Tornando in argomento.
Possiamo dire che la mitologia che conosco, quella classica, è immensamente vasta, e offre diversi interessanti punti di possibile confronto con Severus. Ho già parlato del mito di Prometeo, che comunque è arcinoto ed ha avuto una fortuna immensa nei secoli (basti pensare al Frankestein della Shelley, no non il mio vicino di casa
).
Adesso, rispolverando la lirica arcaica greca, mi è venuto in mente un carme di Bacchilide. Poche notizie necessarie ma non noiose.
Questo eccelso poeta vive tra VI e V sec a.C e vagabonda un pò per tutto il mondo ellenico, per farla breve. Di lui era sopravvissuto ben poco in termini di opere, finchè alcuni eccezionali ritrovamenti papiracei nelle eccezionalmente conservative sabbie dell'Egitto, hanno restituito ampi frammenti di alcune sue poesie, che ci consentono un immagine migliore della sua arte.
Tra i frammenti ritrovamenti, compare pure uno dedicato a Teseo, il mitico eroe ateniese, anche lui arcinoto, relativamente al mito di Arianna e del Minotauro.
La poesia di Bacchilide a cui mi riferisco dipinge proprio il momento in cui questo personaggio è sulla nave alla volta d Creta insieme al fiore della gioventù ateniese, per essere sacrificato al mostro del Labirinto. La poesia appartiene al genere del ditirambo, ovvero i canti in onore del dio Dioniso, simbolo del vino, dell'ebbrezza, degli aspetti più ferini dell'essere umano (una Bellatrix ante litteram, va).
E' un saggio altissimo di arte, quello che ci offre Bacchilide. Ecco la storia in breve.
Durante la navigazione, Minosse, re di Creta, è anch'egli a bordo della nave e cerca di toccare sfrontato una delle belle fanciulle destinate al sacrificio. Teseo si arrabbia e interviene a difesa della ragazza. Scoppia una contesa tra lui e il re.
Entrambi sono di origine divine. Adirato, Minosse, figlio di Zeus, implora il padre di lanciare il suo celeste avvertimento contro Teseo, e allora dal cielo scaturisce il boato di un tuono tremendo, simbolo del Padre degli dei. Teseo, bello, impavido, forte, è figlio di Poseidon, dio del mare, e non può temerlo.
Allora, in segno di sfida, Minosse getta in mare un anello che Teseo dovrà mostrarsi capace di recuperare, qualificandosi effettivamente quale figlio deglio dei. Un pò come per la seconda prova del Torneo Tremaghi (altro parallelo con la saga), Teseo non esita, si tuffa e raggiunge le profondità marine, dove, in una sontuosa reggia sottomarina, il padre lo accoglie festoso e la sua sposa, Anfitrite, ricolma Teseo di doni splendenti. Egli può così tornare in superficie e a bordo, con l'anello recuperato.
Al vederlo, Minosse rabbrividisce, mentre i giovani da sacrificare elevano un grido di felicità e libertà. Forse il loro destino di morte può essere rovesciato grazie alla protezione di Teseo...
E' proprio questo il punto.
Lo spirito di sacrificio che l'eroe mostra, con una somiglianza incredibile, secondo me, all'impavidità con cui Severus sacrifica sè stesso e il suo amore nascosto tutta una vita, in nome di alti ideali: libertà, pace, lealtà a doveri micidiali. Lui è un uomo, non un figlio di dio, e questo potrebbe allontanarlo dal nostro esempio mitico, ma il paragone è riscattato dalla forza di volontà, comune a entrambi, di portare a termine un obiettivo e dare una speranza a chi li circonda. Come Teseo coi suoi compagni di sventura, così Severus con Harry è disposto ad un rischio al quale nessuno vorrebbe sottoporsi, sfidando l'ira divina in un caso, quella di Voldemort, non meno temibile, nell'altro.
Il beneficio per sè stessi è nullo, a parte la consapevolezza di aver osato, realizzando in pieno la natura dell'essere umano. Meta immensa a cui i Greci mirano sempre nel corso della loro storia straordinaria, meta a cui Severus non rinuncia pur consapevole del male che può subire, e soprattutto del male che dovrà perpretrare.
Questo fa di lui un vero eroe, impresso nelle nostre memorie, un fuoco nero che nemmeno le acque del mare o il fulmine di Zeus potrebbero estinguere. La vera sfida di Teseo e Severus è contro se stessi, prima ancora che contro un destino crudele.