Il Calderone di Severus

Un mito inossidabile

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Ale85LeoSign
view post Posted on 19/12/2010, 13:15




Quattro anni a scrivere di Severus Piton non sono certo uno scherzo.
Io dovrei parlare quasi della metà, ma resterò collegata al recente compleanno del forum, che ha spento le sue quattro candeline il 9 di dicembre.
Per capire, uno dovrebbe provarci a dare fiato così a lungo a un personaggio giovane per definizione. Per costituzione.
Giovane perché inossidabile alle delusioni, agli eventi spiacevoli e, perché no, anche ai continui colpi della vita. E che piaccia o meno, bisogna ammetterlo: Severus ne ha prese tante e ancora ne prende tante, dalle sue stesse fanwriter. Eppure non c’è modo di togliergli di dosso la voglia di provarci ancora, di riprovarci sempre, almeno fino al prossimo colpo, alla prossima delusione, che sia una Cruciatus o una delle tante brutture del mondo.
Giovane perché in ogni caso crede in quello che fa. Sempre.
Insomma, qui abbiamo un forum in cui diverse persone credono in un mito. E bisogna provarci a credere in un mito, per capire cosa significa averne anche paura.
Paura di che cosa potrebbe riservarci oggi questo sogno, a distanza del primo giorno di “innamoramento”. Paura di che cosa potremmo scrivere di lui e, in parte, di noi stessi, a distanza di tempo.
Non è nemmeno facile restare un sogno, quando la fine del tuo copione è una morte senza onori e senza glorie, o quando ti trasferiscono in pellicola e ti danno una forma, un aspetto, un attore e una voce che tutti sono obbligata ad accettare, forzando in parte il proprio sogno iniziale che, comunque, non scompare mai del tutto.
Quattro anni non sono facili da dire e tantomeno da scrivere, ogni volta che ti prende l’ispirazione, senza che il tuo mito faccia un angolo di muffa.
E in quest’epoca di miti sfornati in quantità industriale, succede che uno dei tanti resista in molte persone, come se si fosse costruito da sé, tanto è diventato reale, senza ricorrere ad artifici pubblicitari o a salottini televisivi.
Succede che un mito resti autentico quando vive in un sotterraneo polveroso, il microcosmo di Severus, dove ciò avviene anche solo ascoltando chi lo ama veramente, cioè chi l’ha sudato, pianto, odiato, respirato, assorbito e amato.
E coltivare un amore del genere, non è una cosa semplice: significa costruirsi il proprio mito partendo dall’originale e mantenerlo in vita, alimentandolo coi propri sogni, le proprie delusioni e la propria realtà.
E a guardarlo bene, si capisce che questo forum, quel sotterraneo polveroso, quel mantello fluente e quegli occhi notturni sono un mondo vero.

Edited by Ida59 - 12/6/2015, 12:23
 
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view post Posted on 19/12/2010, 15:13
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I ♥ Severus


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[color=greenBeh... che dire, in un certo senso questa volta sei stata ermetica anche nella prosa...

Più che un mito, per me è un sogno, perchè i miti, non so, mi sembrano lontani e troppo divini, mentre i sogni... i sogni rendono vera la vita, sono umani come le nostre speranze e nessuno potrebbe essere più vero ed umano di Severus.
Di lui scrivo... mamma mia, da quanto tempo! Tra pochi mesi saranno ben 8 anni! Del resto, ho scritto, tra prosa e poesia, una settantina di storie, di cui una decina sono long-fic, anche piuttosto lunghe. E pensare che prima di scrivere di Severus... non avevo mai scritto nulla! Perfino poesie ho scritto, per lui e di lui!
Un amore, un sogno, un bisogno... oggi e per sempre.
Perchè per un personaggio come Severus, se l'amore è vero e non cavalca una banale onda di successo, è un amore inossidabile, per sempre![/color]

Edited by Ida59 - 12/6/2015, 12:23
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 22/12/2010, 23:56




Ew... a essere sintetica, talvolta tendo a perdermi dei pezzi per strada. <_<
Allora, vedo di dare qualche cenno di spiegazione di più alla riflessione che ha fatto nascere questa discussione.
In sostanza, ho pensato che il personaggio di Severus, morendo giovane, ed essendo giovane in più di un senso, abbia conservato delle caratteristiche inossidabili. Non credo che mai e poi mai nessuna fanwriter lo potrà mai immaginare vecchio e decrepito, o invecchiato, perchè il modello standard di scrittura o è giovane sia di fisico che di mente, oppure ha l'età dei libri della Rowling.
E oltre a quest'età non è andato.
Ma non è solo questione di età.
Nel suo modo di essere è attuale, è giovane, è un essere umano che in ogni fiction commette il suo errore, o, semplicemente, continua a riviverlo e continua inesorabilmente a cercare di porvi rimedio.
Oppure paga il prezzo dei suoi errori, la solitudine, l'odio degli altri, il dolore fisico e psichico, e riesce a conviverci ogni volta, senza farlo trapelare in alcun modo. Mantenendo una solida compostezza che lo fa apparire di ghiaccio, quando sotto c'è molto di più.
E' un uomo che è responsabile di ciò che ha fatto, che ha sofferto della perdita di un affetto insostituibile e ne è stato colpito in modo così profondo da rimettere in discussione il valore della vita e le scelte compiute in passato. Un vuoto tenebroso che speriamo tutti di non dover mai conoscere.
Lui era andato a Hogwarts, spinto dalla speranza che ci fosse qualcosa di buono e giusto. Poi è cambiato, tutto è cambiato, perchè non esistono Paradisi terreni. In quello stesso "Paradiso" ha fatto i suoi sbagli e ha preso le sue batoste, ricominciando a credere in qualcosa che, esattamente come l'odio, poteva muovere il mondo: l'amore.
Poi ha fatto di più: ha preso una decisione col cuore, ha deciso di continuare a proteggere Potter, e ha messo a rischio tutto in nome di questa causa retta e giusta. Del resto, chi avrebbe dato continuità alla magia? A quel mondo in cui erano emerse e sprofondate nel buio le sue speranze?
Alla fine era nei ragazzini che risiedeva il futuro di quel mondo appeso a un filo.
Severus aveva anche capito che il dolore era inevitabile, anche in un posto come Hogwarts che conservava comunque il suo valore e la sua portata affettiva. E sfuggirgli era inutile. Conviverci era l'unica cosa possibile da fare.
I ragazzini correvano verso la speranza e Severus, lavorando nell'oscurità, ha permesso che ciò fosse possibile. Ma non c'è bene senza sacrificio. E il prezzo l'ha pagato, anche se, prima di morire, ci ha sempre provato e non ha mai smesso di tentare di affrontare gli ostacoli che aveva davanti.

Perciò, scirvere di un personaggio come lui, alimentarlo, mandarlo avanti, non è facile. Perchè è troppo reale e, a volte, il dolore che esce da lui esce anche da noi e fa troppo male per sopportarlo.
Credere in quello che ho definito un mito (inteso come qualcosa di duraturo, inarrivabile e in parte ancora da scoprire, per certi versi. Inarrivabile attraverso gli occhi di una venticinquenne, parole che, quindi, possono essere smentite da chiunque non abbia la mia età) significa anche averne paura. Paura di ciò che potrebbe riflettere di noi e dei suoi lati d'ombra che potrebbero venire alla luce. Alla fine ci crediamo così tanto che, scrivendo, gli diamo anche delle parti di noi, a volte anche inconsciamente, e ciò che emerge non sempre piace.
Questo, forse, è un discorso strano, ma è vero. Il mito letterario finisce per riflettere la personalità dell'autore, a lungo andare, a differenza dei miti "reali" a cui, soprattutto i ragazzini, vorrebbero assomigliare.
Il discorso qui si ribalta un po', perchè entrando nel personaggio, scavando dentro di lui, spesso si finisce per arrivare a scavare dentro se stessi.

Alla fine, però, per questo mito/sogno è difficile resistere dentro di noi senza essere intaccato da altro, da altre cose, da altri miti ancora (sfornati a valanga da libri, giornali, tv e dagli altri media) p dal semplice avanzare del tempo.
Il rischio poi, quando il tuo sogno viene personificato da un attore è che deluda le tue aspettative e finisca per cadere (cosa che con Severus non credo che sia successa).
Ma se la propria devozione in questo personaggio è sufficientemente solida, ciò non accadrà. Anche col trascorrere del tempo.

Il mio discorso ha un senso (per me) bisogna capire se lo ha anche per voi. -_-


CITAZIONE
Perchè per un personaggio come Severus, se l'amore è vero e non cavalca una banale onda di successo, è un amore inossidabile, per sempre!

Appunto. Non è la banale onda di successo, è qualcosa di più. Qualcosa che ha toccato corde inarrivabili ad altri, qualcosa che ha permesso di sviluppare abilità latenti (come la scrittura). In definitiva, qualcosa che ha permesso di svuluppare e coltivare un sogno, ma non solo uno, più sogni, a mio modo di vedere, e di condividerli.


 
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view post Posted on 23/12/2010, 11:26
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CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 22/12/2010, 23:56) 
In sostanza, ho pensato che il personaggio di Severus, morendo giovane, ed essendo giovane in più di un senso, abbia conservato delle caratteristiche inossidabili. Non credo che mai e poi mai nessuna fanwriter lo potrà mai immaginare vecchio e decrepito, o invecchiato, perchè il modello standard di scrittura o è giovane sia di fisico che di mente, oppure ha l'età dei libri della Rowling.
E oltre a quest'età non è andato.

Eheheh... già ti contraddico: ho letto fic con un Severus di età decisamente più avanzata, addirittura con fili d'argento tra i capelli!
Mai mettere limite alla fantasia delle fanwriter! :P


Edited by Ida59 - 12/6/2015, 12:24
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 23/12/2010, 11:32




CITAZIONE (Ida59 @ 23/12/2010, 11:26) 
CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 22/12/2010, 23:56) 
In sostanza, ho pensato che il personaggio di Severus, morendo giovane, ed essendo giovane in più di un senso, abbia conservato delle caratteristiche inossidabili. Non credo che mai e poi mai nessuna fanwriter lo potrà mai immaginare vecchio e decrepito, o invecchiato, perchè il modello standard di scrittura o è giovane sia di fisico che di mente, oppure ha l'età dei libri della Rowling.
E oltre a quest'età non è andato.

Eheheh... già ti contraddico: ho letto fic con un Severus di età decisamente più avanzata, addirittura con fili d'argento tra i capelli!
Mai mettere limite alla fantasia delle fanwriter! :P [/color]

Blutta... <_<

Uff... ho sottovalutato le fanwriter, mea culpa. -_-
Coooomunque, il concetto di soggetto giovane va oltre l'età. Zut zut. ^_^
 
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view post Posted on 23/12/2010, 11:47
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Per il resto, credo ora di aver forse capito cosa intendevi dire con questo:
CITAZIONE
Perciò, scirvere di un personaggio come lui, alimentarlo, mandarlo avanti, non è facile. Perchè è troppo reale e, a volte, il dolore che esce da lui esce anche da noi e fa troppo male per sopportarlo.
Credere in quello che ho definito un mito (inteso come qualcosa di duraturo, inarrivabile e in parte ancora da scoprire, per certi versi. Inarrivabile attraverso gli occhi di una venticinquenne, parole che, quindi, possono essere smentite da chiunque non abbia la mia età) significa anche averne paura. Paura di ciò che potrebbe riflettere di noi e dei suoi lati d'ombra che potrebbero venire alla luce. Alla fine ci crediamo così tanto che, scrivendo, gli diamo anche delle parti di noi, a volte anche inconsciamente, e ciò che emerge non sempre piace.
Questo, forse, è un discorso strano, ma è vero. Il mito letterario finisce per riflettere la personalità dell'autore, a lungo andare, a differenza dei miti "reali" a cui, soprattutto i ragazzini, vorrebbero assomigliare.
Il discorso qui si ribalta un po', perchè entrando nel personaggio, scavando dentro di lui, spesso si finisce per arrivare a scavare dentro se stessi.

ma credo che si tratti di una questione estremamente personale, legata al proprio modo di scrivere e di riflettersi in ciò che si scrive, in modo diretto, come accenni tu, o in modo molto più indiretto e mediato come, per esempio, è per me adesso, ma certo non lo era nelle prime fic che ho scritto (fino all'inizio del 2004 circa) dove, è vero, quando ho capito ciò che veniva alla luce, sì, in un certo senso ho avuto paura. Ma l'ombra che viene alla luce, alla fine è rischiarata, e ciò che nel buio del proprio essere non si comprende, diventa più facile da capire quando è illuminato dalla coscienza di sé.
Se è questo il compito che Severus, mito inossidabile o meno, compie, allora ben venga.


Edited by Ida59 - 12/6/2015, 12:30
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 23/12/2010, 12:32




CITAZIONE (Ida59 @ 23/12/2010, 11:47) 
ma credo che si tratti di una questione estremamente personale, legata al proprio modo di scrivere e di riflettersi in ciò che si scrive, in modo diretto, come accenni tu, o in modo molto più indiretto e mediato come, per esempio, è per me adesso, ma certo non lo era nelle prime fic che ho scritto (fino all'inizio del 2004 circa) dove, è vero, quando ho capito ciò che veniva alla luce, sì, in un certo senso ho avuto paura.[/color]

Sì, lo spunto personale e il metodo di scrittura sono il punto di partenza, ma c'è ancora altro!
Il discorso parte dallo scrivere di un mito per finire per ritrovarsi a scrivere di sè. E questo non è un aspetto per niente scontato, soprattutto per chi scrive da poco.
L'idea di partenza è: io scrivo di Severus, non di me stesso. E, invece, se ti appassioni a quello che fai, finisci per metterci molto di tuo (inizialmente senza neanche accorgertene!) e te ne rendi conto: o quando te lo dice qualcuno che ti conosca abbastanza bene da vederti emergere dalla lettura oltre i meri aspetti superficiali (mio caso :P ) oppure te ne accorgi a distanza, quando rileggi il tuo scritto e ti rendi conto di "aver scritto più del necessario".

Come aspetto trovo che sia molto affascinante. Giusto per esemplificare: mi rimetto nei panni di una 22enne che iniziava a malapena a scrivere ff. Il suo intento iniziale era quelo di riscrivere un film uscito male, non di scrivere una storia che la ricomprendesse.


CITAZIONE
Ma l'ombra che viene alla luce, alla fine è rischiarata, e ciò che nel buio del proprio essere non si comprende, diventa più facile da capire quando è illuminato dalla coscienza di sé.
Se è questo il compito che Severus, mito inossidabile o meno, compie, allora ben venga.

Molto belle queste parole e molto interessante il messaggio che portano.
 
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6 replies since 19/12/2010, 13:15   203 views
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