| Avviso per Rika e Leonora se per caso passate di qui: voi dovreste sapere qual è il significato preciso della mia ricerca, se ricordate quello che vi ho detto sull'idea per la mia storia originale.
Sì, lo so che la scienza moderna ha "ucciso" l'alchimia, però Lavoisier (morto alla fine del 700) con il suo principio "nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma" sicuramente si inserisce nel cerchio del "filo rosso" ... "che unisce Eraclito - stoicismo - alchimia: il perenne scorrere delle cose; la ciclicità della natura che è un grande organismo vivente". A questo punto ciò che mi interessa per la mia storia sono queste due affermazioni: "Magia-alchimia: è possibile agire sulle forze naturali dal momento che in ogni cosa è presente uno spirito materiale sottilissimo che vivifica e accomuna le cose; il mago è colui che scopre le comunicazioni occulte dovute a questo spirito e riesce a influire su di esse mediante la mescolanza degli elementi chimici." "il mago che scopre le connessioni in questo organismo e arriva a dominare le forze naturali" e, quindi, ogni possibile connessione tra magia e alchimia. Altro elemento interessante è il "solfuro di mercurio" sul quale sono gradite anche altre informazioni e, soprattutto, ci può essere qualcosa di vero, confermato dalla scienza moderna? Qualche cavolo di nesso esistente tra il solfuro di mercurio e la vita? Riguardo alla frase "Alla religiosità taoista non interessa la vita nell'aldilà, quanto il prolungamento della vita stessa tramite la ricerca dell'immortalità.", ecco, questo è un altro punto essenziale della mia ricerca.
Grazie, Kià, sei stata molto, molto interessante.
Sul serpente (alato) ho trovato parecchia roba interessante, tipo questa (attenzione, le frasi sono slegate tra loro in quanto estratte da diversi testi di tipo molto diverso): Archetipo fondamentale, o meglio complesso di archetipi legato alle origini, rimanda al ciclo continuo della vita: l'Uroboro, il serpente che si morde la coda, sostenendo e avvolgendo la creazione in un cerchio continuo, ne impedisce la fine. Nella sua forma viva, circolare, rappresenta l'eterno ritorno. Anche nell'iconografia alchemica svolge da un lato una funzione di circolarità di certi processi chimico-organici, dall'altro entra nelle figure simboliche della scienza ermeneutica, come sole/luna, fratello/sorella ecc. Animale-simbolo considerato in modo contraddittorio, in molte culture arcaiche rappresenta il mondo degli inferi e il regno dei morti per la sua abitudine a ritirarsi in luoghi nascosti o in buche della terra, ma anche il suo contrario per quella sua apparente capacità di rigenerarsi attraverso il cambio della muta. In tal modo, e un po' ovunque nel mondo, rimanda alla vita e alla morte, al chiaro e allo scuro, sempre, indissolubilmente, legati. Sia nella cultura greca che in quella egizia, il serpente è colto nella sua doppiezza: è temuto in quanto ha il potere di ricondurre il cosmo nel caos iniziale dell'indifferenziato. Ma è anche apprezzato e venerato poiché rappresenta l'altra faccia dello spirito, il vivificante, l'ispiratore della vita. Per questo Atena, dea di ogni scienza, tiene in mano e sul petto il serpente da cui nascono altre divinità e Iside porta sulla fronte il cobra reale simbolo di conoscenza, sovranità ed eterna giovinezza. L'appartenenza al mondo ctonio legata alla creazione continua della vita è messa in luce soprattutto nel Libro dei Morti. In esso il ventre della terra è il luogo in cui si opera l'alchimia della rigenerazione e il serpente, in un processo complesso di divoratore-divorato, diventa il tramite e il protagonista dello sviluppo e dell'eterna ciclicità. Padrone della forza vitale e simbolo della rigenerazione che avviene attraverso il fuoco, è anche il Drago, suo parente stretto. Quetzalcoatl, il serpente alato nel mito azteco, incarna le qualità del serpente e dell'uccello, collega cioè terra e cielo, ed è una figura rigeneratrice. L’immagine del Caduceo, raffigurante spesso due serpenti attorcigliati in senso inverso intorno ad una verga ornata d'ali, è stata rinvenuta, oltre che nei templi greco-romani, su tavolette indiane dell'antica civiltà vedica (III millennio a.C.) e altrove. Nell'India antica questo simbolo della guarigione era costituito da due serpenti attorcigliati attorno ad un terzo serpente (alato) e tutte e tre le teste erano in contatto. Questo era il Tridente di Siva: l'asta centrale era Asvatta, "Albero della Vita", e i due serpenti lo Spirito e la Materia. L'aspide sulla corona di Iside, il Serpente di Fuoco sull'insegna dei medici Assiri, il geroglifico del Serpente a sonagli del Messico o del Brasile e l'Ofide sul bastone magico di Apollo, Esculapio ed Ippocrate significavano forse tutti la stessa cosa: il principio vitale occulto della conoscenza che rendeva il possessore un essere divino e dotato di poteri sovrannaturali. Come emblema di Hermes, il caduceo era originariamente una bacchetta con nastri bianchi, insegna appunto degli araldi. La trasformazione dei nastri in serpenti rimanda al simbolismo del serpente come simbolo del tempo, e alla funzione di Ermete come psicopompo, mediatore tra il mondo della vita e quello della morte: i due serpenti alludono alle due direzioni (ascendente/discendente, dalla vita alla morte e viceversa) alle due polarità vitali (buono/cattivo, maschio/femmmina, giorno/notte), e a molteplici analoghi significati mistici, alchemici, filosofici. La parte centrale, la bacchetta araldica, viene identificata anche con l'erma, una colonna di tipo fallico, riferita ad Ermete come emblema di fecondità; oppure, in certe tradizioni, con l'axis mundi, il pilastro intorno a cui si arrotola e si srotola tutta la "manifestazione".
Edited by Ida59 - 14/6/2015, 19:15
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