Cordelia Leibniz |
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| CITAZIONE (Ida59 @ 1/2/2022, 14:19) CITAZIONE (Cordelia Leibniz @ 31/1/2022, 22:32) Oooh... qui si apre un mondo per la sottoscritta e la mia nemesi, Cordelia. In breve: male, malissimo. Ho imprecato contro la Rowling a lungo, perché ritenevo che per Piton si potessero aprire orizzonti immensi nel settimo libro ben diversi dalla morte. Dalla fine del sesto libro, come già accennavo e come tante di noi, stavo portando avanti la battaglia per sostenere la sua innocenza e non vedevo l'ora di poterlo dimostrare. Quando ho letto quella maledetta pagina con il racconto della sua morte, ho semplicemente richiuso il libro, ricordo ancora bene. E ho pianto affranta, avevo appena perso il più grande personaggio che avessi mai amato in una lettura. No, la Rowling non poteva avergli semplicemente assegnato la morte così. Ore a seguire mi son fatta forza, ho riaperto per continuare a leggere e sono arrivata al fatidico capitolo in cui si scopre tutta la verità. Ancora più amarezza in bocca, un uomo come Severus Piton non meritava tutto questo. E ho reagito proprio così, tanta amarezza e tanto dispiacere per la fine fatta da un personaggio così amato. Ho potuto però constatare che la Rowling gli ha riservato un posto d'onore nella saga che tutti possono riconoscergli, anche chi non l'ha amato così tanto. Una magra consolazione, quel posto da EROE... morto. A Severus spettava di più, molto, moltissimo di più. La Rowling non ha avuto il coraggio di andare controcorrente è ha pedissequamente seguito il clichè del cattivo (una volta, nel passato della sua esistenza) che può riscattarsi solo con la morte. Banale, davvero. Speravo che JKR fosse più coraggiosa e anticonformista e gli concedesse, da buona cattolica, una migliore redenzione.Invece cara sai cosa ho sempre pensato? Che la Rowling abbia invece voluto dare quasi un'aura molto cattolica alla storia di Snape. La sua sofferenza da intendere quasi teologicamente, come in tanta letteratura cattolica, e l'espiazione dei peccati che si compie e conclude con la morte. Cioè il semplice cattivo che, anche se redento, solo così poteva "ascendere alla gloria". Sono frasi che sentivo dire milioni di volte in anni e anni di scout e di oratorio in Chiesa. E ti dirò, è anche questo che mi ha lasciato ancora più amarezza. La banalità di un concetto che deriva dal medioevo e ancora prima, e che ha reso così scontata la fine del nostro amato. Non posso che dire quanto sia banale, come hai detto tu!
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