| The mirror of my dark side
Questa è un’altra storia, mi son detta mentre la leggevo, molto diversa rispetto alla prima versione. E’ un racconto articolato e completo; una storia non solo d’amore ma di fratellanza, comprensione, condivisione ed amicizia. Deidree è una donna che ha vissuto troppo, e troppo presto, esperienze impensabili; non appena si affaccia e saluta Severus, il lettore intuisce che dietro la leggerezza delle prime battute c’è molto altro. L’abbigliamento me l’ha fatta immaginare, fin dalle prime parole, simile a Severus: scura, magra e con neri capelli sciolti. Ho apprezzato di questo incontro la tua capacità di entrare nell’introspezione e nei ricordi di entrambi attraverso battute di dialogo di logica stringente e perfettamente costruite, un esercizio molto difficile. Nel dialogo è il perno della storia di entrambi. Lei parla adagio, ma non risparmia nulla né a se stessa né a Severus, spiega l’allontanamento dal mondo magico e riesce a raccontare, con emotiva partecipazione, le scelte di entrambi. Le argomentazioni di Deirdree mi hanno coinvolto profondamente, rileggendo questo brano, perché, Sara, ci ha messo l’anima ma anche molta razionalità: Severus deve accettare per forza quelle parole dure e sincere che toccano, non solo lui, ma anche chi legge. Lily appare quasi sacrificabile, come amica, e la spiegazione che Deirdree ne dà è molto vera; in fondo, Severus non poteva aspettarsi comprensione da lei, Lily era il suo amore impossibile e l’amicizia non faceva già più parte dei sentimenti che provava: la perdita di lei era prevedibile e quasi inevitabile. Era della sua vera amica e confidente che temeva il giudizio, di quella che era la sua vera ed unica compagna. Deirdree lo ha amato e lo ama. Come in un gioco degli opposti Severus sta a Lily, come Deirdree sta a Severus. Nessuno dei due ha confidato all’altro la verità, ma essa si mostra ora davanti ai loro occhi, finalmente. Questo confronto svela che, se entrambi potessero tornare indietro, forse la loro essenza li condurrebbe a compiere le stesse tragiche azioni. Bravissima Sara ad argomentare attraverso i personaggi le accuse che loro stessi si sono già rivolti, il male che li ha straziati e li strazia: lo stesso identico male per entrambi. Un capitolo della vita doloroso che i due personaggi rivivono, guardandosi negli occhi, incapaci di perdonarsi. Potente e coinvolgente il racconto, fino a giungere al momento più forte, teatralmente parlando, quello in cui il lettore è presente lì, in un angolo di quella scena, a guardare e ascoltare. E’ il momento della a scelta di mostrarsi, da parte di Deirdree, per quello che è, che è stata e che dovrà accettare di essere e la domanda non aleggia silenziosa, ma si alza come un grido: tu quanti ne hai uccisi? E soprattutto, cosa ti sei detto per giustificare l’ingiustificabile? Severus è stupito, addolorato e umano, umanissimo davanti alla consapevolezza che non è stato l’unico a sbagliare, che il mondo è pieno di errori, primo tra tutti quello di non accettarsi e non accettare gli altri, convinti di poterne fare a meno. Deirdree gli dimostra che non è così, che la vita si può costruire anche su vecchie rovine, anche su errori incancellabili, se solo si ha la fortuna di trovare qualcuno simile a sè. Due anime vuote possono unirsi e diventare pezzi dello stesso puzzle, incastrandosi l’una nell’altra al millimetro, e amarsi. Un racconto che osserva da un punto di vista diverso i personaggi e le emozioni che li spingono e li agitano. Un testo da leggere più volte, espresso in uno stile scorrevole e maturo. Complimenti.
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