Voglio ricordare come più “vecchia del gruppo” che l’otto marzo non è una festa ma una ricorrenza.
8 marzo che vieni da lontano
Forse da Triangle o da New York
con le sue operaie carbonizzate
cosa porti tra le gialle mimose?
Un giorno all'anno per ricordare
chi siamo
al centro dell'universo umano?
In tante sole, prive d'amore
in poche felici, nel loro amore.
Nate in un modo
cresciute in un altro
e anche volute come non siamo.
Bambine, ragazze, fanciulle
poi donne, mature ed anziane
un unico sorriso stemperato nel sole
una fatica silenziosa nella Storia
una rincorsa per dire " esistiamo"
un dare al mondo noi, semplici frutti.
Le mimose dell'8 marzo
sono cresciute sul terreno
dei nostri sacrifici.
UN PO' DI STORIA
L'origine della celebrazione dell'8 Marzo ha radici lontane anche se, come per tanti avvenimenti che hanno importanza nella nostra storia, fatti reali e leggende si intersecano. Quando si è cominciato a “festeggiare” questa data, la gran parte dei lavoratori e delle lavoratrici erano analfabeti, quindi le notizie erano affidate al mezzo verbale.
L'8 Marzo ha radici lontane. Nasce dal Movimento Internazionale Socialista delle Donne. Era il 1907: Clara Zetkin (che nella Prima Guerra Mondiale fondò la Lega di Spartaco), dirigente del Movimento Operaio Tedesco, organizzò con Rosa Luxemburg (teorica della rivoluzione marxista che fondò il Partito Socialista Polacco e il Partito comunista Tedesco) la prima Conferenza Internazionale della Donna convocata a Copenaghen il 29 agosto 1910. Fu in quella circostanza che fu istituita la «Giornata internazionale della donna» e se ne fissò la data all’8 Marzo di ogni anno.
Scopo dell’iniziativa era quello di ottenere per le donne parità di trattamento rispetto agli uomini. In particolare, le socialiste chiedevano l’estensione del diritto di voto.
Non dimentichiamo che in Italia le donne votarono per la prima volta nel corso delle elezioni amministrative del marzo e aprile 1946 e, successivamente, per il celebre referendum monarchia/repubblica (2 giugno 1946).Perché l’otto marzo?Due sono le ipotesi:
La prima ipotesi è che la data da ricordare sia legata all’ 8 Marzo del 1848, quando le lavoratrici dell’industria dell’abbigliamento di New York proclamarono uno sciopero cui parteciparono trentamila donne: la più gigantesca manifestazione femminile che si fosse mai avuta negli Stati Uniti. Le scioperanti reclamavano il rispetto dei loro diritti politici e sociali: diritto al voto, riduzione dell’orario di lavoro, dalle 12 alle 8 ore, il riposo settimanale, un regolare contratto e una retribuzione rispondenti agli accordi sindacali.
La seconda ipotesi si rifà ad un evento luttuoso e simbolico: una tragedia accaduta nel 1908, che ha avuto come protagoniste le operaie dell'industria tessile Cotton di New York.Queste donne, nei giorni precedenti all'8 marzo, iniziarono uno sciopero per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. L'8 marzo Mr. Johnson, il proprietario dell'industria, bloccò le porte per impedire alle donne di uscire. Poi venne dato fuoco alla fabbrica e 129 operaie morirono bruciate vive.
Per
pignoleria cito un altro evento analogo che viene ricordato come ispiratore della giornata della donna.
Il fatto avvenne il 25 marzo 1911, un incendio alla Shirtwaist uccise 146 donne. La maggioranza di esse erano giovani italiane o ebree dell’Europa orientale.
I proprietari della fabbrica, Max Blanck e Isaac Harris, che al momento dell’incendio si trovavano al decimo piano e che tenevano chiuse a chiave le operaie per paura che rubassero o facessero troppe pause, si misero in salvo (maschi coraggiosi!) e lasciarono morire le donne. Il processo che seguì li assolse e l’assicurazione pagò loro 445 dollari per ogni operaia morta: il risarcimento alle famiglie fu di 75 dollari. Al funerale, 120 mila lavoratori avrebbero accompagnato il funerale fino al cimitero di Evergreen, dove le sfortunate vennero sepolte, e non meno di 400 mila persone assistettero al corteo. Il processo per stabilire le responsabilità dei proprietari della Triangle, iniziato il 4 Dicembre del 1911, si sarebbe concluso appena qualche giorno dopo con una sentenza di assoluzione. Oltre a ciò la proprietà dell’azienda ricevette dalle compagnie di assicurazione un cospicuo risarcimento.
In Italia la prima giornata dedicata alla donna si è svolta nel 1922, il 12 marzo…
La tradizione, nel nostro paese, venne interrotta dal fascismo. La celebrazione riprese durante la lotta di liberazione nazionale come giornata di mobilitazione delle donne contro la guerra, l'occupazione tedesca e per le rivendicazioni dei diritti femminili. Nacquero quindi i gruppi di difesa della donna collegati al CNL (Comitato di Liberazione nazionale) che dettero origine all'UDI (Unione Donne Italiane). Nel 1946 l'UDI preparò il primo 8 Marzo nell'Italia libera, proponendo di farne una giornata per il riconoscimento dei diritti economici, sociali e politici delle donne, scegliendo la mimosa come simbolo della giornata.
Perché la mimosa?Nel 1946 si cercava un fiore che potesse contraddistinguere e simboleggiare la giornata. E furono le donne italiane a trovare nelle palline morbide e accese che costituiscono la profumata mimosa il simbolo della festa delle donne. In più questi fiori avevano (e hanno) il gran vantaggio di fiorire proprio nel periodo della festa e di non essere troppo costosi.
La vera “esplosione” in termini di popolarità e di partecipazione, l'8 Marzo la ebbe negli anni '70 (che io ho vissuto e ricordo molto bene!); anni che segnarono la collaborazione dei movimenti femministi che tra l'altro operarono attivamente per la legge
sulla parità, per il diritto al divorzio e all'aborto. La prima manifestazione femminista risale infatti al 1972 e si svolse a Roma.
Ma il top lo raggiunse nel 1980 con una grande manifestazione unitaria in cui confluirono per la prima volta tutti i movimenti femministi.
Malgrado la storia delle donne sia lunga, il cammino non si può fermare. Il 14 Gennaio 2006, infatti, le donne sono scese nuovamente in piazza per la difesa dei consultori e della legge 194 come avevano fatto alla fine degli anni '70 le loro mamme e le loro nonne. In conclusione possiamo dire che il percorso dell'8 Marzo non è mai finito. Vogliamo ricordare il movimento "Se non ora quando?" ultimo nato? La giornata della donna ha perso per molte quasi totalmente il suo valore iniziale e, soprattutto questo è manifestato dalla strumentalizzazione che i diversi locali ne fanno organizzando addirittura serate su tema che hanno come slogan: «l'otto marzo vieni a festeggiare da noi!»
Inoltre molte donne sottovalutano il valore di tale giornata considerando questa l'occasione per uscire da sole con le amiche, organizzando una serata solo donne, lasciando mariti, compagni e figli a casa.No, non è questo che significa OTTO MARZO.A noi donnePer una volta all’anno fermiamoci a pensare,
prendiamoci la cosiddetta “pausa di riflessione”,
non per abbandonare, e neanche per “fuggire”,
ma per guardarci dentro e scoprire l’avvenire.
Per una volta all’anno fermiamoci a pensare,
prendiamoci per mano, regaliamoci un sorriso,
non per tornare “bambine” senza responsabilità,
ma per agire “insieme”, con solidarietà.
Per una volta all’anno fermiamoci a pensare,
scrolliamoci di dosso dubbi e perplessità,
non per superbia, immodestia, sciocca vanità,
ma per restare unite, con forza, lealtà ed umiltà.
Dedichiamoci un pensiero di profondità,
e viviamo, con forza, le nostre fragilità.Pina AnfusoLink
http://doc.studenti.it/tesina/storia/2/ori...ta-8-marzo.html
http://affaritaliani.libero.it/cronache/ot...oria080313.html
ww.udichesiamo.org/index.php?option=com_content&view=article&id=65%3Aottomarzo-centoeuno-anni-di-storia-delle-donne&catid=19&Itemid=245
www.internapoli.it/articolo.asp?id=25926
http://www.scrivere.info/poesia.php?poesia...Noi+%28donne%29