Il Calderone di Severus

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Ale85LeoSign
view post Posted on 7/2/2012, 11:00




CITAZIONE (Ida59 @ 7/2/2012, 10:44) 
Il ritrattista sarebbe anche meglio, ma temo che sia troppo vecchio per la mia storia... però prendo nota e conservo.
Il primo, non è che è troppo famoso?

Oooh... ho appena scoperto che il ritrattista scozzese ha dipinto anche un sinclair, che, guarda a caso, è il nome della famiglia di cui tratta la storia... Quasi quasi lo faccio buono anche se anziano... intanto è un'originale e mi posso inventare ciò che volgio! Ora mi studio la sua vita...

Io l'ho studiato, e me lo ricordo perchè mi piacevano tantissimo i suoi quadri (e i suoi leoni ) però noto che un sacco di gente non lo conosce, anche se probabilmente in Inghilterra e in Scozia è noto.

Sì, forse, però, è meglio il secondo.

Tieni presente anche David Wilkie (1785-1841) un pittore più che altro storico.
 
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view post Posted on 7/2/2012, 11:03

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CITAZIONE (Ida59 @ 6/2/2012, 22:51) 
Sull'alchimia ho trovato questa citazione: Anche il serpente ouroboros, che si mangia la coda, ricorre spesso nelle raffigurazioni delle opere alchemiche, in quanto simbolo della ciclicità del tempo e dell'"Uno il Tutto" ("En to Pan").

Ne approfitto: quale filosofo (presocratico, perchè solo quelli ho letto, finora, con mia figlia dal suo programma al liceo) in particolare (cioè più di altri) parlava di "En to Pan", cioè panteismo? insomma, c'è uno che ne ha parlato per primo e meglio degli altri, in modo più approfondito?

Per quanto riguarda la frase "Il tutto è in tutto" questa appartiene al filosofo presocratico Anassagora, ma non riguarda il panteismo: dice solo che ogni cosa ha in sè i "semi" (principi che costituiiscono il reale) di tutte le altre, ma i propri quantitativamente prevalenti. Si avvicina molto all'atomismo che del panteismo è acerrimo nemico.

Il principio del divenire cosmico e ciclico appartiene ad Eraclito, con una punta di panteismo ma non è esplicitamente teorizzato, solo ipotizzato.
Per il panteismo bisogna andare più in là con il tempo e cioè allo stoicismo (IV secolo a.C): il cosmo è un grande organismo vivente permeato dall'anima del mondo e per questo è necessario vivere secondo natura.

Per trovare altri filosofi panteisti bisognerà aspettare il '500: guarda caso c'è un connunbio tra panteismo e alchimia proprio in questo periodo.
Fammi sapere se ti interessa anche quest'ultimo o se devi rimanere solo sull'epoca greca.
 
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view post Posted on 7/2/2012, 11:15
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Se non trovo di meglio, il mio pittore ritrattista sarà il discepolo prediletto, e molto giovane, che Henry Raeburn ha avuto alla fine della sua carriera, così quadro le date di nascita con la mia storia.

Edited by Ida59 - 14/6/2015, 19:14
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 7/2/2012, 11:18




Ok, lieta di esserti stata utile
 
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arcady
view post Posted on 7/2/2012, 11:24




Mi viene in mente anche Alexander Nasmyth tra i pittori scozzezi vissuti nella prima parte dell'800.
Vado a dare un'occhiata su wikipedia se può essere utile per le tue esigenze.

EDIT: uhm,. forse è un pò vecchiotto:

Alexander Nasmyth (Edimburgo, 9 settembre 1758 – Edimburgo, 10 aprile 1840) è stato un pittore scozzese, specializzato in ritratti e paesaggi, detto il padre del paesaggio scozzese.

Nato ad Edimburgo, studiò alla Royal High School a alla Trustees’ Academy con Alexander Runciman, all'età di sedici anni, mentre faceva apprendistato presso un costruttore di carrozze, venne notato dal pittore Allan Ramsay, che lo portò con se a Londra e lo inserì nella sua bottega e gli fece dipingere piccole porzioni di suoi lavori. Tornato ad Edimburgo nel 1778 e venne aiutato a perfezionarsi come pittore di ritratti. Assistette il signor Miller di Dalswinton, nelle sue ricerche ed esperimenti in qualità di disegnatore ed egli gli offrì un prestito per consentirgli di continuare i suoi studi all'estero. Così Nasmyth lasciò la Scozia nel 1782 per trasferirsi in Italia dove rimase per circa due anni.
Robert Burns, 1787.

Al suo ritorno dipinse un eccellente ritratto di Robert Burns, ora esposto nella Scottish National Gallery.

RobertBurns

Le sue opinioni liberali cozzavano con i sentimenti dei suoi nobili committenti di ritratti e gli crearono grosse difficoltà nella sua attività di ritrattista. Decise così di dedicarsi alla pittura di paesaggi e non disdegnò, per motivi economici, di dipingere scenari per attività teatrali. Egli è stato giustamente indicato come padre della pittura paesaggistica scozzese.

Edinpain

La sua opera venne impiegata, dalla nobiltà scozzese, nella elaborazione delle dimore in tutta la Scozia in veste di architetto. Suoi sono i progetti per il Dean Bridge di Edimburgo e del St Bernard’s Well nella stessa città.


Edited by arcady - 7/2/2012, 11:30
 
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view post Posted on 7/2/2012, 11:34
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Uhm... no, David Wilkie non va bene perchè ha viaggiato troppo ed è stato troppo lontano dalla scozia. No, credo proprio che il discepolo in tarda età (inesistente) di Henry Raeburn sia molto meglio.
Grazie Ale.


CITAZIONE (pingui79 @ 7/2/2012, 11:03) 
Per trovare altri filosofi panteisti bisognerà aspettare il '500: guarda caso c'è un connunbio tra panteismo e alchimia proprio in questo periodo.
Fammi sapere se ti interessa anche quest'ultimo o se devi rimanere solo sull'epoca greca.

No, no, l'epoca greca è solo la partenza teorica dell'immagine del Serpente Alato che mi era venuto in mente: poi ho scoperto il nesso con l'alchimia ed è proprio quello che ha risvegliato il mio interesse.
Tieni conto che, poi, ciò che mi importa, alla fine è la ricerca dell'immortalità.


Uhm... sì, vecchiotto Alexander Nasmyth, ma grazie anche a te, Sara.
Siete tutte gentilissime.


Edited by Ida59 - 14/6/2015, 19:15
 
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view post Posted on 7/2/2012, 11:36

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Allora l'alchimia del '500 ci sta, visto che si abbiamo le teorie sulla pietra filosofale.
Provo a metterti giù una carrellata di informazioni, dal serpente all'alchimia, visto che di immortalità sempre si parla.
 
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view post Posted on 7/2/2012, 11:49
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Grazie mille, Kià: del resto, tu dell'immortalità sei vicina di casa! ;) :D

Edited by Ida59 - 14/6/2015, 19:15
 
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view post Posted on 7/2/2012, 12:08

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CITAZIONE (Ida59 @ 7/2/2012, 11:49) 
Grazie mille, Kià: del resto, tu dell'immortalità sei vicina di casa! ;) :D

Marì, mi sembra tanto una gufata, aiuto! :lol:

Edited by Ida59 - 14/6/2015, 19:15
 
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view post Posted on 7/2/2012, 12:57

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Alchimia del '500 e ricerca dell'immortalità: direttamente dal mio bel quadernino con gli schemi di TUTTA la filosofia occidentale e orientale. ^_^
Ho tolto tutte le implicazioni alchemiche degli esperimenti per trasformare le pietre in oro, qui non servono.

Nel '500 abbiamo delle ricerche che si muovono parallelamente a quelle date dalle scoperte scientifiche e astronimiche: magia-alchimia-astrologia, il cui scopo è ottenere il dominio sulle forze della natura e se possibile anche l'immortalità.
La natura è un grande organismo vivente le cui forze principali sono attrazione e repulsione. (Girolamo Fracastoro)
Il sapere magico-alchemico è segreto, destinato a pochi iniziati e con linguaggio spesso in codice.

C'è distinzione tra magia naturale e magia diabolica (esorcismi e stregonerie varie): la seconda vorrebbe spiegare i fenomeni naturali tramite fenomeni occulti sovrannaturali, mentre la prima si rifà a fenomeni occulti naturali. Sembra un paradosso, ma bisogna pensare che all'epoca tra gli alchimisti non c'era tanto una distinzione tra fenomeni occulti e cause-effetti reali, scientifici e misurabili, quanto piuttosto tra fenomeni buoni e cattivi.

Alchimia: posto che la natura è un grande organismo vivente, gli elementi naturali si influenzano a vicenda e influenzano l'uomo, da qui le pietre che avrebbero poteri particolari ed energetici e simili.
Magia-alchimia: è possibile agire sulle forze naturali dal momento che in ogni cosa è presente uno spirito materiale sottilissimo che vivifica e accomuna le cose; il mago è colui che scopre le comunicazioni occulte dovute a questo spirito e riesce a influire su di esse mediante la mescolanza degli elementi chimici. (Marsilio Ficino)

C'è un filo rosso (e l'ho notato solo ora, me scema) che unisce Eraclito - stoicismo - alchimia: il perenne scorrere delle cose; la ciclicità della natura che è un grande organismo vivente; il mago che scopre le connessioni in questo organismo e arriva a dominare le forze naturali.

P.S1: "Il tutto è in tutto": ho trovato questa citazione in Niccolò Cusano (XV secolo), con significato molto vicino al panteismo.

P.S.2: alchimia e immortalità nella filosofia orientale antica e moderna, non conemporanea(forse non ti interessa, ma te la metto lo stesso, sia mai che serva). Alla religiosità taoista non interessa la vita nell'aldilà, quanto il prolungamento della vita stessa tramite la ricerca dell'immortalità. Se l'universo è un macrocosmo, l'uomo è un microcosmo in tutto corrispondente. Se in natura esistono innumerevoli spiriti e forze, sia buone che malvage, esistono anche nell'uomo. L'immortalità si acquisterà quindi liberandosi dagli spiriti malvagi al nostro interno ed assecondando quelli buoni.
Serviranno allora le tecniche di respirazione e meditazione. E ci sarà la ricerca da parte del saggio eremita taoista del solfuro di mercurio, sostanza ritenuta in grado di procurare l'immortalità immediata.
Il problema è che tale sostanza è velenosa e più che l'immortalità dona la morte pressoché immediata, a meno che l'eremita non si sia premurato di divenirne immune assumendola a piccole dosi.
Così si otterrebbe con tutto ciò? La cosiddetta liberazione del cadavere nel caso della futura morte naturale: se il saggio si è attenuto a tutte le norme il suo spirito diventa leggero ed egli passa alla vita assieme agli dei acquistando poteri sovrannaturali come ad esempio l'ubiquità ed il mostrarsi agli uomini.
Nel caso contrario lo spirito del defunto resta pesante ed egli è costretto a vagare sulla terra per un certo periodo, finché non termina il suo cammino di apprendimento anche dopo la morte.


Scusa il malloppone, spero di aver interpretato bene ciò che cerchi e se ti servono info ancora più approfondite io sono qui. Con il serpente, come vedi, poca connessione e la stessa cosa nell'Ottocento come cerchi, dal momento che abbiamo la nascita della scienza moderna.


 
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view post Posted on 7/2/2012, 14:21
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Avviso per Rika e Leonora se per caso passate di qui: voi dovreste sapere qual è il significato preciso della mia ricerca, se ricordate quello che vi ho detto sull'idea per la mia storia originale.

Sì, lo so che la scienza moderna ha "ucciso" l'alchimia, però Lavoisier (morto alla fine del 700) con il suo principio "nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma" sicuramente si inserisce nel cerchio del "filo rosso" ... "che unisce Eraclito - stoicismo - alchimia: il perenne scorrere delle cose; la ciclicità della natura che è un grande organismo vivente".
A questo punto ciò che mi interessa per la mia storia sono queste due affermazioni:
"Magia-alchimia: è possibile agire sulle forze naturali dal momento che in ogni cosa è presente uno spirito materiale sottilissimo che vivifica e accomuna le cose; il mago è colui che scopre le comunicazioni occulte dovute a questo spirito e riesce a influire su di esse mediante la mescolanza degli elementi chimici."
"il mago che scopre le connessioni in questo organismo e arriva a dominare le forze naturali"
e, quindi, ogni possibile connessione tra magia e alchimia.
Altro elemento interessante è il "solfuro di mercurio" sul quale sono gradite anche altre informazioni e, soprattutto, ci può essere qualcosa di vero, confermato dalla scienza moderna? Qualche cavolo di nesso esistente tra il solfuro di mercurio e la vita?
Riguardo alla frase "Alla religiosità taoista non interessa la vita nell'aldilà, quanto il prolungamento della vita stessa tramite la ricerca dell'immortalità.", ecco, questo è un altro punto essenziale della mia ricerca.

Grazie, Kià, sei stata molto, molto interessante.

Sul serpente (alato) ho trovato parecchia roba interessante, tipo questa (attenzione, le frasi sono slegate tra loro in quanto estratte da diversi testi di tipo molto diverso):

Archetipo fondamentale, o meglio complesso di archetipi legato alle origini, rimanda al ciclo continuo della vita:
l'Uroboro, il serpente che si morde la coda, sostenendo e avvolgendo la creazione in un cerchio continuo, ne impedisce la fine.
Nella sua forma viva, circolare, rappresenta l'eterno ritorno.
Anche nell'iconografia alchemica svolge da un lato una funzione di circolarità di certi processi chimico-organici, dall'altro entra nelle figure simboliche della scienza ermeneutica, come sole/luna, fratello/sorella ecc.
Animale-simbolo considerato in modo contraddittorio, in molte culture arcaiche rappresenta il mondo degli inferi e il regno dei morti per la sua abitudine a ritirarsi in luoghi nascosti o in buche della terra, ma anche il suo contrario per quella sua apparente capacità di rigenerarsi attraverso il cambio della muta. In tal modo, e un po' ovunque nel mondo, rimanda alla vita e alla morte, al chiaro e allo scuro, sempre, indissolubilmente, legati.
Sia nella cultura greca che in quella egizia, il serpente è colto nella sua doppiezza: è temuto in quanto ha il potere di ricondurre il cosmo nel caos iniziale dell'indifferenziato. Ma è anche apprezzato e venerato poiché rappresenta l'altra faccia dello spirito, il vivificante, l'ispiratore della vita.
Per questo Atena, dea di ogni scienza, tiene in mano e sul petto il serpente da cui nascono altre divinità e Iside porta sulla fronte il cobra reale simbolo di conoscenza, sovranità ed eterna giovinezza.
L'appartenenza al mondo ctonio legata alla creazione continua della vita è messa in luce soprattutto nel Libro dei Morti. In esso il ventre della terra è il luogo in cui si opera l'alchimia della rigenerazione e il serpente, in un processo complesso di divoratore-divorato, diventa il tramite e il protagonista dello sviluppo e dell'eterna ciclicità.
Padrone della forza vitale e simbolo della rigenerazione che avviene attraverso il fuoco, è anche il Drago, suo parente stretto. Quetzalcoatl, il serpente alato nel mito azteco, incarna le qualità del serpente e dell'uccello, collega cioè terra e cielo, ed è una figura rigeneratrice.
L’immagine del Caduceo, raffigurante spesso due serpenti attorcigliati in senso inverso intorno ad una verga ornata d'ali, è stata rinvenuta, oltre che nei templi greco-romani, su tavolette indiane dell'antica civiltà vedica (III millennio a.C.) e altrove. Nell'India antica questo simbolo della guarigione era costituito da due serpenti attorcigliati attorno ad un terzo serpente (alato) e tutte e tre le teste erano in contatto. Questo era il Tridente di Siva: l'asta centrale era Asvatta, "Albero della Vita", e i due serpenti lo Spirito e la Materia.
L'aspide sulla corona di Iside, il Serpente di Fuoco sull'insegna dei medici Assiri, il geroglifico del Serpente a sonagli del Messico o del Brasile e l'Ofide sul bastone magico di Apollo, Esculapio ed Ippocrate significavano forse tutti la stessa cosa: il principio vitale occulto della conoscenza che rendeva il possessore un essere divino e dotato di poteri sovrannaturali.
Come emblema di Hermes, il caduceo era originariamente una bacchetta con nastri bianchi, insegna appunto degli araldi. La trasformazione dei nastri in serpenti rimanda al simbolismo del serpente come simbolo del tempo, e alla funzione di Ermete come psicopompo, mediatore tra il mondo della vita e quello della morte: i due serpenti alludono alle due direzioni (ascendente/discendente, dalla vita alla morte e viceversa) alle due polarità vitali (buono/cattivo, maschio/femmmina, giorno/notte), e a molteplici analoghi significati mistici, alchemici, filosofici. La parte centrale, la bacchetta araldica, viene identificata anche con l'erma, una colonna di tipo fallico, riferita ad Ermete come emblema di fecondità; oppure, in certe tradizioni, con l'axis mundi, il pilastro intorno a cui si arrotola e si srotola tutta la "manifestazione".

Edited by Ida59 - 14/6/2015, 19:15
 
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Swindle
view post Posted on 7/2/2012, 16:53




Ehi, Ida, certo che mi ricordo! E vedo che hai cominciato a buttare giù qualcosa! ^_^
Ora non ho tempo di leggere tutto quello che avete scritto, ripasso più tardi così capisco di cosa hai bisogno...
Nel frattempo mi è caduto l'occhio sulla frase "nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma", che sarà anche nata dalla filosofia classica greca e ripresa dall'alchimia, ma ancora oggi (e in realtà per sempre) vale come regola base per la fisica e la chimica... diciamo che è la rappresentazione della natura in se stessa! xD
 
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view post Posted on 7/2/2012, 19:50

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CITAZIONE (Ida59 @ 7/2/2012, 14:21) 
Sì, lo so che la scenza moderna ha "ucciso" l'alchimia, però Lavoisier (morto alla fine del 700) con il suo principio "nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma" sicuramente si inserisce nel cerchio del "filo rosso" ... "che unisce Eraclito - stoicismo - alchimia: il perenne scorrere delle cose; la ciclicità della natura che è un grande organismo vivente".
A questo punto ciò che mi interessa per la mia storia sono queste due affermazioni:
"Magia-alchimia: è possibile agire sulle forze naturali dal momento che in ogni cosa è presente uno spirito materiale sottilissimo che vivifica e accomuna le cose; il mago è colui che scopre le comunicazioni occulte dovute a questo spirito e riesce a influire su di esse mediante la mescolanza degli elementi chimici."
"il mago che scopre le connessioni in questo organismo e arriva a dominare le forze naturali"
e, quindi, ogni possibile connessione tra magia e alchimia.
Altro elemento interessante è il "solfuro di mercurio" sul quale sono gradite anche altre informazioni e, soprattutto, ci può essere qualcosa di vero, confermato dalla scienza moderna? Qualche cavolo di nesso esistente tra il solfuro di mercurio e la vita?
Riguardo alla frase "Alla religiosità taoista non interessa la vita nell'aldilà, quanto il prolungamento della vita stessa tramite la ricerca dell'immortalità.", ecco, questo è un altro punto essenziale della mia ricerca.

Grazie, Kià, sei stata molto, molto interessante.

Posso fare altre ricerche, ma i testi sul taoismo li ho lasciati a casa, qui ho dovuto solo copiare delle parti per una ricerca fatta tempo fa a teologia.
Comunque m'informo ancora, sul mercurio giusto? Per la religiosità taoista mi faccio viva dopo cena. :)
 
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view post Posted on 8/2/2012, 10:41
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Ok, Kià, grazie e aspetto.

Edited by Ida59 - 14/6/2015, 19:16
 
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view post Posted on 8/2/2012, 11:05

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Allora, a questo link ho trovato informazioni sul cinabro (Tan, T. Cinabro) e l'alchimia taoista.
Non so su quali osservazioni empiriche si basi, non sono ferrata in materia. Solo solo che il mercurio, forse per via del suo stato liquido, era ritenuto anche nell'antico Egitto un elemento garante d'immortalità.

Ricerca dell'immortalità e non vita nell'aldilà: nel taoismo non c'è la concezione di un aldilà dove scontare premi/punizioni e simili, soprattutto perché la stessa idea di yin e yang esclude la divisione netta tra bene e male. C'è però una vita assieme alle divinità: accanto ai principi universali di Cielo e Terra, Yin e Yang, sono presenti anche molte divinità della natura quali manifestazioni particolari dei principi universali.
Immortalità e vita con le divinità: posto che il sommo bene del saggio è il non-agire, con le tecniche di respirazione, alimentazione, meditazione e assunzione di cinabro si può giungere ad essa. Al momento della morte naturale lo spirito del defunto deve evitare in tutti i modi di restare ancorato alla terra e vagare su essa, quindi con le tecniche qui sopra egli può acquistare l'incorporeità necessaria per passare direttamente ad uno stato divino. Ma si narra di saggi che avrebbero acquisito l'immortalità immediata, passando direttamente dallo stato di vivi a quello di spirito incorporeo (Secondo me s'erano avvelentati col mercurio, NdR).

Il New Age moderno ha preso molto spunto da queste teorie per quanto concerne il "vibrare" delle essenze spirituali di ciascuno a vari livelli.
 
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