Il Calderone di Severus

L'autore autorità, una riflessione sul sadismo letterario

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Ale85LeoSign
view post Posted on 13/7/2010, 12:13




CITAZIONE (ellyson @ 13/7/2010, 12:02)
Personalmente mi faccio molto trascinare dai personaggi. Spesso e volentieri parto con un'idea e a metà storia mi rendo conto che sta uscendo del tutto diversa da come l'avevo immaginata e, spesso, quella nuova versione risulta più leggibile e credibile.
Quindi ti rigiro la domanda siamo noi i padroni dei personaggi o i personaggi sono i nostri padroni?
...

Autore-padrone?
O siamo solo i mezzi con i quali i personaggi narraro le loro vite?

Eeeh, c'ero già arrivata considerando che spesso i personaggi "Scappano di mano".
Poi tutto dipende come li gestiamo, in che contesto li piazziamo, come si evolvono e come si evolve la storia. ^_^
Nell'esempio di Tigre, a volte le scappano di mano, ma per raggiungere quel famoso ultimo fine, alla fine riesce sempre a riprenderli in mano e a gestirli perfettamente. :)



CITAZIONE
Ovvio io SO che é un personaggio inventato, che é pure immaginazione e parole su un foglio bianco ma non vi caipta mai di inventare un personaggio originale e rendersi conto che questo ha quasi preso vita nella vostra testa?
O sono solo matta io?

Se così fosse, saremmo matte in 2 :P
E' questo, secondo me, il bello di una scrittura intelligente, pensata e vissuta emotivamente: lo spessore che assumono i suoi elementi: personaggi, ambientazioni e stati d'animo che un po' si vanno a riflettere anche sull'autore e i suoi lettori.


CITAZIONE
Sei personaggi in cerca d'autore di Pirandello parla proprio di questo. Sei personaggi che quasi costringono l'autore a narrare al loro storia per non essere dimenticati.

Ottimo esempio a cui non avevo pensato.

CITAZIONE
Forse... ma mi piace essere il più possibile vicino alla realtà quando si tratta di scrivere; anche in un mondo fantastico le emozioni sono sempre quelle e non sempre la vita sorride.
Specilamente se è la vita di Severus Piton.
Quindi non sempre le storie possono avere un lieto fine, a volte sono solo una lunga serie di sofferenze.
Però soffro con lui, piango con lui, il mio cuore sussulta quando il suo sussulta. Mi spavento, mi demoralizzo insomma quando scrivo IO sono Severus. Ma come sono Hermione, Harry, Ron, Ginny e molti altri.
Certo in alcuni riesco ad immedesimarmi meglio che in altri...

Concordo in tutto. Probabilmente perchè ho un tipo di scrittura "realista".



CITAZIONE
CITAZIONE
Nel nostro caso letterario, l'autorità e l'esecutore sono la stessa persona, ovvero, l'autore che, disponendo di un universo immaginario, può decidere se infliggere determinati tormenti ai propri personaggi.

E' una questione di libero arbitrio.
Scegliere una via piuttosto che un'altra.
Decidere chi deve soffrire e perché. A volte per una crescita del personaggio, altre solo per dare un po' di brivido alla storia.
Sempre in tema Harry Potter (in fin dei conti siamo sul suo forum) la morte di Remus e Tonks sono sofferenze inutili sia per i personaggi che per il lettore.
Quindi anche le Rowling é sadica?
Ubriaca dal potere divino dello scrittore?
Forse.. o forse aveva solo finito le idee. E questo é molto triste riferito ad una scrittrice.

Altro aspetto interessante. A volte certe scelte non sono legate ai personaggi, ma sono solo funzioni di "trama". All'interno del contesto della storia "ci sta" che quel personaggio muoia in quel modo e in quel momento. Allora la scelta dell'autore diventa un'esigenza di trama.
Nel caso di Lupin però forse parliamo di una morte inutile, a patto che la Rowling non avesse un suo personale movente che l'ha spinta a uccidere in quel modo una delle proprie creature assieme alla moglie.


CITAZIONE
Credo che questo dipenda molto da come un autore si immedesima nel suo personaggio.
Sono dell'idea (forse un'illusoria idea) che quando uno scrittore inizia a creare un libro partendo da zero e in special modo quando crea un mondo proprio, ogni personaggio sia una sfaccettatura della sua anima, probabimente esasperata alla massima potenza.
Forse é un'idea utopistica che mi sono fatta io o forse é solo il MIO modo di scrivere ma se non ci metti del tuo in ogni personaggio questo - sempre a mio avviso qui si va su un'idea MOLTO soggettiva e, nel mio caso, confusa - risultarà vuoto e privo di consistenza.
Quindi se il personaggio - che é una parte di te in fin dei conti - soffri, soffri con lui.
Quale persona gode nel farsi del male?
Un masochista? Quindi siamo in una relazione sado/maso? ^_^

Mah... non lo so...
Dipende anche dal contesto della storia, ma potrebbe anche capitare il caso dell'autore "estraneo" ai personaggi, dei quali, senza avere un reale coinvolgimento emotivo, dispone a suo piacimento senza avere delle ripercussioni emotive/morali.
Ma è solo un'idea... ma è chiaro che personalmente preferisco un autore "coinvolto", probabilmente perchè, secondo la mia esperienza, lo reputo più valido e realistico.


CITAZIONE
CITAZIONE
(Sarei capace di torturare un'altra persona? Credo di no, salvo sia per risparmiare la tortura a me o a persone cui voglio bene: se proprio sono costretta a scegliere, ebbene sì, me ne frego di qualsiasi considerazione morale. Il solito giochetto della Torre, Ale...)

Quoto Ida.
Se devo salvare una persona che amo non guardo in faccia nessuno.
Dalla famosa torre butto già tutti, anche Severus.

E forse anche quella persona che ami, se reputi che ti faccia soffrire...




CITAZIONE
Ale in questo tuo e esmpio il sadismo é usato per raggiungere un traguardo: la risoluzione del rebus.
Non sarà un traguardo personale ma é comuqnue un traguardo.
Non é sadismo (sempre e solo sadismo letterario) fine a se stesso.

Ma il divertimento va a braccetto col "fine rebus" :lol:





CITAZIONE (ellyson @ 13/7/2010, 12:23)
In una saga come Harry Potter credo che i personaggi abbiano avuto più riconoscimenti rispetto all'autrice.
E chi ci dice che, in un delirio di onnipotenza, la Rowling non abbia voluto uccidere i suoi personaggi migliori per "gelosia" o "invidia".
Creare un fenomeno così di vasta portata, di così alto impatto sui giovani da rendere la scrittrice gelosa della sua creazione.
Far nascere un rapporto di odio-amore con i suoi personaggi.
Anche qui dove finisce l'autore e dove inizia il personaggio?

Altro aspetto che non avevo considerato sul quale devo riflettere un attimo, cosa che non mi riesce in questo momento.
Più avanti ci tornerò.
 
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Helèna Velena
view post Posted on 22/3/2011, 10:41




Io mi riconosco nella veste di "sadica fanwriter" e penso anche che il "sadismo letterario" c'entri veramente poco o nulla col sadismo nella vita reale.
Cercherò di spiegarmi meglio.
Credo che l'essere umano abbia dentro di sé, più o meno sepolti, certi impulsi distruttivi. Ci sono, non c'è niente da fare, la crescita è un'educazione anche morale per contenerli e arginarli per la vita in società.
Negarli non fa tutta questa differenza, l'importante è non agirli.
Anzi, credo che esserne coscienti, esprimerli, anche elaborarli nella scrittura sia mille volte meglio che negare di possederli; negandoli e identificandosi (falsamente) con un'immagine unicamente "buona" può rendere più facile che tornino e che vengano agiti magari senza che ce ne accorgiamo.
Ora non dico che questo porti per forza a diventare dei "Jack lo Squartatore", dico solo che riconoscerli e magari scriverli non faccia una persona più sadica di un'altra, che magari li ha ma non si permette di esserne cosciente.
Questo discorso contorto si potrebbe esemplificare così: penso che sia più sadico un adulto che sfotte un'altra persona perchè magari è cicciotta o perchè ha commesso un errore, che la più efferata scrittrice di ff sadiche.

Quanto al lato narrativo del sadismo, quanto ad essere sadici per esempio con Severus, vi invito a pensare: chi ci piace di più, Beep-beep o Wile E. Coyote?
Il Coyote ci prova sempre ma non molla mai, eppure il suo autore è sempre stato molto sadico con lui, basterà dire che almeno due volte a puntata precipita giù nel precipizio.
Il sadismo letterario in questo caso rivolto a Severus mi ricorda molto quello verso il Coyote, e serve anche per mettere in evidenza le sue qualità di tenacia ed ingegnosità.
Mi riconosco personalmente in ciò che ha già detto Ellyson:

CITAZIONE (ellyson @ 13/7/2010, 11:02) 
Per quanto riguarda il sadismo credo che ci siano dei personaggi "più portati" più sfruttabili per questo genere.
A me piace essere sadica con Severus.
Ma non perché godo nel vederlo soffrire ma perché mi piace vedere come esce a testa alta dalle sofferenze, mi piace metterlo faccia a faccia con le sue paure più intime per poi dirgli "Bravo, Severus. Anche questa volta ce l'hai fatta"
E non sempre gli regalo la felicità dopo averlo fatto soffrire, anzi... a volte vado ancora più a fondo.
Troppo sadica? Bastrada fino all'osso?
Forse... ma mi piace essere il più possibile vicino alla realtà quando si tratta di scrivere; anche in un mondo fantastico le emozioni sono sempre quelle e non sempre la vita sorride.
Specilamente se è la vita di Severus Piton.
Quindi non sempre le storie possono avere un lieto fine, a volte sono solo una lunga serie di sofferenze.
Però soffro con lui, piango con lui, il mio cuore sussulta quando il suo sussulta. Mi spavento, mi demoralizzo insomma quando scrivo IO sono Severus. Ma come sono Hermione, Harry, Ron, Ginny e molti altri.
Certo in alcuni riesco ad immedesimarmi meglio che in altri...

Anche io non mi sento per niente obbligata a regalare al personaggio un lieto fine, dopo averlo fatto soffrire!!
Nella vita non c'è garanzia, non c'è l'equità che l'autore, padrone del suo mondo nel racconto, può invece, se lo ritiene il caso, stabilire.

Quanto all'esperimento delle torture, beh, ho sentito anche di peggio. Ma è un po', credo, come scommettere su come ci comporteremmo nel caso in cui venissimo rapinati, non sappiamo a priori come potremmo reagire.
Però credo e riaffermo che esprimere sadismo nell'arte o nel gioco non abbia molta attinenza col sadismo che potremmo mettere in atto nella realtà.

Byebye



 
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Fri Rapace
view post Posted on 24/3/2011, 00:36




Posso intervenire anche se non faccio parte di questo club?

"reputate che sia giusto che l'autorità "autore" punisca/torturi e, in determinati casi, uccida il proprio personaggio?"

Certo, se serve ai fini della trama. Sono i personaggi a essere al servizio della trama, non il contrario. A me non piace far soffrire o, peggio, uccidere i miei personaggi preferiti, ma se serve lo faccio. Tempo fa mi sono iscritta a un Contest che chiedeva di scrivere una ff Angst ambientata in un mondo in cui Voldemort aveva trionfato. E' stata un po' una tragedia scriverla, ma l'ho fatto, facendo di fatto fare una fine tremenda a gran parte dei miei personaggi preferiti e facendo trionfare quelli che odio (Malfoy...).
E se nelle one-shot di solito mi butto su storie divertenti perché mi piace scrivere dei miei personaggi preferiti felici, in una long dovranno soffrire, se no non c'è trama, secondo me. Di solito opto per un lieto fine, ma non troppo... insomma, mi piacciono il realismo e le cose non scontate, ma anche sdrammatizzare.
 
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view post Posted on 24/3/2011, 09:43
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reputate che sia giusto che l'autorità "autore" punisca/torturi e, in determinati casi, uccida il proprio personaggio?

Mi ci provo anch'io a rispondere alla domanda.
Dal mio punto di vista, la sola risposta possibile è sì, ovviamente nel momento in cui, a livello della trama, la tortura (fisica o psicologica che sia) o la morte del personaggio non siano fini a se stesse (è questo l'unico caso in cui posso parlare realmente - e dal mio punto di vista - di sadismo letterario), ma abbiano un loro senso logico, anche quando questo senso logico viene svelato non nel momento in cui avviene la morte (o tortura) del personaggio, ma magari in un altro capitolo/parte della storia. Ma d'altronde l'autore esercita la sua autorità anche nel momento in cui sceglie di far uccidere un personaggio ad un altro, di far vivere felice un personaggio... in fondo ogni volta che progetta una storia.
Passando dal generale al personale, io, come autore, nel momento in cui scrivo, agisco con i personaggi (siano essi personaggi originali, siano essi personaggi preesistenti e quindi dotati di una personalità già definita che non devo tradire) seguendo due direttive di massima: da un lato quello che accadrà loro dipenderà dalla trama che sto sviluppando; dall'altro - ma le due cose - sono molto legate di tentare di essere sempre il più realistico possibile. Se, a livello di trama, è logico che quel dato personaggio (che ha una sua caratterizzazione psicologica di fondo, un suo vissuto - che non è nemmeno detto venga mostrato interemante al lettore -, un suo sviluppo psicologico che cambia dal punto di inizio della trama andando verso la sua fine o che, al contrario, per varie ragioni non ha nessun cambiamento evidente) soffra o muoia, allora io, come autore, ritengo "giusto" far morire o soffrire il suddetto personaggio perché non potrebbe essere altrimenti. E nel farlo non mi diverto, né mi dispiaccio (non sono autrice che si immedesima con i personaggi di cui scrive, né che si commuove mentre scrive... essenzialmente mantengo una distanza totale da quello che scrivo, ragionando circa il suo realismo, la sua logicità).
Lo stesso dicasi, a livello generale, per il lieto fine o il finale tragico (o un finale che non sia né tragico, né lietro). L'autore ha l'autorità (ma anche il dovere nei confronti del lettore) di far finire il suo racconto in maniera logica con quello che precede. Ecco, l'unica cosa che mi infastidisce di un autore è il momento in cui esercita la sua autorità per far finire forzatamente bene o forzatamente male la sua storia, senza che questo lieto fine inaspettato o questo finale tragico (tragicità che non implica una strage, ma anche solo un esilio) inaspettato non abbiano, alla fine, una loro spiegazione logica e perfettamente coerente con la trama, sempre che l'autore - perdendo la propria indipendenza autoriale - non abbia dovuto per motivi esterni alla sua volontà far concludere in un determinato modo la sua storia.
Semplicemente, per tornare alla domanda di partenza (e pensando ad autori che sono certo più validi di me), se non fosse giusto che l'autore esercitasse l'autorità di torturare, uccidere, veder felice, condannare per sempre il proprio personaggio, non esisterebbe nessuna tragedia, nessun racconto epico, nessun romanzo e e nessun poema, nessuna fanfiction, perché tutti gli autori, da che l'uomo ha iniziato ad inventare storie, hanno esercitato la loro autorità sulla trama e, di conseguenza, sui personaggi. Alla fine, senza autori che si sono presi il diritto di uccidere/torturare i proprio personaggi, non avremmo avuto la letteratura, quindi nemmeno Harry Potter e, conseguenzialmente, Severus. Ma, se per questo non avremmo neanche avuto Medea, Amleto o Ivan Karamazov.
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 29/3/2011, 19:26




Wiiii, ma qui c'è un follone di gente che ha risposto!

Bueno! Due (ma anche 3) minuti per la cena e mi leggo tutto quello che avete scritto :woot:
 
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19 replies since 12/7/2010, 17:48   451 views
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