| Ale85LeoSign |
| | CITAZIONE Come può, Dracula, morire così miseramente!? Lui aveva ben quattro secoli di esperienza rispetto a loro! Stoker lo dipingeva come un uomo meschino e crudele, ma dal cervello che ragionava quanto quello di un bambino (poiché era inesperto sugli usi e i costumi dell’epoca…), ma comunque astuto! E’ questo che non mi piace…che trovo ridicolo…il grande Vampiro che muore in una maniera così miserabile. Forse perchè l'amore ci rende miseri, deboli, fragili, ma, al contempo, rafforza alcune delle convinzioni che, in questo caso, Dracula riteneva estinte dal desiderio del sangue. Lui ha sacrificato se stesso per una donna, tra scienza e religione, istinto e razionalità, a predominare, a vincere per davvero, è l’amore, quella debolezza umana che fa pentire un essere così mirabile di essersene privato in vita, per cui è disposto a morire ora che potrebbe vivere per sempre. Sì, certo: ma è sempre quell’amore che confina vicino all'eroico a dare sapore al personaggio.
Ma sai qual'è la fregatura di leggere libri del genere al giorno d'oggi? Io, sinceramente, invidio il londinese di fine Ottocento dell'epoca, che sfogliò, in prima edizione, le pagine di questo libro; lo invidio ancora di più, pensando che questo era il primo romanzo che trattava questo argomento, “Il vampiro”, invenzione per la quale siamo ampiamente debitori a Stoker. Questo lettore, avrà conosciuto una sensazione di paura e di sgomento assolutamente nuova e sconosciuta; avrà esultato per la novità dell’argomento, e per lo spirito perfettamente gotico della narrazione. Noi lettori contemporanei, siamo certamente più disillusi e odiosamente più informati, sobbarcati da romanzi scritti bene e male, piacevoli o meno, sull'argomento (per non parlare dei film!).
Ciò che attrae nel rileggere un romanzo del genere, può essere la curiosità irresistibile che l’ennesimo nero seduttore della storia getta sul lettore di ogni tempo. In questo caso, sarà un lettore deliziosamente corrotto: macchiato dal sinistro piacere d’essere lettore onnisciente, padrone d’una storia che si conosce e si riconosce sempre, in qualunque epoca. CITAZIONE CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 15/5/2009, 10:04) Di solito le pallottole d'argento sono per i licantropi? (Sai, avendone io tre, in casi estremi mi devo armare ) Sì, in effetti in molti film la morte dei vampiri è piuttosto ridicolizzata: esseri potenti, apparentemente invincibili, trovano una morte che banalizza tutto ciò che hanno fatto in precedenza per apparirci immortali, appunto.Beh, è strano sentir dire che i Vampiri possono essere uccisi anche da un proiettile d’argento^^. Nella tradizione, questa era una credenza popolare, perché si credeva che il Mannaro fosse la regressione del Vampiro. Ovvero, se un Vampiro, nella sua non-morte, aveva compiuto atti di tradimento verso i suoi simili oppure aveva ceduto a debolezze, avrebbe potuto essere maledetto tramite sortilegio e divenire un Mannaro. Fu così, sotto questo punto di vista, che nacque il primo Licantropo. Chiusa questa parentesi, ti ringrazio per aver colto subito nel segno dove volevo arrivare^^! Non la sapevo questa cosa (non si finisce mai d'imparare XD ) Io sapevo che le origini dei Mannari, risalissero da infestazioni del demonio, o dal "morbo lupino" diagnosticato dai primi medici dell'epoca. Il legame coi vampiri credevo che sussistesse solo con la possibilità di trasformarsi in lupi. Grazie per la dritta. CITAZIONE La tua idea dell’avvelenamento è molto dignitosa come morte, devo ammetterlo! Ma questo implicherebbe ad una specie di suicidio? Ovvero, il Vampiro ormai stanco di vivere nel peccato, decide di redimersi salvando una vittima dalle grinfie della morte…sacrificando la sua immortalità? Molto romantico ed eroico^^. Questo mi fa appena ricordare il finale del film Dracula (tratto da Bram Stoker ← ebbene sì! Ancora lui >.< ), dove il Vampiro decide di morire per Amore di una donna, dell’unica donna che riuscì ad amare tutta una vita (Elizabeth) che rivide dopo tanto tempo nel corpo di Mina. Bellissimo! Alla fine sacrificare un'esistenza immortale di per sè vuota, senza uno scopo, avvalora la rinascita di una vita che aveva lo scopo di amare. Per certi versi è un controsenso, perchè "salvando" l'amata di turno, il vampiro che avevo in mente io, non ucciderebbe solo se stesso, ma anche il sentimento per cui andrebbe a sacrificarsi, in un disperato atto d'amore. Eppure la vita troverebbe il modo di proseguire, e, operando in questo modo, potrebbe infine augurarsi che l'amata riponga i propri sentimenti e le proprie speranze in un'altro uomo. Edited by Ale85LeoSign - 15/5/2009, 22:41
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