Il Calderone di Severus

6.1. Die Walküre, in occasione dell'inaugurazione del teatro alla scala

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view post Posted on 6/12/2010, 16:41
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Die Walküre

Musica: Richard Wagner
Libretto: Richard Wagner
Prima rappresentazione: Teatro Reale di Monaco di Baviera (1870)

Personaggi:
Siegmund: Tenore
Wotan: Basso
Hunding: Basso
Sieglinde: Soprano
Brünhilde: Soprano
Fricka: Mezzo-soprano

Valchirie:
Gerhilde: Soprano
Ortlinde: Soprano
Waltraute: Mezzo-soprano
Schwertleite: Contralto
Helmwige: Soprano
Siegrunde: Mezzo-soprano
Grimgerde: Contralto
Rossweise: Contralto

Prima di introdurre la trama, vi indico che Die Walküre è la prima giornata del Festival Scenico Das Ring der Nibelungen(L'Anello del Nibelungo), noto anche sotto il nome di Tetratologia wagneriana, che si divide in una vigiglia (Das Rheingold, l'oro del Reno) e tre giornate (Die Walküre, La Valchiria; Siegfried; Göttendämmerung, Il crepuscolo degli dei) che compongono una storia unitaria.
Wagner si ispirò ad una serie di poemi germanici e nordici (il Niebelungslied [ma la storia di Wagner non ne è la trama, anzi i Nibelunghi del poema, poco hanno a che spartire con Alberich e Mime], l'Edda di Norri etc...) fondendoli, aggiungendo, togliendo, facendo un lavorio che dà origine ad una nuova storia che prende essenzialmente dalla mitologia nordica.
Leggendo la trama, credo che troverete alcuni punti di vicinanza con Il Signore degli Anelli non foss'altro perché, in entrambi i casi, abbiamo a che fare con un Anello che deve essere distrutto.

Dal momento che domani, chi guarderà RAI 5 (visibile solo sul digitale terrestre o via internet), si ritroverà con la vicenda già iniziata con L'oro del Reno, vi ragguaglio, brevemente sulla trama di quest'ultimo.
La vicenda si apre sulle rive del Reno dove Alberich, un Nibelungo (popolo fantastico che ha caratteristiche simili ai Nani del fantasy moderno, ma che viene nominato in alcuni passaggi Elfo Oscuro), che riesce a rubare l' oro alle figlie del Reno, che, incautamente gli hanno rivelato che chi fabbricherà un Anello con quell'oro avrà il potere assoluto e renderà tutti suoi schiavi. Per ottenere l'oro è necessario rinnegare l'amore, cosa che Alberich fa, divenendo quindi in grado di forgiare l'Anello e un elmo magico che può far trasformare in quello che si vuole. Nel frattempo gli dei stanno discutendo circa il pagamento promesso ai Giganti per la costruzione del Walhalla, la loro futura dimora. Wotan, capo degli dei e signore dei patti, ha infatti promesso ai Giganti Freia, la dea della giovinezza che raccoglie le mele che mantengono eternamente giovani gli dei. Qualora Freia li abbandonasse gli dei perderebbo questa giovinezza, si indebolirebbero e invecchierebbero. Wotan tenta di convincere i capi dei giganti i fratelli Fasolt e Fafner, che hanno completato il lavoro a chiedere un altro compenso, per evitare di cedere Freia, ma i giganti non accettano e minacciano di rapire la dea. Arriva Loge, dio del fuoco, il quale propone di rubare l'oro ad Alberich, e con esso l'Anello. I giganti accettano ad avere l'oro e la smania di possesso dell'Anello inizia a invadere tutti. Fasolt e Fafner prendono comunque in ostaggio Freia.
La scena giunge nelle caverne dove vivono i Nibelunghi, che Alberich ha asservito, partendo dal fratello Mime, affinché scavino la montagna per cercare nuove ricchezze. Arrivano Loge e Wotan che, con l'inganno, riesco a prendere prigioniero Alberich. Una volta tornati tra gli dei, Wotan si impadronisce dell'oro e dell'Anello. Alberich maledice l'Anello affinché conduca alla rovina chiunque lo possieda. Wotan lo pone al dito, mentre i Giganti, secondo il nuovo patto, circondano con l'oro Freia, di modo che questo la ricopra. Solo in questo caso rinunceranno alla dea. Rimane però scoperto un occhio di Freia e i Giganti chiedono l'Anello. Wotan non vuole concederlo e soltanto l'intervento di Erda lo fa cedere (la dea profetizza comunque la caduta degli dei). I Giganti, ora che anche l'occhio di Freia è coperto dall'oro, accettano di lasciare libera la dea. Ma subito scopia la discordia tra Fasolt e Fafner. Fafner uccide Fasolt per avere il possesso dell'Anello e fugge con il tesoro. Gli dei prendono possesso del Walhalla senza che l'oro, come sarebbe dovuto succedere, venga reso alle figlie del Reno.

Die Walkuere si situa diverso tempo dopo L'oro del Reno. Nel mezzo avviene sicuramente la nascita di Brunhilde e delle Valchirie e, con ogni probabilità, anche la nascita di Siegmund e Sieglinde.


ATTO I

All'interno di un'abitazione.
Un fuggitivo arriva stremato all'interno di un'abitazione, costruita intorno ad un frassino. E' qui accolto da una donna, Sieglinde, moglie del padrone di casa, Hunding, che gli offre ospitalità e ristoro. Quando torna Hunding, questi interroga lo straniero circa il suo nome. Egli dice: non posso chiamarmi Messaggero di pace; amerei essere Votato alla Gioia: ma è Votato al dolore che mi devo chiamare e spiega di essere figlio di Wolfe con il quale ha corso nei boschi, fino al giorno in cui la madre e la sorella gemella non sono scomparse. Da allora lo straniero vaga per il mondo ed un giorno ha difeso una donna costretta a sposare un uomo che essa non amava e ha ucciso tutti i suoi opressori. I fratelli stessi della giovane sono stati uccisi dallo straniero e la giovane ne ha pianto la morte, ma, quando il resto dei parenti è giunto per vendicarsi è stata uccisa, dopo che le armi del suo difensore - che ha ucciso molti nemici - sono state distrutte. Allora, ferito e senza armi, dopo aver fisto morire la giovane donna, è arrivato stremato alla casa di Hunding e lì è stato ospitato.
Hunding svela di essere proprio uno degli uccisori della ragazza protetta dallo straniero, ma a causa della sacralità dell'ospitalità, egli sarà per quella notte al sicuro. Hunding e Sieglinde escono per ritirarsi a dormire e Siegmund rimane solo. Egli pensa alla promessa del padre, circa una spada che sarebbe invincibile. E, subito dopo, rivolge il suo pensiero a Sieglinde di cui si è innamorato e che comprende essere più che moglie, schiava di Hunding.
Sieglinde, anch'essa innamorata dello straniero, lo raggiunge poco dopo. Ha dato un sonnifero al marito, per poter parlare con lo straniero. La giovane gli racconta che, il giorno stesso delle sue nozze, mentre sedeva disperata accanto al non amato Hunding, uno straniero è giunto nella sua casa e ha infilato una spada in un frassino, spada che potrà essere estratta solo da colui per la quale è stata fatta. Molti vi hanno tentato, ma nessuno vi è riuscito. Il racconto di Sieglinde fa comprendere allo straniero che quella spada di cui lei parla è la spada promessagli dal padre e che la giovane altri non è che la sorella gemella perduta e, per l'amore che entrambi provano, la sua amata, la sua promessa.
A quel punto Sieglinde gli dona il nome di Siegmund ed egli prende estrae la spada dal frassino e la chiama Notung.
Con Notung ben stretta nella sua mano, Siegmund e Sieglinde fuggono dalla casa di Hunding.

ATTO II

Su di una montagna selvaggia.
Wotan, capo degli dei e signore dei patti, chiama a sé Brünhilde, Valchiria e sua figlia prediletta, pregandola di accordare nel duello che avrà presto luogo, vittoria a Siegmund e morte a Hunding, il cui corpo non dovrà però essere portato nel Walhalla, dimora degli dei.
Uscita la Valchiria, entra Fricka, moglie di Wotan, la quale vuole che sia Siegmund a pagare con la vita, perché colpevole di adulterio e incesto. E lo accusa di voler proteggere Siegmund e Sieglinde perché suoi figli. Inoltre sottolinea come Wotan stia andando contro a quei patti (ed il matrimonio è uno di questi) di cui lui è garante. Wotan risponde dicendo: Noi abbiamo bisogno di un eroe che, totalmente libero dalla protezione divina, si affrancherà dalla legge degli dei. Non è che così che potrà portare a termine l'impresa che, anche se necessaria agli dei, sfugge al potere del dio. Fricka ribatte che Siegmund non è l'uomo di cui Wotan parla, perché Wotan ha influenzato la sua vita, donandogli la spada. Il dio, proprio perché signore dei patti, accetta di sacrificare il figlio e di togliere il potere invincibile alla spada, in modo tale che Hunding uccida Siegmund.
Quando Brünhilde torna, Wotan le dice che lei e le sue sorelle sono figlie di Erda che lui ha sedotto per comprendere meglio la profezia secondo la quale Wotan deve disfarsi dell'anello e stare in guardia contro la fine eterna e che il loro compito, ovvero creare un esercito dagli eroi morti in battaglia, è messo in pericolo dalla possibilità che Alberich possa recuperare l'Anello, perché allora egli, utilizzando le rune incise sull'Anello (possibili da utilizzare solo a chi ha rinnegato l'amore), potrebbe comandare all'esercito di eroi morti costruito dalle Valchirie e rivoltarlo contro gli dei, ponendo fine alla loro esistenza in maniera ignobile. Wotan rivela anche che Fafner si è trasformato, usando l'elmo magico, in un drago e che ora egli custodisce l'Anello. Wotan però non può prendergli l'Anello perché Fafner lo possiede proprio a causa del patto stipulato da Wotan per non perdere Freia. Quindi soltanto un uomo libero da qualsiasi vincolo con gli dei potrà strappare l'Anello a Fafner, prendere l'oro e renderlo alle Figlie del Regno per ricreare l'equilibrio perduto. Quindi Siegmund non è l'eroe atteso, perché Wotan ne ha influenzato la vita, anzi, conclude il dio, amaramente, egli non sa che creare degli schiavi, proprio come gli ha detto Fricka.
Brünhilde chiede dunque se debba togliere la vittoria a Siegmund.
Ed è così che risponde Wotan:
Ho toccato l'Anello di Alberich, cupidamente, ho portato la mano sull'oro. La maledizione che ho fuggito, rigiuta di fuggirmi: quello che amo, devo abbandonare, devo uccidere quello che mi è caro, tradire e ingannare colui che ha fiducia in me! Addio donque splendore imperioso, ignominia ostentante della divinità! Che tutto quello che ho costruito sia distrutto! Rinuncio alla mia opera; non voglio che una una cosa: la fine, la fine! E questa fine, è Alberich che l'opera! Ho compreso ora il senco nascosto sotto le parole della Wala [Erda]: "Quando il più sinistro nemico dell'amore genererà un figlio nella sua collera, la fine degli dei sarà prossima!". Ho recentemente sentito parlare del Nibelungo. Il nano avrebbe sedotto una donna, e avrebbe ottenuto i suoi favori tramite il potere dell'oro: una donna porta il frutto dell'odio, la forza della gelosia cresce nel suo seno: questo prodifio è stato accordato alla creatura senza amore; allora che io, che l'ho cercato nell'amore, non ho mai potuto ottenere di essere libero. Allora, sia benedetto, il figlio del NIbelungo! Gli offro in eredita ciò che non mi ispiera che disgusto, il vano splendore della divinità: que la tua gelosia lo corroda avidamente!
E dopo conferma che Brünhilde deve far vincere Hunding e uccidere Siegmund. La Valchiria, percependo il dolore del padre, tenta di convincerlo a cambiare idea, perché lei sa che Wotan ama il figlio ci dui ha decretato la morte. Brünhilde non può far altro che, nonostante il dolore che l'amato padre prova, accettare la sua volontà.

Una cresta rocciosa.
Siegmund e Sieglinde sono in fuga da Hunding. La donna è sfinita e delira, credendo di essere causa di sventura per l'amato Siegmund. Cerca di scacciarlo, ma il fratello è irremovibile e la rassicura, dicendole che Notung li difenderà entrambi e abbatterà Hunding. Quando Sieglinde stremata si addormenta, giunge Brünhilde, che gli comunica il suo destino. L'uomo pare accettarlo di buon grado, fino a quando non chiede se anche Sieglinde lo seguirà nel Walhalla. Quando la Valchiria gli comunica che quello non è il destino di Sieglinde, l'uomo rifiuta il Walhalla, preferendo morire insieme a Sieglinde, piuttosto che separarsi da lei, seppur per raggiungere il destino glorioso di un eroe che viene accolto per unirsi all'esercito voluto dagli dei.
Brünhilde è fortemente commossa dall'amore di Siegmund (che vi ricordo essere suo fratellastro) per Sieglinde e decide di disobbedire a Wotan. Donerà la vittoria a Siegmund, compiendo quello che sa essere l'intimo volere del padre.
Arriva Hunding. Brünhilde sta per intervenire a favore di Siegmund, quando arriva Wotan che, con il potere della sua lancia, spezza la spada di Siegmund, che viene così ucciso da Hunding, il quale a sua volta muore ucciso dal dio. Brünhilde, dopo aver raccolto la spada spezzata, fugge a cavallo trascindando con sé Sieglinde.

ATTO III

Sulla cima di un monte roccioso.
Il terzo atto si apre con la pagina più celebre dell'opera, ovvero la cavalcata delle Valchirie, che mostra le 8 sorelle di Brünhilde intente a portare con i loro cavalli gli eroi morti al Walhalla, per poi poterli riportarli in una sorta di vita, durante la quale serviranno gli dei, nel loro esercito.
Brünhilde le raggiunge insieme a Sieglinde. Le altre Valchirie sono preoccupate e temono l'ira di Wotan, ma Brünhilde le supplica di nasconderle e di porre per lo meno in salvo la donna. Sieglinde però non vuole vivere, sapendo Siegmund morto e accetta la fuga, soltanto quando Brünhilde le rivela che lei porta in grembo il figlio di Siegmund. E' la Valchiria stessa a imporre al bambino il nome di Siegfried. A quel punto la donna, colma di nuova forza, accetta di fuggire, e la Valchiria le dona la spada spezzata di Siegmund perché la possa passare al figlio, quando questo sarà nato.
Le Valchirie fanno giusto in tempo a far fuggire Sieglinde, quando arriva Wotan, colmo d'ira, che, spaventando le 8 sorelle di Brünhilde, le convince a consegnarli la sorella.
Segue un lungo dialogo tra Brünhilde e Wotan, in cui il dio rimprovera alla figlia di avergli disobbedito, ma la Valchiria gli rinfaccia di aver unicamente fatto quello che il cuore e l'animo del padre desideravano e, quindi, di aver obbedito ai suoi più intimi desideri, per quanto questi differissero dall'ordine di togliere la vittoria a Siegmund. Wotan è lacerato e disperato. Ha dovuto causare la morte del figlio ed ora deve punire la figlia prediletta che gli ha disobbedito. Non potrà più parlare con lei, non potrà più decidere con lei. Anzi, dovrà toglierle la sua stessa divinità, rendendola una mortale come tutte le altre donne.
Decide infine di addormentare Brünhilde in un sonno incantato, che finirà soltanto quando il primo mortale che passerà la risveglierà. E allora lei sarà obbligata a essere sua. La Valchiria protesta e supplica il padre di concederle un eroe e di circondare la roccia su cui l'addormenterà con un fuoco impenetrabile, se non da un eroe.
Wotan accetta e dà l'addio alla figlia, prima di farla cadere nel sonno e, con il cosidetto incantesimo del fuoco, farla cadere addormentata.

Con l'incantesimo del fuoco si conclude l'opera. La trama seguirà nel Siegfried, dove troviamo il figlio di Siegmund e Sieglinde diciottenne, orfano, dopo la morte di stenti della madre che è riuscita soltanto a darlo alla luce e ad affidarlo, assieme alla spada spezzata, a Mime che l'ha soccorsa. Siegfried, inconsapevole degli dei, è l'eroe evocato da Wotan e che può impossessarsi dell'Anello. Wotan appare in Siegfried, sotto le vesti di un Viandante, ma non interferisce mai nella vita di Siegfried e appare sempre più rassegnato alla fine degli dei, il cui destino è legato all'Anello. Siegfried sconfigge Fafner, nella sua forma di drago, il quale lo mette in guardia dal tradimento. Il giovane eroe beve il sangue del drago che gli permette di comprendere il linguaggio degli animali. Siegfried prende con sé l'Anello e l'elmo magico. Si difende da Mime che lo attacca a tradimento per avere l'anello e lo uccide con Notung, che fa rifusa all'inizio dell'opera. Un uccello della foresta indicherà a Siegfried l'ubicazione della roccia circondata dal fuoco dove giace Brünhilde. Wotan, sotto le vesti di Viandante, compare per l'ultima volta nella storia e dice a Erda, da lui evocata, che non teme più la fine degli dei, ma che piuttosto la desidera e che il futuro passerà nelle mani degli uomini, quindi di Siegfried e Brünhilde. Poco dopo la scomparsa del padre degli dei, sopraggiunge Siegfried che supera il fuoco, risveglia Brünhilde e se ne innamora, come avviene per quella che era stata la figlia prediletta di Wotan.
L'ultima opera Il Crepuscolo degli dei porta a compimento la vicenda dell'anello. Si apre con le tre Norne (corrispettivo nordico delle Parche) che filano il destino degli dei. Il filo si spezza all'improvviso e le tre Norne piangono la fine di un'epoca. Siegfried e Brünhilde vivono insieme, ma il giovane eroe è inquieto e parte per un viaggio d'avventure, dopo aver lasciato l'Anello a Brünhilde. Nella vicenda entrano in gioco i Ghibicunghi, nella cui famiglia v'è un uomo Hagen, figlio di Alberich, il quale complotta contro Siegfried per impossessarsi dell'Anello. Tramite una pozione magica fa dimenticare a Siegfried l'esistenza di Brünhilde, per poterlo legare alla sorellastra Gutrune. Mentre Gunther, il capo dei Ghibicunghi, attrae verso le sue terre lungo il Reno, l'ex Valchiria. Brünhilde apprende nel frattempo da Waltraute (una delle Valchirie) che la lancia di Wotan, fonte del suo potere, si è spezzata e prega la sorella di rendere l'Anello alle figlie del Reno, ma Brünhilde rifiuta di lasciare il pegno di Siegfried. Sarà però Brünhilde stessa, rosa dalla gelosia, quando arriverà presso i Ghibicunghi e scoprirà del tradimento dell'amato, a causare la morte di Siegfried (che precedentemente, con l'inganno, ha strappato l'Anello a Brünhilde), rivelando ad Hagen come poterlo uccidere. Ed è ciò che il figlio di Alberich, spinto dal padre compie apparsogli in sogno, non prima di aver dato a Siegfried un'altra pozione che gli fa riacquistare la memoria di Brünhilde. All'eroe viene preparata una pira funebre. Hagen, dopo aver ucciso Gunther, cerca di prendere l'Anello a Siegfried, ma la mano del morto si alza minaciossa e Hagen indietreggia spaventato. Brünhilde allora si impossessa dell'Anello e dichiara alle Figlie del reno di venire a riprenderlo alla sua morte. Infatti l'ex Valchiria sale sulla pira funebre di Siegfried e muore tra le fiamme. L'anello cade nel Reno. Hagen si slancia per prenderlo, ma annega. Nel frattempo, mentre le Figlie del Reno recuperano l'Anello, il Walhalla brucia, segnando così la fine degli dei.

Spero ovviamente che la trama globale dell'intero Ring risulti chiara e che così risulti anche quella della Valchiria.

L'opera presa in esame, quindi La Valchiria, contiene diversi spunti di riflessione, ma quello più interessante e su cui mi soffermerò maggiormente è la figura di Wotan, intorno alla quale, più che a Brünhilde, ruota l'intera trama.
Wotan è strettamente connesso a tutti i personaggi della storia. E' il padre di Siegmund e Sieglinde. E' colui che ha costruito la spada Notung e l'ha destinata a Siegmund. Ma è anche colui che decide del destino di tutti i personaggi della vicenda.
O meglio, colui che deve sottostare ai patti da lui stesso siglati e al grande errore commesso nell'Oro del Reno. E' in definitiva il desiderio dell'Anello, il non restituire subito l'oro alle Figlie del Reno, che ingenera tutti gli eventi della Valchiria, come dice lo stesso Wotan, nel brano che ho citato nella trama.
Di conseguenza Wotan appare come un potente privo di vera potenza, schiavo del suo stesso essere il capo degli dei, costretto da se stesso a decretare la morte di Siegfried e a punire Brünhilde. Wotan appare quindi, più che come un dio onnipossente, come una figura fortemente umana, un padre che soffre, ma che deve rispettare i patti da lui stesso stabiliti, che deve fare quanto deve, non importa ciò che vuole.
Brünhilde è nel giusto, quando dice che l'intimo desiderio di Wotan è la vita di Siegmund e non già la sua morte, ma Wotan non può mantenere Siegmund in vita, perché sono le sue stesse azioni ad averne decretato la morte. In fondo, nella Valchiria, si dispiega la maledizione che Alberich ha gettato sull'Anello, dato che il potere oscuro dell'Anello sta portando alla rovina Wotan e con lui tutti gli dei.
Wotan è quindi intrappolato negli inganni che ha ordito nell'Oro del Reno e potrà liberarsene realmente solo con la fine degli dei che, prima sfuggita, diventa - e lo è già in Valchiria - sempre più desiderata, fino a volerla in maniera decisa in Siegfried. Ed è questo suo essere intrappolato che fa di Wotan, dio implacabile nell'Oro del Reno, un personaggio altamente moderno, umano e lontano da quella potenza, da quello splendore (da lui stesso definito vano) che caratterizza gli dei nella prima delle quattro opere.
Ciò che manca a Wotan è la libertà, quella libertà che permetterà invece a Siegfried, l'eroe libero, di sconfiggere Fafner e di prendere l'Anello, ma non sarà lui ad essere risolutivo, perché anche Siegfried alla fine sarà intrappolato nei suoi errori, per quanto causati da un filtro incantato. Sarà invece Brunhilde, persa la sua divinità (ma già profondamente umana prima, figlia che disobbedisce al padre pensando di renderlo felice, di applicare la sua vera volontà, quella volontà che a Wotan è impossibile seguire, perché egli stesso si è privato della libertà di agire), pur con i suoi umanissimi sbagli, a compiere il gesto definitivo, a liberare gli dei dal fardello della loro esistenza ed il mondo dalla presenza maligna dell'Anello.

Vi lascio l'ascolto del finale dell'opera, con l'addio di Wotan a, seguito dall'incantesimo del fuoco. Si tratta di due edizioni diverse (la prima è diretta da Pierre Boulez, la regia è di Patrick Chereau, Wotan è Donald MacIntyre; la seconda è diretta da Antonio Pappano, Wotan è Bryn Terfell ed è in forma di concerto). Noterete che i due ascolti sono sovrapponibili per 1,50 minuti circa, ma non sono riuscita a trovare tutto il finale in un unico file, né le due parti che riuscissero ad incastrarsi alla perfezione.
Vi riporto sotto il testo direttamente in traduzione, sottolineando il testo che è associato al secondo ascolto.

Addio, fanciulla ardita e sublime!
fierezza più sacra del mio cuore!
Addio! Addio! Addio!
Se devo fuggirti,
se il mio saluto pieno d'amore,
non può più accoglierti,
se tu non devi più cavalcare al mio fianco,
fersarmi l'idromele a tavola;
se devo perderti, te che io amo,
gioia sorridente del mio sguardo:
che un fuoco nuziale bruci ora per te
tale che non ha mai bruciato per nessuna fidanzata!
Che le fiammi ardenti circondino la roccia;
che con una paura torrida,
esse mettano in fuga gli indecisi;
che il vigliacco fugga la roccia di Bruenhilde!
E che solo un uomo più libero di me, il dio,
sposi la fidanzata!
Questi due occhi luminosi
che ho così sovente carezzato sorridendo,
quando il tuo ardore nel combattimento ti valeva un bacio,
quando in un balbettio infantile, l'elogio degli eroi
colava dalle tue nobili labbra:
queste due occhi luminosi
che, così sovente, hanno brillato per me nella tempesta
quando avevo il cuore bruciato dal desiderio di speranza,
quando tutti i miei voti mi portavano verso le
delizie del mondo,
lontano dalle angoscie terribili che mi agitavano:
che per l'ultima volta, esse mi dissetino
con l'ultimo bacio d'addio!
Che le loro stelle brillino
per l'uomo felice:
esse devono chiudersi,
nella separazione
all'Eterno sventurato!
POiché il dio si allontana così da te,
e con un bacio ti ritira la tua divinità.
Loge, sentimi! Vieni e ascolta!
Tale che io ti ho trovato,
sotto la forma di un braciere ardente,
tale che tu mi sei scappato, fuoco fatuo;
tale che io ti ho incatenato, ti incateno oggi!
Levati, fiamma vacillante,
circanda la roccia con il tuo ardore!
Loge! Loge! Qui!
Che colui che teme la punta della mia lancia
non oltrepassi mai questo fuoco!





[VIDEO NON PIU' DISPONIBILE]

Su Valchiria ci sarebbe molto altro da aggiungere, ma mi piacerebbe, per chi domani seguirà la diretta dalla Scala, poter discutere qui sotto dell'opera e di quello che avete pensato dei suoi personaggi e della sua musica.

Concludo con una nota che non vuole essere scoraggiante, ma che non posso negare. Wagner è un autore impegnativo, non foss'altro per la lunghezza dell'opera. In Valchiria non esistono i numeri (per ricordare la lezione sull'opera: arie, duetti, terzetti) distinti l'uno dall'altro, ma la musica è continuativa e si conclude solo a fine atto (quindi non c'è spazio per gli applausi in mezzo all'atto).
La musica wagneriana è costruita attraverso la tecnica dei Leitmotiven (plurare di Leitmotiv), ovvero, per semplificare, motivi che ricorrono in tutta l'opera, legati ad un personaggio o ad un oggetto (l'Anello per esempio) e che si evolvono in continuazione con richiami tra l'uno e l'altro. Fare un'analisi dei motivi della Valchiria mi porterebbe ad introdurre una lezione molto complicata e forse un po' incomprensibile. Magari, però, se volete, dopo l'ascolto ve ne potrò esemplificare qualcuno.

Edited by Ida59 - 6/10/2023, 10:28
 
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view post Posted on 6/12/2010, 23:16
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I ♥ Severus


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Mamma mia che trama complicata!!!
Domani cercherò di registrare l'opera, e poi la vedrò a "pezzi".

Grazie mille per il conciso riassunto che mi renderà possibile comprendere l'opera.

Gli ascolti li rimando a domani.
 
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