Il Calderone di Severus


La poesia ispira la prosa - Poesia n. 6
Poll choicesVotesStatistics
Un desiderio (Severia)4 [36.36%]
Come un film in bianco e nero (halfbloodprincess78)3 [27.27%]
Foglie d'autunno (Severus_Ikari)2 [18.18%]
Farfalla notturna (Ale85LeoSign)1 [9.09%]
Il momento giusto (B'Elanna)1 [9.09%]
Temperance (Ida59)0 [0.00%]
Per te (misslegolas86)0 [0.00%]
0 [0.00%]
0 [0.00%]
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La poesia ispira la prosa - Poesia n. 6

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Swindle
view post Posted on 10/10/2011, 17:17




lapoesiaispiralaprosami


Ecco la quarta poesia che ispirerà la vostra prosa:


Sera (Garçia Lorca)


Sera piovosa in grigio stanco.
Tutto è così.
Gli alberi secchi.
La mia stanza solitaria.

E i ritratti vecchi
e il libro intonso...

Trasuda la tristezza dai mobili
e dall'anima.
Forse
la Natura ha per me
il cuore di cristallo.

E mi duole la carne del cuore
e la carne dell'anima.
E parlando
le mie parole restano nell'aria
come sugheri sull'acqua.

Solo per i tuoi occhi
soffro questo male;
tristezze del passato,
tristezze che verranno.

Sera piovosa in grigio stanco.
E va la vita.





Avete tre settimane di tempo, dal 10 al 30 ottobre (ore 24.00) per scrivere la vostra fanfiction sulla saga di Harry Potter e inserirla in questa stessa discussione-sondaggio.


- La poesia serve per ispirare la prosa che i concorrenti scriveranno, ma non è necessario che la fiction ricalchi l'intera poesia, tutti i suoi versi e significati, la cui interpretazione, per altro, può anche essere molto soggettiva. La fiction può quindi basarsi anche solo su alcune strofe, perfino su versi sparsi.
Qualora la storia si ispiri solo ad alcune parti della poesia, è però necessario che l'autore trascriva le strofe/versi ispiranti prima della fiction
- Se l'autore lo ritiene opportuno, può spiegare il nesso per lui esistente tra poesia e fiction.
- Totale libertà sulla scelta dei personaggi che però devono essere di HP (ammessi anche personaggi originali)
- Accettato qualsiasi genere
- Lunghezza massima 2500 parole.
- Rating: per tutti (accettabile anche un blando VM14: saranno gli amministratori del forum a decidere, eventualmente invitando l'autore ad "autocensurare" pezzi ritenuti "troppo forti")
-Le 8 storie vincenti (e anche le seconde classificate) nei singoli round faranno parte di una raccolta da pubblicare su MSStorie.
-Deroga al regolamento per l'inserimento diretto delle storie sul forum senza la preventiva pubblicazione su MSS, ma richiamo al preciso rispetto dei divieti e delle regole dell'archivio (le storie che contravvengono ai divieti verranno cancellate) e invito all'invio delle storie anche a MSS.

Non è obbligatorio iscriversi al turno del concorso, ma se vorrete farlo lasciando un messaggio in questa discussione, sarà bello attendere tutti insieme i vostri lavori (e faciliterete il lavoro agli organizzatori che devono predisporre il sondaggio).


Il vincitore del turno del concorso otterrà questo bellissimo banner (completato col suo nome e il titolo della sua fic)

paperscrollexample


e tanti punti quanti saranno i voti che riceverà nel sondaggio che rimarrà aperto dal 31 ottobre al 6 novembre. Ricordate di confermare il vostro voto con un messaggio in questa discussione, altrimenti non sarà considerato valido.

Ecco le storie partecipanti coi relativi Link (la lista verrà aggiornata man mano che le storie arriveranno):

Farfalla notturna (Ale85LeoSign)

Temperance (Ida59)

Per te (misslegolas86)

Il momento giusto (B'Elanna)

Foglie d'autunno (Severus_Ikari)

Un desiderio (Severia)

Come un film in bianco e nero (halfbloodprincess78)


Edited by Ida59 - 6/7/2017, 16:42
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 14/10/2011, 08:42




Senza esitazione alcuna mi iscrivo!
 
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Severia
view post Posted on 14/10/2011, 18:44




Storia già scritta :) Necessità però di rilettura! Intanto mi iscrivo.

Edited by chiara53 - 26/6/2015, 15:37
 
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Swindle
view post Posted on 14/10/2011, 19:53




Oh, ma bene! :D
Già due iscritte, evviva! :)

Partecipanti:
Ale
Severia
 
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view post Posted on 14/10/2011, 20:56
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I ♥ Severus


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Io ancora non ho cominciato neppure a leggere la poesia (che tra l'altro ho proposto io...) perchè ero in altre faccende affaccendata...

Edited by chiara53 - 26/6/2015, 15:39
 
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view post Posted on 19/10/2011, 09:53
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I ♥ Severus


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Ok, ho l'idea: mi iscrivo.

Edited by chiara53 - 26/6/2015, 15:39
 
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Swindle
view post Posted on 22/10/2011, 10:48




Scusami, Ida, ti iscrivo subito. ^_^

Partecipanti:
Ale
Severia
Ida



Ma... ehilà, c'è nessunooooooooooooooooooooo???
Autori, dove siete finiti?!
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 23/10/2011, 11:32




Inizio a pubblicare la mia storia, finita e riletta.



Farfalla notturna



L’incantesimo del Mangiamorte echeggiò con un tipica nota secca, acuta e maligna, squarciando il silenzio delle tenebre.
Severus aveva udito quel suono agghiacciante così spesso da essere in grado di valutare con precisione la distanza e la traiettoria del colpo.
Un unico incantesimo non verbale, partito da circa 500 metri, esattamente di fronte a quello studente di Grifondoro, braccato con fin troppa facilità dagli emissari di morte di Voldemort.
Severus arrivò in tempo per vederne gli effetti devastanti.
La testa del ragazzo scattò all’indietro, come se fosse stata colpita da un pugno. Le mani rimasero ancora un attimo aggrappate a quella vita che stava svanendo. Poi le dita inerti si dischiusero ed egli cadde: il corpo si abbatté sul terreno, ma negli occhi di Severus, l’anima continuò a precipitare nell’abisso.
Il mago rimase immobile, incredulo. La sua mente rifiutava il fatto che un altro innocente fosse morto per il desiderio di sangue del suo padrone.
Tutto si era compiuto nel giro di pochi istanti, così come in pochi secondi Severus si era già ricomposto, sollevando il mento e serrando i pugni, attendendo che i Mangiamorte se ne andassero.
Di lì a breve, una risata sguaiata segnò la ritirata degli assassini.
Dopo alcuni istanti, mentre nel cielo notturno saettavano i primi lampi, come fossero echi di quell’incantesimo di morte, cauto e silenzioso, Severus si avvicinò al ragazzo.
Ancora una volta si ritrovò solo con una morte che lui stesso, arrivando troppo tardi, aveva causato e reso inarrestabile. Così la sua anima era caduta una volta di più nel fango di un’estrema degenerazione, macchiandosi di nuovo sangue innocente.
Si inginocchiò al suo fianco e lo voltò, appoggiandogli una mano sulla spalla.
Avvertì subito un senso di vuoto, una morsa gelida gli attanagliò il torace e afferrò la gola, infliggendogli un dolore bruciante.
La vicinanza di chi stava morendo lo turbava sempre: quando era costretto a farlo, preferiva uccidere rapidamente, in modo pulito, rimanendo sull’orlo di sensazioni, di intimo dolore personale.1
Le sue vittime, umanamente stordite, morivano tranquille e compiacenti: chiudevano gli occhi e sprofondavano in magnifici sogni eterni.
Cadendo a terra, la testa del ragazzo aveva battuto con violenza contro una pietra, tanto da fracassarsi.
Il sangue si stava raccogliendo in una pozza scarlatta nella quale Severus vide il riflesso argentato dell’emblema della sua scelta dannata.
Ma sotto quella maschera d’argento che gli nascondeva il volto, c’era una corrente sotterranea di ricordi ed emozioni: l’impressione sbiadita di una ragazza dal semplice e dolce viso, con gli occhi di puro smeraldo.
Persino la morte non era riuscita a placare il suo desiderio per lei…
Avrebbe potuto indugiare su quei pensieri rimanendo nell’ombra malvagia di quella maschera, ma Severus voleva respirare la morte, l’ennesimo senso di colpa: così le dita pallide risalirono al freddo metallo e lo rimossero, portando alla luce il volto sofferente di un uomo.
Solo spogliandosi delle crudeli menzogne di cui era vestito poteva permettere al suo vero io di respirare sprazzi di quella vita rubata ad altri, nella quale, nonostante tutto, vivevano ancora i riflessi di una speranza amata. Un giorno Severus avrebbe rimosso per sempre l’argentea, dannata maschera di una vita passata, lasciando che cadesse ai suoi piedi e si frantumasse, per dissiparsi in polvere di argento scintillante: quel giorno non sarebbe più stato un miserabile assassino, intrappolato in un’eterna notte di colpa, ma un uomo rinato nell’alba della propria libertà.
Ma non era quello il giorno.
Posandola a terra, sapeva che l’avrebbe dovuta indossare nuovamente, per quanto pesante potesse essere.
Prese in grembo la testa squarciata della giovane vittima: era pesante e umida di sangue, ma mai quanto l’oggetto di cui si era appena liberato, perché nei riflessi di quell’argento corrotto erano imprigionate le anime di troppi morti...
Si portò due dita sottili alla gola, cominciando ad allentare il foulard di seta che gli avvolgeva il collo.
Lentamente si mise a tamponare la ferita e il tessuto sottile si impregnò subito di sangue. Era un gesto inutile, ma gli servì ad alleviare la sensazione di impotenza che lo stava divorando mentre era inginocchiato, le spalle ricurve, lo sguardo grave, tenendo tra le braccia il corpo esanime del giovane.
Si trovò congelato a contemplare la morte, intrappolato in un Inferno di perpetuo tormento.
I capelli, neri come ali di corvo, ondeggiando lievi al vento umido che precede la tempesta, mandando bagliori indaco alla luce dei primi lampi. Gli occhi, neri, dallo sguardo fermo e penetrante, sembravano affacciati su un’altra tempesta, molto più cupa di quella che il sibilo del vento stava annunciando.
Stava vivendo quella morte assaporando il respiro freddo della notte, le gelide lame sulla pelle, la sensazione di libertà e di prigionia, il cuore che batteva mentre un altro si era fermato per sempre, correndo veloce al ritmo del desiderio di ribellarsi, del male invadente che lo circondava e di trascorrere quell’attimo a contare le ultime lacrime di quel ragazzo, mentre scivolavano piano dal viso esanime, tinto del colore caldo della morte, prima di cadere a terra, macchiare l’erba verde e inaridire la speranza.
Lacrime e sangue stavano nutrendo quel terreno arido di vita, come se n’era nutrito il suo animo, bruciando e ardendo di una fiamma sempre più forte che voleva solo esplodere e liberarsi per sempre dalla schiavitù della catena che la imprigionava: una stretta maglia di ferro, nelle sembianze di un teschio e di un serpente.
L’esito della sua scelta era stato terribile e senza speranze, ma cercando una vita migliore, di affascinante magia oscura e conoscenze che bramava dal profondo, aveva finito per sacrificare la parte migliore di sé, gettandola nell’ombra del senso di colpa perenne.
Severus rimase inginocchiato a lungo, tenendo il ragazzo stretto a sé. Lo guardava come se l’ultima speranza di vita fosse morta, come se lo spettro del passato fosse riemerso in quegli occhi spalancati e vitrei.
Con orrore si rese conto che quello poteva essere il futuro del suo giuramento di amore eterno, perché quel ragazzo sarebbe potuto essere Harry Potter, ciò che restava in vita della sua Lily. Per un momento quella visione lo sopraffece e chiuse gli occhi, mentre la capacità di ragionare andava in frantumi, schiacciata da un dolore così grande.
Emise un unico sospiro, come se avesse abbandonato ogni speranza, ogni paura, ogni desiderio, persino il ricordo tormentoso delle persone a cui aveva voluto bene.
“Lily…”
Mentre stava per arrendersi agli elementi e alla disperazione, fu proprio l’immagine di Lily a chiedergli di agire: in un attimo un ricordo amaro lo proiettò in quella stanza, quando l’aveva tenuta stretta dopo che Voldemort se l’era portata via per sempre.
Lacrime non versate gli bruciavano dietro le palpebre, evocando una disperazione superiore a quella che avesse mai provato prima, un sentimento che trascendeva il tempo, lo spazio e la fragilità fisica, lacerando il velo che separava la terra dal cielo, la logica dalla follia.
Mai nella sua vita era stato così sconfitto, mai si era sentito così desideroso di abbracciare la morte.
Ma in quel momento, mentre al posto di Lily le sue mani stringevano il corpo di quel ragazzo innocente, si rese conto che soltanto se desiderava ancora redimere se stesso e salvare dalla maledizione del serpente le generazioni presenti e future, poteva ancora compiere il sacrificio di continuare a lottare.
Solo col sacrificio della sua anima avrebbe potuto continuare ad amare.
Trasse un profondo respiro e, delicatamente, appoggiò a terra il corpo del ragazzo.
All’irrompere dell’alba, raccolse la maschera, ciò che doveva combattere, e si alzò.
Ogni traccia di compassionevole tristezza era sparita dal suo volto che, al contrario, riluceva della stessa decisa gloria del giorno che avanzava, della stessa magnifica autorità con cui i raggi del sole si stavano facendo strada tra le nubi, annientando la tempesta. La sua aura di forza fisica crebbe, e i bagliori incandescenti dell’aurora si rifletterono negli scuri occhi imperiosi, incastonati nella pallida bellezza puramente umana del volto.
Sapeva che altri eroi e altri vinti sarebbero caduti, ma la sua fede avrebbe retto. Avrebbe respinto la paura di fallire, l’avrebbe sostenuto e, alla fine di tutto, Lily avrebbe spezzato le sue catene per liberarlo per sempre.
Alzò la mano pallida e lasciò andare il foulard di seta macchiato di sangue. Mentre fluttuava verso le tenebre come una farfalla notturna, si spalancò, mettendo in mostra il verde brillante dello sguardo della sua vittima.
Così la vita era di nuovo volata verso l’oscurità, la stessa tenebra, spezzata dal fuoco del giorno, in cui Severus Piton avanzava, incorrotto dalle forze malvagie alle quali si stava volontariamente sacrificando.
__________________________________________________________

1Un omaggio al Severus di Ida.

Edited by Ale85LeoSign - 23/10/2011, 14:30
 
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Swindle
view post Posted on 23/10/2011, 13:07




Yeiiii, grande Ale efficentissima! ^_^
 
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view post Posted on 23/10/2011, 14:06
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Pozionista sofisticato

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E mi duole la carne del cuore
e la carne dell'anima.
...................................
Solo per i tuoi occhi
soffro questo male;

La poesia ( bellissima complimenti per la scelta) ha ispirato profondamente il tuo racconto, gli occhi e la vita dello sconosciuto sono, nel ricordo, gli occhi di Lily e la vita quella dell'ultima ed unica cosa collegata a Lei: Harry. In questo contesto hai inserito il ricordo dell'origine del tormento interiore che agita Severus, la sua maschera è inutile quando da solo affronta il dramma che lo agita. Il futuro che potrebbe avere gli occhi del ragazzo morto lo fa rabbrividire, perchè in un'anima dannata come la sua, l'unica ragione di sollievo è sacrificarsi e combattere, ispirato dall'unico amore della sua vita, ed è questo che ai nostri occhi lo redime e ne fa un grande, potente, glorioso personaggio.
Mi ha commosso e colpito il parallelo voluto tra l'abbraccio a Lily morta e l'abbraccio al ragazzo , è chiaro che l'uno rinnova il dolore della perdita dell'altra, ma
Severus Piton avanzava, incorrotto dalle forze malvagie alle quali si stava volontariamente sacrificando. Credo che la sintesi della storia si possa raccoglere nelle parole che ho citato . Complimenti dalla vecchia zia Chiara.

 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 23/10/2011, 15:40




Bellissima recensione, "zia Chiara" :D, grazie mille! Sono contenta che la storia ti sia piaciuta.

Abbia pazienza, che tra qualche giorno anche le altre partecipanti pubblicheranno le loro ;)
 
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view post Posted on 24/10/2011, 15:09
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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Titolo: Temperance
Autore/data: Ida59 – 19-20 ottobre 2011
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: romantico, introspettivo, drammatico
Personaggi: Severus, Silente, Personaggio Originale
Pairing: Severus/Personaggio Originale
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: La vita va avanti ed il futuro diventa presente quando l’amore sa imbrigliare il passato e far dimenticare il dolore.




Temperance



Sera piovosa in grigio stanco.
Tutto è così.
Gli alberi secchi.
La mia stanza solitaria.

E i ritratti vecchi
e il libro intonso...

Trasuda la tristezza dai mobili
e dall'anima.


Le ultime gocce di pioggia scendono lente, quasi svogliate, anche loro stanche, proprio come me. È grigio l’ampio panorama della sera visto dalla torre della presidenza: una nebbia leggera si sta alzando in questo freddo inizio di novembre e gli alberi spogli trasudano lacrime di triste rassegnazione al destino, dopo aver perso la verde speranza delle foglie.
Ma la primavera tornerà… per loro.
Con la punta delle dita sfioro piano il vetro della finestra in un mesto saluto e sospiro appena girandomi verso la scrivania; il libro è ancora là, aperto ma intonso, ed io sono solo in questa stanza, in compagnia di vecchi ritratti, in attesa che una nuova notte senza stelle giunga a traghettarmi al giorno, insieme ai suoi impalpabili fantasmi: io sono rimasto qui, in una vita rinata in fatate lacrime di fenice, mentre chi amo è oltre il confine della morte, irraggiungibile se non dai miei rimpianti.
Albus mi osserva in silenzio dal ritratto e valuta con attenzione quanto lucidi siano i miei occhi neri, prima di parlare. No, niente lacrime, non più, non in questa nuova vita che mi ha donato tramite Fanny: mi ha strappato anche quest’ultima promessa, sapendo bene fino a dove sono disposto ad arrivare per rispettare la mia parola. Troppe promesse, Albus, pretendi l’impossibile quando mi chiedi di dimenticare e di tornare a vivere veramente…
Fa per parlare ma poi si trattiene, anche se ora lo sto fissando con aria di sfida, il riflesso del mio volto pallido nelle lenti a mezzaluna aggrappate al naso aquilino. Poi mi sorride, sornione, e studia l’ora sull’elaborato quadrante della pendola, come se attendesse qualcosa. Conosco fin troppo bene quello sguardo: ha in mente qualcosa, o forse attende che la trama già ordita dia i suoi frutti.
Non starò al suo gioco, non gli chiederò nulla e andrò ad affrontare i miei fantasmi, come ogni notte, come ogni giorno.
- Buonanotte, Albus. – borbotto veloce voltandogli le spalle mentre m’incammino verso la porta.
Silenzio.
Non è da lui lasciarmi andare via così, senza una parola. Cosa sta tramando?
Rallento e sento i suoi occhi azzurri trapassarmi la nuca. Non parla ma sospira platealmente.
Appoggio con lentezza la mano sulla maniglia.
Ancora silenzio.
Cedo e mi giro di scatto, in tempo per sorprenderlo a guardare ancora le lancette della pendola: sono quasi le undici.
Mi sorride soddisfatto d’aver vinto la scommessa con se stesso: sapeva che non sarei uscito finché non mi avesse salutato.
- Allora, ti sei finalmente deciso, Severus?
No, evidentemente per Albus non è ancora tempo di saluti, questa sera.
Lo guardo interrogativo: cosa diavolo ha in mente?
Allarga il sorriso:
- Temperance!
Pronuncia quel nome come se fosse la panacea di tutti i miei mali, come se quelle lettere contenessero il mio futuro e la felicità che non ho mai vissuto.
- Miss Temperance. – lo correggo secco, il tono della voce volutamente incolore, anche se so bene di non riuscire ad imbrogliarlo.
- Lei preferisce solo Temperance…
Strizza l’occhio e lascia la frase in sospeso, la voce piena di dolci sottintesi. È vero, Albus ha ragione, come sempre, ma quel Miss davanti al nome mi protegge da un’eccessiva intimità di cui, lo ammetto, ho paura. E desiderio.
- Ti ama.
Lo so.
- E anche tu la ami, Severus.
Chiudo gli occhi, incapace di sostenere il suo sguardo, incapace di dargli ragione. Soprattutto, incapace di dargli torto.

Forse
la Natura ha per me
il cuore di cristallo.


Quante volte ho provato a convincermi che l’amore non è per me, che non sono destinato ad amare, che devo indurire il mio cuore fino a forgiarne un cristallo inaccessibile, che nessun sentimento possa scalfire oltre la barriera di dolorosi ricordi.
E quante volte Albus ha smontato le mie parole, anche quando era vivo, figuriamoci ora che non ha più alcuna remora!
Ma è solo quando mi perdo negli occhi blu di Temperance che capisco di non avere alcuna speranza e che il mio cuore è già vinto, prima ancora che la battaglia abbia inizio.
- Che cosa aspetti ad ammetterlo, Severus? – chiede ammiccando.
Alzo lo sguardo e mi specchio di nuovo nel riflesso delle lenti a mezzaluna: nei miei occhi ardono fiamme impetuose, i ricordi del passato a combattere contro le speranze del futuro.
Vorrei dimenticare, ma non posso.
Vorrei amare, ma non riesco, se ricordo.

E mi duole la carne del cuore
e la carne dell'anima.
E parlando
le mie parole restano nell'aria
come sugheri sull'acqua.


Ricordi, rimpianti, rimorsi d’un passato di cui non riesco a liberarmi, neppure ora che il mio avambraccio è libero da ogni vincolo: la colpa mi ha marchiato l’anima e imprigionato il cuore.
Eppure…
Sospiro piano, l’azzurro delle iridi di Albus che si tramuta nel blu intenso degli occhi di Temperance, là dove anche il futuro sembra esistere, e l’amore liberare il mio cuore.
- Non sono ancora pronto. – sussurro piano.
- Sì, che sei pronto, ragazzo mio. – interviene paziente e paterno. – Ti ama e ha imparato a conoscerti a fondo, più di chiunque altro.
Scrollo la testa, schiacciato dal peso dei rimorsi:
- Non sarò mai pronto. – ripeto, una cupa amarezza nella voce.
- Smettila di tormentarti, Severus. – ribatte con forza. – Hai sofferto abbastanza, ormai: dimentica il passato e lasciati andare a questo amore che ti renderà finalmente felice!
- Non posso dimenticare…
Un nodo alla gola mi impedisce di continuare, di pronunciare il nome della donna che per tutta la vita ho amato.
- Non vuoi! – esclama, gli occhi fiammeggianti.
Le parole di Albus sibilano come una frustata, mentre le mie galleggiano nell’aria, ormai sganciate dalla realtà di pensieri e desideri, e suonano false, distanti dal mio cuore.
Per un lungo istante il silenzio ci divide. Poi, incredibilmente, lo vedo sorridere di nuovo, la malizia negli occhi azzurri.
- Severus e Temperance, - ridacchia divertito nel ritratto, - certo che in quanto a nomi siete messi maluccio…
Sembra divertirsi molto della battuta sul significato dei nostri nomi, e ride apertamente, senza il minimo ritegno. Non che abbia torto, a dire il vero, almeno parlando per me, non fosse altro per l’aria rigorosa e intransigente che mostro sempre e per gli abiti austeri e quasi monacali che mi ostino ad indossare. Ma Temperance…
Sembra mi abbia letto nei pensieri:
- A vedere come ti guarda, però, non mi sembra che quella bella strega sia molto votata all’astinenza e alla virtù!
Scoppia in una nuova, fragorosa risata ed io arrossisco. Se è per questo, i miei sogni sono diventati piuttosto intemperanti negli ultimi tempi, per questo insisto a chiamarla Miss Temperance con fare solenne e distaccato, cercando di non perdermi nella dolcezza del suono del suo nome, e della sua voce, e dei suoi occhi e… del suo corpo che non riesco a non desiderare.
- Mi sa che se non vi do io una spintarella, - continua ridacchiando, - rimarrò senza nipotini!
Incredibile, riesce anche a farmi arrossire mettendomi in mente pensieri che… Che vale fingere con me stesso? Quei pensieri rispecchiano solo i miei veri desideri. Se solo riuscissi ad accettare l’idea che non desidero altro che amare Temperance!
- Non t’immischiare! – intimo con un sibilo, proprio mentre il gargoyle annuncia una visita imprevista.
- Già fatto! – ammicca Albus, un attimo prima che la porta si apra.
- Miss Temperance. – proferisco con simulato e faticoso distacco ingoiando il boccone amaro della mia ostinazione, senza però riuscire ad impedire ad una vena di dolcezza di insinuarsi nella voce.
Il consueto camice bianco è insolitamente aperto, come se l’avesse infilato di corsa, e mi permette di carpire la visione dell’abito azzurro, stretto intorno all’esile vita, che fascia sensuale il suo bel corpo. Anche i capelli biondo scuro sono sciolti, invece d’essere imprigionati nella solita stretta treccia: scendono liberi sulle spalle e sui seni, in morbidi riccioli inanellati.
- Quale urgenza dell’Infermeria la spinge in presidenza a quest’ora, senza un preventivo annuncio?
Mi guarda stupita, come se dovessi sapere benissimo perché è qui.
- Necessita di qualche altra mia pozione? – azzardo.
Da quando Temperance dirige l’infermeria, distillare pozioni curative è un piacevole privilegio che riservo gelosamente a me stesso, soprattutto al momento di consegnargliele. Personalmente.
E’ una Medimaga, una ricercatrice, ed è anche grazie a lei che sono ancora vivo; mi è rimasta accanto nelle lunghe settimane in cui sono stato tra la vita e la morte, ha cambiato con delicata cura le bende intrise di sangue e ha asciugato premurosa il sudore del mio sofferente delirio, raccogliendo ogni mio gemito, ogni parola, ricordo, rimorso e rimpianto. E’ per questo che sa tutto del mio passato, che conosce i miei più intimi tormenti come nessun altro.
Quando Madama Chips decise di andare in pensione, Temperance insistette per sostituirla, anche se le sue competenze erano di molto superiori; come preside avrei dovuto rifiutare, ma quando ammise candidamente di farlo solo per restarmi vicino… I suoi occhi blu scintillavano, notte incantata rischiarata dalla luna, e per la prima volta desiderai stringerla a me e posare le mie labbra sulle sue. Proprio come lo desidero anche ora, mentre continua a guardarmi perplessa.
- A dire il vero, il ritratto del preside giù in infermeria ha insistito affinché venissi subito a ritirare le pozioni urgenti richieste stamattina.
Lancio un’occhiataccia al ritratto che ammicca sornione grattandosi il naso adunco: ecco svelata la macchinazione!
Poso di nuovo lo sguardo su Temperance: si è accorta dello scambio con Albus e mi sorride; non posso far altro che ricambiare, imbarazzato, senza sapere cosa dire.
- A volte è proprio un burlone, vero? – chiede accennando al ritratto che ora è vuoto: Albus probabilmente sarà insieme al suo compare di malefatte a ridere alle mie spalle.
Annuisco rigidamente, mentre il desiderio di stringerla a me e di baciarla si fa sempre più imperioso. Faccio un passo avanti, poi mi fermo. Anche lei avanza.
No, non posso!
- Mi spiace, le pozioni non sono pronte. – dico aspro, ma Temperance continua a sorridermi.
- Sì, lo presumevo.
Però è qui, solo ad un passo da me, e non riesco ad evitare di soffermare di nuovo lo sguardo sul suo corpo che il camice non nasconde come di consueto.
- Severus… - sussurra allungando la mano fino a sfiorare la mia.
Mi ritraggo come fulminato, mentre un lungo brivido mi percorre la schiena: impossibile fingere indifferenza, la desidero, con il corpo, con il cuore e con la mente, e sono certo che il mio sguardo è più che eloquente.

Solo per i tuoi occhi
soffro questo male;
tristezze del passato,
tristezze che verranno.


Sorride ancora, bellissima, e mi perdo nel blu profondo dei suoi occhi, dove trovo l’amore che non c’è mai stato nelle verdi iridi di Lily che ancora mi incatenano al passato.
- Ti amo, Severus. Lo sai, vero?
L’intensa dolcezza della sua voce pervade il mio nome e l’amore lo avvolge.
Deglutisco a fatica, il cuore in tumulto, senza riuscire a respirare. I miei occhi riempiono il silenzio con nere fiamme d’amore che ardono nel riflesso intensamente blu del suo languido sguardo innamorato. I presidi fingono di sonnecchiare nei loro ritratti, ma so di poter contare sulla loro totale discrezione.
Si avvicina ancora: le sue labbra sono un’irresistibile tentazione.
- So chi sei, Severus, ricordi?
La sua voce è vellutata dolcezza che mi riempie di brividi. Non riesco a distogliere lo sguardo dal blu profondo dei suoi occhi, dove vorrei soltanto immergermi e dimenticare ogni tristezza e sofferenza.
- Conosco i tormenti del tuo passato. – sussurra. - Nelle lunghe settimane in cui lottavi conto la morte ho imparato ad amare il tuo dolore, fino in fondo.
Non posso fare a meno di ricordare le sue mani che mi sfioravano delicate ed i suoi begli occhi colmi di lacrime mano a mano che scopriva i sofferti segreti della mia vita rivelati nel delirio della febbre. Ha protetto la mia intimità, impedendo che altri potessero entrare nella mia camera ed ascoltare; lei sola è sempre rimasta al mio fianco, guardandomi negli occhi, immergendosi nel dolore dei ricordi del passato che mi tormentava, mentre mi stringeva piano la mano per darmi conforto.
Mi sfiora la guancia con dita leggere in una tenera carezza mai dimenticata, proprio come faceva quando ancora la morte cercava di ghermirmi; non riesco più a dominarmi e in un istante è tra le mie braccia, dolce sogno del presente.
- So quanto disperatamente hai amato Lily…
Tremo stringendola a me, i suoi seni che premono ansanti contro il mio petto, le sue labbra dischiuse vicino alle mie.
- So che non la dimenticherai mai e che quando penserai a lei, la tristezza ti sommergerà…
Una lacrima brilla nei suoi occhi facendoli risplendere, mentre le sue dita scivolano piano sulla cicatrice sul collo.
- Hai sofferto così tanto, amore mio…
La lacrima scende piano, tracima lenta dalle ciglia e le riga la guancia: non è alla sofferenza causata dalla ferita che sta accarezzando e che ha a lungo curato, che sta pensando, ma a quella di tutta la mia vita che ha imparato a conoscere fin troppo bene. Conosco le sue lacrime, ne ha piante tante per me, in silenzio.
- Non voglio che continui a soffrire… - sussurra con intensità, tremando tra le mie braccia.

Sera piovosa in grigio stanco.
E va la vita.


Mi perdo nella notte blu dei suoi occhi, dove non ci sono tristezza e sofferenza ma solo amore e comprensione che sciolgono lo stanco grigiore di questa sera; la stringo a me, desiderando il futuro che non ho mai avuto.
- Temperance…
Sussurro languido sfiorandole la fronte con labbra brucianti, poi scendo sul viso che si protende a me e sorbisco piano la preziosa lacrima d’amore e di dolore che è scesa a lambirle la bocca: i nostri ardenti sospiri si mescolano mentre assaggio il dolce sapore delle sue labbra e il futuro infine diventa presente, e il sogno realtà.
- Ti amo, Temperance…
Chiudo gli occhi e torno alle sue labbra, al bacio colmo di passione che accende il mio desiderio di cominciare realmente a vivere.
 
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Swindle
view post Posted on 24/10/2011, 17:00




E anche Ida è andata! ;)
 
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view post Posted on 24/10/2011, 23:25
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Apprendista Pozionista

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Dopo giorni di indecisione... ci provo anche io, mi iscrivo, per me è la prima volta (a dire il vero la seconda, ma la prima è stata una cosa un po' particolare).

Domani posterò il pezzo che ho già pronto da qualche giorno...
 
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misslegolas86
view post Posted on 25/10/2011, 07:52




Posto velocemente la storia così come mi è venuta. Non ho avuto tempo per rivederla perchè se non pubblico oggi praticamente non ci riesco prima del 30.

PER TE
“Se dovesse rendersi necessario…se Draco dovesse fallire…” sussurrò Narcissa, la mano di Piton si mosse ma lui non la ritrasse, “ vuoi tu portare a compimento l’impresa che il Signore Oscuro ha ordinato a Draco di eseguire?”
Aveva sbagliato lo sapeva, non avrebbe mai dovuto accettare di stringere il Voto Infrangibile.
Si era costretto a compiere qualcosa che non avrebbe mai voluto fare eppure, in quel momento, non aveva scelta, non poteva tradirsi.
“Lo voglio”disse Piton.
Le labbra si erano mosse e la voce aveva pronunciato la condanna come se a parlare fosse stata un’altra persona. Era diventato veramente capace nel mentire. Il cuore non aveva più alcuna influenza sulle decisioni che la mente riteneva necessarie per la missione a cui si era sacrificato per tutta la vita.
Il volto stupefatto di Bellatrix si accese di rosso nel bagliore di una terza lingua di fiamma che esplose dalla bacchetta, si aggiunse alle altre e si strinse attorno alle mani intrecciate, come una fune, come un feroce serpente.
Lo aveva fatto di nuovo. Aveva legato ancora una volta la sua vita alla volontà dell’Oscuro, un serpente rosso, come il sangue che avrebbe ancora dovuto versare, legava le sue mani e il suo futuro agli ordini del suo padrone.

Si sbattè la porta alle spalle puntandovi contro la bacchetta e proteggendola con l’incantesimo Muffliato. Era prigioniero e spiato nella sua stessa casa lì a Spinner’s End. Costretto a dividere lo stesso tetto con il traditore di Lily, colui che aveva reso tutti i suoi sforzi nel proteggerla vani.
La pioggia batteva alla finestra sudicia mentre la sera velocemente calava lasciando la stanza nell’ombra. Lasciò vagare lo sguardo. Quante volte si era rifugiato nella sua camera da letto quando era bambino, chiudendo l’orrore e il grigiore della quotidianità familiare fuori dalla porta, studiando e leggendo i libri che portava con sé dalla biblioteca di Hogwarts. Una vecchia foto del castello era ancora appesa al muro, illusione costante di un luogo che poteva veramente chiamare casa.
Con un calcio rovesciò una sedia sbilenca “Stupido!” urlò.
Era stato un idiota a cadere come un dilettante nella rete delle sorelle Black. Si era spinto troppo in là per cercare di scoprire i piani di Draco ma non aveva pensato che potesse essere vincolato a compiere la missione del ragazzo. Silente ne sarebbe stato felice. Ora aveva un motivo in più per vincolarlo all’obbedienza dei suoi ordini. Aveva una ragione incontrovertibile per costringerlo ad ucciderlo e, ironia della sorte, era stato proprio lui con il suo errore a fornirgliela. Sentì la rabbia crescere in lui. Avrebbe dovuto uccidere di nuovo, spaccare ancora una volta la sua anima e macchiarsi le mani con il sangue del suo migliore amico. Si lasciò cadere sul letto, era stanco di tutto quell’orrore, dell’impossibilità di uscire dal vortice di dolore e sofferenza che Voldemort portava con sé. Era stato un illuso a credere che la sua vita sarebbe migliorata. Per lui non c’era speranza.
Forse però non tutti i mali venivano per nuocere. Il Voto era una possibilità; avrebbe potuto porre fine a tutto quell’orrore, non l’ avrebbe rispettato. Sarebbe morto senza uccidere Silente e forse, finalmente, avrebbe trovato la pace.

“Lily, noi siamo migliori amici!”
“Sì Sev, lo siamo ma per un amico si sarebbe disposti a fare qualsiasi cosa. Tu lo faresti?”
“Certo! Aveva risposto piccato.
“Eppure non riesci a lasciare Avery e Mulciber per me. Sev, tu sei molto migliore di loro perché non lo capisci?”

I suoi occhi verdi erano bagnati di lacrime, li ricordava ancora adesso nitidi nella sua mente. Eppure non era riuscito a lasciare le arti Oscure per lei, non allora. Da quella scelta sbagliata erano derivate tutte le sue miserie. Da quell’unico errore si erano moltiplicati orrore e distruzione. Ma ora tutto era diverso. Ora aveva la forza per fare la cosa giusta anche se significava soffrire e restare solo sempre di più.
Avrebbe parlato del voto a Silente e naturalmente, avrebbe ubbidito ai suoi ordini uccidendolo come lui voleva.
“Per te Lily. Sempre” sussurrò avviandosi alla porta verso l’oscuro e solitario futuro che l’attendeva.
 
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64 replies since 10/10/2011, 17:17   1749 views
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