Il Calderone di Severus

Il Severus di Ida, Ovvero, il Severus delle Maschere!

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Ida59
view post Posted on 14/4/2013, 20:18 by: Ida59
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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Severus Occlumante



Severus è l’uomo che impone a Silente di non rivelare mai, a nessuno, la parte migliore di se stesso; è l’uomo che per tutta la vita recita una parte che lo separa da se stesso, dalla sua vera identità ed intima essenza; è la spia che per anni si prepara ad affrontare Voldemort e diventa maestro insuperabile nell’arte dell’Occlumanzia per riuscire a mentire al miglior Legilimante del mondo magico.
Mentire all’Oscuro Signore significa però saper controllare in modo perfetto pensieri e ricordi e dominare le proprie emozioni; significa anche imparare a negarle, a diventare l’uomo gelido e imperturbabile, dallo sguardo nero e vuoto, che Severus dimostra di saper essere alla perfezione; significa saper controllare i propri ricordi celandoli nel profondo dell’anima, modificarli per sostenere la verità della bugia, deturparli e infangarli per ingannare perfino se stesso.
Questa è l’Occlumanzia che Severus deve applicare per riuscire a mentire all’Oscuro Signore.
Ma per far questo Severus deve rinunciare alla sua umanità, rischiando di perdere i suoi ricordi e perfino se stesso.
Per compiere il suo dovere ed espiare le sue colpe anelando ad un inarrivabile perdono.


E' una sottolineatura unica, lo so, ma credo che questa sia l'essenza più vera e importante del mio "Severus delle Maschere": l'uomo che per il dovere e l'espiazione delle colpe riesce a negare se stesso e la propria umanità. L'eroe dall'infinito coraggio che sa distruggere se stesso per il bene superiore perseguito da Silente.



CITAZIONE

Specchio dell’anima (20/1/08 – 28/1/08)

Atto 2° - Anima coraggiosa - Scena 2 – Riscatto


Sono di nuovo davanti a questo evanescente specchio, mentre accecanti fulmini saettano nell’aria temporalesca, luce cruda che esplode nell’oscurità, e assordanti tuoni rompono il silenzio, ira e vendetta che erompono dal mio essere.
Sono passati quasi quattordici anni da quella notte.
Quando Lily è morta in un lampo di luce verde e il suo assassino è svanito nel nulla di un denso filo di fumo nero.
All’inizio ho veramente creduto che l’Oscuro fosse scomparso per sempre, grazie al sacrificio d’amore della donna che amavo, ma Silente ha saputo convincermi del contrario.
Quattordici anni di non vita e di tremendi rimorsi, solo per attendere il suo ritorno, solo per prepararmi alla vendetta.
Interminabili anni per ricordare i miei errori, per rivedere ogni mio singolo crimine, per soffrire in solitudine allontanando da me ogni persona che poteva offrirmi amicizia, protetto solo da un’assurda maschera che dipinge impassibilità sul mio volto, imprigionando la mia umanità, come un tempo faceva l’argentea maschera dei Mangiamorte.
E questo orrido Marchio, così a lungo inerte sul mio braccio, ma mai svanito, fino al momento in cui ho di nuovo percepito le spire del serpente bruciare a fondo la mia carne.
Guardo il mio riflesso nello specchio: il viso pallido e segnato da precoci rughe è quello di un uomo maturo e ben consapevole di ciò che lo attende. Il giovane che ero è morto quattordici anni fa, insieme al mio amore.
Il mio sguardo, profondamente nero, è duro e deciso: sono l’insostituibile spia di Albus e per tutti questi lunghi anni mi sono minuziosamente preparato per affrontare il ritorno dell’Oscuro, senza tralasciare nulla.
Sono diventato un maestro insuperabile nell’arte dell’Occlumanzia e la mia mente è perfettamente disciplinata, capace di mostrare solo ciò che io voglio: false informazioni che trarranno in inganno l’Oscuro.
Non ho paura: la mia volontà è ferrea e sa imporre al mio corpo di sopportare in silenzio il dolore che lui vorrà ancora infliggermi, come ha già fatto a lungo la notte in cui l’ho raggiunto, con due ore di ritardo, quando è tornato in possesso del suo corpo.
Mentre mi cruciava con prevedibile crudeltà, i suoi occhi, rossa brace dell’Inferno, frugavano nella mia mente, cercando l’informazione che mi avrebbe condannato a morte come traditore. Ho sostenuto il suo sguardo, le labbra spasmodicamente serrate per impedire che un solo gemito ne uscisse, e ho mascherato la verità, confezionando schifose menzogne, del tutto incurante dello strazio aggiuntivo provocato dall’invasione della sua mente nei miei pensieri, costretto com’ero a infangare senza pietà i miei più intimi ricordi.
Mi ha abbandonato a terra, dopo un tempo infinito, mentre i miei muscoli ancora bruciavano e si contorcevano per il dolore, ma non ha trovato alcuna prova del mio tradimento: così, ora sono di nuovo un rispettato membro della cerchia ristretta dei Mangiamorte, pronto a indossare ancora quella disgustosa maschera, ma solo per scoprire preziose informazioni da passare all’Ordine, verso il cui capo la mia fedeltà è totale e incondizionata.
Sono pronto a lottare, fino in fondo, senza mai risparmiarmi; sono pronto a sacrificare la mia vita per la “causa”, per pagare almeno in parte il debito delle mie colpe passate, sperando infine di tacitare almeno un poco i rimorsi che, sotto forma di fantasmi senza volto, vengono ogni notte a tormentarmi durante il sonno.
L’essenza dello specchio è molto cambiata in questi anni: il margine di luce ai bordi si è fatto sempre più consistente e luminoso e sta costringendo l’oscurità verso il centro e, ad ogni successivo lampo di questo strano temporale senza pioggia, nuove venature di luce dai margini si espandono impetuose verso l’interno, rubando definitivamente spazio alle tenebre e spodestandole dal possesso della mia anima.
L’uomo nello specchio solleva appena un sopracciglio e stira un poco le labbra sottili in un amaro sorriso invitandomi a procedere sulla mia strada che, finalmente, è quella giusta, pur se imboccata con irreparabile ritardo.
Avanzo deciso, gli occhi scintillanti e la fronte alta e attraverso la superficie dello specchio dove la luce sta sconfiggendo le tenebre.
Il Marchio arde, feroce e inascoltato comando, brucia intensamente sulla mia pelle, ma io sono qui di mia spontanea volontà: io non sono più schiavo dell’oscurità.
Io sono qui per combatterla e sconfiggerla.

Atto 3° - Anima lacerata? - Scena 1 – Dovere


Ancora una volta sono davanti a questo specchio incantato, a confrontarmi con me stesso e con la mia anima, profondamente lacerata dall’ultimo, tremendo gesto che ho dovuto compiere per eseguire il mio dovere.
Stringo i denti e rinvio il momento in cui mi confronterò con il riflesso.
Ho ucciso Albus, il mio unico amico, l’unica persona che credeva veramente in me e mi rispettava. L’ho fatto solo per eseguire il suo ultimo ordine e salvare l’anima di un ragazzo cui voglio bene, per convincere in modo definitivo l’Oscuro dell’esistenza di una fedeltà che, invece, da diciassette anni non gli porto più, perché è solo ad Albus che sono pienamente fedele,
Tutto è immobile intorno a me, non soffia neppure un alito di vento. L’aria è luminosa, ma non vedo alcuna fonte di luce, né ombre. Non fa caldo, né freddo.
E’ come se fossi morto, dopo aver ucciso tutte le mie emozioni per riuscire a compiere quell’orribile gesto, dopo aver squarciato definitivamente la mia povera anima.
Di me è rimasto solo l’involucro esterno, il corpo riflesso da questo specchio.
Guardo il mio volto, pallido e spigoloso, sfregiato da due lunghi graffi paralleli, dall’angolo della bocca fino alla tempia. Osservo le mascelle strettamente serrate che comprimono la sottile linea delle labbra.
Ho paura del mio sguardo, della voragine di dolore che si spalanca nel nero dei miei occhi, delle lacrime che li affollano ma alle quali, ora, non posso permettere di scendere, della disperazione che mi attanaglia in questa solitudine assoluta che mi circonda.
Sono un fantasma dallo sguardo vuoto: vivo solo per compiere il mio dovere, fino in fondo, fino al momento in cui, finalmente, potrò morire anche io e perdermi per sempre nell’oblio del nulla, dimentico di me stesso e delle mie colpe.
La maschera d’argento coprirà lacrime che non piangerò e soffocherà gemiti che non emetterò; nasconderà l’umanità del mio dolore e la determinazione della mia volontà.
Lo specchio è luminoso, oggi: non ci sono più macchie scure né ombre, ma solo una luce intensa che quasi ferisce i miei occhi.
Il Marchio spicca nitido sulla mia pelle chiara: per anni ho solo desiderato di poterlo strappare via da me, per liberarmi dalla sua schiavitù.
Ma non oggi.
Oggi mi serve, mi permetterà di compiere il mio dovere, di insinuarmi sempre più in profondità nell’organizzazione dell’Oscuro per lottare contro di lui. Dopo aver ucciso il povero Albus, sarò io il primo fra i suoi Mangiamorte, il suo più fidato servitore, quello che gli sarà più vicino.
Colui che, più facilmente di chiunque altro, potrà carpire i segreti che proteggono la sua anima e lo rendono immortale. E’ per questo che Albus si è sacrificato: per permettermi di scoprire dove sono nascosti la Coppa di Tassorosso e l’ultimo Horcrux, ancora sconosciuto.
Li individuerò, eliminerò le barriere magiche che li proteggono e farò in modo che Potter li trovi e li distrugga: Albus mi ha affidato Fanny e lei sarà un efficace mezzo di comunicazione con il ragazzo, che non avrà difficoltà a fidarsi, né mai sospetterà che sono io ad inviarla.
Poi rimarrà solo Nagini, la barriera finale da abbattere per strappare l’ultimo brandello d’anima che tiene l’Oscuro legato alla vita: sarà la sfida più difficile, il compito più arduo, quello che ho riservato per me e che, molto probabilmente, mi costerà la vita.
Sarà un piacere morire, sapendo che in quel modo avrò distrutto l’ultimo brandello di un’anima maledetta e che anche lui, finalmente, sarà tornato ad essere solo un misero mortale.
C’è un sorriso orgoglioso sul volto pallido riflesso nello specchio e, per la prima volta in quasi venti anni, io porto sul mio viso lo stesso orgoglio: quello del dovere eseguito per il bene degli altri, per saldare il debito delle mie colpe, per salvare altre vite in cambio di quelle che ho distrutto.
L’impassibile maschera d’argento celerà anche il mio sorriso, insieme al mio ultimo e più pericoloso inganno.
Sollevo il braccio con decisa sicurezza, mostrando il Marchio che mi permette di passare oltre questo specchio stregato e compiere il mio dovere, fino in fondo, fino alla morte che accoglierò con gioia.

Atto 3° - Anima lacerata? - Scena 2 - Ricompensa


Eccomi, ancora una volta davanti allo specchio che mi giudica, e mi condanna.
E’ da molti anni, ormai, che ho compreso che sono io stesso a giudicarmi, osservando il riflesso della mia anima, l’essenza del mio essere e delle mie aspirazioni.
Sono sempre stato io a condannarmi: ho rinunciato a vivere per espiare le colpe commesse da un ragazzo che voleva solo essere rispettato ed accettato per quello che era. Un ragazzo che ha compiuto terribili azioni, ma che le ha mille volte ripagate nel corso della sua vita. Un giovane che è diventato uomo e ha capito a fondo gli errori commessi. Un uomo che ha perduto tutto.
 
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