Veh, contribuisco anch'io con l'unico bacio che abbia mai scritto!
Tratto da "Occhi neri così", a suo tempo steso per il gioco creativo "Immagini e parole in musica" di Magie Sinister, sulla traccia della canzone Ojos Asì di Shakira.
[...]
"Sei come una nave abbandonata nel deserto..." mormorò la donna, come se
stesse dicendo qualcosa di importante.
Snape si convinse definitivamente che lei fosse ancora più svitata rispetto alla
prima impressione che gli aveva dato. La classificò in fretta ben al di sotto del
“minimo decentemente sopportabile“, e fece per andarsene contrariato.
Lei però non glielo permise. Con un gesto conturbante portò una mano al viso di
Snape, quasi una carezza, che lo obbligò a desistere dal passo che stava muovendo in
una certa direzione, dalla fuga intrapresa.
Sempre guardandolo negli occhi gli si strinse leggermente addosso, obbligandolo
daccapo a fissare l’attenzione sul suo volto bellissimo e sull’adorazione spiazzante che
ne emanava.
"Ho girato il mondo intero, e ti vengo a dire una cosa…" gli sussurrò rapita, come
in preda al più languido struggimento. “Oggi ho conosciuto un cielo senza sole, e un
uomo senza volto… e non ho mai incontrato occhi così, come li hai tu…"
Snape avrebbe voluto dire che probabilmente quelli erano solo i suoi occhi da
funerale, ma un lungo serpente nero iniziò a cingerlo lentamente in una sorta di stretta
mortale delle spire avvolgenti.
Si trattava della donna, che lo catturò senza scampo in un abbraccio di lussuria
fatta a persona.
Un serpente?
Snape nonostante tutto era sicuro di aver visto bene.
Infatti lei aveva un Boa Constrictor tatuato sul dorso del braccio sinistro, che si
allungava dalla mano fino alla scapola nuda e sensuale, cui era appeso un vestitino
attillato grazie ad una inconsistente spallina di filo.
“Non penso proprio che i miei occhi abbiano qualcosa di particolare…” articolò
Snape sopraffatto, mentre lei gli si strusciava maliziosamente addosso. “Anzi, se lei la
smettesse di fare così, potrebbe notare che nei miei occhi c’è soltanto la più sincera
disapprovazione…”
Ma la donna non mollava.
Snape avrebbe voluto spingerla via in malo modo, col suo fare sdegnato che
l’avrebbe di certo convinta. Invece fece solo qualche debole tentativo, decisamente troppo
poco efficace, troppo al di sotto delle sue doti respingenti.
Nemmeno lui era fatto di legno, ed era passato molto tempo dall’ultima volta
che…
“Ho conosciuto una canzone triste senza autore…” gli sussurrò lei all’orecchio,
sempre più conturbante. “E ho conosciuto i tuoi occhi neri, e ora sì che non posso
vivere senza di loro… Io…”
Con la mano che non aveva mai smesso di accarezzargli i capelli a tendina, in un
gesto unico e avvolgente, la donna lo fece voltare verso di sé e lo baciò.
Snape non era fatto di ghiaccio, come cercava sempre di fare credere. Era stato
preso alla sprovvista in quella becera serata di festa, che a lui aveva promesso
solamente funerali e malumori, e mandò all’inferno la volontà di resistere, cui avrebbe
potuto ricorrere abbondantemente, se solo avesse voluto.
Non voleva.
Bramava di essere preso, voleva essere consumato.
Si sciolse nell’ardore come il ghiaccio, di cui non era fatto.
***
Lei si staccò per un momento e si tese a sussurrargli qualcosa a fior di labbra:
“chiedo al cielo solo un desiderio, che io possa vivere nei tuoi occhi… non ho mai
incontrato occhi così, come li hai tu…” Si era di nuovo incantata a guardarlo.
Snape si bloccò un poco, impercettibilmente.
Ma… al diavolo!
Non si trattava certo della donna della sua vita, anche perché lei aveva così
pochi argomenti… Tirava sempre in ballo i suoi occhi e diceva continuamente le stesse
cose senza senso.
Ma era bellissima, irresistibile e Snape questa volta volle prendere l’iniziativa;
strinse la ragazza e la sovrastò con gesto deciso, da predatore, e con i tanto decantati
occhi neri semichiusi, che sembravano agonizzanti nel ritrovato furore dei sensi, la
baciò come se fosse perduto per sempre.
Si lasciò finalmente andare nel desiderio insaziabile e urgentissimo che si
portava sempre dentro tutti i dannati giorni, mentre faceva finta di non avere bisogno
d’altro che di mescolar pozioni.
Titolare della cattedra sbagliata, nessun desiderio soddisfatto, mai…
La rivalsa del desiderio esplose infine e volle travolgere proprio quel momento, si
concentrò nelle sue mani, che si stavano muovendo con volontà incontrollata verso il
basso, oltre i fianchi promettenti della ragazza.
Ma all’improvviso Snape si ricordò chi era.
Cosa diavolo gli era preso?
Davanti a tutti i colleghi, agli allievi minorenni… E con la giacca da cerimonia
funebre addosso, la camicia da morto di suo padre…
Risveglio improvviso. Molta strana vergogna.
[...]
Bye bye