Creature Magiche

E’ passato un sacco di tempo, ma provo a rispondere agli interrogativi posti da Ida


Le due sfingi: quella egizia e quella greca, rimandano a significati assai diversi, esse sono diverse nella forma, nel sesso e nella simbologia. Sono due esseri e "divinità" totalmente diverse.

Riassumo brevemente.

La sfinge dei monumenti egizi (che Erodoto chiama androsfinge, per distinguerla da quella greca) è un leone accovacciato, con testa d’uomo; rappresentava, si suppone, l’autorità del re, e custodiva i sepolcri e i templi. A rigor di logica dovremmo quindi parlare, per l'Egitto, non di una Sfinge, ma di uno Sfinge. Questo rappresenta un primo elemento di differenziazione fondamentale dalla Sfinge greca, che è in maniera pressoché esclusiva femminile. Da un punto di vista unicamente iconografico, non è però possibile dire molto di più, della Sfìnge egiziana, oltre all'inequivocabile identificazione col Faraone.
Posta sovente alle porte delle gigantesche metropoli, essa è "guardiana delle soglie proibite e delle mummie reali. Ascolta il canto dei pianeti, veglia sul limitare dell’eternità, su tutto ciò che è stato e che sarà. Vede scorrere in lontananza i Nili celesti e navigare le barche del sole." (da "Il libro dei morti") .
La sfinge egizia di el-Giza, la più antica, nacque per sorvegliare la porta occidentale del santuario, dalla quale se ne vanno il sole e i morti.
Essa è simbolo connesso alla morte, al passaggio ad un mondo al di là: il suo sguardo "ha qualcosa di feroce nell’estasi e dà la sensazione del vuoto. Va diritto davanti a sè, ma in una direzione che non appartiene allo spazio, che non è di questo mondo."
Per gli Egizi dunque essa esprimeva la serenità del sapere, la protezione, la forza.

La sfinge greca ha, invece, testa e petto di donna, ali d’uccello, corpo e piedi di leone
Anche la posizione varia nelle due culture: la sfinge egizia è distesa sulla pancia, spesso con le zampe anteriori in posizione di offerta, mentre quella greca sta seduta sulle zampe posteriori, col busto eretto e le mammelle sporgenti.
La sfinge greca, quindi, non è il guardiano delle porte dell’infinito, bensì è una specie di mostro terribile, crudele ed enigmatico, nel quale si può facilmente vedere il simbolo della femminilità perversa e pericolosa.
Le donne in Grecia non erano benviste, come abbiamo avuto modo di dire altrove; esse erano considerate esseri inferiori, quindi la femminilità stessa era carica di simbologie negative.

Nella tradizione mitologica della Grecia antica, infatti, la sfinge è figlia di Echidna, un essere ibrido mezzo fanciulla e mezzo serpente, madre di altri esseri mostruosi quali la Chimera, Scilla, la Gorgone, Cerbero, il Cane Ortro ecc.
Frutto dell’accoppiamento incestuoso tra Echidna ed Ortro (suo figlio e in più cane!), la sfinge verrà conosciuta, grazie a Freud, quale simbolo dell’inconscia pulsione incestuosa presente nell’uomo; non è da trascurare il fatto che questo mostro, che ha legato la sua esistenza alla più celebre e paradigmatica vicenda di un incesto, sia nato anch'esso da un incesto…

Divenuta famosa grazie al mito di Edipo, ancora oggi uno dei cardini del pensiero psicoanalitico (il complesso di Edipo), la sfinge è la portatrice dell’enigma che causa la morte di chi non lo risolve, simbolo della dissolutezza e del dominio perverso: il mito dice che essa fu mandata da Era contro la città di Tebe per punire il re Laio, colpevole d’omosessualità.
Il mostro femmina può essere sconfitto solo dall’intelletto, dalla sagacia, in contrapposizione con l’istupidimento ottuso.
La sfinge greca aderisce indissolubilmente alla roccia sulla quale poggia: ha ali, ma non vola. E’ destinata a sprofondare nell’abisso nel quale si getta, infine, suicida.
Questa è la povera Sphinx (dal greco sphingein stringere legare e per traslato "strangolo"), greca e femminilizzata la sfinge rappresenta pertanto il simbolo della vanità tirannica e distruttiva.

Oltre a Freud, per il quale l'enigma è un segno della curiosità sessuale del bambino, anche Jung ne ha sottolineato gli aspetti legati al modello della madre nella sua valenza negativa:"la sfinge è una creatura a metà animalesca dell’immagine materna: è una "madre terribile"rappresentata dalla sfinge stessa.
La sfinge ha il compito importantissimo di suscitare in Edipo la curiosità, l’impulso a conoscere, presente e attivo in ciascuno fin dall’infanzia che è però osteggiata - così come accade in innumerevoli altri miti – dal mostro che incarna l’atteggiamento del dio ostile all’acquisizione di conoscenza da parte dell’umanità in quanto ciò minerebbe la divina supremazia.

Edipo cade vittima di tale potere proprio quando crede di aver trionfato: è infatti proprio questa eccessiva sicurezza di sé a renderlo vittima dell’incesto.
Lui, il solutore dell’enigma, sopravvalutando la sua intelligenza, incappa in maniera schiettamente virile nella trappola e commette senza saperlo il crimine dell’incesto unendosi con sua madre Giocasta che si era promessa in sposa a chi avesse sconfitto la sfinge.

Da questo racconto non viene certamente fuori, a prima vista, alcuna convergenza tra la Sfinge egizia e quella greca. Il contesto mitico è totalmente differente: lì abbiamo un essere di significato cosmologico, qui un mostro, terribile sì, ma soggetto alla morte; lì una vicenda ciclica di respiro cosmico, qui un evento transitorio e locale; lì, infine, un leone dalla testa di uomo, qui una donna con parti di leone e parti di uccello.

Oggi per sfinge si intende una persona sorniona, impenetrabile, che cela i propri sentimenti e il proprio sapere dietro un atteggiamento indecifrabile - attingendo sia all'essere enigmatica della sfinge greca, sia all'aspetto impassibile e solenne di quelle egizie. In un gruppo di amici ci si interrogherà su che cosa pensi un conoscente comune che si comporta come una sfinge; chi in una discussione si ritrova a sostenere una posizione debole si potrà arroccare su espressioni da sfinge; il politico potente e che conosce ogni cosa potrà essere soprannominato "sfinge"….


Bibliografia:
J.P.Clébert "Animali fantastici" Armenia;
C.G.Jung "Simboli della trasformazione"Boringhieri;
AA.VV. "Letture bioniane" Borla; J.L.Borges "Manuale di zoologia fantastica" Einaudi
www.geagea.com/14indi/14_06.htm
http://unaparolaalgiorno.it/significato/S/sfinge
http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php/Sfinge

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Edited by Ida59 - 11/6/2015, 23:43

Certo che sì, ma va illustrato e ampliato il racconto.
Ci avevo pensato, anche perchè la storia è molto interessante e si può collegare anche alla letteratura. Le tragedie di Sofocle hanno rappresentato la storia di Edipo, strettamente legata a quella della sfinge.
Una curiosità:
Gli enigmi della sfinge erano due, non uno...
L'enigma attorno al quale ruota tutto il mito e l'esistenza stessa della Sfinge, era: «quale animale è quello che ha una voce sola, quattro piedi all'inizio, poi due e che finisce con tre?». La risposta, lo sappiamo tutti, è "l'uomo" che da piccolo cammina a quattro zampe, poi a due ed in vecchiaia si aiuta con un bastone.
Ma nel mito della Sfinge c'è anche un secondo enigma, dimenticato metodicamente da tutti, che suona così: « Chi sono le due sorelle di cui una genera l'altra e di cui la seconda, a sua volta, genera la prima?». La risposta di Edipo in questo caso è « II giorno e la notte» (giorno in greco è femminile come notte). Nel tempo il ricordo di questo secondo enigma si perde.

Edited by Ida59 - 11/6/2015, 23:43

Una streghetta

Sono felice che ti sia piaciuta, ora penso che ne tratterò anche in Mitologia per approfondire il racconto che la riguarda, inoltre se ti va, puoi dare un'occhiata alle altre discussione dall'indice all'inizio che ora ha i link giusti e troverai tutto corredato di immagini e spiegazioni.
Hai ragione questo forum non finisce di stupire!!!

Edited by chiara53 - 4/7/2017, 15:45