fuochi d’artificio Filibuster di Fred e lo colpì leggermente con la bacchetta magica. Quello cominciò a sibilare e a crepitare. Ben sapendo di avere soltanto pochi secondi, Harry si raddrizzò in piedi, si fece coraggio, lo lanciò in aria, e quello andò a infilarsi dritto dritto nel calderone di Goyle. Harry vide Hermione tornare furtiva nell’aula: sotto gli abiti si intravedeva un grosso bozzo.   ‘Piton non può dimostrare che sei stato tu’ Ron rassicurò Harry. ‘Che cosa può fare?’
[17] “Harry Potter e la Pietra filosofale”, cap. 12, pag. 189: “Harry si aggirava invece nel Reparto Proibito. Da un pezzo si chiedeva se Flamel non si trovasse in qualche libro di quel Reparto. Purtroppo, per prendere uno qualsiasi dei libri proibiti occorreva un’apposita autorizzazione firmata da uno dei professori…;
[18] Harry Potter e il Principe Mezzosangue, pagina 167: "I suoi occhi neri frugarono le loro facce alzate, indugiando per una frazione di secondo in più su Harry").
[19] Harry Potter e l’Ordine della Fenice, pag. 607/608 – LETTERA B, prova 6, imputazione 3 : “Harry non scoprì mai se James avesse davvero tolto le mutande a Piton, perché una mano gli serrò il braccio come una morsa. Si voltò di scatto per vedere chi lo avesse afferrato e scorse con un brivido di terrore un Piton adulto, pallido di rabbia."Ti stai divertendo?"Si sentì sollevare e la giornata estiva svanì; fluttuava verso l’alto attraverso una tenebra gelida, la mano di Piton sempre stretta attorno al braccio. Poi, con la sensazione di aver fatto una capriola a mezz’aria, atterrò in piedi sul pavimento di pietra del sotterraneo accanto al Pensatoio, nel cupo ufficio dell’attuale insegnante di Pozioni."Allora," ripeté Piton, stringendogli il braccio con tanta forza da fermargli la circolazione. "Allora . ti stavi divertendo, Potter?""N-no" disse Harry, tentando di liberarsi. Era uno spettacolo spaventoso: Piton era pallidissimo, le labbra tremanti ritratte sui denti."Un uomo spiritoso, tuo padre, vero?" ringhiò, scrollandolo così forte da fargli scivolare gli occhiali sul naso."Io. non. "Piton lo scagliò lontano con tanta violenza che Harry ruzzolò sui lastroni di pietra. "Non ripeterai mai a nessuno quello che hai visto!" ululò."No" balbettò Harry, rimettendosi in piedi e tenendosi più lontano possibile da lui. "No, certo che no. ""Fuori! Fuori di qui! Non voglio vederti mai più qui dentro!"Mentre Harry filava verso l’uscita, un vaso di scarafaggi morti esplose sopra la sua testa. Spalancò la porta e fuggì in corridoio, senza fermarsi finché non ebbe messo tre piani fra sé e Piton. Soltanto allora si appoggiò ansante alla parete, massaggiandosi il braccio indolenzito. Non aveva voglia di tornare così presto nella Torre di Grifondoro, né di raccontare a Ron e Hermione quello che aveva appena scoperto. Perché a riempirlo d’orrore e infelicità non era l’essere stato rimproverato o l’avergli scagliato contro un vaso ma il fatto che lui, Harry, sapeva fin troppo bene che cosa si prova a essere umiliati davanti a tutti e perciò che cosa aveva provato Piton, Mentre James si faceva beffe di lui. E a ferirlo era anche il fatto che, a giudicare da quanto aveva appena visto, suo padre era davvero un presuntuoso arrogante, proprio come Piton gli aveva sempre detto;
[20]Harry Potter e il Principe Mezzosangue, pag. 494-5 e 497-8, imputazione 4, prova 92, lettera E: "... ma poi fummo interrotti con autentica insolenza da Severus Piton!""Cosa?""Si, si sentì un rumore fuori dalla porta, che si spalancò, e c’era quel rozzo oste con Piton, che cianciava di aver sbagliato strada, anche se io penso che fosse stato sorpreso ad origliare... Sai, allora cercava lavoro anche lui, e senza dubbio sperava di cogliere qualche dritta! Bè, dopodiché Silente parve molto più incline a offrirmi un lavoro,e io non potei non pensare, Harry, che fosse perchè apprezzava il netto contrasto fra i miei modi modesti e il mio tranquillo talento rispetto all’insistenza di quell’ uomo agitato, pronto ad origliare dalla serratura... Harry, caro?"CUT"Piton, ecco che cosa è successo! E’ stato lui a dire a Voldemort della profezia, è stato lui, lui ha ascoltato fuori dalla porta, me l’ha detto la Cooman!"CUT"Non mi dica che è stato un errore, stava origliando alla porta!"
[21]"Siete qui per imparare la delicata scienza e l’arte esatta delle Pozioni" cominciò.Le sue parole erano poco più di un sussurro, ma ai ragazzi non ne sfuggiva una: come la professoressa McGranitt, Piton aveva il dono di mantenere senza sforzo il silenzio in classe. "Poiché qui non si agita insulsamente la bacchetta, molti di voi stenteranno a credere che si tratti di magia. Non mi aspetto che comprendiate a fondo la bellezza del calderone che bolle a fuoco lento, con i suoi vapori scintillanti, il delicato potere dei liquidi che scorrono nelle vene umane ammaliando la mente, stregando i sensi... Io posso insegnarvi a imbottigliare la fama, la gloria, addirittura la morte... sempre che non siate una manica di teste di legno, come in genere sono tutti gli allievi che mi toccano". Harry Potter e la Pietra Filosofale, pag.131/132 - LETTERA A.
“Per quanto alcuni alunni di questa classe siano senza dubbio deficienti, mi aspetto che strappiate un ‘Accettabile’ al vostro G.U.F.O., o incorrerete nel mio… disappunto". Il suo sguardo questa volta indugiò su Neville, che deglutì. Harry Potter e l’Ordine della Fenice, pag. 227 - LETTERA B.
 Preside, mi permette una parola?’ La voce di Piton proveniva dall’angolo buio dove lui si trovava e i presentimenti di Harry si fecero ancor più cupi. Era sicuro che qualsiasi cosa avesse detto Piton non avrebbe certo giovato alla sua situazione.‘Può darsi semplicemente che a Potter e ai suoi amici sia capitato di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato’ disse Piton con un sorriso che gli incurvava le labbra in una smorfia, come se dubitasse delle sue stesse parole. ‘Ma qui abbiamo una serie di circostanze sospette. Perché si trovavano nel corridoio del terzo piano? E perché non erano alla festa di Halloween?’Harry Potter e la Camera dei Segreti, pag.131 - LETTERA C.
Appena arrivato, durante il banchetto inaugurale, Harry aveva avuto l’impressione di non stare simpatico al Professor Piton. Alla fine della prima lezione, seppe che si era sbagliato. Non è che lo trovasse antipatico …. lo odiava.…….. Come Vitious, anche Piton iniziò la lezione prendendo il registro, e sempre come Vitious, giunto al nome di harry si fermò. “Ah, vedo” disse con voce melliflua, “Harry Potter. La nostra nuova …. celebrità”.….”Potter” disse Piton tutto d’un tratto. “Che cosa ottengo se verso della radice di asfodelo in polvere dentro un infuso di artemisia?” Radice in polvere di che cosa, in un infuso di che cosa? Harry lanciò un’occhiata a Ron, che appariva altrettanto sconcertato;..…”Proviamo ancora. Potter, dove guarderesti se ti dicessi di trovarmi una pietra bezoar?”…Harry non aveva la più pallida idea di che cosa fosse un bezoar. “Non lo so, signore” .…”E … Potter, qual è la differenza tra l’Aconitum napellus e l’Aconitum lycoctonum?”. “Non lo so” disse Harry tranquillamente. “Ma penso che Hermione lo sappia. Perché non prova a chiederlo a lei?”. Alcuni risero; Harry colse lo sguardo di Seamus e Seamus ammiccò. Ma Piton non lo trovò affatto divertente. “Sta seduta!” Ordinò secco ad Hermione. “Per tua norma e regola, Potter, asfodelo e artemisia insieme fanno una pozione soporifera talmente potente da andare sotto il nome di Distillato della Morte Vivente. Un Bezoar è una pietra che si trova nella pancia delle capre e che salva da molti veleni. Per quanto riguarda l’Aconitum napellus e l’Aconitum lycoctonum, sono la stessa pianta, nota anche con il semplice nome di aconito. Be’? Perché non prendete appunti”Ci fu un improvviso rovistare in cerca di penne e pergamene. Sovrastando il rumore, Piton disse: “Ed al dormitorio di Grifondoro verrà tolto un punto per la tua faccia tosta, Potter”. Harry Potter e la Pietra Filosofale, pag. 131 - LETTERA D.
 La vigilia della prima partita di Harry, si trovavano tutti e tre fuori dal cortile gelido, durante la ricreazione, e lei aveva fatto apparire per incanto un fuoco di un azzurro splendente, che si poteva trasportare tenendolo in un barattolo della marmellata. Ci si stavano scaldando tutti e tre la schiena, quando Piton attraversò il cortile. Harry notò immediatamente che zoppicava. I tre ragazzi si strinsero intorno al fuoco per impedirne la vista; erano sicuri che fosse proibito. Purtroppo, l’espressione colpevole che portavano dipinta in faccia attirò l’attenzione di Piton. Il professore venne avanti. Non aveva notato il fuoco, ma sembrava che stesse cercando un pretesto per rimproverarli. “Che cosa nascondi là dietro, Potter?” Era il volume Il Quidditch attraverso i secoli. Harry glielo mostrò. “E’ proibito portare fuori dagli edifici scolastici i libri della biblioteca” disse Piton. “Dammelo. Cinque punti in meno per i Grifondoro.”. Questa regola se l’è inventata” borbottò Harry risentito mentre Piton si allontanava zoppicando. “Mi chiedo cosa si è fatto alla gamba”. “Non lo so, ma spero che gli faccia molto male” commentò Ron amareggiato. Harry Potter e la Pietra Filosofale, pag. 174 - LETTERA E.
"Cinquanta punti in meno per Grifondoro grazie al tuo ritardo, direi" cominciò Piton. "E, fammi pensare, altri venti per il tuo abbigliamento Babbano. Sai, non credo che nessuna Casa abbia mai avuto un punteggio tanto negativo in così poco tempo: non siamo arrivati ancora al dolce. Forse hai stabilito un record, Potter". Harry Potter e il Principe Mezzosangue, pag. 152 – LETTERA F.
Harry rimase ancora in silenzio, anche se sentiva il petto scoppiargli. Sapeva che Piton era venuto a prenderlo per questo, per i pochi minuti in cui avrebbe potuto torturarlo e tormentarlo senza che nessun altro lo sentisse. Harry Potter e il Principe Mezzosangue, pag. 153 –LETTERA G.
 "Signore" disse Hermione, con la mano ancora a mezz’aria, "Il Lupo Mannaro è diverso da un vero lupo per molti dettagli. Il muso del Lupo Mannaro... ""E’ la seconda volta che parli non richiesta, signorina Granger" disse tranquillamente Piton. "Altri cinque punti in meno ai Grifondoro, per essere una insopportabile sotutto". Da Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, pag. 146 -LETTERA H.
[22] Harry Potter e la pietra filosofale, pag. 134:“Aveva appena cominciato a dire agli altri di osservare il modo perfetto in cui Malfoy aveva stufato le sue lumache cornute, quando il sotterraneo fu invaso da una nube di fumo verde e acido e da un sibilo potente. Non si sa come, Neville era riuscito a fondere il calderone di Seamus trasformandolo in un ammasso di metallo contorto, e la loro pozione, colando sul pavimento di pietra, bruciava le scarpe degli astanti facendoci dei buchi. In pochi secondi, tutti i ragazzi erano saltati sugli sgabelli, salvo Neville, che si era bagnato con la pozione quando il calderone si era bucato e adesso piangeva di dolore, mentre sulle braccia e sulle gambe gli spuntavano bolle infiammate."Ma che razza di idiota!" sbottò Piton mentre con un sol tocco della sua bacchetta magica ripuliva il pavimento dalla pozione versata. "Suppongo che tu abbia aggiunto gli aculei di porcospino prima di togliere il calderone dal fuoco. Non è così?" Neville frignava perché le bolle avevano cominciato a spuntargli anche sul naso."Portalo in infermeria!" intimò Piton a Seamus in tono sprezzante
[23]LETTERA A Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, pag. 107/109: “…Qualche paiolo più in là, Neville era nei guai. Le lezioni di Pozioni gettavano sempre Neville nel panico; era la materia in cui andava peggio, e il terrore che gli incuteva il professor Piton non faceva che peggiorare le cose. La sua pozione, che sarebbe dovuta essere di uno splendente verde acido, era diventata..."Arancione, Paciock" disse Piton, pescandone un po’ con il mestolo e facendola colare di nuovo nel calderone, in modo che tutti vedessero (CUT)Neville era rosso e tremava tutto. Sembrava sul punto di piangere."La prego, professore" disse Hermione, "per favore, mi permetta di aiutare Neville a sistemare le cose..."."Non ricordo di averti chiesto di esibirti, signorina Granger" disse Piton gelido, e Hermione diventò rossa come Neville. "Paciock, alla fine della lezione daremo un po’ della pozione al tuo rospo e staremo a vedere che cosa succede. Forse così imparerai a fare le cose per bene". Piton si allontanò, lasciando Neville senza fiato per la paura."Aiutami!" gemette il ragazzo, rivolto a Hermione. (CUT)"Tutti qui" ordinò Piton, con gli occhi neri che scintillavano, "e guardate che cosa succede al rospo di Paciock. Se è riuscito a preparare una Pozione Restringente, diventerà un girino. Se ha sbagliato, e non ho alcun dubbio in proposito, è probabile che il suo rospo finisca avvelenato"
[24] Harry Potter e la pietra filosofale,cap. 5, pag. 81: “Ecco che cosa farò: ti regalerò un animale. Non un rospo, i rospi sono passati di moda anni fa, ti riderebbero dietro... e i gatti non mi piacciono, mi fanno starnutire. Ti prenderò un gufo. Tutti i ragazzini vogliono i gufi, sono assai utili, portano la posta e tutto il resto”
[25] Harry Potter e la pietra filosofale, cap.6, pag. 102: Qualcuno bussò alla porta del loro scompartimento: era il ragazzo dal faccione rotondo che Harry aveva superato al binario nove e tre quarti. Sembrava in lacrime.‘Scusate’ disse, ‘avete mica visto un rospo?’Quando loro scossero la testa disse in tono lamentoso: ‘L’ho perso! Continua a scappare!’‘Vedrai, tornerà’ disse Harry.‘Sì’ convenne tristemente il ragazzo. ‘Se lo vedete...’ E se ne andò.‘Non capisco perché si preoccupa tanto’ commentò Ron. ‘Se mi fossi portato un rospo avrei provveduto a perderlo prima possibile”; pag. 109: “‘Oscar!’ gridò Neville al settimo cielo tendendo le mani.”
[26]Piton prese il rospo e lo sistemò nella mano sinistra, immerse un cucchiaino nella pozione di Neville, che ora era verde, e ne fece colare alcune gocce nella gola di Oscar. Ci fu un attimo di silenzio, e Oscar deglutì. Poi si udì un piccolo pop, e Oscar il girino si contorse nella mano di Piton. I Grifondoro applaudirono. Piton, irritato, prese una bottiglietta dalla tasca del mantello e versò qualche goccia sul rospo, che ritornò della sua taglia adulta”
[27] Enciclopedia Microsoft Encarta 2005
[28] G. PONTI, Compendio di Criminologia, ed. 1990, pag. 204
[29]Cfr., ad es., Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, cap. 9,  pag. 140:"Harry sentì la porta della sala aprirsi di nuovo cigolando, e altri passi avvicinarsi. ‘Preside?’ Era Piton. Harry rimase immobile, con le orecchie tese. ‘Tutto il terzo piano è stato perquisito. Non è lì. E Gazza ha ispezionato le segrete: anche là sotto niente.‘E la torre di Astronomia? La stanza della professoressa Cooman? La Guferia?’ ‘Tutto controllato...’ ‘Molto bene, Severus. Non che mi aspettassi di trovarlo’"
[30] , LETTERA C: Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, pagg. 113/116: "Bene, Neville" disse il professor Lupin. "Innanzitutto: qual è la cosa che ti fa `più paura al mondo?"Le labbra di Neville si mossero, ma non ne uscì nulla."Scusa, Neville, non ho capito" disse il professor Lupin incoraggiante. Neville si guardò intorno terrorizzato, come per chiedere aiuto, poi mormorò, poco più che in un sussurro:"Il professor Piton". Quasi tutti risero. Anche Neville sorrise a mo’ di scusa. Il professor Lupin, invece, parve impensierito."Il professor Piton... mmm... Neville, tu vivi con la nonna, vero?""Quando il Molliccio uscirà dall’armadio, Neville, e ti vedrà, assumerà l’aspetto del professor Piton" disse Lupin. "E tu alzerai la bacchetta, così, griderai Riddikulus e ti concentrerai al massimo sugli abiti di tua nonna. Se tutto va bene, ci ritroveremo davanti il professor Molliccio Piton con tanto di cappello, avvoltoio, vestito verde e borsa grande rossa". Tutti scoppiarono a ridere. L’armadio si agitò ancora più violentemente.Si ritrassero tutti lungo le pareti, lasciando Neville solo di fronte all’armadio. Era pallido e spaventato, ma si era rimboccato le maniche del mantello e teneva pronta la bacchetta magica. "Al tre, Neville" disse il professor Lupin, puntando la bacchetta verso la maniglia dell’armadio. "Uno... due... tre... Ora!"Un getto di scintille sprizzò dalla punta della bacchetta di Lupin e colpì la maniglia. L’armadio si spalancò. Ne uscì il professor Piton, arcigno e minaccioso, gli occhi che lampeggiavano, puntati su Neville. Neville arretrò, la bacchetta levata, cercando invano di parlare. Piton si stava curvando su di lui, s’insinuava nei suoi abiti."R... r... riddikulus!" strillò Neville. Si udì come uno schiocco di frusta. Piton barcollò; ora indossava un lungo abito orlato di pizzo, in testa aveva un alto cappello con sopra un avvoltoio mangiato dalle tarme, e agitava una grossa borsa scarlatta. I ragazzi scoppiarono a ridere”[31] Harry Potter e l’Ordine della Fenice, cap. 28, pag. 603 ss.: “Tutto bene, Mocciosus?” disse James ad alta voce. Piton reagì così veloce come se si aspettasse un attacco: lasciò cadere la sua borsa, infilò la mano nella sua veste e la sua bacchetta era a mezz’aria quando James urlò, “Expelliarmus!”La bacchetta di Piton volò a dodici piedi in aria con un piccolo tonfo sull’erba dietro di lui. Sirius scoppiò a ridere. “Impedimenta!” disse, puntando la sua bacchetta su Piton, che fu scaraventato a terra accanto alla sua stessa bacchetta. Tutt’intorno gli studenti si erano girati per assistere. Alcuni si erano alzati in piedi e si erano avvicinati. Alcuni guardavano in apprensione, altri divertiti. Piton giaceva ansimante per terra. James e Sirius avanzavano verso di lui, con le bacchette alzate, mentre James avanzava lanciava occhiate dietro la sua spalla alle ragazze sul bordo del lago. Codaliscia ora era in piedi, che guardava bramoso, muovendosi lentamente intorno a Lupin per vedere meglio.“Com’ è andato l’esame, Mocciosus?” disse James. “Lo stavo guardando, il suo naso toccava la pergamena,” disse Sirius malignamente. “Ci saranno dei grossi segni di unto sopra, non saranno capaci di leggere una sola parola.”Molte persone che guardavano scoppiarono a ridere; Piton era chiaramente impopolare. Codaliscia rise sotto i baffi con insistenza; si stava contorcendo, come se fosse stato legato con delle funi invisibili“Tu – aspetta,” ansimò, fissando James con un’espressione di puro disgusto, “tu – aspetta!”“Aspetta cosa?” disse Sirius freddamente. “Cosa stai per fare, Mocciosus, strofinare su di noi il tuo naso?”Piton rovesciò un fiume di imprecazioni e formule mischiate ma con la sua bacchetta lontana dieci piedi non accadde nulla.“Pulisciti la bocca,” disse James con freddezza. “Gratta e netta!”Immediatamente dalla bocca di Piton uscirono bolle di sapone rosa; la schiuma copriva le sue labbra, facendogli da bavaglio, soffocandolo.”
[32]Si udì come uno schiocco di frusta. Piton barcollò; ora indossava un lungo abito orlato di pizzo, in testa aveva un alto cappello con sopra un avvoltoio mangiato dalle tarme, e agitava una grossa borsa scarlatta. I ragazzi scoppiarono a ridere”.
[33]Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, cap. 8, pag. 120:  “Piton in quel periodo era particolarmente vendicativo, e nessuno aveva dubbi sul perché. La storia del Molliccio che aveva assunto le sue sembianze, e di come Neville gli aveva fatto indossare gli abiti di sua nonna, si era propagata per tutta la scuola alla velocità del fulmine. Piton non la trovò affatto divertente. I suoi occhi lampeggiavano minacciosi solo a sentir nominare il professor Lupin, e strapazzava Neville più che mai”
[34]Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, cap. 8, pag. 133: “La porta si aprì ed entrò Piton. Aveva in mano un calice da cui saliva un fumo leggero, e si fermò alla vista di Harry, con gli occhi neri che si stringevano in due fessure.‘Ah, Severus’ lo salutò Lupin sorridendo. ‘Grazie mille. Puoi metterlo sulla scrivania?’ Piton posò il calice fumante e fece scorrere lo sguardo da Harry a Lupin.‘Stavo mostrando a Harry il mio Avvincino’ spiegò Lupin in tono amichevole, indicando l’acquario. ‘Affascinante’ disse Piton senza guardare. ‘Dovresti berla subito, Lupin’. ‘Sì, sì’ disse Lupin. ‘Ne ho fatto un paiolo’ riprese Piton. ‘Se ne vuoi ancora’. ‘Probabilmente ne prenderò dell’altra domani. Grazie mille, Severus’. ‘Di niente’ disse Piton” , ma nei suoi occhi balenò un’espressione che non piacque a Harry. Uscì dalla stanza senza sorridere, guardingo. Harry osservò il calice, incuriosito. Lupin sorrise.‘Il professor Piton è stato così gentile da prepararmi una pozione’ disse. ‘Io non sono mai stato un granché a distillare pozioni, e questa è particolarmente complicata’. Prese il calice e lo annusò. ‘Peccato che lo zucchero ne annulli i poteri’ aggiunse, bevendone un sorso con un brivido di disgusto.‘Perché...?’ Harry esordì. Lupin lo guardò e rispose alla domanda lasciata a metà.‘Mi sento un po’ giù di tono’ disse. ‘Questa pozione è l’unico rimedio. Sono molto fortunato a lavorare con un collega come Piton; non sono molti i maghi in grado di prepararla).
[35] A tal proposito, vorrei sottoporre alla vostra attenzione questo brano che giudico indicativo di quanto sostengo (tratto da Harry Potter e il Calice di fuoco, cap. 15, pagg. 202-203:"Tutti i ragazzi del quarto anno avevano constatato un notevole aumento nella quantità di lavoro richiesta quel trimestre. La professoressa McGranitt spiegò il perché quando la classe reagì con un lamento particolarmente sonoro alla montagna di compiti di Trasfigurazione che aveva assegnato.«State per affrontare una fase fondamentale della vostra istruzione magica!» disse, con gli occhi che scintillavano pericolosamente dietro gli occhiali quadrati. «I vostri G.U.F.O. si avvicinano...»«Non abbiamo nessun G.U.F.O. fino al quinto anno!» esclamò Dean Thomas indignato.«Forse no, Thomas, ma credimi, avrete bisogno di tutta la preparazione che riuscite a mettere insieme! La signorina Granger resta l’unica della classe che sia riuscita a trasformare un porcospino in un puntaspilli soddisfacente. Devo ricordarti che il tuo puntaspilli, Thomas, si appallottola ancora quando qualcuno gli si avvicina con uno spillo!»Hermione, che era arrossita di nuovo, parve sforzarsi di non sembrare troppo compiaciuta. Harry e Ron si divertirono da pazzi quando alla lezione di Divinazionela professoressa Cooman annunciò a tutti e due che si erano meritati il massimo dei voti. L’insegnante lesse ampi passi delle loro predizioni, lodandoli per come accettavano senza batter ciglio gli orrori che li attendevano; ma si divertirono molto meno quando chiese di fare lo stesso per il mese successivo. Entrambi erano ormai a corto di catastrofi. Nel frattempoil professor Rüf, lo spettro che insegnava Storia della Magia, aveva assegnato un tema alla settimana sulle Rivolte dei Goblin del Diciottesimo secolo, mentre Piton li stava costringendo a scoprire antidoti. Era una cosa che tutti prendevano molto sul serio, perché Piton aveva accennato all’ipotesi di avvelenare uno di loro prima di Natale per vedere se i loro antidoti erano efficaci. Invece,il professor Vitious aveva chiesto di leggere tre libri in più per prepararsi alla lezione sugli Incantesimi di Appello. AncheHagrid aggiungeva carico a carico. Gli Schiopodi Sparacoda crescevano a ritmo notevole, considerato che nessuno aveva ancora scoperto che cosa mangiavano. Hagrid era estasiato e, come parte della loro ‘ricerca’, suggerì che gli studenti andassero da lui a sere alterne per osservare gli Schiopodi e prendere appunti sul loro straordinario comportamento."
[36] Malfoy sollevò rapido la bacchetta magica e gridò: "Serpensortia!"La punta della sua bacchetta esplose. Harry la fissava sbalordito mentre un lungo serpente nero ne veniva letteralmente sparato fuori, cadeva pesantemente a terra e si rizzava, pronto a colpire. La folla arretrò rapidamente gridando."Non ti muovere, Potter" disse Piton con tono indolente, palesemente divertito alla vista di Harry che, immobile, fissava negli occhi il serpente arrabbiato. "Ci penso io a mandarlo via..."Piton si fece avanti, agitò la bacchetta e il serpente si dissolse in una nuvoletta di fumo nero. Anche lui guardava Harry con un’espressione inaspettata: era uno sguardo scaltro e calcolatore, che a Harry non piacque affatto.(Harry Potter e la Camera dei Segreti, pag.175/176LETTERA A)
 Sentì una fitta al ginocchio. L’ufficio di Piton era di nuovo visibile e si rese conto di essere caduto a terra; aveva sbattuto dolorosamente contro una gamba della scrivania. Guardò Piton che, che aveva abbassato la bacchetta e si massaggiava il polso, dove si era aperta una brutta piaga, simile ad un’ustione.“Volevi scagliare una Fattura Pungente?” chiese Piton, gelido.“No” rispose Harry in tono amaro, alzandosi.“ Lo immaginavo” commentò Piton, sprezzante “Mi hai permesso di andare troppo a fondo. Hai perso il controllo”“Ha visto tutto quello che vedevo io?” chiese Harry, anche se non era sicuro di voler sentire la risposta.“Delle immagini” rispose Piton, stringendo le labbra “Di chi era il cane?”“Di mia zia Marge!!” mormorò Harry, odiandolo.“Bene per essere un primo tentativo, non è poi troppo scarso” disse Piton, alzando di nuovo la bacchetta.“Alla fine sei riuscito a fermarmi, anche se hai sprecato tempo ed energia per urlare. Devi rimanere concentrato e non avrai bisogno di ricorrere alla bacchetta”……eppure vedeva ancora Piton in piedi davanti a lui, gli occhi fissi sul suo viso, che mormorava a mezza voce…e in qualche modol’immagine di Piton si faceva più chiara, e quella dei dissennatori sfumava…Harry alzò la bacchetta.“Protego!”
Piton barcollò, la sua bacchetta volò verso l’alto, lontano e all’improvviso la mente di Harry si riempì di ricordi non suoi: un uomo dal naso adunco che urlava contro una donna che cercava di difendersi, mentre un bambino piccolo coi capelli neri piangeva in un angolo…un adolescente dai capelli unti sedeva solo in una camera buia, puntando la bacchetta al soffitto per ammazzare le mosche…una ragazza rideva mentre un ragazzo ossuto tentava di cavalcare una scopa imbizzarrita…“BASTA COSI!” Harry sentì una forte spinta sul petto; indietreggiò di vari passi, urtò contro gli scaffali che rivestivano le pareti e sentì qualcosa infrangersi. Piton tremava leggermente ed era molto pallido. La veste di Harry era bagnata sulla schiena. Uno dei contenitori alle sue spalle si era rotto; la cosa viscida che c’era dentro, si agitava in quel che restava della pozione. “Reparo!” disse Piton e il recipiente si sigillò all’istante “bene Potter…questo è stato un vero miglioramento…” Con il respiro un po’ affannoso, Piton sistemò meglio il Pensatoio in cui aveva riposto alcuni pensieri prima della lezione, come per assicurarsi che ci fossero ancora. “Non ricordo di averti insegnato un Sortilegio Scudo… ma senza dubbio è stato efficace…”Harry non disse nulla; sentiva che parlare poteva essere pericoloso. Era sicuro di essersi intromesso nei ricordi di Piton, di aver appena visto immagini della sua infanzia. Era fastidioso pensare che il bambino che poco prima aveva visto piangere mentre i suoi genitori urlavano ora si trovava di fronte a lui con tanto disprezzo nello sguardo.“Riproviamo?” disse Piton…Harry Potter e l’Ordine della Fenice, pag. 504/505 e 554/556- LETTERA B
Allock chiese il silenzio con un gesto, poi gridò: ‘Avvicinatevi!Avvicinatevi! Mi vedete tutti? Mi sentite tutti? Molto bene! Il professor Silente mi ha dato il permesso di fondare questo piccolo Club dei Duellanti perché possiate allenarvi, nel caso doveste avere bisogno di difendervi, come è capitato a me innumerevoli volte. Per ulteriori particolari, si vedano i lavori da me pubblicati.‘Permettete che vi presenti il mio assistente, il professor Piton’ continuò Allock con un largo sorriso stampato in faccia. ‘Mi dice di intendersi un po’ dell’arte del duello e molto sportivamente ha accettato di collaborare per una breve dimostrazione, prima di iniziare. Niente paura, ragazzi... quando avrò finito avrete ancora il vostro insegnante di Pozioni tutto intero, non temete!’‘Non sarebbe male che si facessero fuori a vicenda’borbottò Ron all’orecchio di Harry. Harry Potter e la Camera dei Segreti, pag.171- LETTERA C
Su, sbrigatevi, vi devo accompagnare alla lezione di Erbologia’ sbraitò Piton per superare il frastuono della classe. Harry e Dean uscirono per ultimi, sempre tenendo Ron che si divincolava. Lo lasciarono soltanto dopo che Piton li ebbe accompagnati fuori del castello e la classe si fu avviata verso l’orto.Harry Potter e la Camera dei Segreti, pag. 241- LETTERA D
 "Tu sai perchè siamo qui, vero, Potter?" chiese Piton con voce basa e minacciosa. "Tu sai perchè sto sprecando le mie serate in questo lavoro tedioso?" "Sì" rispose rigido Harry."Ricordamelo, Potter". "Perchè io impari l’Occlumanzia" disse Harry, osservando un’anguilla morta."Giusto, Potter. E per quanto tu possa essere tardo..."<...>Harry Potter e l’Ordine della Fenice, pag .554–LETTERA E
…Piton si bloccò, le dita già sulla maniglia della porta.“Felpato?” esclamò la professoressa Umbridge, lo sguardo avido che scorreva da Harry a Piton. “Che cos’è Felpato? Dov’è nascosta che cosa? Che cosa significa, Piton?”Piton si voltò. La sua espressione era imperscrutabile. Harry non sapeva se avesse capito oppure no, ma non osò parlare più chiaro davanti alla Umbridge.“Non ne ho la minima idea” risposa gelido Piton. “Potter, se mai mi venisse voglia di sentirmi urlare delle assurdità, ti somministrerò una Pozione tartagliante. Tiger, per favore, allenta quella presa. Se Paciock soffoca, ci toccherà riempire una montagna di noiose scartoffie e temo che dovrei farne cenno nelle tue referenze, se mai tu cercassi lavoro”.Uscì, chiudendosi la porta alle spalle e lasciando Harry in preda a un’angoscia ancora più acuta: Piton era stato la sua ultima speranza…Harry Potter e l’Ordine della Fenice, pag. 693/694- LETTERA F
[37] Harry Potter e la Camera dei segreti, cap. 16, pag. 259. ‘Grazie, Harry’ disse Allock affabilmente mentre aspettavano che passasse una lunga fila di Tassorosso. ‘Voglio dire, noi insegnanti abbiamo già abbastanza da fare senza dover accompagnare gli studenti in classe e montare la guardia tutta la notte’. ‘Giusto’ commentò Ron che stavolta aveva capito. ‘Perché non ci lascia qui, signore? Ci è rimasto un solo corridoio da percorrere.‘Lo sai, Weasley? Credo proprio che farò così’ disse Allock. ‘Devo andare a preparare la mia prossima lezione’. E si allontanò in tutta fretta).
 
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