CITAZIONE
Ma qui vi porto a fare un passo in più, vi porto a domandarvi se, come scrittori (quali siete per la maggior parte) quando avete uno stato particolarmente emotivo di qualsiasi natura (gioia, sconforto, furia selvaggia, ecc...) non vi viene voglia di lasciarne una testimonianza scritta.
Credo ci sia stata qualche particolare forza magnetica che mi ha attratta verso questa discussione, perché è esattamente quello che mi stava succedendo poco fa!
Per me è un fatto normale e anche abbastanza frequente. Di solito, avviene quando sono molto triste o ansiosa e, per varie ragioni, non posso sfogarmi con qualcuno.
Poco fa, per esempio, mi è nuovamente successo di vedere alcune foto scattate da una mia amica ad altre sue amiche con cui lavora; purtroppo non riesco a vederla molto spesso, perché io studio, lei lavora e non abbiamo molto tempo, pertanto ogni volta che guardo queste foto mi viene molta tristezza... invidio queste persone che possono vederla più spesso e mi sento triste. Poiché non posso andare a sfogarmi da qualcun altro, visto che ho già alloriato abbastanza con questa storia e non voglio che pensino che tengo di più a lei che alle altre mie amiche, ogni volta sento un bisogno fortissimo di scrivere qualcosa proprio per potermi sfogare.
Anche venti minuti fa è successo esattamente questo, anche se oggi nello specifico mi sono distratta e il malumore mi è un po' passato, però normalmente in questi casi mi metto a scrivere.
Le mie storie che sono piaciute di più sono proprio quelle che ho scritto trasportata da questi sentimenti, a quanto pare, quindi evidentemente per me è fattore che risulta alla fine molto positivo.
CITAZIONE
Ma affinchè le emozioni possano uscire potenti dalle mie parole, io devo essere assolutamente TRANQUILLA e libera da qualsiasi personale emozione, negativa o positiva che sia, per vivere fino in fondo le emozioni dei miei personaggi: se io avessi mie personali emozioni, che mi sovrastano, le stesse in un certo senso oscurerebbero quelle dei personaggi, e la storia non potrebbe andare avanti come deve, con la potenza di emozioni che, in fondo, non sono le mie ma quelle, sebbene da me mediate, dei miei personaggi
Ed è giusto anche questo!
Io credo che dipenda sia dalla persona, sia dall'argomento che si sta trattando.
Alcune delle storie che ho scritto in queste situazioni, ad esempio, trattano del senso di solitudine di Severus e una, in particolare, della sua paura di perdere Lily; erano sentimenti che, bene o male, ricordavano un po' quelli che provavo io nel momento in cui scrivevo (non solo quello che ho detto sulla mia amica, ma anche la paura che altre mie amiche vadano a vivere fuori... insomma, in un certo senso la paura di perdere qualcuno), per questo sono riuscita ad immedesimarmi meglio del solito.
Naturalmente, se la storia che avessi voluto scrivere, o il personaggio, fossero stati altri, o se le mie emozioni in quel momento non fossero state compatibili, allora sono certa che non sarei riuscita a rendere bene, proprio perché avrei espresso più le mie sensazioni che quelle del personaggio.
Quindi, è una cosa che può essere sia positiva che negativa per quello che si vuole scrivere; può portarci da tutt'altra parte, ma può aiutarci anche ad immedesimarci meglio o a recuperare un'ispirazione che avevamo perso.
Ma, come ho detto, dipende dalla persona e da ciò che deve scrivere!
CITAZIONE
E' un "deve" in senso molto generico, ma, a mio avviso, un buono scrittore ha questo dovere per mantenere una storia realistica. Per far sì che il lettore legga e sia preso anch'egli da quel particolare stato d'animo.
Concordo pienamente. Senza bisogno di finire in lutto per rappresentare al meglio un personaggio a cui è morta la moglie, però credo che il modo migliore per descrivere i sentimenti di una persona sia cercare di farli propri, almeno un po', perché altrimenti è più difficile riuscire a farlo; non impossibile, per carità, ma più difficile.
CITAZIONE
Il paragone che mi viene è quello di un fiume in piena.
Certo, si potrebbe prevenire, ma non tutto è prevedibile e gli imprevisti sono sempre lì dietro l'angolo.
Mettiamo che straripi e inizi a scendere verso valle. Difficilmente puoi fermarlo, ma puoi cercare di incanalarlo, deviare il suo corso quanto basta perchè non faccia danni rilevanti. E questo non sempre si riesce a fare, proprio perchè è un evento naturale talmente potente da risultare estremamente difficile da gestire.
Ma il segno del suo passaggio ci sarà e resterà, in molti casi, indelebile, esattamente come farebbe un'emozione profonda dopo essersi scatenata.
L'immagine che mi viene è questa, poi potrebbero essercene a migliaia, naturalmente.
Lasciati dire che hai descritto un'immagine bellissima e che rende perfettamente il concetto!
Edited by *Paperetta* - 9/6/2011, 23:36