Il Calderone di Severus


La poesia ispira la prosa - Poesia n.7
Poll choicesVotesStatistics
Guarda le stelle e ricordati di me (Ale85LeoSign)2 [25.00%]
Il giorno più bello (Severus Ikari)2 [25.00%]
L'ultimo saluto (Severia)2 [25.00%]
The mirror of my dark side (arcady)1 [12.50%]
Pace (Ida59)1 [12.50%]
Angel's eyes (misslegolas86)0 [0.00%]
Resurrezione (halphbloodprincess78)0 [0.00%]
0 [0.00%]
0 [0.00%]
0 [0.00%]
0 [0.00%]
0 [0.00%]
0 [0.00%]
0 [0.00%]
0 [0.00%]
0 [0.00%]
0 [0.00%]
Guests cannot vote (Voters: 8)

La poesia ispira la prosa - Poesia n.7

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 31/10/2011, 14:11
Avatar

Pozionista

Group:
Severus Fan
Posts:
3,086

Status:


lapoesiaispiralaprosami


Ecco la settima poesia che ispirerà la vostra prosa:


La sua immagine (Heinrich Heine)


Ero in cupi sogni,
fissavo la sua immagine,
e il volto amato
prese per incanto a vivere.

Sulle sue labbra si dischiuse
un mirabile sorriso.
Come per lacrime di nostalgia
brillavano i suoi occhi.

Anche dalle mie guance
scorsero le lacrime.
E, ahimè!, non posso credere
di averti perduta!





Avete tre settimane di tempo, dal 31 ottobre al 20 novembre(ore 24.00) per scrivere la vostra fanfiction sulla saga di Harry Potter e inserirla in questa stessa discussione-sondaggio.


- La poesia serve per ispirare la prosa che i concorrenti scriveranno, ma non è necessario che la fiction ricalchi l'intera poesia, tutti i suoi versi e significati, la cui interpretazione, per altro, può anche essere molto soggettiva. La fiction può quindi basarsi anche solo su alcune strofe, perfino su versi sparsi.
Qualora la storia si ispiri solo ad alcune parti della poesia, è però necessario che l'autore trascriva le strofe/versi ispiranti prima della fiction
- Se l'autore lo ritiene opportuno, può spiegare il nesso per lui esistente tra poesia e fiction.
- Totale libertà sulla scelta dei personaggi che però devono essere di HP (ammessi anche personaggi originali)
- Accettato qualsiasi genere
- Lunghezza massima 2500 parole.
- Rating: per tutti (accettabile anche un blando VM14: saranno gli amministratori del forum a decidere, eventualmente invitando l'autore ad "autocensurare" pezzi ritenuti "troppo forti")
-Le 8 storie vincenti (e anche le seconde classificate) nei singoli round faranno parte di una raccolta da pubblicare su MSStorie.
-Deroga al regolamento per l'inserimento diretto delle storie sul forum senza la preventiva pubblicazione su MSS, ma richiamo al preciso rispetto dei divieti e delle regole dell'archivio (le storie che contravvengono ai divieti verranno cancellate) e invito all'invio delle storie anche a MSS.

Non è obbligatorio iscriversi al turno del concorso, ma se vorrete farlo lasciando un messaggio in questa discussione, sarà bello attendere tutti insieme i vostri lavori (e faciliterete il lavoro agli organizzatori che devono predisporre il sondaggio).


Il vincitore del turno del concorso otterrà questo bellissimo banner (completato col suo nome e il titolo della sua fic)

paperscrollexample


e tanti punti quanti saranno i voti che riceverà nel sondaggio che rimarrà aperto dal 21 al 27 novembre. Ricordate di confermare il vostro voto con un messaggio in questa discussione, altrimenti non sarà considerato valido.

Ecco le storie partecipanti coi relativi Link (la lista verrà aggiornata man mano che le storie arriveranno):

The mirror of my dark side (arcady)

Angel's eyes (misslegolas86)

Pace (Ida59)

Guarda le stelle e ricordati di me (Ale85LeoSign)

Il giorno più bello (Severus Ikari)

L'ultimo saluto (severia)

Resurrezione (halphbloodprincess78)


Edited by Ida59 - 27/8/2017, 11:12
 
Top
halfbloodprincess78
view post Posted on 31/10/2011, 17:57




Che meraviglia di poesia, la storia ce l'ho già tutta nella meloneraXD si tratta solo di metterla nero su bianco... io mi iscrivo!!!
 
Top
view post Posted on 31/10/2011, 20:29
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,406
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


Certo che tirare fuori qualcosa di NON triste e doloroso per Severus da questa poesia che è una Severus/Lily spiccicata... no, non sarà per niente facile!
Ma ci proverò...


Edited by Ida59 - 28/6/2015, 21:13
 
Web  Top
arcady
view post Posted on 1/11/2011, 21:53




CITAZIONE (Ida59 @ 31/10/2011, 20:29) 
è una Severus/Lily spiccicata...

Ma lo sai che anche no? :D Io ho in cantiere qualcosina che potrebbe starci, però ci penso ancora un pò su, visto che c'è tempo. :P
 
Top
arcady
view post Posted on 9/11/2011, 00:39




Titolo: The mirror of my dark side
Autore/data: Arcady 08/11/2011
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: Per tutti
Genere: Introspettivo, romantico
Personaggi: Severus Snape, Personaggio originale
Pairing: Severus Snape - Personaggio originale
Epoca: Post libro 7
Avvertimenti: AU: Severus è sopravvissuto al morso di Nagini
Concorsi: sviluppato per la sfida n° 7 di "La poesia ispira la prosa" indetto dal forum di Magie Sinister.


The mirror of my dark side.

Ero in cupi sogni,
fissavo la sua immagine,
e il volto amato
prese per incanto a vivere
.



“ Ciao, Severus.”
Una donna alta ma piuttosto esile si fece avanti, uscendo dal cono d’ombra della porta semi aperta dell’ufficio del Preside.
Aveva fatto giusto un passo all’interno della stanza ed era rimasta lì, con un sorriso silenzioso sulle labbra, aspettando di vederlo alzare la testa; le mani erano infilate fino in fondo alle tasche della giacca di pelle nera che indossava sopra un morbido maglione di un brillante verde smeraldo, sotto portava un semplice paio di jeans scoloriti infilati dentro pesanti stivali scuri.
Severus Snape alzò gli occhi su di lei, incuriosito da quel saluto così confidenziale, e provò una strana sensazione di deja-vù quando incrociò lo sguardo vivace che lo ricambiava, fiero.
Gli bastarono pochi secondi, e alla figura matura che aveva di fronte, si sovrappose il ricordo della ragazza gesticolante e iperattiva che era stata la sua più cara amica, nel periodo in cui aveva frequentato quella stessa scuola.
“Deirdree?.. ” sussurrò, quasi parlasse a se stesso, abbandonandosi allo schienale della poltrona.
Rimase per un lungo momento incredulo e muto di fronte alla donna che aveva preso il posto della ragazza che ricordava, sparita durante il loro ultimo anno ad Hogwarts, poi , rendendosi conto di risultare piuttosto buffo nel suo mutismo, riprese: “Ammetto di essere stupito: non immaginavo di rivederti.”
“Nemmeno io, eppure eccoci qui …” Deirdree continuò a sorridere, visibilmente emozionata mentre prendeva posto alla poltrona di fronte alla scrivania occupata dal nuovo preside di Hogwarts.
Severus la guardò ancora per un po’ in silenzio, con un sorriso appena accennato ad increspargli le labbra.
“Perché adesso, Deirdree?” chiese, la voce era un sussurro, ma suonava comunque molto decisa.
La donna temporeggiò, lasciando vagare lo sguardo intorno: sui ritratti dei vecchi presidi di Hogwarts, appesi alle pareti grigie- stavano sonnecchiando tutti, al momento - sulle librerie zeppe di volumi antichi e pesanti, e sugli oggetti d’uso perlopiù sconosciuto che trovavano posto nelle numerose teche polverose .
Dopo un po’ abbassò di nuovo gli occhi su Severus e cominciò a parlare, con il sorriso inquieto ancora sulle labbra.
“Sono qui per cercare il perdono dell’uomo che ho sempre amato e a cui ho voltato le spalle.” La donna sospirò poi spostò il viso di lato, passandosi una mano tra i capelli scuri e rimase così, a scorrere con gli occhi le coste consumate dei libri che riempivano gli scaffali.
“Dopo tutti questi anni ho scoperto che, quello che si era imposto come braccio destro del più potente Mago Oscuro di tutti i tempi e,come tale, qualcuno da temere e soprattutto da non amare, fosse in realtà tornato ad essere l’uomo che conoscevo, affrontando le tremende conseguenze delle sue azioni.”
Severus non reagì, e per contrastare in qualche modo quel silenzio pregnante, la maga trovò il coraggio di voltarsi verso di lui, scorgendo due pozzi neri e fiammeggianti ad accoglierla.
”Per raggiungere i miei obiettivi ho scelto l’inferno, e ne sono stato parte attiva per due anni della mia vita. Ma quando, con la mia ambizione ho provocato la morte di Lily, e lasciato orfano un bambino di un anno, tutto è cambiato. Ed è ancora così: ma non sarò mai più pulito.” Sibilò Severus.
“E chi può sinceramente dire di esserlo?” chiese Deirdree con calma. “Credo che, ad un certo punto, sia indispensabile accettare ciò che è stato e smettere di odiarsi: ma non lo si può fare da soli, perché se si è soli si hanno solo i brutti ricordi.” Sentenziò con una serenità disarmante, poi si alzò lentamente tenendo lo sguardo fisso negli occhi cupi del mago che la osservava perplesso, girò attorno alla scrivania e vi si appoggiò contro. Rimase così per un pò: la sua gamba sinistra aderiva leggermente a quella di Severus, dandole sensazioni contrastanti.
Ce l’avrebbe fatta a dirgli tutto?
Nel silenzio più assoluto,alzò la mano e sfiorò impercettibilmente il polso sinistro di Severus, risalendo verso l’incavo del gomito con la punta delle dita.
L’uomo, dopo un momento di esitazione, si ritrasse di colpo, senza però riuscire ad evitare che le dita svelte di Deirdree toccassero, attraverso la manica della veste, i contorni di ciò che restava del Marchio: la sua vergogna più grande.
Deirdree si lasciò sfuggire un sospiro tremante, come a voler allontanare da sé ricordi insopportabili, ma ottenne l’effetto contrario quando incrociò lo sguardo furente di Severus.
Trattenendo il respiro spostò l’attenzione sul suo stesso avambraccio, lo sollevò un poco e lo tenne così, perpendicolare al busto. Il dolore che aveva cercato di far tacere in tutti quegli anni sgorgò con violenza dal suo petto e si riversò nella gola premendo per uscire dalle labbra serrate. Chiuse gli occhi e, senza opporre resistenza a quell’ondata nauseante, lo lasciò uscire.
“Quanti ne hai ammazzati?” chiese in un sussurro, riaprendo gli occhi e mantenendoli fissi sulla sua stessa mano chiusa a pugno. “Ricordi cosa provavi quando si inginocchiavano ai tuoi piedi chiedendo pietà?” continuò, il corpo scosso da un leggero tremore.
“Hai mai risparmiato qualcuno nel delirio di onnipotenza di cui eri preda?” insisté alzando gli occhi verso il viso di Severus, impietrito di fronte a lei. “Che scusa hai usato con te stesso, Severus? Sono sicura che ne hai avuto bisogno: solo gente come Bella poteva agire in quel modo bestiale senza averne.”
“Smettila…” Severus era sgomento: anche da seduto dovette appoggiarsi con entrambe le mani al bordo della scrivania per evitare di crollare di fronte al suo passato, reso così vivido da quelle parole feroci.
“Ecco,” continuò Deirdree distogliendo lo sguardo e fissandolo sulle linee di fuga delle lastre di marmo del pavimento. “Questo è il tuo inferno: è qui e adesso, non era allora. Quello era l’inferno di chi aveva di fronte il Mangiamorte. Ma loro ora sono in pace,mentre tu sei ancora qui, a soffrire per aver spezzato delle vite agendo come qualcuno che non eri, e non sai quanto io possa comprendere il tuo tormento”.
Severus si riscosse e puntò lo sguardo verso Deirdree, sperando, in cuor suo, di non aver inteso ciò che la donna tentava di comunicargli.
“Io stessa ho molto da farmi perdonare”.
Così dicendo, Deirdree portò le dita sul polsino sinistro e cominciò a slacciarlo con una calma esasperante, sostenendo lo sguardo fiammeggiante di Severus, poi alzò lentamente la manica di giacca e maglione, tenendo l’avambraccio piegato verso di sé.
“A cominciare da questo.”
“No, Deirdree,” tentò Severus. “Ti prego, dimmi che non…” ma le parole gli morirono in gola quando la donna abbassò l’avambraccio e mostrò uno sbiadito ma inconfondibile segno grigio chiaro: la traccia del Marchio Nero era scolorita e sfigurata da decine di cicatrici, di diversa lunghezza e consistenza, segno di un disperato e consapevolmente inutile tentativo di cancellarne l’esistenza.

Severus si alzò di scatto spostando rumorosamente la poltrona all’indietro.
“Perché?…quando?!” una rabbia cieca stava risalendo acida dallo stomaco. “Dov’eri? E perché io non sapevo nulla di questo!?” Ringhiò, stringendo con presa ferrea il polso di Deirdree e fissando quella macchia oscena sulla pelle pallida.
“Mi sono impegnata al massimo per tenerti all’oscuro della mia presenza tra i seguaci di Voldemort,” asserì Deirdree, poi tentò di divincolarsi dalla stretta di Severus.
“Smettila di stringere così forte: mi fai male” aggiunse guardandolo seria, poi spostò lo sguardo alle spalle dell’uomo. “Ci accomodiamo laggiù?” chiese, indicando il salottino di fronte al camino acceso. “Quelle poltrone hanno tutta l’aria di essere molto comode, ed io ho bisogno di un posto confortevole se devo tornare con la mente in quell’incubo.”
Severus si calmò un poco, mollò lentamente la presa e le fece strada verso il tepore del camino scoppiettante. Sapeva di dover ascoltare qualcosa che non avrebbe mai voluto sentire, qualcosa che conosceva e non desiderava rivivere, tuttavia si accomodò di fronte a Deirdree che, nel frattempo, si era seduta a gambe accavallate sulla poltrona più vicina al fuoco.
“Ricorderai che mio padre morì in circostanze misteriose poco prima che io sparissi da Hogwarts,” Deirdree parlava osservando le fiamme nel camino, come se cercasse, in quelle lingue di fuoco, la forza necessaria a riportare alla luce il suo passato sofferto.
“Si …” fu l’unica parola che uscì dalle labbra tese di Severus.
“Quando mi raggiunse la notizia della sua morte, il mio presente, sereno e limpido, mi scivolò letteralmente tra le dita, e al suo posto un gelido distacco si impadronì della mia coscienza, così mi offrii al Signore Oscuro, per proseguire ciò che mio padre aveva interrotto.”
Severus strinse gli occhi: sospettava che il padre di Deirdree fosse al servizio di Voldemort, ma non ne aveva mai avuto conferma.
“Che sciocca sono stata … lo feci per giustificarlo, non volevo credere che mio padre potesse agire senza giudizio: mi aggrappai alla speranza che fosse morto per una buona causa. Non fui mai più tanto lontana dalla verità.” Deirdree alzò la testa, mostrando il viso pallido rigato da lacrime sottili.
“Poi, dopo neanche tre mesi dal Marchio, Lui mi ha voluta per sé,” Deirdree ora parlava con voce monocorde, puntando il pavimento con lo sguardo perso. “Dovresti sentirti onorata dal fatto che il Tuo Signore voglia divertirsi con te, fra tante: così si giustificarono quando mi consegnarono.”
Severus strinse le labbra e le sue mani artigliarono i braccioli della poltrona: la rabbia martellava nelle tempie e lui desiderava con tutto se stesso di poter urlare, picchiare i pugni contro il muro e farli sanguinare per la disperazione di non aver saputo, e di non aver potuto fare nulla per evitarlo. Ma tacque, teso e tremante, mantenendo lo sguardo sulle fiamme che ardevano.
Deirdree alzò lo sguardo verso Severus, e proseguì: “Mi sono resa conto dell’essere aberrante che ero diventata quando quel mostro ha spezzato il mio corpo in modi che non posso descrivere, ma non prima, quando ho ucciso per lui: questa è stata la colpa più grande.”
Era sopraffatta dalla potenza distruttiva di quei ricordi e l’ennesima lacrima bollente scese lungo la guancia e si schiantò al suolo, accompagnando il veleno di quella confessione.
“A quel punto fuggii da tutto ciò che conoscevo, per togliermi dalla mente quelle visioni d’orrore, e perché non trovai il coraggio di affrontare la realtà: questo mi viene ricordato ogni giorno da cicatrici indelebili che hanno modificato la mia sensibilità, ma ho imparato a conviverci. Ho scoperto, a spese della mia integrità, che la natura umana è bizzarra: possiamo davvero giustificare a noi stessi ogni azione che riteniamo necessaria, perfino le più abiette.”

“Il pensiero di te mi ha sempre accompagnata ma, ancora più di prima, non potevo affrontare ciò che eri diventato: sapevo cosa stavi facendo ma non volevo accettarlo, ed io non ero migliore,”Deirdree si abbracciò le gambe che, nel frattempo, aveva tirato al petto, appoggiando il mento sulle ginocchia“ Anime vuote, al posto delle quali si estendevano profondi buchi neri. Inutile tentare di risvegliare qualcosa di morto: questo pensavo di me e di te, allora.”
Severus chiuse gli occhi, incapace di pronunciare una sola parola che potesse mitigare quel senso di impotenza che tornava ad avvinghiarlo.
“Ho cercato, per tutto questo tempo, di mantenere le distanze da te e da tutto il Mondo Magico, e mi sono rifugiata nel semplice e confortevole abbraccio di una vita da Babbana. Poi, una mattina di tre mesi fa, ho incrociato il tuo sguardo che mi fissava dalla prima pagina della Gazzetta del Profeta, che ti osannava come eroe della Seconda Guerra Magica, e sono stata risucchiata indietro di almeno due decenni.”
“Come hai fatto ad avere una copia della Gazzetta del Profeta se ti trovavi tra i Babbani?” domandò Severus, tralasciando il fastidio che gli aveva procurato quella fama non gradita.
“Mia madre.” Rispose Deirdree con un sospiro, poi proseguì: “quando abbandonai il nostro mondo, un giorno di metà Febbraio del 1979, le consegnai la mia bacchetta. Non volevo sapere cosa ne avrebbe fatto: volevo soltanto disfarmene e togliermi di dosso il ricordo di ciò che aveva compiuto tra le mie mani.” Deirdree infilò le dita nella massa di capelli scuri e chiuse gli occhi “Ha cercato di convincermi a restare e nascondermi, ma sapeva che non avrei avuto chance di sopravvivere se non avessi lasciato il paese; inoltre si sentiva in colpa per non avermi impedito di seguire le orme di mio padre, perciò accettò a malincuore la mia decisione e mi coprì come potè. Tre mesi fa venne a cercarmi e io mi feci trovare.”
“Ti ha cercata per dirti che finalmente era finita …” sussurrò Severus, guardandosi le mani.
“Si e no,” rispose Deirdree con un sospiro. “Sapeva cosa provavo per te, e sapeva che mi sentii perduta quando mi resi conto dell’orrore a cui avevo preso parte, perché questo significava che eri sbagliato anche tu: per questo volle farmi sapere che eri vivo, e che avevi combattuto contro Voldemort per tutto il tempo, nell’ombra,” disse con un sorriso triste. “Io ti credevo asservito a lui e convinto della tua scelta: ti chiedo perdono per questo e per non aver avuto il coraggio di fare qualcosa per rimediare ai miei errori.”

Anche dalle mie guance
scorsero le lacrime.
E, ahimè!, non posso credere
di averti perduta!


Severus alzò il viso e la guardò, con occhi lucidi di disperazione.
Per tutto questo tempo sei stata completamente sola, in balia dei tuoi incubi.
Si prese la testa tra le mani e tentò di parlare, ma le parole rimasero incastrate in fondo alla gola, e si ritrovò ancora una volta in un territorio indefinito, a metà tra la rassegnazione e la disperazione, senza riuscire a decidere se fare un passo.
Poi si riscosse e si alzò dalla poltrona, lacrime pesanti scendevano rapide e silenziose sulle sue guance e lui non fece assolutamente niente per fermarle, per apparire controllato e padrone della situazione: perché non lo era affatto. Perché, per quanto tentasse, non era mai riuscito a far andare le cose per il meglio e ora aveva solo una grandissima voglia di piangere.
Sei tornata a chiedermi perdono per non aver sperato in me, ma io non lo merito. Anche se sei scappata i tuoi demoni non ti hanno lasciata: ti aspettavano sotto il cuscino quando ti addormentavi, e dietro le palpebre al tuo risveglio. Io lo so. E so quanto possa essere insostenibile. Non hai nulla da farti perdonare.
Poi si avvicinò alla donna, che ora lo guardava in quel modo che ricordava: il modo in cui si guarda qualcosa di prezioso, che non crediamo di poter possedere ma che desideriamo alla follia – Severus era sempre stato attratto ma intimorito da quegli occhi: occhi che pretendono tutto di te.
Dopo un momento di esitazione si inginocchiò ai suoi piedi: voleva abbracciarla, o almeno farsi più vicino, ma non ci riusciva, così rimase lì, impalato e rigido.
“Deirdree …” cominciò, ma le parole stentavano ancora ad arrivare.
“Non c’è bisogno di dire nulla: basta che tu mi tenga le mani, così …” sussurrò la donna, prendendo le mani di Severus tra le sue e portandosele al viso bagnato di lacrime.
“Ce la faremo …” disse sottovoce Severus.
Restarono così a lungo, tenendosi goffamente per mano e ricordando il tempo che li aveva visti insieme come ad un’altra vita, ormai irraggiungibile.

 
Top
view post Posted on 9/11/2011, 09:17
Avatar

Apprendista Pozionista

Group:
Member
Posts:
1,954
Location:
USS Voyager - SGF

Status:


CITAZIONE (arcady @ 1/11/2011, 21:53) 
CITAZIONE (Ida59 @ 31/10/2011, 20:29) 
è una Severus/Lily spiccicata...

Ma lo sai che anche no? :D Io ho in cantiere qualcosina che potrebbe starci, però ci penso ancora un pò su, visto che c'è tempo. :P

Quoto ... anche a me ha ispirato un'altra situazione, ma non so se riesco a svilupparla quindi, per ora, mi tocca aspettare... :rolleyes:
 
Web  Top
view post Posted on 9/11/2011, 18:50
Avatar

Pozionista

Group:
Severus Fan
Posts:
3,086

Status:


Wow, arcady, hai già consegnato!!
Io invece sono, al solito, in altissimo mare (ho una mezza idea, ma non so se avrò il tempo materiale per scriverla).

Intanto, un breve riepilogo:

Iscritti:
halphbloodprincess78
arcady (consegnato)
 
Top
view post Posted on 9/11/2011, 18:54
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,406
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


Ok, l'idea è arrivata e ho anche uno schema di massima: non sarà una storia facile da scrivere...

Edited by Ida59 - 28/6/2015, 21:16
 
Web  Top
misslegolas86
view post Posted on 14/11/2011, 17:16




ANGEL'S EYES

“Padron Malfoy non è in casa.”
L’elfo domestico ripeteva ossessivamente la frase con aria colpevole. Era palese anche per chi non era un Occlumante che mentiva. Una porta nell’ingresso si spalancò.
“Dobby! Stupido elfo! Possibile che tu non capisca mai gli ordini?” Narcissa era entrata urlando “Questo vale per Moody e quelli come lui! Perfino un’idiota come te dovrebbe riconoscere degli Auror!” Continuò colpendo l’elfo che nella sua sudicia federa appariva veramente mortificato.
“Mi dispiace padrona…Dobby va a punirsi immediatamente” Biascicò l’elfo a capo chino.
“Sparisci” chiosò la donna guardandolo con sguardo sprezzante.
“Severus” disse agitata rivolgendosi all’ospite. “Mi aspettavo che saresti venuto.”
Seguì la donna verso una porta che conduceva al salotto.
Lucius era seduto in una poltrona di fronte al focolare acceso. Ai suoi piedi un bambino pallido e biondissimo giocava. Il piccolo Draco, pensò mentre si avvicinava, esattamente come tutti i Malfoy.
Narcissa prese in braccio il bambino che lo salutò con la mano mentre la madre lo conduceva fuori.
Lucius si voltò e il suo volto era cinereo.
“Hai saputo quello che è accaduto, Severus? Siamo tutti perduti.”
“Sono venuto da te per saperne di più, Lucius.”Rispose osservandolo con sguardo penetrante. “Cosa è accaduto?”
“L’Oscuro Signore è caduto!” disse con voce isterica.
Sentì il cuore accelerare nel petto.
“Stanotte è andato a Godric’s Hallow . Era lì per uccidere il figlio dei Potter ma è accaduto qualcosa.”
Sentì il sangue raggelarsi nelle sue vene
“La casa dei Potter è un cumulo di macerie. Li ha sterminati tutti ma anche lui non è sopravvissuto.” Lucius si era alzato troppo agitato per stare seduto.
No non era possibile…Lily…morta. Le gambe non reggevano più il suo corpo. Si abbandonò nella poltrona da cui si era appena alzato Lucius. Sentì il calore abbandonare il suo corpo. Le fiamme del camino non avevano il potere di riscaldare il suo animo piombato in un gelo di morte. A stento riuscì a controllare il tremito delle sue mani. Una paura innaturale per il suo animo l’aveva assalito. Non era possibile. Non lei. Non Lily. Aveva fatto tutto per nulla. Lei era perduta.
“Il Ministero sta dando la caccia a tutti i seguaci dell’Oscuro” la voce di Lucius gli arrivava da lontanissimo . Le sue parole non lasciavano in lui nessuna traccia.
L’aveva raccomandata ad entrambi. Dell’Oscuro non poteva fidarsi
“Le celle di Azkaban saranno piene.”
Ma di Silente…aveva promesso di salvarla. Lui lo aveva servito per tutti quei mesi. Si era esposto a pericoli inimmaginabili.
Lucius lo aveva scosso per una spalla.
“Severus?”
I suoi occhi lo guardavano preoccupati. Capì di essere più pallido di un cadavere.
“Lo so è stato un duro colpo” continuò Malfoy.
Annuì. Lucius doveva aver attribuito la sua reazione alla notizia della caduta dell’Oscuro ma a lui non importava nulla di tutto ciò. Non gli importava più di combattere, non gli importava di quello che sarebbe stato di lui. Se Lily era morta, nulla aveva più importanza. Una bolla di orrore era cresciuta nel suo petto soffocandolo, bruciando ogni pensiero. Non poteva restare lì. Doveva fare qualcosa.

A Godric’s Hollow la casa dei Potter era ancora in piedi ma al primo piano una voragine nel tetto segnava il punto in cui qualcosa di spaventoso era accaduto. Si affrettò verso la porta spalancata mentre la pioggia cominciava a cadere fitta bagnandogli la veste e i capelli. Voleva arrivare il prima possibile eppure temeva in cuor suo quello che avrebbe trovato.
Il corpo di James giaceva disteso sul pavimento
Sentì una fitta allo stomaco ma non era di piacere. Che cosa aveva fatto? Era un codardo; Silente aveva ragione: non era riuscito ad affrontare James di persona ma aveva lasciato che lo uccidesse il suo Signore per lui. E che cosa sperava di ottenere? Come avrebbe mai potuto Lily amarlo dopo che le aveva fatto così del male uccidendo il padre di suo figlio?
Lo oltrepassò, lo sguardo fisso sulla stanza in fondo al corridoio. Ogni passo pesante come il piombo. La porta della camera era a pezzi e il pianto di un bambino echeggiava. Sentiva il cuore sprofondare man mano che la distanza diminuiva, sapeva che Lily non avrebbe mai permesso che suo figlio si disperasse così senza calmarlo. Eppure un filo di speranza brillava ancora nell’animo, in fondo l’aveva raccomandata all’Oscuro e forse questi aveva esaudito la sua richiesta.
Ancora un passo poi varcò la soglia della stanza. Tutto in quel momento precipitò.
Le gambe gli vennero meno mentre orripilato osservava Lily lì a terra, gli occhi verdi come smeraldi sbarrati e vuoti, i capelli sparsi sulle spalle non più mosse dal respiro. Il mondo crollò in quell’istante per Severus Piton. Lacrime amare sgorgarono dai suoi occhi bagnando le guance, un urlo disumano fuoriuscì dalle labbra senza consapevolezza mentre carponi la raggiungeva. Le sfiorava con delicatezza la guancia quasi nel timore di farle del male. Ma come avrebbe potuto farle più male di così? L’aveva uccisa! Lei era morta e lui era l’unico responsabile. Le calò le palpebre nascondendo per sempre il tesoro di quegli occhi d’angelo e la strinse a sé in un abbraccio ormai vano. La cullò dolcemente sul petto, ignaro di tutto quello che lo circondava, consapevole solo del dolore che scaturiva dal suo cuore ormai in frantumi. Qualcosa si era spezzato per sempre in lui. Lily aveva lasciato questa terra portando qualcosa di lui per sempre con sé, la sua parte migliore.
Non ragionò né pensò, un vuoto nulla lo aveva circondato. Non poteva credere di averla perduta, ma quel corpo che stringeva freddo e privo di vita al suo petto rendeva la realtà intollerabile.
Così lo trovò Silente quando giunse a Godric’s Hollow.
“Severus” lo chiamò sfiorandogli la testa.
Solo in quel momento Piton si accorse della presenza del Preside. Gli occhi ottenebrati dalle lacrime, le spalle scosse dai singhiozzi. Non cercò di controllarsi, non gli importava, niente ormai aveva più significato.
“Severus, dobbiamo andare. Non c’è più niente che puoi fare qui. Ora dobbiamo pensare al bambino.”
Con riluttanza aveva lasciato Lily mentre Silente lo faceva rialzare prendendolo per un braccio. Solo in quel momento posò gli occhi sul bimbo nella culla. Una fitta allo stomaco lo colpì: aveva gli stessi occhi della madre, dello stesso stupendo verde. Erano bagnati di lacrime per la perdita della mamma e il responsabile, anche per quel dolore, era solo lui. Silente parlava di occuparsi del bambino ma in quel momento, mentre fissava il suo sguardo in quello del piccolo Harry, promise a se stesso che se Silente lo avesse condannato a continuare a vivere, in quegli occhi avrebbe voluto vedere solo odio e disprezzo per sé. Non avrebbe consentito a quegli occhi di riservargli un sorriso che non meritava. Avrebbero rappresentato per lui la punizione quotidiana: gli occhi di Lily, pieni di un odio che lui meritava tutto, per il dolore e il male che aveva procurato.

Il sangue lo stava abbandonando, così come la vita.
“Look at me” riuscì a rantolare.
Gli occhi di Harry si fissarono nei suoi. Era la sguardo del ragazzo, eppure era quello della madre. Questa volta fu felice di non trovarvi ira o disprezzo. Non avrebbe avuto la forza di abbandonare il mondo accompagnato dall’odio, anche se era quello che meritava. Erano gli occhi di Harry, eppure, mentre l’ultimo respiro della vita lasciava le sue labbra, era il volto di Lily che lo contemplava, vivo a pochi centimetri da lui. Gli sorrideva dolcemente accompagnando la sua dipartita. La morte che aveva desiderato da sempre finalmente era giunta, ma non era avvolta in nere vesti: aveva le sembianze di un angelo
Sulle sue labbra si dischiuse
un mirabile sorriso
Come per lacrime di nostalgia
brillavano i suoi occhi
Anche dalle mie guance
scorsero le lacrime

Sì, era proprio un angelo, il suo angelo.
 
Top
view post Posted on 14/11/2011, 19:15
Avatar

Pozionista

Group:
Severus Fan
Posts:
3,086

Status:


Breve aggiornamento (mentre io sono sempre in alto mare, tanto che temo che salterò anche questo turno).

Iscritti:
halphbloodprincess78
arcady (consegnato)
misslegolas86 (consegnato)

poi ci sono Ida che ha già il piano di una storia non facile da scrivere
B'Elanna e Ale che sperano nell'ispirazione e/o di riuscire a scrivere per tempo.

Spero di non essermi scordata nessuno.
 
Top
view post Posted on 14/11/2011, 21:10
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,406
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


La storia l'ho scritta settimana scorsa e l'ho già riletta: devo solo trovare il tempo di passare due correzioni e inserirla, ma sono presissima a far partire sul forum due iniziative per Natale entro domani.

Edited by Ida59 - 28/6/2015, 21:16
 
Web  Top
view post Posted on 14/11/2011, 22:43
Avatar

Pozionista provetto

Group:
Member
Posts:
10,160
Location:
Dalle nebbie della Valacchia

Status:


Meeeee c'ho solo 5 giorni per scrivere la storia?! :o: :cry:
Maledetta febbre, l'idea ce l'ho speriamo riesca a metterla su pc -_-
 
Contacts  Top
view post Posted on 15/11/2011, 11:04
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,406
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


Titolo: Pace
Autore/data: Ida59 – 10-11 novembre 2011
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: romantico, introspettivo, drammatico
Personaggi: Severus, Lily
Pairing: Severus/Lily
Epoca: 7° anno
Avvertimenti: Character death
Riassunto: Un dolce sogno, un altro mondo, senza colpe ed errori, dove perdono è amore.


Pace




L’oppressione alla gola gli impediva quasi di respirare e sentiva le forze abbandonarlo.
Severus sbatté ripetutamente le palpebre.
Aprì gli occhi e li richiuse di nuovo.

Ero in cupi sogni,
fissavo la sua immagine,
e il volto amato
prese per incanto a vivere.


La luce verde continuava ad avvolgerlo in un dolce sogno di smeraldo.
Si decise a riaprire gli occhi.

Sulle sue labbra si dischiuse
un mirabile sorriso.
Come per lacrime di nostalgia
brillavano i suoi occhi.


Lily era sempre lì, bellissima; gli sorrideva con l’indimenticabile sorriso felice di bimba, il volto che si trasformava e da ragazza diventava donna.
Nello smeraldo dei suoi occhi brillavano lacrime preziose.
Lacrime di nostalgia, impossibili perle d’amore.
Lacrime d’immeritato perdono.

Anche dalle mie guance
scorsero le lacrime.
E, ahimè!, non posso credere
di averti perduta!


- Severus!
La voce di Lily ruppe l’argine di un pianto che il mago, crudele, aveva represso per troppi anni; le lacrime inondarono i suoi occhi neri, tracimarono dalla fragile barriera delle ciglia scure e si riversarono sulle guance pallide e scavate, mentre Severus tremava in quell’ultimo sogno.
- Lily…
Un tremante sussurro a fior di labbra, inumidito dal salato delle lacrime; l’aveva perduta tanti anni prima, e solo per colpa sua…
Eppure Lily sembrava così vera e viva, avvolta nella verde luce di quel sogno che sfuggiva alla sua comprensione.
- Non mi hai perduta, Severus, io sono qui, per te!
Il mago sbatté di nuovo le palpebre, incredulo.
- Sei un mago in gamba, molto in gamba, Severus, un vero maestro delle pozioni! – sussurrò ancora la dolce voce Lily. – Tu solo sai comprendere a fondo la bellezza del calderone che bolle a fuoco lento, con i suoi vapori scintillanti, il delicato potere dei liquidi che scorrono nelle vene umane ammaliando la mente, stregando i sensi... Tu solo sai imbottigliare la fama, la gloria, addirittura la morte... [1]
Severus non riusciva a ricordare di aver distillato alcun particolare filtro, nessuna potente pozione, né di averne ingerite.
A dire il vero, non riusciva a ricordare altro che gli occhi di Lily e la sua voce. E il suo profumo, che proprio in quel momento lo stava avvolgendo in un dolcissimo abbraccio che leniva ogni suo tormento.
- Ti amo, Severus!
Il mago spalancò gli occhi: stava forse sognando?
- Hai combattuto tutta la vita per il mio amore: nessuno lo merita più di te! – sussurrò Lily.
Se non fosse stato per il doloroso nodo che, nel pianto, gli attanagliava la gola straziandola con crudele intensità, avrebbe creduto di trovarsi in un sogno, sospeso nell’illusione di un mondo ove, perdonata ogni sua tremenda colpa e cancellato il passato, Lily poteva amarlo.
Come se non fosse mai morta…
Continuando a sorridergli, Lily allungò una mano verso il suo braccio sinistro, dove il Marchio spiccava sulla pelle chiara, orrido e nero, macabra effige di morte sinuosa, la bocca del serpente spalancata e pronta a sferrare il mortale e doloroso attacco alla gola.
Le dita esitarono solo per un breve istante, poi sfiorarono leggere il simbolo della sua colpa e Severus tremò mentre la piccola mano lo copriva in una carezza piena d’amore.
Quando le dita scivolarono giù verso il polso, Severus sbatté di nuovo le palpebre e spalancò gli occhi, sconcertato: non vi era più alcuna traccia del Marchio Nero che per tanti anni lo aveva incatenato all’Oscurità. Era finalmente libero! La pelle del suo avambraccio era candida, ripulita da ogni colpa del passato, integra ed innocente, increspata solo dai lievi brividi provocati dal tocco gentile di Lily.
La mano della donna amata si alzò verso il suo pallido volto incorniciato dai lunghi capelli corvini, dove gli occhi neri ardevano di speranza da troppo tempo dimenticata.
Le dita lambirono le labbra appena dischiuse, si soffermarono solo un tenero istante, poi volarono a sfiorargli piano la fronte: in un fugace battere di ciglia, in quel gesto magico colmo d’amore, errori, colpe, scelte sbagliate, rimorsi, rimpianti e sofferenze svanirono in un delicato soffio di dolcezza.
- Ti amo, Severus!
Tutti i tremendi ricordi del suo passato si dissolsero nell’incanto d’amore portando via il tormento e l’angoscia di un’intera vita: rimasero solo gli occhi di Lily, intensamente verdi e vivi, a fissarlo di nuovo com’era stato nel tempo lontano in cui aveva conosciuto la felicità.
Lily gli afferrò la mano in una stretta delicata:
- Vieni con me! – lo spronò, il sorriso negli occhi verdi.
Poi fu solo luce, leggerezza e pace.



[1] La frase rappresenta la trasposizione delle parole di Piton nella prima, famosissima lezione di pozioni di “Harry Potter e la pietra filosofale” nel capitolo 8) Il maestro di Pozioni.


Edited by Ida59 - 28/6/2015, 21:17
 
Web  Top
Ale85LeoSign
view post Posted on 17/11/2011, 00:31




Ecco la mia storia!


“Guarda le stelle, e ricordati di me.”



Ero in cupi sogni,
fissavo la sua immagine,
e il volto amato
prese per incanto a vivere.

Sulle sue labbra si dischiuse
un mirabile sorriso.
Come per lacrime di nostalgia
brillavano i suoi occhi.

Anche dalle mie guance
scorsero le lacrime.
E, ahimè!, non posso credere
di averti perduta!


Da quando Lily era morta, per Severus non esistevano più il giorno e la notte, ma una lunga, interminabile oscurità che si protraeva, avida di vita e speranza, in un gelo incessante.
Mentre osservava la morsa dell’inverno chiudersi intorno al castello, sentì il dolore della perdita invadere ancora una volta il suo cuore, come se l’aspetto invernale della terra stesse plasmando i contorni della sua mente. Erano passati anni, ma quel dolore era sempre fresco, pronto a balzargli addosso per rinnovare le sue ferite.
Così, le notti più tenebrose vedevano il mago stagliarsi solitario sulle alte torri del castello: un’ombra silenziosa, una sagoma quasi spettrale, una macchia nera contro il gelido candore della pietra illuminata dai raggi lunari.
Il dolore per la perdita di Lily torturava Severus, sottraendogli la voglia di vivere; quando diventava intollerabile, il mago dirigeva i propri pensieri verso gli amati libri, rielaborava qualche complicata pozione o, sempre più spesso, lasciava correre la fantasia a quando lui e Lily erano bambini e si raccontavano storie di magia. Storie che, in qualche modo, gli facevano pensare che la strega non fosse mai realmente morta e che un giorno sarebbe tornata per guarire le sue ferite.
Dentro di lui viveva, e quando il suo ricordo minacciava di sbiadirsi, Severus invocava la cerva d’argento, l’ultimo soffio vitale della sua Lily, abbandonandosi a ricordi ed emozioni passate.
Ma nel segreto del suo cuore, sapeva che vivere di quei sogni non cambiava la vita, così il sogno si tingeva dell’ombra dell’incubo: ogni volta che era a un passo dal raggiungere quegli occhi verdi, essi si chiudevano, ricordandogli che nessuna magia avrebbe mai potuto farli riaprire.
E quando le dita pallide sfioravano i capelli rosso Tiziano, essi si tramutavano in fiamme e Severus si ridestava nella realtà infernale della sua vita.
Ma una notte fece un sogno molto vivido.
Lily varcò le ombre della sua mente e apparve tra spirali di nebbia e luce, i capelli rilucenti quasi quanto i riflessi argentati del Patronus del mago e gli occhi dalla verde luminosità velata dall’atmosfera opaca in cui era avvolta.
Vedendola si sentì colpire da una sensazione simile ad una percezione fisica, come una ferita: insieme alla tenue felicità di poterla rivedere, Severus provò un’emozione più oscura.
“Mi ucciderei…” mormorò nel sonno, comprendendo il proprio desiderio di morire “Mi sacrificherei se potessi riportarti in vita.”
“No, Severus.” Rispose indulgente, lo sguardo dolce animato dall’argento sfavillante della cerva.
“Ma tu… ti sei sacrificata.” Rispose, mentre negli occhi neri ardeva una struggente sofferenza che trapassò il cuore del miserabile assassino che era e che si permetteva ancora, seppur in segreto, di amare un sogno puro e bellissimo. Eppure, al cospetto di quella visione... della sua Lily, Severus si sentiva diverso: tornava a essere un ragazzo innocente che viaggiava verso Hogwarts nello scompartimento di un treno oscillante accanto alla sua amica di infanzia.
“Per amore, Severus. Per amore di mio figlio. Non potevo sfuggire a Voldemort, al mostro divenuto leggenda. Harry sì. Ma la vita non è una leggenda o una storia. La realtà è molto più preziosa di qualunque storia e, a volte, il coraggio più grande è quello di vivere.”
Severus tremò mentre la mano di Lily, avvolta da quella luce eterea, lo sfiorava appena. Quel caldo chiarore rassicurante lo stava pregando di continuare la sua vita, comprata col sangue di troppi innocenti, di combattere i suoi errori, Voldemort... e forse anche se stesso.
Il bel volto di Lily assunse un'espressione morbida, come se avesse compreso i dubbi che stavano tormentando il mago, così pronuciò il suo nome, ancora, facendolo rabbrividire nel profondo.
“Severus, ogni volta che le tenebre minacciano di consumarti, impara a contare sulla verità.”
“Che cosa significa, Lily?”
“Quando l’oscurità sembra cospirare per lacerarti il cuore e la mente, o per mostrarti che non esiste nient’altro al di fuori del dolore e del senso di perdita, guarda in alto, Severus.
Guarda le stelle che splendono nel cielo infinito. Considerale una verità, qualcosa che anche se risiede in uno spazio lontano e intangibile, esiste e brilla ogni notte nell’oscurità del cielo. Così come esistono quei sentimenti nascosti nel profondo della tua anima. Guarda dentro te stesso, Severus, considera il tuo amore una verità, e ricordati di me.”
Ed egli emise un lungo respiro dal quale una sola parola si librò, pronunciata con un tono profondo e melodico, carico di amore e dispiacere.
“Lily…” .
“Impara a guarire la tua anima.”
Il dolore guastò i lineamenti del mago, e nei suoi occhi comparvero dei lucenti bagliori di stelle, trasparenti e preziosi come cristalli.
“Come posso guarire qualcosa che non smette di sanguinare?” le lacrime pungevano nell’oceano oscuro dei suoi occhi, salate, calde, inarrestabili; ma il mago non le voleva lasciar andare e strinse i pugni, sopportandone il peso in silenzio.
“Uscendo dall’antro dei tuoi pensieri. Aprendo gli occhi e ammirando l’energia di un incantesimo che hai appena scagliato, l’intelligenza riposta negli anni di studi dedicati a quei libri, l’eloquenza chiara e semplice di un insegnamento rivolto ai tuoi studenti, il colore brillante di una pozione appena preparata. Perché tutto questo sei tu, Severus. E sei un uomo coraggioso che non fugge di fronte al Male.”
Il mago sospirò, in un breve, difficile sospiro. Le sue scelte erano poche: poteva continuare ad essere una spia, rischiando di perdere la propria vita e avvicinarsi sempre di più al giorno in cui sarebbe stato libero e nuovamente felice. Oppure poteva arrendersi ed essere distrutto, arrendendosi al Male per tramandare la maledizione del serpente alle generazioni future.
“Ma Voldemort distruggerà ogni cosa.”
“Non se la speranza continuerà a opporsi a lui.” Gli rispose, sembrando fermamente convinta di ciò che diceva “Al Male.”
“Speranza?” ripeté con malinconia, mentre il suo sguardo, dolcemente affranto, contemplava quello spettro del passato riflesso nelle lucenti iridi nere “E’ ciò che animava le storie che ci raccontavamo un tempo. Nulla di più.”
“Severus,” rispose con un sorriso che il mago non avrebbe mai sperato di poter rivedere “abbiamo tutti bisogno di sperare, proprio come abbiamo bisogno di storie per imparare a farlo. E tu non hai mai smesso di sperare. Ancora oggi i tuoi sogni racchiudono una speranza per il futuro.”
L’immagine di Lily tremò e cominciò a divenire confusa. In quell’attimo Severus allungò la mano mentre lei lo fissava profondamente negli occhi. L'idea di perderla di nuovo, in quel momento, fu così intollerabile da spingerlo ad agire.
Prima che scomparisse, Severus distese le braccia e, in quel sogno disperato, cercò di raggiungere quello spettro di donna, bianca e lucente, che un tempo era stata la sua Lily: quando si accorse di stringerla e che lei stava ricambiando quel tenero abbraccio, rinunciò a combattere contro le proprie emozioni e si arrese alle lacrime.
Era perduta, ogni particella del suo essere lo sapeva; ma in quel momento era vera, reale, e mentre la stringeva col viso premuto sui suoi dolci capelli ramati bagnati dalle lacrime che si stava permettendo di piangere, Severus si sentì invadere da un infinito amore per lei e capì che neanche la morte avrebbe potuto placare un sentimento così grande.
“Guarda le stelle, Severus.” gli sussurrò Lily un’ultima volta mentre la sua voce diveniva un eco vibrante e lontano, che sembrò penetrargli nel più profondo dell'anima “Guarda le stelle, e ricordati di me.”
Poi quell’abbraccio divenne inconsistente, e la sagoma di Lily si dissipò in nebbia e scintille di luce.
Così la cerva e il sogno svanirono e Severus cadde in un’oscurità vellutata.
Quando il mago si ridestò la tenebra stava svanendo, scivolando nel chiarore del giorno.
Si avvicinò alla finestra e restò a contemplare la luce splendente delle stelle affievolirsi per poi scomparire del tutto.
Nulla era perduto: Severus ora sapeva la verità.
E nei suoi occhi scuri non avrebbe mai smesso di brillare.

Edited by Ale85LeoSign - 17/11/2011, 14:44
 
Top
view post Posted on 17/11/2011, 14:29
Avatar

Pozionista provetto

Group:
Member
Posts:
10,160
Location:
Dalle nebbie della Valacchia

Status:


Ecco qua, perdonate eventuali errori, ma ho ancora un po' di febbre e se non la scrivo/posto ora non lo faccio più :woot:

Titolo: Il giorno più bello.
Autore/data: Severus_Ikari / 16 novembre 2011
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One shot
Rating: Per tutti
Genere: Introspettivo, Romantico, Drammatico
Personaggi: Severus Piton, Hermione Granger, Minerva McGranitt
Pairing: Severus Piton/Hermione Granger
Epoca: più di un’epoca (prima parte post Malandrini, seconda parte 7° libro)
Avvertimenti: AU
Riassunto: il giorno più bello di una persona diventa un incubo per qualcun altro, ma prima o poi tutti viviamo il giorno più bello.





Il giorno più bello




Morto. Un morto che cammina senz’anima e cuore, un vuoto involucro di niente dove le catene del dolore stanno spezzando ogni mio respiro.
Sento le fiamme avvolgermi il corpo, la carne che mi brucia.
Vorrei che la mia vita finisse ora.
“Vattene via da qui!” parole perentorie senza neanche guardarmi negli occhi del tutto gonfi di lacrime.
Avrei voluto dirgli che mai avrei sciolto quell’abbraccio, che mai avrei lasciato quegli occhi di delicata erba fresca, ma nessuna parola mi uscì dalle labbra, soltanto lacrime e silenzi, singhiozzi e dolore.
Sono qui, in questa casa, da solo e il senso d’incapacità s’impossessa pian piano di me, un’inquietudine che mi sale lungo la schiena.
Quando ti senti impotente la rabbia ti assale, un fremito che ti oscura la vista, un arido deserto dove non basta una miriade di miraggi a toglierti la sete.
Mi rivedo immobile in quella stanza mentre i tuoi occhi avevano smesso di guardare il mondo, un incantesimo rotto dal pianto di un bambino.
Un lampo squarcia la notte, non riesce a rompere l’oscurità che circonda il mio essere, un forte clangore risuona nella stanza, propagandosi nella mia testa. Una strana sensazione cresce in me ancora con più intensità, un’erba maligna che mi avvolge togliendomi ogni respiro.
Brandisco la bacchetta come se fossi un cavaliere d’altri tempi pronto a combattere le ingiustizie dell’umanità, ma non sono un cavaliere, sono soltanto un mostro, non combatto contro i mali del mondo, uccido gli innocenti.
Ho ucciso te.
Getto quest’inutile pezzo di legno e per un istante il tempo si ferma, un lungo istante in cui la rabbia per la mia inutilità scorre nelle vene avvelenandomi la carne.
Con furia cieca distruggo ogni cosa attorno a me nella speranza che tutto questo mi aiuti a non pensare, ma è uno sfogo che dura l’attimo di un battito d’ali di un’aquila, che vola alta nel cielo, libera nell’aria solo sua.
Come te.
Voli nel cielo guardandomi con disgusto, come merito di essere visto.
Forse non mi osservi neppure. Ed è meglio così.
Osservo i resti di quella che era la mia camera, osservo un dolore che non si placa. Un amore che non muore. Una vita dispersa tra le dita.
Questa bestia dentro di me non arresta il suo furore, ma cerco di recuperare la bacchetta: il disordine non mi ha mai aiutato, il pensiero di ogni cosa rimessa nel suo preciso ordine acquieta un poco il mio animo ferito.
La vedo immobile tra l’armadio distrutto e il senso d’inutilità s’impossessa nuovamente di me, ma dura l’attimo di un respiro, un attimo in cui i miei occhi si posano su di te.
Su di voi.
Nel mio cuore però ci sei solo tu, l’amore mi rende cieco di ogni altra persona.
Tra le mani un amore che non ho mai conosciuto, due volti attraversati da una felicità che mai è stata mia.
E mai lo sarà.
Ma tu lo eri.
Un invito che per me era una condanna ed ogni volta che i miei occhi si soffermavano su quei sorrisi, una lama mi entrava nella carne.
Un giorno più cupo della notte mi aveva avvolto con le sue ombre di dolore, un altro giorno triste nella mia vita, ormai dilaniata dalla tua perdita.
Pioveva fuori, bagnata nel tuo abito bianco saresti stata ancora più bella e il verde dei tuoi occhi avrebbe illuminato ogni cosa, come un faro cercato dal marinaio smarrito.
Sarai il faro che mi guiderà nel buio che mi attende?
Pioveva anche dentro di me, ed io ero ormai perso in un mare in tempesta che agitava i miei sogni, il mio desiderio di essere accanto a te su quell’invito.
Stringerti ed essere felice nel giorno più bello.
Mi è rimasto soltanto un desiderio nel cuore, nient’altro che un nulla che non potrò mai toccare.
Sognare ad occhi aperti non è mai stato per me, nemmeno nella notte posso perdermi nella felicità di una finzione, soltanto tristi sogni di una realtà che m’incatena al dolore di averti persa e ad una promessa fatta tra i venti che si agitano in me.
Mi ricordo il giorno in cui ho ricevuto il tuo invito, stavi per sposare il tuo James, l’odiato Potter che ti ha strappata da me. Chi voglio prendere in giro, sei uscita dalla mia vita soltanto per colpa mia.
Tu e James, abbracciati, sorridenti, mi guardavate aspettando una risposta al vostro invito: sarei dovuto venire al vostro matrimonio.
Avrei preferito morire piuttosto che vederti sposare un altro, stare accanto a qualcuno che non fossi io per l’eternità.
Vorrei morire adesso e raggiungerti in volo sul mondo, ma io sono destinato all’inferno, ad essere un dannato tra i vivi.
Le immagini del tuo corpo esanime e del tuo sorriso si sovrappongono, si confondono e a me non rimane nient’altro che soffrire: ti ho persa allora e ti ho persa ora, fuggita per sempre dalla mia vita.
“So che non verrai, ma nel mio giorno più bello vorrei averti accanto, vorrei…”, nessun saluto, nessun Sev, soltanto parole precise, parole che mi avevano colpito all’istante.
Immaginavo di esser seduto su una panca, in fondo, celato tra gli altri invitati, mentre ti guardavo, bella all’altare che sorridevi al tuo amato, un sorriso che mai mi sarebbe appartenuto.
Osservavo quella foto e mi sembrava che le tue labbra sorridessero all’immagine di me nascosto nella parte buia della chiesa, che sorridessero a me.
E avevo pianto, amare lacrime che scendevano goccia dopo goccia, lente, a ricordarmi ogni istante che avevo perso nel tenerti lontana.
Adesso non sorridi più, la tua bocca è immobile, una scultura ormai morta che vive nei ricordi.
Nel pianto che riprende a spezzarmi il cuore, una ferita che riprende a sanguinare.
I singhiozzi rompono la notte e non riesco a fermare questo mare in tempesta. Non posso. Non voglio. Voglio solo piangere ogni lacrima che ho dentro, prosciugare ogni essenza fino a morire per vederti un’ultima volta sorridere.
Bramo quel giorno che sarà il più bello per me.
Voglio morire qui, nella solitudine di questa casa, in questa notte dove i tuoni coprono i miei lamenti, dove la pioggia cancella i miei dolori al passo straniero, inginocchiato a piangere l’unica donna che io abbia mai amato e che amerò per sempre.
Il giorno più bello sarà quando ti sfiorerò per un attimo, per ora non posso far altro che vivere ogni giorno nel rimorso di averti ucciso, nel tormento di una promessa che devo mantenere.
Nel giorno peggiore ti ho persa per sempre.

***



Avevo perso l’unica donna che avessi mai amato, avevo perso te, Lily, in una sola notte la mia vita era finita, insieme a te avevo esalato l’ultimo respiro.
Ho vissuto con la speranza che un giorno avrei posato nuovamente i miei cupi occhi su di te, i tuoi occhi verdi sono stati l’ancora che mi ha tenuto immobile in questo mare agitato dove una tempesta infuriava da tempo.
Nella Stamberga Strillante esalavo il mio ultimo respiro, sarei venuto da te, ti avrei sfiorata di nuovo, sarebbe stato il giorno più bello che aspettavo da tempo.
Il destino non ha voluto concedermi neppure questa effimera felicità, nemmeno l’ultimo desiderio di un condannato era stato accolto: ero rimasto in vita e nulla avrebbe avuto più senso.
Non meritavo di vivere quel momento tanto agognato.

***



La vita va avanti inesorabile e non sai mai ciò che ti aspetta fin quando non ti capita.

***



Mi sono lasciato convincere dalle due donne che mi sono davanti, mai la parola “strega” fu usata in modo più appropriato, ancora oggi mi chiedo com’è possibile che ceda davanti ai loro sguardi.
La donna che ho imparato ad amare come una madre.
La donna che ho imparato ad amare e che mi ama nonostante ciò che sono.
Una cena, una stupida cena di fidanzamento.
Harry Potter e Ginny Weasley si fidanzano, la mia felicità è immensa a questa notizia e lo è ancora di più da quando ho saputo che il sottoscritto è invitato.
Hanno fatto le cose in grande, cena per una moltitudine di persone, inviti che lanciano profumo di rose quando si aprono con loro due sorridenti che si abbracciano felici e innamorati.
Davvero commovente.
Il mio sguardo dovrebbe far capire che odio queste festicciole, odio queste dimostrazioni di affetto, vorrei solo starmene davanti al camino, a leggere un libro con la mia bellissima amata, non chiedo di meglio, ma ahimè nessuno domanda il mio parere, tantomeno queste due donne che mi sono davanti e che parlottano tra di loro guardandomi appena.
- Mia cara, se aspettiamo che lo faccia lui questo passo, non si farà mai giorno. – non riuscivo a sentirle, bisbigliavano appena.
Le donne e i loro segreti, mai capirò!
E mai voglio capire!
- Ma, professoressa, non… al diavolo, mi sa che ha ragione, non ne ha proprio l’intenzione. – continuo a non capire cosa si stanno dicendo, e forse, a giudicare dagli sguardi che mandano in questa direzione, è meglio così.
Si avvicinano entrambe alla mia scrivania.
- Severus mi vuoi sposare? – rimango immobile, spiazzato da questa proposta, le parole mi muoiono in gola.
- Non spetterebbe all’uomo fare questa proposta? – l’unica cosa idiota che riesco a pronunciare, avrei dovuto gridare solamente “sì”, ma forse non ne sono capace, ma una proposta fatta da una donna che te lo chiede sbattendo le mani sul tavolo non è propriamente normale.
- Oh, per Merlino, Severus, rispondi e basta! – esordisce scocciata Minerva, la guardo torvo per un attimo poi torno a guardare Hermione.
Per la prima volta nella mia vita lascio parlare il mio cuore mettendo a tacere ogni ragione.
- Mi dispiace. – c’è delusione nei suoi occhi, mentre Minerva vorrebbe Cruciarmi e dire qualcosa, ma non glielo permetto, - Hermione… - alza gli occhi che stanno per piangere, le prendo la mano, - non sono bravo in queste cose, ma… - vedo Minerva che scalpita e le regalo una mia alzata di sopracciglio.
- Andiamo, Severus, sono troppo vecchia per queste cose, ti vuoi dare una mossa! – non bado alle sue parole.
Prendo la bacchetta da sotto il mantello e Materializzo uno stelo d’erba, di un verde brillante, con un incantesimo lo avvolgo su se stesso, prendo la mano di Hermione e lo faccio scivolare lungo l’anulare. Mi guarda con un misto d’incredulità e curiosità mentre Minerva batte furiosamente le dita sul braccio.
Ho la gola secca, ma sono deciso a fare quel che devo, quel che voglio; m’inginocchio e il mio sguardo si lega a quello della mia piccola Grifondoro.
- Hermione vuoi sposarmi? So che sono…
Senza darmi il tempo di aggiungere altro mi circonda il collo con le braccia: - Ti amo, Severus, e voglio sposarti. Sì, ti sposto! – urla tra le lacrime di gioia che le solcano il viso.
La bacio con passione mentre dal piccolo anello d’erba sbocciano tre minuscoli fiori neri.
È il giorno più bello della mia vita.
Vedo Minerva, la forte, coraggiosa e orgogliosa Minerva, regalarmi un sorriso materno mentre una goccia di commozione le scende lungo la guancia.
È davvero il giorno più bello.


----

p.s. la mia campagna Severus felice continua XD l'avevo detto io :rolleyes:
 
Contacts  Top
56 replies since 31/10/2011, 14:11   1036 views
  Share