Argomento tostarello di prima mattina...
Non credo di aver ben afferrato il senso completo del discorso ma sono molto rincoglionita oggi (notte insonne e mancaza del marito che occupa metà letto) quindi perdonatemi se esco dal seminato e rispondo un po' per quello che sento dentro e un po' per quello che ho capito leggendo la duscussione che trovo interessante e stimolante.
CITAZIONE
Noi autori di MSS, possiamo reputarci "padroni" delle nostre storie, del contesto che creiamo, dei nostri personaggi, dello sviluppo della trama, del tempo metereologico. All'interno di un foglio bianco, fatto di celluloide o di bit, diventiamo una vera divinità, padrona di ogni cosa, persino della vita e della morte delle proprie "creature".
Da qui l'autore può decidere se essere buono o cattivo coi propri personaggi, se essere sadico o meno.
Ni.
Personalmente mi faccio molto trascinare dai personaggi. Spesso e volentieri parto con un'idea e a metà storia mi rendo conto che sta uscendo del tutto diversa da come l'avevo immaginata e, spesso, quella nuova versione risulta più leggibile e credibile.
Quindi ti rigiro la domanda siamo noi i padroni dei personaggi o i personaggi sono i nostri padroni?
Esempio legato ad Harry Potter: la Rowling voleva far morire Arthur nel 5 libro ma alla fine ha cambiato idea.
Cosa l'ha spinta a cambiare idea? A scegliere tra la vita e la morte di un suo personaggio (che io spero sia una parte di lei), solo una questione di struttura della storia o é stato il personaggio stesso che le ha fatto cambiare dea.
Ovvio io SO che é un personaggio inventato, che é pure immaginazione e parole su un foglio bianco ma non vi caipta mai di inventare un personaggio originale e rendersi conto che questo ha quasi preso vita nella vostra testa?
O sono solo matta io?
Sei personaggi in cerca d'autore di Pirandello parla proprio di questo. Sei personaggi che quasi costringono l'autore a narrare al loro storia per non essere dimenticati.
Quante volte scriviamo una storia perché non risusciamo a pensare che a quello, perché é come un impulso che ci spinge a scriverla a metterla nero su bianco. E' come se mille voci dentro la testa ti urlano, ti costringono a scrivere a narrare quello che LORO vogliono narrare.
Autore-padrone?
O siamo solo i mezzi con i quali i personaggi narraro le loro vite?
E tu Ale credevi di avere l'esclusiva per una mente contorta...
Per quanto riguarda il sadismo credo che ci siano dei personaggi "più portati" più sfruttabili per questo genere.
A me piace essere sadica con Severus.
Ma non perché godo nel vederlo soffrire ma perché mi piace vedere come esce a testa alta dalle sofferenze, mi piace metterlo faccia a faccia con le sue paure più intime per poi dirgli
"Bravo, Severus. Anche questa volta ce l'hai fatta"E non sempre gli regalo la felicità dopo averlo fatto soffrire, anzi... a volte vado ancora più a fondo.
Troppo sadica? Bastrada fino all'osso?
Forse... ma mi piace essere il più possibile vicino alla realtà quando si tratta di scrivere; anche in un mondo fantastico le emozioni sono sempre quelle e non sempre la vita sorride.
Specilamente se è la vita di Severus Piton.
Quindi non sempre le storie possono avere un lieto fine, a volte sono solo una lunga serie di sofferenze.
Però soffro con lui, piango con lui, il mio cuore sussulta quando il suo sussulta. Mi spavento, mi demoralizzo insomma quando scrivo IO sono Severus. Ma come sono Hermione, Harry, Ron, Ginny e molti altri.
Certo in alcuni riesco ad immedesimarmi meglio che in altri...
CITAZIONE
Nel nostro caso letterario, l'autorità e l'esecutore sono la stessa persona, ovvero, l'autore che, disponendo di un universo immaginario, può decidere se infliggere determinati tormenti ai propri personaggi.
E' una questione di libero arbitrio.
Scegliere una via piuttosto che un'altra.
Decidere chi deve soffrire e perché. A volte per una crescita del personaggio, altre solo per dare un po' di brivido alla storia.
Sempre in tema Harry Potter (in fin dei conti siamo sul suo forum) la morte di Remus e Tonks sono sofferenze inutili sia per i personaggi che per il lettore.
Quindi anche le Rowling é sadica?
Ubriaca dal potere divino dello scrittore?
Forse.. o forse aveva solo finito le idee. E questo é molto triste riferito ad una scrittrice.
CITAZIONE
In questo caso l'autore sceglie di infliggere del male a Severus, e questo è sadico, perchè, in ogni caso egli (ma sarebbe meglio dire "ella") trae una certa soddisfazione dalla sofferenza del Dark Master.
Credo che questo dipenda molto da come un autore si immedesima nel suo personaggio.
Sono dell'idea (forse un'illusoria idea) che quando uno scrittore inizia a creare un libro partendo da zero e in special modo quando crea un mondo proprio, ogni personaggio sia una sfaccettatura della sua anima, probabimente esasperata alla massima potenza.
Forse é un'idea utopistica che mi sono fatta io o forse é solo il MIO modo di scrivere ma se non ci metti del tuo in ogni personaggio questo - sempre a mio avviso qui si va su un'idea MOLTO soggettiva e, nel mio caso, confusa - risultarà vuoto e privo di consistenza.
Quindi se il personaggio - che é una parte di te in fin dei conti - soffri, soffri con lui.
Quale persona gode nel farsi del male?
Un masochista? Quindi siamo in una relazione sado/maso?
Che casino...
CITAZIONE
Severus, alla fine, sopporta sempre; qualsiasi punizione, determinata dai suoi sbagli, gli venga inflitta dai suoi carnefici (gli autori) egli difficilmente cede, e se cede, in ogni caso, poi si rialza più forte e determinato di prima. Gli stessi libri della Rowling lo hanno dimostrato, nonostante l'orrenda fine che è stata riservata a questo splendido personaggio. L'errore di Severus è stato ENORME, e l'ha portato a perdere tutto ciò che aveva, tutto ciò che per lui rappresentava un valore. E qui il crollo. Ma da questa colpa, che si trascinerà dietro a vita, ne risorgerà un uomo più forte e determinato di prima, completamente schierato dalla parte del bene.
Questo lo quoto e basta.
CITAZIONE
Quello che vi chiedo è: come autori, o anche come lettori, reputate che sia giusto che l'autorità "autore" punisca/torturi e, in determinati casi, uccida il proprio personaggio
Sì, se ha senso per la storia che sta narrando.
Sì, se c'é un nesso logico con quello che sta facendo.
No é solo per vedere un cadavere in più o per aggiungere pagine di torture senza senso.
CITAZIONE
(Sarei capace di torturare un'altra persona? Credo di no, salvo sia per risparmiare la tortura a me o a persone cui voglio bene: se proprio sono costretta a scegliere, ebbene sì, me ne frego di qualsiasi considerazione morale. Il solito giochetto della Torre, Ale...)
Quoto Ida.
Se devo salvare una persona che amo non guardo in faccia nessuno.
Dalla famosa torre butto già tutti, anche Severus.
CITAZIONE
Ovviamente io parlo di autori INTELLIGENTI che sanno distinguere la finzione dalla realtà. Per esempio: posso dire di scrivere una scena in cui Severus si fa molto veramente male e dire che l'ho fatto per "sfogarmi" su quel personaggio, traendone un sadico piacere". Certo, come modus operandi non è carino.
Sfogarsi su un personaggio non é molto carino...
CITAZIONE
Quello di cui parlo io è Sadismo Ironico. Cioè al personaggio ne capitano di tutti i colori, e non sempre per il raggiungimento di un qualche traguardo, ma per creare una storia intrigante ma, al contempo, dove ci sia un rebus da risolvere, il tutto scandito da una buona dose di ironia
Ale in questo tuo e esmpio il sadismo é usato per raggiungere un traguardo: la risoluzione del rebus.
Non sarà un traguardo personale ma é comuqnue un traguardo.
Non é sadismo (sempre e solo sadismo letterario) fine a se stesso.
CITAZIONE
Sono novellina nel Club e, nonostante varie opinioni contrarie, non sono proprio sicura di appartenergli completamente.
Non mi piace far soffrire Severus.
Generalmente il mio infliggergli dolore e torture di vario genere corrisponde a comprendere meglio me.
Il mio immedesimarmi in lui fa sì che quando lui soffre, io soffra.
La realtà è che in alcuni miei momenti bui il farlo soffrire riesca ad aprirmi uno spiraglio di speranza, mi aiuta ad elaborare ciò che provo ed uscire dal momento negativo cercando di affrancare lui dal dolore.
Ogni volta che sono troppo crudele con lui cerco, subito dopo, di regalargli un’ intensa felicità!
Per farmi perdonare di aver fatto scontare a lui ciò che avrei dovuto saper sopportare io.
In realtà per me Severus è il mezzo che utilizzo, non per esplorare sadismo e tortura, ma per comprendere una parte di me. Quella più nascosta e difficile da elaborare con distacco.
Più in generale non mi piace la violenza, non approvo l’accanimento e odio la tortura.
Ma per me il dolore che faccio patire al mio personaggio ha, più di tutto, una valenza di redenzione.
Trovo non sia possibile utilizzare il personaggio di Severus, senza prima avergli fatto percorrere un sentiero che possa portarlo a riflettere su di sè e su quanto ha fatto.
Questo è, necessariamente, un percorso di dolore.
Monica, questo è un tuo modo di affrontare il dolore di tuo di di Severus personale e, in quanto tale, assolutamente inopinabile.
Non sono una persona dai modi leggeri o aggrazziati quindi quello che sto per dire predilo con le pinze, non voglio giudicare, non fa parte del mio carattere ma so di essere delicata come un Troll dentro una stanza piena di fialette per pozioni, quindi porta pazienza.
Quello che hai scritto é molto profondo, l'idea di utilizzare Severus come valvola di sfogo o come canalizzatore per analizzare meglio il tuo essere é difficile e può essere anche molto doloroso.
Deve però essere costruttivo, se ci si rende conto che così le cose non vanno bisogna cambiarle nella vita vera e non solo facendole cambiare a Severus. Altrimenti il dolore subito - e patito di conseguneza da te -é inutile.
Ma qui si va sul personale... sulla tua vita che non conosco e quindi ti chiedo scusa se sono andata in stradine tortuose del tuo essere che non mi competono.
CITAZIONE
No, i personaggi possono anche momentaneamente scapparmi di mano, ma, avendo io come autore un fine ultimo che perseguo, prima o poi i personaggi li riprendo in mano e arrivo dove voglio arrivare. Al limite la storia si allungherà e dovrò fare qualche numero contorsionistico, ma l'autore sono io e le cose vanno come voglio io, sempre per soddisfare quel benedetto fine ultimo che è poi la motivazione che mi ha spinto a scrivere la storia.
Quindi, sì, sono un Autore che esercita la sua piena Autorità sui propri presonaggi per perseguire un fine ultimo preciso che è la motivazione che mi porta a scrivere la storia.
Non l'avrei mai detto!
Invece a me una volta la storia é proprio scappata di mano, sono partita con l'idea di scrivere una storia a lieto fine dopo un po' di soffereza e, invece, mi sono ritrovata a scrivere un finale tristissimo dove i protagonisti si dichiaravano in punto di morte.
Un po' lontanuccio dal significato di
lieto fine.
Questo é quello che ho compreso da quello che avete scritto... ragazze che fatica ed ora ho pure mal di testa.
Ma, alla fine, mi sa che neppure io ho capito tanto bene il senso di quello che ho detto.