Tratto da trucheck.itIl romanticismo in Italia
La polemica tra classicisti e romantici.
Animato dibattito tra:
o I classicisti (conservatori): sostenitori della poesia e della letteratura classica, rigidamente vincolata al rispetto dei canoni, delle forme e codificazioni di genere; sono accusati di essere incapaci di staccarsi da una sterile erudizione. Pietro Giordani, classicista, assume un atteggiamento equilibrato e conciliativo: pur riconoscendo la necessità di uno svecchiamento della letteratura italiana, ribadisce che non può avvenire se non come secondo passo allo studio del nostri classici.
o I romantici (liberali): rivendicatori della libertà e del genio creativo dell’artista, partecipi allo sviluppo della perenne della civiltà. ( Di Breme, Borsieri, Berchet). Di Breme, romantico, propone la figura di un poeta moderno, che è libero dalla stretta osservanza di canoni e dall’imitazione degli antichi.
Il dibattito prende le mosse dalla pubblicazione, in Italia, nel 1816, di un articolo della scrittrice
Madame de Stael.
Figlia del banchiere francese Necker, che era stato ministro delle finanze di Luigi XVI, nasce nel 1766 a Parigi, dove vive fino al crollo della monarchia e dove ha la possibilità di frequentare i vivaci ambienti intellettuali della città.
Con la caduta di Napoleone, ritorna a Parigi e apre un famoso salotto letterario: Madame de Stael è una donna d’ingegno vivace, di impostazione illuministica, anche se non è una grande scrittrice. Compie un viaggio in Italia, durante il quale conosce Monti, Pietro Verri, Pindemonte, Canova e Cesarotti. Arriva, così, ad abbracciare i principali temi romantici e a diventarne portatrice (anticlassicismo, soggettivismo, genio, storicismo, sentimento nazionale,...). Muore nel 1817 a Parigi.
Nel 1816 esce in traduzione italiana, sul primo numero della Biblioteca Italiana, l’articolo di M.me de Stael, scritto nel 1815, in cui mette in evidenza:
1. l’importanza delle traduzioni al fine di diffondere le idee tra i popoli
2. l’importanza di superare il conformismo della produzione letteraria classicista, basata solo sul principio di imitazione, e di allargare gli orizzonti letterari per aprirsi alla lettura di testi stranieri (tedeschi e inglesi).
Dall’ultima parte dell’articolo di M.me de Stael:
…stanno contenti all’antica mitologia…vanno razzolando le antiche ceneri (i classicisti)
…non per diventare imitatori, ma per uscire di quelle usanze…
…Shakespeare, tradotto con vivissima rassomiglianza dallo Schelegel fu rappresentato nei teatri di Germania, come se Shakespeare e Schiller fossero divenuti concittadini…
…sul bel teatro milanese fosse gradita l’Atalia, se i cori fossero accompagnati dalla stupenda musica italiana…
…l’arte della parola è più intrinseca all’essenza dell’uomo…
…bisogna che le nazioni abbiano un interesse che le muova…“Il Conciliatore”.La lettera di Madame de Stael suscita la risposta del Conciliatore, la rivista milanese, in cui appaiono le prime vere formulazioni teoriche del Romanticismo Italiano.
o Principali scrittori: Pellico, Di Breme e Borsieri.
o Sostenitori dell’impresa: Lambertenghi e Gonfalonieri, esponenti dell’aristocrazia lombarda progressista che investe i propri capitali in imprese per la città.
o Periodo di pubblicazione: 03-09-1818 à autunno 1819 (censura e sospensione della pubblicazione imposta dalle autorità austriache).
o Progetto: fondare un giornale che si opponesse alla “Biblioteca italiana” che avesse come scopo la “diffusione dei lumi. In tale proposito c’è la convinzione che l’attività letteraria sia inscindibile da quella morale.
o Programma: problemi sociali, pedagogici, etici, economici, educazione morale e civile del popolo, alternati da pagine di letteratura e critica letteraria.
o Idea di una letteratura moderna e nazionale, che si ispiri alle tradizioni del nostro Paese,
che abbia per oggetto il vero storico e sia espressione della libertà creativa dell’artista.
La “Biblioteca italiana”.Si tratta di un periodico nato in Italia per volontà del governatore austriaco della Lombardia, con intento politico e con lo scopo di raggiungere gli ambienti intellettuali, mentre il Conciliatore aveva lo scopo di raggiungere il popolo.
L’”Antologia”.L’”antologia” esce a Firenze dal 1° gennaio 1821 al 26 marzo 1833 per iniziativa di Gino Capponi (intellettuale liberale) e Giovan Pietro Vieusseux (colto commerciante ginevrino). Approfittando della posizione moderatamente riformista e liberale del governo toscano, la rivista si propone di pubblicare contributi di intellettuali di vario orientamento (cattolici, laici, conservatori e liberali) e provenienti da tutt’Italia, di interesse
v Politico (riforma fondata su ideali di tipo illuministico),
v Economico (modernizzazione dell’agricoltura, sviluppo capitalistico dello Stato, tutela dei ceti popolari, statistica, diritto),
v Sociale (collaborazione tra le classi come strumento di pace e progresso economico/sociale),
v Pedagogico,
v Filosofico (diffusione dello spiritualismo),
v Scienze naturali,
v Letterario, solo in parte.
La rivista presenta, quindi, un programma di riforme seguendo una linea di divulgazione giornalistica e letteraria.