| Bacino preso da Once Upon a Time - capitolo 22. Basta
E capì quello che doveva fare. Basta principi e principesse. Basta lieti fine da favola. Basta tutto quanto. C’erano solo loro due. Con la loro amicizia nata dal nulla, ma forte fin dal primo giorno. Con quel primo bacio dato per curiosità, con i loro litigi e i loro difetti. Con il fantasma di Lily e quello di Silente, con le loro scelte sbagliate, con i loro dolori e rimorsi. Lui non era perfetto. Lui non era un principe. E lei non era una principessa. Si fece strada tra la fila di pretendenti, passando davanti a tutti, senza fermarsi ad incassare gli insulti degli altri. Basta aspettare. Basta restare a guadare. Patricia era distesa in una teca di cristallo e oro. Indossava lo stesso vestito bianco e argento della maratona di ballo. Bella come una principessa delle favole; non stonava con il luogo assurdo dove si trovava. I capelli neri le incorniciavano il volto pallido e perfetto. Le mani congiunte sulla vita. La labbra che lo imploravano di chinarsi per baciarla. La pietra rossa che aveva in tasca, ora, era così calda da bruciare; Severus vide le altre incastonate nella teca, ed ognuno era un pezzo di quell’avventura assurda che l’aveva portato lì. Alla radice del suo cuore. Al suo amore per lei. Si avvicinò piano, sempre sentendosi sporco ed inadeguato per lei, ma pronto a gettarsi anche in quell’avventura. Perché la vita e l’amore potevano essere avventure meravigliose con Patricia accanto. Si stava chinando sulle sue labbra quando dieci soldati corsero nella sua direzione, le spade lucide sguainate nella sua direzione. Urlarono qualcosa, ma non li sentì, aveva il cuore che batteva così forte che sentiva solo quello nelle orecchie. Solo il battito incessante del suo cuore. -… non è un principe! Severus alzò lo sguardo. Uno dei tanti spasimanti, vestito come uno stupido pupazzetto color lilla, puntava il dito contro di lui; la rabbia deformava i lineamenti delicati del giovane principe. - No, - disse Severus risoluto, la sua voce sembrò rimbombare nella sala – io non sono un principe. Sono quello giusto. Senza aspettare oltre si chinò sulle sue labbra baciandole con tutto l’amore che aveva in corpo. La gemma che aveva in tasca e tutte le altre incastonate nella teca emanarono un’intensa luce facendo risplendere l’intera sala dei colori dell’arcobaleno. Quando il mago si sollevò da lei, pregò che aprisse gli occhi, che desse conferma a tutta la sua vita. Quella vita di odio e sensi di colpa, ma anche di incondizionato, eterno amore che voleva donarle. Le palpebre di Patricia tremarono e si sollevarono lentamente, esattamente come veniva scritto nelle favole. La principessa risvegliata dal bacio del Vero Amore. Sorrise il mago perdendosi nei suoi occhi verdi, intensi e luminosi come stelle. Lo sguardo di una donna che ama. Le accarezzò il volto e si chinò di nuovo sulle sue labbra per un bacio delicato, semplice, ma pieno d’amore.
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