Allora a me adesso vengono in mente due miti. Rilancio col primo riservandomi il secondo per il prossimo round.
Quello a cui ho pensato, è il mito di Prometeo, celebre anche chi è digiuno del mondo greco. Prometeo è un Titano che ha a cuore il progresso dell'essere umano.
Proprio all'uomo egli concede il dono di alcune tecniche e scoperte, soprattutto quella del fuoco, essenziale per progredire sul cammino della cività. Zeus, adirato per un simile gesto, lo incatena ad una rupe della Scizia, remota regione asiatica dove il fegato di Prometeo viene di notte mangiato da un'aquila, e poi ricresce di giorno in un tormento senza fine. Zeus lo lbererebbe a patto della sottomissione del Titano, il cui animo è tuttavia troppo fiero per piegarsi ad un simile affronto. Nonostante molti cerchino di persuaderlo alla resa, come Oceano e le sue figlie, le Oceanine, oppure Ermes, messaggero degli dei, Prometeo non sente ragione e preferisco precipitare agli Inferi, piuttosto che rinnegare il suo affetto per l'essere umano. Questo è il suo destino, e cade giù, perchè il giudizio di Zeus, garante della giustizia, è implacabile ed alla fine giunge a punire tutti coloro che superano il limite, cercando di modificare il volere degli dei.
Questo è un mito a me molto, molto caro, anche perchè ho impersonato Prometeo ai tempi del liceo, e avendo la fortuna di recitare proprio in un antico teatro greco a Palazzolo Acreide, provincia di Siracusa, dove ad oggi si respira l'aria dell'età classica.
La sua figura potrebbe apparire lontana da Severus, che certo non ha inventato i fiammiferi per l'essere umano o l'incantesimo Incendio per la stirpe dei maghi!
Eppure, non posso fare a meno di cogliere una strenua somiglianza tra la sua forza d'animo e il coraggio di Severus. Entrambi,seppur in modi diversissimi, incarnano l'ideale stesso del coraggio, dell'estremo eroismo di esporsi a rischi mortali, in nome di un obiettivo, per il quale sacrificarsi anche sapendo che molto probabilmente si andrà incontro alla propria rovina.
Come Prometeo, anche Severus, mettendo da parte il passato, il suo struggente amore per Lily, quasi la sua stessa personalità, decide d'indossare la maschera del carnefice e dannarsi l'anima in nome del bene. Come un eroe del mito ellenico, egli è un isolato, posto dalla sua eccezionalità innanzi ad un destino, che qualunque decisione egli prenda, gli procurerà solo dolore, e ciononostante egli decide lo stesso di percorrere il sentiero della rovina. Il miglioramento che Severus porta al mondo magico è un enorme contribuito all'istaurazione della pace, e alla salvezza di Harry in prima istanza. Un vero e proprio olocausto di sè, proprio mentre nessuno, se non Silente, è in grado di capirlo e lo obbliga ad ucciderlo, sapendo il suo coraggio e la sua capacità di sostenere le proprie responsailità.
L'immobilità perentorea di Prometeo è il coraggio di Severus proiettato nel mito, come farebbe un buon antico poeta elegiaco che si rispetti, amplificato fino a rendere la propria vita un esempio di coraggio sconfinato. Dove c'è il male, allora c'è il coraggio di chi non è disposto a piegarsi.
Un tema toccante, su cui tutti voi avete scritto bellissime pagine e che non smetterà mai d'ispirare.