Ele Snapey

Il profumo dei ricordi



Comincio il mio commento a questo racconto che mi ha profondamente colpito ed emozionato con una citazione che condensa tutta l’emotività che ho provato leggendo.

Severus è perfetto, umanamente provato, uomo di ferro solo all’esterno, ma uomo che - come tutti –ha bisogno di un rifugio, non potendo godere di alcun conforto da parte di nessuno, uomo solo profondamente, disperatamente, insopportabilmente solo, troppo solo. Quanta pena, quanto rammarico per non poterlo abbracciare e consolare, ma soprattutto perdonare, per non poterlo scuotere, per non vederlo più così fragile e stanco.

Lily è presente ed evanescente, ricordata nei sapori negli odori, ma anche nelle sempiterne colpe, nell’odio verso se stesso che tu riesci a raccontare in modo straziante, rendendoci un Severus profondamente ferito e umano.

Anche il rifugio non gli basta e tutto è amaro e insopportabile, sei stata bravissima a narrare, con l’introspezione collegata ai ricordi ed alle sensazioni, tutto lo svolgersi delle azioni e le motivazioni che le muovono.
La tua prosa è scorrevole avvolgente e avvincente.
Una storia indimenticabile, un’altra della splendida serie di racconti scritti da te che non mi stanco di leggere e rileggere.
Complimenti per il livello raggiunto. Brava.


Cena a sorpresa


Cara Ele, la tua vena umoristica è deliziosa, e si esplica ampiamente nello svolgersi di questa storia.
Hai giocato con Severus in coppia con la Cooman: insieme sono irresistibili.

Spesso far ridere o sorridere è molto più difficile che commuovere e far piangere, tu riesci benissimo in tutte e due le cose.

Sei irresistibile. Ho riso trovandomi con loro due, nella stessa stanza, ascoltandoli parlare e guardandoli agire, povera Sibilla! Hai tratteggiato il personaggio senza sbavature, con una verve e un umorismo davvero grandiosi.
Non accenno lontanamente alla conclusione, sfavillante e perversamente brillante, per costringere tutti a leggere questo pezzetto di paradiso!
Abbracci.

La notte che l’Uovo d’Oro scomparve

Sono arrivata alla fine di questo racconto con un sorriso fisso stampato in faccia.
Sibilla e Severus: terribili le loro disavventure, bravissima tu a concentrare il tuo umorismo sulle note contrastanti che ne fanno una coppia davvero impossibile.

Non si può raccontare niente perché – come direbbe il professor Vitious – si tratta di un giallo, come quei telefilm Babbani… di cui lui sa parecchio.

Strappa più di qualche risata questo tuo racconto in cui le movenze di Piton sono suggestive e Alanose, quindi me lo sono visto bene in faccia e in mantello svolazzante svolgere l’ingrato compito affidatogli.
Ti confermi un’umorista mica da poco! Riesci a mantenere i personaggi perfettamente in canone anche quando la risata esplode incontenibile.
Cento di queste storie Ele, mi propongo quando sono un po’ giù, di rileggerla e sollevare lo spirito.

Povera Sibilla… o meglio povero Severus…
No, non posso rovinare la sorpresa ai lettori, ma il finale, lo giuro, strappa applausi!
Grande Ele!