| Ale85LeoSign |
| | Porca cipolla, ma sono la prima Ew... vabè, via il dente via il dolore Ecco la mia storia!
Titolo: Imago Mortis Autore: ale85leosign Poesia: Verrà la morte e avrà i tuoi occhi (C. Pavese) Tipologia: One shot Rating: per tutti Genere: introspettivo, Character Death Personaggi: Severus Pairing: Severus/Lily Epoca: 7° anno Avvertimenti: nessuno Riassunto: Le labbra sottili si dischiusero appena e il sapore della morte gli fluì alle labbra, caldo e forte, impedendogli di parlare, ma non di pensare.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi (Cesare Pavese)
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi- questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera, insonne, sorda, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo. I tuoi occhi saranno una vana parola, un grido taciuto, un silenzio. Così li vedi ogni mattina quando su te sola ti pieghi nello specchio. O cara speranza, quel giorno sapremo anche noi che sei la vita e sei il nulla
Per tutti la morte ha uno sguardo. Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Sarà come smettere un vizio, come vedere nello specchio riemergere un viso morto, come ascoltare un labbro chiuso. Scenderemo nel gorgo muti.
Imago Mortis
La notte si spalancò in un cielo dello stesso colore del peccato: nero, intenso, rischiarato dal lampo bianco di un terribile incantesimo, il Marchio Nero. E quella notte senza speranza brillò nei suoi occhi scuri e in essi arse la luce mortale della consapevolezza della fine. Severus capì che questa volta non un saggio, potente mago e non una candida cerva sarebbero arrivati a rincuorarlo, a spronarlo a sopravvivere… a salvarlo dai suoi stessi errori. O forse, a ricordarglieli soltanto… Era solo. Il serpente aveva colpito, il mostro gli aveva strappato la vita, e tutti coloro che amava erano morti per causa sua. Cosa restava, ormai? Non restava che un pavimento polveroso su cui lasciarsi morire. Non restava nessuno per cui trovare il modo di rialzarsi e di trascinare avanti quella vita dannata. Non restava che lui, Severus Piton, a soffocare nel proprio sangue maledetto, sentendo, ancora una volta, l’amarezza del rimorso e il rimpianto di lasciare una vita che si riscoprì ad amare così tanto… anche se lei non aveva mai ricambiato quel sentimento nei suoi confronti. Del resto: chi avrebbe voluto amare un assassino? Le labbra sottili si dischiusero appena e il sapore della morte gli fluì alle labbra, caldo, forte, intollerabile, impedendogli di parlare, ma non di pensare. Avrebbe voluto pronunciare il nome di Lily un’ultima volta, prima della fine, ma la ferita alla gola e il sangue glielo impedivano, impedendogli di sporcarlo in quegli ultimi istanti, di profanare la sua memoria con la vana speranza che non l’avrebbe lasciato andare al suo destino quell'ultima volta. Siamo divorati dalle nostre stesse passioni. Siamo preda dei nostri istinti, vittime dei nostri errori, carnefici di noi stessi. Eppure questo corpo si è sempre rialzato, indomito, sorretto dai pilastri delle sue credenze… o forse da quei sentimenti che vorrei negare per sempre.. anche ora, mentre tutto si dissolve in un oblio di cristallo nero... “Uccideresti per salvare una vita?” si era domandato spesso, prima di sacrificare ancora una volta la sua anima per un assassinio. “Anche se quell’unica vita ti condannerebbe una volta di più all’Inferno?” E lui si era lasciato bruciare, lasciando che il fuoco che ardeva nel suo cuore esplodesse in eterne fiamme di dannazione. Non gli importavano più tutte le morti che avevano gradualmente determinato la sua, che avevano fatto svanire la sua anima e la fuggevole possibilità di salvarsi. Aveva ucciso Silente per rispettare la sua volontà e per salvare la vita di Draco che, altrimenti, avrebbe conosciuto il sapore della morte e dell’eterna colpa. Ma, così facendo, aveva alimentato l’odio per se stesso, per quel coraggio e quella determinazione che avevano mosso la sua mano. Per quel cuore forte che aveva comandato alla mano di agire, di ferire e di lasciarsi ferire. Dopo tutto quel tempo, che cosa restava allora, a parte quel corpo senz’anima che lentamente, si stava spegnendo? La vita lo stava abbandonando, richiamata dalla luce mortale che brillava in quegli occhi di assassino, quei maledetti occhi scuri che gli appartenevano. E poi, improvvisamente, la trama oscura del cielo si aprì dolcemente, la notte si fece padrona della speranza quando in essa brillarono quei sentimenti di cui la sua anima non si era mai voluta privare. Speranza e amore comparvero, sottoforma di una sfavillante coppia di smeraldo, iridi della consistenza leggiadra e forte dello spirito della donna che amava: Lily. Il mago tremò, senza riuscire a tollerare quella visione, quell'inspiegabile sogno che stava accompagnando la sua fine dopo notti trascorse nel tormento degli incubi più feroci. Dopo tutto quel tempo, lo desiderava davvero? O era tornata, com’era tornata in tutte quelle solitarie notti, per torturarlo e ricordargli i suoi peccati? Ma quegli occhi, anche se portavano con sé la morte, rendendola inspiegabilmente un dolce oblio, sorridevano e celavano la meravigliosa promessa di pace alla quale non desiderava altro che abbandonarsi. A quella visione, dopo il sangue, avvertì il sapore di nuove lacrime, una pioggia sottile a velare ed intenerire l’imperturbabile oscurità del suo sguardo. Quei piccoli lampi di umanità lo avrebbero condotto da lei, lavando via ogni cattivo pensiero, ogni preoccupazione, per ritrovare il suo invincibile amore per Lily. Verde e nero. L’eterna speranza di quegli occhi avrebbe abbracciato l’oblio infinito dei suoi: l’avrebbe redento ed elevato al di sopra del proprio tragico destino. Per sempre. E per averli, per compiere quell'ultima grande magia, non avrebbe dovuto tendere la mano e rivivere la morte della fenice. Doveva solo fissarli intensamente e afferrare quella nuova vita. Edited by Ale85LeoSign - 13/7/2011, 20:07
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