Il Calderone di Severus

il Buongiorno e... Il Caffè, di Massimo Gramellini

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view post Posted on 24/10/2013, 06:40

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Col tablet e un disastro il copia-incolla, vi lascio il link del Buongiorno di ieri.

www.lastampa.it/2013/10/23/cultura/...XSL/pagina.html



Il tram è il 13, l’orario le 18,05 del 21.10.13: casomai qualcuno pensasse di giocarsi i numeri al lotto come il protagonista di questa storia. Lui è quel signore brizzolato in fondo al tram che sta cercando di fendere il muro di cappotti e telefonini strillanti. Vuole raggiungere la parte opposta per obliterare il biglietto nell’unica macchinetta disponibile. Ogni tanto succede. Gli consigliano di lasciar perdere: con una ressa simile nessun bigliettaio salirà mai a controllare. L’uomo insiste. L’impossibilità di compiere il proprio dovere lo agita fino a farlo sudare. La sua vicina di gomiti intuisce il problema e, anziché consultare il manuale del perfetto menefreghista, offre una soluzione. Gli dice: dia il biglietto a me, che lo passerò a quelli davanti, che a loro volta lo passeranno a quelli davanti, fino alla macchinetta. Non può garantirgli che tornerà indietro, ma perché non provare? Ogni tanto succede.



L’uomo si fida della sconosciuta, e persino questo ogni tanto succede. Lei spiega il suo piano alla ragazza che ha di fronte. Il biglietto decolla, vola di mano in mano sulle teste di tutti e, dopo un viaggio irto di deviazioni e di pericoli, ritorna nelle mani del titolare: obliterato. Lui guarda i numeri stampigliati sul biglietto con occhi affettuosi, dice che li giocherà al lotto. Sul tram, per un momento, tutti si sentono inspiegabilmente felici. Ogni tanto succede. Chi vi ha raccontato la storia è tentato di appiccicarvi una morale che rovinerebbe l’effetto, ma per fortuna rinsavisce proprio all’ultima riga. Ogni tanto succede.



Edited by Ida59 - 24/10/2013, 15:23
 
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view post Posted on 24/10/2013, 06:59
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L'unione fa...un buon rapporto con gli altri e genera fiducia.
Un messaggio alla "volemose un po' più bene".
 
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view post Posted on 24/10/2013, 14:25
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I ♥ Severus


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Bellissimo, lo vedo, quel biglietto che vola leggero sulle ali della fiducia e dell'onestà.

Edited by Ida59 - 17/6/2015, 23:02
 
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view post Posted on 25/10/2013, 08:22

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Ma quanto coraggio ci vuole per fare il bene? Provo goffamente a mettermi nei panni del dottor Melchionda, primario di rianimazione dell’ospedale di San Giovanni Rotondo, quello voluto da padre Pio. Anni fa arriva in reparto D., bimba di sette mesi con problemi respiratori. Gli esami rivelano una malattia rarissima, la sindrome di Bruck, che deforma gli arti e intacca tutti i movimenti tranne quelli degli occhi. I genitori sono anime difficili con vite difficili. Sbandate. Un po’ alla volta le visite al capezzale della figlia si diradano fino a scomparire. Se qualcuno pensa di giudicarli, sappia che il dottor Melchionda non lo ha fatto mai. Il reparto si trasforma in una task force dell’affetto: D. non dovrà mai sentirsi sola. Intorno al suo letto, una siepe di cannule e tubi, ci saranno sempre un medico o un infermiere per farle una smorfia o un sorriso, ricevendone in cambio una strizzata d’occhi. Quando l’assistente sociale domanda chi assumerà la patria potestà della bambina, il primario non ha esitazioni: io. A casa ha moglie e figli, ma quest’altra figlia appartiene alla sua famiglia d’elezione, l’ospedale. Qui il dottore è il papà, suor Noemi la mamma e il personale medico e paramedico la tribù variopinta degli zii. Nel frattempo D. ha compiuto sei anni, è diventata la mascotte del reparto e non passa giorno senza che la sua famiglia in camice bianco non le dedichi un gioco, un pensiero, una porzione di tempo libero. Ieri il tribunale di Bari ha concesso l’affido al dottore, che adesso punta dritto all'adozione.

Ma quanto coraggio ci vuole per fare il bene? Tantissimo, e non essere da soli a farlo aiuta. Tantissimo.

Link: http://www.lastampa.it/2013/10/25/cultura/...RKO/pagina.html
 
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view post Posted on 25/10/2013, 10:47
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Coraggio e Amore, ecco il binomio vincente. L'uno aiuta l'altro e tutti e due generano gioia.
Una storia molto bella in tempi molto brutti.
 
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halfbloodprincess78
view post Posted on 25/10/2013, 14:48




Una storia molto bella che ho sentito oggi al telegiornale e che mi ha profondamente toccata.
 
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view post Posted on 25/10/2013, 15:14

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L'ho letta stamani in bus e mi sono venuti gli occhi lucidi.
C'è ancora buonsenso in questo Paese allo sfascio.
 
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view post Posted on 23/1/2016, 15:01
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Riprendo la pubblicazione di questa rubrica, perchè stimo Gramellini e perchè le considerazioni che fa sono politicamente corrette e condivisibili da molti.
Spero non vi dispiaccia.
Dedico questo Buongiorno a Severus, a me stessa e a tutti quelli che non sono Malandrini... ;)


La vita è bulla



Mi ha scritto un’antica vittima dei bulli. M. P. è un uomo di 52 anni che ripercorre le umiliazioni della sua adolescenza come se fossero ancora materia viva. Descrive «il dileggio, la gogna quotidiana, il respiro che comincia a venirti meno all’angolo prima della scuola». E poi i nomignoli, le risate alle spalle, «le sopraffazioni fisiche, il tuo pacchetto di biscotti sbriciolato sulla testa durante la ricreazione». E, aleggiante su tutto, una sensazione di impotenza e solitudine. Nessuno dei grandi che si accorgesse di quanto succedeva, nessuno che gli desse peso. «Sapevano solo dirmi che ero cagionevole di salute». Gli aguzzini, M. P. li chiama così, hanno poi fatto la loro vita e da adulti, dice, non sono neppure troppo cambiati. Ma nemmeno da ragazzo lui ha mai desiderato appartenere alla ghenga. «Volevo solo essere lasciato in pace e non deriso perché ero timido, non troppo alto, amante della musica classica e imbranato con le ragazze». Il sospetto è che il tempo e la vita non lo abbiano ricompensato. Di sicuro non l’hanno pacificato. «Mi sono costruito una corazza e in alcuni casi mi sono vendicato. Ma nessuno potrà mai chiudere quelle ferite». :cry:



Sembra il racconto di un sopravvissuto. E il suo messaggio finale emana l’autorevolezza sofferta della testimonianza personale. «Agli insegnanti e ai genitori: avete tutto sotto i vostri occhi. Occorre solo la voglia di guardare, di vedere davvero. E ai ragazzi e alle ragazze che vivono questo inferno, un abbraccio da un fratello che vi dice: tenete duro, un giorno l’inferno finirà»
 
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view post Posted on 23/1/2016, 16:20
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:( Non ho mai vissuto nulla di simile e probabilmnete non potrò mai davvero capire... ma la testimonianza è ugualmnete terribile.

Grazie, Chiara, per avere "ripescato" questa discussione. :)
 
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view post Posted on 26/1/2016, 12:44
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Stamattina il brano di Gramellini è dedicato a Beppe Grillo. Le considerazioni non mi sembra offendano nessuno... anzi!
Buona lettura :)

Il canto del Grillo



Il passo indietro, di lato o semplicemente il contrappasso di Beppe Grillo, che scende dal palcoscenico della politica per tornare a calcare quelli dei teatri, si presta a una doppia lettura. Qualcuno ha creduto di scorgervi la malizia strumentale di un comico in declino che utilizza la visibilità del ruolo di leader (ormai ex) per riproporsi al pubblico in una tournée da tutto esaurito. Ma questa dietrologia, per certi versi molto grillina, non mi trova d’accordo. In Grillo preferisco vedere l’uomo di spettacolo che prevale su quello di potere. Due anni fa aveva un bel pezzo d’Italia ai suoi piedi. Avrebbe potuto trasferirsi a Roma ed ergersi ad anti Renzi: non solo a chiacchiere sul suo blog, ma nei comportamenti politici. Non lo ha fatto perché non ne è stato capace e forse anche perché non ne ha avuto voglia. Il potere è un coacervo di relazioni, interessi, compromessi, ricatti, mediazioni, favori e transazioni non necessariamente sporche, ma sempre un po’ opache e comunque noiose, specie per un guitto di talento che dà il meglio di sé nella denuncia sbeffeggiante. D’Azeglio, scrittore e pittore, si lasciò sfilare di buon grado la poltrona di primo ministro da Cavour, riconoscendo in quel professionista della politica un piacere morboso per i meccanismi del potere che a lui invece annoiavano mortalmente.



Quando Freccero propone Grillo in prima serata sulla Rai come Fiorello non sta lanciando una provocazione. Sta chiudendo un cerchio. Alla fine del viaggio l’eroe torna sempre nel luogo da cui era partito. «Te la do io la politica». A farla ci pensi pure Casaleggio con tutti i suoi associati.
 
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view post Posted on 29/1/2016, 15:53
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La foto che propongo va vista alla luce del brano che la spiega. Io, come donna, sono orgogliosa di esserlo più di sempre!
Naturalmente foto e articolo sono tratti da "La Stampa"

Metterci la faccia


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Sul lungomare di Genova, all’altezza della Lanterna, tute e divise si fronteggiano da ore in cagnesco. Gli operai dell’Ilva vogliono raggiungere la prefettura, i poliziotti hanno l’ordine di impedirglielo. Volti contratti, camionette schierate, agenti vestiti da robocop. In questi casi si dice che un gesto sbagliato farebbe precipitare la situazione. Non si pensa nemmeno che possa esisterne uno giusto. Invece quel gesto c’è e lo compie la vicequestore Canessa. Si sfila il casco, mettendoci la faccia. La faccia spavalda di una donna, unica in mezzo a tanti uomini. L’effetto è contagioso. I colleghi maschi si tolgono le maschere e l’operaio più vicino tende una mano, che lei subito gli stringe. Parlano di figli e di bollette da pagare. La tensione si scioglie e, per una di quelle superiori armonie che troviamo più comodo derubricare a coincidenze, un attimo dopo arriva la notizia che il governo ha accettato di mediare il conflitto sindacale e che il corteo potrà sfilare fino alla prefettura.



Un gesto d’impulso ha violato il regolamento di polizia ma ha cambiato le regole del gioco, rompendo lo schema scontato della contrapposizione per inserire una variabile intuitiva.
È emblematico che sia successo a Genova, la città del G8.
Sorprende meno che a compierlo sia stata una donna.
 
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view post Posted on 30/1/2016, 15:29
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Questa è davvero grandiosa nella sua infima stupidità :D

Sottomissione



I geni del cerimoniale che hanno inscatolato quattro statue peraltro velate del museo Capitolino nel timore che, vedendole, il presidente iraniano Rohani avesse uno sgomento ormonale e stracciasse i contratti con le nostre aziende sono i degni eredi di un certo modo di essere italiani: senza dignità. Quella vocazione a trattare l’ospite come se fosse un padrone. A fare i tedeschi con i tedeschi, gli iraniani con gli iraniani e gli esquimesi con gli esquimesi. A chiamare «rispetto» la smania tipica dei servi di compiacere chi li spaventa e si accingono a fregare. Su questa tradizione millenaria, figlia di mille invasioni e battaglie perdute anche con la propria coscienza, si innesta il tema modernissimo del comportamento asimmetrico con gli Stati musulmani. Se un’italiana va in Iran, si copre giustamente la testa. Se un iraniano viene in Italia, gli copriamo ingiustamente le statue. In un modo o nell’altro - in un mondo e nell’altro - a coprirci siamo sempre noi. E la suscettibilità da non urtare è sempre la loro. Ma se la presenza di donne sigillate da capo a piedi su un vialone di Teheran urtasse la mia, di suscettibilità? Non credo che, per rispetto nei miei confronti, gli ayatollah consentirebbero loro di mettersi la minigonna.

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(La Venere capitolina, a sinistra coperta con dei pannelli per la visita di Rohani)


Sarei curioso di sapere come funziona la sensibilità a corrente alternata del signor Rohani (le tette di marmo lo sconvolgono e i gay condannati a morte nel suo Paese no?) e di sentire cosa penserebbe mia nonna di questa ennesima arlecchinata italica: quando ero bambino mi insegnò che il primo modo di rispettare gli altri è non mancare di rispetto a se stessi.

Foto e articolo tratti da "La Stampa"
 
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view post Posted on 30/1/2016, 15:40
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CITAZIONE
il primo modo di rispettare gli altri è non mancare di rispetto a se stessi.

*clap clap*
Siamo sempre i soliti idioti, non c'è che dire, l'ennesima cretinata che ci fa apparire ancora una volta la barzelletta del mondo.
Quella è la nostra storia, la nostra cultura, se prendi i nostri soldi prendi anche quella, ma io credo che sia stato più un "inscatolamento" voluto solo da noi e non richiesto dagli iraniani che per altro discendono dalla Persia che ha storia, cultura e statue come le nostre.
Come pretendiamo che gli altri credano in noi se noi non crediamo in noi stessi e in quello che abbiamo? -_-
Che tristezza vedere quelle statue incartonate come sacchi di pellet qualunque...

Fantastica la vicequestore, un bell'esempio di donna con le palle, quelle di cui sembrano sprovvisti parecchi uomini al giorno d'oggi.

Sui bulli vorrei dire tante cose, ma stendo un velo pietoso, torniamo sempre a questioni di rispetto ed educazione -_-

 
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view post Posted on 30/1/2016, 15:47
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Per Ania: :applauso: :applauso: :applauso: :applauso:
Sono con te!
 
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view post Posted on 3/2/2016, 18:33
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Questa non ve la risparmio, è troppo, davvero troppo!
E io che ho lottato e sostenuto la parità di genere da sempre. :alienff: :angry:


Palp Fiction



Il capufficio toccò il sedere di una sua impiegata e il seno e le parti intime di un’altra, ma va assolto perché è un immaturo: in effetti all’epoca dei fatti aveva solo 65 anni. La sentenza del tribunale di Palermo è di quelle che faranno giurisprudenza, specie in Arabia Saudita. Ecco come sono andate le cose, secondo la ricostruzione dei giudici. Il dottor Domenico Lipari dirigeva l’ufficio delle tasse, gran brutto mestiere, e ogni tanto per rilassarsi palpeggiava le collaboratrici a portata di mano. Ma per scherzo. Nessuno vuole negare che un superiore che gioca alla playstation con le tette di una sottoposta stia compiendo una prevaricazione. Eppure, nel caso in esame, va considerata la gioiosità del contesto. Tanto più che, e qui le virgolette della motivazione sono d’obbligo, «nel comportamento del Lipari non è ravvisabile alcun fine di concupiscenza o di soddisfacimento dell’impulso sessuale». Capito? Le toccava per sgranchirsi le nocche, arrugginite dai troppi accertamenti fiscali. Con la stessa partecipazione emotiva avrebbe potuto strizzare una pallina antistress o quelle del suo vice, anche se così avrebbe corso il rischio di ricevere la patente di «frocio», che forse per tribunali del genere configura giusta causa di licenziamento.



La vera piaga, sembra suggerire l’augusto consesso, è stata la reazione seriosa delle palpeggiate, che anziché prestarsi allo scherzo e magari sbottonare la camicetta per agevolare le operazioni, hanno denunciato il giocherellone. Rivelando, a differenza sua, una mancanza assoluta di tatto.



P.S. Il giudice estensore della sentenza è una donna, purtroppo.
 
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584 replies since 29/10/2011, 13:02   4557 views
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