Il Calderone di Severus

L'autore autorità, una riflessione sul sadismo letterario

« Older   Newer »
  Share  
Ale85LeoSign
view post Posted on 12/7/2010, 17:48




Perchè apro questa discussione qui, nella sezione dedicata a Severus?
Bè... semplicemente perchè, dedicato a Severus, si era scelto di aprire un SadiClub. Intendiamoci, la sottoscritta è approdata su Magie Sinister spingendo l'attuale amministrazione a riprenderlo in mano e a "rinverdirlo" (anche se di verde ha ben poco :P ), ma non ne aveva ancora ben colto il significato all'epoca, perchè, al suo interno, più che di sadismo allo stato puro si parla di sofferenza.

In ogni caso, questa discussione è pertinente con lo spirito del club e col termine sadismo (che, comunque, a mio avviso, in parte si può "salvare" all'interno dello stesso club. Non mi dilungo ora, semmai ci tornerò in seguito.)

Dopo questa premessa, pongo un'altra questione: di che cosa voglio parlare?
Non certo di "quanto è bello essere sadici", ma di un argomento un tantino più complesso.

Noi autori di MSS, possiamo reputarci "padroni" delle nostre storie, del contesto che creiamo, dei nostri personaggi, dello sviluppo della trama, del tempo metereologico. All'interno di un foglio bianco, fatto di celluloide o di bit, diventiamo una vera divinità, padrona di ogni cosa, persino della vita e della morte delle proprie "creature".

Da qui l'autore può decidere se essere buono o cattivo coi propri personaggi, se essere sadico o meno.
Sì, torniamo al sadismo. Questa riflessione mi è sorta pensando a Stanley Milgram*, uno psicologo americano che negli anni ’60 dimostrò che il 62,5% dei soggetti analizzati nella sua ricerca, investiti di una certa autorità in un dato contesto, erano disposti a torturare un altro individuo.

Ma scendiamo nei dettagli della ricerca di Milgram.

Il soggetto sperimentale veniva posto di fronte ad un apparecchio che era collegato ad un’altra persona situata in una stanza attigua, con una serie di leve su cui era indicato “scossa lieve”, “scossa intensa”, “scossa molto intensa”, ecc... Il soggetto doveva presentare all’allievo una lista di parole da ripetere in sequenza. Quando l’allievo sbagliava, il soggetto doveva somministrargli una scossa, aumentandone gradualmente l’intensità ogni volta che sbagliava.

Ovviamente la scossa non era reale, ma l’attore emetteva urla di dolore terrificanti e gemiti di terrore, chiedendo, già dopo la prima scossa di essere liberato. Nonostante questo, il 79% dei soggetti superava la scossa di 150 volt, cioè quella in cui l’allievo li pregava di smettere, mentre ben il 65% dei soggetti arrivava alla scossa della massima intensità. Continuavano perfino quando veniva detto loro che l’allievo a causa delle scosse aveva perso conoscenza, o addirittura quando dalla stanza attigua non proveniva più alcun suono!

Le conclusioni tratte da questo esperimento furono che gli esseri umani abbandonano piuttosto facilmente considerazioni etiche e morali quando l’autorità ordina loro di violarle.
Nel nostro caso letterario, l'autorità e l'esecutore sono la stessa persona, ovvero, l'autore che, disponendo di un universo immaginario, può decidere se infliggere determinati tormenti ai propri personaggi.

Tornando al Sadiclub, e all'esempio Severus. Se non ho capito male (ma le mie riflessioni, al riguardo, sono ancora in corso) lo spirito passato e odierno del club sarebbe quello di portare il personaggio, attraverso un percorso di sofferenza e ostacoli, a un meritato traguardo di felicità.
Ecco, io mi limito ad analizzare lo step iniziale, il pre-traguardo, ovvero quel famoso percorso che il nostro paladino in nero è costretto ad affrontare per mano dalle varie autrici (chi più chi meno) per il raggiungimento di quel famoso traguardo.
In questo caso l'autore sceglie di infliggere del male a Severus, e questo è sadico, perchè, in ogni caso egli (ma sarebbe meglio dire "ella") trae una certa soddisfazione dalla sofferenza del Dark Master.

Più che spirito sadico, però, in determinati casi, è possibile che l'eroicizzazione del personaggio sia ciò che nasconde quel velo chiamato "Sadismo" di cui si fa vanto il Sadiclub.
Severus, alla fine, sopporta sempre; qualsiasi punizione, determinata dai suoi sbagli, gli venga inflitta dai suoi carnefici (gli autori) egli difficilmente cede, e se cede, in ogni caso, poi si rialza più forte e determinato di prima. Gli stessi libri della Rowling lo hanno dimostrato, nonostante l'orrenda fine che è stata riservata a questo splendido personaggio. L'errore di Severus è stato ENORME, e l'ha portato a perdere tutto ciò che aveva, tutto ciò che per lui rappresentava un valore. E qui il crollo. Ma da questa colpa, che si trascinerà dietro a vita, ne risorgerà un uomo più forte e determinato di prima, completamente schierato dalla parte del bene.

Dopo questo sproloquio apparentemente infinito, la mia proposta è una semplice riflessione.
Io ho esposto i miei pensieri, che possono rappresentare per voi considerazioni giuste o sbagliate, condivisibili o meno. Quello che vi chiedo è: come autori, o anche come lettori, reputate che sia giusto che l'autorità "autore" punisca/torturi e, in determinati casi, uccida il proprio personaggio (proprio, sì. Non stiamo qui a dibattere su FF o Originali, o Canon, o meno, please!).

Attenzione: io non ho ancora espresso un giudizio (che, se verrà espresso, naturalmente, non consisterà nel "puntare il dito" contro un determinato autore, a patto che non si tratti della sottoscritta, ma in considerazioni personali, appunto, sul proprio operato come autore o in via puramente generica.) e mi sono limitata a esporre fatti e dati reperiti per il web e da mie conoscenze pregresse.

Da ciò vi dico che, se qualcuno esponesse il proprio pensiero in merito, mi farebbe solo felice :)


*Citazione delle corrette date riguardanti Milgram tratta da Wikipedia.
 
Top
view post Posted on 12/7/2010, 19:51
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,406
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


A parte che mi hai fatto venire i brividi esponendo i risultati delle ricerche di Milgram (Sarei capace di torturare un'altra persona? Credo di no, salvo sia per risparmiare la tortura a me o a persone cui voglio bene: se proprio sono costretta a scegliere, ebbene sì, me ne frego di qualsiasi considerazione morale. Il solito giochetto della Torre, Ale...) non so se ho capito lo spirito della tua discussione.

CITAZIONE
Lo spirito passato e odierno del club sarebbe quello di portare il personaggio, attraverso un percorso di sofferenza e ostacoli, a un meritato traguardo di felicità.

Questo è esattamente lo spirito che perseguo io quando "torturo" il povero Severus con l'aggiunta, molto importante, che, lungi dal gioire del suo dolore, io soffro insieme con lui.
Di conseguenza, non mi riconosco minimamente in questa tua successiva frase:
CITAZIONE
In questo caso l'autore sceglie di infliggere del male a Severus, e questo è sadico, perchè, in ogni caso egli (ma sarebbe meglio dire "ella") trae una certa soddisfazione dalla sofferenza del Dark Master.

Mentre posso facilmente concordare su queste successive frasi:
CITAZIONE
Più che spirito sadico, però, in determinati casi, è possibile che l'eroicizzazione del personaggio sia ciò che nasconde quel velo chiamato "Sadismo" di cui si fa vanto il Sadiclub.
Severus, alla fine, sopporta sempre; qualsiasi punizione, determinata dai suoi sbagli, gli venga inflitta dai suoi carnefici (gli autori) egli difficilmente cede, e se cede, in ogni caso, poi si rialza più forte e determinato di prima. Gli stessi libri della Rowling lo hanno dimostrato, nonostante l'orrenda fine che è stata riservata a questo splendido personaggio. L'errore di Severus è stato ENORME, e l'ha portato a perdere tutto ciò che aveva, tutto ciò che per lui rappresentava un valore. E qui il crollo. Ma da questa colpa, che si trascinerà dietro a vita, ne risorgerà un uomo più forte e determinato di prima, completamente schierato dalla parte del bene.

Arrivando quindi alla tua domanda:
CITAZIONE
Quello che vi chiedo è: come autori, o anche come lettori, reputate che sia giusto che l'autorità "autore" punisca/torturi e, in determinati casi, uccida il proprio personaggio

la mia personale risposta è SI', condizionata, però, dal fatto che la sofferenza inflitta non sia fine a se stessa ma faccia parte di un percorso di redenzione/eroicizzazione del personaggio e, possibilmente, vi sia il raggiungimento del traguardo del "lieto fine" che va a giustificare, in un certo qual modo, le sofferenze inflitte; nonchè l'ulteriore condizione che nell'autore non vi sia alcun compiacimento per le sofferenze inflitte ma che, al contrario, si percepisca chiaramente il dolore che l'autore condivide con il suo personaggio.


Edited by Ida59 - 12/6/2015, 12:21
 
Web  Top
Ale85LeoSign
view post Posted on 12/7/2010, 20:17




CITAZIONE (Ida59 @ 12/7/2010, 20:51)
A parte che mi hai fatto venire i brividi esponendo i risultati delle ricerche di Milgram

L'essere umano FA venire i brividi... :ph34r:

CITAZIONE
(Sarei capace di torturare un'altra persona? Credo di no, salvo sia per risparmiare la tortura a me o a persone cui voglio bene: se proprio sono costretta a scegliere, ebbene sì, me ne frego di qualsiasi considerazione morale. Il solito giochetto della Torre, Ale...) non so se ho capito lo spirito della tua discussione.

Lo spirito della discussione? Oh, è semplice: sto cercando di arruolare una serie di sadici, aprendo questa discussione per riuscire a individuarli con esattezza, promuovere una campagna contro quei silenziofobici dei miei vicini, e andare con delle Vuvuzelas a torturarli.

...

Va bene che io sono la donna dei secondi fini, però in questo caso, conoscendomi, dovresti aver capito che questi sono solo ragionamenti. :)
Sai, ogni tanto io penso (ogni tanto??? :blink: ) e a volte dai miei pensieri-barra- elucubrazioni cerco di trarre qualche utilità e qualche discussione interessante. Tutto qui Tigrilla. :lol:

Il tuo dramma personale potrebbe essere che, sì, nonostante questa non sia una mail, alla fine la sola e unica persona a rispondere sei sempre tu (salvo rare eccezioni supportate da improvvise nevicate a ciel sereno).

Dopo aver premesso questa premessa: ero semplicemente curiosa di capire. Come sempre. Sono quotidianamente affamata di conoscenze (le quali non implicano apporti calorici, per fortuna! :lol: )

CITAZIONE
CITAZIONE
Lo spirito passato e odierno del club sarebbe quello di portare il personaggio, attraverso un percorso di sofferenza e ostacoli, a un meritato traguardo di felicità.

Questo è esattamente lo spirito che perseguo io quando "torturo" il povero Severus con l'aggiunta, molto importante, che, lungi dal gioire del suo dolore, io soffro insieme con lui.

Vuoi dire che finalmente ho compreso lo spirito del Sadiclub (che dovrebbe chiamarsi "Soffriclub par condicio: soffri tu che soffro anch'io" :lol: :P )
Ossantapolenta, potevi dirmelo prima che adesso fa buio e non posso mettere le catene da neve alla macchina!


CITAZIONE
Di conseguenza, non mi riconosco minimamente in questa tua successiva frase:
CITAZIONE
In questo caso l'autore sceglie di infliggere del male a Severus, e questo è sadico, perchè, in ogni caso egli (ma sarebbe meglio dire "ella") trae una certa soddisfazione dalla sofferenza del Dark Master.


Hm... allora, tenendo conto che la discussione non vuole sviluppare menti sadiche o fomentarle (per chi non l'avesse ancora capito, la mia constatazione di qualche riga su era una battuta che potrebbe diventare un sinistro per chi pensasse che vogliamo veramente arruolare veri sadici) ma è una discussione da prendere "alla leggera".
Certo, l'ho supportata con uno studio che è stato realmente fatto negli anni 60, giusto per dire che sì, l'uomo può essere facilmente sadico se mosso da un'autorità superiore, in questo caso (letterario) da se stesso nelle vesti di autore.

Ovviamente io parlo di autori INTELLIGENTI che sanno distinguere la finzione dalla realtà. Per esempio: posso dire di scrivere una scena in cui Severus si fa molto veramente male e dire che l'ho fatto per "sfogarmi" su quel personaggio, traendone un sadico piacere". Certo, come modus operandi non è carino.
Ma, aspetta, che esempio del cavolo, uso un esempio che io stessa ho fatto.
Hai presente "Mai uccidere per amore"? Alla fine Severus si suicida, e l'ho trovato persino sadicamente divertente o, se vuoi, ironico, perchè nel contesto TUTTA la storia è ironica e solo un finale del genere poteva "renderle giustizia".

Questo per farti un esempio dello spirito con cui deve essere presa questa discussione.


CITAZIONE
Mentre posso facilmente concordare su queste successive frasi:
CITAZIONE
Più che spirito sadico, però, in determinati casi, è possibile che l'eroicizzazione del personaggio sia ciò che nasconde quel velo chiamato "Sadismo" di cui si fa vanto il Sadiclub.
Severus, alla fine, sopporta sempre; qualsiasi punizione, determinata dai suoi sbagli, gli venga inflitta dai suoi carnefici (gli autori) egli difficilmente cede, e se cede, in ogni caso, poi si rialza più forte e determinato di prima. Gli stessi libri della Rowling lo hanno dimostrato, nonostante l'orrenda fine che è stata riservata a questo splendido personaggio. L'errore di Severus è stato ENORME, e l'ha portato a perdere tutto ciò che aveva, tutto ciò che per lui rappresentava un valore. E qui il crollo. Ma da questa colpa, che si trascinerà dietro a vita, ne risorgerà un uomo più forte e determinato di prima, completamente schierato dalla parte del bene.


Quindi tu NON sei un autore sadico, ma come Autore Autorità gestisci i tuoi personaggi come?
Per raggiungere sempre un fine ultimo?

CITAZIONE
la mia personale risposta è SI', condizionata, però, dal fatto che la sofferenza inflitta non sia fine a se stessa ma faccia parte di un percorso di redenzione/eroicizzazione del personaggio e, possibilmente, vi sia il raggiungimento del traguardo del "lieto fine" che va a giustificare, in un certo qual modo, le sofferenze inflitte; nonchè l'ulteriore condizione che nell'autore non vi sia alcun compiacimento per le sofferenze inflitte ma che, al contrario, si percepisca chiaramente il dolore che l'autore condivide con il suo personaggio.

Inteso e compreso (fino a un certo punto. Il tuo metodo di scrittura, con dizionario alla mano, rimane ancora in fase di studio e comprensione) Non saresti mai una lettrice di certe storie di Stephen King o di Hitchcock, per dirti. Ma neanche mie :shifty:
Alla fine il sadismo di cui parlo io, non è un VERO SADISMO.
Esempio: Scrivo di Severus che si suicida e ne traggo un insano compiacimento sadico.
NO.
Quello di cui parlo io è Sadismo Ironico. Cioè al personaggio ne capitano di tutti i colori, e non sempre per il raggiungimento di un qualche traguardo, ma per creare una storia intrigante ma, al contempo, dove ci sia un rebus da risolvere, il tutto scandito da una buona dose di ironia.

Spero che i toni della mia risposta abbiano alleggerito la discussione che innocuamente è nata ed innocua resta.
Confido, oltre a tutto, sempre, nel fatto di discorrere con persone intelligenti e sufficientemente adulte per soffermarsi su tematiche, talvolta, anche impegnative. ;)

P.S. Te l'ho mai detto che ADORO l'esempio della torre? La prima volta che me l'hai esposto sì che mi ha fatto venire i brividi, forse perchè ho una fervida immaginazione e un sottile terrore delle altezze, ma sentirtelo riportare, a volte, rende sempre molto bene che cosa vuoi dire. ;)
 
Top
kijoka
view post Posted on 12/7/2010, 22:19




Sono novellina nel Club e, nonostante varie opinioni contrarie, non sono proprio sicura di appartenergli completamente.
Non mi piace far soffrire Severus.
Generalmente il mio infliggergli dolore e torture di vario genere corrisponde a comprendere meglio me.
Il mio immedesimarmi in lui fa sì che quando lui soffre, io soffra.
La realtà è che in alcuni miei momenti bui il farlo soffrire riesca ad aprirmi uno spiraglio di speranza, mi aiuta ad elaborare ciò che provo ed uscire dal momento negativo cercando di affrancare lui dal dolore.
Ogni volta che sono troppo crudele con lui cerco, subito dopo, di regalargli un’ intensa felicità!
Per farmi perdonare di aver fatto scontare a lui ciò che avrei dovuto saper sopportare io.
In realtà per me Severus è il mezzo che utilizzo, non per esplorare sadismo e tortura, ma per comprendere una parte di me. Quella più nascosta e difficile da elaborare con distacco.
Più in generale non mi piace la violenza, non approvo l’accanimento e odio la tortura.
Ma per me il dolore che faccio patire al mio personaggio ha, più di tutto, una valenza di redenzione.
Trovo non sia possibile utilizzare il personaggio di Severus, senza prima avergli fatto percorrere un sentiero che possa portarlo a riflettere su di sè e su quanto ha fatto.
Questo è, necessariamente, un percorso di dolore.
Perchè la Rowling non ci ha dato altra alternativa che questa: ha fatto della sua vita un infinito succedersi di avvenimenti terribili, un’esistenza completamente permeata dal dolore e votata al riscatto di un’unica scelta sbagliata.
Per poterlo rendere felice trovo non ci sia altra modo che fargli percorrere tutto il cammino di espiazione che consiste nel portarlo all’estremo fondo del baratro, per poi farlo risalire, per poi regalargli il Paradiso.
Non scrivo da molto tempo e non scrivo altro che di Severus, per cui è molto difficile per me analizzare cosa possa essere il mio rapporto con un altro personaggio che possa non essere lui. Non credo che, se si trattasse di qualcun altro, riuscirei a scrivere alcune cose che ho scritto.
E’ proprio Severus, la sua realtà, le sue scelte, i suoi rimpianti e i suoi rimorsi, che mi spingono all’estremo, che mi portano ad esplorare anche una parte assolutamente buia e cupa di me. Perchè, per descrivere delle cose che scrivo, io per prima devo riuscire a capirle, provare a farle mie, poi valutarle ed infine accettarle e scriverle.
Far fare a Severus un tragitto tra la disperazione e la felicità in fondo aiuta me a capire e valutare tutta una serie di livelli di consapevolezza che, normalmente, non avrei mai preso in considerazione.
Non traggo alcuna soddisfazione nell’infliggergli sofferenza, semplicemente penso sia l’unico modo che si possa percorrere per portarlo, ragionevolmente, ad un livello superiore. E’ il modo più logico per permettergli di affrancarsi dagli errori del passato per abbracciare una nuova vita, lontana da quella che ha voluto per lui la sua reale autrice.
E qui rispondo alla domanda:
CITAZIONE
Quello che vi chiedo è: come autori, o anche come lettori, reputate che sia giusto che l'autorità "autore" punisca/torturi e, in determinati casi, uccida il proprio personaggio...

Sì. In generale lo trovo giusto.
A mio avviso ogni personaggio è un mezzo.
Perchè il personaggio dovrebbe sempre essere al servizio dell’autore e con l’autore concorrere a dipanare una trama, a dare il significato profondo di ogni racconto, a sopportare ogni scelta dell’autore perchè solo il personaggio può raccontare la storia, portare avanti la storia e dare senso alla storia.
Se il senso viene dichiarato, spiegato, concretizzato e risolto dal suo dolore o dalla sua morte, allora ben vengano entrambi.
Ki

Edited by Ida59 - 12/6/2015, 12:21
 
Top
view post Posted on 12/7/2010, 22:52
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,406
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 12/7/2010, 21:17)
Ovviamente io parlo di autori INTELLIGENTI che sanno distinguere la finzione dalla realtà. Per esempio: posso dire di scrivere una scena in cui Severus si fa molto veramente male e dire che l'ho fatto per "sfogarmi" su quel personaggio, traendone un sadico piacere". Certo, come modus operandi non è carino.
Ma, aspetta, che esempio del cavolo, uso un esempio che io stessa ho fatto.
Hai presente "Mai uccidere per amore"? Alla fine Severus si suicida, e l'ho trovato persino sadicamente divertente o, se vuoi, ironico, perchè nel contesto TUTTA la storia è ironica e solo un finale del genere poteva "renderle giustizia".

Io ritengo di essere un autore intelligente e di essere perfettamente in grado di distinguere tra finzione e realtà, ma non mi è mai capitato, né, ragionevolmente, credo che mai mi capiterà, di scrivere scene in cui faccio del male a Severus solo per "sfogarmi" né, tanto più, per trarne un sadico piacere. No, non sono proprio quel tipo di autore.
CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 12/7/2010, 21:17)
Non saresti mai una lettrice di certe storie di Stephen King o di Hitchcock, per dirti. Ma neanche mie :shifty:

Sì, concordo in pieno.

CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 12/7/2010, 21:17)
Quello di cui parlo io è Sadismo Ironico. Cioè al personaggio ne capitano di tutti i colori, e non sempre per il raggiungimento di un qualche traguardo, ma per creare una storia intrigante ma, al contempo, dove ci sia un rebus da risolvere, il tutto scandito da una buona dose di ironia.

Per rispondere a ciò che hai scritto sopra, no, non sono una scrittrice sadica, nella corretta accezione di significato di questa parola, ma credo di averlo ormai detto un miliardo di volte.
Di conseguenza, no, non mi piace il sadismo, neppure se è ironico.
Amo le storie in cui Severus soffre, ma solo se sento che l'autore soffre con lui. Se la sofferenza è solo, pura e semplicemente del personaggio e l'autore ne rimane indifferente, automaticamente mi proteggo non lasciandomi coinvolgere dalla lettura perchè so che, in quello specifico caso, Severus soffrirà, soffrirà molto e, probabilmente, anche del tutto inutilmente. E la storia probabilmente non mi piacerà...


Edited by Ida59 - 12/6/2015, 12:21
 
Web  Top
view post Posted on 12/7/2010, 23:09
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,406
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


CITAZIONE (kijoka @ 12/7/2010, 23:19)
Ma per me il dolore che faccio patire al mio personaggio ha, più di tutto, una valenza di redenzione.
Trovo non sia possibile utilizzare il personaggio di Severus, senza prima avergli fatto percorrere un sentiero che possa portarlo a riflettere su di sè e su quanto ha fatto.
Questo è, necessariamente, un percorso di dolore.
Perchè la Rowling non ci ha dato altra alternativa che questa: ha fatto della sua vita un infinito succedersi di avvenimenti terribili, un’esistenza completamente permeata dal dolore e votata al riscatto di un’unica scelta sbagliata.
Per poterlo rendere felice trovo non ci sia altra modo che fargli percorrere tutto il cammino di espiazione che consiste nel portarlo all’estremo fondo del baratro, per poi farlo risalire, per poi regalargli il Paradiso.
[...]
Non traggo alcuna soddisfazione nell’infliggergli sofferenza, semplicemente penso sia l’unico modo che si possa percorrere per portarlo, ragionevolmente, ad un livello superiore. E’ il modo più logico per permettergli di affrancarsi dagli errori del passato per abbracciare una nuova vita, lontana da quella che ha voluto per lui la sua reale autrice.

Concordo totalmente con quanto riportato qui sopra che vale in pieno anche per me tuttora, mentre, per quanto riguarda le motivazioni personali che hai inserito, ovviamente su quelle ci differenziamo molto anche se, all'inizio, nelle primissime storie che ho scritto, in un certo senso sono stata spinta anche io da motivazioni personali simili a quelle che hai descritto tu.


Edited by Ida59 - 12/6/2015, 12:21
 
Web  Top
Ale85LeoSign
view post Posted on 13/7/2010, 08:17




CITAZIONE (Ida59 @ 12/7/2010, 23:52)
Per rispondere a ciò che hai scritto sopra, no, non sono una scrittrice sadica, nella corretta accezione di significato di questa parola, ma credo di averlo ormai detto un miliardo di volte.

E qui siamo al miliardo e 1... :P
A dire il vero la domanda non era se tu sei sadica :huh: (sarebbe stata tremendamente, o miliardamente, retorica) ma

CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 12/7/2010, 21:17)
Quindi tu NON sei un autore sadico (affermazione), ma come Autore Autorità gestisci i tuoi personaggi come? (domanda)
Per raggiungere sempre un fine ultimo? (domanda)



Per tornare al tuo dubbio iniziale:

CITAZIONE (Ida59 @ 12/7/2010, 20:51)
non so se ho capito lo spirito della tua discussione.

La risposta è NO. :(

Lo spirito di questa discussione verteva su una semplice analisi dei "poteri" del Autore-Autorità, invece del solito accanimento contro chi un aspetto di questi poteri (in questo caso "il sadismo"), seppur a modo suo, lo usa all'interno dei suoi scritti.
La discussione, invece di andare su tematiche già dette e ribadite (sulle quali è palese che si rimane arroccati sulle proprie posizioni, per non dire "torri" :P ) X volte, può ampliarsi e sfociare in argomentazioni nuove e interessanti. :D
Ad esempio: all'interno di un contesto narrativo non è detto che il "deus machina" autore possa realmente gestire tutto. :huh:
C'è quel famoso modo di dire, che a un certo punto gli stessi personaggi "possono sfuggire di mano" e con essi la trama della storia (intesa come pensieri, fatti, parole, e altro ancora.).
Da qui il rovesciamento della medaglia: l'autorità diventerebbe "esecutore" della "volontà propria" di quei personaggi inizialmente impostati e comandati, e la storia prenderebbe un suo ormai naturale andamento. :woot:

Pertanto, dall'iniziale adduzione di un esperimento realmente avvenuto su un tot di esseri umani impiegando la giustificazione "autorità" per vedere la loro conseguente reazione, se passiamo alla realtà persnonale dell'autore-autorità (cosa che ci interessa decisamente di più :) ), le cose potrebbero logicamente avere delle differenze.

E' chiaro che passando, ad esempio, a questo tipo di argomento come ho fatto io (pertinente ma, al contempo, scostato dal mero sadismo citato puramente come esemplificazione) la discussione prenderebbe un'altra piega ancora, alla quale avevo già tentato di portare, domandando agli autori come gestivano i loro personaggi.
Ma deduco che l'esempio "forte" (di un esperimento si trattava, e nella storia dell'umanità, credo che sia uno dei più soft, considerando che era tutta una recita) abbia incentivato a sottolineare l'aspetto sadico di cui l'autore-autorità può disporre, cosa su cui io stessa mi soffermo volentieri a parlare, ma non per ribadire le mie posizioni, ma perchè mi interessa! :woot:
Invece mi sono trovata il solito "bastian contrari" :angry: sulla semplice espressione del mio pensiero e delle mie motivazioni personali. -_-

Sulle estensive motivazioni personali riportate da Ki e sui commenti successivi non dico bè, proprio perchè personali e insindacabili. Apprezzo comunque l'intervento, ugualmente interessante :)
 
Top
view post Posted on 13/7/2010, 08:48
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,406
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 12/7/2010, 21:17)
Quindi tu NON sei un autore sadico (affermazione), ma come Autore Autorità gestisci i tuoi personaggi come? (domanda)
Per raggiungere sempre un fine ultimo? (domanda)

Rispondo alla domanda: sì, ho sempre un fine ultimo ben preciso, al quale arrivo sempre e comunque (vedi anche èiù sotto), ma anche questo l'ho già detto un miliardo di volte
CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 13/7/2010, 09:17)
CITAZIONE (Ida59 @ 12/7/2010, 20:51)
non so se ho capito lo spirito della tua discussione.

La risposta è NO. :(

Ne avevo avuto sentore, infatti avevo subito chiesto lumi, anche perchè non eri proprio stata chiarissima nel primo intervento...
Ad ogni modo, all'unica domanda precisa che avevi posto, io ho risposto in modo chiaro e completo, mi sembra, già con il mio primo intervento.
CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 13/7/2010, 09:17)
Ad esempio: all'interno di un contesto narrativo non è detto che il "deus machina" autore possa realmente gestire tutto. :huh:
C'è quel famoso modo di dire, che a un certo punto gli stessi personaggi "possono sfuggire di mano" e con essi la trama della storia (intesa come pensieri, fatti, parole, e altro ancora.).
Da qui il rovesciamento della medaglia: l'autorità diventerebbe "esecutore" della "volontà propria" di quei personaggi inizialmente impostati e comandati, e la storia prenderebbe un suo ormai naturale andamento. :woot:

No, i personaggi possono anche momentaneamente scapparmi di mano, ma, avendo io come autore un fine ultimo che perseguo, prima o poi i personaggi li riprendo in mano e arrivo dove voglio arrivare. Al limite la storia si allungherà e dovrò fare qualche numero contorsionistico, ma l'autore sono io e le cose vanno come voglio io, sempre per soddisfare quel benedetto fine ultimo che è poi la motivazione che mi ha spinto a scrivere la storia.
Quindi, sì, sono un Autore che esercita la sua piena Autorità sui propri presonaggi per perseguire un fine ultimo preciso che è la motivazione che mi porta a scrivere la storia.


CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 13/7/2010, 09:17)
Invece mi sono trovata il solito "bastian contrari" :angry: sulla semplice espressione del mio pensiero e delle mie motivazioni personali. -_-

Mi spiace, ma io non avevo alcuna intenzione di fare da "bastian contrari": ho solo cercato di rispondere alle tue considerazioni fornendoti le mie e cercando di stare in tema, cosa resa un po' difficile, forse, dalla vasta premessa che hai fatto nel tuo primo intrevente e che, effettivamente, mi ha portato un po' fuori strada. Me ne scuso.


Edited by Ida59 - 12/6/2015, 12:22
 
Web  Top
Ale85LeoSign
view post Posted on 13/7/2010, 09:43




CITAZIONE (Ida59 @ 13/7/2010, 09:48)
CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 12/7/2010, 21:17)
Quindi tu NON sei un autore sadico (affermazione), ma come Autore Autorità gestisci i tuoi personaggi come? (domanda)
Per raggiungere sempre un fine ultimo? (domanda)

Rispondo alla domanda: sì, ho sempre un fine ultimo ben preciso, al quale arrivo sempre e comunque (vedi anche èiù sotto), ma anche questo l'ho già detto un miliardo di volte

Io ho esemplificato con determinati esempi, ma non ho focalizzato la mia attenzione sempre sulle solite tematiche dalle quali, mi sembra evidente e legittimo, ognuno conserva il proprio pensiero e le proprie posizioni.
Lo ritengo ormai più che implicito. :)



CITAZIONE (Ida59 @ 12/7/2010, 20:51)
Ad ogni modo, all'unica domanda precisa che avevi posto, io ho risposto in modo chiaro e completo, mi sembra, già con il mio primo intervento. (vedi sopra)


Con questo intervento.

CITAZIONE (Ida59 @ 13/7/2010, 09:48)
CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 12/7/2010, 21:17)
Quindi tu NON sei un autore sadico (affermazione), ma come Autore Autorità gestisci i tuoi personaggi come? (domanda)
Per raggiungere sempre un fine ultimo? (domanda)

Rispondo alla domanda: sì, ho sempre un fine ultimo ben preciso, al quale arrivo sempre e comunque (vedi anche èiù sotto), ma anche questo l'ho già detto un miliardo di volte

Ribadendo di aver già detto un miliardo di volte, anche se la domanda non prevedeva la risposta "un miliardo e 1". Io non ho chiesto "vi reputate autori sadici?" ma "Quello che vi chiedo è: come autori, o anche come lettori, reputate che sia giusto che l'autorità "autore" punisca/torturi e, in determinati casi, uccida il proprio personaggio ".

focalizzando l'attenzione su "autorità-autore" che come tale è giusto che compia determinate scelte? Ho anche parlato di morale con quel famoso esempio, ma l'aggancio non è uscito. In un mondo immaginario, cartaceo, è giusto che l'autore prenda i propri personaggi e faccia far loro ciò che vuole?

In uno scenario pieno di ff spazzatura, (ma anche di libri originali spazzatura, ahimè), carente di autori realmente intelligenti, che NON sanno distinguere realtà da finzione (ed è a questi che mi riferivo sopra) dove certi personaggi sono stravolti, distrutti, ricomposti, deformati e privati della loro originale consistenza, proprio perchè l'Autore diventa Autorità e, in quanto tale, pensa di poter fare quello che vuole, non dovrebbero esistere delle regole implicite di rispetto e di gratitudine nei confronti di quel personaggio che (tornando all'esempio Severus) nonostante sia stato così idiota da sbagliare (ma sfido, chi è senza peccato a scagliare la prima pietra) e nonostante l'atteggiamento irritante che ha mantenuto per anni per mascherare il suo vero io e per tenere i propri sentimenti nascosti nel proprio cuore, ci ha regalato emozioni e insegnamenti impagabili?
L'autore ha realmente il diritto di banalizzarlo e renderlo ciò che in realtà non è e non sarebbe mai?
Ma il personaggio cartaceo, in fondo, non ha un suo spessore e un suo riscontro nella vita reale?
Direi che la testimonianza di Ki, in questo caso, avvalora questa domanda, perchè anche la sottoscritta gli è, da un certo punto di vista, debitrice per una serie di ragioni che non sto qui a riportare.




CITAZIONE
CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 13/7/2010, 09:17)
Invece mi sono trovata il solito "bastian contrari" :angry: sulla semplice espressione del mio pensiero e delle mie motivazioni personali. -_-

Mi spiace, ma io non avevo alcuna intenzione di fare da "bastian contrari": ho solo cercato di rispondere alle tue considerazioni fornendoti le mie e cercando di stare in tema, cosa resa un po' difficile, forse, dalla vasta premessa che hai fatto nel tuo primo intrevente e che, effettivamente, mi ha portato un po' fuori strada. Me ne scuso.[/color]

Spesso tu ti sei fatta le domande e ti sei risposta,

CITAZIONE
CITAZIONE
Quello di cui parlo io è Sadismo Ironico. Cioè al personaggio ne capitano di tutti i colori, e non sempre per il raggiungimento di un qualche traguardo, ma per creare una storia intrigante ma, al contempo, dove ci sia un rebus da risolvere, il tutto scandito da una buona dose di ironia.

Per rispondere a ciò che hai scritto sopra, no, non sono una scrittrice sadica, nella corretta accezione di significato di questa parola, ma credo di averlo ormai detto un miliardo di volte.

andando a toccare sempre gli stessi punti di discussione già trattati e ritrattati. :(

Ed è strano, perchè mi sembrava che, nonostante l'evidente lunga premessa (credo che un discorso ben strutturato, dal mio punto di vista, pretenda il giusto impiego di esempi, parole e tempo. Del resto, come già detto, se si discute tra persone adulte e intelligenti è anche giusto farlo in un certo modo.) alla fine la domanda fosse chiara:

CITAZIONE
Quello che vi chiedo è: come autori, o anche come lettori, reputate che sia giusto che l'autorità "autore" punisca/torturi e, in determinati casi, uccida il proprio personaggio (proprio, sì. Non stiamo qui a dibattere su FF o Originali, o Canon, o meno, please!).

A questo punto, dopo aver fatto quei famosi salti mortali, sono dispiaciuta nel constatare che da tentativi di discussione nuova gli unici lidi che andiamo a toccare sono sempre gli stessi, come se ci fosse perennemente qualcosa da dimostrare, probabilmente perchè la fonte di questa discussione è il tanto discusso sadismo letterario, per il quale, a mio personale parere, non è possibile trovare un punto di discussione. :(
Da qui vi dico che non mi sentirete più parlare del Sadiclub o di sadismo in generale. :(
E con questo mi sembra chiaro che ora la discussione potrà prendere molte altre strade. :D
 
Top
view post Posted on 13/7/2010, 09:50
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,406
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 13/7/2010, 10:43)
CITAZIONE (Ida59 @ 12/7/2010, 20:51)
Ad ogni modo, all'unica domanda precisa che avevi posto, io ho risposto in modo chiaro e completo, mi sembra, già con il mio primo intervento. (vedi sopra)


Con questo intervento.

CITAZIONE (Ida59 @ 13/7/2010, 09:48)
CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 12/7/2010, 21:17)
Quindi tu NON sei un autore sadico (affermazione), ma come Autore Autorità gestisci i tuoi personaggi come? (domanda)
Per raggiungere sempre un fine ultimo? (domanda)

Rispondo alla domanda: sì, ho sempre un fine ultimo ben preciso, al quale arrivo sempre e comunque (vedi anche èiù sotto), ma anche questo l'ho già detto un miliardo di volte

Ribadendo di aver già detto un miliardo di volte, anche se la domanda non prevedeva la risposta "un miliardo e 1". Io non ho chiesto "vi reputate autori sadici?" ma "Quello che vi chiedo è: come autori, o anche come lettori, reputate che sia giusto che l'autorità "autore" punisca/torturi e, in determinati casi, uccida il proprio personaggio ".

No, Ale, io ho subito risposto alla tua domanda con il mio primo intervento: questo qui citato.
CITAZIONE (Ida59 @ 12/7/2010, 20:51)
CITAZIONE
Quello che vi chiedo è: come autori, o anche come lettori, reputate che sia giusto che l'autorità "autore" punisca/torturi e, in determinati casi, uccida il proprio personaggio

la mia personale risposta è SI', condizionata, però, dal fatto che la sofferenza inflitta non sia fine a se stessa ma faccia parte di un percorso di redenzione/eroicizzazione del personaggio e, possibilmente, vi sia il raggiungimento del traguardo del "lieto fine" che va a giustificare, in un certo qual modo, le sofferenze inflitte; nonchè l'ulteriore condizione che nell'autore non vi sia alcun compiacimento per le sofferenze inflitte ma che, al contrario, si percepisca chiaramente il dolore che l'autore condivide con il suo personaggio.


Edited by Ida59 - 12/6/2015, 12:22
 
Web  Top
Ale85LeoSign
view post Posted on 13/7/2010, 09:59




Perdonami, su questo punto hai perfettamente ragione.
 
Top
view post Posted on 13/7/2010, 10:05
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,406
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 13/7/2010, 10:43)
Ed è strano, perchè mi sembrava che, nonostante l'evidente lunga premessa (credo che un discorso ben strutturato, dal mio punto di vista, pretenda il giusto impiego di esempi, parole e tempo. Del resto, come già detto, se si discute tra persone adulte e intelligenti è anche giusto farlo in un certo modo.) alla fine la domanda fosse chiara:
CITAZIONE
Quello che vi chiedo è: come autori, o anche come lettori, reputate che sia giusto che l'autorità "autore" punisca/torturi e, in determinati casi, uccida il proprio personaggio (proprio, sì. Non stiamo qui a dibattere su FF o Originali, o Canon, o meno, please!).

A questo punto, dopo aver fatto quei famosi salti mortali, sono dispiaciuta nel constatare che da tentativi di discussione nuova gli unici lidi che andiamo a toccare sono sempre gli stessi, come se ci fosse perennemente qualcosa da dimostrare, probabilmente perchè la fonte di questa discussione è il tanto discusso sadismo letterario, per il quale, a mio personale parere, non è possibile trovare un punto di discussione. :(
Da qui vi dico che non mi sentirete più parlare del Sadiclub o di sadismo in generale. :(
E con questo mi sembra chiaro che ora la discussione potrà prendere molte altre strade. :D

Mi sembra che tu ti sia irritata e me ne dispiace, visto che non avevo alcuna intenzione di darti contro o di parlare di sadismo o di dimostare alcunchè.
Alla tua domanda, come ho citato sopra, ho risposto subito e mi è parso di averlo fatto in modo chiaro e completo, certo, esprimendo la mia personale idea e toccando anche il discorso sofferenza del personaggio (non ho parlato di sadismo, però, nella mia risposta, ma, anzi, l'ho del tutto escluso) che, per altro, mi pareva del tutto pertinente visto che parlavi di punizioni/torture.
Volevi l'aggancio morale? Nella mia risposta mi sembra di averne tenuto conto nel momento in cui ho condizionato l'infliggere della sofferenza a un fine ultimo (redenzione/eroicizzazione), possibilmente lieto, proprio per ripagare il personaggio del dolore che gli ho inflitto. Specifico meglio, se ancora ti interessa: il proprio dolore è, per il personaggio, l'unico modo per raggiungere la redenzione e, quindi, la successiva felicità e, per questo motivo, io Autore ritengo di potergliene infliggere nella quantità che ritengo necessaria per raggiungere i miei scopi.

Mi spiace che tu ti sia irritata e, francamente, non ne comprendo il motivo (salvo che tu non abbia visto la mia risposta iniziale...), nè trovo piacevole il tono dei tuoi ultimi messaggi.


Edited by Ida59 - 12/6/2015, 12:22
 
Web  Top
Ale85LeoSign
view post Posted on 13/7/2010, 10:52




Non sono affatto irritata. Mi limito a prendere atto di quanto è stato detto e di accettarlo per quello che è. :)
Hai toccato il punto "sadismo" dal momento in cui hai ribadito x volte di non essere un autore sadico, rimarcando discorsi già detti e ridetti.

Ma è un tuo diritto farlo anche se, semplicemente, non era necessario (soprattutto se ti ha richiesto uno spreco di tempo che potevi risparmiarti.)

Tutto qua. :)
 
Top
view post Posted on 13/7/2010, 11:02
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
13,849
Location:
Dalla luna...

Status:


Argomento tostarello di prima mattina... :wacko:
Non credo di aver ben afferrato il senso completo del discorso ma sono molto rincoglionita oggi (notte insonne e mancaza del marito che occupa metà letto) quindi perdonatemi se esco dal seminato e rispondo un po' per quello che sento dentro e un po' per quello che ho capito leggendo la duscussione che trovo interessante e stimolante.

CITAZIONE
Noi autori di MSS, possiamo reputarci "padroni" delle nostre storie, del contesto che creiamo, dei nostri personaggi, dello sviluppo della trama, del tempo metereologico. All'interno di un foglio bianco, fatto di celluloide o di bit, diventiamo una vera divinità, padrona di ogni cosa, persino della vita e della morte delle proprie "creature".
Da qui l'autore può decidere se essere buono o cattivo coi propri personaggi, se essere sadico o meno.

Ni.
Personalmente mi faccio molto trascinare dai personaggi. Spesso e volentieri parto con un'idea e a metà storia mi rendo conto che sta uscendo del tutto diversa da come l'avevo immaginata e, spesso, quella nuova versione risulta più leggibile e credibile.
Quindi ti rigiro la domanda siamo noi i padroni dei personaggi o i personaggi sono i nostri padroni?

Esempio legato ad Harry Potter: la Rowling voleva far morire Arthur nel 5 libro ma alla fine ha cambiato idea.
Cosa l'ha spinta a cambiare idea? A scegliere tra la vita e la morte di un suo personaggio (che io spero sia una parte di lei), solo una questione di struttura della storia o é stato il personaggio stesso che le ha fatto cambiare dea.
Ovvio io SO che é un personaggio inventato, che é pure immaginazione e parole su un foglio bianco ma non vi caipta mai di inventare un personaggio originale e rendersi conto che questo ha quasi preso vita nella vostra testa?
O sono solo matta io?

Sei personaggi in cerca d'autore di Pirandello parla proprio di questo. Sei personaggi che quasi costringono l'autore a narrare al loro storia per non essere dimenticati.

Quante volte scriviamo una storia perché non risusciamo a pensare che a quello, perché é come un impulso che ci spinge a scriverla a metterla nero su bianco. E' come se mille voci dentro la testa ti urlano, ti costringono a scrivere a narrare quello che LORO vogliono narrare.

Autore-padrone?
O siamo solo i mezzi con i quali i personaggi narraro le loro vite?

E tu Ale credevi di avere l'esclusiva per una mente contorta... :o: :P

Per quanto riguarda il sadismo credo che ci siano dei personaggi "più portati" più sfruttabili per questo genere.
A me piace essere sadica con Severus.
Ma non perché godo nel vederlo soffrire ma perché mi piace vedere come esce a testa alta dalle sofferenze, mi piace metterlo faccia a faccia con le sue paure più intime per poi dirgli "Bravo, Severus. Anche questa volta ce l'hai fatta"
E non sempre gli regalo la felicità dopo averlo fatto soffrire, anzi... a volte vado ancora più a fondo.
Troppo sadica? Bastrada fino all'osso?
Forse... ma mi piace essere il più possibile vicino alla realtà quando si tratta di scrivere; anche in un mondo fantastico le emozioni sono sempre quelle e non sempre la vita sorride.
Specilamente se è la vita di Severus Piton.
Quindi non sempre le storie possono avere un lieto fine, a volte sono solo una lunga serie di sofferenze.
Però soffro con lui, piango con lui, il mio cuore sussulta quando il suo sussulta. Mi spavento, mi demoralizzo insomma quando scrivo IO sono Severus. Ma come sono Hermione, Harry, Ron, Ginny e molti altri.
Certo in alcuni riesco ad immedesimarmi meglio che in altri...


CITAZIONE
Nel nostro caso letterario, l'autorità e l'esecutore sono la stessa persona, ovvero, l'autore che, disponendo di un universo immaginario, può decidere se infliggere determinati tormenti ai propri personaggi.

E' una questione di libero arbitrio.
Scegliere una via piuttosto che un'altra.
Decidere chi deve soffrire e perché. A volte per una crescita del personaggio, altre solo per dare un po' di brivido alla storia.
Sempre in tema Harry Potter (in fin dei conti siamo sul suo forum) la morte di Remus e Tonks sono sofferenze inutili sia per i personaggi che per il lettore.
Quindi anche le Rowling é sadica?
Ubriaca dal potere divino dello scrittore?
Forse.. o forse aveva solo finito le idee. E questo é molto triste riferito ad una scrittrice.

CITAZIONE
In questo caso l'autore sceglie di infliggere del male a Severus, e questo è sadico, perchè, in ogni caso egli (ma sarebbe meglio dire "ella") trae una certa soddisfazione dalla sofferenza del Dark Master.

Credo che questo dipenda molto da come un autore si immedesima nel suo personaggio.
Sono dell'idea (forse un'illusoria idea) che quando uno scrittore inizia a creare un libro partendo da zero e in special modo quando crea un mondo proprio, ogni personaggio sia una sfaccettatura della sua anima, probabimente esasperata alla massima potenza.
Forse é un'idea utopistica che mi sono fatta io o forse é solo il MIO modo di scrivere ma se non ci metti del tuo in ogni personaggio questo - sempre a mio avviso qui si va su un'idea MOLTO soggettiva e, nel mio caso, confusa - risultarà vuoto e privo di consistenza.
Quindi se il personaggio - che é una parte di te in fin dei conti - soffri, soffri con lui.
Quale persona gode nel farsi del male?
Un masochista? Quindi siamo in una relazione sado/maso? ^_^

Che casino...

CITAZIONE
Severus, alla fine, sopporta sempre; qualsiasi punizione, determinata dai suoi sbagli, gli venga inflitta dai suoi carnefici (gli autori) egli difficilmente cede, e se cede, in ogni caso, poi si rialza più forte e determinato di prima. Gli stessi libri della Rowling lo hanno dimostrato, nonostante l'orrenda fine che è stata riservata a questo splendido personaggio. L'errore di Severus è stato ENORME, e l'ha portato a perdere tutto ciò che aveva, tutto ciò che per lui rappresentava un valore. E qui il crollo. Ma da questa colpa, che si trascinerà dietro a vita, ne risorgerà un uomo più forte e determinato di prima, completamente schierato dalla parte del bene.

Questo lo quoto e basta. :D :D

CITAZIONE
Quello che vi chiedo è: come autori, o anche come lettori, reputate che sia giusto che l'autorità "autore" punisca/torturi e, in determinati casi, uccida il proprio personaggio

Sì, se ha senso per la storia che sta narrando.
Sì, se c'é un nesso logico con quello che sta facendo.
No é solo per vedere un cadavere in più o per aggiungere pagine di torture senza senso.


CITAZIONE
(Sarei capace di torturare un'altra persona? Credo di no, salvo sia per risparmiare la tortura a me o a persone cui voglio bene: se proprio sono costretta a scegliere, ebbene sì, me ne frego di qualsiasi considerazione morale. Il solito giochetto della Torre, Ale...)

Quoto Ida.
Se devo salvare una persona che amo non guardo in faccia nessuno.
Dalla famosa torre butto già tutti, anche Severus.


CITAZIONE
Ovviamente io parlo di autori INTELLIGENTI che sanno distinguere la finzione dalla realtà. Per esempio: posso dire di scrivere una scena in cui Severus si fa molto veramente male e dire che l'ho fatto per "sfogarmi" su quel personaggio, traendone un sadico piacere". Certo, come modus operandi non è carino.

Sfogarsi su un personaggio non é molto carino...

CITAZIONE
Quello di cui parlo io è Sadismo Ironico. Cioè al personaggio ne capitano di tutti i colori, e non sempre per il raggiungimento di un qualche traguardo, ma per creare una storia intrigante ma, al contempo, dove ci sia un rebus da risolvere, il tutto scandito da una buona dose di ironia

Ale in questo tuo e esmpio il sadismo é usato per raggiungere un traguardo: la risoluzione del rebus.
Non sarà un traguardo personale ma é comuqnue un traguardo.
Non é sadismo (sempre e solo sadismo letterario) fine a se stesso.


CITAZIONE
Sono novellina nel Club e, nonostante varie opinioni contrarie, non sono proprio sicura di appartenergli completamente.
Non mi piace far soffrire Severus.
Generalmente il mio infliggergli dolore e torture di vario genere corrisponde a comprendere meglio me.
Il mio immedesimarmi in lui fa sì che quando lui soffre, io soffra.
La realtà è che in alcuni miei momenti bui il farlo soffrire riesca ad aprirmi uno spiraglio di speranza, mi aiuta ad elaborare ciò che provo ed uscire dal momento negativo cercando di affrancare lui dal dolore.
Ogni volta che sono troppo crudele con lui cerco, subito dopo, di regalargli un’ intensa felicità!
Per farmi perdonare di aver fatto scontare a lui ciò che avrei dovuto saper sopportare io.
In realtà per me Severus è il mezzo che utilizzo, non per esplorare sadismo e tortura, ma per comprendere una parte di me. Quella più nascosta e difficile da elaborare con distacco.
Più in generale non mi piace la violenza, non approvo l’accanimento e odio la tortura.
Ma per me il dolore che faccio patire al mio personaggio ha, più di tutto, una valenza di redenzione.
Trovo non sia possibile utilizzare il personaggio di Severus, senza prima avergli fatto percorrere un sentiero che possa portarlo a riflettere su di sè e su quanto ha fatto.
Questo è, necessariamente, un percorso di dolore.

Monica, questo è un tuo modo di affrontare il dolore di tuo di di Severus personale e, in quanto tale, assolutamente inopinabile.
Non sono una persona dai modi leggeri o aggrazziati quindi quello che sto per dire predilo con le pinze, non voglio giudicare, non fa parte del mio carattere ma so di essere delicata come un Troll dentro una stanza piena di fialette per pozioni, quindi porta pazienza.
Quello che hai scritto é molto profondo, l'idea di utilizzare Severus come valvola di sfogo o come canalizzatore per analizzare meglio il tuo essere é difficile e può essere anche molto doloroso.
Deve però essere costruttivo, se ci si rende conto che così le cose non vanno bisogna cambiarle nella vita vera e non solo facendole cambiare a Severus. Altrimenti il dolore subito - e patito di conseguneza da te -é inutile.
Ma qui si va sul personale... sulla tua vita che non conosco e quindi ti chiedo scusa se sono andata in stradine tortuose del tuo essere che non mi competono. ^_^

CITAZIONE
No, i personaggi possono anche momentaneamente scapparmi di mano, ma, avendo io come autore un fine ultimo che perseguo, prima o poi i personaggi li riprendo in mano e arrivo dove voglio arrivare. Al limite la storia si allungherà e dovrò fare qualche numero contorsionistico, ma l'autore sono io e le cose vanno come voglio io, sempre per soddisfare quel benedetto fine ultimo che è poi la motivazione che mi ha spinto a scrivere la storia.
Quindi, sì, sono un Autore che esercita la sua piena Autorità sui propri presonaggi per perseguire un fine ultimo preciso che è la motivazione che mi porta a scrivere la storia.

Non l'avrei mai detto! :P :P
Invece a me una volta la storia é proprio scappata di mano, sono partita con l'idea di scrivere una storia a lieto fine dopo un po' di soffereza e, invece, mi sono ritrovata a scrivere un finale tristissimo dove i protagonisti si dichiaravano in punto di morte. <_<
Un po' lontanuccio dal significato di lieto fine.



Questo é quello che ho compreso da quello che avete scritto... ragazze che fatica ed ora ho pure mal di testa.
Ma, alla fine, mi sa che neppure io ho capito tanto bene il senso di quello che ho detto. :blink:
 
Top
view post Posted on 13/7/2010, 11:23
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
13,849
Location:
Dalla luna...

Status:


CITAZIONE
In uno scenario pieno di ff spazzatura, (ma anche di libri originali spazzatura, ahimè), carente di autori realmente intelligenti, che NON sanno distinguere realtà da finzione (ed è a questi che mi riferivo sopra) dove certi personaggi sono stravolti, distrutti, ricomposti, deformati e privati della loro originale consistenza, proprio perchè l'Autore diventa Autorità e, in quanto tale, pensa di poter fare quello che vuole, non dovrebbero esistere delle regole implicite di rispetto e di gratitudine nei confronti di quel personaggio che (tornando all'esempio Severus) nonostante sia stato così idiota da sbagliare (ma sfido, chi è senza peccato a scagliare la prima pietra) e nonostante l'atteggiamento irritante che ha mantenuto per anni per mascherare il suo vero io e per tenere i propri sentimenti nascosti nel proprio cuore, ci ha regalato emozioni e insegnamenti impagabili?
L'autore ha realmente il diritto di banalizzarlo e renderlo ciò che in realtà non è e non sarebbe mai?
Ma il personaggio cartaceo, in fondo, non ha un suo spessore e un suo riscontro nella vita reale?

In una saga come Harry Potter credo che i personaggi abbiano avuto più riconoscimenti rispetto all'autrice.
E chi ci dice che, in un delirio di onnipotenza, la Rowling non abbia voluto uccidere i suoi personaggi migliori per "gelosia" o "invidia".
Creare un fenomeno così di vasta portata, di così alto impatto sui giovani da rendere la scrittrice gelosa della sua creazione.
Far nascere un rapporto di odio-amore con i suoi personaggi.
Anche qui dove finisce l'autore e dove inizia il personaggio?
 
Top
19 replies since 12/7/2010, 17:48   451 views
  Share