Il Calderone di Severus

1.5. Sinfonia. Struttura generale ed evoluzione nel tempo

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view post Posted on 26/5/2010, 10:10
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Il genere sinfonico, oggi considerato il genere strumentale per eccellenza, nasce, come genere strumentale a se stante a metà del XVIII.
La sua prima funzione - e siamo di fronte a sinfonie piuttosto corte e semplici - è quella di richiamare l'attenzione del pubblico all'inizio di un concerto, che all'epoca includeva le cose più svariate... brani solistici, brani vocali... era un po' come un dire "attenzione si inizia".
Ma, in un breve lasso di tempo, la sinfonia inizia a complicarsi e a divenire un genere strumentale dotato di sempre maggior prestigio.
E' già con Haydn e Mozart che la sinfonia assume la struttura essenziale.
Ovvero un'opera strumentale divisa in quattro movimenti, ognuno dei quali strutturato in maniera precisa e con un suo "carattere".
Generalmente si tratta di

1. un movimanto veloce iniziale (ma può essere preceduto da un'introduzione lenta)
2. un movimento lento
3. un movimento di danza (in epoca settecentesca un minuetto, che diventerà successivamente uno scherzo)
4. un movimento veloce, solitamente in presto, che conclude la sinfonia.

Di fronte ad una struttura generale così apparentemente chiara, vi sono ovviamente, già a partire da Beethoven, delle ovvie eccezioni, sia sul numero di movimenti, sia sul piazzamento del movimento lento. Per esempio la sinfonia n°6 in fa maggiore op. 68 (nota con il nome di Pastorale), i movimenti sono 5, per l'esattezza:

1. Allegro ma non troppo (veloce) "risveglio dei sentimenti all'arrivo in campagna"
2. Andante molto mosso (lento) "scena al ruscello"
3. Scherzo-allegro ("danza") "lieta brigata di campagnoli"
4. Allegro (veloce) "temporale"
5. Allegretto (veloce) "canto pastorale: sentimento di gioia e di riconoscenza dopo il temporale"

con quindi un ampiamento dell'ultima sezione, dovuta a ragioni programmatiche, in quanto la sesta sinfonia, porta per ogni movimento una descrizione di una scena ben precisa, come si può notare da quanto aggiunto accanto ad ogni indicazione di agogica generale. Si tratta, quindi, già di per sé di una sinfonia che possiede elementi che la pongono al di fuori della struttura "classica" del genere: in primo luogo il numero di movimenti (che pone quindi in rilievo, con la scissione del quarto, il momento temporalesco) e in secondo luogo la presenza di un programma che evoca, seppur in maniera indeterminata (quando tratterò la musica a programma si vedranno programmi ben più specifici), un contesto extramusicale.
Mentre nella sinfonia n°9 in re minore op. 125, troviamo un cambio di posizione tra secondo e terzo movimento:

1. Allegro ma non troppo. un poco maestoso
2. Molto vivace
3. Adagio molto cantabile, andante moderato
4. Finale - Presto

La nona porta (ed è completata nel 1824) all'inserimento della voce umana nella sinfonia stessa, quindi va già oltre le caratteristiche proprie di un genere per eccellenza strumentale.

Nella storia della sinfonia - che purtroppo mi trovo a dover semplificare, perché è molto complessa e per ben trattarla dovrei citare molti compositori e molte opere, rendendo le cose, credo, solo confuse - la presenza di Beethoven e della nona in particolare, con il suo andare in un qualche modo oltre i confini della sinfonia, crea una sorta di problema nei compositori successivi, che si può tradurre con la domanda "Cosa fare dopo la nona?".
Essenzialmente la sinfonia - pur non prendendo fino alla fine XIX, con le sinfonie di Gustav Maher, più in considerazione l'introduzione di voci - si evolve in varie direzioni, che sarebbe veramente troppo difficile e lungo descrivere tutte, anche perché dovrei entrare in campi veramente molto tecnici, ed impossibili da spiegare senza l'ausilio di un lettore cd - per ascoltare ed interrompere quando si vuole l'ascolto - e un pianoforte - per esemplificare meglio.
Vi cito unicamente l'esempio incarnato da Schumann, in cui temi presenti nel primo movimento ritornano negli altri, dando una struttura unitaria.

Con il proseguire dei decenni ci is trova di fronte ad una complicazione delle strutture, un ampliarsi progressivo della sinfonia stessa, verso dimensione sempre più ampie e complesse, anche dal punto di vista timbrico, con l'introduzione di un maggior numero di strumenti a fiato e a percussione, in un continuo dilatarsi, fino alle soglie ed ai primi anni del XX secolo.
In questa evoluzione, il numero di movimenti, rimane il più delle volte relegato a quattro movimenti (ma vi sono ovviamente un buon numero di esempi di sinfonie a 5 movimenti), così come in linea di tendenza l'inversione tra 2 e 3 movimento è minoritaria, ma pur sempre presente (anche se non si precludono altre strade, come avviene nella tarda [siamo nel 1909] nona sinfonia di Mahler dove l'adagio è l'ultimo movimento).

Quello che bisogna sottolineare è come questa evoluzione verso un ingrandimento progressivo del genere (basta guardare le durate per rendersene conto. Una sinfonia di Mozart dura sui 25 minuti, una sinfonia di Mahler sui 95 minuti), porta progressivamente anche ad uno sfaldarsi del genere stesso, che, giunge ad una quasi totale sparizione delle opere di avanguardia (per quanto esistano composizioni che portano il nome di Sinfonia, ma hanno struttura totalmente diversa, come nel caso della Sinfonia da camera op. 21 di Anton Webern [1928], che è bipartita e che segue i principi della dodecafonia, in una diversità che può rieccheggiare, se si analizza con attenzione, la struttura tradizionale, riletta e rielaborata al punto da renderla irriconoscibile). Rimangono opere sinfoniche ascrivibili alla tradizione in quegli stati (mi riferiscono essenzialmente all'allora Unione Sovietica) in cui, per ragioni di censura politica, le avanguardie sono proibite. E' il motivo per cui Prokofiev e Shostakovic - che pur nei primi anni della sua carriera aveva scritto musica di avanguardia - hanno nel loro catalogo rispettivamente 5 e 15 sinfonie, dove, si nota, una sorta di compromesso tra spinte atonali (l'atonalità era di fatto censurata... se si guarda il catalogo delle sinfonie di Shostakovic si noterà che quelle composte a partire dagli anni 30 portano l'indicazione della tonalità) e necessità di rimanere ancorati al modello classico.

Come conclusione vi lascio l'ascolto del quarto movimento della quarta sinfonia
in fa minore op. 36 (1877-78) di Tchaikovskij (scelto essenzialmente perché mi piace... non è una buona argomentazione, ma io ho una predelizione per Tchaikovskij), diretta da Valery Gergiev, alla testa dei Wiener Philharmoniker.

[VIDEO NON PIU' DISPONIBILE]

Questa volta niente compiti. Vi invito soltanto a pormi tutte le domande che volete, perché temo di non essere stata chiarissima nella sintesi generale che ho fatto.

Edited by Ida59 - 6/10/2023, 09:51
 
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view post Posted on 26/5/2010, 19:43
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Molto bello il brano dell'ascolto (anche io amo molto Tchaikovskij): credo che lo userò per scrivere la mia fic questa sera.

Riguardo alla lezione, mi sembra che sia tutto chiaro, anche se difficile da ricordare tutto (ovvio che ti ammiro molto per quello che sai e per come lo sai esporre con semplicità); l'unica cosa che non ho capito è
CITAZIONE
3. un movimento di danza (in epoca settecentesca un minuetto, che diventerà successivamente uno scherzo)

perchè non so che cosa è uno "scherzo".
 
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view post Posted on 26/5/2010, 20:18
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CITAZIONE (Ida59 @ 26/5/2010, 20:43)
Molto bello il brano dell'ascolto (anche io amo molto Tchaikovskij): credo che lo userò per scrivere la mia fic questa sera.

Uh sì, che bello! Tchaikovskij è un vero tocca e sana quando si scrive... o almeno su di me ha effetti molto positivi.

CITAZIONE
Riguardo alla lezione, mi sembra che sia tutto chiaro, anche se difficile da ricordare tutto (ovvio che ti ammiro molto per quello che sai e per come lo sai esporre con semplicità)

Merci beaucoup!

CITAZIONE
perchè non so che cosa è uno "scherzo".

Allora lo scherzo è un movimento in carattere di "danza", ma non esiste nessuna danza che si chiami scherzo. In ritmo ternario (quindi 1,2,3-1,2,3... come il minuetto o il walzer), di agogica generalemente veloce e con struttura generale ABA (tema principale, tema secondario, tema principale). Questo ovviamente per il discorso di base, poi i compositori possono introdurre mille variazioni.

Per esemplificare posto un esempio di scherzo - anche se un po' atipico come clima... è sì una danza, ma molto malinconica - dalla Sinfonia n°6 in Si Minore op. 74 di Tchaikovskiy (1893), diretta da Valery Gergiev alla guida della NHK Symphony Orchestra (credo che si sia ormai capito che amo moltissimo questo direttore).
Approfittando del fatto che ho trovato l'intera sinfonia, ve la propongo tutta, perché è veramente qualcosa di spettacolare (un unico avvertimento. il primo movimento è diviso in due parti).
Aggiungo sotto la struttura della sinfonia con il filmato di ogni movimento. Lo scherzo è in seconda posizione:

1. Adagio (introduzione lenta), Allegro non troppo, Andante – Moderato mosso – Andante – Moderato assai – Allegro vivo – Andante come prima – Andante mosso (una conitnua quindi alternanza tra tempo veloce e tempo lento).





2. Allegro con grazia (lo scherzo, messo quindi in seconda posizione, dove riconoscerai bene la struttura ABA)






3. Allegro molto vivace (che sarebbe il tempo dell'ultimo movimento, messo quindi in terza posizione)



4. Finale. Adagio lamentoso. Andante (quindi il tempo lento - ed è la prima volta nella storia della composizione, sempre che qualche compositore ora dimenticato non l'abbia fatto - che il tempo lento chiude la sinfonia).



Inoltre, Ida, credo che nella sesta di Tchaikovskij tu possa trovare molto Severus... o almeno io ce lo trovo.
 
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view post Posted on 2/6/2010, 08:54
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I ♥ Severus


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Ops... non mi ero accorta di questa aggiunta alla lezione: questa sera me la godo tutta!
 
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