Io mi riconosco nella veste di "sadica fanwriter" e penso anche che il "sadismo letterario" c'entri veramente poco o nulla col sadismo nella vita reale.
Cercherò di spiegarmi meglio.
Credo che l'essere umano abbia dentro di sé, più o meno sepolti, certi impulsi distruttivi. Ci sono, non c'è niente da fare, la crescita è un'educazione anche morale per contenerli e arginarli per la vita in società.
Negarli non fa tutta questa differenza, l'importante è non agirli.
Anzi, credo che esserne coscienti, esprimerli, anche elaborarli nella scrittura sia mille volte meglio che negare di possederli; negandoli e identificandosi (falsamente) con un'immagine unicamente "buona" può rendere più facile che tornino e che vengano agiti magari senza che ce ne accorgiamo.
Ora non dico che questo porti per forza a diventare dei "Jack lo Squartatore", dico solo che riconoscerli e magari scriverli non faccia una persona più sadica di un'altra, che magari li ha ma non si permette di esserne cosciente.
Questo discorso contorto si potrebbe esemplificare così: penso che sia più sadico un adulto che sfotte un'altra persona perchè magari è cicciotta o perchè ha commesso un errore, che la più efferata scrittrice di ff sadiche.
Quanto al lato narrativo del sadismo, quanto ad essere sadici per esempio con Severus, vi invito a pensare: chi ci piace di più, Beep-beep o Wile E. Coyote?
Il Coyote ci prova sempre ma non molla mai, eppure il suo autore è sempre stato molto sadico con lui, basterà dire che almeno due volte a puntata precipita giù nel precipizio.
Il sadismo letterario in questo caso rivolto a Severus mi ricorda molto quello verso il Coyote, e serve anche per mettere in evidenza le sue qualità di tenacia ed ingegnosità.
Mi riconosco personalmente in ciò che ha già detto Ellyson:
CITAZIONE (ellyson @ 13/7/2010, 11:02)
Per quanto riguarda il sadismo credo che ci siano dei personaggi "più portati" più sfruttabili per questo genere.
A me piace essere sadica con Severus.
Ma non perché godo nel vederlo soffrire ma perché mi piace vedere come esce a testa alta dalle sofferenze, mi piace metterlo faccia a faccia con le sue paure più intime per poi dirgli "Bravo, Severus. Anche questa volta ce l'hai fatta"
E non sempre gli regalo la felicità dopo averlo fatto soffrire, anzi... a volte vado ancora più a fondo.
Troppo sadica? Bastrada fino all'osso?
Forse... ma mi piace essere il più possibile vicino alla realtà quando si tratta di scrivere; anche in un mondo fantastico le emozioni sono sempre quelle e non sempre la vita sorride.
Specilamente se è la vita di Severus Piton.
Quindi non sempre le storie possono avere un lieto fine, a volte sono solo una lunga serie di sofferenze.
Però soffro con lui, piango con lui, il mio cuore sussulta quando il suo sussulta. Mi spavento, mi demoralizzo insomma quando scrivo IO sono Severus. Ma come sono Hermione, Harry, Ron, Ginny e molti altri.
Certo in alcuni riesco ad immedesimarmi meglio che in altri...
Anche io non mi sento per niente obbligata a regalare al personaggio un lieto fine, dopo averlo fatto soffrire!!
Nella vita non c'è garanzia, non c'è l'equità che l'autore, padrone del suo mondo nel racconto, può invece, se lo ritiene il caso, stabilire.
Quanto all'esperimento delle torture, beh, ho sentito anche di peggio. Ma è un po', credo, come scommettere su come ci comporteremmo nel caso in cui venissimo rapinati, non sappiamo a priori come potremmo reagire.
Però credo e riaffermo che esprimere sadismo nell'arte o nel gioco non abbia molta attinenza col sadismo che potremmo mettere in atto nella realtà.
Byebye