Il Calderone di Severus

Il Severus di Ida, Ovvero, il Severus delle Maschere!

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Ida59
view post Posted on 20/4/2013, 13:05 by: Ida59
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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(Continua: estratti per "Severus Occlumante")

CITAZIONE

Trasparenza e purezza del cristallo (novembre 2007 - aprile 2009)


(Con Hermione)
- Come ho cercato di spiegare a Potter, con un prevedibile insuccesso, ci sono due livelli di Occlumanzia. Al livello più basso, quello che chiunque, con un po’ di pratica, può esercitare, - spiegò, stringendo le labbra in un atteggiamento di lieve disprezzo, - è facile bloccare l’accesso ai propri pensieri, ma il Legilimante si accorge chiaramente d’essere stato respinto. E’ quello che hai fatto tu con me, poco fa. – esemplificò, piegando leggermente il capo di lato. - Poi c’è il livello più elevato, quello che fa dell’Occlumanzia una vera e propria Arte, che solo pochi sanno padroneggiare, e che mi permette di ingannare anche l’Oscuro Signore. – Gli occhi neri brillarono intensamente d’orgoglio, mentre proseguiva la dettagliata spiegazione. – Lo lascio accedere alla mia mente, ma solo per mostrargli ben ordinati ricordi e disciplinate emozioni che sostengono la mia menzogna. Non incontrando ostacoli all’accesso, è sicuro di leggere liberamente tra i miei pensieri e, non trovando né ricordi né emozioni che contraddicono le mie parole, è sicuro che io gli dica la verità perché ne ha diretta conferma dalle false immagini mentali che evoco appositamente per lui.
Hermione lo stava osservando impressionata, valutando quanta inflessibile disciplina doveva essersi imposto per ottenere quegli incredibili risultati, quanto doveva aver domato e imbrigliato le proprie umane emozioni sotto il duro giogo del perfetto autocontrollo.
Ecco il vero motivo della gelida impassibilità del Professor Piton.
La ragazza aveva visto molto bene il dolore nei suoi occhi, poco prima: non era vero, quindi, che il mago non sapesse provare emozioni. Le sentiva, con la stessa dolorosa intensità di chiunque altro, però le sapeva dominare alla perfezione, al punto di riuscire a escluderle dalla propria mente quando era al cospetto di Voldemort.
Doveva farlo, se voleva sopravvivere: non aveva alcuna scelta!
Il Professore sorrise, intuendo i suoi pensieri, questa volta senza neppure aver bisogno di violare la sua mente, e annuì:
- Del resto, è proprio solo grazie alla perfetta capacità di dominare le mie emozioni se sono ancora vivo e riesco a fornire utili informazioni all’Ordine. – le confermò, facendola arrossire.
- Io vorrei… mi piacerebbe molto imparare, Professore.
Piton la guardò, la tristezza negli occhi neri, e rispose solo con un sofferto sussurro:
- Vorrei tanto che non dovesse mai servirti, Signorina Granger. Sarebbe molto meglio per te, te lo assicuro. – mormorò piano, con tono amaro, quasi più rivolto a se stesso, scotendo lievemente il capo e sospirando. - Non puoi neppure lontanamente immaginare cosa significhi essere costretti a rinunciare alla propria fragile umanità e indossare per sempre una maschera di insensibile e disgustata indifferenza.
[…]
(Con Lupin)
E’ così che, - lo guardò fisso negli occhi, ora solo gelidi tunnel di buio infinito, - sai mentire a Voldemort?
Piton annuì con un secco cenno del capo.
Lupin rimase a osservarlo, ansante.
- Come diavolo fai? – mormorò infine, sconcertato.
- Lunghi anni di odioso allenamento, Lupin, passati a rinnegare la mia umanità, seppellendola sotto una sgradevole maschera di gelida indifferenza, grazie anche all’ossessiva sorveglianza di Albus, - spiegò Piton con distaccata freddezza, - solo per imparare a ingannare il Signore dell’Oscurità, che ancora crede, stoltamente, d’essere sempre il mio indiscusso padrone.
[…]
(Con Silente, la notte dopo il ritorno di Voldemort)
- All’inizio ho dovuto permettergli di vedere realmente i miei ricordi, - sospirò, - quelli d’un bambino trascurato, odiato dal padre Babbano. – Trasse un faticoso respiro, il corpo ancora scosso da un lungo tremito. – Quelli d’un ragazzo ambizioso, disposto a tutto per possedere il Sapere.
Severus chiuse gli occhi:
- E lui ha calpestato tutto, frugando furiosamente in ogni angolo in cui gli ho lasciato accesso, là dove non c’era pericolo che scoprisse qualcosa che avrebbe potuto tradirmi. – Uno spasmo lo bloccò per un istante, ma riaprì gli occhi e continuò. – Ha irrispettosamente violato ogni mio ricordo, doloroso o felice che fosse, spremendolo e poi gettandolo via, avido solo d’avere le sue risposte, mentre la mia ira cresceva e la voglia di vendicarmi mi dava nuove forze per resistergli.
Severus boccheggiò, gli occhi neri sempre più scintillanti:
- Gli ho fatto credere solo ciò che io volevo, ho evocato per lui le immagini che mille volte avevamo provato insieme, ho sepolto le mie vere emozioni sotto anni di duro allenamento e gli ho mostrato la maschera del mio viso, la finzione del mio essere, il servo che lui crede io sia!
Il mago si rizzò a sedere, i pugni stretti e gli occhi neri splendenti d’orgoglio:
- L’ho ingannato Albus, l’ho fatto e saprò rifarlo, ogni volta che servirà: perché sono più forte di lui, perché voglio la mia vendetta, perché…
[…]
(Con Minerva)
Quel giorno aveva scoperto molte cose su Severus Piton, soprattutto la sua incredibile capacità di indossare perennemente una maschera d’impassibilità per celare la sua intensa umanità.
Ma quella maschera si era incrinata davanti a lei, pochi minuti prima, e le lacrime di Severus, piccoli, brillanti stendardi della sua colpevolezza, le avevano rivelato tutta l’umana sofferenza che il mago imprigionava dietro lo scintillante cristallo nero dei suoi occhi.
Sembrava che Severus si fidasse solo di Crystal, che solo a lei permettesse di superare ogni sua barriera protettiva e di condividere la sua sofferenza.
Ma il coraggio di quel mago, che per mesi aveva considerato solo uno sporco vigliacco, l’aveva toccata nel profondo, così come lo straziante dolore che ora le era così facile leggere nei lineamenti tesi del suo pallido viso.
[…]
(Davanti a Voldemort)
I suoi tremendi rimorsi, il dolore per tutto ciò che aveva perduto e l’odio per Voldemort gli avevano insegnato a disciplinare la mente e a piegarla al proprio volere, come un libro dalle pagine bianche sul quale poteva scrivere e riscrivere a piacimento, cancellando le proprie umane emozioni e sostituendole con odiose falsità.
Anche se, ogni volta che rinnegava una parte della sua umanità, gli sembrava di poterla perdere per sempre, e sentiva la maschera della sua folle recita inchiodarsi dolorosamente sempre più a fondo sul suo volto.
[…]
(da solo, lontano da Crystal)
Si chiese se un giorno anche lui avrebbe veramente potuto levarsi ogni maschera e mostrare orgogliosamente se stesso, a viso scoperto, o se avrebbe dovuto terminare la sua esistenza nell’ombra, così come sempre nella sua vita aveva vissuto, condannato dagli altri, prima, e poi da se stesso.
[…]
(Remus, durante il processo a Piton)
Poi fu la volta di Remus Lupin che, con un sereno sorriso sul volto ancora stanco e provato dagli ultimi avvenimenti, raccontò di come l’imputato avesse sempre egregiamente svolto il compito di spia a favore di Silente, rischiando la vita fin dalla tremenda notte in cui Voldemort era ritornato, e poi continuando a farlo anche dopo aver ucciso il Preside.
Il mago confermò, con affermazioni sicure, simili a quelle usate da Minerva e basate sulla sua personale esperienza, che Severus Piton era perfettamente in grado di mentire, indubbiamente anche a Voldemort: sapeva creare nella propria mente immagini totalmente credibili di avvenimenti che lui, Remus, sapeva con assoluta certezza che non erano mai avvenuti. Spiegò che solo con lunghi anni di allenamento, fatto con l’aiuto di Silente, l’imputato era riuscito a raggiungere quello strabiliante risultato, ma al caro prezzo di dover quasi rinnegare la propria umanità per seppellirla sotto la sgradevole maschera di gelida impassibilità che gli permetteva di mantenere il pieno controllo dei propri pensieri ed emozioni, e tutto al solo fine di riuscire ad ingannare Voldemort per continuare a svolgere in modo esemplare il suo ruolo di spia.
[…]
(Il pubblico, durante il processo a Piton)
Nell’aula regnava un confuso mormorio e la meraviglia, ormai, era dipinta su ogni volto dopo che, il giorno prima e quella stessa mattina, erano emerse così tante incredibili rivelazioni da ribaltare del tutto ciò che i giornali avevano scritto per giorni e giorni su Severus Piton.
Anche chi lo conosceva, anzi, chi credeva di conoscerlo ancor più degli altri, era sbalordito da tutte quelle scoperte e si rendeva conto di quanto il mago avesse sempre inscenato una complessa finzione indossando una maschera che aveva perfettamente celato a tutti la sua vera essenza.
[…]
(Crystal, durante il processo a Piton)
- Conobbi Severus quasi tre anni fa e, per quanto ci provassi, mi fu impossibile superare le sue barriere: quale Occlumante di rara maestria era l’unico in grado di contrastare i miei poteri e mi impedì con successo di affacciarmi sulla sua anima. Solo alcune rare volte riuscii a coglierlo di sorpresa e insinuarmi così nella sua anima, seppure per fugaci istanti, che mi bastarono però per comprendere che, dietro la sgradevole maschera di gelida impassibilità che Severus rigorosamente indossava, c’era invece un mago ben diverso, tormentato da atroci rimorsi per un passato immerso nelle tenebre e coraggioso fino al punto di rischiare ogni giorno la sua vita per chi invece lo disprezzava.

CITAZIONE

Le stesse lacrime (20-28 settembre 2011)


Si erano mai chiesti, invece, quanto gli costavano quelle menzogne, cosa provava mentre la serpe dagli occhi di sangue irrompeva nella sua mente cercando di violare anche quei pochi ricordi felici che gli erano rimasti, tentando di calpestare ogni sua emozione e sentimento gelosamente protetto dietro lo schermo impenetrabile dei suoi occhi neri?
No, nessuno sapeva, nessuno immaginava la sua sofferenza quando era obbligato a mentire perfino a se stesso, a modificare le sue umane emozioni, a inventare pensieri e reazioni crudeli e spietati, a disegnare nei ricordi immagini efferate di fatti mai accaduti. Così come nessuno poteva capire che per riuscire a mentire davanti all’Oscuro Signore aveva dovuto esercitarsi tutti i giorni per lunghi anni. Aveva dovuto reprimere l’umanità delle proprie emozioni, sopprimere e dimenticare i sentimenti per trasformarsi in un essere gelido ed insensibile, controllato all’eccesso, capace di inventare perfette, complesse, false immagini al semplice battere delle palpebre: quell’infima frazione di secondo che l’Oscuro Signore gli concedeva prima di invadergli la mente, magari con il consistente aiuto di una feroce Cruciatus lanciata con perfido godimento.
 
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15 replies since 13/12/2006, 18:43   845 views
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