Il Calderone di Severus

Ambientazioni Gotiche

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view post Posted on 15/4/2009, 14:31
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Iniziamo questo viaggio nelle ambientazioni gotiche parlando de...

LE CATTEDRALI GOTICHE
e
i misteri che le accompagnano





Si narra che i Cavalieri Templari presero possesso, al di sotto delle fondamenta del Tempio di Salomone a Gerusalemme, di conoscenze magico-cabaliste che risalivano al tempo degli Egizi: secondo alcuni esoteristi, essi ritrovarono il testo in aramaico del celebre "Libro delle Leggi Divine dei Pesi e delle Misure", il cui originale egiziano era scritto in geroglifico e fu usato da Ramses II per l'edificazione del Tempio di Karnak a Luxor. Tale libro secondo lo storico Manetone proveniva direttamente dai simboli sacri tracciati sul bianco calcare di Tura del rivestimento delle Piramidi di Giza, che essendo prediluviane probabilmente descrivevano le conoscenze delle civiltà anteriori allo scioglimento dei ghiacci 12 mila anni fa! Mosé, secondo Manetone, le aveva sottratte assieme all'Arca dell’Alleanza. Conoscenze avanzatissime, ad esempio, per quanto riguarda le strutture megalitiche. Il quadro che emerge da queste considerazioni è decisamente interessante dal momento che, le conoscenze che i Cavalieri Templari appresero dal Libro, le avrebbero fornite ai costruttori di cattedrali.

Le cattedrali gotiche sono dei veri e propri libri di pietra, per tramandare straordinarie conoscenze che solo poche persone iniziate a simboli e codici particolari, avrebbero potuto comprendere. Infatti la grandiosità, l'imponenza e tutta una serie di misteri non risolti hanno fatto diffondere attorno alle cattedrali gotiche numerose leggende legate a figure ed oggetti leggendari della storia del Cristianesimo, dai Cavalieri Templari al Santo Graal.

Furono costruite improvvisamente in Europa, intorno al 1128 (cattedrale di Sens), proprio dopo il ritorno dei Cavalieri Templari dalla Terrasanta, con una maestria costruttiva, tecnica e architettonica, completamente diversa dalle precedenti chiese romaniche. Una dopo l'altra, sorsero le cattedrali di Evreux, di Rouen, di Reims, di Amiens, di Bayeux, di Parigi, fino ad arrivare al trionfo della cattedrale di Chartres. I piani di costruzione e tutti i progetti originali di esecuzione di queste cattedrali non sono mai stati trovati. Le opere murarie erano fatte con una maestria eccezionale, riscontrabile, ad esempio, nei contrafforti esterni che esercitano una spinta sulle pareti laterali della navata, e così facendo il peso, anziché gravare verso il basso, viene come spinto verso l'alto, e tutta la struttura appare proiettata verso il cielo.
Le Cattedrali inoltre sono tutte poste allo stesso modo: con l’abside rivolto verso est (cioè verso la luce), sono tutte dedicate a Notre Dame, cioè alla Vergine Maria e se unite insieme formano esattamente la costellazione della Vergine.




Inoltre vennero costruite su luoghi già considerati sacri al culto della "Grande Madre"(1), ritenuto il culto unitario più diffuso prima del Cristianesimo; molti di questi luoghi inoltre sono dei veri e propri nodi di correnti terrestri, ossia punti in cui l'energia terrestre è molto forte (grandi allineamenti di megaliti). Hanno pianta a croce latina: la croce "é il geroglifico alchemico del crogiuolo" (Fulcanelli), ed è nel crogiuolo che la materia prima necessaria per la Grande Opera alchemica muore, per poi rinascere trasformata in un qualcosa di più elevato.

Sono adornate da un gran numero di statue o bassorilievi raffiguranti figure altamente simboliche e simboli magici ed esoterici, che poco hanno a che vedere con la loro funzione di chiese cristiane ed hanno un particolare orientamento in modo che il fedele, entrando nell'edificio sacro, cammini verso l'Oriente, cioè verso la Palestina, luogo di nascita del Cristianesimo.

Ciascuna cattedrale è dotata di una cripta in cui, secondo alcune tradizioni, sarebbero nascosti degli oggetti sacri molto importanti (ad esempio si dice che in una delle cripte della Cattedrale di Chartres sia custodita l'Arca dell'Alleanza, e che quando questa cripta sarà scoperta la cattedrale crollerà al suolo). Ma le cripte sono legate ad un altro elemento molto misterioso: le "Vergini Nere", statue o bassorilievi, che raffigurano appunto la vergine Maria, con la particolarità della carnagione scura. E' da sottolineare la relazione tra le statue di Iside (2), la divinità egizia corrispondente alla dea greca Gea ("la Terra"), che venivano custodite nei sotterranei dei templi egizi, con le Vergini Nere, anch'esse collegate al culto della Terra, diffuso in tutta l'Europa. La stessa Madonna sarebbe la cristianizzazione di questa figura troppo radicata nell'immaginario popolare, da poter essere estirpata del tutto. Per questo, i costruttori delle cattedrali gotiche, che anche in altri particolari (ad esempio quello di erigere le cattedrali sui luoghi sacri alla Grande Madre) si erano dimostrati legati a tale culto, avrebbero colorato in modo diverso il volto della Vergine cattolica, affinché coloro che "sapevano" avrebbero facilmente compreso di chi si trattasse realmente .

Uno dei simboli maggiormente presente nelle cattedrali è il labirinto che sta ad indicare la via che l'uomo deve percorrere per conseguire l'iniziazione. Rappresenta anche il cammino di fede: dall'esterno, seguendo un tortuoso percorso, si arriva al centro.
Il labirinto della Cattedrale di Chartres ha un diametro di dodici metri e il percorso si snoda per duecento metri. I pellegrini dovevano percorrere in ginocchio il labirinto, sul pavimento del presbiterio, per andare al loro "centro".

Per saperne di più sui labirinti: http://utenti.quipo.it/base5/combinatoria/labirchartres.htm


Cattedrale Notre Dame de Chartres (Francia)






Costruita dai monaci cistercensi, la Cattedrale di Notre Dame a Chartres è uno dei capolavori dell’architettura gotica. La Cattedrale è stata costruita a partire dal 1135 e terminata pochi anni prima che venisse posta la prima pietra di Castel del Monte (1240 circa) (3).



Quindi il curioso allineamento tra Chartres, Castel del Monte e la piramide di Cheope è stato voluto da chi ha voluto erigere l’ultima di queste costruzioni. Cioè Federico II con Castel del Monte.
Ma questo vuol dire che, probabilmente l’Imperatore conosceva – grazie ai monaci cistercensi – i segreti che la grande cattedrale francese celava. Segreti che, ancora una volta, sembrano richiamare la geometria sacra ben conosciuta dagli architetti dell’Antico Egitto
E quei segreti, forse, erano stati fissati nella pietra, nel nord della Francia, alcuni secoli prima. Infatti, l’attuale cattedrale è stata eretta sul luogo dove in precedenza sorgeva un altro tempio, risalente, pare, all’800 a.C.
Ma prima di affrontare nel dettaglio le relazioni che legano Chartres alla Grande Piramide, cambiamo punto di osservazione e guardiamo la Francia del Nord dall’alto. Il nostro scetticismo di uomini del Duemila sta per scontrarsi contro una coincidenza apparentemente inspiegabile…
Se alcuni studiosi hanno cercato di vedere le cose dall’alto, altri hanno preferito concentrarsi sull’interno delle costruzioni, cogliendo alcune importanti analogie: ad esempio se a Castel del Monte, tra le altre cose, il numero 111 torna anche come perimetro in cubiti egizi del cortile interno, (per l’esattezza 111/11) lo stesso numero lo ritroviamo a Chartres sia pure in metri: la navata del tempio è lunga 74 metri (centimetro più, centimetro meno) mentre il coro, che la interrompe appunto dopo 74 metri, è lungo 37 metri. 74+37 dà, appunto 111.
Ovviamente il 111 può essere ottenuto in molti modi diversi (110 + 1; 100 + 11; 97 + 14…). Ma l’indizio che la presenza di 74 e 37 non è casuale è data dal fatto che 111: 3 dà 37 mentre 37 x 2 dà 74. Insomma, 37 e 74 sono, rispettivamente, un terzo e due terzi del numero sacro 111.
E’ poi interessante notare che sempre 37 metri è alta la volta della Cattedrale e 37 metri è profondo il cosiddetto pozzo dei "Santi Forti", posto sotto la Cattedrale.

Ma perché uomini di tanto tempo fa dovevano diventare matti a riprodurre, sotto varie forme, alcune proporzioni fisse? Perché, a livello simbolico, riprodurre forme, misure e ritmi cosmici negli edifici sacri voleva dire cercare di riprodurre in Terra e in piccolo la grande armonia celeste. Insomma, dei piccoli Microcosmi che dovevano riprodurre e rappresentare il Macrocosmo e, con esso, la perfezione di Dio.
Si è parlato di "forme", "misure" e "ritmi" e abbiamo visto attraverso l’uso di figure geometriche precise e del ricorrere di numeri e proporzioni cari alla geometria sacra. Ma ci sono anche i "ritmi" dell’universo. Come venivano rappresentati questi "ritmi"?
Ad esempio, attraverso lo sfruttamento della luce del sole in giorni precisi dell’anno. La Piramide di Cheope ha alcuni condotti che secondo alcuni sono orientati in modo tale da far entrare all’interno i raggi di sole in giorni particolari. Ugualmente, l’ombra proiettata dalla Piramide in occasione del solstizio d’inverno rispetterebbe precise proporzioni.
Ugualmente le torri di Castel del Monte proiettano ombre precise in certi giorni: in occasione di quello d’autunno, a mezzogiorno, la lunghezza delle ombre corrisponde alla lunghezza del cortile interno, poi l’ombra si allunga fino ad indicare la circonferenza delle mura che anticamente circondavano il castello stesso; senza contare che in occasione del solstizio d’estate, un raggio di sole attraversa la finestra sopra il portale principale per andare a "colpire" un rettangolo posto su una parete del cortile interno.

E a Chartres? Qui, i frati cistercensi non sono stati da meno. Due esempi: il primo è nella vetrata di Sant’Apollinare, nella quale esiste un foro attraverso il quale il 21 giugno, a mezzogiorno, un raggio di sole va a colpire una mattonella metallizzata.
Ma ancora più significativo il fatto che la mandorla del rosone occidentale, rappresentante la Vergine, ad agosto sia attraversata da un raggio di sole che va a proiettarsi sulla rosa posta al centro del labirinto che è in questa cattedrale, come nelle altre cattedrali francesi chiamate a rappresentare la costellazione della Vergine.
Oggi il fenomeno si verifica verso il 20 del mese ma si è calcolato che in origine il tutto accadeva il 15 d’agosto, il giorno dedicato alla Madonna. L’attuale scarto è dovuto al progredire del moto processionale dal Medioevo ad oggi.
Secondo alcuni ricercatori questo labirinto richiama, una volta di più, all’Antico Egitto. Infatti, ricorrerebbero in questo labirinto le complesse proporzioni che l’egittologo Schwaller de Lubicz ha individuato nei più importanti templi egizi.

Ma se anche così non fosse, questo labirinto è interessante per il fatto che il numero delle pietre pavimentali che lo compongono è uguale al numero dei numeri della gestazione e il fatto di percorrerlo rappresenta un percorso iniziatico: dall’esterno fino al centro si cresce spiritualmente fino a "nascere" a nuova vita. Non a caso questo labirinto era chiamato anche "Percorso di Gerusalemme".
Le allegorie si sprecano e hanno spesso al centro la figura della Vergine cui non a caso la cattedrale è dedicata.
Una antica cronaca riferisce che qui, in età precristiana, esisteva un tempio consacrato dai druidi celti ad una Vergine che lì avrebbe partorito. Sembra che in quel tempio fosse custodita una statua venerata dalle popolazioni celtiche. Una statua che ricordava la figura di Iside. Una figura di colore nero. E in Europa sono almeno 500 le raffigurazioni di "Madonne nere". Due di quelle madonne nere sono a Chartres.

Note a margine

(1) Grande Madre e le Madonne (Vergini) Nere

Grande Madre (Venere)

I primi missionari cristiani scoprirono in Gallia un gruppo di Celti intenti a venerare una figura femminile nell'atto di dare alla luce un bambino e spiegarono agli indigeni che, senza saperlo, stavano adorando un'immagine della Madonna e loro erano già cristiani.

Sul luogo sacro venne costruita una chiesa, e l'idolo pagano, trasferito al suo interno, si trasformava automaticamente in una rappresentazione cristiana; per giustificare la presenza di figurazioni mariane che, a volte, precedevano la stessa nascita di Maria, i teologi coniarono un termine "Prefigurazione della Vergine".

I luoghi di culto della Grande Madre nel nostro continente sono molteplici; le rappresentazioni della Dea si trovano quasi tutti in superficie ma, gran parte di esse, erano poste originariamente nel sottosuolo, dove la presenza delle correnti terrestri si fa maggiormente sentire.

Proprio dalla Grande Madre derivano probabilmente le celebri "Vergini Nere", le Madonne dal volto scuro venerate in tanti santuari.
Con un'operazione nota come "sincretismo", la stessa per cui agli dèi del voodoo di Haiti sono stati associate le immagine dei Santi cattolici importate dai missionari, la Grande Madre pagana avrebbe assunto il volto di Maria, colorato però in nero, come quello delle sue prime raffigurazioni.
Le immagini delle Vergini Nere contraddistinguerebbero dunque i luoghi particolarmente legati alla Grande Madre, gli stessi su cui, da sempre, gli uomini costruiscono i loro edifici sacri.

Vergini nere sono disseminate nelle chiese di tutta Europa; in Italia se ne trovano a Cagliari, Crea del Monferrato, Crotone, Loreto, Lucca, Oropa, Pescasseroli, Rivoli, Roma, San Severo, Tindari, Venezia; in Francia addirittura novantasei. Le più famose sono quelle della cattedrale gotica di Chartres, chiamate Notre-Dame-sous-Terre e Notre-Dame-du-Pilier.

Si dice che alcuni individui particolarmente sensibili, avvicinandosi alle cappelle in cui sono collocate, provino una sensazione di mancamento: sono le correnti terrestri che, in quei punti, raggiungono il massimo della loro potenza, e che percorrono la colonna vertebrale del visitatore, non di rado provocando in lui un'improvvisa "illuminazione" mistica.
Inoltre, nel culto della Madonna rivive in modo concreto il culto pagano di Iside, che fu per due secoli la "Santa Madre" del mondo antico. Iside "che tutto vede e tutto può, stella del mare, diadema della vita, donatrice di legge e redentrice" era la donna divinizzata (culto ripetuto anche in altre mitologie). La si rappresentava come una giovane donna, inghirlandata dal loto azzurro della luna crescente, col figlioletto Horus tra le braccia. Non poche statue di Iside furono trasformate più tardi in immagini della Madonna. Anche i Druidi (sacerdoti pagani) onoravano la statua in legno di una donna, rappresentante la fecondità.



(2) Iside con in braccio Horus

La Dea è spesso indicata come la "divinita’ dai mille nomi" , infatti Cerere , Epona , Amaterasu , Ishtar , Artemide , Diana , Demetra sono solo alcuni dei tanti nomi con i quali Dea Myrionyme (la dea dai mille nomi appunto) e’ conosciuta. La stessa parola Myrionyme ricorda da vicino Myrion , il nome di "Maria" , la vergine cristiana creando così strani e non del tutto ingiustificati accostamenti.


(3) CASTEL DEL MONTE

All'interno del cortile c'era una vasca ottagonale monolitica che serviva per contenere l'acqua; sotto il cortile vi era una cisterna grandissima. Su cinque delle otto torri c'erano cinque cisterne pensili collocate proprio su quelle torri dove c’erano i servizi igienici. Le cisterne raccoglievano l’acqua e quando erano troppo piene c’era un troppo pieno che scaricava fuori. Il terrazzo del castello è fatto a dorso d’asino: l’acqua che scorreva verso l’esterno riempiva queste cisterne, l’acqua che scorreva verso l’interno riempiva la cisterna situata sotto.

Federico II ordina la costruzione del castello nel gennaio del 1240 e muore nel 1250: c'erano dieci anni di tempo per terminare la costruzione del castello. Alla costruzione del castello hanno lavorato maestranze altamente qualificate come dimostrato dalla costruzione architettonica che è un gioiello di matematica. Le pareti del piano superiore erano tutte rivestite di marmi preziosi che sono stati rubati assieme a sculture e bassorilievi. La manodopera sarà stata verosimilmente sistemata all'esterno del castello in quella che doveva essere una tendopoli. Federico II negli anni 1239-1240 "non aveva il becco di un quattrino" e fu costretto a sospendere tutti i lavori in corso non potendo pagare le maestranze. Successivamente confiscò i beni della chiesa e secondo alcuni fu costretto a battere moneta di cuoio perché non aveva più argento.

D'altronde un castello costruito da Federico II sarebbe stato costruito con criteri tipici delle strutture di difesa, mentre la scala a chiocciola all’interno del castello gira verso sinistra contrariamente alle scale a chiocciola dei castelli militari che girano verso destra, per non agevolare chi sale con la spada in mano. Ciò dimostrerebbe che Castel del Monte non è un castello di difesa ma un edificio costruito per finalità di pace.

In quel momento storico particolare in Puglia vi era una presenza molto massiccia dei Cavalieri Templari, i monaci guerrieri i quali erano padroni di tutta la Puglia come dimostrano le numerose testimonianze dal Foggiano al Leccese. La Puglia era una delle dieci province dei Cavalieri Templari disseminate dal centro Europa fino al medio Oriente e in più la Puglia a quel tempo era la cerniera tra oriente e occidente. In tutti i porti vi era a quell’epoca un traffico di guerrieri e pellegrini che andavano a visitare il Santo Sepolcro. I Cavalieri Templari avevano "tanti quattrini" e delle vocazioni esoteriche molto pronunciate, le loro costruzioni le facevano preferibilmente ottagonali. Quindi si potrebbe ipotizzare l’aiuto dei Cavalieri Templari nella costruzione di Castel del Monte.

Alcuni dicono che i Cavalieri Templari abbiano voluto costruire un monumento che fosse la sintesi delle tre religioni monoteiste.


Edited by Ary64 - 15/4/2009, 15:47
 
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view post Posted on 16/4/2009, 08:48
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I ♥ Severus


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Bello, bello, bello!
Altre cose interessantissime da leggere!
Dove le vendono le Giratempo?
Sono molto care?


Edited by chiara53 - 12/6/2015, 15:15
 
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Aleksandra
view post Posted on 12/5/2009, 21:39




Beh, le cattedrali gotiche sono un classico nel mondo Goth! Sono state spesso teatro di tragedie, e donano un’atmosfera romantica e decantante. Sono antiche, ma non per questo non possono essere ambienti raffinati e misteriosi. Cosa non darei per vedere dal vivo il Notre Dam de Paris! Ma ovviamente, io suggerirei anche i castelli e i monasteri^^. Non di meno, il primo romanzo gotico pubblicato nella seconda metà del ‘700 fu ‘Il Castello di Otranto’ di Horace Walpole (un grandissimo capolavoro!).
 
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view post Posted on 19/5/2009, 17:11
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CITAZIONE (Aleksandra @ 12/5/2009, 22:39)
...Ma ovviamente, io suggerirei anche i castelli e i monasteri^^.

Arriveranno anche quelli, non subito, ma arriveranno!
Del resto Ida deve ancora mettersi in pari con le letture! :lol:
 
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view post Posted on 22/7/2009, 18:10
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Praga,

Magie e Alchimie gotiche





"Ci passeggiate dentro come un libro illustrato e, tra titoli di poesie, vi rivela mondi lontani, secoli passati (…).
Praga è un caleidoscopio: ruotatelo davanti agli occhi e si alterneranno residenze reali, luridi giacigli, giardini pensili, acque incantate, isole felici, baldacchini in malachite, gradinate verso i cieli e nere discese agli inferi.
Capite? Praga è una visione, un sogno, un incanto".

(Frantisek Langer - "Leggende praghesi")



Quando penso a Praga, e chi come me c’è stato quando ancora l’occidente non l’aveva contaminata lo potrebbe confermare, ho in mente una città dagli antichi saperi, ricca di strade poco illuminate, di vie poco battute. Una città piena di leggende, crocevia di storie e miti millenari, custoditi da vecchi, la cui sapienza è ricca di segreti indicibili.
Praga è gotica, surreale, irreale, culla di tutte le scienze che si rincorrono e fondono, filosofica, ermetica e profetica.
Racconta una leggenda che fu fondata nel 752 d. C. dalla regina Libussa, strega e veggente, che faceva predizioni stando su una soglia, cioè "prah", parola che diede origine al nome Praha, per noi Praga.
Praga è Magica, considerata tale già ai tempi del regno dell'imperatore Rodolfo II che, divenuto re di Boemia nel 1576 alla morte del padre, trascurò gli affari di stato per occuparsi della sua sterminata e costosissima collezione di oggetti curiosi, quadri, cavalli e opere di magia, di cui fu un ardente sostenitore.
Alla sua corte furono ospitati noti sapienti, artisti, alchimisti, cabalisti e maghi dell'epoca, tra cui Keplero, l'astrologo Tycho Brahe ed anche il pittore milanese Giuseppe Arcimboldi, che per lui dipinse stupendi quadri allegorici e metafisici.
Si fermò nel suo palazzo anche Michael Sendivogius, un alchimista polacco che, sempre secondo la leggenda, avendo liberato dalla prigionia un altro alchimista, lo scozzese Alexander Seton, per riconoscenza, ebbe in dono da lui la Pietra Filosofale.

Moltissime sono le leggende di cui è permeata, quasi che ogni casa e ogni pietra abbiano qualcosa da raccontare. Leggende, luoghi misteriosi e personaggi fantastici che sono le guide alternative per la città. Bisogna quasi viverla ad un altro livello, perché tutto quello che abbiamo intorno, ha sempre un significato nascosto, più profondo...

Passeggiare per Praga è un viaggio nel passato fatto di saliscendi: un continuo salto dai fatti storici a quelli tramandati, dalla cronaca alla tradizione popolare, dalla scienza alla leggenda. Praticamente ogni pietra ed ogni casa della città, protegge il suo mistero, custodisce la sua leggenda.
Raccontarle tutte sarebbe impossibile. Narrano di re, regine e cavalieri, ma anche di monaci, gente comune, spose e monelli. E naturalmente di maghi, strane creature, geni, ninfe e spiritelli… Tramandano storie d’amore, regalano perle di saggezza e lanciano moniti ma per lo più stuzzicano la fantasia con note tra il macabro e il grottesco: il templare senza testa, il monaco che invece la testa la portava sotto braccio, lo scheletro che nel cranio aveva un chiodo, il boia con la spada, mani mozzate, Faust che aveva venduto l’anima al diavolo…ma basta girare l’angolo ed è girata anche la pagina. Ecco tornare toni fiabeschi, con storie dolci o melanconiche ma pur sempre avvincenti di culle d’oro, monete nello straccio, pesci d’argento, tesori nascosti o dimenticati, lampade miracolose, scarpette di mollica, eroi coraggiosi, e pegni d’amore…
Cronaca e invenzione, condanna e speranza, tinte cupe e pennellate rosa si mescolano sulle facciate, sul selciato, nei cortili e nei sotterranei dell’intera capitale, quartiere dopo quartiere.
Ovunque si rintracciano leggende antiche che non di rado si dipanano però da episodi di storia documentata, anche cruenti. E che quasi sempre spiegano l’origine dei grandi monumenti cittadini, o comunque dei loro nomi. Ecco allora qualche tappa imperdibile per una passeggiata nel tempo, tra sogno e realtà.

Facciamo un giro insieme e partiamo dalla parte più alta della città, il punto dove Praga è nata…

Il CASTELLO HRAD E LA CATTEDRALE DI SAN VITO



Il Castello offre dall’altura di Hradcany un colpo d’occhio sui tetti e le torri della città e fotografa il profilo tagliente della Praga gotica con le guglie gemelle e il campanile della Cattedrale di San Vito, sublime e maestoso scrigno in stile gotico e simbolo spirituale della nazione La struttura di questo variegato apparato monumentale, attorno al quale la stessa Praga è nata e cresciuta, è stata nei secoli ritoccata e costantemente arricchita.
La Cattedrale custodisce la cappella di San Venceslao, il tesoro reale e il mausoleo imperiale per una carrellata di arte e magnificenza, leggende e memorie di re, santi e imperatori. Sempre all’interno del Castello, vera città nella città, si trova il Vicolo d’Oro.
Il Vicolo d'Oro (Zlata ulicka) rappresenta senza dubbio uno dei fulcri turistici di Praga: questa stradina dalle minuscole casette colorate, è riuscita a circondarsi di un fitto alone di mistero. Gran parte dell’arcana ambiguità della splendida città mitteleuropea, emana proprio da qui.
Secondo la tradizione, in questa stradina e nella poco distante Torre Mihulka lavorarono gli alchimisti di Rodolfo II e fu proprio agli alchimisti (in particolare agli inglesi Kelley e Dee) che il re chiese di placare la sua enorme sete di superstizione. Al numero 22 del Vicolo dell’Oro abitò per un certo periodo Franz Kafka, il narratore forse più significativo della Praga ombrosa e inquietante.

Da Hradcany si scende a Mala Strana…

MALA STRANA



In ceco Malà Strana significa "Parte Piccola" ed è il nome con cui venne identificata questa parte della città quando nel 1300 gli abitanti si trasferirono a Nove Mesto, la Città Nuova. Le guerre Hussite e il grande incendio del 1541 distrussero la vecchia Mala Strana. Solo dopo questi eventi, quando arrivarono artisti e architetti italiani, il quartiere cominciò ad assumere l'aspetto barocco e rinascimentale che ancora oggi conserva. Da allora Malà Strana è vissuta in una sorta di immobilità che l'ha resa come fuori dal tempo. Non ci sono auto e di sera il quartiere assume un aspetto magico, quasi irreale, dove risuona l’eco di Templari e Gesuiti in una struggente alchimia di atmosfere barocche e dove domina la chiesa di San Nicola che, svetta tra i tetti delle case con la sua cupola verderame.

E scendendo, scendendo arriviamo a Karlûv Most…

IL PONTE CARLO



Magnifico esempio di architettura gotica, Karluv Most, un tempo palco per le condanne dei traditori, è oggi la più romantica passeggiata sulla Moldova. Vera e propria galleria d’arte all’aria aperta, capolavoro metaforico e letterale di impianto medievale intriso di arcani, miti e leggende. Non ultima, la scelta ad arte del momento più propizio per la sua costruzione: l’imperatore Carlo IV pose la prima simbolica pietra il 9 luglio 1357 alle ore 5 e 31 minuti, durante la congiunzione del Sole con il pianeta Saturno, considerata il momento più favorevole dell’anno per l’inizio di qualsiasi attività. Il momento della posa della prima pietra del ponte Carlo venne stabilito dai maggiori astrologi dell’epoca ed è un numero bifronte composto dalle cifre dispari: 1-3-5-7-9-7-5-3-1 (anno-giorno-mese-ora).
Il celebre Ponte Carlo seppe resistere alle numerose inondazioni della Moldava ma quando il sacerdote Giovanni Nepomuceno (*) fu gettato nel fiume, proprio in quel punto crollò l’intera arcata. Inutili i ripetuti tentativi di ricostruirlo: l’opera dei muratori la notte crollava di nuovo. Un costruttore però si incaponì e, dopo una serie di fallimenti, scese a patti col diavolo promettendogli la vita di colui che per primo avesse attraversato il nuovo ponte.
Per risparmiare un’anima innocente, però, pensò di ingannare il demonio liberando, all’alba del giorno dell’inaugurazione, un gallo all’imbocco del ponte. Ma il diavolo fu più furbo: si finse muratore, si precipitò dalla moglie del costruttore e le disse di correre al ponte perché a suo marito era capitato un brutto incidente. Il costruttore non poté fermarla e la notte stessa la poveretta morì insieme al bambino che portava in grembo. Pare che l’anima del piccolo abbia volteggiato a lungo sopra il ponte, emettendo starnuti, a causa dell’umidità, che i passanti riuscivano a udire.
Finché un giorno d’istinto qualcuno gli rispose “Salute!” e inconsapevolmente liberò la giovane anima, che poté finalmente volare in cielo.
(*)San Giovanni Nepomuceto, visse nel '300 alla corte di Venceslao IV, e si dice che fu fatto uccidere dal sovrano per essersi rifiutato di svelare i segreti di confessione di sua moglie. E' sepolto nel Duomo di San Vito, e una sua statua è sul Ponte, da cui venne gettato nel fiume. In quel punto esatto sul parapetto si trova una croce d'oro, toccando la quale si avverano i desideri.

Un’altra storia racconta che le statue del ponte sarebbero dei "protettori di pietra" (dal titolo dell'omonimo racconto di F. Langer), e proteggerebbero i neonati dell'isola di Kampa,
adiacente al ponte, detta l’isola dei Templari con il suo ruscello del diavolo (Certovka) che la separa dalla terraferma, accompagnandoli per tutta la vita, questo in cambio delle cure ricevute per la loro conservazione. L’Isola di Kampa, offre scorci tra i più suggestivi di Praga, qui si trova, ai margini della Moldava, l'ultimo sopravvissuto di una stirpe di mulini ad acqua, attività sulla quale si basava una volta la vita dell'isola.
Frantisek Langer nelle "Leggende praghesi", racconta la storia della spada di San Venceslao che, infissa nelle mura del ponte, proteggeva la città. Se vi fosse stata un'invasione San Venceslao l'avrebbe brandita, decapitando tutti i nemici con un semplice grido. Ma dei bambini se ne impossessarono, e da allora è introvabile. Per questo si dice che i bambini hanno in mano il futuro del paese.

I Vodnik del Ponte Carlo

Il Vodnik è una creatura fantastica ricorrente nel folklore boemo. Viene descritto come una sorta di folletto e raffigurato abitualmente con i colori rosso e verde. Porta un cappello a tuba e una marsina con il lembo sinistro gocciolante. Si tratta di una creatura acquatica, il cui compito è quello di raccogliere le anime degli annegati nella Moldava e custodirle in piccole ampolle di vetro depositate sul fondo del fiume. Può restare fuori dall'acqua solo per brevi periodi; quando il lembo della sua marsina smette di gocciolare deve ritornare al più presto nel suo elemento. Il carattere del Vodnik varia nelle diverse versioni della leggenda. In alcuni casi appare come una creatura bonaria, una sorta di vecchio saggio, che ama intrattenersi nelle birrerie praghesi che sorgono in prossimità del fiume. In altri casi si presenta invece come un essere malvagio e diabolico, che attira i passanti - soprattutto le giovani fanciulle - sulle rive della Moldava per farle annegare. Lo scrittore František Langer racconta nelle sue Leggende praghesi che a Praga ne sarebbero esistiti tre: il signor Josef, il più importante, sarebbe vissuto in prossimità della quarta arcata del Ponte Carlo, il signor Pivoda e il signor Jindrich, in altre zone della Moldava.


Passato il Ponte Carlo, si arriva a Stare Mesto, la città vecchia…

STARE MESTO



La parte di Praga che cominciò ad essere popolata fu Stare Mesto, la Città Vecchia. Nel corso del XII secolo si stabilirono in questa zona della città italiani, ebrei, tedeschi, borgognoni che occuparono lo spazio della Staromestskè Namesti, Piazza della Città Vecchia. I tedeschi vi fondano una chiesa dedicata a San Nicola, patrono dei mercanti. Da quel momento la piazza sarà il cuore della Città Vecchia, che diventerà municipio autonomo nel 1338.
La Staromestskè Namesti, alloggia la statua dedicata al riformista religioso Jan Hus, il municipio, la Casa Kriz, la Casa Mikes e la bellissima Casa del Minuto,
in origine edificio gotico poi ricostruito in epoca rinascimentale, decorata con graffiti ispirati a temi biblici e allegorie della Virtù e della Grande Opera alchemica.

TORRE DELL’OROLOGIO e Il maestro Hanuš



Verso la fine del XV secolo il municipio di Praga incaricò un mastro orologiaio di aggiungere all'Orologio Astronomico, alcuni meccanismi per farlo diventare il più bello d’Europa. Il maestro riuscì in un’opera così unica e preziosa che i consiglieri comunali decisero di accecarlo per evitare che facesse un’opera altrettanto bella in un’altra città. Il maestro morente chiese di poter ascoltare da vicino per l’ultima volta i meccanismi della sua creazione e con il suo assistente si arrampicò fino agli ingranaggi che muovevano l’orologio. Abbassò una leva e questo si fermò. In quel momento Hanuš morì e nessuno, per molto tempo, fu in grado di far funzionare i meccanismi, lasciando così Praga senza il suo orologio.
La torre dell'Orologio, alta 72 metri fu costruita nel 1364.

Al primo piano spicca la splendida cappella gotica di Petr Parler. L’orologio astronomico (Orloj) posto sulla torre del Municipio, è un po’ il simbolo della Praga esoterica, che tanto affascina e seduce l’immaginazione. Icona del passaggio del Tempo, avvolto in misteriose leggende, oggi rappresenta il punto centrale della piazza di Stare Mesto. Vi compaiono figure emblematiche come la Morte, il Turco, l’Avaro, il Vanitoso e i quattro elementi Fuoco, Terra, Aria e Acqua, le statue dei 12 apostoli, i segni zodiacali e 12 scene stagionali che elogiano la vita rurale boema.

IL QUARTIERE EBRAICO



Sempre nella Città Vecchia, si trova il vecchio quartiere ebraico che vide la sua fioritura alla fine del '500 durante il regno di Rodolfo II, grazie alla sua politica tollerante e illuminata. Dopo vicende di ogni genere fu "risanato", cioè definitivamente abbattuto a partire dal 1893, quando si diede inizio alla costruzione di quartieri più moderni secondo un piano urbanistico che ne avrebbe stravolto la struttura.
Nelle sue stradine strette, nei suoi sottopassaggi, nelle sue casupole, la fantasia popolare immaginò un'umanità misera ed emarginata, un'esistenza torbida spesso al limite della legge, presenze fantasmatiche ed esoteriche, che fornirono materiale agli scrittori. Un ambiente del genere diede adito a numerose leggende. Tra queste la presenza del Golem, che, nella versione di Meyrink, si aggirava per le sue strade spaventando gli abitanti e assumendo le forme più diverse.

Il Golem

E' la leggenda più nota, retaggio della Praga ebraica. Si tratta di un fantoccio d'argilla che, secondo quanto di racconta, sarebbe stato creato dal Rabbi Jehuda Löw bar Bezalel nel '500, per utilizzarlo come servo infaticabile e come difensore del popolo ebraico dai suoi persecutori. Il Rabbi, plasmando della semplice argilla, riusciva a rianimare il Golem scrivendogli sulla fronte la parola EMETH”, cioè “verità”, che in ebraico è sinonimo di Dio. Il venerdì sera, perché il sabato è festivo per gli ebrei e quindi non si lavora, il Rabbi cancellava dalla fronte del gigante la lettera E, lasciando intatto “METH”, che in ebraico significa “morte”, col risultato che il Golem si accasciava inanimato. Questa leggenda ricalca un principio della mistica ebraica, secondo cui il mondo e la vita sono emanazione del nome divino.

Il cimitero ebraico



Il Vecchio Cimitero Ebraico di Praga (in ceco Starý Židovský Hřbitov), fondato nel 1439, è uno dei monumenti storici più significativi dell'antico quartiere ebraico praghese nonché uno dei più celebri cimiteri ebraici d’Europa.
Durante l'occupazione nazista, il cimitero fu risparmiato: le autorità naziste decisero che sarebbe rimasto a testimonianza di un popolo estinto.
È stato per oltre 300 anni, a partire dal XV secolo, l'unico luogo dove gli ebrei di Praga potevano seppellire i loro morti. Le dimensioni attuali sono all'incirca quelle medievali e nel tempo si è sopperito alla mancanza di spazio sovrapponendo le tombe, perché il cimitero non poteva espandersi fuori dal perimetro esistente.
In alcuni punti si sono sovrapposti fino a 9 strati di diverse sepolture; le lapidi venivano staccate dal suolo, veniva ammonticchiata della terra per una nuova sepoltura, veniva rimessa la vecchia lapide e in più quella nuova a fianco. Non di tutti rimane una lapide.
La densità di lapidi tardogotiche, rinascimentali, barocche, l'una quasi contro l'altra, il silenzio del luogo e la scarsa illuminazione, le pietre sepolcrali sono quasi tutte all'ombra, oscurate dalle fronde degli alti sambuchi (sambuco? Non era il legno della bacchetta della Morte? ;) ) che crescono nel cimitero, creano un effetto unico con un'aura spettrale.
Chiaramente la tomba più visitata è quella di Rabbi Löw, dove i visitatori si fermano a pregare lasciando i tradizionali sassi, oltre a monete e biglietti che esprimono i loro desideri.



Sinagoga Vecchio-Nuova (v.foto sotto titolo paragrafo)
Nelle sue fondamenta vi sarebbero delle pietre provenienti dal Tempio di Gerusalemme, portate in volo dagli angeli.

CASA DI FAUST a Karlovo náměstí 40



In questa casa abitò il mago Edward Kelley che accompagnò a Praga l’alchimista John Dee, invitati entrambi alla corte di Rodolfo II.
Si dice che qui visse il Dottor Faust che, nella sua smania di provare sempre nuove esperienze, fece un patto con il diavolo vendendogli la propria anima. In cambio il diavolo esaudiva tutti i suoi desideri restituendogli perfino la giovinezza. Quando venne il momento di pagare il suo debito con il maligno, il Dottor Faust si accorse che il prezzo era troppo caro e cercò di opporsi, ma il diavolo lo afferrò e lo trascinò con sé passando per il soffitto. La casa rimase a lungo disabitata perché nessuno aveva il coraggio di andarci a vivere, fino a quando uno studente squattrinato decise di usarla come rifugio per la notte. La mattina dopo trovò vicino al letto una moneta d’argento e questo successe anche nei giorni seguenti fino a quando però la moneta d’argento non bastò più e lo studente cercò il modo di ottenerne una d’oro, attraverso lo studio dei libri di magia. Quando un giorno degli amici decisero di andare a trovarlo, videro la stanza tutta in disordine e un grande buco nel soffitto. Il loro amico era sparito…


E qui mi fermo, ma fidatevi, vale veramente un viaggio…

Edited by Ary64 - 6/7/2010, 18:16
 
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view post Posted on 22/7/2009, 22:22
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Stupendo Ary! Appena riesco leggo tutto con calma ma, viste anche solo le foto, direi che Praga merita senza dubbio un viaggetto!

Edited by chiara53 - 12/6/2015, 15:14
 
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view post Posted on 6/9/2009, 14:28
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Ed ora vi porto nella mia città, Roma, a scoprire una chicca, facilmente ascrivibile, come avrete modo di capire, tra le pagine "gotiche" di questa discussione.


La Porta Alchemica





A Piazza Vittorio Emanuele II, all'interno dei giardini al centro della piazza, al lato del complesso dei Trofei di Mario, si trova la cosiddetta Porta Alchemica, o Porta Magica proveniente dalla villa, ormai non più esistente, fatta costruire da Massimiliano Palombara, marchese di Pietraforte, vissuto tra il 1614 e il 1680 nella zona in cui oggi sorge la piazza. La storia della porta è ammantata dalla tenue nebbia della leggenda, e nessuno è ancora esattamente riuscito a carpirne i segreti. Quel che è certo, è che alla fine del XVII secolo, si trasferì a Roma, presso la Corte Romana a Palazzo Riario, oggi sede dell’Accademia dei Lincei, Cristina di Svezia, e fondò un circolo di esoteristi, maghi ed alchimisti al quale il Palombara, da sempre appassionato di letture classiche ed occultismo, aderì prontamente. Pare comunque che nel giardino della villa il marchese si fosse costruito una sorta di laboratorio in cui portava avanti i suoi esperimenti, e che un giorno abbia bussato alla sua porta un misterioso viandante (forse Francesco Giuseppe Borri, famoso alchimista dell'epoca), al quale il Palombara offrì riparo.
In realtà lo scopo dell'oscuro avventore, era quello di utilizzare il laboratorio per fare alcuni esperimenti sulla creazione della pietra filosofale; dopo tre giorni di lavoro ininterrotto, l'alchimista scomparve, lasciando nel laboratorio una certa quantità d'oro purissimo e una pergamena cosparsa di misteriosi simboli e frasi latine, contenenti il segreto del suo, a quanto pare riuscito, esperimento. Il Palombara si impegnò a lungo, ma senza successo, nel tentativo di interpretare il significato della pergamena; fallendo nello scopo e non volendo che una scoperta di tale importanza andasse perduta, decise, commissionando la porta magica, di immortalare nella roccia il contenuto del manoscritto, nella speranza che un giorno qualcuno ne riuscisse a capire il significato,.
La collocazione esatta della porta all'interno della villa non è nota con certezza, ma è comunque probabile che fosse posizionata da qualche parte all'interno dell'enorme giardino, forse proprio all'ingresso del gabinetto alchemico.

I simboli incisi sulla “Porta Alchemica” si possono trovare tra le illustrazioni dei libri di alchimia e filosofia esoterica della seconda metà del seicento e che, probabilmente, erano in possesso dello stesso Marchese. La “Porta Alchemica” presenta enigmi e simboli inquietanti che ancora oggi rappresentano un mistero irrisolto.






Continua...

Edited by chiara53 - 27/5/2015, 17:08
 
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view post Posted on 6/9/2009, 15:51
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... ancora sulla Porta Alchemica.




Significato delle iscrizioni e dei simboli della Porta Alchemica





“SI SEDES NON IS”

Questo motto, che si trova sullo scalino del basamento, che letto da sinistra verso destra significa “se siedi non procedi” e da destra verso sinistra significa “se non siedi procedi” ci porta a trovare un significato più filosofico, quasi come se il Palombara ci spingesse ad andare avanti nella ricerca della verità qualsiasi essa sia.
I simboli che sono presenti sulla porta (syllabae chimicae) sono tratti dalla "Commentatio de Pharmaco Catholico" pubblicati nella Chymica Vannus, nel 1666.
Nella cornice esterna del bassorilievo circolare troviamo un’epigrafe in cui è espresso il concetto della Trinità:

TRI SUNT MIRABILIA DEUS ET HOMO MATER ET VIRGO TRINUS ET UNUS

"Tre sono le cose mirabili Dio e Uomo, Madre e Vergine, Trino e Uno".
Nel fondo del bassorilievo si vedono due triangoli incrociati che formano una stella a sei punte, cioè il sigillo di Salomone, unione d’acqua e fuoco, spirito e materia, come in alto così in basso.

Sulla parte inferiore del sigillo vi è un cerchio più piccolo con la scritta: "Centrum in trigono centri", sormontato dalla croce dei 4 elementi e con al centro il simbolo solare.

In alto sull’architrave, scritta in ebraico, è l’invocazione allo Spirito Santo: "Ruah Elohim". (Nulla si può operare senza il suo aiuto).

Segue l’avvertimento che non si entra nel giardino dell’Esperidi, e cioè attraverso la porta, senza l’uccisione del drago che ne sta a guardia.

HORTI MAGICI INGRESSUM HESPERIUS CUSTODIT DRACO ET SINE ALCIDE COLCHICAS DELICIAS NON GUSTASSET IASON

"Il drago delle Esperidi custodisce l’ingresso del magico giardino e senza Ercole, Giasone non avrebbe assaporato le delizie della Colchide".
Il drago rappresenta le passioni, gli istinti; Ercole la volontà; con la vittoria sul drago si inizia la pratica alchemica, il cui svolgimento è indicato sugli stipiti della "porta" dove possiamo distinguere le tre fasi del processo alchemico: il nero, il bianco, il rosso.


I simboli alchemici lungo gli stipiti della porta seguono la sequenza dei pianeti associati ai corrispondenti metalli: Saturno-piombo, Giove-stagno, Marte-ferro, Venere-rame, Luna-argento, Mercurio-mercurio. Tale sequenza viene forse ripresa dal testo Commentatio de Pharmaco Catholico pubblicati nel Chymica Vannus del 1666. Ad ogni pianeta viene associato un motto ermetico, seguendo il percorso dal basso in alto a destra, per scendere dall'alto in basso a sinistra, secondo la direzione indicata dal motto in ebraico Ruach Elohim. La porta si deve quindi leggere come il monumento che segna il passaggio storico del rovesciamento dei simboli del cristianesimo verso il nuovo modello spirituale che si stava sviluppando nel Seicento.
Cominciando dall’alto in basso e da sinistra a destra, un accenno sommario a questi simboli.



(Simbolo di Saturno)

QUANDO IN TUA DOMO
NIGRI CORVI
PARTURIENT ALBAS
COLUMBAS
TUNC VOCABERIS
SAPIENS

Saturno rappresenta la materia prima, il piombo, il nero: "Quando nella tua casa neri corvi partoriranno bianche colombe allora sarai detto saggio".
In questa iscrizione è indicata la trasformazione del piombo (i neri corvi) in argento (le bianche colombe), il passaggio dal nero al bianco.

(Simbolo di Giove)

DIAMETER SPHAERAE
THAU CIRCULI
CRUX ORBIS
NON ORBIS PROSUNT

Giove, lo stagno, corrisponde al Nous, alla mente illuminata, l’obiettivo a cui tende l’adepto.
Nell’iscrizione "Il diametro della sfera, il tau del circolo, la croce del globo non giovano ai ciechi" è l’ammonimento che la scienza ermetica non può essere né capita, né essere utile ai profani.

(Simbolo di marte)

QUI SCIT
COMBURERE AQUA ET LAVARE IGNE
FACIT DE TERRA
CAELUM
ET DE CAELO TERRAM
PRETIOSAM

Marte, il ferro, corrisponde alla volontà necessaria per portare a termine l’Opera: "Chi sa bruciare con l’acqua e lavare col fuoco, fa della terra cielo e del cielo terra preziosa". Nell’iscrizione è racchiuso il concetto fondamentale dell’Alchimia, il "Solve et coagula"

(Simbolo di Venere)

SI FECERIS VOLARE
TERRAM SUPER
CAPUT TUUM
EIUS PENNIS
AQUAS TORRENTUM
CONVERTES IN PETRAM

Venere, il rame, corrisponde all’amore.
Anche in questa epigrafe troviamo il concetto del "Solve et coagula":
"Se avrai fatto volare la terra sopra la tua testa con le sue penne (le penne sono i vapori che s’innalzano dal fondo dell’uovo filosofico dove sono rinchiusi Zolfo, Mercurio e Sale) convertirai in pietra le acque dei torrenti".
Si tratta di mutare una sostanza, inizialmente solida (terra), in sostanza liquida (acqua) tramutarla in aria (volatile) e poi fissarla in pietra argentea ed aurea.

(Simbolo di Mercurio)

AZOT ET IGNIS
DEALBANDO
LATONAM VENIET
SINE VESTE DIANA

Mercurio, l’argento vivo, indica la fase al Bianco, come leggiamo nell’iscrizione: "L’Azot e il fuoco imbiancando Latona, verrà senza veste Diana".
L’Azoto è il "mercurio dei saggi", l’intelletto agente; il "fuoco" è quello interiore, quello della volontà.
Quando la Materia (Latona) sarà stata del tutto purificata, Diana appare nuda, si realizza l’argento, cioè la chiarezza e la purezza del mentale, l’Iside svelata.

(Simbolo Solare)

FILIUS NOSTER
MORTUUS VIVIT
REX AB IGNE REDIT
ET CONIUGIO
GAUDET OCCULTO

Nell’iscrizione si legge: ‘Il nostro figlio morto vive, torna Re dal fuoco e gode dell’occulto accoppiamento".
È la realizzazione del Rebis è la nascita del "figlio regale" la fase al rosso, simboleggiata dalla fenice che rinasce dalle ceneri.
Spirito e materia sono diventati tutt’uno: è il frutto delle nozze alchemiche".
All’argenteo regno di Diana subentra l’aureo regno d’Apollo, alla Rosa Bianca, che indica la realizzazione dell’argento, subentra la "Rosa Rossa".


Ed ecco il simbolo finale
simb_07
EST OPUS OCCULTUM VERI SOPHI APERIRE TERRAM
UT GERMINET SALUTEM PRO POPULO

"È opera occulta del vero sapiente aprire la terra, affinché germini la salvezza per il popolo".


VILLAE IANUAMTRANANDORECLUDENS IASON
OBTINET LOCUPLESVELLUS MEDEAE 1680

È la discesa agli "inferi" nelle profondità della terra, la realizzazione del Vitriol, che porterà alla conquista del "Vello d’oro".
È quanto promette il Palombara a chi come Giasone scopre ed oltrepassa la soglia della "porta" del suo giardino "ubi vallus claudit vellus".

In conclusione, il mistero della porta alchemica è ancora vivo dopo più di tre secoli e la verità si nasconde proprio lì in un piccolo angolo di Piazza Vittorio dove giornalmente un infinità di turisti, pendolari e gente senza dimora osserva quella strana costruzione senza neanche sapere la magia che in essa è contenuta

Edited by chiara53 - 6/5/2015, 15:51
 
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phobera
view post Posted on 7/9/2009, 21:15




Bellissimo,stasera avevo un pò di tempo e sono riuscita a leggere tutto, a Praga sono stata tanti anni fa e rivedere quei posti con tanto di guida storico occulta è stato veramente interessante!
La porta Alchemica è veramente notevole , con tutte le spiegazioni!!!!!!
Delle cattedrali sapevo qualcosina,ma sono veramente affascinanti!!!
 
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view post Posted on 8/9/2009, 09:33
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O mamma mia! Quante cose hai scritto! DEVO assolutamente trovare il tempo per leggerle al più presto! (però devo farlo da casa perchè qui in studio non posso visualizzare le immagini, uffa!)

Edited by chiara53 - 12/6/2015, 15:13
 
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view post Posted on 9/9/2009, 21:58
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Bellissimo!
Finalmente sono riuscita a leggere il primo messaggio (Cattedrali gotiche e i loro misteri) e l'ho trovato interessantissimo: grazie mille per il lavoro che hai fatto!!

Ti chiedo solo un favore: fai messaggi meno lunghi, se riesci, perchè se non ho il tempo di finire il messaggio... rischio di dimenticare il punto in cui sono arrivata!


Edited by chiara53 - 12/6/2015, 15:14
 
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view post Posted on 10/9/2009, 09:53
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Vuol dire che se sono troppo lunghi, i prossimi li dividerò in due! :)
 
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view post Posted on 13/9/2009, 18:08
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I ♥ Severus


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Per ora ho letto solo il brano introduttivo su Praga e l'ho trovato magicamente affascinante e già ho voglia di visitare la città.

Edited by chiara53 - 12/6/2015, 15:14
 
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view post Posted on 13/9/2009, 18:36
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Una descrizione di Praga veramente affascinante che, riga dopo riga, fa veramente venire sempre più voglia di vedere i luoghi, dall'alone magico, di cui si narra.
Inoltre, ci sono delle chicche incredibili (come quella del numero bifronte) e interessanti informazioni, anche storiche, che rendono più "viva" la città sotto i miei occhi, anche grazie alle bellissime illustrazioni. L'orologio della torre mi ha ricordato moltissimo le ambientazioni di Cuaron in HP3
Per non parlare di tutte le leggende che hai citato: un lavoro stupendo!
Grazie Ary!

(E sono arrivata solo all'orologio!)

A un certo punto mi è venuta in mente una descrizione fatta da Melissa in una delle sue Fic: se è realmente "gotica" come la ricordo (giurerei che stesse descrivendo proprio Praga!) la posterò in "Lirica e Prosa".


Edited by chiara53 - 12/6/2015, 15:14
 
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