Il Calderone di Severus

il Buongiorno e... Il Caffè, di Massimo Gramellini

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view post Posted on 29/10/2011, 13:02

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Sperando che a nessuno dia fastidio, nel caso fatemelo sapere, mi piacerebbe postare alcuni articoli di Gramellini, giornalista e vicedirettore de La Stampa, che personalmente adoro.
Ovviamente i commenti agli editoriali sono più che ben accetti. :)


"Quel terrone di Virgilio

Leggo sul blog «L’Indro» che un assessore leghista di Mantova (capitale delle zucche, anche di quelle vuote) si oppone fieramente alle celebrazioni con cui la città sta onorando in queste settimane il suo figlio più famoso, Publio Virgilio Marone.
Già la professione del Marone, poeta, deve aver insospettito l’assessur. I poeti sono gente che produce chiacchiere, mica truciolato e tantomeno fatturato (se non molti secoli dopo la morte, sotto forma di libri di testo adottati dalle scuole rosse). Inoltre il Marone era un traditore. Scriveva in una lingua astrusa: il latino. Ed era emigrato al Sud. Non solo a Roma ladrona, dove aveva bazzicato il governo centralista di un certo Augusto Imperatore. Addirittura più giù, nelle ville campane e sicule del suo sponsor Mecenate.
Non pago, era andato a morire in Puglia, che allora si chiamava Calabria (tant l’è i’stess), e si era fatto seppellire a Napoli, in attesa di finire giustamente all’Inferno con quel cattolico di sinistra, il Dante. E nessuno salti su a parlare di macchina del fango: il Marone ha confessato tutto. Nel famoso epitaffio: «Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenec nunc Parthenope». Mantova mi generò, la Calabria mi rapì, ora mi custodisce Napoli. Ecco, se lo tenga, è il pensiero dell’assessore Vincenzo Chizzini. Che al posto di Virgilio ha proposto di festeggiare un mantovano doc, Teofilo Folengo. Poeta anche lui (nessuno è perfetto), ma inventore del maccheronico, penultima evoluzione del linguaggio padano prima di quella, definitiva, rappresentata dal dito medio del Bossi."

Non so voi, ma io ho seriamente voglia di espatriare. :angry:

Edited by chiara53 - 17/2/2017, 19:13
 
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view post Posted on 29/10/2011, 23:21
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Personalmente ormai mi stupisco poco di queste cose, il grado di ignoranza che c'è in questo paese è spaventosa.
Come possiamo essere un paese se ci sono questi disfattisti ignorantoni? :wacko:
Che vergogna, che schifo, come diavolo si fa a paragonare (ed insultare) Publio Virgilio Marone con Folengo (che io sappia non ha inventato un bel niente, era solo uno dei maggiori esponenti del latino maccheronico :unsure: boh) con tutto rispetto per quest'ultimo, che poi secondo me non c'è proprio da paragonare nulla, sono due cose completamente diverse, epoche diverse, un abisso.
Sono tutte e due di Mantova e basta, se uno vaga per l'Italia allora perde la cittadinanza originaria?! :woot:
Ma roba da matti :blink:
Io non voglio espatriare, vorrei che se ne andassero questi visto che non si sentono facenti parte di questa nazione, si costruissero un'arca e se ne andassero a quel paese lontano :angry:

p.s. però molti bei ceffi con la cravatta verde i soldi li vengono a prendere a Roma ladrona :truce: :truce: :truce:


Edited by Ida59 - 17/6/2015, 22:29
 
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arcady
view post Posted on 30/10/2011, 09:54




Nemmeno io mi stupisco più di nulla, però devo dire che ho notato che le persone, i cittadini, nella maggior parte dei casi non vengono assolutamente rappresentate da questi assessori ignoranti (e gli faccio un complimento...)
Questo, almeno, mi consola un ppò, anche se è una cosa gravissima non venir rappresentati dai propri "rappresentanti". Certo, non è assolutamente una novità...
Si, per tante cose, il nostro è un bruttisimo paese, non valorizzato e dove l'ignortanza più buia sta prendendo piede (io guardo i ragazzini che vanno a scuola con il figlio del mio moroso e mi metto le mani nei capelli...). Però finchè c''è chi non si dimentica della cultura, io continuo a sperare.
In fondo non mi aspetto niente di diverso da un ignorante Leghista (scusate se offendo qualcuno, ma se uno è leghista, a mio parere "parte" ignorante).

Edited by arcady - 30/10/2011, 10:37
 
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view post Posted on 30/10/2011, 12:54
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CITAZIONE (pingui79 @ 29/10/2011, 13:02) 
Sperando che a nessuno dia fastidio, nel caso fatemelo sapere, mi piacerebbe postare alcuni articoli di Gramellini, giornalista e vicedirettore de La Stampa, che personalmente adoro.
Ovviamente i commenti agli editoriali sono più che ben accetti. :)


"Quel terrone di Virgilio

Leggo sul blog «L’Indro» che un assessore leghista di Mantova (capitale delle zucche, anche di quelle vuote) si oppone fieramente alle celebrazioni con cui la città sta onorando in queste settimane il suo figlio più famoso, Publio Virgilio Marone.

Trovo questa idea molto interessante ,Gramellini, vice direttore della Stampa è una persona che stimo,con l'occasione ( a rischio di andare un attimo OT) vi consiglio di leggere il suo libro "l'ultima riga delle favole" . Tornando a noi, ma vi pare che chi sostiene che la cultura non si mangia possa tollerare o ricordare Virgilio vanto non solo dell'Italia ma dell'universo mondo. Io all'università mi sono letta in " LATINO" (inutile e vetusta lingua)per un esame, Bucoliche, Georgiche e Eneide , il grave è che mi sono pure piaciute. Ora non pretendo che l'assessore in questione, che potrei soprannominare "neurone solitario" faccia altrettanto, almeno in Italiano, così, tanto per rendersi conto di chi stiamo parlando, cioe' quel Virgilio lì . Tra l'altro a Mantova ci sono degli splendidi giardini con al centro una statua del Virgilio di cui sopra, non mi meraviglierei che venisse sostituita con un sole delle Alpi! Non dobbiamo permettere a nessuno di portarci via, o meglio rubarci non solo la cultura, ma il cervello! Non dobbiamo espatriare, dobbiamo continuare a discutere, scrivere, sostenere quelle che sono di sicuro le piu' importanti cose che ci aiutano a vivere :la poesia, il teatro, la lirica, la lettura, l'arte in tutte le sue forme , il patrimonio archeologico ( il piu' ricco al mondo), ma per fare questo, per aiutarci ed insegnarci a capirlo ci vuole LA SCUOLA una scuola che serva non solo a imparare a leggere ed a far di conto ( secondo qualcuno non serve molto di piu'), ma a pensare. Un popolo che pensa è un popolo pericoloso. Ecco perchè Virgilio va dimenticato e Folengo ( Chi era costui?) si puo' accettare.
 
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view post Posted on 30/10/2011, 19:52

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Che bello, sono contenta siano arrivati i commenti!
Concordo con tutte voi e aggiungo che ovviamente quella di espatriare era solo una mia battutaccia: non potrei mai fare questo al mio Paese, ma ho il dovere (visto che me ne tolgono il diritto) di approfondire e diffondere la cultura che ha forgiato quesa nazione e questa nostra lingua.
A quel paese io ci mando volentieri i politici di questa risma.
 
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Swindle
view post Posted on 30/10/2011, 20:13




Ahh, che tristezza.
Mi chiedo cosa passi per il cervello di questi esimi signori, quando si inventano ste cose. Evidentemente aria fritta. Bah.
Certo che basta guardare chi abbiamo come ministro dell'istruzione, che ogni giorno ne tira fuori una... e non ci si stupisce più di nulla.
Sinceramente, non riesco più a dire nulla su quanto stia cadendo in basso l'Italia in quanto a istruzione e cultura. Dovremmo essere fieri della nostra cultura, e invece... :(

Per quanto riguarda Gramellini, invece... semplicemente l'adoro.
Due anni fa ho fatto uno stage alla Stampa (con la scuola), e una mattina a turno, ci hanno fatto entrare alla riunione che fanno per decidere i servizi del giorno.
Ecco, a me è capitato proprio il giorno in cui il nostro Presidente del Consiglio usciva dall'ospedale, dopo quello spiacevole incidente avuto con la statuetta del Duomo di Milano... ricordate?
Ricordate la ferita, la faccia stravolta di Berlusconi, le immagini con il "sangue"?
Ecco, io credo di non aver mai riso tanto come assistendo a quella riuonione. E Gramellini... ahahah. xD


Sarebbe carino postare i suoi "buongiorno", personalmente non riesco sempre a leggerli tutti, ma mi piacerebbe molto. L'ultimo che ho letto, molto bello, è stato quello per Simoncelli...
 
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view post Posted on 30/10/2011, 22:37

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Se volete li posto io, però ci saranno alcuni giorni in cui li posterò la sera poichè per la maggior parte del tempo sono fuori casa e senza connessione.
Ve ne lascio un altro, se vi va, vi indico anche la data di pubblicazione.



28 ottobre 2011

Quelli che muoiono presto
"Da sempre la morte rende mitici i giovani che la incontrano lungo la strada dei propri sogni. Ma forse la tantissima Italia che si è innamorata post mortem di un motociclista che fino alla settimana scorsa era noto soltanto agli appassionati cerca di raccontarci qualcosa di più.

Il fenomeno Simoncelli ha colto di sorpresa persino i suoi amici, che continuano a ripetere: non immaginavamo fosse così amato. Infatti non lo era, prima della tragedia, se non nel cerchio magico che ieri si è stretto intorno alla sua bara, in uno dei funerali più coinvolgenti a cui mi sia capitato di assistere in televisione: confesso che quando Valentino Rossi ha fatto rombare la Honda numero 58 in mezzo alla navata centrale della chiesa, le lacrime sono franate a valle senza incontrare resistenza.

Da qualche giorno Simoncelli è il nome più ricercato sul Web e il titolo più letto sui giornali. Certo: è morto giovane come il Grande Torino, come James Dean. E in quel modo orribile, riproposto ossessivamente dalla tirannia delle immagini che governa le nostre emozioni. Però c’è dell’altro. C’è che Simoncelli non era un campione consacrato, ma una potenzialità. Era quel verbo futuro che non riusciamo a coniugare nelle nostre vite, appiattite in un eterno presente senza traguardi né desideri che non siano la difesa angosciata dell’esistente.

La sua fine ci commuove e ci spaventa. Perché è come se ci avessero ammazzato il futuro, dando forma a una nostra paura profonda. E mette i brividi, adesso, riascoltare i versi della sua canzone preferita, l’anacoluto più famoso e terribile di Vasco e dell’intera musica italiana: «Siamo solo noi. Quelli che poi muoiono presto. Quelli che però è lo stesso»."
 
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view post Posted on 30/10/2011, 23:05
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Un articolo molto bello sono molto d'accordo su questa frase:
CITAZIONE
Era quel verbo futuro che non riusciamo a coniugare nelle nostre vite, appiattite in un eterno presente senza traguardi né desideri che non siano la difesa angosciata dell’esistente.

ed è preoccupante, giovani che non hanno più sogni o mete da raggiungere, è verissimo, e mi ci metto anche io in mezzo, giovani che non hanno le palle di darsi una svegliata per rincorrere i loro sogni.
E Marco era uno di quelli, un ragazzo pulito, semplice, che amava le cose normali, e che inseguiva il suo sogno, su una moto spaccava il mondo e nulla sembrava fermarlo.
Una grandissima perdita, non solo per il moticiclismo, ma anche per una gioventù che non ha simboli puliti e semplici, e lui lo era, era pulito e semplice, e io pianto davvero tanto :(.
 
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view post Posted on 1/11/2011, 12:15

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"Non si può, ma si può.

Uno dei frutti velenosi di questa crisi è che abbiamo smesso di credere nel potere della democrazia di migliorarci la vita. Trovo emblematico il dissidio fra due pesi massimi del nostro immaginario, Steve Jobs e Barack Obama, ricostruito dal Wall Street Journal. Il padrone della Apple chiese al Presidente di garantire la carta verde (il permesso di residenza) agli stranieri che si laureavano in ingegneria negli Stati Uniti. Obama rispose che sarebbe stato felice di accontentarlo, ma che gli mancavano i voti per far approvare la riforma dal Congresso. Jobs si imbestialì: «Invece di farle, continui a spiegarmi perché le cose non si possono fare!». Il peggiore degli insulti per chi, come Obama, era stato eletto con lo slogan «Yes we can».
Il cittadino confuso e infelice si riconoscerà nel pragmatismo autoritario di Jobs. Uno che, non dovendo mediare con nessuno, poteva trasformare le sue visioni in azioni e i suoi progetti in oggetti. Obama incarna invece l’impotenza della politica, che anche quando si riempie la bocca e il cuore di cambiamento, deve misurarsi con i meccanismi della democrazia che ne rallentano e depotenziano le decisioni.
L’idea che per cambiare la politica basti cambiare i politici è una pia illusione che si rinnova a ogni campagna elettorale. Bisogna cambiare le regole: di funzionamento e di rappresentanza. La democrazia non è burocrazia e nemmeno una delega al santone di turno. È partecipazione alla vita della propria comunità. Si può ripartire solo da lì. Prima che i cittadini esasperati imbocchino la solita scorciatoia del dispotismo."

Uno dei mali peggiori della nostra società: il burocratismo.
 
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view post Posted on 2/11/2011, 14:44

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"Chiedimi se sono felice

Ho provato a rispondere ad alcune domande del questionario con cui il premier britannico David Cameron pretende di misurare la felicità dei suoi concittadini.

1. Siete soddisfatti della vostra vita? A ondate, come tutti, finché non arrivò un questionario a chiedermelo: lì entrai in crisi. 2. Quanto soddisfatti siete di stare con vostro marito/moglie? L’amore non si commenta e soprattutto non si pesa: è talmente leggero che quando lo metti sulla bilancia vola via. 3. Che voto dareste alla vostra salute fisica e mentale? Mi occupo più della prima, ma mi preoccupa più la seconda: un sei politico a entrambe, comunque. 4. Avete un lavoro e vi piace quello che fate? Sì e, guardandomi in giro, quasi me ne vergogno. 5. Siete soddisfatti del vostro stipendio? Se penso a un ricercatore universitario, sì. Se penso a Scilipoti, no.

6. Che grado di istruzione avete? Non abbastanza elevato per comprendere le parole pronunciate da Tremonti alla Sagra della Zucca: «Sta venendo il tempo per mettere il pane al posto delle pietre e l’uomo al posto dei lupi». Ma sufficiente a capire che in un momento come questo un ministro dell’Economia non dovrebbe andare alla Sagra della Zucca vestito da zucca. 7. Avete fiducia nei politici e nelle amministrazioni locali? La prossima domanda, per favore. Ah, non ce ne sono altre? Allora, signor questionario, te ne farò una io: perché in un mondo dove tutto è già numero, graduatoria e statistica, non lasci libero almeno il mio cuore di godere e soffrire senza parametri? La felicità è un sentimento, non un censimento."
 
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view post Posted on 3/11/2011, 12:09

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La megliocrazia

Mai come in queste drammatiche ore ci sentiamo di dar ragione all’economista Luigi Zingales quando dice che l’Italia è una peggiocrazia, il governo dei peggiori. La prevalenza del cretino, o comunque del mediocre, raggiunge la sua apoteosi in quella caricatura di democrazia che è diventata la nostra democrazia. Oggi qualsiasi persona di buonsenso, di destra o di sinistra, riconosce che questa politica svilita dai clown e dalle caste dovrebbe affidarsi ai seri e ai competenti. Figure alla Mario Monti, per intenderci. E ce ne sono tante. Ma qualsiasi persona di buonsenso sa anche che, se i Mario Monti si presentassero alle elezioni, le perderebbero. Perché non sono istrionici né seducenti. Verrebbero surclassati da chi conosce l’arte della promessa facile e dello slogan accattivante, in quanto una parte non piccola degli elettori è così immatura da privilegiare i peggiori: per ignoranza, corruzione, menefreghismo.

Dirò una cosa aristocratica solo in apparenza. Neppure le sacrosante primarie bastano a garantire la selezione dei migliori. Per realizzare una democrazia compiuta occorre avere il coraggio di rimettere in discussione il diritto di voto. Non posso guidare un aeroplano appellandomi al principio di uguaglianza: devo prima superare un esame di volo. Perché quindi il voto, attività non meno affascinante e pericolosa, dovrebbe essere sottratta a un esame preventivo di educazione civica e di conoscenza minima della Costituzione? E adesso lapidatemi pure.

 
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view post Posted on 3/11/2011, 21:38
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Bello il questionario e temo che allo stato attuale alcune risposte non sarebbero poi così diverse.
I questionari manda Cameron, facesse altro, e non solo lui ovvio, pensiamo a casa nostra che di certo non sta meglio -_-

La megliocrazia in Italia non esiste e mai esisterà, purtroppo, basta solo vedere che bei politici che abbiamo.
 
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view post Posted on 3/11/2011, 22:03

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Concordo in pieno.
Gli ultimi due articoli li ho postati senza commentarli, altrimenti sarei stata censurata dagli Admin. :angry:
 
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view post Posted on 4/11/2011, 11:37

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L'altro italiano

Ma è davvero italiano? mi chiedeva con malizioso candore un collega straniero a proposito di Mario Draghi. E già: parrà impossibile a chi trova più comodo rappresentarci tutti come macchiette, ma anche Mario Draghi è italiano. L’altro. Quello che sa di cosa parla e che parla solo di ciò che sa. Quello che non cerca immediatamente di trasformarti in suo complice. E che sta sempre attento a non attirare l’attenzione, tanto che molti ne ignorano l’esistenza. Eppure c’è. Nelle imprese, nei mestieri, nelle università (straniere, di solito): dappertutto, tranne che in politica, perché i politici non lo metterebbero in lista e gli elettori emotivi non lo voterebbero mai.

L’altro italiano non è un santo (Draghi, per esempio, ha lavorato da Goldman & Sachs, cattedrale della finanza che non dà molti punti per il concorso di santità). Ma è una persona affidabile e la sua serietà non gli impedisce di essere creativo. Di svolgere, nella scacchiera del mondo, la parte del cavallo: mentre le altre pedine si muovono sui sentieri dell’ovvio - orizzontale e verticale lui imprevedibilmente scarta. Diventa presidente della Banca Europea e ti piazza subito una riduzione del costo del denaro che ai suoi predecessori sarebbe stato possibile estirpare soltanto con le pinze. Tanti vorrebbero che l’altro italiano lasciasse le imprese, i mestieri e le università per la politica. Ma l’esperienza di Draghi ci dimostra che non è così indispensabile: si può migliorare la reputazione dell’Italia facendo cose diverse dalla politica. Ci vengono anche meglio.

 
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view post Posted on 4/11/2011, 18:07
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Fortunatamente italiani di cui andare fieri ancora ci sono, ma obbiettivamente sono tantissimi, tranne i politici ;)
 
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