Il Calderone di Severus

La dura vita del Giornalista Apprendista!

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Ale85LeoSign
view post Posted on 19/3/2010, 11:10




"Se vuoi diventare giornalista, devi piantare un chiodo nel muro a forza di testate"

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Sfatiamo la credenza popolare che il giornalismo sia un mestiere fighissimo, semplice, dove la gente ti procura le notizie, dove i giornali assumono e fanno contratti a tempo indeterminato subito, dove si scrive per il piacere di scrivere. NO! Il giornalismo, soprattutto agli inizi, non è affatto questo.

E' un mestiere complesso, dove i tempi di lavoro sono strettissimi e viene comunque richiesta una precisione impeccabile, perchè se riportate una notizia imprecisa o falsa la vostra parola non varrà più nulla, soprattutto se firmate il pezzo.

Partiamo oggi dal primo punto: da quando l’Ansa e le maggiori agenzie internazionali si sono lanciate sulla rete con servizi gratuiti al pubblico, rivestendo il doppio ruolo di “grossisti” e “rivenditori”, il giornalista si è visto scavalcare in una componente essenziale della sua funzione.

Nel frattempo, in forza della “disintermediazione” creata da Internet, è costretto a guardarsi, o a tentare di coesistere, con un ulteriore fenomeno: il citizen journalism, la cui ipertrofica produzione, batte sulla stessa nota dolente dei tempi di reazione, sincronizzati al ritmo forsennato con cui le informazioni arrivano sulla rete, con o senza giornalisti.

Privato del monopolio su quella che definirei la “registrazione del battito cardiaco” del settore di appartenenza, cosa resta del primo pilastro? Può la “disintermediazione” portata in larga scala e in ogni settore dalla rete, rendere infine superflua la professione giornalistica? Posso io, di converso, trasformarmi in un esperta di ogni materia che incontri il mio interesse, in un giornalista di me stessa?

Malgrado l’enorme flusso di notizie disponibile su Internet in tempo reale, l’abbattimento dei confini geografici, la progressiva e inarrestabile trasformazione degli utenti in produttori attivi di contenuti, è innanzitutto nella parola “mestiere” che vedo una risposta.

Proprio nella misura in cui il flusso è enorme e globale, tenergli dietro non è cosa da poco. Che si tratti di cronaca giudiziaria, di architetture dei microprocessori, di edilizia o pesca della carpa, l’aggiornamento è un processo oneroso in termini di tempo, per definizione non alla portata dell’appassionato degli stessi argomenti. Ed è qui che il vero giornalista fa la differenza, perchè in grado di coesistere con tempi lavorativi disarmanti e frenetici, molte notizie dalle fonti sparse da sfoltire e appurare nella loro veridicità e la capacità di stendere su carta l'essenziale, ovvero, il succo della notizia.

Il che non implica che la categoria giornalistica sia esentabile da ogni critica: al contrario, molti dei difetti che vengono oggi attribuiti alla professione, erano già presenti molti anni fa e tutt'ora, purtroppo persistono: accento sull’aggiornamento continuo piuttosto che sull’approfondimento, superficialità, mancata verifica delle fonti, insistenza su argomenti “di moda” piuttosto che su temi scottanti.

In quale altro modo potrà salvarsi il giornalismo se non invertendo questa tendenza, in direzione di una reale differenza rispetto all’approccio amatoriale che il primo decennio della rete ha così insistentemente fomentato? La speranza persiste...

Tornando a noi, prima di lanciarci nel dibattito: in questa sezione, in proposito, io e Ciocchina (molto più scafata di me sul tema, perchè la sottoscritta ha iniziato da quasi un anno a fare l'apprendista e ancora sta piantando quel famoso chiodo nel muro.) vi parleremo della gavetta, di come ci si procurano le notizie, come funziona una redazione, del lavoro dell'inviato speciale e di come si diventa Giornalista Pubblicista o Professionista.

A breve stilerò una lista con i principali argomenti che tratteremo ;)
 
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BeaT_GeNeraTioN
view post Posted on 20/3/2010, 23:16




CITAZIONE
Sfatiamo la credenza popolare che il giornalismo sia un mestiere fighissimo, semplice, dove la gente ti procura le notizie, dove i giornali assumono e fanno contratti a tempo indeterminato subito, dove si scrive per il piacere di scrivere. NO! Il giornalismo, soprattutto agli inizi, non è affatto questo.

Credo che questa credenza ormai persista solo tra gli imbecilli :ph34r:

Fare la giornalista, devo dire, era uno dei miei sogni di "bambina" e questa :ph34r: era esattamente la faccia con cui gli adulti mi guardavano quando lo dicevo - quindi no, non ho mai creduto che fare il giornalista fosse un mestiere facile.
Quando poi spiegavo che il tipo di giornalista che volevo diventare era quello alla Tiziano Terzani, non vi dico :lol: mi hanno tarpato le ali, tutte quelle facciacce xD

Sono curiosa di leggere il punto di vista di due giornaliste - o piantatrici frontali di chiodi - perchè, soprattutto ultimamente, quello del giornalismo è un tema più che scottante, più che interessante, più che controverso, soprattutto.
Insomma: seppellitemi di informazioni!
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 23/4/2010, 20:50




Un'allievaaa! Ma che cosa rara e improbabile :lol: :lol: :lol:


Allora, la cosa più difficile, per muovere i primi passi in questo ambientino ye ye, è il reperimento delle notizie.
In redazione mi hanno detto che il loro problema più grosso è che gli apprendisti credono che le notizie gliele forniscano loro oppure piovano dal cielo.

Non è così.

Le notizie, "l'inviato speciale" se le deve trovare da sè e deve avere delle buone fonti.

Se si cerca di fare gli apprendisti in un paese e si sbaglia anche di poco, generalmente la fucilazione è alle porte. Un giornalista che scrive, per esempio, che l'orologio della chiesa ha i numeri romani e invece ha i numeri arabi, non viene reputato credibile dalla comunità, e di conseguenza la gente parlerà di meno con lui e il giornale rischierà di vendere meno.

Le fonti vanno quasi sempre controllate di persona o, comunque, vanno comprovate da più di una testimonianza.

Per iniziare una cosa ottima è costruirsi una buona rete di contatti e, se i primi tempi non ci sono notizie eclatanti o vi tocca lavorare nei paeselli (come la sottoscritta) assieme ad altri "colleghi", vi consiglio di guardare molto le mostre, gli eventi culturali e sportivi del mese. Di quelli, di solito, se ne parla.

Altrimenti ci sono le notizie cosiddette "di palazzo".
I politici amano parlare per i giornali (a differenza dei cittadini, che fanno fatica anche solo a rilasciare qualche dichiarazione per un'intervista) ma di questo argomento da sempre e comunque un'impostazione base il giornale (che darà spago o cercherà di contenere l'eccessivo afflusso di notizie politiche).

Altre buone fonti sono i centri sociali, di volontariato, la polizia, i carabinieri, i vigili del fuoco, ecc...
 
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2 replies since 19/3/2010, 11:10   381 views
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